XXVIII. INTRODUZIONE AGLI ESERCIZI(1) Gesù buon Pastore, oggi, vi accoglie come buone pastorelle. Gesù buon Pastore vi parla in questi giorni e vi conforta e vi perdona e vi santifica, vi accompagna anche nell'apostolato di tutta la vita.
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Ora gli esercizi, che questa sera si iniziano, siano veramente sicuri e nello stesso tempo illuminati /nei/ (a) vostri bisogni, sì. E poi vi conforti, e [vi conceda] quello che sarà il complesso dei frutti di questo corso di esercizi.
602
Primo, esame /confessione/ (a), poi l'illuminazione personale e la conclusione, cioè i tre punti. Esame, ecco, sì, /e confessione/ (b), poi l'illuminazione personale e poi la conclusione. E cioè gli esercizi /si dividono/ (c) in tre parti. Primo, i primi giorni l'esame di coscienza e la confessione. /Saranno soltanto due/ (d) giorni, più o meno, e quindi successivamente il momento che corre con la confessione. Questi i due primi giorni degli esercizi, in generale. Può essere /anche/ (e) soltanto un giorno, può essere tre giorni, secondo le condizioni spirituali di ognuna.
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Poi dopo due giorni, occorre l'istruzione, l'illuminazione. Sì, l'istruzione perché già /avete molto/ (a) studiato e molte volte /avete/ (b) meditato, ma in ogni anno alcuni passi [sono da farsi] o anche molti passi. E cioè conoscere sempre meglio e quindi entrare nella intimità del Signore, e poi quello che è necessario nell'apostolato. Nell'apostolato, sì. L'apostolato pastorale, sì. Quindi, illuminare l'intimo e poi l'esterno. E /saranno tanto utili/ (c) le conferenze, le istruzioni che avrete dalla madre.
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Dopo, la conclusione degli esercizi /può/ (a) essere di un giorno, /può essere anche soltanto di una giornata/ (b), ma che si raccolgano, si raccolgano tutti i propositi e quello che già viene determinato e quello che il Signore vi ha ispirato, vi ha spirato.
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Adesso, quattro punti brevi: Exivi a Patre, veni in mundum, relinquo mundum, vado ad Patrem [Gv 16,28]. Questo /è quello che ha detto Gesù/ (a). Sono uscito dal Padre celeste. Cioè [è] partito dal Padre celeste perché il figlio di Dio /si è incarnato/ (b). Exivi a Patre [Gv 16,28] sono /venuto/ (c) dal Padre, quindi l'incarnazione del figlio di Dio. Ecco, /sono uscito dal Padre e venni a fare quel che era la missione, ma per/ (d) lasciare [poi] il mondo di nuovo e andare di nuovo al Padre.
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Exivi a Patre [Gv 16,28]. /Siamo usciti/ (a) dal Padre celeste. Ecco, /il Signore ci ha dato l'umanità creando l'anima/ (b). E il Signore vi ha mandato proprio non /per/ (c) tribolare sulla terra, ma per meritare, per mezzo della vita presente, quello che è felice nell'eternità successiva.
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Nel mondo attuale ci sono più di /tre miliardi di persone/ (a), tre miliardi e mezzo, oh, e noi siamo stati così preferiti. /Qui, vi sono/ (b) molti cristiani e vi sono anche quelli che sono eretici, sì; e in tutto, sì, sarebbero un settecento, ottocento milioni di persone che hanno o la cattolicità, oppure ci sono quelli che invece [sono] eretici, ecc. E tutti /gli altri uomini?/ (c). Dagli ottocento milioni ai tre miliardi e mezzo quanto siamo stati preferiti dal Signore? Bisogna [dire]: Signore, vi adoro e vi ringrazio di avermi creato e fatto cristiano e conservato fino a questo giorno, ecc.
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Quindi arrivare ad amare il Signore, arrivare /all'amore/ (a) di Dio. Questa mattina, appunto, meditavo. Meditavo la carità, cioè la carità verso Dio, l'amore a Dio, l'amore al Signore. Egli è il bene infinito. E' il bene infinito. E noi dobbiamo avere il nostro intimo orientato per arrivare a colui che è il tutto, /cioè è il tutto/ (b) bene, il bene tutto, sì, Dio, il Signore.
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Sì, usciti dalle mani del Padre celeste. /E/ (a) ci ha dato la vita umana, ma poi ci ha dato la vita cristiana col battesimo e poi /ancora/ (b) la vita religiosa che avete ricevuto per mezzo della professione, sì. Ringraziare il Signore! E molte volte questo non lo si considera, [o] raramente, [cioè] che questo ci deve portare all'amore di Dio, all'amore di Dio, /all'amore completo/ (c), quanto si può, ecco, verso il Signore. Sì, che noi vogliamo amare il Signore, tutto, è il tutto, il bene tutto, sì.
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Allora, ringraziare il Signore di quello /che ci ha dato/ (a). Bisogna proprio giorno per giorno dire: vi ringrazio, o Signore. Vi ringrazio, o Signore. Allora ci sarà un amore più intenso nel nostro intimo. Nel nostro intimo.
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E così, che tutto il nostro essere piaccia al Signore e che noi offriamo e usiamo tutto ciò che noi possiamo fare e con la mente e col cuore e con la volontà e coi sensi e con gli occhi e con l'udito.
Tutto ordinato a Dio! E' tutto per Dio. E non è solamente /il giorno/ (a), o meglio. sì, un'ora del mattino quando si prega, sì. /Ma non/ (b) amiamo solamente il Signore quando noi preghiamo, ma che siano le 24 ore che siano intieramente consegnate e /portate/ (c), offerte al Signore. Sentirsi proprio di Dio e posseder Dio, per la grazia che si è ricevuto, come il battesimo e come la grazia della vocazione.
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Ora, secondo: noi [dobbiamo] illuminare. Il Signore: /son/ (a) venuto nel mondo, veni in mundum [Gv 16,28]. Ecco, per che cosa siam venuti? Veni in mundum [Gv 16,28]. Il figlio di Dio - che si è incarnato, ecco, là al presepio e poi Gesù fanciullo, Gesù cresciuto, Gesù che ha portato la salvezza, è morto sulla croce - ha compiuto veni in mundum [Gv 16,28]. Adesso noi, per ciascheduno: perché veni in mundum? Perché?
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Il fine principale è questo, di arrivare al possesso di Dio, in paradiso, sì. Ma bisogna che ce lo meritiamo, sì, che ce lo meritiamo il paradiso, veni in mundum [Gv 16,28]. E' il Signore che vi ha dato una vocazione particolare, sì, e la salute che vi ha dato, l'intelligenza; tutto che sia usato per il Signore, per la gloria di Dio, per l'amore di Dio, sì. Ecco, il nostro tempo come lo /impieghiamo?/ (a). Fare /un/ (b) esame.
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Ora siete agli esercizi e [in] questi esercizi [fare l'esame] per /ciò che è stato, e cioè/ (a) dagli esercizi dell'anno scorso agli esercizi di oggi c'è da fare l'esame. Come abbiamo impiegato il tempo? Anno per anno bisogna che noi facciamo l'esame sopra di noi come abbiamo usato l'anno e le settimane e le ore e i momenti. Li impieghiamo proprio in ordine a Dio, in ordine alla salvezza, in ordine alla santificazione? Sì. Non sprecare un minuto, anche la stessa ricreazione, sì - e sì che bisogna anche che ci sia - tutto, anche prendere il cibo, anche prendere il riposo, offrire tutto al Signore. Offrire tutto al Signore, sì.
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Vi sono persone che /sciupano/ (a) delle ore e delle giornate e magari delle settimane e anche persone religiose che alle volte non impiegano bene il tempo della giornata, della giornata. E se noi facciamo l'esame delle 24 ore, ah, potremo considerare come realmente noi impegniamo il dono di Dio, il dono del tempo.
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Sono 365 giorni dagli altri esercizi. /Bisogna/ (a) fare l'esame: come ho impiegato il mio tempo? E può essere di persone fervorose, quindi l'impiego, eh, vi è intiero, l'impiego col fervore. Perché [vi] possono essere persone che sono tiepide e quindi, poco frutto. E se vi sono anche delle mancanze, per cui /abbiamo sprecato/ (b) del tempo anzi impiegato malamente, fare l'esame dell'anno dal corso /antecedente/ (c) gli esercizi fino a questo momento, exivi a mundo, sì, e veni in mundum [Gv 16,28].
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Terzo: relinquo mundum [Gv 16,28]. Già Gesù lo diceva: lascierò il mondo, sì. Già egli sapeva bene quale era il giorno in cui egli sarebbe passato /dalla terra/ (a) dal mondo [per] andare al Padre celeste. Relinquo mundum. Relinquo mundum, sì. Relinquo mundum. Ma noi pensiamo bene: quanto il Signore ci darà ancora di tempo ? Relinquo mundum, quando?
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E [vi] sono persone che passano dalla vita all'eternità, magari a 20 anni, a 30 anni, a 50 anni; e persone che maggiormente /prolungano/ (a) la loro vita, sì. Ma comunque sia, noi dobbiamo impiegare quello che abbiamo, quello che abbiamo. Se uno impiega /tutto il tempo/ (b), supponiamo di trenta anni, quando è impiegato il tempo, allora c'è la santificazione. E se invece si arriva a 50, o si arriva a 60, o di più, allora relinquo mundum; ma [far sì] che noi abbiamo veramente il relinquo mundum. /E che/ (c) significa? Che noi impieghiamo il tempo che il Signore ci ha dato, /anche per un/ (d) momento.
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E allora partire dalla vita presente, dalla vita presente. Pensiamo alla morte? Pensiamo al fine della vita presente? E tutto il tempo che adesso il Signore /vi ha dato/ (a), allora, [è stato] impegnato questo tempo per /dare/ (b) gloria a Dio e mostrare /il proprio/ (c) amore al Signore? Sì. Non far tanto conto sopra il più o il meno della vita; ciò che importa è che quello che abbiamo /lo usiamo/ (d) bene e [che] ci /porti la/ (e) santità.
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Eh, fanciulli, fanciulle /che si/ (a) santificano nei loro pochi anni della vita e poi ci sono quelli che /si sono consecrati/ (b) e santificati a trent'anni, a quaranta e a cinquanta, novanta e anche più. Allora, veni in mundum [Gv 16,28], ma poi via, relinquo mundum [Gv 16,28], lascio il mondo. E allora il premio sarà in proporzione dell'amore che noi abbiamo verso il Signore. Verso il Signore.
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Si parte dalla fede, prima, che è sempre la base e poi segue la speranza e quindi successivamente, l'amore al Signore /e/ (a) l'amore al prossimo. Lo amore al Signore nel vostro intimo e poi l'amore al prossimo. E' qui il vostro apostolato. Cioè impiegate il vostro tempo per le anime. Per le anime, /secondo/ (b) i vostri impegni che avete giorno per giorno. E rimanere; il mattino può essere in un posto, può essere in un altro, si trasforma, ma allora che tutto sia santificato bene.
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Riflettere anche /sul/ (a) paradiso, sì, ma pensare che /possono esserci delle mancanze/ (b), per cui [si] deve poi purgare nel purgatorio. Sì. Adesso con la mortificazione, adesso /negli esercizi/ (c) attuali e poi tutto l'impegno che avete per santificare tutte le ore e tutti i minuti; allora la purificazione, in maniera che non ci sia /da cadere/ (d) nel purgatorio e quindi che, appena passati dalla vita presente, /si passi/ (e) alla vita gloriosa, felice, lassù.
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Il Signore ha dato tante grazie per molti cristiani, sì, ma per noi ha dato delle cose, /tante/ (a) preferenze. Preferenze, doni. Ciascheduno che /mediti/ (b). Allora usando tutti i talenti ricevuti, che siano ben impiegati, sì.
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Oh, poi vado ad Patrem [Gv 16,28], vado al Padre, sì. Il Signore ci ha creati per farci felici con lui, ecco. Ci ha fatti /per/ (a) lui /e perché andiamo/ (b) a Lui. Ecco, /andiamo/ (c) a lui. Ora [ci sono] persone che poco pensano all'eternità, ma noi dobbiam pensare. Se ci /fossimo/ (d) anche per cento anni di vita, ora l'eternità non sono cento anni, /nemmeno sono soltanto/ (e) cento milioni di anni; è eterno. E' eterno, al di là.
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Quindi, impegnarsi ad ogni costo e fare qualsiasi sacrificio perché possiamo fare questo, o arrivare a quello [di] utile. Ma qui si tratta proprio di quello che è il tutto, è l'eternità. Sono: vado ad Patrem [Gv 16,28].
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Adesso, come conclusione degli esercizi che farete, ci saranno i vostri propositi personali e poi la preghiera. La preghiera, sì. E' il tempo della preghiera, sì, il tempo che è nelle ore in cui vi è l'orazione, ma tutta la giornata sia consumata e usata per la preghiera. Pregare. Pregare portando la fede e l'umiltà. La fede e l'umiltà, sì.
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La fede. /Il Signore/ (a) vuole che noi parliamo con lui: /considerarsi/ (b) come figliuoli /che parlano/ (c) col Padre, [col] Padre celeste. Parlare al Signore con semplicità, sì. La preghiera sia abbondante in questi giorni.
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Poi vi saranno i propositi. I propositi, che possono essere personali e possono anche essere /propositi/ (a) sociali. Propositi personali, supponiamo per la umiltà, la carità sì, ma ci sono i propositi sociali: come fate l'asilo, come fate il vostro compito in chiesa, o istruzioni, ecc. Sono i propositi sociali che riguardano /la vita sociale/ (b), sì. Quindi i propositi /personali/ (c), ma poi ci siano i propositi che si possono chiamare sociali o pastorali, che è la stessa cosa. I propositi sociali-pastorali.
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Questo /è necessario/ (a) perché è la vocazione. E' la vocazione /per/ (b) la parte pastorale. Bisogna proprio che ci sia non soltanto il proposito personale, ma il proposito pastorale. Sì, si faccia bene. E così con tanta fiducia, ecco, i vostri esercizi saranno benedetti tanto dal Signore. Saranno tanto benedetti dal Signore, sì. Oh, certamente /avete fatto già/ (c), una preparazione buona per gli esercizi, ma adesso compiteli.
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Poi l'esame; /si è arrivati ai voti/ (a), ai voti primi e poi ai voti completi, ai voti definitivi, sì, ma non [ci] si fermi mai /con/ (b) lo stato morale e spirituale. E' l'inizio di una vita nuova; c'è la vita religiosa. Troppe persone /stentano a/ (c) vivere nel grado in cui /si trovavano/ (d) al tempo della preparazione o anche al noviziato, ma lì, si comincia; come il bambino che cresce, bisogna che cresca.
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E così, come si abbraccia una nuova vita che è la vita religiosa, allora che cresca la santificazione. Che cresca la santificazione e quindi il gaudio eterno immensamente più abbondante: la felicità. Quindi non capiti mai /che si/ (a) cada nella tiepidezza, /che si ci esponga/ (b) a dei pericoli, forse.
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Oh, bisogna proprio considerare che, come giorno per giorno, /noi/ (a) dobbiamo compiere i nostri doveri, giorno per giorno che ci sia un miglioramento. Un miglioramento: non sempre /si riconosce/ (b), ma quando c'è l'impegno, l'impegno è sempre amore.
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L'impegno di servire bene il Signore e sempre meglio, è proprio crescere nell'amore al Signore. E se invece si cadesse in questa condizione, che, arrivati a un certo punto, quasi si pensa che, ah, siamo arrivati abbastanza, /abbiamo fatto abbastanza/ (a) quel che volevamo... Ah no! Sarà invece l'impegno fino al momento in cui passeremo dalla vita presente alla vita eterna. Alla vita eterna.
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Dovrete sempre ricordare il
Magnificat, ricordare e ringraziare il Signore delle tante grazie che avete ricevuto e riceverete ogni giorno e che riceverete in questi giorni di esercizi spirituali. Siano così, bene, questi frutti, questi esercizi. E allora sarà /un altro/ (
a) nuovo anno di maggior santificazione (1).
Ariccia (Roma)
26 settembre 1967
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(1) Ariccia (Roma), 26 settembre 1967.
602 (a) R: nei nei.
603 (a) R: conf. confessorsene.
(b) R: e confesso e confessione.
(c) R: è divise.
(d) R: saranno due saranno soltanto due.
(e) R: o anche.
604 (a) R: avete mo avete molto.
(b) R: avete avete.
(c) R: sarà tanto utile.
605 (a) R: possono.
(b) R: può essere sol anche può essere di anche una soltanto giornata.
606 (a) R: e che lo ha detto il Signore Gesù.
(b) R: incarna si è incarnato.
(c) R: venuti.
(d) R: esc ecco sono usciti dal Padre sono uscito dal Padre e poi venni a far quel che era la missione e dopo.
607 (a) R: siamo sia siamo s s siamo usciti.
(b) R: Il Signore ci ha dato il Signore ci ha dato l'umanità eh sì l'umanità creando l'anima creando l'anima.
(c) R: perché.
608 (a) R: tre m m tre m quan quelli che sono i miliardi.
(b) R: ne la qui vi sono vi sono.
(c) R: gli altri gli uomini.
609 (a) R: al al risur alla all'amore.
(b) R: cioè il tutt è il be il tutto bene.
610 (a) R: e abbia.
(b) R: ci è a ancora.
(c) R: all'amore finit infinito completo.
611 (a) R: che il Signore ci ha dato.
612 (a) R: il mo il giorno.
(b) R: ma che non.
(c) R: con e portare.
613 (a) R: e m e son.
614 (a) R: impiegano.
(b) R: un po' un.
615 (a) R: e per que ce è sta que stato e cioè.
616 (a) R: si sciu che sciupano.
617 (a) R: bi bisogna.
(b) R: abbia abbiamo sprecato il sprecato.
(c) R: entecedente.
618 (a) R: dalla vita dalla terra.
619 (a) R: prolunga.
(b) R: il temp tutto il tempo.
(c) R: e che vuol e che.
(d) R: anche per un anche per un.
620 (a) R: vi ha dato vi ha.
(b) R: darle.
(c) R: la prop il proprio.
(d) R: che lo con che lo usiamo.
(e) R: porta la.
621 (a) R: che si s si.
(b) R: si sono cons si sono consecrati.
622 (a) R: e poi e.
(b) R: secondo eh secondo.
623 (a) R: il.
(b) R: possan possano essere degl delle imp m mancanze.
(c) R: negli eserc negli esercizi.
(d) R: da andar da cadere.
(e) R: si passa.
624 (a) R: tanto.
(b) R: medita.
625 (a) R: per per.
(b) R: e per port e perché vengano a vengano.
(c) R: vengano.
(d) R: facessero.
(e) R: ma non sono soltanto.
628 (a) R: il Signore il Signore.
(b) R: conserv cons considerarsi.
(c) R: con cui si parla.
629 (a) R: per il propositi.
(b) R: la soci la vita sociale.
(c) R: proprie personali.
630 (a) R: è è in necessario.
(b) R: per l'apo per.
(c) R: vi ha avete fatto già avete fatto già.
631 (a) R: si è arrivati ai ai si è arrivati ai voti.
(b) R: come la come.
(c) R: che si che stentano a a.
(d) R: si trovavano si trovavano.
632 (a) R: che si si che si.
(b) R: o esporsi.
633 (a) R: che che noi.
(b) R: si na si si riconosca.
634 (a) R: ha fatto abbiamo fatto abbiamo fatto abbastanza.
635: (a) R: un altro un altro.
(1) Dopo il consueto saluto di commiato: «Sia lodato Gesù Cristo», il Fondatore aggiunge: «Il Padre nostro per la bellezza di questa vocazione» e intona la preghiera che viene recitata da tutte.