Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno VIII N. 12 – 20 Dicembre 1926 – BOLLETTINO MENSILE – Conto corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5).



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba


I TEOLOGI CONDANNANO LE LETTURE PERICOLOSE


Tra i molti giova ricordare S. Alfonso dei Liguori. «Tutti i teologi così aggiungono che non si può permettere a persona alcuna, nemmeno per licenza pontificia, la lettura d’un libro (dite lo stesso d’un giornale) che possa essere occasione di pervertimento. E il commentatore di S. Alfonso, Pietro Gury, domanda: se la proibizione dei libri cattivi valga per diritto naturale o per diritto positivo, e risponde: perché la Chiesa «non proibisce i libri se non perché sono pericolosi, e perché sono pericolo prossimo di pervertimento e di peccato.
«Per il diritto naturale poi ciascuno è tenuto a fuggire questo pericolo. Onde se in qualche luogo si ignorasse l’obbligo dell’indire la lettura di questi libri messi all’Indice, sarebbe proibita sotto pena di peccato grave». E lo stesso S. Alfonso, che pure è sì benigno e fu tacciato di soverchia larghezza dagli uomini di una certa scuola teologica, più innanzi scrive: «che rispetto ai libri proibiti cattivi (e quindi ai giornali) per regola ordinaria giova attenersi alla sentenza più rigida: In hac re expedit ordinarie rigidiose sententias segui». Non vogliamo citare altri teologi in cosa di per se stessa evidentissima; ma crederemmo colpa l’omettere la testimonianza d’un uomo autorevolissimo, perché di questa materia occupatosi di proposito e le sue opere meriterebbero certo di essere meglio conosciute ed apprezzate. Egli è il celebre Francesco Antonio Zaccaria: nella sua Storia polemica della proibizione dei libri (Lib. II cap. 3, pag. 139, edizione di Roma, anno 1777) scrive: «Quel solo che intendono le proibizioni dei libri è di perseverare da certo danno i lettori (ripetasi dei giornali). La debolezza dei figliuoli è quella che riempie di giusto timore la Chiesa. Dovrebbe d’ordinario bastare, perché uno gittasse tali libri, la legge naturale e divina, la quale perché comanda di seguire la verità e di schivare l’errore, insieme con ogni maggiore rigore proibisce l’esporsi al pericolo o di vacillare nella fede o di imbrattarsi nel costume. Ma purtroppo ci sono di coloro che si credono abbastanza forti per resistere alla seduzione dei libri. Quindi la religione per essi appunto, fatta timorosa, e ben consapevole, che gran principio di caduta suol essere il non paventarle, proibisce tali letture acciocché ove o il diritto naturale o divino non basti, o in qualche caso non obblighi a tenerci lungi dalla loro lettura, almeno le positive sue leggi e le stabilite pene ce ne allontanino. Dove si avverta, che grande illusione sarebbe ed errore il non credersi obbligati dalle proibizioni della Chiesa, perché uno dalla vietata lettura non risenta danno o pericolo». – Lo stesso autore nel libro 2.o e 3.o scrive «essere inevitabile
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la spirituale particolare rovina dei leggitori, sia per lo costume sia per la fede… Per mantenere incorrotta la fede e la costumatezza io non trovo che altro più frequentemente inculcassero gli Apostoli ed i Padri della Chiesa, cioè i veri maestri della religione e della virtù, se non di fuggire ogni commercio e conversazione cogli eretici, cogli scomunicati e con siffatte persone pericolose».
E a conferma di sì gravi verità valgono le parole del Concilio provinciale di Bourges, celebratosi l’anno 1854: «Facciano opera i pastori di rimuovere dalle loro pecorelle i libri osceni o che trattano di amori colpevoli; essi sono proibiti per diritto naturale, atteso il grave danno che ai lettori ne deriva. In questi libri (vale naturalmente anche per i giornali) il veleno tanto maggiormente riesce notevole quanto è più coperto». – E finalmente il Concilio di Vienna nel 1858 al Capo XV stabilisce: «Quando per precetto del Signore preghiamo: Non ci indurre in tentazione – (s'ha da intendere) che si debbono fuggire tutte quelle cose che possono essere di scandalo e di inciampo a chi cammina per la stretta via. È dunque necessario che fuggiamo il consorzio di coloro che aguzzano la lingua contro la fede e i buoni costumi eccetto il caso che l’ufficio nostro domandi che trattiamo con essi. Gli uomini poi non solo colla lingua, ma parlano anche cogli scritti, che possono macchiare la purezza delle fede e dei costumi».
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Genitori, che avete un figlio chiamato al Sacerdozio tenetevi fortunati da Dio, e non impeditelo per motivi finanziari. Dio non dipende da quattro soldi. Dio che ha chiamato Egli ancora farà trovare a voi e al suo eletto, tutto il necessario.

Contro la stampa immorale


Qualche settimana fa, in Inghilterra fu sequestrato, per ordine dell’autorità un libro che tendeva a descrivere le peggiori degenerazioni del vizio.

Qualche voce
isolata si lamentò, anche tra noi, di questa determinazione delle pubbliche autorità.
Voci isolate, per fortuna e, come bene osservava un giornale, non abbastanza all’altezza dei tempi per comprendere che con simili sistemi è ora di farla finita.
Voler parlare di certi argomenti, voler trattare di certe materie scabrose, sotto il pretesto di far della scienza o dell’istruzione, quando invece si finisce col far corruzione, e delle più volgari specie, significa proprio non aver la testa a posto.

Per la educazione
della gioventù e per la sua elevazione morale, come protestano di voler fare questi signori, non è questa la via da tenere, finché si parla col mal celato compiacimento e con troppo indulgente interesse di certi argomenti, che finiscono sempre con alimentare certe curiosità morbose ed indebolire i freni morali del costume nella società e nell’individuo, ed è da pazzi pretendere di poter così edificare.

La lezione inflitta
da una nazione protestante ad un libro immorale non può che non raccogliere la approvazione di tutti gli onesti.
Ed in questa lotta contro l’immoralità dobbiamo trovarci tutti riuniti nel pensiero e nell’azione.
L’indulgenza nel caso sarebbe la peggiore delle debolezze, indegna di ogni cristiano e di ogni cittadino che voglia lavorare con coscienza e con serietà alla costruzione morale della società.
Solo con un’azione a base di religione si formeranno i giovani d’oggi, che saranno domani l’onore e il vanto del paese.
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La giornata della Buona stampa

Essa è giornata di Preghiere, di meditazione, di offerte e di abbonamenti

Coscienza!


Non parliamo di Buona Stampa; ma di APOSTOLATO Buona Stampa.
È Buona Stampa anche un libro di igiene, geografia, legislazione, ecc.; ma l’Apostolato Stampa è: la illustrazione, la divulgazione, la difesa della dottrina cattolica fatta con la Stampa.
Dio ha fatto predicare e scrivere la sua dottrina; gli Apostoli hanno predicato e scritto; la Chiesa costantemente ha predicato e scritto. Ecco l’Apostolato della Parola, ecco l’Apostolato della Stampa.
Il Sacerdote non rappresenta la Stampa di un partito o tendenza politica; sarebbe un politicante, fuori della sua missione. La politica lo interessa solo «quando essa si accosta all’altare». Il Sacerdote invece spiega il gran libro «la Bibbia», lo illustra, lo popolarizza, lo divulga, lo difende! Il Libro si spiega, illustra, difende con libri, opuscoli, fogli, figure, quadri, ecc. ecc.
Il parroco fa l’Apostolato Stampa, come fa l’Apostolato-parola.
La Buona Stampa semplicemente detta è più propria dei Cattolici e, in genere, di tutti gli onesti. È chiaro per diritto di natura, per diritto divino, per diritto ecclesiastico che la stampa deve essere tutta buona, in senso largo; come devono essere tutte buone le parole, come devono essere tutti buoni gli individui. Nessuno può stampare, diffondere, leggere o ritenere dottrine e stampe cattive, false, immorali.
Ma il Sacerdote ed ognuno che mette la sua penna e la sua macchina a servizio della Chiesa e dell’Apostolato, ha solo la preoccupazione del libro divino, della Bibbia; vive in alto, al di sopra e al di fuori dalle competizioni politiche e umane.

DUNQUE:

Il Vangelo, meglio, la Bibbia, in alto, ben esposta, a modo onde si espone il SS. Sacramento, in una raggiera, circondato da fiori, incensato, benedetto. Così in Chiesa; e così sia onorato in famiglia. Là ogni cristiano prometta di unirsi a Gesù Cristo, come maestro e Verità, detestando ogni dottrina, insegnamento, massima, cattedra, discorso, stampato contro la Divina Dottrina.

Come celebrare
la giornata pro Apostolato Buona Stampa

Ecco uno dei modi di celebrarla assai seguito:
1.o Una solenne Comunione Riparatrice per tutte le gravi ingiurie pubbliche contro il Divin Maestro, fatte a mezzo di errori ed eresie lanciate dalle cattedre, dalle aule, nei discorsi, specialmente nella stampa. Si noti che le ingiurie stampate sono più gravi di quelle dette: sia perché si moltiplicano, sia perché sono più pensate, sia perché rivestono una forma più solenne.
2.o Una predica o conferenza cui è bene intervenga un oratore forestiero.
3.o Un’adunanza pubblica con invito diramato ai Padri e alle Madri, alle autorità del paese, ai maestri, a tutte le associazioni giovanili, delle donne e degli uomini.
4.o Raccolta di offerte e doni in favore della Buona Stampa: che può essere il settimanale cattolico, il bollettino parrocchiale, il Vangelo, la Biblioteca, ecc.
5.o La raccolta degli abbonamenti ai giornali che si intendono introdurre
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nel paese. E qui al caso nostro è bene ricordare il settimanale diocesano.
6.o La costituzione di un gruppo di persone che si occupino in modo particolare dell’Apostolato Stampa: con offerte, preghiere, lavoro. Tale gruppo si può chiamare dei Cooperatori Stampa. Esso potrà aderire all’Unione Cooperatori Buona Stampa in Alba e ne godrà tutte le indulgenze e favori spirituali.

Parole e fatti

– Bisogna propagare la buona stampa nelle famiglie, fra il popolo, ne’ circoli, ne’ ritrovi, da per tutto; senza esitazioni, senza stancarsi.
– Benissimo.
L’avverbio superlativo m’uscì di bocca con una certa risonanza ironica. Come vedrete, non avevo tutti i torti. Vi risparmio il discorso, sensato e battagliero, che l’ottimo «pater familias» mi regalò, passeggiando sul marciapiedi di una stazione ferroviaria, in attesa d’un treno in ritardo. Ci avvolgeva la nebbia gelida, ma il brav’uomo si riscaldava al fuoco della sua eloquenza, al contrario io mi sentivo i brividi addosso. Lo lasciai sfogare; su per giù era come il fumo d’una locomotiva in manovra. Vane scintille tra il fumo denso.
Lentamente, chetamene, risposi: Senti, caro; ammiro la tua nobile eloquenza cristiana… ma… scusami, se inciampo in un «ma». Ti parlo col cuore in mano senz’ombra di reticenze o di cautele. Non possiedo la tua parola smagliante: uomo d’ingegno e uomo di toga, tu conosci gl’impeti, le pause, i sottintesi, le sfumature verbali. Permetti che ti risponda con un luogo comune di lapalissiana evidenza: «Medice, cura te ipsum». S’intende bene che tu debba leggere tutti i giornali per la tua professione, per tenerti al corrente di quel che si cucina nel mondo della politica e degli affari. So bene che a’ giorni nostri non si deve vivere nel mondo della luna. Ma… in casa tua tutti i giorni si vedono fuor di quelli della buona stampa; (e, se ci sono, è come se non ci fossero). E i tuoi figliuoli li leggono avidamente; l’ho visti coi miei occhi. Copertine, incisioni, ecc. d’un procace verismo allettatore; novelle frivole; sciocche o peggio; le solite droghe dell’eleganza mondana le solite svenevolezze al lattemiele d’un romanticismo arrembato, che dovrebbe servir d’antidoto alle storielle troppo piccanti. Non manca il solito sfarfallìo di misticismo per le anime pensose.
Tu sei distratto dagli affari, abbandoni i giornali qua e là per casa, anche quelli che si compiacciono di sciorinare al sole tutte le brutture del giorno, obbedendo (così affermano solennemente) alle «esigenze» della cronaca, solleticando, in realtà, i bassi istinti della folla dei lettori. Senza scomodare le «esigenze» della stampa, tu sai meglio di me che si tratta delle «esigenze» della bottega. Alfredo Beccarini – uomo non certamente sospetto di bigottismo - usava lacerare il giornale del suo partito, dopo averlo letto; un gran giornale romano che ancora dura con mutato indirizzo, perché quel partito è morto e sepolto. Il valent’uomo, interrogato da un amico, perché lacerasse, ogni sera, metodicamente, il giornale, rispose: – Perché non voglio che lo legga mia figlia. Tu, invece, zelante membro d’associazioni cattoliche, giusto rivendicatore della morale cristiana per badar troppo a’ tuoi affari che vanno a gonfie vele, non badi affatto ai giornali e ai periodici che abbondano in casa tua.
Sì, i buoni giornali, i buoni periodici sono anche in casa tua, accuratamente piegati, intonsi, relegati nei cantucci de’ vergognosi. Il tuo figliuolo grande sai che cosa mi rispose, una volta che lo interrogai su questo fatto, diciamo così, curioso? Una risposta secca: Sono noiosi. – Lo dici tu – rimbeccai. – No soggiunse, lo dicono tutti, anche le mie sorelle. Sono fatti all’antica. Naturalmente gli dimostrai il suo errore. Mi stette ad ascoltare con rispetto,
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per convenienza, per educazione. Niente altro.
E pure nelle famiglie si dovrebbe ragionare in ben altro modo. La buona stampa ha per i piccoli, giornaletti graziosi come il «Giornalino» d’Alba e il «Corrierino»; per i grandi c’è la «Festa», il «Pro Famiglia», belle pubblicazioni nitidamente e modernamente illustrate, d’un contenuto vario, piacevole, attuale. Per l’istruzione giovanile, c’è la «Rivista dei giovani» di Torino; per gli studiosi, «Vita e Pensiero», per tutti quelli che cercano un vital nutrimento per lo spirito la «Civiltà Cattolica».
Alcuni di questi periodici – pochini! – si trovano anche in casa tua; sono là, nel cantuccio dei vergognosi, intonsi. Segno evidente che neanche tu li leggi; almeno a casa tua. Ti sarò sembrato rude, duro, forse anche screanzato. Tu conosci il mio carattere, tutto d’un pezzo; non so fingere. Il mio modo di parlare e di agire m’ha portato cattiva fortuna fra gli uomini; spero d’aver la ricompensa da Dio.
L’amico si strinse al mio braccio, e mi mormorò commosso: hai ragione.

(dall’Unità Cattolica) Aner.



Periodici da diffondere

L’Unione Cooperatori Offerta libera.
Il Giornalino: per i bambini delle famiglie e per gli alunni delle scuole elementari 8 pagine a colori, educativo e dilettevole: L: 8 annue.
L’aspirante: per i piccoli dei circoli cattolici, illustrato di grande formato, quindicinale: L. 2,75 annue.
La Domenica illustrata: per le famiglie, 16 pagine, illustrate riccamente, popolare, settimanale: L. 15 annue.
Il seme: foglio volante mensile illustrato, diretto dall’avv. Corsanego; è brillante nella forma e appetitoso nella lettura. L. 9 al cento.
La Domenica: per le famiglie cristiane, ottima lettura dei genitori e dei figli maggiori, L. 3 Annue.
La buona parola: è più piccola e costa L. 1 annuale.


DATE ALLA CHIESA
UN MISSIONARIO DELLA BUONA STAMPA


Con una spesa minima si può avere questa grande fortuna: di avere un Missionario che propaghi il Vangelo, salvi e santifichi le anime e partecipare a tutto il bene immenso che egli compie.
Quante persone lo potrebbero fare ed acquistarsi una gloria eterna. La spesa è di L.40 mensili per tre anni!!
Abbiamo alcuni giovani di famiglia povera, eppure sono di buona volontà e vogliono continuare gli studi, fiduciosi nella Provvidenza Divina. Chi desidera farsi questo bene grande, e venir loro aiuto? Gesù, il Divin Maestro, parli lui al cuore di qualche buon Cooperatore.
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SAN PAOLO

I FARISEI


I farisei si pregiavano di un’estrema esattezza nella pratica esteriore della legge: davano la decima della frutta non solo, ma delle minime erbe; si lavano a ogni poco ed erano pulitissimi negli abiti e nelle suppellettili; digiunavano spesso, ed osservavano sì rigorosamente il sabato che solevano disputare se in tal giorno fosse lecito cavalcare il giumento, ovvero condurlo per la cavezza: quindi portavano il rigore a tal punto che riprovavano i miracoli operati da Gesù in giorno di sabato.
Per ingannare i creduli, i farisei dipingevansi la faccia di giallo e si facevano delle rughe, perché tale macilenza apparente facesse fede al pubblico dei loro digiuni mettevano delle spine all’estremità della veste, affinché nel camminare cagionassero loro molestia: dormivano sopra tavole di legno o su pietre, si cingevano le reni con funi e alcuni si mutilavano per evitare il pericolo dell’incontinenza. Portavano in dosso molti Totofad, detti dal Vangelo Phylatteria, che erano cartelli contenenti alcuni precetti della legge, e molti Zizit, ossia frange e fiocchi di vari colori.
All’esteriore disciplina univano un indefesso studio della religione, e in generale erano versatissimi nelle scritture e rigidi osservatori della legge. Laonde eransi acquistati un gran credito di santità e di sapere presso il popolo, e costituivano la scuola dominante quando Gesù Cristo cominciò la sua carriera evangelica. Ma le loro virtù erano più apparenti che reali, essendo il tutto ricoperto dal manto di una raffinata ipocrisia: quindi, fatta eccezione da alcune esteriorità assai religiosamente osservate, dipendendo da quelle tutto il loro credito presso il popolo, non erano men viziosi dei più malvagi degli ebrei. Perciò il Redentore, che era la luce e la verità, smascherò la loro impostura, avarizia e superbia, e soprattutto condannò l’abuso che facevano della scienza scritturale, corrompendone il sacro Testo con tradizioni false e ridicole: per cui pieni di odio e di malignità, accecati dalla superbia, non resistettero finché non lo videro morto sulla croce.
Nondimeno quando diciamo che i farisei erano ipocriti, invidiosi e maligni ciò si deve intendere non in senso stretto di tutti gli individui che alla medesima appartenevano Imperocché v’erano dei farisei tra i sacerdoti nel sinedrio, in tutte le classi della società, i quali frequentavano il tempio, offerivano i loro sacrifici secondo lo spirito della legge, ed erano persone veramente dabbene, come, a mo' d’esempio, Nicodemo e Gamaliele. Anzi molti critici pensano che essendo i farisei portati a spiegare la Scrittura in un senso allegorico, o misterioso, la maggior parte dei convertiti al cristianesimo fra gli ebrei, nei primi tempi della Chiesa appartenessero alla scuola farisaica.
Il fariseismo è tuttora la dottrina dominante nella religione ebraica: i conseguaci opposti ai Karaiti, i quali rigettano la tradizione ed il Talmud, si chiamano Rabbinisti, e tengono in grande autorità quell’enorme moltitudine di tradizioni Talmidiche che fu sempre
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l’antico patrimonio dei Farisei.
Da questa scuola pertanto apprese Saulo ad adempire, secondo il rigore della lettera, le più minute prescrizioni dettate da Mosè nella Scrittura: quindi, imbevutosi dei principii farisaici e coadiuvato dal suo sagace ingegno, aveva talmente acceso l’animo nel difendere la religione dei padri suoi, che superò di gran lunga ogni altro giudeo. Accecato da questo falso zelo, scambiando il falso per il vero, il giusto per l’ingiusto, supponeva non essere possibile che la scuola più esatta della religione ebraica avesse errato nel condannare Gesù Cristo alla morte; ma che questi certamente annoverar si dovesse tra gli empi oltraggiatori della Scrittura, e tra i ribelli alla legge mosaica; e quindi empi e ribelli doveansi chiamare tutti i seguaci del Crocifisso e dannarli alla morte come difatto avvenne nella persona del protomartire Santo Stefano.

(Continua)



LOTTERIA
pro nuovo Tempio a S. Paolo – Alba
Estrazione 25 Gennaio 1926 (27?)

Il premio in pallio è un preziosissimo orologio d’argento da tavolo, donato da S. A. R. il Principe di Piemonte, per il banco di beneficenza delle feste di San Paolo e giunto con notevole ritardo. L’artistico premio è visibile nel parlatorio della Società S. Paolo.
Presso la medesima si possono ritirare i biglietti per la lotteria. Chiedete bollettari da esitare, da 10-20 fogli, ecc.
Anime buone non si sono accontentate di esitare 10 biglietti, esaurito il primo bollettario, la Signora Conterno ci scriveva: …mi mandino ancora 50 biglietti, e una seconda volta: …ho ricevuto i 51 biglietti: favorisca mandarmene ancora 39, cercherò di venderli. Li desidero per sabato perché è giorno di paga e mi è più facile la vendita.
E il buon zelatore di Cassano, sig. Saglietti, ci diceva: dieci li comprai dal signor Bussi, ora me ne diano altri 40, questi voglio venderli io. I Sig. Demichelis e Giosso, negozianti, ci chiesero un grosso bollettario per distribuire i biglietti sul mercato ai loro clienti. Il Presidente del Circolo Cattolico di Mussomeli, scriveva ad un nostro chierico, suo compatriota: Ti rimandiamo la matrice e l’importo dei dieci biglietti, vuoi mandarcene altri 40? Promettete il 10%: ci fai regalare allora 5 biglietti?
Altre buone persone ci portano le matrici in libreria: sono entusiaste del compito che è stato loro affidato e ritirano altri bollettari.
A tutte le zelatrici ed a tutti gli zelatori sentiti ringraziamenti con la promessa di preghiere.


La cattiva stampa è un diluvio che innonda la nostra cara Patria, vi semina discordia, vi fa immensa strage di anime E’ della più grande importanza e urgenza il contrapporre la stampa sana. Aiutate perciò la Pia Società S. Paolo per la Buona Stampa.
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PER IL NATALE E CAPO D’ANNO


Ogni anno in questi giorni arrivano da ogni parte, al Direttore della Pia Società S. Paolo, pacchi e canestri contenenti doni per i giovani. Sono amici, sono cooperatori vicini e lontani che pensano a far stare allegri i figliuoli di S. Paolo. Quest’anno proponiamo agli amici ai benefattori i doni che tornerebbero più utili per la Pia Società S. Paolo di Alba.
1.o Adozione di un alunno povero della Pia Società S. Paolo. L’adoziome si fa pagando L. 1500 (pensione) in una o più volte purché in tre anni.
2.o Un cesto di frutta o un panettone anche piccolo (non importa, poiché molti piccoli messi assieme ne formano uno tanto grande che basterà per tutti), per procurare un po’ di gioia agli alunni (sono 700) della Pia Società S. Paolo che passano le feste Natalizie e Capodanno lontani dalle loro famiglie.
3.o Farsi zelatore (cercando almeno 5 adesioni) dell’Opera delle duemila Messe.
4.o Cercare un zelatore o una zelatrice dell’Opera delle duemila Messe.
5.o Rinnovare l’abbonamento e cercare nuovi abbonamenti all’Unione Cooperatori B. Stampa, al Giornalino, alla Domenica, alla Gazzetta d’Alba e voce del Popolo.

ANIME BUONE


Abbiamo un giovane di ottime speranze; che desidera ascendere al sacerdozio. Per condizioni finanziarie i suoi genitori vorrebbero che cessasse gli studi. Chi vorrà compiere quest’opera pietosa: pendersi sotto la sua protezione questo figliuolo? La spesa per pensione, libri, bucato, ecc. sarebbe di L. 1500 complessive (non annuali) che si possono versare anche a rate.
Sarà questo un bel dono da presentarsi al Bambino Gesù per il S. Natale.

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«Preghiamo i buoni amici, i cari Cooperatori ad avere la bontà di inviare l’abbonamento al bollettino». Il prezzo di abbonamento non è fisso: accettiamo con riconoscenza qualunque offerta: se l’offerta è maggiore tanto meglio. Per questo può servire benissimo il foglio conto corrente che abbiamo inchiuso nel bollettino.
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STAMPA CATTOLICA


L’assemblea degli Uomini Cattolici delibera: a) tutti i nostri soci s’impegnino preferire, aiutare, diffondere per sé, e per i propri figli, giornali e periodici integralmente positivamente buoni, atti cioè a formare una coscienza nettamente cristiana secondo i genuini insegnamenti della Chiesa, sia nel campo religioso e morale, che in quello sociale; b) che per conseguenza tutti i nostri soci si impegnino rigorosamente a non permettere che nelle proprie famiglie entrino giornali e periodici che, pur contenendo notizie ed articoli religiosi, recano abbondanti colonne di articoli di cronaca nera, di cronaca teatrale, e recensioni librarie, di romanzi e novelle, di illustrazioni cosiffatte che, specie nelle coscienze giovanili, seminano largamente i germi della corruzione e dell’errore.
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NELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

Novelli Sacerdoti

Tre novelli Sacerdoti sono saliti all’altare con la commozione nel cuore il 19 Dicembre, ad immolare la Vittima Divina, per la prima volta.
Essi sono:
1. Il Sac. D. Domenico Michele Ambrosio da Canale.
2. Il Sac. D. Damonte Antonio Agostino pure da Canale.
3. Il sac. D. Borgogno Matteo Bernardo da La Morra.
Essi hanno compiuti gli studi nella Pia Società S. Paolo. Divisero il tempo tra l’apostolato stampa lo studio e la pietà, mostrando costantemente d’essere favoriti di molte grazie preziosissime. I Parenti sono felici d’aver dato al Signore quanto loro il Signore aveva dato a custodire i genitori cristiani, pieni di fede, degni di essere proposti all’imitazione.
I tre Novelli Sacerdoti di questi giorni celebreranno nelle rispettive parrocchie d’origine, fra i loro Parenti e concittadini. Essi hanno già offerte le primizie delle loro Messe per i nostri Cooperatori dell’Apostolato Stampa e continueranno a pregare per essi.
Ai Novelli, carissimi amici le più vive congratulazioni ed auguri; le loro Messe rassomiglino tutte nel fervore e preparazione alla prima celebrata con tanto ardore.

Per i circoli Giovanili,
e le Sezioni Aspiranti,
gli Uomini Cattolici

Crediamo utile suggerire loro di costituirsi sotto la denominazione «Circolo S. Paolo», Sezione Aspiranti San Paolo», «Uomini Cattolici, S. Paolo». L’esempio dell’Apostolo S. Paolo è efficacissimo nello stimolare a vita pia e virtuosa; l’ardore dell’Apostolo per le anime scuoterà la malattia così comune dell’indifferenza religiosa; la protezione di S. Paolo formerà caratteri fermi, pieni d’ardore, anime integre coscienze rette e inflessibili.
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A tutti i cari amici
Ai pii benefattori

La Pia Società S. Paolo augura
le più elette benedizioni
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Le anime pie si commuovono a sentire una bestemmia… e ben a ragione! Ma molto di più dovrebbero commuoversi alle bestemmie pubbliche lanciate dalla stampa perversa contro l’adorabile persona di N. S. G. C., letta poi, gustata e ripetuta da milioni di lettori.
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Ai RR. Parroci e Sacerdoti in cura d’anime
Ai RR.mi Assistenti Eccl. di Circolo G.C.
Ai Sigg. della Gioventù Cattolica Italiana

L’appello che noi osiamo lanciare vorremmo che fosse raccolto e sentito da quanti sentono sete d’anime, da quanti hanno zelo apostolico, da quanti cercano d’interpretare ed assecondare i desideri vivissimi del Maestro Divino e del suo Vicario in terra, il Papa.
Gesù ama anzi predilige i fanciulli, bisogna che noi conduciamo a Lui tante di queste anime belle, di queste care speranze.
Il Papa raccomanda la cura dei piccoli, una cura particolare, una cura specifica: bisogna assecondare questo desiderio augusto del Papa, bisogna attuare con volontà ed amore questo programma che il Papa ci ha tracciato.

Un discorso del Papa

Nel memorando discorso che rivolgeva ai Giovani Cattolici ricevuti in solenne udienza la sera del 6 novembre 1926, il Papa aveva parole di particolare affetto e tenerezza per i piccoli Aspiranti dei Circ. Giov.; li diceva le speranze rosee, belle, effettive, speranze del domani per la Chiesa, per la famiglia, per la società; si compiaceva vivamente che il numero degli Aspiranti oggi organizzati raggiungesse la consolante cifra di cinquantamila; però mentre il Santo Pare si compiaceva del lavoro compiuto nel campo della organizzazione dei piccoli, esprimeva chiaro e con parole toccanti il suo vivissimo desiderio che il numero fosse aumentato, che al reclutamento dei piccoli nelle file dell’Azione Cattolica fossero date tutte le forze.
E la parola del Papa era rivolta ai Dirigenti il movimento giovanile e specialmente ai Sacerdoti che alla udienza pontificia erano presenti in bel numero.

La volontà del papa

È chiarissimo dunque quale sia la volontà del papa; che sia data la massima importanza e cura alle varie Associazioni pregiovanili: ai Fanciulli Cattolici ai Luigini agli Oratori e specialmente alla formazione delle Sezioni Aspiranti; che i fanciulli fin da piccoli, vengano inquadrati, reclutati, incanalati nelle grande famiglia dell’Azione cattolica.
Tutti sanno quante insidie vengano oggi tesse dai cattivi a danno della gioventù; tutti sanno quanti pericoli oggi minacciano i nostri Giovanetti. Non è quindi il caso di temporeggiare: occorre opporre opere a opere mezzi a mezzi, cure a cure per salvare questa gioventù.

Le Sezioni Aspiranti della G. C. I.

Nel caso specifico è questo il desiderio del Sommo Pontefice: che ogni Parroco d’Italia venga presto ad avere la propria Sezione Aspiranti. È la Sezione Aspiranti di oggi che formerà domani il Circolo, che darà vita vera e vitale alla Sezione Uomini Cattolici.
E non è difficile raggiungere questa meta, soddisfare l’augusto desiderio del Papa: in tutte le parrocchie c’è un gruppo di giovanetti buoni, che si distinguono per diligenza e pietà, che danno fondate speranze, in molti casi basterà dare loro la tessera, il giornalino, la sede, un programma di lavoro, tenere per loro alcune conferenze: e la Sezione Aspiranti è costituita. Anzi noi sappiamo che la parola del Papa ha suscitato in tante parrocchie un vero fervore di opere che daranno presto preziosi e abbondanti frutti.

Il giornale degli Aspiranti

Questo giornaletto è nato da due anni come piccolo omaggio di devozione
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verso il Papa che nell’udienza alla G. C. in occasione dell’Assemblea generale del 1924 aveva tanto raccomandata la cura degli Aspiranti.
Nato senza pretese, piccolo, modesto, scritto più col cuore che con la mente ha incontrato molto favore ed oggi conta venticinquemila abbonati. È stato riconosciuto ottimo per la costituzione delle Sezioni Aspiranti, per la loro vita e per la giusta formazione dei piccoli soci.
Ha incontrato il plauso dei RR. Parroci, dei reverendi Assistenti Ecclesiastici e del Consilio Superiore della G. C. che l’ha sempre raccomandato in ogni circostanza e che con sua lettera del 1.o dicembre 1924, metteva in rilievo e raccomandava l’opera tenace di propaganda, di fede e di cultura brillantemente compiuta dal giornaletto in parola.

Dopo la parola del Papa

Ma dopo il nuovo appello del S. Padre la diffusine di questo provvidenziale foglietto dovrebbe crescere di molto; tutte le parrocchie d’Italia dovrebbero contare il proprio gruppo di abbonati.
Perché meglio corrisponda ai nuovi bisogni, col nuovo anno il giornaletto crescerà di formato, sarà più bello, più utile, più formativo, sarà una vera guida per i piccoli Aspiranti.
Essendo giornale per i piccoli, il prezzo di esso è mantenuto proporzionato alle piccole borse, anche per facilitare di più la diffusione.

Prezzo di abbonamento annuo

Abbonamento individuale L. 2,75 per copia.
Abbonamenti cumulativi per più copie L. 2,50 fino a cento copie in pacco allo stesso indirizzo.
Per ogni copia: 2,25 oltre le cento copie. Noi osiamo quindi raccomandarlo a tutti quanti lavorano attorno alle pianticelle predilette da Gesù e dal Papa perché siamo certi che troveranno in esso un umile ed efficace coadiutore al loro zelo.
Diffondendo largamente questo giornalino nelle vostre parrocchie, avrete fatto una eccellente opera di apostolato.

Libretto Statuto Aspiranti

Per la continuazione delle nuove sezioni Aspiranti è poi di somma utilità il nuovo Libretto Statuto pubblicato a cura del Consiglio Superiore della G. C. È una guida preziosa per i Soci, per i Dirigenti, per gli Assistenti Ecclesiastici, per i RR. Parroci.
Il prezzo di ogni copia è di L. 1,20 franco di porto. Si può chiedere al Consiglio Superiore della G. C. Via della Scrofa 70; oppure presso l’Amministrazione dell’Aspirante Società S. Paolo – Alba.

La Domenica Illustrata
Settimanale per le famiglie

È un settimanale che incominciò le sue pubblicazioni verso la metà di dicembre. Il suo programma è molto semplice e ad un tempo importantissimo: esso dovrà essere il buon amico ed il bravo consigliere delle famiglie cristiane; non avrà altra pretesa che quella di essere utile e di essere capito da tutti. In esso le famiglie del nostro popolo troveranno sollievo per le abbondanti illustrazioni di attualità che vi si pubblicheranno, per il romanzo e la novella illustrati che ogni settimana non mancheranno di venir pubblicati. Avranno inoltre in esso quanto di più utile si possa desiderare per il buon governo di una famiglia. Difatti sarà compito speciale del periodico pubblicare ogni settimana qualche articolo che tratti dell’igiene famigliare, delle leggi e decreti che interessano maggiormente le famiglie, dello sviluppo dell’industria e del commercio in Italia; non mancheranno speciali rubriche riguardanti le pratiche di buona società, lo svolgimento della vita sociale e politica. Sarà pur data qualche notizia di scienza, spiegata però in modo che sia accessibile a tutti; i contadini, le massaie troveranno pure quanto più li interessa. – Ripetiamo: il periodico è specialmente indirizzato al popolo e null’altro pretende se non di essere capito da tutti e di contribuire efficacemente alla formazione dello spirito cristiano nelle famiglie.
Il settimanale consterà di 16 pagine; saranno interamente illustrate la prima e l’ultima pagina, le due pagine di mezzo, oltre a numerose illustrazioni intercalate nel testo. – L’abbonamento annuale è di L. 15; semestrale L. 8. – Indirizzate cartolina vaglia all’Amm. della «Domenica Illustrata», Società S. Paolo – Alba.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


La Santa Messa

Gesù Cristo avendo istituito la S. Messa le conferì tutta la potenza e l’efficacia della sua virtù: ed in essa mentre in atto di profonda umiliazione e riverenza si offre e si presenta al Padre alle voci nostre unisce le voci delle sue piaghe e del suo sangue che ce Lo rendono propizio e Lo muovono ad accordarci le grazie che imploriamo. Non vi può essere quindi ora più opportuna di questa per far palesi al Signore le nostre necessità.
Gli Angeli e la stessa Maria SS. attendono questo momento per presentare a Dio le preghiere di quei fedeli che invocarono la loro intercessione. S. Giov. Grisostomo scriveva: Il tempo delle Messa è il tempo di singolare misericordia. S. Lorenzo Giustiniani scrive: «Non vi è sacrificio più grande, più vantaggioso non più accetto alla divina Maestà di quello della Messa, in cui le pene del nostro Mediatore sono sostenute per noi vengono nuovamente offerti all’eterno Padre, il quale per questo concede ai peccatori il perdono, ai deboli la fortezza, ai giusti la vita eterna».
Ascoltiamo dunque più Messe che possiamo, sentiamo bene la S. Messa quando abbiamo bisogno di qualche grazia speciale e Gesù ci impetrerà quanto ci è di bisogno.
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Un altare pei giornalisti Americani

L’Unione dei giornalisti, come già varie altre corporazioni, ha voluto anch’essa avere un proprio altare nella Cattedrale. All’uopo fu raccolta una forte somma per l’allestimento della Cappella in cui sorge l’altare corporativo, il quale sarà dedicato a G. Giovanni. Le Vetrate della cappella verranno istoriate con scene della vita giornalistica, e sulle colonne saranno iscritti i titoli dei giornali e riviste che concorsero all’arredamento della cappella giornalistica.

Il nostro dono a Gesù

I Pastori nella loro visita a Gesù nella capanna di Betlemme gli presentarono i loro doni, i Re magi offrirono a Gesù oro, incenso e mirra.
Doniamo anche noi qualcosa a Gesù ed il nostro dono pel Natale di quest’anno sia un nuovo abbonato ad un buon giornale, od un ascritto alle Duemila Messe.
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LE GRAZIE E I DEVOTI DI SAN PAOLO


Offerte per grazie

La preghiera è la carità che più sovente chiedono le anime cristiane, perché la preghiera è il prezzo ad ottenere ogni grazia. Gesù ha detto: «Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio, egli ve lo darà».
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Vino

A tutti i generosi oblatori tanti Deo gratis! E ricordino che questa è veramente un’opera di grande merito presso il Signore che non lascerà nulla senza premio.

Per la cucina di S. Paolo

Quando c’è bisogno di qualche oggetto per la cucina, le Suore addette a tale ufficio, lo scrivono in un libretto appeso ai piedi della statuetta di S. Giuseppe che in cucina ha il posto d’onore, e poi pregano… specialmente a lui rivolgono sovente lo sguardo, e l’invocano colla giaculatoria: S. Giuseppe provvedete! San Giuseppe pensateci voi! E San Giuseppe, tanto buono pensa a tutto e sempre provvede ai bisogni della Sacra famiglia.
Ora siccome si tratta d’una cosa di maggior importanza, San Giuseppe vuole che estendiamo l’invito a tutti i nostri cooperatori specie suoi devoti, perché vengano in aiuto con qualche offerta.
La nostra famiglia in questo tempo è cresciuta assai, e va ancor sempre ogni giorno crescendo… L’attuale cucina economica non è più sufficiente e si sente il bisogno di provvederne un’altra più grande. Le Suore desiderano aver presto questa nuova cucina, continuano con maggior insistenza a pregare, e contano in S. Giuseppe Lui che mai lasciò mancare nulla del necessario alla S. Famiglia, certo provvederà anche al più presto a questa necessità della famiglia nostra, e promettono di pregare specialmente nell’adorazione per tutti coloro che coopereranno. Gesù il Divino Maestro dal Santo Tabernacolo benedice tutte quelle persone generose e ricompensi coll’abbondanza di beni temporali non solo, ma coll’abbondanza di grazie celesti.
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Cassettine della Buona Stampa

Attendiamo per la fine dell’anno il resoconto di tutte le cassettine e... speriamo che abbiano fatto molti inchini.

I pioppi canadesi

Anche questa?
Sì, anche questa, dopo le pensioni, le borse, il grano, le cassettine delle elemosine, la carta da macero ecc. ecc.
E che cosa si vorrebbe?
Si pregano coloro che hanno ripe, fossati, vallate non coltivate, terreni umidi e anche sabbiosi, perché vogliamo piantare pioppi canadesi; la Pia Società S. Paolo provvederà le tenere pianticelle; esse cresceranno; dopo un dieci, dodici anni la Società S. Paolo ritirerà i fusti; e darà come segno di gratitudine ai proprietari dei terreni i rami e il ceppo.
E a che serviranno i fusti?
Per fare la carta del libro del Vangelo, i libri di devozione, bollettini parrocchiali ecc. La carta di pioppo è difatti una qualità buonissima.
Non vi pare buona cosa?
Certamente, perché mentre da una parte i proprietari nulla perderanno perché trattasi di terreni quasi sempre incolti, dall’altra per la Società San Paolo saranno di molto vantaggio, risparmiando sulle gravi spese di carta.
E sono davvero gravi!
Anzi è la spesa maggiore: si può calcolare all’incirca un 600 mila lire di spesa ogni anno ed un risparmio qualsiasi è sempre cosa notevole, importante.
Quando il tempo adatto?
Il piantamento si dovrà fare in autunno o prestissimo in primavera; ora è il tempo di scegliere i terreni adatti e di intendersi sul numero delle pianticelle che si chiedono alla Società S. Paolo.
«E saranno come piante, presso la corrente delle acque che daranno frutto a suo tempo».
Sono già prenotate circa sei mila; si attendono altre prenotazioni.
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Teol. Alberione Giacomo Direttore Responsabile
ALBA – Scuola Tipografica Editrice – ALBA
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