Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

CAPO V
CATECHISMO1

1° Abbiamo veduto più sopra come la predicazione sia la parte più essenziale del ministero sacerdotale ed ora veniamo a quello che è più delicato, più utile, più importante nella predicazione: il catechismo. È più delicato, perché più delicate sono le anime che ad esso si presentano: più utile, perché maggiormente possiamo riuscire: più importante, poiché il bambino d'oggi è l'uomo, il cristiano, il cittadino di domani. Se buono è il bambino d'oggi possiamo sperare d'avere domani dei bravi uomini, dei cristiani praticanti, dei cittadini onesti; ma se il bambino d'oggi è caparbio, insolente, ignorante in religione, domani avremo degli uomini senza coscienza, dei cristiani che di cristiano non avranno che il battesimo; avremo dei cittadini disonesti e vergogna della società.
D'altra parte ad un sacerdote deve bastare la parola del vicario di Gesù Cristo, del Papa: ora una delle cose compiute nel suo pontificato da Pio X, quell'uomo così pratico, fu l'enciclica sul catechismo.2
Il catechismo poi è un'opera cui nessuno può rifiutare la mano sua, poiché anche l'ultimo prete può farlo: è un'opera gradita ai genitori, i quali sono ben contenti di vedere amati i loro piccoli e cari figliuoli: lungi dal gettare divisioni o attirare odiosità, concilia e porta in chiesa il popolo stesso.
281
Lo si dice spesso: sugli adulti, ormai abituati nel loro indifferentismo, o, peggio, nutriti d'odio contro la religione e il sacerdote, non si può sperare molto. Ma da queste pianticelle, che ancora non hanno presa la loro piega abbiamo ragione di riprometterci assai. Certo che non è lavoro che soddisfi l'ambizione: chi non sa sacrificare tempo, borsa, comodità, pace, non può quasi neppure cominciare...: ma bisogna chiedere a Gesù Cristo quella carità, onde avvampava il suo Cuore per i fanciulli, quell'amorevolezza, onde accoglieva i piccoli, anche i più importuni, li accarezzava, li abbracciava, li benediceva.
2° Discendiamo alla pratica. Vediamo il catechismo nelle parrocchie ordinarie, poi il catechismo negli oratori festivi: e prima alcune cose generali.
Cose generali.
a) È d'uopo amare i giovani: chi non ama non sa trovare i mezzi e neppure sa attirarsi i ragazzi. Solo chi ama vi pensa sovente e nel pensarvi spesso sta precisamente il segreto della riuscita: solo chi ama sa imporsi sacrifizi e l'opere tutte ne esigono molti: solo chi ama è amato, poiché come l'ape vola al fiore, la mosca al miele, così il cuore si slancia verso chi l'ama. Perché i bambini sono così attaccati alla mamma? perché lei ama. Perché Don Bosco era l'idolo della gioventù? perché egli amava. Chiediamo a Dio che ci aumenti tale amore, che fondamentalmente deve già essere parte di nostra vocazione.
b) Usare tutti i mezzi perché la popolazione e più i genitori e i fanciulli diano la massima importanza al catechismo. Tra i mezzi vi sono: parlarne spesso e con zelo dal pulpito, in prediche e in avvisi; suscitare entusiasmo con feste e gare catechistiche, cui
282
assistano i genitori; far toccare con mano l'utilità del catechismo, rendendo i giovani più obbedienti, più rispettosi, più laboriosi, cercando non solo di istruirli, ma anche di educarli e di attirarli ai SS. Sacramenti; insegnare il modo con cui la popolazione e specialmente i genitori possono coadiuvarlo materialmente e moralmente; spiegando spesso come sia organizzato il catechismo e la parte che tocca a ciascuno; lodando chi vi si presta; facendo poi vedere che l'obbligo principale nell'istruzione pesa sopra i genitori: il loro è dovere naturale, quello del sacerdote di libera elezione.
c) È necessario essere umili: i superbi disgustano tutti: l'umiltà insegna ad essere diffidenti [di sé], insegna a chiedere consiglio, a tenere conto di tutte le osservazioni altrui.
Spesso vi sono sacerdoti che si lamentano d'essere lasciati soli, di non aver cooperatori nel portare il peso, di trovare anzi freddezze, contraddizioni o peggio...: non tutte le volte, ma sovente si potrebbero invitare a fare un po' d'esame di coscienza: il deserto attorno è formato da una certa segreta superbia, che non soffre osservazioni, non accetta opinioni, tutto vorrebbe vedere piegarsi innanzi al proprio volere. Il mondo si domina senza pretendere di dominarlo... Questo è sempre vero, ma specialmente parlando del presente argomento.
d) Mettere in pratica tutte le industrie per attirare i giovani. La carità ne suggerirà molte: ma in ogni parrocchia che si visita osserviamo, domandiamo come si fa, quali industrie si usino; ne avremo un buon repertorio. Non ogni metodo è adatto ad ogni sacerdote e ad ogni luogo: ma se non riesce uno, ricorreremo ad un secondo: fallito anche il secondo, ne proveremo
283
un terzo, un quarto, ecc., finché avremo trovata la nostra via. Che se col tempo ancora quest'ultimo riuscirà inefficace, non ci rincresca pigliarne un altro. Se le novità piacciono a tutti, per i giovani sono necessarie: per essi la monotonia è il peggiore dei difetti.
Ricordiamo però che anche nello stesso metodo si può mettere sempre qualche novità piacevole. Ma qui è bene notare un difetto che proviene da mancanza di discrezione: pretendere l'ottimo. Pretendere l'ottimo! cioè che vengano sempre tutti: ciò è impossibile. Tutti devono venire la massima parte delle volte, ma non tutti ogni volta.
Pretendere l'ottimo, esigendo che i fanciulli siano e operino come uomini maturi e non volendo soffrire quella spensieratezza e quella vivacità che sono difetti d'età. Irritarsi perché qualcosa fu rotto, non permettere che schiamazzino prima e dopo la lezione catechistica, volerli sempre così seri come adulti, pretendere che stiano attenti a lunghe meditazioni astratte, cui sbadigliano gli stessi vecchi, ecc., sono tutte indiscrezioni. L'ottimo è nemico del bene. S. Filippo diceva: Purché i giovani non facciano peccati e poi io soffrirei che mi spaccassero la legna sulle spalle.3 E Don Bosco faceva di tutto per divertire i suoi fanciulli.
Mezzi per attirarli sono: procurare divertimenti prima e dopo il catechismo: promettere premi o regali: una buona e semplice organizzazione del catechismo: fare bene la lezione alle diverse classi.
284
METODI PER LE PREMIAZIONI

Principio: non è quanto si dà che giova alla buona causa: è il modo con cui si dà; è la suggestione e l'attrattiva santa che con essa si esercitano, e l'effetto ottenuto che si devono considerare. Vi hanno zelanti sacerdoti che con un nonnulla suggestionano i ragazzi, perché sanno presentarlo, sanno attribuirvi e dar risalto al valore morale d'esso, sanno con un certo apparato esterno stuzzicare tutte le voglie e le ambizioni dei figli e dei parenti loro. Altri invece con spese relativamente gravi, con premi di un valore intrinseco considerevole ottengono uno scarsissimo effetto. Ho veduto persino dei ragazzi che parevano dover vincere il rispetto umano e far carità al parroco nell'accostarsi a lui per ricevere il premio del catechismo. Gran cosa è dunque il metodo nelle premiazioni.
Premiazioni particolari. - Vi hanno parroci che sogliono estrarre a sorte tra i fanciulli più distinti per studio, frequenza e condotta, ogni domenica o giorno di catechismo, qualche piccola cosa: immagini, dolci, frutta, biglietti per l'ingresso al cinematografo, buoni per acquisti minuti, ecc. Altri preferiscono tale estrazione una volta nel mese, nelle feste principali, soltanto fuori quaresima, oppure ogni volta, ma in una sola classe per turno. Tutti questi appoggiano la loro pratica alla massima che il premio immediato, benché piccolo, esercita sugli alunni più attrattiva che non uno lontano, ancorché prezioso. Anche in queste premiazioni particolari, avvertenza essenzialissima si è di dar la massima importanza al premio. La si otterrà se si avrà cura di spiegare il motivo di esso, se sarà accompagnato da una meritata (mai esagerata) lode,
285
se lo si darà, non clandestinamente, ma in pubblico. Ed a questo riguardo in alcuni luoghi ha fatto buona prova l'uso di estrarli e distribuirli nella stessa chiesa immediatamente prima o dopo le funzioni, in modo che la popolazione e gli stessi parenti dei premiati possano essere testimoni.
Premiazioni generali. - Si tengano o no le premiazioni particolari, è sempre necessario che nell'anno si abbia una premiazione solenne e generale. Ordinariamente per essa si sceglie quel tempo, in cui è possibile maggior solennità e maggior bisogno si ha di scuotere la naturale indifferenza dei giovani e dei genitori.
Ma qui, quanti metodi! Si può dare ogni volta ai giovani di merito un biglietto che ne indichi la presenza, lo studio, la condotta: ad evitare che si moltiplichino di troppo, si avrà cura di sostituirli a suo tempo con altri del valore di 10, 50, 100. Si può distribuire un libretto personale, su cui si imprimeranno dei bolli: si possono consegnare ogni volta tre biglietti: uno per lo studio, il secondo per la condotta, il terzo per la presenza, ovvero un biglietto solo, ma col valore di uno, cinque, dieci, secondo il merito. Alcuni si servono del solo voto che ogni catechista nota sul proprio registro: mentre altri, meglio, dànno biglietti per controllo dei genitori, e tengono nota del numero d'essi, per evitare piccole truffe per parte del giovani. In qualche luogo si assegna a ciascun giovane un numero, poi, ogni volta, si incolla su apposito cartoncino un bollo portante lo stesso numero. - In ogni caso: è ovvio che la somma dei bolli, dei biglietti o dei voti formerà il criterio per la designazione dei premi.
L'esecuzione stessa della premiazione può pure variare assai. Si può fissare a ciascuno un premio
286
determinato: ma è un metodo che dà campo a tante critiche e disgusti. Si può fare un'esposizione dei premi; i ragazzi vengono chiamati per ordine dei voti a scegliere il preferito; è cosa più lunga, ma soddisfa meglio. Si può tenere una specie di pubblico incanto: esposti i premi, vengono indicati successivamente ed assegnati ai maggiori offerenti: chi ha maggior numero di biglietti o voti potrà crescere l'offerta sino ad escludere ogni concorrenza. In ultimo vi hanno taluni che praticano come una specie di vendita: ogni oggetto porta un numero rappresentante il valore, i fanciulli comperano secondo possiedono di voti o biglietti. In questi casi è una viva soddisfazione morale pei genitori e più per le madri poter accompagnare i figli nel scegliere il premio.
Si noti però in qualsiasi metodo, pel miglior esito: che ogni giovane abbia un qualche piccolo premio e che questo ottenga l'effetto voluto: di invogliare allo studio del catechismo i giovani e di persuadere i genitori che tale studio è la scienza più utile ai loro figli.
Per questo importa assai di dar risalto al valore, almeno morale, dei premi. Si distribuiscano perciò sempre in pubblico: né solo innanzi ai ragazzi tutti, ma, possibilmente, anche innanzi alla popolazione. Si prepari una festa solenne; si cerchi un locale ampio e comodo, che potrebbe anche essere la chiesa; si dia un preannunzio assai prima e ripetutamente ai giovani; si faccia l'esposizione pubblica dei premi alcun tempo innanzi: si invitino tutti i giovani, i genitori, i maestri, sacerdoti, anche delle parrocchie limitrofe, autorità locali: almeno i primi premiati abbiano [un] luogo ben distinto: si procuri un discorsino
287
facile e brevissimo: si abbia canto e suono convenienti: non vi sia una mal intesa economia nell'adornare: si abbondi in lodi (senza eccedere) per i giovani e per quanti cooperano all'istruzione catechistica.
Molti fecero osservare che sarebbe un ottimo premio condurre i più diligenti a qualche viaggio di piacere, ovvero a visitare qualche santuario celebre e lontano. Certo è cosa buona, ma non scevra di inconvenienti, quando non si sapesse scegliere convenientemente i giovani; ovvero il viaggio presentasse qualche pericolo. Premi invece più comunemente dati sono passeggiate di alcune ore od anche di un'intera giornata: passeggiate che si potranno rallegrare con musica, canto, funzione speciale, visita a qualche monumento o vicino santuario, rappresentazione ginnastica o cinematografica.
Come sostenere le spese di tali premiazioni? - I più, è vero, lasciano perire anche la miglior idea di opere di zelo, pensando ai mezzi. Ma non è vero, dice qui un autore di grandi meriti, che quanto più spesso viene a mancare sia il denaro: difettano per lo più le persone di grande spirito che sappiano trovarlo. Un sacerdote ben compreso dell'alto ministero di catechizzare, avrà lo spirito dei santi, rimettendo qualcosa del suo: si rivolgerà a persone buone mostrando che quest'opera supera in valore molte altre elemosine: ricorderà al popolo di far una qualche offerta per riconoscenza al Signore di un abbondante raccolto, di un buon guadagno nei traffici: mostrerà ai genitori che quanto gli verrà dato tornerà a vantaggio ed onore dei figli loro. In alcune parrocchie si usa porre in chiesa una cassettina speciale con la scritta: elemosina pel catechismo; in altre i giovanetti stessi
288
diedero qualche piccola rappresentazione nel teatrino, promossero una lotteria, fecero una colletta.
Sarà davvero impossibile trovare denaro? La premiazione si ridurrà allora a proporzioni più modeste: forse basterà una passeggiata con visita e Comunione ad una qualche chiesa ed un po' di colazione che i fanciulli non mancheranno di portare da casa. Ciò che importa si è di non smarrirsi d'animo: di continuare a far bene, senza ostentazione. Le opere parleranno di per sé abbastanza eloquentemente innanzi al popolo: e Dio ed il popolo non saranno insensibili a chi lavora con spirito di abnegazione: il denaro verrà quanto e quando Dio vedrà opportuno: ma verrà di certo.
Degno di nota è quanto si pratica in una parrocchia ove il catechismo è ben studiato. Si dànno i biglietti: ma presso a poco in questo modo: un biglietto N. 2 per la presenza, un altro N. 3 per la buona condotta, un terzo N. 2 per lo studio, un quarto N. 3 se portano il libro a Messa e leggono durante la medesima, un quinto N. 5 ogni volta che si confessano. Tutti questi numeri entrano nella somma finale e quindi decidono sulla premiazione.

FAR BENE IL CATECHISMO4

Essenziale cosa per il catechismo è farlo così da riuscire ad istruire e nello stesso tempo educare. L'istruzione esige che i fanciulli imparino le risposte e di più le capiscano quanto può comportare l'età loro e la materia del catechismo. L'educazione esige che siano poco per volta abituati a fare ciò che hanno imparato: abituati a pregare, a frequentare i SS. Sacramenti, ad essere divoti a Maria SS., ad obbedire, a fuggire i cattivi compagni, ecc.
289
Come si istruisce? Organizzando bene il catechismo. Anzitutto è necessario che a capo del catechismo sia il parroco, o colui che ne tiene le veci. L'uso di affidare ad un altro sacerdote tutta la cura del catechismo è un vero abuso. È il parroco il vero responsabile innanzi a Dio: che se il parroco non si cura del suo dovere principale, come potrà chiamarsi parroco? Il parroco potrà far eseguire in grandissima parte il lavoro materiale del catechismo: ma l'anima, il capo, il vero regolatore è lui. Non è suo ufficio principale la cura del beneficio, né di predicare ovunque lo possono richiedere, né di accudire poche persone pie: ma sì, ripeto, il catechismo. E nessuno può togliergli tal diritto e dovere. Egli poi penserà al locale di cui può disporre, al personale di cui può servirsi, al numero dei suoi fanciulli. Avendo attenzione a queste tre cose egli stabilirà: 1° l'orario, che ha da essere il più comodo per gli altri, specialmente pei ragazzi, non per sé; 2° il numero e divisione delle classi: numero e divisione che possono essere variissimi: avendo anche cura di affidarle ai suoi aiutanti in modo da non suscitare gelosie e non dar a sospettare parzialità; 3° la materia che ciascuna classe deve imparare: notando di essere molto chiaro su questo punto, poiché è cosa di importanza e facilmente si è fraintesi.
È utile fare anche una qualche divisione delle domande almeno in quattro categorie: quelle che si devono sapere assolutamente da tutti, come necessarie di mezzo o precetto, da farsi ripetere spesso anche dai giovani più grandicelli; quelle che si devono sapere da chi ha da ricevere Cresima, Penitenza, Eucarestia; quelle che si devono studiare solo più tardi; quelle che basta spiegarle. A distinguerle si possono mettere
290
accanto a ciascuna dei segni convenzionali, per es. una croce, una lineetta, una parentesi, ecc.
Oggi, venendo in uso la vera scuola di catechismo,5 colle sue cinque o quattro classi, col suo orario, coi suoi esami, ecc. la divisione dovrà farsi secondo le classi; notando bene che ogni classe deve abbracciare tutta la scienza della religione, certamente però con estensione e profondità diverse.
Fatte tutte queste cose, il parroco spiegherà ben chiaro, prima ai suoi catechisti, poi ai ragazzi, il modo da tenersi nelle votazioni e come queste regoleranno l'assegnamento dei premi: poi darà ai catechisti o ai fanciulli, secondo il metodo suo, ciò che è necessario: bolli, libretti, registri, ecc... È molto importante che il parroco non faccia ordinariamente ad una classe speciale il catechismo: il suo ufficio è di sorvegliare sugli alunni e sui catechisti; è di portarsi a tempo nelle classi a dare gli avvisi opportuni e infliggere i castighi straordinari; parlare coi parenti, rendersi conto del profitto d'ogni classe, non solo osservando i registri, ma coll'interrogare e col chiedere spiegazioni direttamente nelle classi; col fare tutte quelle cose che crederà opportune.
Ma qui occorre di avvertire una cosa di massima importanza: il parroco deve sorvegliare i catechisti, ma non deve privarli d'una giusta libertà. Solo questa è capace di far sentire ad essi l'altezza del loro ufficio, mostrare la responsabilità, svolgere le buone attività, suscitare l'entusiasmo santo per la buona causa. Perciò egli mostrerà in essi molta fiducia: non spiandoli in tutti i loro movimenti e in tutte le loro parole: non pretendendo che ciascuno faccia come egli farebbe in tutte le minime cose: mostrando anzi
291
d'amarli e d'apprezzarli, specialmente innanzi ai giovani. La stessa sua sorveglianza deve esercitarsi possibilmente in modo che sia ben poco o niente avvertita: se occorreranno correzioni le farà in privato, non tralasciando mai la buona parola che lodi il bene e conforti a togliere il male: se poi non crede che la persona ne sia capace, con calma e a tempo opportuno cercherà di sostituirla. In tutto si ricordi che fanno assai meglio gli incoraggiamenti e le lodi moderate, che non i rimproveri amari e rimbrotti grossolani. Chi ci aiuta non merita tal ricompensa: e certe osservazioni senza garbo fanno male anche a chi sembra riceverle bene, almeno il più spesso.
E con questo sarà utile notare che ai catechisti gioverà dare qualche attestato di riconoscenza: forse basterà un libro, un crocifisso, una statua alquanto più bella che ai fanciulli: forse basterà un pranzo (se la prudenza lo permette). Ma ciò che più importa è forse un piccolo viaggetto o meglio un pellegrinaggio, lodarne l'opera qualche volta innanzi al popolo e ai ragazzi, specialmente nell'occasione delle premiazioni.
Detta l'organizzazione, veniamo al modo pratico di fare il catechismo nella classe. Il catechismo è il latte del cristiano: è necessario porgerlo in modo adatto ai fanciulli: e ciò esige che si premetta una buona preparazione e si osservino almeno le più elementari regole di pedagogia.
Quanto alla preparazione: è una cosa che fa veramente pena vedere la leggerezza con cui molti si dispongono a far catechismo: la si stima una cosa da nulla: vi si va senza ancora sapere quali cose si diranno, quali domande si faranno... E poi vi sarà a stupire se non impareranno i ragazzi? Se non vi daranno
292
importanza? Se non presteranno attenzione? Invece di lamentarci d'essi, gioverebbe assai più fare un po' d'esame di coscienza. La preparazione è l'indice quasi sicuro di buona riuscita.
Quanto alle regole di pedagogia, eccone alcune ricavate dalla Guida pratica per l'insegnamento del catechismo.6
Per l'ingresso: Il catechista procuri di trovarsi sul posto della lezione prima che giungano gli allievi; procuri posto per tutti; lo dia e non lo lasci scegliere, perché si metterebbero vicino i più disturbatori; lo cangi se fa d'uopo; abbia tutti gli scuolari in faccia in modo da poterli sempre osservare tutti; li tenga d'occhio; non abbandoni la classe; rimuova ogni causa di distrazione; non si metta presso la porta d'ingresso; il catechista sia sempre dignitoso, ma affabile; sia ben messo, non scherzi; non dia ordini mentre si va, o si viene, o si fa rumore.
Prima di incominciare catechismo: Essere puntuali all'orario; non incominciare la preghiera se non sono tutti attenti ed in silenzio; così non dà principio alla lezione se non sono tutti in calma; lo scuolaro deve persuadersi che il catechista non spiega né interroga se non vi è silenzio; non strepitare per mettere la calma; non far minacce, né promesse che non si possono effettuare; non cercar d'ottenere la disciplina con regalucci distribuiti durante la lezione, poiché questo disturberebbe e sarebbe cosa per lo più infruttuosa; giova non strepitare contro i negligenti e rilevare la nobiltà della condotta dei buoni; giova talora notare i turbolenti in silenzio e con aria misteriosa; non far accuse od invettive generali, né cominciare la lezione con una sgridata; se questa fosse necessaria,
293
farla con dignità e calma; non ispendere troppe forze nel parlare e nel rimproverare, quando si potrebbe ottenere l'effetto usandone meno; prudenza nel riferire di loro in loro presenza; cercare di guadagnarsene l'affezione; non usare tanto di rimproveri e castighi; studiare l'indole dei disturbatori e cercare di cattivarseli e calmarli con industrie; i superbi spesso si curano meglio fingendo di non curarsene, gli spiritosetti ed insolenti fingendo di non sentirli, né capirli e mostrando all'uopo dignità e fermezza.
Nel corso della lezione: si tenga il testo in mano: ma possibilmente si sappia a memoria: non indispettirsi se qualcuno non sa la lezione: eccitare l'emulazione: ai superbi far poche domande: lasciare che desiderino d'essere interrogati e in tal caso far loro domande difficili, dando loro occasione di sbagliare, senza però deriderli, ma correggendoli con la massima indifferenza come si trattasse di allievi ordinarii: ai timidi rivolgere domande facili, incoraggiando, rilevando il buono della risposta e correggendo il resto; interrogare possibilmente tutti, ma specialmente i distratti ed i più tardi; le sottodomande siano fatte in modo da eccitare la curiosità; togliere tosto la parola a chi si prevede che dirà delle ridicolaggini; volendo spiegare qualcosa non citar mai casi od esempi grossolani: non far domande che suppongano un principio falso: per es. quale è l'ottavo Sacramento? Non rimproverare mai la loro ignoranza; non impazientirsi al vedere che non ci hanno capiti; durante la lezione non citare fatti od esempi molto lunghi; non narrarne di stravaganti: ma preferire quelli della S. Scrittura, della Storia ecclesiastica, delle vite dei santi più noti: non tralasciare mai il riepilogo della lezione e la
294
risoluzione pratica. Chi vuol riuscire buon catechista non trascuri nulla dei fatti uditi o letti e degli altri mezzi che gli possono giovare.
Dopo lezione. Si reciti la preghiera bene, come in principio, e l'uscita sia ordinata. Il catechismo porterà tanto frutto quanto verrà fecondato dalla preghiera e dalla mortificazione: non si cessi quindi mai di raccomandare a Dio i proprii scuolari specialmente i più vivaci e disattenti.
Ora credo bene aggiungere: una grande industria è quella di saper fare le domande e le sottodomande in modo da riuscire una spiegazione chiara, perché hanno da rispondere i ragazzi stessi; una spiegazione curiosa, perché fatta sotto forma di dialogo: una spiegazione facile a ricordarsi, perché viva, che interessa assai l'amor proprio degli allievi. In queste sottodomande conviene abbondare: ma devono esprimersi in parole chiare, con la massima brevità; in se stesse poi devono adattarsi alla capacità dei ragazzi, devono essere graduate, variate, suggestive, ben collegate. È uscito da poco un testo di catechismo che offre bellissime applicazioni di tale metodo: dopo ciascuna risposta ha varie di queste sottodomande. È: Il Catechista dei fanciulli elaborato a mente dei voti del Congresso Catechistico di Milano7 (Libreria del S. Cuore, Torino - L. 3).

ALCUNI SUSSIDÎ AL CATECHISTA8

La scienza per sé è cosa buona: noi sacerdoti non dobbiamo mai dimostrarci nemici del vero progresso, quantunque non dobbiamo correre presso a tutte le novità, che non hanno ancora data seria prova.
ra è certo che buona prova ha già fatto il metodo oggettivo, che attira di molto l'attenzione dei giovani
295
e fa ricordare quelle verità che di per sé sarebbero molto facili a dimenticarsi. Trattandosi di catechismo non ci è possibile usare tale metodo come l'usa il fisico per spiegare la macchina pneumatica: pure ne possiamo approfittare in qualche modo.
Un catechista potrebbe per es. far comperare ai suoi allievi un testo di catechismo illustrato, come sarebbe per es. Il piccolo o il grande catechismo illustrato9 (L. 0,10 - L. 0,40: Società Buona Stampa, Torino).
Potrebbe anche tenere presso di sé una raccolta di immagini o cartoline, rappresentanti i misteri principali della religione, la vita di G. Cristo, di Maria SS., i SS. Sacramenti, i novissimi, ecc. Chi la desidera non avrà a spendere molto per farne poco alla volta una discreta raccolta. Ove fosse possibile, sarebbe ancora meglio avere carte murali, che rappresentino più in grande ciò che le immagini hanno in piccolo; si potrebbe anche ricorrere alla lavagna per una spiegazione più chiara e più viva.
Ottimo poi sarebbe il catechismo fatto con proiezioni. Ma per esso è necessario osservare che non deve essere così frequente da diventare una cosa ordinaria: non otterrebbe più lo scopo. Di più: è necessario che prima o dopo di esso si faccia nelle classi la recita, poiché esso serve solo come spiegazione. Meglio sarebbe darlo piuttosto di rado e come premio.
Nello spiegare ciascun quadro pare conveniente procedere con questo ordine: prima dire che cosa rappresenti, poi che cosa facciano le cose e le persone di esso, in fine qualche brevissima applicazione morale.
Come educare col catechismo. Il catechismo non è, come tante altre scienze che si imparano, non è
296
qualcosa che debba fermarsi nella mente soltanto: ma deve estendersi alla volontà, discendere al cuore e informare i sentimenti, i desideri, le opere, la vita dell'uomo. Questo è l'educazione: abituare a compiere azioni buone. Il cristianesimo non è solo pensiero, è una vita; ora la vita risulta di pensiero e di azione. Ma quali i mezzi? Ciò che si è detto sopra riguardo al modo d'istruire è già di per sé eminentemente educativo: sarà però utile aggiungere alcune poche cose:
Il catechista sia un modello di vita buona, pia, regolata. I ragazzi sono assai perspicaci: sanno molto bene distinguere chi sente e pratica ciò che insegna, da chi né lo sente, né lo pratica. Il parroco abbia somma cura nella scelta dei suoi aiutanti.
Durante il catechismo si applichi alla vita pratica quanto si spiega. Lo si applichi correggendo gli sbagli, per es. se entrano male in chiesa, se rissano, se non studiano o non stanno attenti, se sono superbi, ecc.: e qui lo si applichi portando le ragioni che ci dà la fede. Lo si applichi ancora insegnando come si pratica ciò che hanno studiato nel catechismo: per es. come e quando devono pregare, come devono assistere alla S. Messa, con quale orrore devono fuggire i compagni cattivi, la bestemmia, la disonestà; lo si applichi insistendo, perché s'accostino ai SS. Sacramenti, vi si accostino bene, vi si accostino spesso.
Verso il termine della lezione catechistica con una considerazione viva e breve, con un fatto, con un aneddoto si inculchi la pratica della cosa principale insegnata; si faccia compiere un proposito; si lasci un ricordo pratico. In questo però ricordiamo che il fanciullo è capace di poche cose: perciò una
297
risoluzione pratica sola è sufficiente. Non pretendere troppo è un gran segreto.
Dopo la lezione sarebbe molto utile, per quanto è possibile, tenerli d'occhio, per studiarne il carattere, le buone qualità e poi servirsi di tali cognizioni secondo il bisogno.
Tutto questo esige sacrifici; ma facciamo coraggio, la sorte dell'operaio del Signore è così descritta nei salmi: Euntes ibant et flebant mittentes semina sua, venientes autem venient cum exultatione portantes manipulos suos.10
Autori che possono tornar utili al catechista:11
Mons. BERSANI, Catechismo spiegato ai fanciulli per via d'esempi e di similitudini.12
GAUME, Il catechismo di perseveranza, con le bellissime aggiunte e note del Dott. Morandi, 8 vol. L. 16.
- Compendio del catechismo di perseveranza. L. 1,20.
GUILLOIS, Spiegazione dogmatica, morale, liturgica e canonica del catechismo.
BOGGIO, Magister Parvulorum: Spiegazione del Catechismo Grande, L. 2,80.
- Piccolo coi Piccoli: id. pel Catechismo Piccolo, L. 1,25.
DIANDA, Il Catechismo di Pio X spiegato al popolo sulle norme del Catechismo Tridentino, 6 vol. L. 18.
Mons. ROSSI, Guida del catechista.13
PERARDI, Manuale del catechista cattolico.
SCHMITT, Il piccolo catechismo spiegato.
SCHOUPPE, Istruzione religiosa per esempi.
SEGNERI, Fiori d'esempi e paragoni tratti dal Cristiano istruito.
SPIRAGO, Raccolta di esempi: 2 vol. in-16.
- Catechismo popolare cattolico, 3 volumi.
- Catechismo della gioventù.
298
ZACCARIA, Tesoro di racconti.
Giardino del catechista: prontuario d'esempi.
14
Il catechista istruito nei doveri del suo ministero.
15
DELLA-VALLE, Metodo da tenersi nell'insegnare.
Guida pratica nell'insegnamento del catechismo.
Fede mia e vita mia,
16 vol. 6.
In alto i cuori!,
17 vol. 4.
Gesù e i fanciulli,
18 vol. 3.
Presso il Cav. Marietti e presso le Librerie Cattoliche.

NB. Per far acquisto di macchine per proiezioni o di diapositive rivolgersi
1° Alla società Unitas di Torino.
2° Alla direzione della Scuola italiana moderna, Brescia.

CATECHISMO NELLA CHIESA
O SCUOLA PARROCCHIALE DI CATECHISMO

Mons. Swoboda, professore all'Università di Vienna di Teologia Pastorale, ebbe dal suo governo un sussidio considerevole per portarsi in tutte le città principali dell'Europa per studiare lo stato della cura d'anime. Egli loda molto tale cura come è organizzata in Italia:19 ma tra gli inconvenienti più gravi, rileva specialmente il catechismo a tante classi, sparse per le chiese. Qui, in un locale tanto vasto, vi sono mille cause di distrazione ai ragazzi e persino ai catechisti: qui le classi col necessario vociare si disturbano a vicenda: qui il maestro non può valersi di molti mezzi di disciplina possibili in una camera chiusa: qui nella confusione, impossibile ad evitarsi del tutto, i
299
ragazzi perdono la stima dell'insegnamento più grande, vedendolo estremamente posto al disotto d'ogni altra disciplina: qui la fatica è doppia, tripla, ecc., e l'effetto molto scarso. Tutte queste cose sono ben capite da chi ha provato e può fare il confronto tra tale catechismo e quello fatto in luogo chiuso.
Perciò è molto opportuno l'indirizzo che si va prendendo oggi da molti zelanti sacerdoti: la fondazione degli oratori e delle scuole parrocchiali.
Intanto che s'aspetta che tutti ne abbiano capito la necessità e siano passati all'opera, notiamo alcune cose pratiche per evitare il maggior numero possibile di inconvenienti al catechismo in chiesa.
a) Si abbiano in chiesa il minor numero possibile di classi. In ogni chiesa vi ha la sacrestia e qualche stanzino, che serve come di ripostiglio, o per le Figlie di Maria,20 o pei Luigini.21 Possibilmente si ponga là qualche classe. In molte parrocchie si ha un locale che serve pel Circolo, per la Cassa rurale, per il comitato: anche questo locale spesso potrebbe servire a diradare le classi in chiesa.
b) Anche allorquando si tiene il catechismo in chiesa giova far in modo che i fanciulli possano divertirsi un poco fuori: ciò serve ad attirarli e ad attendere che il maggior numero si raduni. È cattivo sistema quello di lasciarli entrare in classe man mano che giungono, e là far attendere l'arrivo degli altri: si dissipano, perdono la stima e il rispetto al catechismo e: addio disciplina! Quasi ovunque la chiesa ha un piazzale o almeno una via larga innanzi o accanto: e perché qualche volta il parroco non potrebbe anche concedere ai ragazzi il proprio cortile? È un sacrificio ed anche una soggezione: ma lo ricompenseranno
300
l'affetto dei piccoli, la soddisfazione dell'opera buona, il merito pel cielo. Gesù sapeva bene sopportare l'importunità dei fanciulli.
c) In chiesa poi, per quanto è possibile, si esiga che tutti i ragazzi e catechisti preghino e parlino sottovoce.
d) L'entrata, lo stare durante la lezione, l'uscita siano regolate secondo la santità del luogo.
Cioè l'entrata sia divota: si prenda l'acqua benedetta, si faccia la genuflessione, ciascuno si inginocchi innanzi il SS. Sacramento, dica un Pater ed Ave od almeno qualche giaculatoria, poi con passo grave si porti al proprio posto nella classe. Durante la lezione si stia ben composti, e molto bene sarebbe pure tenere il catechismo tra le mani, o le braccia conserte. L'uscita sia fatta in fila; a due a due si faccia la genuflessione ed il segno di croce, nessuno corra. Si dirà che queste cose sono ben difficili, ma se il catechista si metterà di piè fermo le otterrà: ed esse saranno la scorza che conserverà il midollo.
Ho veduto dei catechisti essere rigorosi in tali cose, pretenderle ad ogni costo: la loro classe diveniva un modello d'ordine e d'attenzione.
Noi ci lamentiamo che il catechismo non va; ma poniamo mente: i maestri elementari studiano tre anni ed eseguiscono con ogni attenzione le regole pedagogiche. E noi che facciamo? Quanto gioverebbe se un sacerdote, giunto al fine dei suoi studi, leggesse un trattato di pedagogia! Cito tra i migliori:22
KRIEG, Catechetica.
BOGGIO, Catechismo e pedagogia.
SPIRAGO, Metodica speciale dell'insegnamento religioso cattolico.
301
VECCHIA, Pedagogia.
D'ISSENGARD, Breve cenno di catechetica.
N. N., Guida pratica all'insegnamento del catechismo.
Quanto gioverebbe leggere il periodico: Il Catechista cattolico!23

ORATORIO24

Attualmente il catechismo nelle scuole in Italia dalla malizia dei tempi è ridotto a ben misera condizione. Lo scopo della massoneria però è di andar più innanzi e di abolirlo del tutto, come pure di scancellare dalla terra ogni resto di cristianesimo. A noi s'impone il dovere di valerci attualmente degli ultimi resti di libertà lasciatici da quel guazzabuglio di leggi e di regolamenti che ci opprime: ma questo si vedrà parlando dell'azione cattolica. Per ora notiamo solo alcune cose che possono riguardare gli oratori.
Come formare un oratorio? È un problema che spaventa i più: ma ricordiamo il metodo di D. Bosco e del Cottolengo: incominciarono da un pezzo di prato, da una stanza, da una tettoia, da una stalla, le loro opere. Così noi abbiamo a cominciare dal poco: abbiamo a fare oggi quanto è possibile: domani aggiungeremo qualcosa: il granellino colla benedizione di Dio e collo spirito di sacrifizio crescerà in albero gigantesco. Nessun metodo è peggiore in tali cose del metodo apriorista: pretendere d'aver subito un palazzo, un grande e comodo cortile, un personale perfetto, regole ben definite. Questo metodo ha mille inconvenienti: espone a spese immense e spesso senza vantaggio relativo: allontana i benefattori, fa insuperbire. Seguiamo il metodo positivo: fare ciò che è possibile, aggiungere man mano quanto suggeriranno le circostanze.
302
Ma non si dovrà avere in mente uno scopo grandioso? Sì: e, secondo questo, come D. Bosco, si cerchi un posto dove coll'andar del tempo sia possibile estendersi; anzi lo stesso locale che deve servire come oratorio si curi di farlo in modo che possa venir adibito a tante cose: per es. a scuole serali, forse un giorno a scuole confessionali, al circolo dei giovani, come casa del popolo.
Però altro è aver disegno grandioso e altro è eseguirlo.
Dunque in pratica? Formato nelle linee generali un disegno grandioso si dovrà aver cura di scegliere il luogo adatto. E qui è bene notare che possibilmente dovrebbe essere presso la parrocchia, sia per comodità del clero, sia perché lo spirito della Chiesa è che ogni organizzazione cattolica si formi come figlia e attorno all'organizzazione fondamentale nella Chiesa: e questa è la parrocchia.
Si comincia dalla costruzione di poche camere, fosse pure di una sola...; anzi dapprima può bastare una tettoia od un cortile, in cui poco per volta si costruirà un locale. Se ogni cinque anni si aggiungesse una camera, un parroco, celebrando le nozze d'argento, potrebbe avere un oratorio capace di cinque classi distinte... Che se si dovesse lasciare il compimento dell'opera al successore, che male vi sarebbe?
E qui non dimentichiamo mai che mostrandosi la necessità verrà naturale privarsi di qualche spesa libera: non mancheranno anche persone pie che offriranno qualcosa.
Che se pure l'opera non riuscisse, non si avrebbe mai la vergogna, né uno sciupìo grande di denaro. Ma tutto dà a sperare un esito felice.
303
Che se pure si avesse molto denaro a disposizione, non è buon metodo fare innalzare un edificio più grande di quanto se ne abbisogna: meglio crescere poco per volta, secondo il bisogno: del resto il Ven. Cottolengo diceva: I cavoli trapiantati diventano più grossi.
In Germania, accanto alla chiesa parrocchiale sorge la canonica e l'oratorio, che da principio spesso si costruisce in legno ad evitare spese. Il segretario nazionale per la scuola si propone come fine ultimo ottenere piena libertà d'insegnamento, sul sistema della scuola libera, per poter aprire scuole confessionali mantenute dai cattolici. Così è avvenuto nel Belgio, che precede di molto l'Italia in fatto di istruzione popolare: ma si è ottenuto con una lotta colossale durata circa cinquant'anni. Noi siamo ancora molto lontano da una simile vittoria: ma pure qui mirano i cattolici militanti, qui bisogna giungere se si vuol dare alla scuola quella giusta libertà che gode in molti stati, come sono la Germania, il Belgio, l'Inghilterra. Che se, trascorsi cinquant'anni, l'idea della libertà e l'idea cattolica avranno trionfato, noi avremo già dei locali molto adatti alla scuola.
Come organizzare l'oratorio? Non si parla di quando è in formazione: allora si fa come si può: sino al punto di tenere le classi del catechismo parte nell'oratorio e parte nella chiesa...; si parla invece dell'oratorio formato. Anche qui sarebbe sbagliato applicare un apriorismo assoluto: cioè voler prendere tutt'intero un metodo che altrove s'usa, avesse pure già fatto buona prova. Nei diversi luoghi gli uomini hanno qualcosa di comune e qualcosa di particolare: per ciò è bene studiare l'organizzazione di altri oratori, specialmente gli oratori Salesiani e dei Fratelli delle Scuole
304
cristiane, ma poi sarà pure importante introdurvi quelle particolarità che richiede il luogo.
E qui si devono subito notare alcune differenze tra oratorio e oratorio: vi sono oratori con programma minimo: loro scopo è radunare i giovani dai sei ai diciotto anni per trattenerli in onesti divertimenti, invogliarli allo studio del catechismo e della religione, per avviarli a buona vita cristiana e civile. I mezzi sono: catechismo in classe: breve istruzione comune: Messa, benedizione del SS. Sacramento: divertimenti e ricreazioni: musica, teatrino, biblioteca, cinematografo, in qualche raro luogo anche il Buffet.
Questo è l'oratorio che più s'impone attualmente.
Vi sono oratori con programma medio e massimo: questi vedremo più sotto.
Vi sono oratori parrocchiali: ma affidati ad una congregazione religiosa: allora il parroco deve lasciare ad essa una grande libertà: ma sapere tutto che si fa e tenersi nella più intima possibile relazione con la direzione e coi giovani. Il parroco insisterà dal lato suo presso i parenti perché mandino i ragazzi, li visiterà spesso nelle ricreazioni e più nelle classi: il direttore religioso poi da parte sua, pur dipendendo unicamente dai suoi superiori, deve cercare che i giovani abbiano realmente la necessaria assistenza ed istruzione religiosa, procurando di accordarsi, in tutto che non gli è vietato dalle sue costituzioni, col parroco. Solo a queste condizioni può esistere un tale oratorio: giacché il parroco deve essere l'anima di tutta l'azione pastorale della propria cura e la direzione religiosa ha bisogno per parte sua di una sufficiente libertà d'azione e di osservare le regole della propria congregazione.
305
Vi sono oratori interparrocchiali. Non vi è meglio un oratorio per ogni parrocchia, anche nei centri di due, tre, quattro, parrocchie? Questione spinosa: ma la risposta non è mia: bensì del congresso catechistico di Torino (1911):25 Teoricamente è migliore l'oratorio parrocchiale: praticamente migliore interparrocchiale. E i perché? perché si risparmia denaro, perché si risparmia personale, perché viribus unitis si può fare di più. Se invece dovessi dire il mio sentimento direi così: se questo oratorio interparrocchiale si affida ad un direttore (religioso o Sacerdote secolare, poco importa), che sia ugualmente dipendente da tutti i parroci e intanto provvisto della necessaria libertà, preferirei l'oratorio interparrocchiale. Che se invece o lo dirige un solo parroco, materialmente e moralmente, o lo dirige chi per esso solo... preferirei l'oratorio parrocchiale: ancorché non dovesse vivere di una vita così rigogliosa. Si fa appello al viribus unitis, ma spesso non si vedono le forze disunirsi appunto in causa dell'oratorio? Si dice che si potrà fare di più: ma non è vero che spesso i giovani finiscono coll'andare in nessun luogo?
Discendiamo ora all'organizzazione in particolare. Parlando di cose d'indole generale l'organizzazione potrà essere presso a poco quella della scuola parrocchiale di catechismo: solo che, avendo locali più adatti, potrà funzionare meglio. È però da notarsi che i fanciulli devono nelle ricreazioni:
a) essere sempre occupati, con ogni specie di giuochi adatti per essi: giacché i divertimenti sono una condizione sine qua non per gli oratori. Un discepolo di S. Filippo diceva del maestro: Egli ci faceva buoni col giuoco, col canto, col ballo. Si possono anche
306
insegnare giuochi nuovi, prendervi una parte moderata, stabilire gare, corse, ecc.
b) Tenerli continuamente d'occhio e vigilare anche quando si sottraggono dalla sorveglianza.
c) Usare ogni precauzione perché non succedano disgrazie, cercando di allontanare i pericoli.
Quanto allo spirito di pietà, che in essi si ha da infondere, si è già detto sopra, parlando dei giovani; riguardo all'avviarli alla vita sociale si vedrà in seguito, trattando dell'azione cattolica.

APPENDICE

Formazione dei catechisti e del personale dell'oratorio. Questa è una delle cure necessarie ad una buona direzione dell'oratorio ed anche solo pel catechismo in parrocchia: sia che si vogliano considerare le cose dal lato finanziario per risparmio di spese: sia che si vogliano riguardare le cose dal lato morale, perché chi si forma sul posto e sotto la direzione del parroco ne prende meglio lo spirito e vi si affeziona di più.
Con questo non si vuol dire che gli altri sacerdoti della parrocchia siano dispensati dal far catechismo: nessuno è scusato se non dall'impossibilità fisica o morale: se non vi sono ragioni di giustizia, vi è l'obbligo imposto dai sinodi quasi ovunque; vi è l'obbligo dal Papa espresso in queste parole: Non vi è per chiunque sia sacerdote né dovere più grave, né più stretto obbligo di questo (Enciclica sul Catechismo);26 vi è la dichiarazione del Vescovo nell'atto dell'ordinazione: sia la vostra dottrina medicina al popolo di Dio; vi è la natura stessa del sacerdote, che è d'essere
307
un apostolo della parola. Anzitutto dunque i primi catechisti il parroco li troverà nei sacerdoti: però abbia cura di invitarveli e di trattarli secondo merita chi è ministro di Dio.
Ma spesso occorre cercare e formare altri: vari sono i mezzi.
Se vi ha l'oratorio, si può in esso stabilire una classe dei più adulti che si dirà: scuola di religione, scuola di perfezionamento. Se non si ha l'oratorio, si può mettere il catechismo di perseveranza per le figlie e i giovani: in queste scuole si darà un'istruzione più larga: per es. si parlerà anche di storia sacra, di un po' di liturgia. I migliori di tali classi saranno i nostri catechisti.
Catechisti si possono trovare nelle associazioni cattoliche e meglio ancora tra le Figlie di Maria.27
Spesso vi sono nei paesi dei buoni uomini, vi sono delle ottime maestre, delle suore zelanti, pie signorine. È necessario invitarli: qualche volta lo desiderano segretamente.
Che se non si trovano o non vi è modo di avvisarli, si potrebbe fare una predica sul catechismo, mettendo in rilievo la sua importanza e rivolgendo un caldo appello allo zelo degli uditori: spesso le profferte supereranno l'aspettazione. Tra esse, scelte le persone più capaci, si penserà a formarle. E la formazione sarà duplice: religiosa e scientifica: la prima si compie dal confessionale, specialmente, avviandole ad una vita veramente cristiana ed esemplare. La seconda si può effettuare imprestando o regalando libri adatti per spiegazioni; di più, facendo loro qualche piccola conferenza in cui si spiegherà ciò che praticamente devono fare. Che se invece fossero già formate, basterà esporre
308
la propria organizzazione catechistica e dare qualche avviso pratico.
Gare catechistiche. Un parroco così scriveva: «Io ho rinunziato alla gara catechistica per questo motivo: m'accadeva quasi sempre di vedere prendere i primi premi da giovani piuttosto discoli, che non di rado mancavano al catechismo: perché dotati di buona memoria e franchezza, rispondevano con spigliatezza. Invece i migliori e più assidui, o perché più timidi, o perché di poca memoria, riportavano l'ultimo premio, od anche restavano senza». Un altro parroco all'incontro diceva: «Io ho esperimentato essere sommamente utile la gara pubblica, anche in chiesa, ove il popolo e i genitori siano testimoni della scienza dei giovani». Sembra di poter fare questa conclusione: la gara è utile, ma deve per essa assegnarsi un premio distinto da quello che si dà per studio-presenza-condotta nelle lezioni dell'anno catechistico.
Esami di catechismo. Sono utili gli esami? Alcuni li credono tanto importanti da stabilirli ogni trimestre: altri vedono meglio che non si diano. La sentenza più comune sta perché si diano, ma una volta sola o al massimo due volte nell'anno. Essi presentano una bella occasione di far ripetere con tutta l'applicazione quanto si è studiato. Ma questi esami si diano colla massima solennità: invitando i maestri o le maestre elementari, qualche sacerdote vicino, diversi catechisti, ecc.
E per rilevare l'importanza di questo esame giova ricordare che è necessario anche con questi mezzi esterni far capire al popolo quanto sia grande e necessaria la scienza del catechismo. Che se noi nell'insegnarlo lo mettiamo in una così profonda inferiorità
309
rispetto all'insegnamento delle altre scienze, che importanza potranno darvi i ragazzi ed i genitori? Per rimediare a questo mi sembra ottima cosa ciò che suggeriva uno zelante sacerdote: distribuite con criterio le classi di catechismo, si dia solennemente l'esame di promozione dall'una all'altra: si leggano in pubblica chiesa i voti riportati e le promozioni ottenute: si rilasci a ciascun giovane l'attestato di promozione. Allorché poi si tratta dell'esame di proscioglimento dall'obbligo dell'istruzione catechistica, la solennità sia maggiore ancora: si dica fra l'altro che l'attestato di tale proscioglimento dovrà presentarsi poi più tardi per es. per contrarre il matrimonio religioso, come si esige dallo stato per essere iscritto elettore quello di proscioglimento dall'obbligo dell'istruzione elementare. Gioverà assai più che non l'esame agli sposi, che oggi spesso, in pratica, si dà soltanto a chi non ne abbisogna.
Si dirà: sono utopie queste cose in pratica. Invece non lo sono in moltissime parrocchie delle campagne; che se non si ottiene tutto, si otterrà metà; meno vi si dà importanza dal prete, per abbassarsi all'inferiorità del popolo, meno ve ne darà il popolo, finché tale insegnamento sarà creduto cosa inutile, come purtroppo si vede in alcuni luoghi.
E pensare che per imparare a leggere e scrivere vi hanno scuole normali, tanti maestri, stipendi considerevoli, locali ampi, esami rigorosi, mille formalità! E pel catechismo?... Bisognerà conchiudere che non si crede alla sua superiorità su tutte le scienze umane? Ovvero che, pur credendo teoricamente a tale superiorità, non si ha il coraggio e lo zelo di fare qualcosa in pratica?
Catechismo di perseveranza. Si può stabilire ovunque:
310
esso è ordinato a raccogliere quelli che sono già prosciolti dall'obbligo di venire al catechismo dei fanciulli, per dar loro un'istruzione più completa e più ragionata. Più difficile è averli nel catechismo in chiesa: assai più facile dove è stabilito un oratorio.
Sotto l'aspetto di circolo giovanile, di circolo di coltura, di circolo degli anziani, i giovani si lasciano spesso attrarre; mentre le figlie ameranno di entrare nella compagnia di Maria28 e verranno al catechismo con questo motivo.
Catechismo ragionato. È un catechismo che si fa in chiesa, dal pulpito o dall'altare a tutto il popolo. Nella maggior parte delle parrocchie precede il vespro: in altre segue la Messa parrocchiale: in alcuni luoghi lo si fa prima di essa. È molto utile; tanto più nei nostri paesi, ove la spiegazione del catechismo al popolo, prescritta dal Concilio di Trento e di nuovo da Pio X,29 si è cambiata in una predica: ora la predica a parte del popolo non è così accessibile come un catechismo ragionato.
Deve però farsi in modo piano, facile, sul testo, con esempi e similitudini adatte all'intelligenza dei semplici.
Spiegazioni del catechismo alle classi adunate. Vi sono parrocchie in cui il parroco, o altro sacerdote, suole spiegare il catechismo a tutte le classi adunate insieme. In tale caso la divisione delle classi è specialmente per la recita: dopo la quale tutti i fanciulli si radunano nella cappella dell'oratorio o nella parrocchia. Questo può riuscire utile ovunque: ma specialmente quando tale spiegazione è sentita anche dal popolo e dove i catechisti non sono ancora pienamente formati al loro ufficio.
311
ALCUNE NOTE

1° Si domanda: ogni classe di catechismo quanti giovani potrà comprendere? Qui vale il principio: divide et impera: bisogna abbondare assai nel dividere, il catechista dominerà meglio la classe e, dicendo cose più adatte ai pochi e interrogandoli tutti, l'istruirà meglio. Ma non è possibile determinare un numero preciso: sarà secondo l'abilità dell'insegnante, secondo la condotta dei ragazzi, secondo che si è in una camera chiusa o no: generalmente stabiliscono una media che va dai quindici ai venti fanciulli.
Ogni lezione quanto potrà durare? Il Papa prescrive: «per lo spazio di un'ora»:30 ben inteso che nell'ora sono anche comprese le orazioni, la distribuzione dei libretti, o dei biglietti di presenza. Alcuni osservano però che, siccome in molte diocesi il catechismo si fa pure nell'Avvento (ciò che strettamente non sarebbe prescritto dal Papa), si potrà abbreviare qualche poco la durata della lezione: tanto più se dopo si farà un'istruzione speciale pei fanciulli.
3° Molti osservano però che la distribuzione dei biglietti e dei libretti timbrati durante la lezione è di grave disturbo. L'osservazione ha peso: e alcuni, a evitare tale inconveniente, usano raccogliere prima e distribuire dopo la lezione i libretti timbrati: quanto ai biglietti li consegnano nell'uscita.
312
SOCIETÀ DELLA DOTTRINA CRISTIANA31

Pio X comandò: «In tutte e singole le parrocchie si eriga canonicamente la Congregazione della Dottrina cristiana».32 Essa è destinata a portare al parroco un valido aiuto materiale e morale per sostenere il catechismo. In fatti, chi vi entra si obbliga a pagare ogni anno qualche piccola quota che servirà a sopperire alle spese della Compagnia e dei premi ai fanciulli; di più si obbliga a favorire, secondo le proprie forze, il catechismo, sia facendo in modo che vi intervengano i proprii figli, dipendenti, amici, parenti, conoscenti, sia prestandosi a fare il catechismo stesso, se sarà possibile.
Ogni parroco può istituire tale società compilando egli stesso un regolamento adatto alla sua parrocchia e tenendo conto di tutte le circostanze speciali.
313

1 Per don Giacomo Alberione il catechismo è sempre stato un impegno pastorale primario. Ancora seminarista fu impegnato in quest'opera come egli stesso descrive nell'AD 78-81. La rivista Il Catechista Cattolico pubblicò due articoli redatti da don Giuseppe Priero (1914-1915) nei quali venne presentata l'adunanza catechistica della diocesi di Alba e illustrati i programmi per l'insegnamento della dottrina cristiana preparati da una apposita commissione. Cf G. PRIERO, “Adunanza catechistica diocesana di Alba”, in Il Catechista Cattolico, 1914, pp. 184-186, e “Il lavoro di un anno ad Alba”, in Il Catechista Cattolico, 1915, p. 267. Si veda poi I programmi per l'insegnamento della dottrina cristiana nella diocesi di Alba, Scuola Tip. Piccolo Operaio, Alba 1914. Anche don Giacomo Alberione fece parte della suddetta commissione, come documenta in AD 80, e I programmi sembra siano stati il primo lavoro stampato dalla nascente Pia Società San Paolo da lui stesso fondata nel 1914. Per uno studio approfondito sul tema del Movimento catechistico italiano, cf L. NORDERA, Il catechismo di Pio X. Per una storia della catechesi in Italia (1896-1916), LAS, Roma 1988, pp. 221-290, 449-451.

2 PIO X, Acerbo Nimis, ASS, XXXVII (1905), pp. 613-625; cf anche in CC, 1905, II, pp. 264-276. Nell'enciclica si lamenta una diffusa ignoranza religiosa e si sollecita l'impegno nel compito di istruire i fedeli nella sacra dottrina.

3 Cf FILIPPO NERI (san), Lettere, rime e detti memorabili, Ed. Fiorentina, Firenze 1922, p. 123.

4 Nel testo di ATP questa suddivisione non segnava un nuovo paragrafo, ma il seguito del precedente. Il contenuto suggerisce tuttavia una diversa cesura.

5 La formula di “catechesi in forma di vera scuola” è stata promossa soprattutto per opera di mons. L. Pavanelli e mons. L. Vigna. Cf L. PAVANELLI, L'insegnamento del catechismo in forma di vera scuola, secondo il metodo ciclico e il sistema intuitivo, Berruti, Torino 1914 e L. VIGNA, Un parroco di campagna ai suoi catechisti, Berruti, Torino 1912. Cf L. NORDERA, Il catechismo di Pio X... , op. cit., pp. 271-275; 443-447.

6 Cf Guida pratica all'insegnamento del catechismo, Fratello delle Scuole Cristiane (a cura di), Berruti, Torino 1909.

7 Il Catechista dei fanciulli, Guida pratica per l'insegnamento e per la spiegazione del breve catechismo prescritto da S. S. Pio X, compilato a mente dei voti del Congresso Catechistico Nazionale Italiano tenutosi a Milano nel settembre 1910, Libreria Sacro Cuore, Torino 1911.

8 Anche qui è stata aggiunta una divisione di paragrafo, non presente in ATP.

9 Si tratta probabilmente delle due opere di Q. PIANA, Piccolo catechismo, ad uso delle diocesi di Lombardia e Piemonte conforme al testo autentico prescritto dall'Episcopato lombardo e piemontese. Illustrato con 25 quadri, Scuola Tip. Salesiana, San Benigno Canavese 1904, pp. 96; Compendio della Dottrina Cristiana, ad uso delle diocesi di Lombardia e Piemonte, conforme al testo autentico prescritto dall'Episcopato lombardo e piemontese, illustrato con 62 quadri da Q. Piana, salesiano, Scuola Tip. Salesiana, San Benigno Canavese 1904, pp. 304.

10 Sal 125,6: «Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni».

11 Cf Indice degli autori.

12 Si tratta probabilmente dell'opera di A. BERSANI-DOSSENA, Catechismo spiegato al popolo per via d'esempi e di similitudini, Tip. Quirico e Camagni, Lodi 1904; oppure La religione spiegata ai giovinetti con esempi, 4ª ediz. riveduta ed aumentata, Tip. Quirico e Camagni, Lodi 1905.

13 G. B. ROSSI, Guida al catechista, Chiantore e Mascarelli, Pinerolo 1897.

14 L'autore probabilmente è P. LAGHI, Giardino del catechista, ossia prontuario d'esempi per l'esposizione della dottrina cristiana, Desclée e Lefebvre, Roma 1908.

15 Si tratta probabilmente dell'opera Il catechista istruito nei doveri del suo ministero, Milano, Majocchi, 1879, il cui autore non è stato identificato.

16 L. VIGNA - L. PAVANELLI, Fede mia! Vita mia! , Corso completo di religione, Berruti, Torino 1913.

17 A. BENINI - G. REVAGLIA, In alto i cuori, libro di lettura per le scuole catechistiche, vol. 4, Ed. Internazionale, Torino 1913-1914.

18 C. RINALDI, Gesù e i fanciulli. Letture. Breve catechismo e preparazione alla prima comunione, Cromotip. Bolognese, Bologna 1912.

19 Cf H. SWOBODA, La cura d'anime... , op. cit., pp. 137-141.

20 Cf ATP, n. 94, nota 2.

21 Cf ATP, n. 94, nota 3.

22 Cf Indice degli autori.

23 La rivista Il Catechista Cattolico fondata da mons. G. B. Scalabrini nel 1876 sorse come “Periodico Religioso per le scuole della Dottrina Cristiana della diocesi di Piacenza”. Dal 1890 al 1908 divenne il “Periodico del Comitato Permanente del I Congresso Catechistico Nazionale” e dal 1909 al 1943 si mise al servizio degli Uffici Catechistici Diocesani. Cf Il Catechista Cattolico, anno 1, n. 1, 5 luglio 1876.

24 La prima idea di convocare la gioventù maschile nei giorni festivi per trattenerla in esercizi di pietà, in opere di istruzione, risale a San Carlo Borromeo, che organizzò le “scuole della dottrina cristiana”. Fu ripresa con elementi ricreativi da San Filippo Neri. Sul modello degli oratori di Roma, il card. Federico Borromeo fondava nove oratori in Milano, a partire dal 1609, come complemento delle scuole della dottrina cristiana; egli stesso ne dava sapienti regole, che durarono a lungo immutate. Nel 1904 il card. Andrea Carlo Ferrari le riformava adeguandole ai nuovi bisogni. Grande divulgatore e restauratore della tanto benefica istituzione fu San Giovanni Bosco. Dopo di lui gli oratori si moltiplicarono, specialmente nell'Italia settentrionale, tendendo a diventare le “case della gioventù” aperte anche nei giorni feriali. Cf Oratorio festivo, E.Ec., VII, 1963, pp. 795-796.

25 Si tratta del Congresso Nazionale sugli Oratori Festivi e sulle Scuole di Religione, che ha avuto luogo a Torino dal 17 al 18 maggio 1911 e che è stato celebrato in occasione e ad omaggio del giubileo sacerdotale dell'Arcivescovo A. Richelmy. Lettera di indizione del 28 aprile 1911, n. 59 dello stesso Arcivescovo. - Notizie sull'evento in Il Momento, quotidiano torinese del 17, 18, 19 maggio 1911. Nella sezione torinese si leggono i rispettivi grandi titoli: «Il V Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione: la benedizione del Santo Padre»; «La solenne apertura del Congresso degli Oratori Festivi»; «Seconda giornata del Congresso degli Oratori Festivi». Gli Atti del Congresso sono raccolti in M. A. ANZINI, Gli oratori festivi e le scuole di religione, Eco del V Congresso, Tip. S. A. I. D. Buona Stampa, Torino 1911.

26 Cf PIO X, Acerbo Nimis, op. cit., p. 274.

27 Cf ATP, n. 94, nota 2.

28 Cf ATP, n. 94, nota 2.

29 Cf PIO X, Acerbo Nimis, op. cit., pp. 268-276.

30 Cf PIO X, Acerbo Nimis, op. cit., p. 274.

31 Negli Atti del Sinodo Diocesano Albese del 1873 promosso da mons. E. Galletti si trova pubblicato il regolamento generale della Società della Dottrina Cristiana, da erigersi o ricostituirsi nelle parrocchie della diocesi di Alba. Cf Appendix Novissima ad Synodum Dioecesanam Albensem... , op. cit., pp. 171-178.

32 L'Arciconfraternita della Dottrina Cristiana fu eretta a Roma da Paolo V con Breve Ex credito nobis del 6 ottobre 1607. Si occupava dell'insegnamento del catechismo ai fanciulli nelle parrocchie, negli istituti, per le vie. L'Arciconfraternita aveva i suoi statuti e i suoi regolamenti, che si andarono sempre più adattando al tempo e alle varie necessità. Pio X con l'enciclica Acerbo Nimis del 15 aprile 1905 determinò che la Confraternita della Dottrina Cristiana fosse eretta in tutte le parrocchie, affinché i parroci avessero nelle persone secolari validi coadiutori per l'insegnamento del catechismo. Cf C. TESTORE, Dottrina Cristiana (Arciconfraternita della), EC, IV, 1950, pp. 1907-1908.