Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO VIII N. 4 – 20 Aprile 1926 – Bollettino Mensile – Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5).



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba


IL PAPA INVOCA LA REGINA DEGLI APOSTOLI


Nell'Enciclica sopra le Missioni il Papa conchiude con queste parole, che i nostri cooperatori sanno apprezzare:
«Ai comuni nostri desideri arrida con favore materno la Regina degli Apostoli Maria, la quale, avendo accolto nel suo cuore di madre tutti gli uomini affidatile sul Calvario, ama e protegge non meno quelli che ignorano essere stati redenti da Gesù Cristo, che quelli che della redenzione godono felicemente i frutti».
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Queste le espressioni compendiose del Santo Padre. Sono brevi, ma esse racchiudono pensieri e verità altissime: ci vorrebbero dei trattati per commentarle quanto meritano. È il Papa che desidera con cuore paterno la salvezza di tutti gli uomini con un gran cuore: a somiglianza del cuore del Divin Maestro. Egli dice: «con favore materno». La Regina degli Apostoli è una Regina-Madre. La qualità sua di Regina non deve darci il concetto soltanto di una creatura altissima, quasi immensamente distante da noi; no. Ella è da una parte Regina, per essere ricchissima di grazia, per dividere col Re, Nostro Signor Gesù Cristo, il governo del mondo; dall'altra parte però è Madre, per avere un cuore tutto bontà e tenerezza, ricolmo di tanto amore peri suoi figli.
Maria SS. è Regina, dunque ci dia piena fiducia la sua grandezza; Maria SS. è Madre, dunque ci dia piena fiducia la sua bontà. Maria SS. è Regina dunque ci dia piena fiducia la sua potenza; Maria SS. è Madre, dunque ci dia piena fiducia il suo amore.
La regina divide col re il governo; ma il suo non è ufficio per esercitare la giustizia d'ordinario; è ufficio tutto per la grazia. Maria è Regina-Madre; e nell'intercedere grazia ha un potere di comando: quod Deus imperio, tu prece, Virgo, potes. La qualità di Regina-Madre non ci deve mostrare una Creatura Altissima, ma una Madre ricchissima. Ella è Regina perché Madre di Gesù: ma prima Madre che Regina; prima è la qualità di Madre, poi di Regina. Perché Madre sappiamo di essere da Lei tanto amati e che tutte le grazie Ella ci desidera; perché Regina sappiamo che ad Essa nulla manca, tutto può darci quanto vuole. La vera espressione di confidenza è questa «Regina, madre di misericordia».
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Una tenerezza speciale d'amore è discesa nel cuore di Maria ai piedi della Croce. Sono rimasti bene impressi nell'anima di Maria quegli sguardi del moribondo Gesù, quando Le raccomandava tutti noi suoi figli: «Ecco,
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o Donna, il tuo figlio». Sono rimasti bene scolpiti nell'anima di Maria i dolori del suo Figlio: Ella ha veduto in quel giorno quanto è preziosa un'anima, quanto è cara al cuore di Dio, se un Dio, per ricomperarla, spendeva tutto il suo Sangue. È rimasta bene scolpita nell'anima di Maria la sete divina di Gesù pendente dalla croce, quando Egli diceva, parlando specialmente d'una sete spirituale: Sitio. Maria ci accolse in quel giorno come i suoi figli adottivi, come, quando l'Angelo Le aveva dato il grande annunzio, aveva piegato il capo innanzi al Divino Volere «sia fatto di me secondo la tua parola» ed aveva accolto il figlio di Dio nel suo seno verginale. Ella era la Madre del primogenito fra molti fratelli, divenne anche la madre dei fratelli minori, che siamo noi. Beati i figli di una tanta Madre, possiamo esclamare noi, come la donna evangelica esclamava rivolta a Gesù: beata colei che ti portò nel suo seno.
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Maria ama i figli che godono il frutto della Redenzione, come siamo noi. Maria ama nello stesso tempo quelli che ignorano tali frutti. Molte sono le anime che non godono la gioia di invocare Gesù; non hanno le dolcezze della speranza cristiana; non possiedono le inestimabili ricchezze della fede. E Maria tende loro le braccia, nel modo che Gesù diceva: ho altre pecorelle che non sono in questo ovile, ma è necessario condurvele! E Maria vuole formare Apostoli che ve li conducano: il suo cuore batte unisono col Cuore di Gesù: Pregate il Padrone della Messe che vi mandi operai. Gli operai sono gli Apostoli: Maria SS. ne è la Regina. E appena Gesù è mancato agli Apostoli ecco subito la Madonna prendersi cura, di loro: li rinfrancò, li raccolse nel cenacolo, con loro pregò, a loro ottenne lo Spirito Santo. Si rinnovi ogni giorno la divina Pentecoste sui chiamati all'Apostolato.
Frutto speciale del mese di Maggio chiedano questo i Cooperatori B. Stampa: Santi Sacerdoti, zelanti predicatori, pazienti confessori, religiosi e religiose di grande spirito, molti missionari e catechisti, scrittori sacri, apostoli della Stampa.
Tutti onorino la Regina degli Apostoli, particolarmente il giorno della sua festa 14 Maggio: e ciascuno conservi per ripeterla la seguente

PREGHIERA:

O Immacolata Maria, Corredentrice del genere amano, guardate agli uomini riscattati dal Sangue del vostro Divin Figliuolo ed ancora avvolti in tante tenebre d'errori ed in tanto fango di vizi.
La messe è sempre molta, ma gli operai ancora molto scarsi. Vi prenda pietà, o Maria, dei vostri figli che il moribondo Gesù vi raccomandò dalla croce.
Moltiplicate le vocazioni religiose ed ecclesiastiche; dateci apostoli del bene, pieni di sapienza e di fervore; sostenete colle vostre materne premure le anime che consacrano la loro vita a vantaggio del prossimo. Vi sovvenga di quanto faceste per formare Gesù e l'Apostolo Giovanni; ricordatevi delle vostre dolci insistenze presso il Signore, per ottenere lo Spirito Santo agli Apostoli; ricordate che foste la Consigliera dei primi Apostoli e degli Apostoli di tutti i tempi.
Colla vostra Onnipotenza supplichevole, rinnovate ancora la Divina Pentecoste sui chiamati all'apostolato, santificateli, accendeteli di santo ardore per la gloria di Dio e la salvezza delle anime; dirigeteli in tutti i loro passi; preveniteli colle vostre grazie sosteneteli nei momenti di sconforto; coronate il loro zelo con manipoli copiosi. Esauditeci, o Maestra, Madre e Regina degli Apostoli, perché ovunque si diffonda lo splendore del regno di N. S. Gesù Cristo, e tutti possano giungere alla luce della verità ed al beato soggiorno della felicità eterna.
Ave Maria, ecc.
Regina Apostolorum, ora pro nobis.
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La festa dell’Apostolato di S. Paolo

La liturgia romana oltre alla festa della conversione di S. Paolo (25 genn.) e della commemorazione della sua morte (30 giugno) celebra un'altra vera festa: la festa dell'apostolato di S. Paolo, nella domenica di sessagesima; tutta l'ufficiatura di questa domenica descrive e celebra le fatiche e il bene di S. Paolo Apostolo. Nella basilica di S. Paolo si fa fin dai tempi più antichi la stazione: una funzione pontificale, una processione solenne.
La messa di Sessagesima è stata espressamente redatta per la basilica di San Paolo, ed in tutte le sue parti è un poema in onore del Grande Apostolo.
Il brano dell'Epistola ai Corinti è una specie di autobiografia di san Paolo, in cui lo Spirito Santo ci descrive le sue incredibili fatiche, i suoi patimenti, i molti martiri sostenuti per Cristo e per la Chiesa, così da concludere quant'egli ebbe a ripetere in altra occasione: Io ho faticato più di tutti!
E appunto perché l’antico persecutore ha lavorato più di tutti, lo Spirito Santo ha disposto, che la sua vita ed i suoi scritti rimanessero alla Chiesa siccome la forma ispirata e la regola dell'Apostolato cristiano. Paolo non fa parte della schiera dei dodici; egli tuttavia è l’Apostolo ed il Dottore della Verità per l’orbe intero.
La parabola evangelica del seminatore assegnata alla Messa di Sessagesima, viene adattata dall'uso liturgico della Chiesa Romana appunto alla feconda e vasta predicazione di Paolo. Gesù già dalla prima ora aveva detto di lui ad Anania: Questi è uno strumento scelto dalla mia grazia. Egli porterà il mio Nome davanti alle nazioni gentili, ai monarchi ed al popolo d'Israele.
E così fu. Paolo disseminò la semente evangelica dall'Arabia e dalla Siria, attraverso la Grecia, l'Italia, le Gallie, sino alla Spagna, l'ultimo termine dell’Orbe, conosciuto dagli antichi; e diresse per lunghi anni tutte le Chiese da lui costituite, tanto che quest'enorme lavoro egli l'ha potuto paragonare ad un pungolo quotidiano: instantia mea quotidiana, sollicitudo omnium ecclesiarum.
Dopo tanto Apostolato, Paolo ha compiuto il suo mortale corso dando per Cristo la vita sua, quasi una libazione offerta e sparsa lietamente in onore del Signore. La frase è sua: Ego iam delibor. Il suo sangue quindi è stato libato, santificato il suolo di Roma, e la sua spoglia mortale attende la corona di giustizia là sulla via Ostiense, nella splendida basilica di Costantino Magno, di Teodosio, di Gregorio XVI, e di Pio IX, basilica che gli è stata elevata a trofeo sepolcrale dalla sollicitudo omnium Ecclesiarum. Là, sotto quell'Avello ombreggiato dall'artistico baldacchino musivo di Arnolfo di Cambio, Paolo attende l'ora in cui muoverà in contro a Cristo giudice, per unirsi a lui e guidare le dodici tribù d'Israele.

Le catene e il bastone di S. Paolo

Nella festa dell'Apostolato di S. Paolo, la Chiesa vuol ricordarci e commemorare le sue immense fatiche, e diuturni stenti sofferti, quasi per dirci che l'Apostolato è amore, è lavoro, è sacrificio per il Vangelo di Gesù Cristo: e una voce esce da quei vincoli sacrosanti: «Io Paolo prigioniero di Cristo», e uno spirito ne investe le catene baciandole: «Per il mio Vangelo soffro fino alle catene, come un malfattore, ma la parola di Dio non soffre i vincoli».
La storia di queste sacre Catene è parallela a quella di S. Pietro. San Gregorio Magno, quel medesimo che ci attesta che alla fine del VI secolo le tombe Apostoliche in Roma risplendevano per tanta copia di prodigi, da incutere riverenziale timore anche nell'appressarvisi, racconta che i Papi talora solevano limare alquanto le Catene di San Paolo, onde inviarne qualche Reliquia ai più insigni personaggi dell'epoca. Egli quindi promette un po' di quella limatura all'imperatrice Costantina di Bisanzio, che invece aveva osato domandare per una Chiesa di quella città il capo nientedimeno od il sudario di San Paolo. Il Papa rimase atterrito
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dall'audace richiesta, ed in una lettera, si studiò di persuadere all'Augusta, che i Romani, nonché aprire i sepolcri dei due Principi degli Apostoli, non osavano neppure di avvicinarsi per la preghiera.
Oltre alle Sacre Catene, come Roma Cristiana ha conservato gelosamente le assi lignee della Cattedra di San Pietro, così volle custodito piamente anche nella Basilica Ostiense il bastone apostolico che accompagnò Paolo nei suoi viaggi. Tra i più antichi documenti che lo ricordano, è un'epigrafe commemorativa della consacrazione della Chiesa di S. Salvatore in Pensile (s. Stanislao dei Polacchi) avvenuta il 9 novembre 1285. Tra le altre Reliquie che in quell'occasione vennero deposte nel sacro altare, sono recensite in primo luogo: Pars ligni Christi, Pars Baculi Pauli, una parte del bastone di S. Paolo.
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Agli Emigrati

Non passa mese senza ricevere notizie da parecchi di voi: ci fa piacere sentire che il Signore vi benedice: alcuni chiedono grazie, altri ringraziano S. Paolo per grazie ottenute, altri vogliono concorrere ad edificare la Chiesa a S. Paolo ed inviano il loro obolo, altri si ascrivono alle due mila messe. Scriveva un signore dall'America: «Qui ho poca comodità di ascoltare messe, perciò vi supplisco ascrivendomi alle due mila messe». Un altro signore: «Siccome per grazia di Dio ho lavoro e salute e lei mi ha sempre mandato il bollettino non voglio riceverlo gratis, invio questo vaglia: parte dell'importo è per tale scopo, il rimanente per ascrivere diverse persone al frutto delle due mila messe».
Tutti ringraziamo di cuore, tutti vi ricordiamo ai piedi della Regina degli Apostoli, nostra cara Madonna.
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Quando si ripigliano i lavori?

Così si domanda da tante parti, particolarmente da quanti hanno già fatta la loro offerta a S. Paolo; e ancora più da quanti hanno in animo di farla.
Rispondiamo: i lavori sono già ripigliati; in un certo senso; anzi quasi non furono sospesi, durante il periodo invernale.

Primo lavoro

Attualmente si stanno facendo mattoni e si costruisce la fornace che deve cuocerli.
In Alba vi son tre Fornaci che lavorano attivamente ed anche bene: e bisogna anche aggiungere, ad onor del vero, che i loro prezzi non sono affatto esagerati, se si confrontano coi prezzi altrove praticati. I Signori Proprietari di tali Fornaci meritano anzi elogio sincero perché l'industria loro è quella che rimane sempre fra le prime industrie della città, e procura pane a tante famiglie e un notevole movimento commerciale. Le loro spese però sono ben gravi, sia per la pressione fiscale che per la mano d'opera e lo stesso combustibile. Quindi essi sono costretti a mantenere prezzi elevati: prezzi che pure, come dicemmo, non sono affatto esagerati, anzi tali che non raggiungono i prezzi praticati in altri centri anche minori. Ciò si deve allo spirito equanime dei Signori Proprietari. Anzi essi meritano speciali ringraziamenti per le generose offerte già fatte per la Chiesa a San Paolo.

Difficoltà

La costruzione delle Chiese è sempre fatta in speciali difficoltà: infatti ha bisogno di appoggiarsi unicamente sul concorso dei fedeli, sulla pubblica carità. E non siamo del tutto in circostanze propizie! Dato l'elevatissimo costo della vita.
Perciò: il bisogno di ricorrere a tante industrie, a tanti mezzi, per compiere l'opera. Nei centri minori il Parroco chiede il soccorso dei Parrocchiani sotto tante forme: si fanno le condotte di sabbia, di calce, di pietre, di mattoni, ecc. gratuitamente; si danno giornate di lavoro per gli scavi, i trasporti occorrenti della terra, i collocamenti dei materiali; si fanno offerte di legnami, di pietrame, ecc.; si tengono banchi di beneficenza, sottoscrizioni con versamenti rateali e magari tassazioni sui terreni posseduti dalle varie famiglie; si hanno le varie compagnie religiose come Luigini, Umiliate, le Figlie di Maria, i Battuti che rispettivamente promuovono collette; ecc. ecc. Il solo incanto cosidetto della pietra fondamentale, delle campane, della Via Crucis, porta in certi casi notevolissimi introiti. Cosa dire poi delle recite di beneficenza, delle rappresentazioni cinematografiche, delle organizzazioni delle varie feste! Più di tutto: il Parroco alla domenica ha la sua popolazione a sentirlo: ad essa parla in modo diretto, conveniente come amico ad amici.

I mattoni

Qui si è ricorso ad una santa astuzia: fare i mattoni.
Il numero dei mattoni occorrenti per il tempio a San Paolo si aggira sui due milioni, e inoltre, vario altro materiale cotto occorrerà: come laterizi, tegole, ecc. Tutto questo esigerà una spesa importantissima, che per ora non sappiamo calcolare che approssimativamente. Ebbene persone di buona volontà concorreranno a tal lavoro con grande sacrifizio.
Esse lavoreranno per lo scavo della terra, per la essiccazione dei materiali, per la coltura di essi.
Si è comperata una macchina capace di una produzione oraria di 800 pezzi, circa.
Si confida così di avere a realizzare una qualche economia.
S. Paolo benedirà largamente quanti concorrono alla costruzione di questo tempio.
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La morte di un insigne Cooperatore


È il Cav. D. Brovia Luigi, Arciprete di Benevello (Cuneo). Andò a ricevere il premio dei buoni operai all'alba del lunedì di Pasqua, il 5 corrente.
La mano non vuole scrivere la parola morte e il pensiero non vuol abituarsi a pensare che l'Arciprete di Benevello, sempre così faceto, affabile, premuroso, si debba pensare al camposanto.
Ma il cuore, che pure pena, sa trovare le vie della fede: Gesù Cristo disceso nel sepolcro, ne esce ammantato di gloria; le Pie Donne ed i Discepoli piangenti la sua morte, ad un tratto sono estasiati dalla gioia della sua risurrezione. Dalla morte alla vita: come dall’inverno il ridestarsi generale della primavera! Addolorati, ma non nel modo consueto e mondano si sente la carissima eco della volontà di Gesù: «Voglio, o Padre, che dove sono io, sia pure il mio ministro».
L'arciprete D. Luigi Brovia è nato a Sinio, 76 anni or sono, da ottima famiglia, già benedetta da Dio con alte vocazioni ecclesiastiche. In essa ricevette la prima educazione cristiana e colà frequentò le prime scuole. Passò poi a studiare a Dogliani e, successivamente, nel Seminario diocesano; dove si distinse costantemente per pietà e intelligenza. A 23 anni venne ordinato sacerdote ed il suo primo campo di lavoro fu Guarene, dove lasciò buone traccio del suo zelo e dove anche oggi è bene ricordato. Di là, 49 anni fa, partì, eletto parroco del piccolo ma buon paese di Benevello.
E in 49 anni di lavoro silenzioso, costante, prudente, fatto tutto di carità e bontà egli interamente plasmò i buoni Benevellesi. Egli era il cuore e il padre dei suoi Parrocchiani, che lo veneravano, non meno di quanto l'amano e sentono oggi, nel distacco, tutto l'affetto che gli portavano.
Li plasmò nella scuola. Da principio egli fu per vari anni anche il maestro comunale vedendo le speciali difficoltà di aver insegnanti nel comune e come nella scuola poteva assai bene completare l'opera della Chiesa.
Li plasmò a mezzo delle Suore. Giudicava sempre che una delle grazie più preziose il Signore glie l'aveva fatta quando ebbe la fortuna d'avere a predicatore negli Esercizi SS. quell'uomo davvero superiore, che fu l'Abate Faà di Bruno: medico, soldato, matematico, professore d'università, sacerdote, istitutore e direttore di Suore. In quell'occasione fu deciso che le Suore del suffragio venissero a Benevello e incominciassero quel lavoro umile e intelligente
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di educazione della gioventù che anche oggi continuano con tanto vantaggio del paese.
Colla musica. Anche negli ultimi anni il lavoro serale suo era questo: raccogliere nella Canonica i suoi cantorini: e con arguzie, sante facezie, dividendo con loro le castagne, insegnare loro il canto sacro accompagnandoli coll'armonium e colla voce.
Li plasmò colla predicazione. E qui è dove specialmente l'Arc. Brovia esplicava tutto quello zelo e quelle sue caratteristiche che ne facevano un vero maestro, un predicatore convincente, chiaro, facile, popolare, efficacissimo.
Predicava con abbondanza. Molti sono gli Esercizi SS. da lui predicati nelle parrocchie della Diocesi ed anche fuori.
Nelle mattinate invernali la chiesa era piena, anche nei giorni feriali, e vi furono anni in cui egli usava ogni giorno tenere una breve meditazione.
Alla domenica, sebbene spesso fosse solo sacerdote in parrocchia, egli teneva sempre due spiegazioni del Vangelo, il catechismo e l'istruzione parrocchiale.
Un silenzio profondo accoglieva le sue parole. Soleva dire: il più bell'ornamento d'una chiesa non sono i marmi o i quadri, ma una buona corona di uomini attorno al pulpito. Ed egli la ebbe sempre, anche nelle domeniche più ordinarie.
La frequenza ai SS. Sacramenti fu ben promossa. Sovente fu detto: a Benevello accade ciò che è piuttosto raro, e cioè, che tutti adempiono al precetto pasquale, anzi si accostano più volte, tutti, ai SS. Sacramenti.
Celebrò in questi ultimi anni i suoi 50 anni di Messa: allora la buona popolazione di Benevello unanime volle ricordare il caro avvenimento erigendo una artistica chiesetta denominata la Madonna di Langa. Egli ebbe allora una prova chiara dell'affetto onde era corrisposto. Ecco il buon Pastore! poteva dire ognuno.
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L'Arcip. D. Brovia Cav. Luigi era un cooperatore e benefattore insigne della Pia Società S. Paolo. Conosceva il Direttore, fin dal 1909, cioè cinque anni prima dell'apertura della Casa e con lui era unito in intima amicizia: l'ospitò nel 1923 abbisognando di riposo per riaversi completamente da patita malattia.
Frequenti erano le sue visite alla Pia Società S. Paolo che teneva come la sua seconda casa. Seguiva con compiacenza lo svolgersi della Casa: sorrideva di cuore e ringraziava il Signore al sorgere di ogni iniziativa. Aveva compreso la missione della stampa e spesso esclamava: «Ad essa è riserbato un avvenire ancora più grande». Vi cooperò colla preghiera fervorosa e quotidiana, vi cooperò con offerte fin dal primo spuntar della Casa e in questi ultimi anni fondò il bollettino parrocchiale che scriveva con cura, amore e lo distribuiva ad ogni famiglia: alla Stampa buona ha dato un sacerdote e diverse figliuole suore a S. Paolo
Durante la sua malattia fu visitato più volte dal Direttore e da altro sacerdote della Casa.
I funerali furono una imponente, solenne prova di stima, che più non si potrebbe pensare in un paesello. Accorsero anche dai paesi vicini numerosissime rappresentanze; un eletto stuolo di Parroci e di Sacerdoti: il Direttore e sacerdoti della Pia Società S. Paolo con un gruppo di giovani che vollero portare a braccia la salma del venerato benefattore fino al camposanto.
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Raccolti riverentemente innanzi alla venerata salma, compresi di riconoscenza e d'amore, col cuore commosso dal dolore noi abbiamo fatto promesse e propositi: Promesse di imitarlo, propositi di suffragare l'anima eletta.
Requiestat in pace.
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NELLA PIA SOCIETÀ S. PAOLO

Notiziette mensili

Ritiro mensile

Il ritiro mensile ebbe per oggetto la bontà della Divina Provvidenza che tutto dispone; le cose buone e le avverse a nostro miglior bene. In questa occasione tutta la Casa fece la comunione Pasquale. La passeggiata fu tramandata al lunedì di Pasqua.

Settimana Santa

Nella piccola cappella della casa si celebrarono tutte le funzioni proprie di questa settimana. Il giovedì Santo fu adornato con delicatezza ispirante divozione, il S. Sepolcro e tutti, a gruppi, si portarono a visitare, i sepolcri della città. Il venerdì, si espose la croce all'adorazione; più volte da tutti si baciò Gesù crocifisso. A sera la Via Crucis e predica sulla passione.

Pasqua

Fu celebrata con solennità, divozione e gioia: il lunedì lunga ed allegra passeggiata e si consumò la tradizionale merendina.

Esami

Gli esami terminarono il Venerdì Santo: s'iniziò la spedizione delle pagelle ai parenti degli alunni, che potranno constatare il progresso dei loro figliuoli.

Nuovo Chierico

È il giovane Gandolfi Erio di Bologna. Vestì l'abito benedetto dal nostro Veneratissimo Vescovo, il lunedì di Pasqua. S. Paolo gli conceda zelo e volontà a proseguire fino alla fine.

La fornace

La fornace che deve cuocere i mattoni è a buon punto: entro il prossimo mese speriamo vederla ultimata.

Nella Casa di Roma


Vita in Casa
È una vita in casa di affitto: dove ad ogni principiar di mese v’è anche un dovere speciale: di pagar l'affitto.
Il clima di Roma ci è salubre, la salute è buona: e il bel colorito dei visi di alta Italia rimane, e spicca tra l'ambiente romano.
C'è anche la buona volontà. Il Divin Maestro non è ancora venuto ad abitare fra noi non gli abbiamo ancora fatto l'altare. Ma non voglio credere che stia lontano per castigarci, ma che rimanga fuori per attirarci ogni giorno a S. Paolo, cui siamo tanto debitori, e dove sta il canale delle nostre grazie. Sulla tomba di S. Paolo si è fatta la S. Pasqua.
Gli esami sono riusciti bene: tutti promossi giovani e figliuole. I genitori che riceveranno le pagelle, avranno occasione di corrispondere colla Casa di Roma. La scuola e lo studio si sono riprese regolari. E terminato l'anno, faremo, se vorrà il Padre Celeste, un po' di posticino anche per altri nuovi.
I sessanta tre bollettini parrocchiali, e il settimanale, nelle varie edizioni per le varie diocesi, è il principale esercizio d'apostolato in tipografia: che in certi tempi dà anche lavoro al nostro ufficio postale. Dalla libreria invece è stata avviata la Biblioteca circolante S. Paolo; vari centri di diffusione si sono stabiliti; e varie biblioteche nuove sono entrate nella magnifica famiglia della A. G. B.
Non si disturba alcuno; né usciamo del piccolo guscio: chi però in questo guscio farà cadere qualche dono, sarà bene accetto a S. Paolo: come in Alba, tutto si accetta se di già amici fecero i primi con offerte e operazione di danaro, di regali per la Chiesa di offerte in natura: aranci, fichi... Anche i fiori, tornano tanto di vantaggio perché a S. Paolo, al S. Vangelo, alla Regina degli Apostoli, a S Giuseppe non dovrebbero mai mancare. E poi coi fiori, i frutti: per es. il vinello. Tutto e da tutti, perché tutti possano aver premio del Padre Celeste e da S. Paolo.
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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
Pia Società San Paolo – ALBA (Piemonte)

Le nuove Biblioteche

Sono assai numerose, specialmente nel Veneto, dove il nostro propagandista lavora con zelo.
Ricordiamo il nostro Programma: In ogni paese, in ogni centro, in ogni Parrocchia!
Dappertutto devono arrivare i libri buoni; altrimenti arriveranno i libri cattivi e faranno del male, e porteranno rovine irreparabili.
È tempo di porre argine a quel fiume fangoso della stampa cattiva che dilaga.
Ricordiamolo: è dovere di coscienza, dovere di ogni cattolico; lo ha detto il Papa.

Pacco-dono alle Biblioteche

Nel mese di marzo abbiamo incominciato l'invio del pacco-dono alle migliori Biblioteche, a quelle che lavorano di più.
Abbiamo inviato in regalo libri utili che certo avranno fatto molto piacere.
Ora continueremo la spedizione del pacco-dono a quelle Biblioteche le quali sono in regola per il pagamento delle tasse annuali e si distinguono per il lavoro di propaganda delle buone letture.
La Ditta Singer di Milano ci ha inviato 25 bellissimi calendari a blocco perpetuo, che serviranno ad ornare la sala di alcune Biblioteche a cui li abbiamo spediti in dono.
La ditta Cinzano di Torino ha pure inviato per regalare alle Biblioteche molti oggetti reclame e una dozzina di copie di un bellissimo opuscolo: La Storia di S. Vittoria d'Alba.
Ringraziamo vivamente le due Ditte a nome delle Biblioteche.
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Avviso importante

Preghiamo le Biblioteche associate a voler dare minuta relazione del lavoro fatto e del progresso della istituzione ogni volta che hanno occasione di scrivere alla A. G. B.

FRATELLI PONTIERI

La Chiesa è inesauribile nelle sue industrie sante pel vantaggio spirituale e materiale della società.
Istituti religiosi consacrati alla predicazione; istituì religiosi consacrati al servizio degli infermi; istituì religiosi che si dedicano alla liberazione degli schiavi: ecc. Pensò anche ad una cosa che oggi sembrerebbe strana: ai fratelli pontieri. Chi erano?
Erano religiosi che si consacravano alla edificazione, riparazione, decorazione di Chiese; alla costruzione di ponti, il transito dei fiumi dove non vi erano mezzi, in servizio dei poveri; alla costruzione e manutenzione degli ospedali; alla edificazione dei conventi, degli asili, delle scuole. In una parola: erano religiosi che attendevano alla propria santificazione, con l'esercizio della mortificazione e della penitenza e contemporaneamente facevano i muratori ed avevano perciò anche il nome di frati pontefici.
Come i benedittini dissodavano i terreni; come i benedittini copiano i capolavori della letteratura antica; come i cavalieri di Malta colle armi difendevano le cose sante; ecc. ecc.
Così la Chiesa ha provvisto per gli ospedali, gli asili, i ricoveri, gli edifici sacri in una parola.
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OPERA BOLLETTINI PARROCCHIALI

Fatture e pagamenti

Mentre porgiamo le più sentite grazie a quanti furono solleciti nel farci tenere il saldo delle fatture trimestrali, preghiamo caldamente a voler provvedere in merito quanti ancora lo dovessero, specialmente quei RR. Parroci che hanno ancora conti aperti relativi al 1925.
Anche questa per noi è carità fiorita.

Invio manoscritti

Ricordiamo che la stampa dei bollettini mensili ad una sola facciata propria avviene dal 20 del mese al 5 del mese successivo; di modo che tutti i Bollettini possano essere distribuiti per la l.a Domenica del mese. Preghiamo quindi i RR. Parroci a volerci far tenere i manoscritti nel tempo utile possibilmente verso il 20 del mese.
Preghiamo ancora i RR. Parroci a voler scrivere da una sola facciata delle cartelle per facilitare il lavoro di composizione.
Si rammenta, per buona norma, che la materia propria, non contenuta nella pagina propria, viene fatturata in ragione di L. 5 per colonna oltre il prezzo base.

Nuovi bollettini

In questo ultimo mese la famiglia dei bollettini si è notevolmente accresciuta: i nuovi periodici son specialmente delle parrocchie del Padovano e Trevigiano dove è stato di passaggio in giro di propaganda il Sac. Dott. Costa della nostra Pia Società.
Hanno pure intrapresa le pubblicazione del Bollettino parrocchiale presso la nostra Casa alcuni RR. Missionari addetti alla cura degli Italiani emigrati in Francia.
Questi zelanti Missionari si sobbarcano ad una spesa non lieve specie per le forti tariffe postali coll'estero e sono davvero ammirabili per il loro zelo.

Pratiche legali

Nuove disposizioni ministeriali hanno portate alcune varianti nelle pratiche legali da compiersi alla pubblicazione di un nuovo periodico.
La nostra Casa si assume l'incarico di tutte le pratiche da compiersi addossando le spese ai Parroci.
Ripetiamo l'elenco dei documenti necessari:
1. Domanda di autorizzazione a Direttore in carta da bollo da L. 2.00 alla R. Procura.
2. Allegato certificato generale carta, da L. 6, legalizzato.
3. Allegato certificato di cittadinanza italiana, bollo L. 2.
4. Allegato certificato di nascita, carta da bollo da L. 2.
5. Allegati due fogli di carta da bollo in bianco da L. 4.00.
6. Certificato di proprietà in carta da bollo da L. 2, autenticato e legalizzato.
7. Denunzia alla Prefettura della ottenuta autorizzazione in carta da bollo da L. 2.00

Un modo gentile e delicato

di aiutare le opere della Pia Società San Paolo adoperarono quanti inviarono elemosina abbondante per la celebrazione di Messe. Veramente si era proposta in lire 7; ma la generosità ed il gran desiderio di farsi del bene dei nostri buoni Cooperatori ha superata la fiducia in loro riposta. Deo gratias! e le nostre preghiere per loro.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BNEFATTORI


La Santa Messa
Esempi edificanti

Ascoltando una sola Messa, si può meritare più di colui che impiegasse tutta la sua fortuna a sollevare la miseria dei poveri, e che peregrinasse fino all'estremità del mondo e visitasse con la più grande divozione i Santuari di Roma e di Terra Santa.

(S. Bernardo)


S. Monica (337), a testimonianza di S. Agostino suo figlio, non passava giorno, senza che assistesse alla S. Messa e, prossima a morire, non ebbe altro ricordo da lasciare al figlio, che l'assisteva, che questo: Pregate sempre per me presso l'altare del Signore.
S. Venceslao, re di Boemia, (936) fu un serafino d'amore verso Gesù in Sacramento. Ogni giorno, genuflesso sul nudo suolo, assisteva egli a più Messe e spesso le serviva. Lavorava, con le proprie mani, un campo, vi seminava il frumento, ne faceva la raccolta, spremeva l'uva, macinava il grano, stacciava la farina e ammaniva le particole che poi umilmente presentava, insieme con il vino, al Sacerdote.
Sant'Isidoro, (1170) Patrono di Madrid, era solito alzarsi di buon mattino per assistere a quante più Messe poteva. Il Signore volle premiare la sua assiduità. Il padrone, che non sapeva rendersi ragione, perché la terra d'Isidoro fosse la meglio coltivata e la più produttiva, recatosi nella vigna, all'ora del lavoro, trovò che gli Angeli guidavano una magnifica coppia di buoi.
S. Luigi IX, re di Francia (1270), ascoltava ogni giorno non meno di due Messe, e spesso anche tre o quattro. E a chi si permetteva di fargli qualche osservazione, perché impiegava troppo tempo in tali pratiche di pietà, il santo monarca rispondeva: — Se io impiegassi anche il doppio di tempo in giuochi o nella caccia, nessuno avrebbe a dire: ma perché ascolto alcune Messe, subito si mormora!
Degna risposta di un sì grande eroe cristiano.
Tommaso Moro (1535), il gran cancelliere di Enrico VIII, era solito dire che la prima ora del giorno la dava per il Re celeste: le altre per il re terreno. Onde, chiamato un giorno, dal sovrano mentre stava ascoltando la Messa, Tommaso, con rispetto sì, ma con cristiana fierezza, gli mandò a dire che avesse bontà di aspettare che fosse finita la Messa.
Da questi esempi, si capisce la fede ardente di un S. Filippo Neri, che, nella celebrazione della S. Messa, mordeva il calice, nello sfogo del suo amore; si capisce lo spirito di carità di un S. Francesco di Sales, che, quando era all'altare, lasciava trasparire dalla faccia il calore interno che lo divorava.
Ma non tutti hanno tempo e comodità di ascoltare la Messa ogni giorno o sovente. A questo possiamo supplire ascrivendoci alle due mila Messe: Così ogni giorno, mentre attendiamo ai nostri lavori, godiamo del frutto di sei messe che vengono per noi celebrate.
La vita passa, l'eternità si avvicina: facciamo ora quel bene che vorremmo aver fatto in punto di morte.
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ZELATRICI!!

S. Paolo ha dimostrato di volervi bene nominandovi zelatrici: è una grazia di incomparabile valore, di meriti preziosi pel cielo: ogni ascritto costituisce per voi un godimento maggiore in cielo.
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PER IMPEGNARE LA DIVINA PROVVIDENZA


Molti capi-famiglia, già nostri amici e cooperatori, avendo sperimentato, per il raccolto degli scorsi anni, quanto siano efficaci presso il Signore le preghiere dei nostri giovani ci hanno scritto così: «Fate pregare perché il raccolto del grano e dei bozzoli di quest’anno vada bene e noi dimostreremo la nostra riconoscenza facendovi una bella offerta a raccolto finito».
Alcuni ci hanno promesso un sacco di grano, altri mezzo quintale ed altri una somma di denaro.
Noi abbiamo accettata la proposta come una via con cui la Provvidenza Divina vuole soccorrerci, conoscendo bene come il Signore ha ripetutamente dimostrato di essersi presa questa casa sotto la sua specialissima protezione e di voler esaudire le preghiere che qui si fanno ed abbiamo promesso ai nostri amici le nostre preghiere.
Il Signore ha in mano le sorti come degli uomini così delle campagne e da Lui dipende un buono o cattivo raccolto.
La beneficenza e l'elemosina non hanno mai impoverito nessuno e sono anzi mezzi infallibili da assicurasi anche la prosperità su questa terra.
Si legge di un tale che ogni anno portava la sua offerta a Don Bosco dicendo: «Da quando ho incominciato a fare la mia offerta, i miei affari sono sempre andati meglio». La proposta torna a tutto vantaggio dei benefattori e per questo l'estendiamo a tutti i Cooperatori che vorremmo favoriti e benedetti dal Signore.
Perciò noi da oggi fino a raccolto ultimato dei bozzoli e del grano faremo pregare per quanti, in riconoscenza al Signore, ci faranno una offerta di grano, di bozzoli o di danaro proporzionata al raccolto.
È di certo una bella fortuna avere 600 persone che pregano ogni giorno dal Signore la benedizione sulla campagna: non passa giorno senza che riceviamo lettere o vengano qui persone che di presenza ci dicono: «Fate pregare e se il Signore mi benedice vi farò una bella offerta».
Ebbene vi torni gradita la nostra offerta delle nostre preghiere ed accettate la proposta che vi facciamo.
Firmate il talloncino qui unito e ritornatecelo subito; noi la metteremo nella cassettina delle grazie da chiedersi a S. Paolo. La cassettina si trova nella Chiesa di S. Paolo ove si fanno 200.000 comunioni, si recitano tanti Rosari, e il Signore sta esposto in adorazione continua giorno e notte.

Il Direttore: Teol. ALBERIONE GIACOMO.



O glorioso S. Paolo, protettore della Buona Stampa, degnati di esaudire le preghiere che i piccoli tuoi figliuoli di Alba fanno per noi e per la nostra campagna; noi gli promettiamo riconoscenza facendo a suo tempo la offerta in.....

FIRMA e PAESE
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LE VIE E I MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA

Domandate e riceverete

Chi guida, chi dirige, chi governa il mondo è nostro Signore: il promettere offerte per grazie da ottenere è impegnare nostro Signore a concedere quanto chiediamo.

È la stampa che forma le idee, che guasta gli animi, li volge al bene e li fortifica: aiutare la Stampa Buona è concorrere a formar buoni e sani uomini, a salvare tante anime dal vizio.

Per la pensione ai ragazzi

Alle madrine è stata spedita la pagella dell'esito dell'esame di Pasqua, onde esse possano constatare i progressi dei loro protetti; a tutte auguri dai loro protetti e preghiere.

S. Giovanni Crisostomo diceva: «Se noi conoscessimo il valore della carità pregheremmo i poveri ad accettarla, perché l'elemosina obbliga il Signore a ricoprirci delle sue benedizioni celesti».
A tutti Deo gratias e la riconoscenza dei ragazzi.
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Per la Cappella

La Chiesa è la Casa di Dio: con quanta cura deve quindi essere tenuta, abbellita, e resa attraente! Quanto è riconoscente Gesù a quelle persone che concorrono ad abbellire i suoi tabernacoli.

Depositi a fondo perduto

Vi sono persone sole, coniugi senza figli che disponendo di somme di denaro più o meno grandi hanno pensato portarle alla Società S. Paolo affinché se ne servisse per compiere del bene, riservandosi di ritirare il capitale e l'interesse in caso di bisogno.
Una persona: Deposito L. 1000; se ottengo la grazia che chiedo le lascio senz'altro alla Casa.
È un bel modo per impegnare S. Paolo a concedere i suoi favori.

Altro modo facile di cooperare

Un bravo padre di famiglia ad un nostro sacerdote diceva: tutto quello che ho disponibile lo impresto: mi accontento di un interesse minore di quello che mi avete offerto: in cambio, mandatemi la Gazzetta.
Una brava Signorina portò alla Casa un buono del tesoro di L. 500, dicendo, esigetelo; io in casa non lo tengo volentieri; qui avete modo di farlo fruttare per voi e per me.
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LE FIGLIE DI S. PAOLO

Ritiro Mensile

Ebbe luogo la domenica delle Palme e per argomento: La fiducia in Dio il quale dispone, provvede, permette, ordina tutto a nostro maggior bene, tanto nelle cose prospere che nelle avverse.

Esami

Gli scritti ebbero luogo nella settimana di Passione, gli orali terminarono nella settimana santa.
Nel trimestre tutte si applicarono con ardore allo studio, i buoni voti ricompensano la fatica e faranno pure contenti i genitori ai quali si spediscono in questi giorni le pagelle.

Settimaia Santa e Pasqua

Tolta la preoccupazione degli esami si cercò di passare santamente gli ultimi giorni della settimana santa.
Al giovedì si visitarono tutti i SS. Sepolcri della città, al venerdì si adorò la Croce nella nostra chiesetta e si ascoltò la predica della Passione.
Fin dalla vigilia di Pasqua si notava in tutte maggior allegrezza; per le scale, nelle camerate si cantavano inni di giubilo, specialmente Cristo risusciti.
Al giorno di Pasqua si assistette alla Messa solenne: quante grazie furono chieste a Gesù, onde potere risorgere dalla tomba dei difetti e rportare continue vittorie almeno su di un difetto, per non più trovarlo alla Pasqua dell'anno venturo.

Passeggiata

Si desiderava il lunedì di Pasqua, per la tradizionale merendina. Le maestre l'avevano promessa, dove ci avrebbero condotte? Giunge il mezzodì, si pranza, si riceve l'ordine di partire. Ciascuna porta con sé pane, cioccolato, salame.. Ci dirigiamo verso S. Rosalia: fummo bene accolte dalla famiglia Canta. Le buone massaie son tutte in faccende per farci riposare e dissetarci. Fra la più schietta allegria si consuma la merenda e si vuotano bottiglie di nebiolo che le tre cognate di cuore offrivano perché facessimo festa, vi si consumò con gusto il cioccolato, dono della mamma della nostra maestra Tecla.
Alti platani ci fornirono ombra per giocare in un prato: si passò infine nella Chiesetta di S. Rosalia a recitare il Rosario per quella famiglia che tanto bene ci aveva accolte e ringraziato tutti, intonando inni si prese la via del ritorno.

Le Pie Discepole

Il 25 marzo, festa della SS. Annunziata, fu un giorno di giubilo. Altre quattro figliole vestirono l'abito religioso. La cerimonia si compì nella nostra piccola e devota cappella: benedì l'abito e ricevette i voti delle novelle spose il Sig. Direttore. Con quanta compiacenza il Divin Maestro posa su loro i suoi sguardi! La festa fu celebrata nel raccoglimento: nulla deve in quel giorno distrarre per ricevere con più abbondanza le grazie del Signore.

Indulgenze del Mese pei Cooperatori

Plenaria: 25 aprile: S. Marco; 1 maggio: S. Filippo e Giacobbe; 13 maggio Ascensione di N. S.; 23 maggio: Solennità della Pentecoste.
Parziale: di cento Giorni ogni volta che i Cooperatori recitano, col cuore contrito, qualche preghiera secondo i fini della Pia Società S. Paolo o presteranno qualche aiuto (lavoro, elemosina offerte).

Teol. Alberione Giacomo – Dir. Resp.
Alba – Scuola Tip. Ed. – Alba
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ZELATORI E ZELATRICI, VI PREGHIAMO ANCORA CHE CI MANDIATE
INDIRIZZI DI PERSONE PIE E GENEROSE
ALLE QUALI FAREMO CONOSCERE E RACCOMANDEREMO LA NOSTRA SOCIETÀ
PER VOI È POCO SACRIFICIO, PER NOI È MOLTO BENE


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N. B. Si prega di scrivere BEN CHIARO nome, cognome, località e rimandare cortesemente la scheda, anche se non del tutto riempita; avendo cura di farci conoscere LE PERSONE EMIGRATE.
La scheda si spedisca a questo indirizzo: PIA SOCIETÀ SAN PAOLO – ALBA – (Piemonte).
Sarà mantenuto il più stretto segreto sulla provenienza di questi indirizzi e ne sarà usata ogni prudenza.
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