Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XI

PARLARE DEL PURGATORIO

APOSTOLI DEL PURGATORIO

Qualche volta anime purganti ebbero dal Signore, per santissimi fini, la facoltà di comunicare coi vivi; particolarmente per chiedere suffragi. Tali apparizioni non possono venire ammesse senza prove sicure; ma non possono anche venire rigettate tutte come invenzioni.
In generale le anime purganti soffrono senza poter far udire la loro voce per chiedere soccorso. Soffrono e sono spesso ignorate e dimenticate. Eppure, forse,
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molte sono là da lungo tempo: i loro genitori si perdono nel più profondo silenzio. Hanno bisogno di apostoli, di chi parli per esse , e perori la loro causa.
Nel Vangelo vi è un episodio che può farci comprendere questo pensiero.
«Essendo una festa dei Giudei, Gesù si recò a Gerusalemme. Qui vi era una piscina probatica, in ebraico, Betsaida, la quale ha cinque portici. Sotto questi giaceva grande quantità di infermi, ciechi, zoppi, e paralitici, che attendevano il moto dell’acqua. Un Angelo del Signore infatti scendeva ogni tanto nella piscina e l’acqua veniva agitata. E chi per primo si tuffava in essa, dopo il moto, guariva da qualunque malattia fosse oppresso. Vi stava un uomo che era infermo da trentotto anni. Gesù, vedutolo giacere e sapendo che da molto tempo si trovava in quella condizione, gli disse: «Vuoi tu essere guarito?» - «Signore, rispose l’infermo, io non ho nessuno che mi getti nella piscina quando l’acqua è mossa; e allorché mi accosto, altri vi è
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già disceso prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». All’istante l’uomo guarì e prese il suo letticciolo, e se ne tornò a casa».
Questo lamento delle anime purganti: «non vi è persona che pensi a noi».
Chi dunque ama quelle anime si faccia loro eco; ripeta le loro invocazioni di soccorso: e lo gridi senza posa a tutti i venti.

TUTTI UN PO’

Chi deve zelare questa divozione?
I Sacerdoti . Sono infatti essi per vocazione ed ufficio i salvatori delle anime: «Vi ho eletti, dice il Signore, perché andiate e facciate frutto e il vostro frutto rimanga.
Il Sacerdote rigenera le anime nel Battesimo; le nutre con l’Eucaristia; le illumina con la predicazione; le rialza, se cadute, per mezzo della confessione; le conforta sul letto di morte...
Ma ancora non finisce lì il suo compito:
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quando già esse sono sulla soglia del Cielo, trattenute soltanto da qualche piccolo debito, egli prenda coraggiosamente la chiave del cielo e lo apra. Chiave del Cielo è il suffragio. Ma soprattutto egli predicherà frequentemente sul Purgatorio.
Il Parroco specialmente può dire: «Io sono il buon Pastore, e conosco le mie pecorelle, e spendo la mia vita per esse». Io non mi do pace, né riposo, finché anche una sola di queste anime può trovarsi tra le fiamme del Purgatorio. Così parlava uno zelantissimo parroco.
I Catechisti ed i Maestri . Il pensiero del Purgatorio è santo e salutare. Infatti incita alla perfezione cristiana, allontana dal peccato, educa a pensieri e sentimenti di bontà. I Catechisti potranno facilmente indurre i fanciulli a suffragare i defunti. In una società, i cittadini che temono il peccato sono sempre uomini di ordine. Una gioventù spensierata e avida di piacere è un pericolo morale continuo.
I genitori . Questi hanno l’ufficio di formare l’anima dei loro figliuoli.
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Sviluppino in essi il sentimento della riconoscenza, dell’amore e della pietà. I figli suffragheranno a loro volta i genitori, come avranno veduto i genitori a pregare per gli antenati defunti.
Le anime pie . Amano esse Gesù? Ebbene ricordino la sete divina del Salvatore.
Hanno esse cuore sensibile? Ebbene ascoltino i gemiti invocanti soccorso.
Desiderano arricchirsi di meriti? Ebbene, il suffragare le anime purganti è l’esercizio di tutte assieme le opere di misericordia.

GRANDE OPERA

Scrive S. Francesco di Sales: «Con la pietà verso i defunti noi saziamo la fame ed estinguiamo la sete di quelle anime. Pagando i loro debiti, veniamo come a spogliarci dei nostri tesori spirituali per rivestirne esse. Le liberiamo da una schiavitù più dura di qualsiasi prigionia.
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Diamo ospitalità a quelle pellegrinanti nella Casa di Dio, il Cielo».
Venendo il giorno del Giudizio, si alzerà il coro dello loro voci che giustificherà noi medesimi innanzi a Dio. Quelle anime beate grideranno: questi fu il nostro salvatore.
Il santo Curato d’Ars diceva ad un sacerdote che lo consultava: «Oh, se si sapesse quanto grande è il potere delle buone anime del Purgatorio sul cuore di Dio! E se bene si conoscessero tutte le grazie, che per loro intercessione possiamo ottenere, esse non sarebbero tanto dimenticate. Bisogna per esse pregare molto, onde esse molto preghino per noi.
Lasciò scritto S. Caterina da Bologna: «Quando voglio ottenere qualche grazia dal nostro Padre celeste, ricorro alle anime che sono trattenute in Purgatorio; le supplico di presentare alla Divina Maestà la mia domanda in loro nome; e provo che per la loro intercessione sono esaudita».
S. Benedetto Cottolengo istituì una famiglia di religiosi interamente dedicati
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a suffragare le anime purganti. Dispose che in quella famiglia religiosa continuamente le preghiere, le opere buone, le sofferenze vengano offerte come suffragio al Signore
Il Bordalou diceva in una predica: «Noi ammiriamo quegli uomini apostolici che solcano i mari e vanno nei paesi barbari per guadagnare a Dio gli infedeli. Ma persuadiamoci che vi è un nuovo e facile zelo: diffondere la divozione alle anime purganti. Esso non è meno meritorio, non è meno necessario, non meno gradito a Dio».
In alcune famiglie religiose e Chiese si espongono i ritratti dei defunti, o almeno si notano in un elenco i loro nomi. È ottimo mezzo per eccitare al suffragio.

FRUTTI

Questo zelo per le anime del Purgatorio apporterà grandi vantaggi a noi medesimi.
Infatti il pensiero del Purgatorio ci
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incoraggia a perfezionare noi stessi. Colà sono punite anime per leggerissime colpe: occorre che le evitiamo.
S. Agostino consiglia: si impegni ciascuno a correggere i propri difetti: così che dopo la morte non sia necessaria la purgazione: «In hac vita, Domine purges me, et talem reddas cui iam emendatorio igne non opus sit».
S. Alfonso scrive: «La divozione verso le anime purganti ed il raccomandarle a Dio, perché le consoli e le introduca nella sua gloria, ci è di grande profitto. Queste anime benedette sono sue spose per tutta l’eternità; esse saranno generosamente riconoscenti verso coloro che loro ottengono la liberazione».
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