Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO VIII – N. 8 – 20 Agosto 1926 – Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba


LAVORO ESTIVO


Si dice: il popolo ci lascia riposare nell’estate! Difatti, essendo nei centri rurali, occupatissimo nei lavori agricoli, poco viene alla Chiesa, ai Sacramenti. Trascorsi il mese di Novembre, le feste natalizie, il tempo pasquale, i mesi di Maggio e di Giugno, rimane un periodo di circa quattro mesi di minor intensità nel lavoro religioso.
Saranno mesi meno fecondi, dunque, pel Sacerdozio? No, se in tale tempo si preparerà il lavoro pei mesi avvenire. E particolarmente saranno mesi di conseguenze importanti se in tale tempo si coltiveranno e sceglieranno i giovani che mostrano vocazione religiosa od ecclesiastica.
Allorché si coltivano le vocazioni non si scorgono i frutti immediati: ma essi saranno a suo tempo tanto più copiosi: poiché si formano gli apostoli.
Il Divin Maestro ci insegnò anche in questo particolare: sua cura prediletta fu scegliere i dodici, istruirli, educarli, formarli all'apostolato.
D'altra parte con Giugno e Luglio si chiudono le scuole ed i giovani che terminano il corso elementare devono per ottobre scegliere la via: al lavoro? allo studio? in Seminario? in casa religiosa?
Ecco: che il Parroco, il Sacerdote zelanti si mettono in preghiera, in meditazione, in osservazione; poi fanno proposte, parlano coi ragazzi e parenti; scrivono alle case religiose od ai seminari; cercano benefattori, ecc. Curano, insomma, le vocazioni.
Questo lavoro per le vocazioni non spetta solo ai Sacerdoti: ma anche ai genitori, alle maestre che conoscono da vicino i loro scolari e la loro capacità: quante maestre hanno dato sacerdoti zelanti!
Molte sono le case religiose: fra le altre vi è la Pia Società S. Paolo di Alba, per l'Apostolato della Buona Stampa: in essa i giovani, con spesa minima, compiono gli studi di un Seminario.
Pensione: L. 40 mensili per tre anni; in seguito sono tenuti gratuitamente. — Chiedere più precise spiegazioni alla: Direzione Pia Società San Paolo, Alba (Piemonte).
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Sì, figlio mio, fatti Sacerdote

Era la fine di autunno quando entrai nella casa di Carlo Huet. Egli non c'era: da laborioso giardiniere, si trovava al lavoro.
Signora Huet quando mi vide entrare, sortì dall'altra porta, quella che dà sui vivai, e chiamò il marito:
«Huet, vieni, c'è gente che ti vuol
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parlare!», non era che io solo. Lasciato il suo lavoro, vidi venire lentamente verso me Huet; egli è della scuola di quelli che vanno sempre, ma senza affrettarsi. Lo rivedo ancora socchiudere le palpebre sotto le ciglia arruffate, e sorridere sotto i baffi, abitudine sua quando riconosceva, nelle persone che venivano a cercarlo, una vecchia conoscenza. Si scusò di essere in maniche di camicia, e mi offrì da bere. Bevendo io gli faccio la mia ordinazione per alcune piante di peri e di meli.
Quando, parlando, la conversazione cadde sul suo figliuolo di quindici anni, io vidi la commozione salire sul volto di Carlo Huet, non era dolore il suo, no, ma un pensiero grave occupava interamente il suo spirito.
— Mio figlio — rispose — non è più qui, non lo sapevate ancora?... Mi chiese di entrare nel piccolo seminario... e dove tutt'ora si trova. Un giorno, ritornando dal lavoro, mi sedetti proprio qui a questo posto; lui, il figliuol mio, mi si avvicinò:
— Papà, devo chiederti un grande favore...
E mi domandò il permesso di diventare sacerdote.
— E voi che cosa avete risposto?
L'uomo sedeva di fronte, aveva nello sguardo una bella espressione di dignità e di autorità, data dal ricordo di quel momento, dove lui, il padre era stato giudice. La madre scomparve nell'ombra.
— Io risposi press'a poco così — continuò il padre. — Figlio mio, se tu mi avessi chiesto questo permesso alcuni anni fa quando la vita del prete aveva ancora qualche benessere, ti avrei risposto di aspettare e di riflettere: ma ora che la vita del sacerdote non richiede altro che sacrifici, ti rispondo subito: Va'.
Ecco una risposta sublime.

Rène Bazin.



PER LA CHIESA CATTOLICA IN GERMANIA
Seminari per le vocazioni tardive

La penuria di Sacerdoti in molte Diocesi della Germania si attribuisce alla mancanza di opportunità e di mezzi che in questi ultimi 20 anni si sarebbero dovuti somministrare alle vocazioni, anche tardive. Seguendo l'iniziativa dei Salesiani e dei Padri di Marianhill, i quali fondarono seminari simili a quelli di Osterly in Inghilterra, e di Nungrer, e Limerik in Irlanda, se ne fondò uno in Belecke, diocesi di Paderborn, per iniziare ed educare coloro che per l'età non potrebbero seguire il corso regolare ecclesiastico. Gli studenti sono ora soltanto un centinaio, ma sarebbero molti di più se vi fosse maggiore ampiezza di luogo e ricchezza di sussidi. Un altro Seminario simile fu recentemente costruito in Aschaffernburg per le diocesi Bavaresi; ma, nonostante la penuria di mezzi, i seminaristi devono sobbarcarsi alle spese, oppure trovarsi un benefattore. Molti Vescovi tedeschi fondano le loro speranze su quelle vocazioni che, per essere tardive, non mancano spesso di essere le migliori.
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Anche la Società S. Paolo di Alba raccoglie queste vocazioni tardive e le cura in modo speciale.
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LA STAMPA BUONA

Ideale bello

I famosi enciclopedisti del sec. XVIII dicevano: «Bisogna coprire la Francia di carta». E non la Francia soltanto coprirono, ma il mondo intero. E fu una carta avvelenata, impregnata di menzogna, di odio, di materialismo, e di abiezione.
E s’è fatta la notte nelle intelligenze, e la sobrietà brancola nel buio fitto d'infiniti errori, le anime si dibattono spasmodicamente nei labirinti della colpa.
Spargete a profusione la buona stampa, per diradare le tenebre dell'ignoranza e del pregiudizio. Diffondete la semente delle sane dottrine, per ricondurre l'equilibrio nelle menti traviate; ricoprite la terra di carta evangelica, per rischiarare le sue vie, agevolare la conversione e il ritorno di tanta gente alla fede. Quale ideale più bello?

Apostolato nobile

Il mondo ha bisogno d'una nuova, lunga e profonda evangelizzazione. Cieco chi non lo vede e non lo riconosce! Il male è penetrato troppo indentro nelle anime per poter nutrire speranza di vincerlo facilmente. Non può insegnarsi la verità ad un popolo incredulo senza grandi insistenze e infiniti mezzi. Non può tanto facilmente ricostruirsi — e da un decennio all'altro — una nazione in delinquenza. Non può riedificarsi dall'alto un paese che occorre riprendere dalla base. L'opera è immensa.
È nelle intelligenze guaste, è nelle volontà pervertite la sorgente profonda del male. Occorre rifare le intelligenze e cambiare le volontà. Opera difficile, lunga, penosa.
Occorrono mezzi proporzionati, ed anime accese di fede. Il mezzo adatto non può fornirlo che la stampa, e gli apostoli ardenti non può darli che la gioventù.
Sono gli spiriti che s'illuminano con la buona stampa, sono le intelligenze che si nobilitano, è la società che si costruisce, è la patria che si risana.

Apostolato generoso

In uno dei Congressi della Buona Stampa di Parigi, un giovane francese esclamava: «Fin dall'infanzia ebbi una passione ardente per le Missioni, e divoravo avidamente tutti i racconti che mi capitavano in mano. Ma i genitori impedivano la realizzazione dei miei sogni. Un giorno ad una conferenza magnifica sulla buona stampa. Benedetto quell'istante! Fu una rivelazione, fu uno sprazzo di luce, e un nuovo orizzonte mi si schiuse dinanzi. Capii allora che Dio mi chiamava alla missione nuova, ad una missione che, senza essere sacerdote, potessi disimpegnare nella stessa Francia, è la missione della Buona Stampa. E ora sono parecchi anni che lavoro con fede, con passione. Lungi dallo stancarmi, sento ringagliardite ogni giorno le mie forze e raffermarsi il mio carattere; sento rinnovarsi il mio essere e vivificarsi l'energia del mio spirito; sento di partecipare, al più grande, al più importante degli apostolati, e sento che sarei infelice se Dio non m'avesse aperto la porta a questa nuova missione. Ho sperimentato delle disillusioni ed ho sofferto delle umiliazioni; ho sostenuto delle lotte ed ho riportato delle sconfitte. Ma quante vittorie altresì! quante soddisfazioni! quanta gioia! No, non è della poesia che faccio. Quest'apostolato m'avvince, e non so perché tutti i giovani cristiani non ne sian presi».

Nuovi Missionari

La propaganda della Buona Stampa, ecco la nuova, la grande missione della gioventù cattolica.
Per conquistare dei lettori ai nostri giornali e delle anime a Dio, è divenuto nuovamente necessario oggi, come
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ai primi tempi del cristianesimo, di sottrarsi alla quiete e lanciarsi nell'azione. Bisogna mettersi sugl'intrigati sentieri del mondo e nelle aride campagne d'un nuovo apostolato, battere alle porte chiuse, mendicare il diritto di dire una parola, urtarsi ai rifiuti ed alle critiche, insistere, perseverare, ostinarsi, ricominciare sempre, in onta alle contraddizioni, all'impossibilità umana d'un risultato positivo. Così si finisce per trionfare!
C'è urgente bisogno di nuovi missionari, e numerosi, e giovani, e pieni di volontà e d'entusiasmo, affinché la nostra stampa, la stampa cristiana entri in tutte le famiglie. Occorrono dei missionari! dei nuovi missionari per questo nuovo e fecondo apostolato!
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Il Presidente del Circolo Giovanile Cattolico di Novara scrive:
Molto Rev.do Direttore.
«... Dal 1 c.m. si è costituito qui il Segretariato Diocesano per la diffusione della Buona Stampa, alla dirette dipendenze della Giunta Diocesana e composto: da un direttore e da un membro per ogni organizzazione cattolica e cioè: Giov. Catt. Uomini, Donne e Ragazze. Tutte cinque i componenti il Segretariato sono propagandisti per le loro rispettive associazioni e tutte le domeniche sono in giro per la nostra vasta diocesi ed uniscono alla propaganda di formazione cristiana il lavoro di diffusione della stampa cattolica. A queste cinque persone altri propagandisti e propagandiste si uniscono volenterosamente per portare alle nostre parrocchie oltre alla buona parola anche libri ed opuscoli di buona stampa. Tutti i martedì i componenti il Segretariato si adunano, discutono, pensano i mezzi migliori di diffusione e si dividono il lavoro da compiere nella settimana».

Agli zelanti propagandisti il nostro plauso sincero e l'augurio che il loro esempio sia da molti altri giovani imitato.
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Un modo abbastanza facile di cooperare alla diffusione del pensiero e della vita cristiana con la Buona Stampa, è questo: indirizzare alla Pia Società S. Paolo di Alba giovani scrittori e scrittrici. E cioè:
Molti Reverendi Sacerdoti tengono, qualcuno forse anche da anni...! nel fondo del cassetto manoscritti di biografie, vite di Santi, di geografie, cultura, formazione per gioventù maschile e femminile ecc. e... aspettano l'occasione propizia per darli alla luce.
Molti professori di Seminari, Insegnanti, maestre, potrebbero prendersi l'incarico di scrivere qualche buon libro: romanzi, novelle, vite di santi, ecc.
Altri ancora potrebbero incaricarsi di tradurre dal francese, dal tedesco, dall'inglese ecc.
A tutti diciamo: mandate i vostri manoscritti alla Pia Società S. Paolo; indirizzate ad essa coloro fra i vostri conoscenti che potrebbero incaricarsi di scrivere —
Bene, intendiamoci — qualche libro: e avrete un gran premio in cielo. Come molti si sono perduti per aver letto un libro galeotto, molti saranno salvati per il libro vostro. Ricordate le parole del Divin Maestro: Chi avrà fatto ed insegnato sarà grande nel Regno dei Cieli e avrà una doppia corona di gloria.
N. B. Si preferiscono: vite di santi e santi popolari: libri di formazione semplici, adatti alla gioventù di campagna: romanzi a fondo storico, biblico ecclesiastico.
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La volontà di Dio

È la regola e il bene.
Il Divin Maestro ce ne dà esempio meraviglioso.
Quando
si annunzia al mondo, proclama il suo programma di vita: manda gli angeli innanzi col libro aperto: e in capo sta scritto quel che farò: «Farò la volontà dèi Padre».
Viene nel mondo, quando, nell'ordine della divina volontà è compiuta la pienezza dei tempi.
A Nazareth, Maria e Giuseppe sono rivestiti dell'autorità del Padre, Gesù, il Salvatore, «sta soggetto a loro».
Nella vita pubblica non dispone di sé ma «fa sempre quel che piace a Lui, al Padre che l'ha mandato».
Sulla Croce reclina il capo, e rende lo spirito, quando tutto è consumato, ossia la divina volontà è tutta compita. E quel che ha fatto il Salvatore, ci stimoli.

«Sia fatto di me, secondo il tuo volere»

Il «fiat» con cui la S. Madonna si è dichiarata interamente a disposizione, della volontà di Dio, è il centro della vita di Maria SS.ma. — Tutti i privilegi e grazie qui ordinati: tutti i suoi meriti e l'apostolato ebbero origine di qui: tutte le sue grandezze poggiano su questo fulcro.

«Signore che vuoi ch'io faccia»

Queste sono il «fiat» di S. Paolo: l'espressione con cui si dichiara interamente a disposizione della volontà di Dio: e sono pure il fulcro del suo apostolato, l'origine delle sue grazie, il centro dominatore, regolatore della sua vita.
La volontà del Signore manifestata direttamente, o per mezzo di S. Pietro, o per i fatti o circostanze lo trovò sempre nella disposizione prima, e sempre aumentata dalle virtù e dalle grazie maggiori, e compì per lui l'opera di redenzione tra i popoli gentili.
Vi è dunque, un segreto di felicità, di merito, di riuscita: mettersi a disposizione della volontà divina.
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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
Pia Società S. Paolo – Alba (Piemonte)


Piombo!!!

Noi diamo i libri a buon prezzo, tutti ne convengono e qualcuno ne stupisce.
Ma bisogna sapere che noi non siamo gente che voglia arricchire col commercio dei libri. Viviamo affidati alla Divina Provvidenza, di elemosina.
Abbiamo tanti nuovi libri belli da stampare per le Biblioteche, ma ci manca il piombo.
Se qualcuno dei nostri Cooperatori ha del piombo inutile, ce lo scriva subito, ce lo mandi e ne faremo dei libri buoni.
Tutto serve: piombini di pacchi, tubazioni di gas e acqua potabile rotte, anche se sporche, non importa: servono anche vecchi impianti di acetilene che sovente si vedono inoperosi in case antiche, dove è stata sostituita la luce elettrica ai vecchi e scomodi sistemi di illuminazione. Raccogliete tutto e mandate a S. Paolo, il quale ve lo pagherà, e generosamente!

Rottami!

Non tutti hanno del piombo; ebbene, procurateci rottami di ferro, di ghisa, di ottone: noi li convertiremo in piombo.
Andate a visitare gli angoli delle cantine, i solai: dite ai vostri amici che facciano altrettanto per S. Paolo; radunate tutto in mucchio e poi scriveteci: «Ho qui mezzo quintale, uno, due, dieci quintali di rottami per S. Paolo». E noi combineremo il modo più economico di ricavarne vantaggio.
In Germania i ragazzi portavano al maestro anche i chiodi che trovavano per le strade, per fare la guerra. E noi non vorremmo fare altrettanto per fare la guerra contro il male.

Romanzo a dispensa

Si può dare a tutti: non è riservato per adulti. È scritto a tinte un po' forti, perché possa essere accolto da tutti; ma non fa del male, neppure ai ragazzi. Bisogna diffonderlo specialmente negli ambienti operai, dove sono tanto diffusi quelli cattivi.
A chi richiederà aumento di copie in seguito, si manderanno anche gli arretrati, dietro richiesta, per avere il romanzo completo.

I romanzi conviene leggerli?

Questo è un problema ben arduo per chi ha la responsabilità di dover consigliare letture; è un problema a cui è ben difficile trovare una soluzione che risponda a tutte le difficoltà e a tutti i dubbi.
Molti Parroci hanno espresso il timore che la biblioteca parrocchiale finisca di fare più male che bene, abituando il popolo a leggere romanzi e creando in lui una specie di necessità simile a quella che è diventata la lettura del giornale, necessità che porterà facilmente a leggere qualunque opera si potrà a lui presentare, senza distinzione di buono o cattivo.
Molti si domandano: Non è meglio consigliare soltanto letture schiettamente religiose e istruttive, libri di Apologia, Religione, Cultura, Vite di santi, operette ascetiche?Certamente, nessuno ne dubita, questo sarebbe l'ottimo; ma se una biblioteca possiede solo di questi libri è lasciata in
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abbandono: questa è la realtà: brutta realtà, molto triste, sì; ma la pura realtà che viene a rompere bruscamente i più bei sogni che ci aveva fatto concepire il desiderio di fare del bene.
E allora che cosa fare? Rinunziare alla biblioteca?
Ma conviene lasciare libero il campo ai nostri nemici? Se non diamo noi roba buona da leggere, verranno purtroppo i libri cattivi; e verranno molto più presto di quanto ce lo possiamo immaginare; e noi scoraggiati dovremo esclamare: troppo tardi! in questo paese non si può fare più nulla; tutti leggono i libri cattivi e non si adattano più a prendere i nostri.
Ecco dove conduce il timore esagerato. Quanti vorrebbero rifare ben diversamente il cammino fatto ! Ma del senno di poi son piene le fosse...
Adattiamoci dunque al gusto dei lettori. È grande sapienza adattarsi a tutto e ricavare da tutto il massimo bene, senza pretendere di voler rifare il mondo daccapo a nostro talento. Questa è una illusione che ha deluso migliaia di persone e purtroppo continuerà a deludere ancora.
Se i lettori non vogliono altre letture, diamo loro di quelle che preferiscono, scegliendole come si deve, educando la loro coscienza alla lettura buona. È una forza immane questa; aggioghiamola al nostro carro. Invece di preoccuparci troppo della convenienza o meno di leggere i romanzi è meglio preoccuparci della loro scelta e di formare le coscienze alla lettura, educandole al gusto del bello e del buono, perché sappiano evitare quello che è male quando il male si presenterà. Fra quanti leggono libri cattivi i più non sono persuasi di far male e li credono buoni. Quante volte si sente dire: Che male c'è in questo libro? E questo lo dicono di opere di Victor Hugo!... Nella lettura avviene come nella vita pratica. Quelli che assolutamente vogliono il male, non li potremo ritenere noi. Potremo invece sempre educare a servirsi con moderazione dei beni della vita. Che cosa vale scalmanarsi tanto contro il vino e i liquori? Che cosa vale predicare il regime secco? Chi ascolta? È meglio predicare come S. Paolo: Modico vino utere. Saremo più ascoltati e vi saranno ancora molti ubriaconi, avremo la consolazione di vedere tanto più di quelli che saranno ragionevoli.
Sappiamo bene che si tende sempre a quello che è vietato e che basta scaldarsi a sconsigliare una cosa perchéè subito sia ricercata!...
«Perchè, dunque — scrive Ettore Fabietti — rammaricarsi se alla biblioteca si cercano e si leggono quasi soltanto romanzi? Basta che i romanzi siano buoni, cioè capaci di svegliare, di educare i sentimenti migliori. Che cosa intendiamo per romanzo?
È necessario intendersi bene. È prevalsa l'abitudine di chiamare semplicemente romanzo qualunque libro che diletti, sia esso un libro di racconti, sia di novelle, sia di fiabe, sia d'avventure, sia finalmente davvero romanzo. Noi potremo sempre con vantaggio sostituire ai romanzi vuoti e spesso sciocchi, dei libri divertenti, interessanti, che servano a far entrare nelle menti e nei cuori tante cognizioni e sentimenti utili e buoni, sulla Religione, sulla storia, sulla Bibbia, ecc. Nei libri di avventure potremo sempre far entrare un modo di cognizioni e di principi che serviranno ottimamente a completare l'istruzione scolastica e quella religiosa impartita dal Sacerdote. La lettura da sola, potrà fare quanto non sarà mai possibile a noi.
Questo è un lavoro difficile e lungo. Si tratta di rifare quasi daccapo la lettura romantica attualmente in voga. E vi si lavora intorno alacremente. Si sono già stampati molti libri a fondo storico, biblico, religioso, sociale, ecc. Non sempre si son fatti dei capolavori. Ma accontentiamoci del bene, l'ottimo verrà solo se cominciamo a servirci del bene, lasciando da parte lo spirito di critica spinto oltre i limiti del giusto. E la critica moderata, servirà ottimamente di guida al lavoro immenso che ancora è da farsi.
Dunque: non distruggere, non trincerasi nell'inazione, cominciare dal compiere il bene che si può compiere, con mezzi anche imperfetti assai, e preparare la via, se non all’ottimo, che nel mondo non sarà mai, almeno ad un meglio che a quello sempre maggiormente si avvicini.
Abituiamo la gente a leggere. E se proprio non vogliono adattarsi a leggere libri migliori dei romanzi, diamo loro dei romanzi scelti fra quelli che fanno loro del bene e potremo dire di aver fatto il nostro dovere nella lotta contro i nemici della Fede e della Morale che si servono appunto di questi mezzi in così larga scala.
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Per i nostri bambini

(Continuazione)


Quand'ecco proprio ai primi del giugno scorso, un ribasso del valore della lira ed un rialzo generale di tutte le materie prime, con un conseguente aumento anche del prezzo dei giornali.
Rialzare anche il prezzo del giornalino?
Sarebbe logico. Ma non sarebbe più logico da un altro lato, perché non si avrebbe più il giornalino economico sognato e mantenuto sinora.
E allora?
Ecco il punctum.
Diminuire le pagine o immiserire il giornalino?
No; sarebbe un mezzo suicidio, mentre l'intenzione è precisamente l'opposto di migliorare cioè e aumentare i colori e magari il numero delle pagine.
Ricorrere a qualche sottoscrittore generoso che sostenga?
Ecco: non sarebbe una cattiva idea, e se qualche signore munifico cui sta a cuore l'innocenza infantile volesse investire un piccolo capitale per questo scopo, colla certezza di salvare tante anime e cumularsi interessi eterni nel Cielo farebbe oltre che un'opera buona, anche un buon affare.
Ma non è questo il rimedio migliore.
La nostra stampa deve lottare finché riesca a vivere a sé come l'altra stampa. Vivere da sé, coi propri mezzi.
Perciò bisogna portare il giornalino a sorpassare questa seconda crisi e vivere coi propri mezzi.
Come?
Diffondendolo di più.
Se ora 26 mila copie costano tanto è in gran parte per le spese iniziali: composizione, disegni, incisioni ecc. È la prima copia che costa molto (oltre mille lire) le altre costano meno. Aumentando le copie vengono divise di più queste spese iniziali e proporzionatamente le copie vengono a costare meno conservando il loro prezzo.
Ecco quello che chiediamo ai nostri Cooperatori.
Insegnanti, fate leggere il giornalino ai vostri alunni. È tanto facile farne giungere un dieci o venti copie ogni settimana e farle distribuire da uno dei ragazzi più svegli della classe. Vi servirà.
Reverendi Parroci, giovani Coadiutori, trovate qualche mezz'ora ogni settimana, per distribuire o far distribuire il giornalino ai vostri marmocchi: ve li affezionerete di più.
Ai Cooperatori nostri sarà facilissimo trovare abbonati e incaricarsi o incaricare giovani e ragazzi di distribuire il giornalino fra i bimbi del loro paese.
Ecco un bell'apostolato!
Ricordiamolo sempre: i bambini sono la pupilla del Maestro Divino.

Quello che dice la Civiltà Cattolica del Giornalino per i fanciulli
stampato dalla Società S. Paolo di Alba

«Abbiamo percorso la prima annata di questo settimanale pei fanciulli e lo abbiamo trovato adatto all'età loro e sopratutto rispondente al fine dell’educazione cristiana e civile della tenera età. Per questo non manca mai un raccontino illustralo tratto dalla storia ecclesiastica (il primo è il martirio di S. Tarcisio), notizie di avvenimenti istruttivi (la politica non è per i ragazzi), letture religiose, componimentini svolti dagli abbonati, lavoretti di taglio, di ricamo, ecc. per le bambine, poesie, giochi con premio, disegni di artisti in erba.
«Raramente abbiamo trovato oggetto di critica.
«I redattori da buoni educatori, hanno bene inteso che non si deve dare che una parte minima allo scherzo e al riso.
«Se si curerà sempre anche il corretto scrivere, (e ci starebbe bene una piccola rubrica grammaticale e linguistica) il periodichino coopererà anche
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a preservare la bella nostra lingua dall'inselvatichire» (Civiltà Catt. - 3 lug. 1926 p. 68).
Nota. — Il suggerimento della grande rivista è accettato molto volentieri dalla redazione del giornalino che pensa già appunto ad attuare la rubrichetta grammaticale e linguistica.

OPERA ANTIBLASFEMA

Passando in tipografia

Entriamo. Attorno alle casse che i giovani stan componendo. In un reparto si stanno ultimando le pagine dei calendari antiblasfemi.
Poiché ci è noto il grande successo che ebbero negli scorsi anni ci sentiamo stimolati a voler sapere se per il 1927 il calendario avrà delle novità. Il proto ci risponde che vien curata meglio ancora l'edizione tipografica con lo stampato a due colori ed una smagliante copertina.
La materia? Si sa, i mesi, le settimane, i Santi, le feste, le lune, i tempi poco desiderati dalla gola, massime che dan sonore martellate ai bestemmiatori, ed in calce ad ogni foglio mensile le vignette: alcune tendono, mirano ad eccitare orrore al turpe vizio altre insegnano modi pratici per combatterlo.
Ci congratuliamo col proto e ci permettiamo domandare il prezzo. Il prezzo? È mitissimo, considerato il forte aumento subito dalla carta.
Formato economico cm. 16x35 L. 17 %. Per 1000 copie L. 160.
Formato grande cm. 19x39 L. 22 %. Per 1000 copie L. 210.
Per la stampa del proprio nome, parrocchia, ditta, ecc. sulla copertina, per qualsiasi quantitativo, aggiungere L. 10 all'importo dei calendari.
Pagamento anticipato o contro assegno.
Consegna in ottobre.
Il proto ci invita a prenotarci subito perché ogni famiglia possa acquistare il calendario antiblasfemo prima che i paesi siano inondati di altre specie di calendari, altrimenti... addio propaganda ed efficacia!
Per giornate antiblasfeme chiede alla Società S. Paolo di Alba strisce murali, cartellini colorati, manifestini, cartoline, giornali, timbri, distintivi, giuramento italico.
Si possono avere con poca spesa, perché la Società li cede a prezzi mitissimi.

Le pie donne di Galilea che seguivano il Salvatore prestavano alla sua divina Persona i servizi domestici: le matrone romane offrivano agli Apostoli e ai Pontefici le loro case, perché vi celebrassero le sacre funzioni; l'opera delle cooperatrici buona stampa è ugualmente nobile, santa, meritoria.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


Il Sacrificio della S. Messa nel pensiero di Cesare Balbo

Mentre Gesù muore.

«Quando mi trovo presente al Sacrificio della Messa e vedo quanti pochi cristiani vi assistono, io provo un vivissimo senso di dolore e di sconforto pensando al bene immenso che tanti ignorano, che tanti non cercano, che tanti disprezzano, che tanti perdono!
«Pensare che, mentre nella chiesa il Sacerdote alza fra le mani il Calice e lo offre all'Eterno Padre per la salute di tutto il mondo, in chiesa non si contano che sette od otto donnette e talora uno o due vecchi! Frattanto nella strada ferve una vita intensa e agitata. È un via vai di persone affannate che corrono per i loro negozi; un brulicare di sfaccendati che passeggiano, quasi senza sapere lo scopo del proprio moto.
«Orbene, se poteste arrestare, per un momento, tutta quella gente e le domandaste se ha sentito la Messa o se va a sentirla, io, senza tema di errare, oserei risponderle che tutti o quasi tutti non l'hanno sentita.

Chi si ricorda di lui?

«Eppure, quanti bisogni, quante preoccupazioni, quante miserie, quanti guai si nascondono fra quella folla che si agita e scuote continuamente passando davanti alla Chiesa in cui il Sacerdote celebra per loro il Santo Sacrificio!
«Chi pensa a ricorrere a Gesù che sta lì colle mani piene di tante grazie e pronto a darle a chi solo gliele domandi?
«Chi pensa a riparare in modo efficace, a tante colpe commesse, che attirano castighi di Dio? Chi pensa mai a dire un grazie a Dio per tutti i benefici ricevuti da Lui, a ringraziarlo per quegli affari che si crede vadano così bene per il proprio lavoro e per la propria attitudine, mentre Iddio, se volesse, li farebbe andare a ritroso. Chi pensa di adorare e lodare Iddio che solo merita di essere adorato e lodato da tutto il mondo e per tutta l'eternità?

Ignoranza e poca fede.

«Nessuno, nessuno, nessuno!.. E perché questo? Perché si ignora generalmente che cosa sia il S. Sacrificio. Non si sa, non si pensa che molte disgrazie, molti mali temporali sono il castigo temporale che Dio ci manda per i nostri peccati e che potrebbero essere evitati col semplice assistere alla S. Messa nella quale Gesù Cristo prega per noi.
Le difficoltà sono piccole o nulle. Chi non può trovare massime nella città, una piccola mezz'ora da dedicare a questa opera così importante? Si perde tanto tempo per cose di poco o nessun valore! Se un cristiano ha una fede viva e vera, non potrà fare a meno di farsi una legge di assistere ogni mattina alla S. Messa. Se un cristiano è semplicemente logico, non potrà fare a meno che assistere ogni mattina all'atto essenziale della sua religione.
Non si tratta che di un po' di buona volontà.
Si faccia la prova e si toccheranno con mano i frutti immensi della pia pratica della S. Messa quotidiana!».
«Coloro che veramente non possono ascoltare sovente la S. Messa possono supplirvi coll'ascriversi a partecipare a due mila Messe che vengono celebrate dai Sacerdoti della Pia Società S. Paolo per coloro che fanno un'offerta di Lire DIECI.
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Agli Emigrati

Notiamo con piacere lo sviluppo che va prendendo l'Opera delle due mila Messe tra di voi: sovente riceviamo dall'America elenchi anche lunghi di ascritti. Oh! se ogni emigrato si ascrivesse a questa Opera così vantaggiosa per le anime. Sarà impossibile questo? No, con la vostra cooperazione. Molti di voi possono inviarci indirizzi di persone: altri possono occuparsi direttamente dell'Opera, e chi non potrà inviarci almeno dieci ascritti?
Noi vi accompagniamo con le nostre quotidiane preghiere: il Signore ispiri a voi e a noi i mezzi più adatti alla maggior diffusione.
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LE VIE E I MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA

Domandate e riceverete

La preghiera è il testimonio della fiducia: chi confida nel Signore non verrà meno: e per la fiducia veniamo esauditi. La preghiera è l'argomento della povertà riconosciuta, del bisogno che non può da sé. E sono vere le parole di S. Paolo: Io sono più potente quanto più sono infermo, e debole, e dappoco.
Dal Padre mio vi sarà usata la misura che avrete usata voi stessi per il prossimo.
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Offerte per la macchina da far Ostie

Da tempo si desidera far in casa le Ostie che a centinaia ogni mattina si cambiano nel Corpo di Gesù per venire nel cuore di ognuno di noi. Perciò ci occorre la macchina adatta. Diverse persone già fecero offerte perché possiamo acquistarla presto; ma ce ne manca ancora per coprire le spese.
Saremo molto riconoscenti agli amici e Cooperatori nostri che vorranno mandare qualche offerta per ciò. Faranno una cosa molto gradita al Divin Maestro che attirerà su di loro copiose grazie e benedizioni.
Un Parroco così scriveva inviandoci la sua offerta: Volentieri vi mando L. 50 per la macchina da far le ostie perché di lì esce una sorgente di grazie e benedizioni!

Tra le figlie di S. Paolo
Nuove Paoline

Finiti gli esami, ecco due turni di Esercizi Spirituali.
Si desideravano da tutte, ma in modo speciale da quelle che vedevano avvicinarsi il più bel giorno della loro vita.
Il Signore a parecchie aveva fatto l'invito: Se vuoi esser perfetto... e generosamente volevano rispondere alla chiamata finiti i SS. Esercizi.
Nel giorno di chiusa nella cappellina facevano i loro voti, ricevendo nuovo nome: Filippina, Ignazia, Carmela, Concetta, Gioachina, Anna, Marta, Assunta, Bartolomea.
La funzione lasciò le piccole piene di entusiasmo. Raccomandarono al Signore le fortunate compagne, perché seguano con generosità la via, non scevra di sacrifici, e perseverino mediante l'aiuto suo.

Tra le Discepole

Una funzione divota, intima si svolse Domenica, giorno dell'Assunta, nella Cappellina della Pia Società S. Paolo: per la vestizione di una nuova Suora, che dato l'addio al mondo, si propone di servire da vicino il Divin Maestro. La Regina degli Apostoli le mantenga costanza nei propositi.
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Teol. Alberione Giacomo Dir. Resp.
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