Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO III
FUNZIONI

§ 1. - DELLE FUNZIONI IN GENERALE

Il sacerdote, come ministro di Dio, deve prendersi gran cura del culto esterno: poiché questo dà a Dio un onore che gli è dovuto. Che se l'uomo, perché dotato di anima e di corpo, deve con esso esprimere la sua sudditanza al Signore, è il sacerdote che ha da precedere e rappresentare il popolo. Di più: il sacerdote deve dare al culto esterno tutto lo splendore possibile anche come salvatore d'anime: giacché la dignità e la maestà delle funzioni cattoliche servono a conservare e risvegliare la fede, fanno concepire i migliori propositi di vita buona, incoraggiano e rinfrancano lo spirito cristiano.
Anzitutto consideriamo qualche cosa in generale, per discendere quindi al particolare.
1° Nelle funzioni, per quanto lo permettono la liturgia, le leggi canoniche e sinodali, è molto importante cercare una certa varietà. La monotonia stanca e la stanchezza annoia i presenti e non attira gli assenti. Il culto esteriore è destinato pure ad agire sul sentimento: ora il sentimento si lascia eccitare assai più dalla varietà. Fra queste varietà si possono mettere: l'ora di adorazione, la Messa in cui dal pulpito si guidano i fedeli sul modo d'assisterla, il canto vario, attraente, popolare, alcune funzioni particolari in
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occasione di funerali solenni, di carestia, di siccità, di guerra, d'una festa del Papa, d'un centenario, distribuzioni di premi catechistici, pellegrinaggi, ecc. Chi bada a questa cosa, delle occasioni ne trova ad ogni passo.
2° Questa varietà però ha mai da essere a danno della sostanza del culto: unire le anime a Dio colla grazia. Anzi qui appunto deve mirare tutto il resto: attirare più gente possibile al confessionale, far penetrare il più possibile nelle menti le grandi verità della religione, promuovere il più possibile le virtù cristiane. Quando un sacerdote mirasse solo ad avere una pomposa sfilata, un numeroso pellegrinaggio, una rumorosa musica, non otterrebbe che in ben piccola parte l'effetto che sono destinate a produrre tali esteriorità. Epperciò è necessario ricordare che la parte principale d'una festa è la Comunione solenne: che i pellegrinaggi, se non vengono fatti con vero spirito di divozione, potrebbero essere solo occasioni di vanità, ecc.
3° Parlando in generale del modo delle funzioni, sarà bene ricordare: che in esse si devono osservare tutte le regole liturgiche, e compierle con quella gravità che si addice a cose sante. Non è però qui il luogo di trascriverle: vi hanno trattati bellissimi. Vi ha tuttavia un'utilissima norma generale: chi l'osserva, osserverà pur tutto il resto: fare le funzioni sacre con molto spirito di pietà. Chi baderà alla divozione, nelle funzioni del ministero, poco per volta cercherà di apprendere ed eseguire pure tutte le norme liturgiche: avrà la gravità necessaria: edificherà il popolo che vi assiste. Invece, chi non ha tale spirito, sapesse pure appuntino tutta la liturgia e le rubriche, eseguirà delle cerimonie mancanti di vita, quasi di anima. Poco frutto per lui: scarso l'effetto nei fedeli.
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4° Ed a ciò si può aggiungere la regola: poco, ma bene: non moltiplicarle a capriccio, giacché perderebbero il loro prestigio. Così sarebbe troppo fare ogni anno i santi spirituali Esercizi, ogni settimana l'ora d'adorazione solenne, ecc.
E, perché riescano bene, si danno varii mezzi:
a) Decoro e pulizia nella chiesa, negli ornamenti, attorno all'altare, nelle paramenta.
b) Che ogni sacerdote studii ed eseguisca appuntino le SS. Cerimonie, per quanto è possibile, anche nelle chiese minori e nelle cappelle: poiché anche questo può essere una predica efficacissima al popolo.
c) Educare giovani inservienti, istituendo, ove si creda, il piccolo clero, come una compagnia: e potrebbe servire di norma un libretto dal titolo: I chierichetti, loro qualità, loro ufficio, del Guerra (Società Buona Stampa. Torino).1
d) Fare in modo d'avere una buona scuola di canto, la quale non eseguisca solamente qualche volta o nelle maggiori solennità una Messa od alcuni mottetti in musica, ma dia i cantori al coro e serva di mezzo per far poco a poco imparare almeno i canti più ordinari a tutta la massa del popolo.
Per la cultura liturgica fra il popolo, non potrò mai abbastanza raccomandare il bellissimo libro Manuale Liturgico del Cristiano. L. 1 (Cav. P. Marietti, Torino),2 che contiene il testo latino con accanto la traduzione italiana di tutte le preghiere e funzioni più comunemente celebrate dalla Chiesa, con brevi spiegazioni del significato liturgico di ogni funzione e rito. Con questo volume ogni fedele può prendere viva parte agli Uffizi divini e alla S. Messa, all'amministrazione dei Sacramenti e alle Sacramentali Benedizioni:
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molti Vescovi hanno raccomandato di far adottare questo libro in chiesa durante le sacre funzioni, dove, per non sapersi dai più come accompagnarle, van perduti innumerevoli tesori di grazia.

§ 2. - S. MESSA (FESTIVA)3

A) 1° Anzitutto bisogna avere sacerdoti che possano celebrarla. Per quanto è possibile si ha da ricercare che se ne abbia un numero tale che tutte le persone siano nella possibilità morale di assistervi. Ma qui molti pratici osservano due cose: non è conveniente ritenere un sacerdote giovane pel solo motivo d'una Messa di più...
Il sacerdote giovane ha bisogno di lavoro, specialmente: ciò che serve maggiormente a conservare la religione in una popolazione non è certo il sentire alla carlona una Messa.
Inoltre: converrà che un giovane parroco dia comodità al popolo binando?... Il popolo esigerà poi anche quando il prete non potrà più assoggettarsi al grave incomodo che porta questa cosa... Gioverà andare molto cauti: che se si bina pare meglio esigere qualcosa di stipendio. Il popolo si adatterà poi a non vederlo più binare, allorché il sacerdote non potrà più...
2° In secondo luogo si devono distribuire le Messe, non secondo le comodità del clero, ma secondo il maggior vantaggio del popolo. Sarebbe assai bene che nei centri e nelle città ove si funziona in diverse chiese e parrocchie vi fosse una comune intesa fra i sacerdoti, per non avere: o diverse Messe contemporaneamente: o lunghi spazi di tempo senza Messe.
Nel fissare l'orario festivo, si osservi pure che, ove
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si hanno due sole Messe, anche i fedeli che distano mag-giormente dalla parrocchia, possano avere tempo a giungere a casa e mandare gli altri membri della famiglia.
3° Fissato l'orario, è necessario pubblicarlo in modo che possa facilmente essere conosciuto da tutti.
In molte parrocchie piccole basterà dirlo chiaramente dal pulpito nella domenica che precede i cambiamenti: dirlo a tutte le Messe e ancora al vespro. Nei centri un po' più grandi sarebbe molto bene appendere un cartello alle porte della chiesa, oltre l'avvisare in chiesa. Nei centri maggiori ancora, oltre questi due mezzi, si usa ancora di pubblicarlo sul giornale o bollettino locale.
Di più: è necessario suonare le campane: ma in modo che il popolo possa imparare a sentire il loro linguaggio: cioè tanto lungamente quanto basti, dando pochi segni ma chiari e distinti. Qui è il parroco o il rettore della chiesa che ha da esercitare la sua autorità sul sacrestano.
4° L'orario deve poi mantenersi fermamente: non anticipare perché vi è già la popolazione, né ritardare per attendere, d'ordinario. Nel primo caso si castigherebbero i diligenti, che verrebbero a perdere le funzioni: nel secondo si premierebbero i negligenti... gli uni e gli altri s'abituerebbero poi a venire tardi... La puntualità invece rende tutti attenti e tutti soddisfatti.
B) Sarà pure zelo del sacerdote che il popolo ascolti la S. Messa con tutta la divozione possibile. Per udirla così, deve capire qualche cosa della Messa ed essere aiutato con qualche mezzo sensibile. Ed ecco qui qualche norma:
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1° Spiegare qualche volta nell'istruzione, nell'esporre il vangelo e più nei catechismi ai fanciulli ed agli adulti, che cosa essa sia. Né stancarsi poi di ripetere, poiché il popolo è assai più tardo a capire di quanto si crede generalmente: molti non stanno attenti quando si parla, quasi tutti hanno la testa piena di interessi e preoccupazioni materiali, tutti dimenticano con facilità.
2° Siccome poi nulla più si ricorda di quel che si pratica almeno qualche volta, sarebbe molto utile che anche da noi si facesse alcune volte quanto si fa altrove. Che cioè un sacerdote salisse il pulpito mentre altro sacerdote celebra: di là guidasse il popolo praticamente ad ascoltare la Messa. Questo può attuarsi: o con dire ad alta voce preghiere ordinarie come sono il rosario, le orazioni del mattino e della sera: ovvero dividendo la Messa in quattro parti, secondo i quattro fini del sacrifizio: adorare Dio (da principio sino al vangelo), ringraziarlo (dal vangelo all'elevazione), chieder perdono (dall'elevazione alla Comunione), chieder grazie (dalla Comunione alla fine) e su ciascuno d'essi fare una breve spiegazione, quindi recitare col popolo un Vi adoro, un atto di ringraziamento, di contrizione, un Pater noster, ecc...; o, meglio ancora, divisa così la Messa, potrebbe il sacerdote stesso dal pulpito formulare quattro preghiere che esprimano questi fini e terminare ciascuna con qualche orazione o canto adatto, unitamente al popolo.
Queste industrie, ripetute di tanto in tanto, finirebbero coll'istruire e indirizzare bene la popolazione.
3° Altri modi d'aiutare il popolo sono:
a) la recita del S. Rosario, con o senza il canto del Lodato sempre sia...4 o meglio del Sia lodato e
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ringraziato ogni momento, ecc. Che se non potrà recitarlo un sacerdote, non sarà difficile incaricare il sacrestano, o qualche buona persona. Pare generalmente meglio formare due cori: uno di uomini, l'altro di donne: ma vi è chi afferma essere meglio che una parte sia sostenuta da colui solo che guida: col dire distintamente e adagio le parole indirizzerà meglio gli altri. Noto qui una cosa che a primo aspetto sembra strana, ma che venne già in uso in alcuni luoghi: dire il Padre nostro e l'Ave, o Maria, in lingua italiana: è conveniente?
Videant singuli et meliores.
b) Altro modo sarebbe quello di far recitare a voce alta le orazioni del mattino e sera, ma o dal sacerdote che sta tra i fedeli, o da uno degli stessi fedeli. Rimanendo tempo, si potrebbero dire altre preghiere, secondo i luoghi e i tempi: per es. Allegrezze di S. Giuseppe, Coroncina del SS. Sacramento, Coroncina del S. Cuore di Gesù, Preghiera a S. Luigi per ottenere la purità,5 De profundis per le anime purganti, ecc.
c) Sembra pure conveniente quello che usa un parroco: recitare a voce alta, adagio, in modo che il popolo possa accompagnare, quelle preghiere che sono nei libri di divozione appunto sotto il titolo: Modo di ascoltare la Messa. Un parroco, che non riusciva in altro modo a tener buoni i ragazzi, s'appigliò a questo metodo: esigeva che i fanciulli ripetessero con voce distinta le sue parole: il popolo poco per volta imitò l'esempio: ed ora in quel paese la Messa festiva viene ascoltata con divozione davvero ammirabile. Certo che sarebbe assai meglio se ciascuno si portasse il libro in chiesa: forse qualche parroco potrà anche
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ottenerlo da buon numero di fedeli, se vi fa avvezzare i ragazzi che potranno conservare l'abitudine, fatti adulti...; ma non credo sperabile ottenerlo ovunque e da tutti i fedeli. Perciò, tutto considerato, si crede generalmente meglio fare pregare tutta la popolazione insieme, ancorché ciò avesse a disturbare in qualche modo il sacerdote celebrante, o qualche persona pia, che desidera recitare orazioni speciali.
d) Un'attenzione speciale per i ragazzi. Anzitutto se fosse possibile, sarebbe ottima cosa stabilire una Messa speciale per essi soli. Che se questo non si può ottenere, si cerchi almeno che intervengano tutti alla stessa Messa. In questo caso si crede meglio radunarli tutti insieme in luogo adatto, e non lasciarli sparsi per la chiesa; e, generalmente, i fanciulli nel presbiterio, le fanciulle di sotto della balaustrata, od in una cappella laterale. Ottima cosa poi se un prete o qualche bravo uomo possono mettersi in mezzo ai primi; la maestra o qualche buona figlia o donna fra le seconde. Se queste pie persone o questo prete dovessero recitare il Rosario o preghiere col popolo, potrebbero dire ai ragazzi di fare coro con essi. Vi sono parroci molto zelanti che, prima della Messa, distribuiscono a ciascuno dei fanciulli un libretto, perché tutti non potrebbero comperarlo, o non ricorderebbero di portarlo. Altri invece dicono che questo metodo ha molti inconvenienti: non educa, perché non abitua i giovani a portare il libro: i libri vengono sciupati presto, perché roba d'altri: costano troppo: molti libri si dànno già per premio. Costoro stimano meglio essi stessi vendere questi libri, o farli vendere dal sacrestano, o persona atta, al minimo prezzo possibile, acquistandone molti assieme; quindi insistere perché
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ciascuno porti il proprio a Messa. So d'un parroco che incaricava i suoi catechisti ed il vice-curato di dare un voto di più di catechismo a quei ragazzi che ascoltavano la Messa col libro... e questo voto di più influiva poi nella premiazione... I genitori stessi erano attenti che i figli non partissero per andare in chiesa senza prendere il libro.

§ 3. - MESSA (FERIALE)

Nelle parrocchie rurali è necessario che ve ne sia almeno una molto di buon mattino: le altre potranno celebrarsi di seguito; ma non è bene, generalmente, dirne diverse contemporaneamente. È poi ottima cosa riservarne una per le persone infermiccie, pei vecchi, ed anche per la gente più comoda, ad ora più tarda; ben inteso ciò per quei luoghi ove si hanno diverse Messe. Se la Messa è letta si potrà pure recitare il rosario o altra preghiera, con tutto il popolo, specialmente durante l'inverno. Ma qui non è tanto necessario come nei giorni festivi, in cui vi è maggior numero di persone che non pregherebbero altrimenti. L'orario sia però anche qui fissato, pubblicato e osservato diligentemente.

§ 4. - VESPRI

Vi sono parroci che credono meglio al vespro sostituire il Rosario: perché, dicono, mancano i cantori; dove poi vi sono, il numero di chi canta è ben piccolo... gli altri o stanno in piazza, o dormono, o parlano... Il Rosario invece si può recitare da tutti: specialmente se tra i diversi misteri si pone il canto
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del Lodato... diventa più attraente. Le ragioni di costoro sono gravi e specialmente parlano le prove da essi fatte.
Non si può tuttavia negare che si potrebbe addestrare la maggior parte del popolo al canto, facendo imparare a tutti i ragazzi e le ragazze del catechismo i cinque o sei salmi più ordinari... Una prova fatta ogni volta, prima o dopo il catechismo, da tutti insieme, alletta i giovani e riesce all'effetto.
Di più: siccome l'uso più generale e la pratica della Chiesa preferisce i vespri, sarà meglio non introdurre la pratica del Rosario senza matura ponderazione, senza una vera necessità e senza l'assenso dell'autorità legittima.

§ 5. - ORA D'ADORAZIONE

Gesù Cristo sta continuamente nel Sacramento del suo amore per ricevere gli omaggi nostri, per distribuire le grazie, per consolarci. Come è mai possibile spiegare l'indifferenza nostra verso un Dio così buono? Mi pare si possa solo fare ammettendo negli uomini una cecità somma.
Accendiamoci d'amore e di zelo per l'Eucarestia e diveniamo sacerdoti di fuoco: le ore di adorazione ne sono un mezzo assai efficace. Dirò il modo di farle, incominciando dalle settimanali.
A) Settimanale.
Si accendono sei candele ai lati del tabernacolo, si espone la pisside sull'usciolino di esso: non è necessario l'incenso, né il canto del Tantum ergo, né l'Oremus: però il sacerdote deve vestire il rocchetto e la stola e, prima di ritirare il SS. Sacramento, darà
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la benedizione colla medesima pisside, coperta da velo, se vi è gente.
Nulla è prescritto pel canto, preghiere, ecc. ed il sacerdote può fare tale adorazione, o da solo, o invitare con avvisi e col suono delle campane i fedeli: questi poi, quando vi siano, può guidarli nel pregare, ovvero lasciare che ciascuno faccia da sé. In generale però il popolo troverebbe molto pesante pregare da solo per un'ora. Quindi i più ritengono che sia meglio: o ridurre l'adorazione ad una mezz'ora, o aiutare con preghiere e canti il popolo, o accontentarsi dell'ora mensile.
Quanto al modo di aiutare il popolo, potrebbero servire le regole che si dànno per l'ora solenne mensile.
B) Mensile.
È consigliabile in ogni luogo: dove poi si potesse erigere la Aggregazione del SS. Sacramento6 sarebbe un mezzo molto acconcio perché ognuno degli ascritti adempia l'obbligazione assunta.
È però importante adornare la chiesa; specialmente l'altare maggiore, per quanto è possibile, abbia fiori freschi e buon numero di ceri.
L'ora sia la più comoda possibile: alcuni suggeriscono la domenica sera, verso notte, altri il primo venerdì del mese, al mattino, altri la domenica mattina. Se si sceglie il mattino, fatta l'esposizione del SS. Sacramento si distribuisce la S. Comunione, che in tal giorno dev'essere numerosa, si celebra la Santa Messa durante la quale si fanno preghiere speciali, si tiene una predichina sull'Eucaristia, e, dopo la Messa, si cantano le litanie e si dà la benedizione. Alcuni suggeriscono ancora di farla a vespro: ma allora bisognerà curare che durante l'ora si tengano al
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popolo uno o più discorsini che possano sostituire l'istruzione parrocchiale, che sarebbe obbligatoria.
Quanto ai metodi, tutti sono più o meno buoni, quando davvero si preghi. In generale si possono indicare:
1° Il metodo dei quattro fini: adorare, ringraziare, chiedere perdono, domandar grazie. In questo metodo si divide l'ora in quattro parti: ed in ciascuna d'esse si possono dire poche parole, ovvero anche solo fare delle preghiere e dei canti, come si è detto sopra parlando della Messa.
2° Recitare preghiere che più o meno direttamente si riferiscano al SS. Sacramento come sono: Coroncina del Cuor di Gesù, litanie del Sacro Cuore, Rosario, Atti di fede, speranza, ecc.; tra i canti sono specialmente indicati il Te Deum, Magnificat, Pange lingua, Miserere.
3° Recita del Rosario, commentando prima del Pater e dell'Ave ciascun mistero, con alcune parole di spiegazione in forma di discorsi al popolo, ovvero di preghiere al SS. Sacramento.
In generale poi si può dire che bisogna cercare di rendere l'ora molto varia: la soverchia monotonia è nemica della divozione. Di più: bisogna essere attenti a non oltrepassare l'ora: assai meglio far desiderare di veder ripetuta la medesima funzione che annoiare il popolo.
È inutile dire che quest'ora richiede l'esposizione solenne del SS. Sacramento, l'incensazione, la benedizione preceduta dal Tantum ergo e l'Oremus.
C) Adorazione di classi di persone.
Assai più utile riesce l'adorazione quando, dato il tempo, si divide la popolazione nelle quattro classi: uomini, donne, giovani, figlie. In esse il sacerdote
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che guida può dire cose molto più adatte al suo uditorio. Non è questo possibile a farsi tutti i mesi forse, almeno nella maggior parte delle parrocchie: ma non sarà difficile ottenerlo in tempi di Quarantore, di Esercizi spirituali, del mese del Cuore di Gesù, ecc.: purché si abbia cura di cercare l'opportunità. I ragazzi si potrebbero avere di preferenza dopo la scuola e molte maestre forse darebbero un aiuto prezioso: gli uomini di preferenza alla sera tardi...
Certo che bisogna aver riguardo speciale ai giovani cercando di abbreviare la loro adorazione: potrebbe bastare mezz'ora; e rendendola anche più piacevole con canti e suoni adatti.
Molto contribuirebbe alla solennità anche il far vestire i membri delle diverse compagnie, e specie la gioventù, colle divise proprie.
Specialmente i giovani e gli uomini ben preparati presenteranno uno spettacolo di pietà, che ricompenserà alquanto la fatica che tutto ciò richiede.
D) Adorazioni straordinarie.
Sono quelle che si hanno in circostanze eccezionali: per es. in occasione di siccità, di scandali gravi, di epidemia, di grazie straordinarie desiderate e ricevute.
Tali circostanze scuotono gli animi, tutti percepiscono il bisogno di Dio e molto volentieri interverranno.
Del resto: più di tante regole ci vuole uno zelo vivo, ardente, costante: ci vuole un vivissimo amore a Gesù Cristo sacramentato: ci vuole un desiderio santo della salvezza delle anime. Il sacerdote che ha queste qualità diventa industrioso nel trovare occasioni e il modo più utile per celebrare tali funzioni.
Troppe regole non scuotono i freddi ed imbrogliano qualche volta gli zelanti.
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§ 6. - LE SS. QUARANTORE7

Quasi in ogni parrocchia sono stabilite e si tengono: non vi è quindi bisogno di parlare della loro importanza. Solo è bene notare alcuni avvisi per la pratica:
1° Non siano troppo frequenti: altrimenti perdono il loro prestigio e non producono effetto. Nelle parrocchie, ove sono stabilite troppo numerose, sarebbe da studiarsi se non sia il caso di conservarne la sostanza e trasformarle alquanto nella forma esteriore: per esempio dando ad un triduo di esse la forma di triduo eucaristico..., stabilendo che un altro serva per l'adempimento del precetto pasquale, procurando che abbiano le diverse classi di persone un giorno speciale assegnato per accostarsi ai SS. Sacramenti; destinando un terzo triduo ad essere le Quarantore dei soli uomini, ecc. Si dirà forse che ciò non pare consono alle leggi canoniche...: ma le leggi sono per l'uomo, pel cristiano, per la religione...: non la religione, il cristiano, l'uomo per le leggi... In Austria si volle che venissero trasportati benefici troppo numerosi e quasi senza scopo da certe chiese in altre più povere, o da trasformarsi in parrocchie.
Ma questo, s'intende, spetta al giudizio dell'Autorità ecclesiastica.
2° Le Quarantore, come tutte le predicazioni, devono avere per chiusa una Comunione generale: perciò chi le fa deve prefiggere questo scopo ai suoi discorsi, ai suoi avvisi. Se non ottengono questo è perduto il migliore dei frutti.
3° Devono farsi nel modo più solenne possibile: vi siano il canto, il suono, l'addobbo, i fiori, l'ora
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d'adorazione pubblica, quando si possa: o almeno fare in modo che innanzi il SS. Sacramento si succedano senza interruzione le diverse compagnie... A ciò giovano molto gli inviti personali mandati a casa, con l'orario molto chiaro.
In alcuni luoghi si sospende l'esposizione del SS. Sacramento dalle ore dodici alle quattordici: in altri si invitano sacerdoti delle parrocchie circonvicine non solo per avere confessori, ma anche perché guidino il popolo nel fare l'ora di adorazione.
Si devono però in tali occasioni evitare i pranzi troppo lauti.
4° Da noi queste Quarantore riescono veramente edificantissime nei centri rurali: ove spesso si possono paragonare nell'effetto agli Esercizi spirituali: gran parte però dell'effetto dipende dalla savia organizzazione.

§ 7. - ALTRE FUNZIONI EUCARISTICHE

Sembra opportuno accennare qui ad altre funzioni ad onore di Gesù Sacramentato: funzioni riconosciute utili dalla pratica già fattane:
Tridui eucaristici fatti a classi particolari di persone: uomini, donne, giovani, suore, figlie, luigini, anche in circostanze speciali di feste, novene.
Tridui per l'adorazione del SS. Sacramento.
Settimane di Esercizi Eucaristici.
4° Funzioni per l'inaugurazione dell'Aggregazione al SS. Sacramento.
Chiusa Eucaristica di mesi di predicazione, di Esercizi spirituali, di Quaresimali.
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§ 8. - MESE DI MAGGIO

Per Mariam ad Jesum. Se noi stabiliamo la divozione a Maria SS. è per stabilire più perfettamente la divozione a Gesù Cristo: è per dare un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la divozione a Maria SS. allontanasse da Gesù Cristo, sarebbe da rigettarsi come un'illusione diabolica, ma avviene precisamente il contrario: questa divozione non ci è necessaria che per trovare più perfettamente Gesù Cristo, amarlo con tenerezza, servirlo con ogni fedeltà. (Beato Grignion di Montfort).8
Non scandalizziamoci così facilmente che certe anime siano troppo divote della Madonna!!! Se il sacerdote guiderà bene tale divozione, secondo lo spirito della Chiesa, le anime, anziché danno, ne avranno immenso vantaggio: conviene a tal fine spiegare come tale divozione deve guidare alla pratica delle virtù e come a Maria dobbiamo specialmente chiedere ciò che è utile all'anima nostra.
Una delle più soavi manifestazioni di tale divozione ed insieme uno dei mezzi più efficaci a promuoverla è il mese di maggio. Tutti sanno quanto giovi: ovunque si pratica già con frutto: basterà quindi ricordare poche particolarità che potranno aiutare lo zelo.
1° Nei paesi di campagna giova da noi anticiparlo alquanto: perché il popolo, ancora libero dai lavori più gravi, possa prendervi miglior parte.
2° Ordinare almeno in qualche parte la predicazione ad eccitare il popolo ai Sacramenti.
3° Nella chiusura cercare che il popolo, diviso per classi, possa accostarsi comodamente ai SS. Sacramenti.
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Quanto però agli argomenti da trattare nelle prediche ciascuno può scegliere tra il metodo detto del Muzzarelli9 e quello di parlare sempre della Madonna. Sul metodo del Muzzarelli sono libri utili:10
ALESSI, Rosa Mistica, L. 3.
BERSANI, Mese di Maggio, L. 2,50. (Società Buona Stampa - Torino).
FINCO, Virga Jesse, L. 3.
MAZZINI, Nel più bel mese, L. 1.
Mese di Maggio pel popolo (10° migliaio),11 L. 0,40.
Raccolta di Sermoni pel Mese di Maggio,12 L. 2,50. (Cav. Pietro Marietti - Torino).

Se si parla invece sempre della Madonna, si può scegliere tra gli argomenti: la spiegazione delle litanie, dell'Ave Maris Stella, del Magnificat, dell'Ave Maria, della Salve Regina; ovvero: La vita della Madonna, il Rosario, le virtù di Maria, ecc... Libri molto utili secondo tale metodo sono:
Corona di Maggio,13 ed. IV, L. 1,50.
FALETTI, Maggio a Maria, II ediz., L. 3,75.
- Profili Mariani Contemporanei,14 L. 3.
SICCONE, Pregi della Vergine. 39 Sermoni.15 L. 2.
- Vita di Maria SS. in 31 Sermoni.16 Ed. VII, L. 1,50. (Cav. Pietro Marietti - Torino).
CARMAGNOLA, La porta del Cielo, L. 1,50.
- Litanie spiegate,17 L. 0,40.
PENTORE, Nostra Madre, L. 1,50.
BERSANI,18 Vita di Maria, L. 2,50.
CORNALE, La Rapitrice dei cuori, L. 3. (Buona Stampa - Torino).
4° La chiusura, come l'apertura, possibilmente cadano in domenica.
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5° Quanto alle pratiche da farsi, ciò dipenderà dai vari luoghi: in alcuni si potrà avere predica quotidiana, Messa all'altare di Maria, musica, apparato grandioso: in altri si avrà meno. Ma è consigliabile che anche nelle cappelle campestri, il parroco cerchi una persona che adorni l'immagine di Maria; ogni sera col suono delle campane inviti il popolo ad adunarsi per la recita di una terza parte od anche di un solo mistero del Rosario, dire le orazioni e leggere la breve considerazione d'ogni giorno del Muzzarelli. Specialmente tale lettura è riconosciuta di grande vantaggio.
Oltre i libri sopra citati sono ottimi per lettura al popolo nel mese di maggio: Maria al cuore della Giovane,19 20° migliaio, L. 0,50 - BUETTI, I Misteri del Rosario, L. 0,80 - Mese di Maria delle anime di virtù,20 ediz. V, L. 0,80 (Cav. Pietro Marietti - Torino).

§ 9. - CORTE A MARIA

È una pratica molto diffusa non solo, ma molto accetta alle popolazioni. Il modo di farla è il seguente:
Collocare la statua della Madonna in mezzo alla chiesa, sopra un trono grandioso, tutto circondato di ornamenti e di lumi. Se ciò non fosse possibile, si potrà almeno esporla sull'altare maggiore, ma in modo che non poggi direttamente sul tabernacolo, sia alquanto più indietro: ovvero esporla da un lato della balaustra, od anche lasciarla nella propria cappella: ma in ogni caso sia adornata con ogni cura. Si può avvisare il popolo che porti candele, che potrebbe comperare in paese, ovvero anche dalla sacrestia, ovvero trovare pronte, presso la statua con il prezzo segnato: vi sia
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però a disposizione buon numero di candelieri o piramidi.
Ma chi invitare a farla? o le diverse classi di persone distintamente, ad ore determinate: ovvero una sola classe, per esempio i giovani, le figlie, gli uomini; ovvero tutto il popolo confusamente.
Come passare il proprio tempo? Posto che vi sia un certo ordine nella distribuzione delle ore e delle persone, potrebbe guidare il Sacerdote con recita del Rosario, con fervorini, con canti speciali. Ma il sacerdote potrebbe pure incaricare altre persone per i canti e le orazioni. Ciascuna classe di persone potrebbe fermarsi un'ora, od anche solo mezz'ora. Che se invece il popolo vi è invitato confusamente, lo si potrà istruire dal pulpito prima su ciò che deve fare innanzi a Maria SS.
In che circostanze si può avere tale corte? Quando la si crede opportuna: per es. alla chiusura del mese di maggio: durante la novena o festa dell'Immacolata o d'altra festa particolare ad onore di Maria SS., nella chiusura degli Esercizi spirituali, quando si abbia una grazia particolare da chiedere alla Madonna, ecc.

§ 10. - ROSARIO

Uno dei segni migliori dello spirito religioso di una famiglia è la recita del Rosario in ogni giorno, almeno durante la stagione invernale. Oh! quanto bene ne deriva! Quale non ha da essere lo zelo del sacerdote per tale pratica! Egli potrà inculcarla dal pulpito, con prediche e avvisi: potrà inculcarla dal confessionale con consiglio dato a tutti, ma particolarmente alle madri di famiglia: potrà inculcarla dal catechismo
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coll'insegnare ai giovani a guidarne la recita e col far studiare i misteri.
Ma uno dei mezzi più efficaci di propaganda è la recita di esso in chiesa.
In molti luoghi lo si ha ogni sera, ad ora tarda, e vi si invitano i fedeli col suono delle campane: ottima cosa. Tanto più se vi si reciteranno insieme le orazioni con un po' d'esame di coscienza: in cui i punti siano dati dal sacerdote in forma di domande chiare, brevi, fatte adagio.
Altro modo di propaganda è la spiegazione dei misteri. Essa si può fare nel mese di maggio o di ottobre, ma meglio ancora in questo modo: una domenica sera, invece dei vespri e predica, esporre il SS. Sacramento: il sacerdote dal pulpito annunziare il mistero, poi spiegarlo brevemente, facendo vedere le grazie da chiedersi e le cose da imparare da esso...: quindi inginocchiatosi col popolo recitare il Pater e le dieci Ave: in fine cantare le litanie e dare la benedizione. In tutta la funzione non oltrepassare l'ora.
Terzo modo, molto efficace, di propaganda potrebbe essere lo stabilire tra le anime più pie il Rosario perpetuo,21 che importa la recita del Rosario per un'ora di seguito da scegliersi in ogni mese. Per esso bisogna rivolgersi al Direttore del Rosario perpetuo (Convento di S. Maria Novella, Firenze): come pure lo stabilire tra le persone meno comode il Rosario vivente, che importa la recita quotidiana d'un solo mistero e manda ogni mese a ciascuno un'immagine ove è assegnato il mistero stesso... (Per esso bisogna rivolgersi alla direzione che si trova a Roma, Via dei Chiavari, N. 6). Questo è per gli adulti. Ma per abituare per tempo gli adulti alla preghiera è mezzo efficacissimo lo stabilire
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tra i giovani (sotto i sedici anni) il Rosario vivente tra i fanciulli, che importa la recita d'un solo mistero e manda ogni mese una immagine come il Rosario vivente. (Rivolgersi al Convento di S. Domenico, Torino).
Sono pure utili mezzi: la recita in chiesa fatta dalle Figlie di Maria,22 prima o dopo i vespri; la recita durante la Messa; lo stabilire i quindici sabati in preparazione alla festa della Madonna del Rosario o della Madonna di Pompei, in cui si abbia una spiegazione dei misteri stessi; la diffusione di opuscoli, immagini, corone, ecc.

§ 11. - FESTE E SOLENNITÀ DI MARIA SS.

Contribuiscono pure a risvegliare la divozione verso Maria SS. purché celebrate bene. Oltre la solita importanza per il culto esterno è necessario ricordare sempre che la parte principale d'ogni festa religiosa è una divota e generale Comunione. Quanto alle cose esteriori alla chiesa, è molto bene che il sacerdote, con quanto gli permette la prudenza, impedisca i divertimenti pericolosi: ma a questo effetto, come vedremo, nulla più giova che predicare sopra le verità eterne e procurare intanto qualche sollievo piacevole e innocente come sono le corse, il cinematografo, le proiezioni fisse, un teatrino.
Quanto alle novene e tridui da farsi precedere, oltre a quanto già si pratica, noterò solo come molto convenientemente si potrebbe nella Messa o nella benedizione dare qualche buon pensiero al popolo: sulle verità eterne, sulle virtù di Maria SS., ecc. Vi si possono spendere anche due minuti soltanto: purché sia un pensiero molto utile e pratico: spesso giova più di un'intera predica.
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§ 12. - PICCOLO CLERO

In diverse parrocchie ha fatto buona prova il piccolo clero o circolo dei chierichetti. È una specie di unione, diretta per lo più dal vice-curato, tra i fanciulli che possono servire le diverse funzioni: processioni, Messe lette e solenni, benedizioni, SS. Viatico, sepolture, ecc. La sostanza di tale unione vi è quasi ovunque: ma una conveniente organizzazione apporta molti vantaggi.
Anzitutto quello d'avere funzioni ben servite, non escluse le Messe solenni: poiché vi si può fare un po' di scuola di cerimonie, si può escludere quelli che non servono bene, ecc. Di più: si evita il pericolo di trovarsi senza inservienti in alcune circostanze, mentre in altre se ne hanno troppi e si bisticciano in sacrestia ed in coro. Tra essi, senza un lavorio diretto, si prepareranno di per sé, colla grazia di Dio, i futuri seminaristi e chierici. I genitori infine saranno ambiziosi che il loro figlio serva in occasioni particolari: e con questo mezzo, in alcune parrocchie, furono attirati alla chiesa ed ai sacramenti i genitori stessi che da tempo ne stavano lontani.
Come si organizza? Si incomincia da quei pochi che già servono in chiesa, vi si uniscono quelli che sembrano più inclinati alla pietà e più intelligenti, tanto da averne una decina od anche meno.
Attirandoli con dolci, frutta, giocattoli, esortazioni, si insegna loro a servire la Messa, esigendo precisione nelle funzioni e buona pronunzia delle parole: poi si spiega loro l'intenzione di organizzarli e, man
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mano, si fa loro imparare a servire le altre funzioni: benedizione, Messa parata, sepolture.
Compiuta l'istruzione, si elegge tra essi un presidente, un vice presidente: si dispongono poi per ordine su un bel quadro, da porsi preferibilmente in sacristia, i loro nomi con quelli dei membri.
Tra essi, ove si hanno molte funzioni, si può stabilire chi deve servire a questa o a quella messa: si fa una giusta distribuzione dei piccoli introiti dei servizi, delle sepolture, dei battesimi: si esclude dal servizio chi non è membro del circolo.
A questo primo nucleo, che sarà bene porre sotto la protezione di S. Luigi o d'altro santo giovane, si potranno man mano aggiungere altri, sia come membri onorari, sia come membri effettivi. Il quadro dei nomi potrà pure avere un riparto pei benefattori del circolo: e benefattori saranno pie persone che offriranno dolci, frutta, una passeggiata, ecc. pei piccoli chierichetti. In un luogo ove il parroco se ne prese cura speciale, arrivarono ad un'ottantina. Tra essi vi era il reparto dei cantori: ogni festa solenne, mentre una parte prestava servizio, altri, facendo clero in presbiterio, cantavano la Messa de Angelis: i meglio istruiti poi erano anche gli aiutanti catechisti. Inutile dire che ciascuno aveva la propria divisa.
Quanto alle divise si può fare un appello alle pie persone che vogliano regalarne: si può anche forse esigere che ciascun giovane la provveda. Può aver diverse forme: in alcuni luoghi è un camice da Luigini, in altri una piccola, ma vera veste talare nera, in altri ancora una veste talare rossa, in altri una mezza veste talare che si lega alla persona...: ben inteso che in questi casi si sovrappone un rocchetto.
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Esige sacrificio, come ogni altra opera buona: esige che ogni settimana o quasi, si ripeta la scuola di cerimonie: esige che vi si abbia anche qualche novità, premio, divertimenti: ma esige più di tutto che vi sia un sacerdote zelante del buon servizio delle sacre funzioni.

§ 13. - SCUOLE DI CANTO

Secondo lo spirito della Chiesa tutto il popolo dovrebbe prendere parte al canto, anche nella Messa. Ma siccome è necessario che alcuni vi siano meglio addestrati a sostegno del coro, guida degli altri e per le parti più difficili, bisognerà pur dare molta importanza alle scuole di canto, in cui educare le migliori voci.
A tutti è noto il motu proprio di Pio X23 per richiamare il canto sacro a quello spirito e a quella gravità che si addice al tempio. A noi non resta che obbedire, qualunque fosse stata la nostra opinione: quando il Papa parla non deve più essere diversità di sentenze: Roma locuta est, lis finita est.24 Però vi deve essere prudenza e ponderazione nell'introdurre le necessarie modificazioni, sia per non volersi imporre ad altri sacerdoti anziani, sia per non urtare troppo la suscettibilità dei cantori vecchi. Il sacerdote giovane, piuttosto che fare cosa contro il volere del parroco, piuttosto che urtare contro di lui, piuttosto che mormorarne col popolo, smetta ogni proposito... Si faccia amare dal parroco con l'obbedienza...: in tal modo in seguito otterrà ciò che pareva insperabile. E questa norma la si applichi generalmente a tutte quelle altre prescrizioni o indirizzi moderni che vengono man mano dati per la cura d'anime.
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Quanto alla riluttanza dei vecchi cantori pare di poter dire: si cerchi convincerli con la ragione del volere del Papa e col far gustare il nuovo canto. Se si arrendono, tutto sarà a posto: se no, si potranno trascurare alquanto i vecchi e raccogliere i giovani: ma colla massima prudenza, altrimenti si allontanano i primi senza attirare i secondi: lo spirito del Signore non è violento.
Per costituire una cantoria richiedesi un regolamento. Ecco alcune cose da porsi in esso, riconosciute utili dall'esperienza: La cantoria si presterà gratis regolarmente nella parrocchia: per occasioni speciali e altrove potrà esigere lire... da dividersi, o restare come fondo... La scuola avrà luogo nei tali giorni... Chi perderà una lezione senza giustificazioni, sarà multato di... (0,10?) a favore della società... Morendo uno della famiglia dei cantori, la scuola eseguirà gratis la Messa funebre.
Le ore da scegliersi devono essere le più comode: ma i ragazzi e le figlie di giorno: gli uomini possono venire anche di sera. Il luogo della scuola può essere qualsiasi per i ragazzi e gli uomini: per le giovani, invece, sarà di regola meglio l'asilo o la chiesa; meglio se assistite dalle suore. Con esse si devono usare tutti quei riguardi di tratto e di prudenza notati sopra, parlando della castità. Quanti giovani sacerdoti, anche innocentemente, ebbero dei disgusti da tali scuole!
Però chi apre una scuola deve subito pensare che dovrà fare dei sacrifizi, e forse gravi, di borsa, di tempo, di comodità: e che forse, ciò non ostante, il frutto sarà ben scarso, e non mancheranno contraddizioni.
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Inoltre il sacerdote giovane deve avere un'altra attenzione prima d'aprire una scuola di canto: le opere non sono durevoli se manca l'appoggio morale e spesso anche materiale che venga dall'alto: e nel nostro caso che venga dal parroco. Perciò conviene ordinariamente che sia il parroco il primo a parlarne col popolo, ad avvertire chi crede meglio, ad invitare i cantori, a cercare i locali, ad insistere presso i genitori perché vi mandino i giovani.
Se non vi è questo, forse non verrà mai da lui quella parola di lode, di incoraggiamento, che spesso è il principale sostegno: forse non verrà mai l'aiuto materiale pur indispensabile anche nelle premiazioni.
Quanto alle materie da insegnarsi, altri dicono doversi partire dal canto polifono più attraente e poi guidare man mano gli alunni al canto gregoriano: altri invece dicono doversi cominciare da questo e solo per necessità, e come premio concedere il polifono. Ciò dipende dai luoghi; ma qualunque sia il metodo, è certo che la parte dominante e principalissima deve essere il canto gregoriano come quello che è vero canto della Chiesa, come quello che occorre più spesso. Ciò anche per evitare il grave inconveniente, lamentato da molti sacerdoti, che in tante parrocchie, ove pure si hanno cantorie fiorenti e forse premiate nei concorsi di musica, il prete è lasciato solo a cantare vespro. Ma è impossibile dire qui tutto che occorre per una scuola: molte cose saranno suggerite dallo zelo e dall'esperienza del sacerdote, altre dalle circostanze, altre ancora dagli stessi alunni.
Non scoraggiarsi però alle prime difficoltà: l'opera è spesso ingrata: ma il canto è nelle mani del sacerdote un gran mezzo per attirare alla chiesa ed ai sacramenti
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gente ritrosa ed anche per accostare il popolo, affezionarselo e così fargli maggior bene spirituale.
Molti esperti parroci hanno osservato non essere generalmente da affidarsi la scuola di canto delle figlie ai sacerdoti appena usciti di seminario. In sette casi su dieci hanno fatta cattiva prova, perché, anche usando le dovute precauzioni, hanno dato luogo a dicerie, pur non essendovi state vere mancanze.
Si potrebbe tale scuola affidarla alle suore o a qualche buona figlia esperta: potrebbe in qualche caso farla il parroco stesso: potrebbe farla il vice-curato, ma dopo alcuni anni di ministero. Che se glie la si vuole addossare subito, ciò non ostante sarà al tutto indispensabile che si osservino le regole sopra stabilite e gioverebbe ancor più che il parroco assistesse alla scuola.

§ 14. - LE DOMESTICHE DEL SS. SACRAMENTO

In una parrocchia ove la chiesa era mal tenuta riguardo alla pulizia, si costituì tra ragazze e alcune persone poco occupate e pie una unione detta delle domestiche di Gesù in Sacramento. Per turno due volte la settimana, esse scopano la chiesa, tolgono le ragnatele, la polvere, preparano e mantengono i fiori freschi all'altare, lavano la biancheria della chiesa, hanno cura della tappezzeria, raccomodano le paramenta, ecc. Questa istituzione può giovare in quei luoghi ove non si può pagare un sacrestano o non lo si può pagare abbastanza e dove pure non vi sono suore. Ma sono necessarie diverse precauzioni perché non vengano abusi. Anzitutto tali persone siano davvero pie: poi venga ben diviso tra esse il lavoro: vadano a compiere il
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loro lavoro non sole, né quando vi è il popolo in chiesa: il popolo sappia che non si fermano a discorrere col prete. Che se fosse possibile qualche sospetto per questa parte, si lasci piuttosto tale opera: sarebbe invece allontanato ogni pericolo quando la chiesa fosse separata dalla canonica e tali persone non andassero a compir il loro ufficio che dopo uscito di chiesa il prete. Prima del lavoro potrebbero fare cinque minuti d'adorazione.

§ 15. - UNIONE DI FANCIULLI25
PER L'ACCOMPAGNAMENTO DEL SS. VIATICO

In diverse parrocchie venne istituita un'associazione tra fanciulli che si obbligano ad accompagnare per turno il S. Viatico, portato agli infermi. In qualche luogo questo è uno dei doveri del piccolo clero, in altri forma un'unione distinta. Ben inteso che molti fanciulli, specialmente delle campagne, sono nell'impossibilità di adempiere a tal ufficio: ma molti ve ne ha che lo possono comodamente. Che se Gesù Eucaristico non può sempre avere un lungo corteo di adulti, abbia almeno questi piccoli suoi amici che gli fanno la scorta come suoi soldati.

§ 16. - I PAGGETTI26

Sono fanciulli o fanciulle che nelle processioni precedono il SS. Sacramento o la statua della Madonna spargendo i fiori. Spesso sono gli stessi membri del piccolo clero: in qualche luogo sono quelli che formano l'unione per accompagnare il S. Viatico.
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Devono essere decorosamente vestiti, meglio se avessero un distintivo speciale, ottima cosa se le madri si adattassero a procurare loro un intero vestito uguale a tutti.
Sono cari a Gesù e a Maria SS., rendono più attraente la processione, attirano l'attenzione anche di quella parte di popolo che si dice agiato e colto, e che oggi deserta tanto le processioni.
È però necessario che siano ben guidati, provvisti di canestri decenti, spargano in abbondanza i fiori, tengano un contegno edificante. Queste cose dipendono dallo zelo ed industria di chi li organizza.
Si ricordi anche che questi paggi possono venire aggregati alla confraternita, che ha la sua sede primaria universale nella basilica dei SS. Dodici Apostoli in Roma.
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1 A. GUERRA, I chierichetti, loro qualità e loro ufficio, Tip. Salesiana, San Benigno Canavese 1902.

2 Manuale liturgico del cristiano, ossia “La liturgia che ordinariamente si usa nelle chiese secondo il rito romano”, Lavoro di un parroco ticinese, Marietti, Torino 1913.

3 È opportuno qui ricordare, ancora una volta, che tutto il discorso sulla pastorale della celebrazione eucaristica suppone l'antica prassi, secondo cui il celebrante pregava silenziosamente in latino, mentre il popolo “ascoltava” (se poteva) o meglio occupava quel tempo con altre preghiere, individuali o comunitarie. Oggi tutta questa tematica è superata dalla nuova disciplina liturgica.

4 «Lodato sempre sia il santissimo nome di Gesù, di Giuseppe e di Maria».

5 Note preghiere popolari, attribuite a S. Alfonso de' Liguori e contenute nei manuali di devozione, quali Massime eterne e altri, che lo stesso don Alberione volle più tardi ristampate più volte.

6 Cf ATP, n. 34, nota 30.

7 Le “Quarantore” sono una forma di adorazione del SS.mo Sacramento per 40 ore continue o interrotte. Sembra siano state celebrate per la prima volta a Milano nel 1534. In data 27 giugno 1577 San Carlo Borromeo emanò una precisa istruzione detta “avvertenza” su questa pia pratica. Essa servì da modello a quelle dettate poi dai Sommi Pontefici. La pia pratica fu approvata da Clemente VIII con bolla “Graves e diuturnae” nel 1592. Il cerimoniale per le 40 ore è contenuto nella “Instructio Clementina” pubblicata da Clemente XI nel 1705. Cf L. CATTANEO, SSS, L'adorazione eucaristica, in A. PIOLANTI (a cura di), Eucaristia, Desclée, Roma 1957, pp. 943-956.

8 Cf LUIGI M. GRIGNION DE MONTFORT (san), Trattato della vera devozione alla Santa Vergine e Il Segreto di Maria, a cura di S. De Fiores, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000

11 , n. 62. Si riporta il testo della nuova edizione italiana: «Se noi dunque stabiliamo la solida devozione alla SS.ma Vergine, ciò non è che per stabilire più perfettamente quella di Gesù Cristo e per dare un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la devozione alla SS.ma Vergine allontanasse da Gesù Cristo, bisognerebbe rigettarla come un'illusione del diavolo, cosa tanto falsa che anzi come ho già dimostrato e dimostrerò fra poco, questa devozione non è necessaria che per trovare Gesù Cristo perfettamente, amarlo teneramente e servirlo fedelmente».

9 Il Muzzarelli nel suo metodo suggeriva un modo facile e breve per celebrare il mese di Maria, che consisteva: - nel recitare ogni giorno la terza parte del rosario oppure la coroncina dell'Immacolata; - nel fare una breve considerazione caratterizzata da un “esempio”; - nel suggerire il “fioretto”; - nella recita della preghiera di San Bernardo: “Ricordatevi, o piissima Vergine Maria...” e delle litanie. Tra i molti metodi quello del Muzzarelli fu il più ricercato e usato. Del suo libro si contano 150 edizioni. Cf A. MUZZARELLI, Il mese di Maria, 8ª ediz., Fiaccadori, Parma 1910.

10 Cf Indice degli autori.

11 Si tratta probabilmente dell'opera: Mese di maggio del popolo, opera di un parroco di campagna, Marietti, Torino 1915.

12 Si tratta probabilmente dell'opera: Raccolta di sermoni per ciascun giorno del mese di maggio sulle prerogative di Maria SS.ma, tradotta da Paolo Cappello, 2ª ediz., Marietti, Torino 1864.

13 L'autore dell'opera è probabilmente: M. CASANOVA, Corona di maggio, ossia Mese di Maria per le parrocchie, Marietti, Torino 1905.

14 L'autore dell'opera è probabilmente: L. FALLETTI, Profili mariani contemporanei, Marietti, Torino 1914.

15 L'autore dell'opera non è stato identificato in Siccone come nel testo, ma in T. PICCONE, I pregi della Vergine Madre di Dio, esposti in 39 sermoni, 7ª ediz., Marietti, Torino 1893.

16 L'autore dell'opera è probabilmente: T. PICCONE, Vita di Maria SS.ma esposta in 31 sermoni, 6ª ediz., Marietti, Torino 1893.

17 Il testo non è stato identificato. Si tratta probabilmente di A. CARMAGNOLA, Le litanie della Madonna, Ufficio delle letture cattoliche, Torino 1906.

18 L'autore dell'opera non è stato identificato in Bersani come nel testo. Si tratta probabilmente di C. BERTANI, Vita di Maria Santissima, Tip. De' Paolini, Monza 1902.

19 Si tratta probabilmente dell'opera Maria al cuor della giovane, meditazioni per ogni giorno del mese composte da un sacerdote della Congregazione della Missione, Marietti, Torino 1907.

20 Si tratta probabilmente dell'opera: H. L. SACERDOTI, Mese di Maria delle anime di vita interiore, ossia la vita della SS.ma Vergine proposta per modello alle anime di vita interiore, Marietti, Torino 1910.

21 Accanto alle confraternite principali della spiritualità domenicana sorsero alcune associazioni particolari, di cui la più antica è l'Associazione del Rosario perpetuo, dove gli iscritti si impegnavano a recitare, a turni ininterrotti, il santo rosario scegliendo una delle 24 ore della giornata. Altre manifestazioni simili sono state l'associazione del Rosario vivente, fondata da Paolina Jaricot, Terziaria Domenicana, e ancora le associazioni del Rosario vivente tra i fanciulli e tra la gioventù. Cf L. A. REDIGONDA, Frati Predicatori, DIP, IV, 1977, pp. 923-970.

22 Cf ATP, n. 94, nota 2.

23 Cf PIO X, Inter plurimas pastoralis officii sollicitudines, motu proprio, ASS, XXXVI (1903), pp. 329-339. Con tale documento è ripristinata la melodia gregoriana e regolamentata la musica e il canto corale nella chiesa.

24 Cf ATP, n. 37, nota 1.

25 È un'associazione che raccoglie i fanciulli di ambo i sessi dai cinque ai quindici anni. La prima idea dei “Paggetti d'onore” del SS.mo Sacramento si deve a mons. G. B. Scalabrini, vescovo di Piacenza, che nel Sinodo Diocesano del 1889 formulava il desiderio che i fanciulli fossero chiamati accanto alla SS.ma Eucaristia, in un luogo destinato solo per loro, presso l'altare. L'incarico di mettere in atto il proposito fu dato al canonico C. Molinari che redasse un primo regolamento e avviò l'associazione nella sua parrocchia cittadina di Sant'Eufemia, il 1 gennaio 1904, con esito felicissimo. L'associazione si estese nelle varie diocesi ed anche all'estero; nel 1908 contava 20.000 iscritti. Cf E. DEGANO, Paggi d'onore del SS.mo Sacramento, EC, IX, 1952, pp. 555-556.

26 Cf nota precedente.