portar luce e calore dov’è tenebra e gelo, acciò anche l’arido terreno germogli e fruttifichi; guardarsi con ugual ribrezzo dalla sfrenata licenza e dalla codarda adulazione; flagellare il vizio e commiserare il colpevole; proteggere la vittima e punire l’oppressore, elevare i cuori e purificare le coscienze; nelle bilance della giustizia gettar sempre la penna dalla parte della verità, e la verità sostenere a fronte alta, a viso aperto contro le tirannie, i soprusi, le violenze del potere, sia esso del trono, della tribuna o della cattedra; rivendicare e difendere a spada tratta gli eterni e sovrani diritti della fede e della virtù… Quale opera più meritoria e proficua dinanzi agli uomini e dinanzi a Dio?
Invece il giornalismo politico è troppo sinonimo di affarismo, di livore settario, di basse invidie, di malsane ambizioni, d’interessi personali, e il giornalismo letterario sotto il pretesto di far arte per arte guazza nel lurido pantano del verismo, infamando ciò che vi ha di più caro e di più soave nell’anima: la fede e l’amore.
L’inchiostro è veleno sulla penna malvagia la sua macchia vale quella del sangue.
La parola è più forte della spada, più rapida del baleno, ed una gravissima responsabilità perciò incombe sui mestieranti della stampa che vilipendono e profanano la loro missione spargendo nel popolo il dubbio, l’errore, il vizio; distruggendo la fede religiosa, il bello ideale, il bene l’onestà dei costumi, la pace delle famiglie.
Per questi sciagurati carnefici del pensiero nulla v’ha d’inviolabile, né il pudore della fanciulla né la canizie del vegliardo né la cenere del sepolcro, né l’onore del talamo, né la bandiera della patria, né il carattere augusto della religione, né il nome santo di Dio!
Sovrana del mondo, la stampa è l’idolo del secolo: la politica riconosce il suo potere e lo compera, la società sa valutare le sue influenze e se ne giova. Essa è l’idolo del piacere: scandali, romanzi, pornografie, cronache criminali; tutte le eccitazioni perfide e malsane hanno in essa il portavoce nella cattiva stampa.
Torrente impetuoso, essa travolge nel suo passaggio fedeltà, onore, coscienza, virtù. È sopra le negri sue ali che si spande nel mondo la concupiscenza pagana; è dessa che, audacemente impudica, riabilita le sensuali sfrenate licenze, giustificando le passioni e scusandone gli eccessi.
L’eternità sola ha pene sufficienti a punire gli sciagurati che asserviscono la parola, questo sublime dono del Creatore, al male, come pure soltanto l’eternità può offrire premio e ricompensa bastevoli a coloro che consacrano la penna e l’ingegno al servizio di Dio, per consolare e migliorare l’umanità accettando e adempiendo la missione del giornalismo quale una milizia ed un sacerdozio.
Il lavoro dei Cooperatori
Appunto perché grandissimo il loro merito, fa d’uopo che ne sia aiutata, sorretta, coadiuvata l’opera santa colle simpatie, coll’appoggio, colla propaganda di tutti gli onesti, zelanti di promuovere il trionfo del bene contro il dilagare del mal costume preparando alla società giorni migliori, col diffondere ovunque la buona stampa, persuadendovi che la limosina di un libro e di un buon giornale è sovente, ai dì nostri, più necessaria d’ogni altra.
Tu hai un dono, bello come la luce di Dio, prezioso come la sua gloria: la fede! La fede è l’ala che il Creatore ci ha dato per salire fino a Lui, è il raggio che all’anima rischiara gl’immensi, divini orizzonti, è la forza che solleva, nobilita, santifica la creatura. La cattiva stampa coi perfidi sofismi, nell’indegno dispregio d'ogni verità, d’ogni dogma, d’ogni precetto, ti tarpa quell’ala, ti getta nelle ansie del dubbio, ti sprofonda nelle tenebre dell’errore, della negazione, del nulla.
Tu hai l’innocenza, hai il candore d’una casta giovinezza che spande intorno una fragranza di Paradiso… il