XV
ESORTAZIONE DI S. ALFONSO
La devozione verso le sante anime del Purgatorio, raccomandarle a Dio perché Egli le consoli nelle loro pene tanto grandi, e perché le riceva al più presto nella sua gloria, ci è di grande profitto, poiché queste anime benedette sono sue spose per tutta l’eternità, riconoscenti generosamente verso quelli che loro ottengono la liberazione da quel carcere, o un conforto nei loro tormenti. Certamente appena arrivate in Cielo, si ricorderanno di coloro che le hanno soccorse.
Secondo una pia credenza Dio manifesta
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loro le nostre preghiere: così in contraccambio esse pregano per noi. Queste anime benedette non possono più, è vero, pregare per se stesse, essendo in questo luogo, come vere colpevoli che soffrono in soddisfazione per i loro peccati; ma essendo beniamine di Dio, possono pregare per noi ed ottenerci le grazie.
Per ottenere qualche grazia, Santa Caterina da Bologna, ricorreva alle anime del Purgatorio e subito era esaudita; «perché per mezzo di queste aveva ottenuto grazie più facilmente che non col ricorrere ai Santi del Cielo».
D’altra parte, innumerevoli sono le grazie ottenute per loro intercessione, dicono pie persone.
Noi desideriamo il soccorso delle loro preghiere, è adunque nostro dovere di soccorrerle coi nostri suffragi: questo è giusto.
Nostro dovere ho detto, perché la carità esige che nelle necessità del prossimo noi vi portiamo assistenza! Esse sono in questo fuoco, che è molto più tormentoso del fuoco terreno, private della vista di
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Dio! Questa è la pena più dolorosa di tutte le altre.
Tra esse, pensiamo, forse vi è nostro padre, nostra madre, vi sono fratelli, sorelle, parenti, amici..., che attendono il nostro soccorso.
Regine sante, ma impotenti per sé; esse devono anzitutto saldare il proprio debito; quindi ardente coraggio per soccorrerle, e con tutte le forze.
Facendo questo, noi siamo molto accetti a Dio, ci acquistiamo grandi meriti, e queste anime, riconoscenti, ci ottengono abbondanti grazie, specialmente la salute eterna.
Io tengo per certo questo: un’anima liberata dal Purgatorio coi nostri suffragi, dice continuamente a Dio appena arrivata in Paradiso: «Ah, Signore, non permettere che si perda colui che mi ha tolta dalla prigione; colui che m’ha aiutata a venire più presto a godere la vostra visione».
Che tutti i fedeli si occupino a sollevare ed a liberare le benedette anime del Purgatorio: con Messe, elemosine, o almeno con preghiere.
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