Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO IX – N. 10 – Bollettino Mensile – 20 Ottobre 1927 – C. C. P.

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV, 5)



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba

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Metri di muratura per la Chiesa a S. Paolo

METRI… METRI…

Carissimi Cooperatori e amici. La Chiesa vostra è quasi al tetto e si spiega anche solo nelle sue linee scheletriche bella, grande e speriamo pure devota. Ma i metri sono ancora indietro, ne mancano ancora tanti, tanti.
Fate di nuovo uno sforzo, un merito, mandatene o trovatene ancora uno: siete circa 17.000 e potete con un po’ di sacrificio arrivarci.
Per raccogliere un metro con piccole offerte mandiamo foglietti appositi. Chiedeteli.
Di tutto Deo gratias!!
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Anno IX – N. 10 – 20 Ottobre 1927 – Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)


Per l’Altare e per il Focolare

Lo spirito umano ha la sua massima forza di espressione nella parola. Ma questa ha la rapidità del suono che la voce diffonde nell’aria… Alcune vibrazioni di onde sonore, un lontano rispondere di echi… poi silenzio. Ed allora la parola si fissa nella scrittura, e la scrittura, labile anch’essa, circoscritta nello spazio e nel tempo, si fa stampa, che centuplicata traversa il mondo ed i secoli s’immilla e resta immutata in mezzo a tutto ciò che si muta.
La stampa! Straordinaria potenza, che non ha confini, volontà indomabile che non ha catene, voce terribile che nulla e nessuno può far tacere mai.
È la stampa che diffonde la verità e propaga l’errore; è la stampa che riabilita e calunnia; è la stampa che salva o disonora: è la stampa che assolve o condanna: ma secondo i principii a cui s’informa e lo scopo che si prefigge, è la stampa che prepara le rivoluzioni ed i grandi cataclismi sociali; è la stampa, che dà esca alla guerra, ed è ancora la stampa che richiama la serenità della pace.
Duce, araldo, campione della stampa è il giornale, divenuto nell’epoca nostra il libro del popolo, libro meraviglioso ed universale che muore e rinasce, segnando come un orologio, e talora anche precedendo come una guida, dì per dì, i passi dell’umanità nelle vie del progresso.
Letto con avida curiosità, raccolto da taluni in volumi con affettuosa cura, negletto e lacerato da altri come una cosa vieta e disutile, avuto in odio o tenuto in onore, sprezzato o temuto, il giornale che vive la vera vita del popolo, fra cui palpita e geme, prega e comanda, persuade e minaccia, o imprecando o benedicendo, realizza il detto di Leibnitz: – chi può governare a sua posta la educazione degli uomini è padrone del mondo. –
Infatti l’educazione del popolo oggidì si compie specialmente con il giornale, educazione politica, letteraria, morale, poiché i fogli quotidiani tenendo conto dell’arcana marea che spinge innanzi il mondo nella cerchia degli avvenimenti e nei rapporti delle idee, affratellano l’un popolo con l’altro, suscitano le gare feconde nel primato della civiltà fra le varie nazioni, fanno vivere tutte le genti d’una stessa vita intellettuale.
Missione santa, nobilissima a chi ne valuta bene i gravi doveri e ne comprende la sublime dignità!
Parlare a tutti, di tutto ciò che v’ha di bello, di grande, di generoso, di eletto; non dimenticar fatto d’importanza, non utile invenzione, non sana dottrina senza esporre e volgarizzarne il concetto;
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portar luce e calore dov’è tenebra e gelo, acciò anche l’arido terreno germogli e fruttifichi; guardarsi con ugual ribrezzo dalla sfrenata licenza e dalla codarda adulazione; flagellare il vizio e commiserare il colpevole; proteggere la vittima e punire l’oppressore, elevare i cuori e purificare le coscienze; nelle bilance della giustizia gettar sempre la penna dalla parte della verità, e la verità sostenere a fronte alta, a viso aperto contro le tirannie, i soprusi, le violenze del potere, sia esso del trono, della tribuna o della cattedra; rivendicare e difendere a spada tratta gli eterni e sovrani diritti della fede e della virtù… Quale opera più meritoria e proficua dinanzi agli uomini e dinanzi a Dio?
Invece il giornalismo politico è troppo sinonimo di affarismo, di livore settario, di basse invidie, di malsane ambizioni, d’interessi personali, e il giornalismo letterario sotto il pretesto di far arte per arte guazza nel lurido pantano del verismo, infamando ciò che vi ha di più caro e di più soave nell’anima: la fede e l’amore.
L’inchiostro è veleno sulla penna malvagia la sua macchia vale quella del sangue.
La parola è più forte della spada, più rapida del baleno, ed una gravissima responsabilità perciò incombe sui mestieranti della stampa che vilipendono e profanano la loro missione spargendo nel popolo il dubbio, l’errore, il vizio; distruggendo la fede religiosa, il bello ideale, il bene l’onestà dei costumi, la pace delle famiglie.
Per questi sciagurati carnefici del pensiero nulla v’ha d’inviolabile, né il pudore della fanciulla né la canizie del vegliardo né la cenere del sepolcro, né l’onore del talamo, né la bandiera della patria, né il carattere augusto della religione, né il nome santo di Dio!
Sovrana del mondo, la stampa è l’idolo del secolo: la politica riconosce il suo potere e lo compera, la società sa valutare le sue influenze e se ne giova. Essa è l’idolo del piacere: scandali, romanzi, pornografie, cronache criminali; tutte le eccitazioni perfide e malsane hanno in essa il portavoce nella cattiva stampa.
Torrente impetuoso, essa travolge nel suo passaggio fedeltà, onore, coscienza, virtù. È sopra le negri sue ali che si spande nel mondo la concupiscenza pagana; è dessa che, audacemente impudica, riabilita le sensuali sfrenate licenze, giustificando le passioni e scusandone gli eccessi.
L’eternità sola ha pene sufficienti a punire gli sciagurati che asserviscono la parola, questo sublime dono del Creatore, al male, come pure soltanto l’eternità può offrire premio e ricompensa bastevoli a coloro che consacrano la penna e l’ingegno al servizio di Dio, per consolare e migliorare l’umanità accettando e adempiendo la missione del giornalismo quale una milizia ed un sacerdozio.

Il lavoro dei Cooperatori

Appunto perché grandissimo il loro merito, fa d’uopo che ne sia aiutata, sorretta, coadiuvata l’opera santa colle simpatie, coll’appoggio, colla propaganda di tutti gli onesti, zelanti di promuovere il trionfo del bene contro il dilagare del mal costume preparando alla società giorni migliori, col diffondere ovunque la buona stampa, persuadendovi che la limosina di un libro e di un buon giornale è sovente, ai dì nostri, più necessaria d’ogni altra.
Tu hai un dono, bello come la luce di Dio, prezioso come la sua gloria: la fede! La fede è l’ala che il Creatore ci ha dato per salire fino a Lui, è il raggio che all’anima rischiara gl’immensi, divini orizzonti, è la forza che solleva, nobilita, santifica la creatura. La cattiva stampa coi perfidi sofismi, nell’indegno dispregio d'ogni verità, d’ogni dogma, d’ogni precetto, ti tarpa quell’ala, ti getta nelle ansie del dubbio, ti sprofonda nelle tenebre dell’errore, della negazione, del nulla.
Tu hai l’innocenza, hai il candore d’una casta giovinezza che spande intorno una fragranza di Paradiso… il
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libro cattivo, romanzo passionale ti contamina, ti profana come il bruco che macchia il giglio colla sua fetida bava.
È obbligo tuo assoluto di respingere, di condannare all’ostracismo questi maestri d’iniquità, questi violatori delle coscienze, questi assassini delle anime.
L’uomo ha diritto alla propria conservazione; tu hai diritto di circondare di siepi il tuo campo e di mettere fuori del seminato il ladro che di notte tempo va a rubare i frutti ed a guastare le biade. Tu hai diritto di sbarrare la porta della tua abitazione perché nessun malfattore vi entri a manomettere le cose tue, a rapirti robe e danaro. La nazione parimenti ha diritto, nelle pestilenze e nelle guerre, di chiudere i suoi confini e di appostarvi guardie per vietarne il passaggio sotto la pena di morte.
Tale diritto sussiste altresì, non meno imperioso, non meno giusto, in tutto quanto riguarda la vita dello spirito, l’integrità dei costumi, la difesa della fede.
Tu hai il dovere di esercitarlo senza transigere mai.

Contessa Rosa di S. Marco




Il Calendario nazionale
della moralità

Eseguiti dal celebre pittore Bolognese Prof. Antonio Maria Nardi, sono giunti tutti i disegni del grandioso Calendario olandese pel 1928 pubblicato dalla Pia Società S. Paolo.
La geniale e nuova iniziativa di un calendario nazionale della moralità che combatta la lotta purissima, contro il ballo, la bestemmia, la moda, l’alcoolismo, la cattiva stampa, la profanazione della festa è accolta con vero entusiasmo.
Ai cooperatori raccomandiamo una larga diffusione di questo calendario che pienamente corrisponde alle esigenze dei nostri tempi.
Occorre prenotarsi molto presto.
Prezzo L. 16 al cento più le spese di posta.

SUFFRAGHIAMO

Sia nell’intenzione dei nostri cooperatori, in questo mese, suffragare le anime che soffrono in Purgatorio a causa della cattiva stampa:
Anime che patirono scandali, persero l’innocenza, mancarono e caddero nel male perché spinti da letture malvagie.
Infinito è il loro numero e varie considerazioni potremmo fare in merito.
La diffusione che la stampa cattiva, oscena, scandalosa, o anche solo neutra, quella cioè che vuol tenere la falsa via di mezzo, non predicare troppo il male e guardarsi dall’insegnare il bene, ha raggiunta ormai in tutto il mondo, nelle città e nelle campagne, basta a dirci quante e quante anime giornalmente vengono traviate ed istigate al male.
Il cattivo esempio, narrato e predicato e volutamente abbellito, la figura, il disegno, la fotografia provocante le massime infernali del vizio, la difesa più vergognosa del peccato strappano giorno per giorno alla Croce un numero stragrande di fedeli.
Quelli di questi fedeli che sanno risorgere e tornare alla religione e alla pratica cristiana difficilmente riescono nella vita a rimediare il vecchio male e portano al di là della morte un resto di pena da scontare.
Il purgatorio rigurgita di anime sofferenti in causa della cattiva stampa!
Cooperatori, a voi tocca pregare, lavorare e far suffragi! Se riusciremo a liberare ciascuno una sola di queste anime, quanto bene sarà contato all’anima nostra!
E le anime liberate dai nostri suffragi, in cielo si ricordano di noi, dell’opera dell’Apostolato-Stampa e chiederanno a Dio le più feconde benedizioni.
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SAN PAOLO

Anno della sua conversione

La Sacra Scrittura non ci fa sapere in qual tempo a Saulo venisse amministrato il sacramento della confermazione; ma è probabile, secondo l’uso dei primi secoli della Chiesa, che gli venisse conferito immediatamente dopo ricevuto il sacramento della rigenerazione.
Pertanto ad eternare la rimembranza di avvenimento sì fausto negli annali della Chiesa, dai cristiani damasceni si volle santificare il sito nel quale l’Apostolo venne battezzato, erigendovi un tempio, ritenendo quel medesimo fonte a battistero dei nuovi credenti: ma quando la potenza musulmana, resasi formidabile per mezzo delle rapine e delle piraterie, assoggettò alla sua dominazione molti paesi cattolici allora, spinta da fanatismo islamitico, deturpò questo prezioso ricordo della Chiesa nascente, cangiandolo da culto del vero Dio in lurida moschea. Nel luogo poi nel quale Saulo vide la luce meravigliosa tramandata dall’Umanità santissima del Redentore, i cristiani eressero parimenti una chiesa che esiste tuttora: annessa a questa formarono uno spazioso recinto, ove seppelliscono i loro cari, morti nel bacio del Signore e questo cimitero viene appellato dagli abitanti del luogo col nome di Mergisafer.
Dopo essere stato ascritto Saulo alla figliolanza di Dio rifocillatosi ancora, sentendosi spossato ancora dal sofferto digiuno e cominciò immantinente quella vita apostolica che lo fece distinguere da tutti gli altri discepoli, mostrandosi a tutte le genti il vero vaso di elezione, eletto da Dio ad opere grandissime.
Corre molta discrepanza tra i commentatori della Sacra Scrittura riguardo all’anno nel quale accadde sì nobile conversione: pertanto lasciando io da parte le questioni che mi porterebbero troppo lontano, e attenendomi a quanto hanno detto i migliori cronologhi ed a quello che sembrami più ragionevole, svolgo la mia opinione in questa maniera.
Che Saulo siasi convertito immediatamente dopo l’uccisione di Stefano, la quale accadde il 26 dicembre dell’anno 34 di Gesù Cristo, non mi sembra probabile poiché sarebbe avvenuta la sua conversione un mese dopo la morte del santo Levita, cioè il 25 gennaio dell’anno 35 di Gesù Cristo. Ora non è possibile che in un mese siansi potuti svolgere tanti avvenimenti, quanti ne racconta S. Luca negli Atti Apostolici . Imperocché l’evangelista ci descrive dapprima la fiera persecuzione suscitata contro i fedeli in Gerusalemme dopo la morte di S. Stefano: passa quindi a narrare la dispersione di questi fedeli nelle varie province della Giudea, come già si è veduto nel capitolo precedente, e la conversione alla fede di quei popoli: racconta i viaggi e le gesta di Filippo e la nuova Chiesa che si era fondata e raccolta in Damasco. Tutto ciò era ben difficile potersi eseguire nello spazio di pochi giorni, specialmente allora quando i viaggi, per mancanza di comodità e di strade, erano lunghi e faticosi. Perciò stando a quanto gli autori più esimii nell’interpretazione dei libri santi e nella cronologia hanno scritto riguardo al tempo della conversione, la sentenza più probabile, e direi certa, è quella che l’ammette al principio dell’a. 36 di Cristo, 13 mesi dall’eccidio di S. Stefano, tempo bastevole per lo svolgimento di tutti quelli avvenimenti di sopra riportati: e così si avrebbe, essersi il dottore delle genti convertito a Gesù Cristo, l’anno del mondo 4036 nel mese di gennaio, in età di anni 35, essendo consoli Paolo Fabio Persico, Lucio Vitellio Nepote.

( Continua )

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Far leggere il settimanale cattolico

È ammonitiva e salutare l’insistenza dei libri Santi sulla efficacia della Scrittura Sacra.
Molte volte l’argomento è ripetuto. Il Settimanale cattolico che si prepara per le famiglie in aiuto ai parroci, vi reca il Vangelo, vi porta la parola del Papa, è la scrittura santa.

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Può sembrare questo ribadire un rimprovero ai pastori di anime: siamo ben lontani dal pensarlo.
Può sembrare uno stimolo e non lo è. Allora lo scritto almeno più direttamente è indirizzato ai Sacerdoti: questo sì, perché il Vangelo e il ministero della salvezza delle anime sono affidate a noi Sacerdoti.
È dunque una considerazione del nostro apostolato, per amarlo di più.

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C’è spesso un errore di metodo: o il giornale si vuole regalarlo, e non è buono, né giusto, né educativo; o se ne considera la propaganda come di un prodotto commerciale e si fa commercialmente, e allora fallisce, o si trascurano per es., le inserzioni che sono utili ai lettori come le notizie, e che insieme danno un utile finanziario e si geme nelle strettezze.

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Ecco la parola del Cardinal Pie:
«Quand’anche tutta la popolazione venisse ancora ad ascoltare le prediche, il popolo più religioso del mondo, il più sottomesso all’autorità, che non leggesse se non giornali cattivi, diventerebbero in capo a tre anni un popolo di empi e di rivoltosi. Umanamente parlando, non c’è predicazione che valga contro la cattiva stampa».

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Ecco intanto un brano di una lettera che ci scrisse un parroco, con il primo:
Il settimanale Cattolico che ricevo è di ottima guida ed appaga completamente i nostri bisogni nello zelo apostolico. Volesse Iddio potesse questo giornale Cattolico penetrare in tutte le famiglie! O almeno potessi riuscire a far abbonare gran parte almeno dei capi famiglia. – Ma come fare, specialmente in paesi agricoli, tanto restii anche nel versar qualche soldo, pur riconoscendo essi stessi la immensa utilità morale? Potessi riuscire a venderne almeno 4 o 5 copie alla domenica! Sarà possibile? Potrò poi corrispondere? A me piace essere puntuale .
La volontà e la buona disposizione è tanta… grazie a Dio.

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Molta parte del popolo non va in chiesa: la sapienza compatisce i traviati.
Riconosciamo ancora che le condizioni e le circostanze attuali del viver civile, l’affare, l’impiego, l’officina, il commercio, travolgono buona parte degli uomini: è la febbre dell’interesse, veniamo incontro a quelli fuori di via: veniamo a visitare in casa con l’apostolato della stampa, quelli che ne sono attanagliati, vincolati.
Vero è quel Don Bosco, sapiente in fatto di sociologia pratica, sognava e diceva: il commercio e l’industria che non servono più alla gloria di Dio ma all’egoismo, creano spostati, disoccupati, emigranti.
Ed è questa lezione gravissima un motivo nuovo ben forte di insegnare proprio a quelli, che il commercio, le preoccupazioni della vita tengono lontani dalla chiesa, la dottrina del savio lavoro e della divina Provvidenza.

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Vi sono ignoranti: a questi è più necessario il settimanale cattolico, anzi il bollettino parrocchiale.
L’ignoranza è campo incontrastato al padroneggio dell’errore: e al divulgarsi
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epidemico dell’ambiente pernicioso che la stampa perversa va creando.
Gli ignorati si istruiscono, e crederanno e vivranno anche la loro vita cristiana, che è la loro vita.
Perciò la chiesa istituiva le scuole. Ora la cattedra di verità per molti e per molte circostanze è passata nella stampa cattolica.

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Vi sono analfabeti: diamo anche a loro il giornale, il bollettino se lo faranno leggere: lo leggeranno colle mani: saranno sospinti a istruirsi.
Le vie del sapere non si esauriscono nella letteratura e negli occhi.
Il vostro giornale è pieno di spirito.

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Quelli che dirozzano le moltitudini perché acquistino la giustizia, risplenderanno come stelle.


I NOSTRI COOPERATORI

si acquisterebbero un bel merito per il cielo, farebbero molto bene a tante anime col diffondere:
La Domenica Illustrata (settimanale per famiglie): L. 15 annue.
La Domenica (settimanale religioso): L. 3 annue.
La Buona Parola (settimanale ricco di notizie morali): L. 2 annue.
Il Giornalino (settimanale illustrato per i fanciulli): L. 8 annue.
L’aspirante (quindicinale illustrato per giovani): L. 2,50 annue.
La famiglia Cristiana (settimanale di grande formato, 12 pagine illustrate ricco di agricoltura e commercio): L. 10 annue.
L’Unione Cooperatori B. Stampa (mensile che interessa molto le persone che desiderano conoscere la casa): L. 5 annue.


La vera patria è il Cielo


Così ci dice la festa di tutti i Santi.
La Chiesa istituì questa cara solennità per lodare Dio nei suoi Santi e per onorare i Santi stessi, i quali durante tutta la loro vita non ebbero altra cura che di aumentare la gloria di Dio ed assicurarsi il Paradiso.
Chi potrà mai comprendere il gaudio purissimo, sommo, eterno dei Santi? S. Paolo rapito al terzo Cielo, domandato di ciò che lassù aveva veduto ed udito, non seppe dir altro che «nessun occhio vide, nessun orecchio udì né nel cuore di alcuno è mai penetrato quello che Dio ha preparato per quelli che lo amano!»
S. Agostino rapito alla considerazione dei beni eterni esclamava: «Se tu, o Signore, hai creato per questo corpo corruttibile così grandi beni, se ora gode del sole, del firmamento, dell’aria, della terra, del mare, dei fiori, dei frutti, degli animali, di tutte le creature che lo servono, quali grandi ed innumerabili beni non ci avrai, tu preparati nella gloria immortale? Oh cara e bella patria, per ora ti vediamo da lontano, ti salutiamo da questo mare in tempesta, che è il mondo, ma verrà un giorno in cui ti possederemo per sempre!».
Per andare in Paradiso bisogna pregare, osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa, adempiere esattamente i doveri del proprio stato; sopportare con pace e rassegnazione le croci della vita.
Purifichiamo l’anima nostra dal peccato, solleviamo con più frequenza il pensiero al Paradiso dove un numero infinito di Santi godono il premio delle loro opere buone: distacchiamoci dai beni fugaci della terra, che tanto dovremo un giorno abbandonare e cerchiamo di assicurarci il Cielo con una vita più cristiana.
La terra è l’esilio, è il luogo di prova, è un campo di battaglia, verrà il riposo eterno, la pace, la gioia che non avranno più fine; la vera patria è il Cielo.
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La morte dell’Ingegnere Giuseppe Gallo
Ideatore del Tempio a S. Paolo

Il sabato 10 sett. si spegneva serenamente in Torino l’illustre Architetto Ing. Cav. Uff. Giuseppe Gallo. Era uno dei più reputati professionisti che onorassero il nostro Piemonte per la sua intelligente, indefessa attività esercitata particolarmente nel campo dell’arte sacra. Amava la Casa della Stampa buona; ne comprese il suo alto fine: elaborò con cura ed amore il disegno del Tempio a S. Paolo e ne curava con vivo compiacimento l’esecuzione.

L’Artista

La sua scomparsa è per l’arte cristiana una gravissima perdita perché egli si dedicava alle sue chiese non solo con l’animo di artista ma anche con sentimento di cristiano convinto, praticante, coscienzioso.
Il Gallo era l’artista che voleva anzitutto glorificare Dio nel campo nobilissimo dell’arte.
Non fu creatore di un nuovo stile ma fu il sostenitore dell’arte classica in un periodo di decadenza; fu l’artista nobilmente e rigidamente conservatore.
Specialmente il Gallo fu l’artista sacro perché dell’arte sacra seppe bene comprendere la natura ed il fine: egli non coltivò l’arte per l’arte né dimenticò mai come anche nel campo dell’arte vi siano i frutti proibiti. Egli intese l’arte sacra come la intese S. Basilio il quale affermava che i pittori e gli artisti fanno per la religione tanto coi loro quadri e colle loro mura quanto gli oratori con la loro eloquenza.


[foto]
Ingegnere Architetto Giuseppe Gallo

Le opere principali

Non siamo in grado di darne un elenco completo e ci dispiace. Superano il centinato le Chiese costruite o restaurate dal Gallo. Quando lo colse la morte aveva una quarantina di lavori in corso

Lavoratore e padre modello

L’Ing. Gallo aveva 67 anni ma la sua fibra robustissima ci faceva sperare di averlo ancora lungamente al suo nobilissimo lavoro.
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Era una tempra eccezionale di lavoratore; assai spesso si poteva scorgere il suo studio di Via Bernardino Galliari illuminato nelle tarde ore della sera, e, dopo brevissimo riposo, nelle prime ore del mattino il Gallo era di nuovo al suo tavolo di studio.
E fu questa operosità indefessa, unita al suo ingegno eletto di artista che gli permise di legare il suo nome ad un numero grandissimo di opere.
Ma Iddio lo vedeva maturo per il premio ed una morte repentina, per sincope cardiaca, portava in Cielo la sua anima bella e ricca di meriti.

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Alieno da ogni ambizione o competizione umana, il Gallo, cristiano esemplarissimo, non viveva che per l’arte e per la propria famiglia.
In occasione della grave sciagura abbiamo potuto costatare, commossi fino alle lacrime, di quanto amore questa famiglia attorniasse il suo capo illustre.
I figli, le figlie colla mamma, accorsi al suo capezzale da Avellino, da Sampierdarena e da Courmayeur erano come impietriti dal dolore. Solo la viva fede poté dare loro la forza e rassegnazione alla volontà divina.
Ed essi, i quattro figli, lo vollero vegliare ininterrottamente, lo vollero comporre nella bara, vollero portarne il dolce peso sulle loro spalle, accompagnarlo essi sull’automobile da Torino a Caramagna e comporne essi la salma lagrimatissima nella tomba di famiglia.
Uno spettacolo di pietà filiale indimenticabile.

Il Cristiano

L’ing. Gallo non era solo un valente artista ed un affezionato padre ma egli era una figura mirabile di perfetto cristiano.
Solo chi lo ebbe ad avvicinare poté conoscere la sua pietà profonda e sentita, la sua fede vivissima che egli cercò ognora di trasfondere nella famiglia e nelle sue opere.
Era molto divoto di Maria SS. e nel suo studio dominava una bella statua della Madonna e sul suo tavolo di lavoro era costantemente la bella immagine della Consolatrice.
E meritò di lavorare tanto per la Madonna e fino all’ultimo, poiché quando lo colse la morte stava lavorando una magnifica invetriata dedicata alla Vergine Immacolata per Trino Vercellese. Meritò di morire in giorno di Sabato sacro a Maria ed i suoi funerali si svolsero nel dì della festa del Nome di Maria.
Respice stellam, voca Mariam erano le sue ultime parole che aveva tracciato sotto l’effige della Madonna Immacolata destinata a Trino ed erano proprio le parole che la Chiesa metteva in bocca ai Sacerdoti nel dì della sua sepoltura.
Ricevette con esemplarissima edificazione tutti i Carismi di Nostra Santa Religione, ringraziò il sacerdote che aveva così confortato le sue ultime ore e si spegneva serenamente nel Signore conservando quella trasparenza di bontà soave ed innocente che gli era stata propria per tuta la vita.
Era Terziario Francescano e volle che dopo la sua morte lo vestissero coll’abito religioso e col cordone del Terz’Ordine dando ancora in tal modo un mirabile e rarissimo esempio di pietà cristiana.

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Colla scomparsa dell’Ing. Gallo il Piemonte e Torino hanno perduto una figura di eminente artista e perfetto cristiano.
Queste note sono un piccolo segno di riconoscenza, devono andare ad edificazione di quanti conobbero l’illustre scomparso ed a sollievo della Famiglia così duramente provata.


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NELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

Il Tempio a S. Paolo

– Bele sì jè Nusgnour ca travaia!...

È un visitatore che ha detto queste parole in buon piemontese, mentre col naso in aria stava osservando i ponti che abbracciano ormai a circa 30 metri di altezza, la mole del tempio a S. Paolo.
Sì, visitatore e benefattore nostro, che ti sei estasiato dinanzi a quest’opera della Provvidenza, hai detto bene.
Sempre abbiamo ripetuto anche noi nella Chiesetta nostra.
Non fosse la Provvidenza di Dio nulla esisterebbe di quest’opera e di questo tempio.
È Dio che parla ai cooperatori, agli amici, alle anime apostoliche che giorno per giorno si aggiungono alla grande famiglia della nostra Opera Buona Stampa.
È S. Paolo che intercede, che dona favori e grazie continue a quelli che fanno offerte e promesse per il suo tempio.
I carpentieri protetti anch’essi nel loro lavoro dal Signore, salgono e si abbrancano come scoiattoli alle antenne, legano i travi, i travicelli, assicurano le impalcature quasi sospesi nel vuoto, accarezzati dall’aria frizzante di ottobre. Dietro loro, più sicuri, salgono i muratori ed iniziano il lavoro che richiederà maggiore opera, maggiore attenzione, maggiore difficoltà: la cupola.
Le offerte dei Cooperatori continuano come continua ancora la fornace a dare mattoni e la Chiesa si eleva, anche nella facciata che è ormai a buon punto.
I giovani, i piccoli apostoli della Casa, le figlie, le Suore pregano sempre di più.
«O Signore venga bello e superbo per la tua gloria questo tempio. In esso dovranno venirti a ringraziare le anime che per la luce del Vangelo e per l’opera della Stampa Cattolica ritorneranno a Te».

NOTIZIETTE MENSILI

Nuovo Diacono

La domenica 16 c.m. S. Ecc. Mons. Giuseppe Francesco Re Vescovo di Alba elevava al Diaconato il Suddiacono Boano Benedetto, che, da sette anni, compie con zelo ed amore il suo apostolato nella casa della stampa con cura specialissima per i giovani. Al nuovo Diacono l’augurio di vederlo presto salire l’altare ad offrire la Vittima Divina.

Laurea

Il nostro signor D. Marcellino Paolo, direttore del «giornalino» negli scorsi giorni conseguì dall’Istituto di scienze sociali di Bergamo, la laurea in Dottore. Al carissimo D. Paolo le più vive congratulazioni.

Esami

Col giorno 8 ottobre terminarono gli esami delle materie che si studiarono durante l’estate: il 10 ottobre si ricominciò l’anno scolastico che avrà termine a Natale.

Nuovi venuti

Quest’anno la casa si è popolata di circa 200 persone: si è così raggiunto il numero di 900.

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Si pregano vivamente gli amici a mettere sempre chiaro il nome , cognome e indirizzo , ogni volta che scrivono, ancorché già abbiano precedenti relazioni. Dicano inoltre ogni volta il motivo della somma anche su cartolina sebbene si fosse inviata lettera a parte.
Abbiamo ad esempio qui un certo numero di vaglia di cui non si riesce a conoscere la motivazione.
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LA NOSTRA CASA DI ROMA

Torna assai gradito e di grande conforto per i Cooperatori, il sapere che le loro preghiere a San Paolo, sono depositate proprio sulla tomba, proprio sul Cuore del grande Apostolo dai figliuoli e dalla figliuole che si trovano nella Casa di Roma della Pia Società San Paolo.
Questa piccola casa, questa piccola famiglia che ora è radunata in una casa della Via Ostiense, ossia della via che conduce alla Basilica e alla tomba di San Paolo, occupa perciò un posto importante nel cuore delicato dei Cooperatori come occupa un gran posto nel cuore dei superiori e di quanti sono nella casa di Alba, come la Casa di Alba e i Cooperatori occupano un gran posto nel loro cuore.

La Vigna di San Paolo

Questa località, col suo nome suggestivo, il quale contiene pure un suggestivo significato, s’estende a pochi minuti dalla Basilica e la tomba di san Paolo.
E fino ad ora era, da molti secoli, proprietà dei monaci benedettini, custodi delle reliquie dell’Apostolo.
Si trova tra le Tre Fontane, il luogo sacro del martirio di San Paolo, che bevvè il suo sangue, e il luogo santo che racchiude il sepolcro; e di là l’occhio si riposa sulle grandi visioni della basilica costantiniana di San Paolo e sulla basilica aldobrandina delle Tre Fontane.
La Vigna di San Paolo lievemente in declivio che volge alla città santa, Roma, per riceverne l’illustrazione delle verità, poggia contro una catacomba di carissimo nome: la catacomba di S. Tecla; davanti si svolgono quei sacri luoghi degli eroismi dei cristiani antichi, le catacombe di S. Timoteo, di S. Comodilla, quindi nella stessa via, quella di S. Domitilla, di S. Sebastiano e di S. Callisto. Luoghi che saranno a noi sprone di virtù, di pazienza e di carità.
Più avanti l’occhio contempla San Pietro, la sede del Papa; santa Maria Maggiore; San Giovanni in Laterano, la chiesa madre; e vicinissimo a noi come è detto sopra, la basilica di San Paolo.
Questo luogo, questa vigna di San Paolo è il sito che San Paolo ha riservato alla Casa di Roma della Pia Società San Paolo; dove quindi abiteranno i figliuoli di Roma, dove sarà costruita la casa e la Chiesa, dove sarà lavorata, la verità e la voce di Roma perché sia luce a molti, udita da molti, e molti conduca ad amare Gesù Cristo, e porti a salvezza.
Si sarà infatti prossimi alla Via Ostiense che porta al mare, non lontani dalla Via Appia, per cui è venuta la fede, e San Paolo a Roma abbastanza vicini alla ferrovia per il Nord.
Evidentemente è il cuore di S. Paolo, che ha voluti i suoi figliuoli vicino a sé, nella sua vigna; perché siano essi la sua vigna, perché con fiducia sempre maggiore lo preghino per se e per tutta la famiglia dei cari amici e cooperatori ed egli li esaudisca, li coltivi e li formi.
Ecco una notizia molto bella.

Ora vi sono amici che si presero a cuore questo nuovo ossequio a S. Paolo; pagare la vigna: perché è naturale, giusto, evidente il pagare ciò che si acquista.
E noi preghiamo San Paolo che siano molti questi suoi cari amici.
E molti, tra i parenti dei nostri giovani, e delle figliuole; tra i cooperatori che tanto e con giusto motivo sperano nella misericordia di S. Paolo; molti anche tra i buoni cooperatori che sono all’estero e che ricordano la Casa di Roma. Proponiamo un’offerta di lire 10 per un m2 di terreno: Signora Marini L. 10;
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Sig.na O. Simonti L. 10; Sig. Cipolli 1 e mezzo L. 15; Pia Persona per 300 m2 L. 3000.
Accettiamo con riconoscenza anche somme e titoli in mutuo con un conveniente interesse. E sarà cosa buona e bella che in questa occasione una pia persona sia la prima a versare una somma a fondo perduto, ritirandone gli interessi.

Notizie

Salute buona nelle due famiglie, si sono terminati i corsi estivi di lingua francese e di studio tipografico, e si daranno gli esami.

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A metà settembre, tra le feste della natività l’Addolorata, abbiamo avuto con noi il Signor Teologo, il padre che ci visitò, ci predicò gli esercizi spirituali i quali indirizzarono assai bene nello spirito e nella pratica del dovere, ci inebriò il cuore della sua carità e ci lasciò la promessa di ritornare presto. La sua vita è sempre come un corso di esercizi.

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Vi sono alcuni che hanno gran bisogno di grazie e delle preghiere dei cooperatori.

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Le pubblicazioni della Casa di Roma sono quasi tutte dirette per l’Italia centrale e meridionale.
I bollettini parrocchiali di vari formati e periodicità sono circa un centinaio.
La voce di Roma settimanale. Le varie edizioni per le varie diocesi.
Le biblioteche sono istituite in alcuni ospedali e in alcune parrocchie.
La stampa antiblasfema esige specie dei fogli volanti.
Raccomandiamo però caldamente ai cooperatori di pregare per la stampa e per le vocazioni della Casa di Roma: due cose delicatissime.
Non è meno intimo e largo qui il bisogno della stampa: ma la buona volontà dei parroci ha bisogno di grandissimo aiuto.

Unione di preghiere

Per tutte le persone che si raccomandano alle nostre preghiere offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa, e li raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori.
Il tempio a S. Paolo – S. S. Pio XI – La libertà della S. Sede e della Chiesa – L’Apostolato della B. Stampa – L’incremento della Pia Società San Paolo – I bollettini parrocchiali. – L’opera delle duemila Messe. – I centri di diffusione di libri e oggetti religiosi – Le Biblioteche – La diffusione del Vangelo. – I settimanali. – Gli scrittori Cattolici. – Un giovane per una grazia. – Una cooperatrice per una grazia. – Una ammalata. – Una persona per una grazia. – La salute a una cooperatrice. – La conversione del marito di una zelatrice. – Una attiva cooperatrice. – Una signora. – Un giovane ammalato e lontano dal Signore. – Una famiglia che abbisogna di un aiuto speciale dal Signore. – La guarigione di una persona. – Altre signore per grazie particolarissime. – La conversione di un figlio. – Una famiglia poco religiosa.

Corone del Rosario (Spina Christi)

Queste corone, a richiesta degli acquirenti vengono benedette con applicazione dell’indulgenza della Confraternita del Rosario, delle indulgenze papali, di S. Brigida e dei Padri Crociferi del Belgio. Le croci di detti rosari sono benedette con l’indulgenza della Buona morte e della Via Crucis; le indulgenze del Rosario e dei Padri Crociferi si possono acquistare recitando anche una sola volta la corona (Pio X, giugno 1907). Una volta benedette, le corone possono essere distribuite ma non rivendute sotto pena di perdere le indulgenze.
Ogni Corona costa L. 6. Spedizione a mezzo posta. Inviare l’importo alla Pia Società S. Paolo, Alba.
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DIAMO IL VANGELO A TUTTE LE FAMIGLIE

Coll’autunno ritorna l’epoca della lettura e della diffusione del Vangelo: facciamo che ogni famiglia ne abbia una copia.
Sono in Italia circa 4.000.000 di famiglie; ogni Diocesi, ogni parrocchia si proponga che in ogni famiglia entri il Vangelo, la virtù di Dio, la sua forza conquistatrice e salvatrice: Ego vici mundum: veni ut vitam habeant et abundantius habeant.


Il mezzo più efficace:
La festa del Divin Maestro

Diamo uno schema che ciascuno può adattare.
Prepararla un po’ avvertendo una domenica prima: e dove è possibile far pure una certa pubblicità col Bollettino, qualche manifestino.
Al mattino . – Nella S. Messa predica apposita, Comunione per riparare i peccati della stampa cattiva e ottenere grazie sulla buona. Ad ogni messa diffusione in chiesa o con un tavolino o come si crede meglio (molti benedissero i volumetti davanti al popolo e poi li distribuirono alla balaustra come la S. Eucarestia, tutte forme di maggiore solennità che possono giovare assai).
In vari paesi si tenne l’Ora di adorazione. L’altare fu adornato di Vangeli disposti in bell’ordine attorno al S. Raggio e poi furono distribuiti, conciliando così molta venerazione al libro.
Conviene imprimere l’idea che dove entra il Vangelo, deve uscire ogni stampa cattiva .
A sera: Istruzione sul come tenerlo in casa (dare l’esempio in chiesa: tenerlo sul pulpito ben in vista e in onore, poiché il popolo istintivamente copia dalla sua Parrocchia); come leggerlo, quando, da chi, ecc.; insomma una istruzione pratica per avviare alla lettura, come è spiegato in principio di ogni volumetto.
Benedizione: fare ad alta voce le promess e a Gesù Cristo Maestro.
1. Condanniamo ogni insegnamento, libro o giornale contrario al Vangelo.
2. Promettiamo di leggere un tratto del Vangelo ogni giorno nelle nostre famiglie, e di vivere secondo il tuo insegnamento.
3. Promettiamo di intervenire alla spiegazione del Vangelo e mandare i figli al catechismo.
4. Promettiamo di allontanare dalla famiglia ogni stampa cattiva e sostenere la buona.
5. Riconosciamo che tu solo sei il Maestro nostro e del mondo in unione con il tuo Vicario, il Papa.
Il Divin Maestro gradisce e benedice la diffusione del suo Vangelo e quanto bene si fa, curando poi che sia letto, almeno da un gruppo di famiglie , quelle più facili a conquistare, che sien nutrite di più spirito evangelico.
Negli anni scorsi, fu tenuta in una quindicina di diocesi: Brescia, Padova, Treviso, Urbania, Capua, Cremona, Crema, Macerata, ecc.
Dovunque riuscì di grande efficacia per la diffusione.
Per ispirare sempre più la stima e l’amore verso il S. Vangelo e condurre alla lettura, si sono preparati cartelli con la scritta: Miei Parrocchiani, leggete ogni giorno un tratto di Vangelo. Il vostro Parroco.

Si cedono a prezzi mitissimi.

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«Siccome non può bastare a tutti la dottrina cristiana spiegata in Chiesa, ogni famiglia abbia la sua piccola biblioteca di cultura religiosa, con libri adatti e sicuri, dove non manchi soprattutto il libro dei Vangeli, in edizione approvata dalla Chiesa. Ed oh! quanto bene farebbe ad ogni famiglia un quarto d’ora di lettura evangelica, fatta in comune ogni giorno, dopo una breve preghiera!»

I Vescovi lombardi

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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
Pia Società S. Paolo - Alba (Piemonte)

Diamo qui un regolamento che un Parroco stabilì per la sua Biblioteca Parrocchiale. Altri lo potranno adattare alla propria parrocchia.

Regolamento

1. La Biblioteca è aperta a tutti.
2. È composta di libri di scienza, arte, religione, istruzione morale, vite dei santi, missioni, amene letture e romanzi buoni.
3. Per la consegna ed il ritiro dei libri è stabilita sola la festa nelle ore libere dalla Messa, Dottrina, S. Funzioni e riunioni.
4. La quota è di L. 1 per l’iscrizione, ossia per il diritto di avere i libri: ovvero L. 5 per una intera famiglia - poi L. 0,25 per un mese di trattenuta del libro; - più L. 0,50 se spirò il mese senza consegnare il libro; - ovvero L. 1 se spirò anche il 2° mese;
5. Non si consegnerà che un solo libro alla volta, purché non sia troppo piccolo; solo il Rev. Parroco potrà fare qualche eccezione.
6. Il diritto della iscrizione è personale. Perciò chi presta un libro ad altri pagherà L. 3 di multa e L. 2 chi lo riceve prestato.
7. Chi rovina il libro pagherà un compenso secondo l’entità del danno.

COSÌ SI È RIMEDIATO


alla mancanza d’un settimanale illustrato per il popolo, a prezzo facile e diffusivo, pubblicando

La Domenica Illustrata
Cent. 0,30 la copia – Abb. Annuo L. 15

La Pia Società S. Paolo, lanciando il nuovo settimanale con una vigorosa campagna d’abbonamenti per il 1928 intende far giungere in tutte le parrocchie, a tutti i gruppi Buona Stampa la pubblicazione veramente adatta e istruttiva per il popolo italiano.
La collaborazione di noti scrittori del campo cattolico, l’attualità fotografica, il disegno di nobilissimi artisti, rendono sin d’ora una vera certezza di diffusione.
Chiedete copie di saggi e condizioni per propagandisti e rivenditori.

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E in nessuna famiglia manchi il settimanale cattolico diocesano: come non vi deve mancare il crocifisso!!
Il settimanale cattolico porta il Vangelo della domenica; e premunisce contro le malsane dottrine correnti.
È quindi un dovere per le famiglie cristiane!
Ed è insieme un utile e un diletto!
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Date alla Chiesa
Un Sacerdote della Buona Stampa

Una buona madre di famiglia, ha un figliuolo di anni 11 che desidera rendersi Sacerdote. Essa è povera, molto povera, e per di più deve pensare a mantenere numerosa famiglia.
Che fare? Impedire al figlio di seguire la voce del Signore? Mandarlo in collegio? Ma chi pagherebbe la pensione? In questa circostanza ecco una buona persona, che conosce l’intenzione del bambino e le strettezze della sua famiglia, presentarsi alla mamma e offrirsi a pagare lei la pensione necessaria. Così fu risolta la questione con la contentezza del figlio, la gioia della mamma e la soddisfazione di quella signora che ebbe così l’occasione di fare del bene e di formarsi quanto ardentemente desiderava, un santo sacerdote.
Il ragazzo ha ora incominciati gli studi e promette bene.
Quante altre persone potrebbero fare altrettanto e consolare i poveri e volenterosi ragazzi. Sarebbero i denari meglio spesi che darebbero maggior gloria a nostro Signore.


La candela perpetua

Nella Chiesa di S. Paolo si fa l’esposizione ed adorazione perpetua del SS. Sacramento: notte e giorno si succedono le Pie Discepole in adorazione. Consigliamo nel Signore questo gran merito mandare una candela perpetua viva o di cera.
1.o Viva: le candele vive sono le Suore adoratrici, ossia le Pie Discepole. Un buon numero di Parroci ha già inviata una candela viva, ossia una vocazione.
2.o Di cera : dodici candele devono ardere innanzi a Gesù Ostia, esposto. Una candela perpetua costa 500 lire per anno. Chi vuole avere la candela perpetua offre lire 10.000 che danno appunto l’interesse di L. 500 per anno che verranno per questo.


INDULGENZE DEL MESE

Indulgenza Plenaria: 28 ottobre Ss. Simone e Giuda – 1 novembre festa di tutti i santi.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i membri o cooperatori faranno un’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai membri e Cooperatori, che confessati e comunicati o almeno contriti, diranno devotamente colle labbra o col cuore il santo nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorni da lucrarsi dai membri e dai Cooperatori ogni qualvolta diranno col cuore contrito qualche preghiera, secondo il fine della Pia Società o presteranno qualche aiuto (lavoro, elemosina, offerte).
6 novembre: Prima domenica del mese . Comunione riparatrice contro i delitti della stampa cattiva.


Teol. Alberione Giacomo Direttore resp.
ALBA – Pia Società S. Paolo – ALBA

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LE OFFERTE DEI DIVOTI DI SAN PAOLO



Vino e vinello

ce ne occorrono 1800 brente ed anche quest’anno l’accettiamo con viva riconoscenza da tutti gli amici che ce ne vorranno inviare.

Vive grazie

Al Sig. Cortese Francesco falegname da Neive che ha regalato una guardaroba per ritirare la biancheria della chiesa. Il Signore prosperi la sua famiglia.


Vino bianco per S. Messa

Deo gratias e tante preghiere per quelle buone persone che ci hanno promesso e ci stanno preparando vino bianco per la santa Messa. Il vino si cambierà in sangue di N. Signore che scenderà a purificare le anime loro e loro apporterà grazie e benedizioni celestiali.


Offerte per piviali

Le zelatrici devono andare orgogliose di offrire a S. Paolo un prezioso paramentale; lo si fa per ottenere da lui la sua potente intercessione: lo si fa per impegnare
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S. Paolo a concedere le grazie di cui abbisogniamo.
Il nome delle offerenti sarà scritto su di un registro e messo sotto il calice durante la santa Messa della festa di S. Paolo e sarà scritto nel registro di N. Signore.


Offerte per il raggio

Il Divin Maestro conceda favori e benedizioni agli offerenti, specie a quelli che si privano di oggetti più cari per valore e per ricordo.

Grano

«Da quando ho incominciato a dare il mio quintale di grano a S. Paolo ho visto la mia campagna e le mie fatiche più benedette da Dio».
Dopo la carta è la spesa più grande che abbia la Casa. Quintali ricevuti 36, occorrono 1800, mancano 1764.
Gorzegno - Fam. Gallo quintali 0,50. Rev. D. Boarino 0,50. Pezzolo - Borello Luigi L. 100 per q. 1. Travo (Piacenza) raccolti presso varii amici di S. Paolo dalla Zelatrice Casaliggi q. 2.
A tutti gli offerenti di Travo vivissime grazie: da parte nostra vi offriamo in cambio le preghiere per ottenere le benedizioni di Dio su di voi e sulle vostre campagne.
S. Rocco Cherasca - Fam. Merlo q. 1. Canove - Fam. Bottaio q. 2.
Per tutti Deo gratias e vivissima riconoscenza.
N. B. – Coloro che ne hanno raccolto ci possono avvertire: diremo come inviarlo.


Dopo il raccolto

Molte persone sanno ringraziare degnamente la Divina Provvidenza destinando in opere buone parte di quanto hanno ricevuto. Fanno offerte di denaro, di frutti, di lavoro al Signore: grano, vino, patate, pomi ecc.
La Pia Società S. Paolo ha ricevuto di questi giorni di tali offerte, anche piccole e minute da un numero veramente grande di persone buone e cooperatrici.
Per tali persone si fanno speciali preghiere ed in modo specialissimo il S. Rosario.
Molte persone pregano e fanno, nel corso dell’anno, promesse a S. Paolo, questo è il tempo generalmente più propizio per mantenere, perché per lo più si è potuto realizzare qualcosa dai raccolti.
Sono quelli che danno i più benedetti dal Signore poiché il Signore ha detto: «date e vi sarà dato». Ed egli è fedele alla parola data.
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