Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO VIII – N. 11 – 20 Novembre – BOLLETTINO MENSILE – Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5).



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba


PER LA BUONA STAMPA


Raccomandare
la buona Stampa , sembrerebbe un fuori luogo, quando tutti siamo più o meno spettatori delle conseguenze tristissime, degli effetti perniciosi di una stampa senza Dio e senza morale, che ha imperversato spargendo ovunque i cattivi semi delle male piante che oggi vanno maturando solo frutti di morte.
E il male è giunto tanto oltre, che gli stessi poteri pubblici sembrano ormai seriamente preoccuparsene e corrono ai ripari.

Purtroppo
il fiume che tutto minaccia innondare colle sue onde limacciose si è lasciato troppo ingrossare, così da far temere che sia difficile assai di resistere al suo impeto travolgente.
Il francese-ebreo-massone Cremieux diceva un giorno in una loggia di Parigi: «L’oro è nulla, la stampa è tutto. Se voi siete padroni dei giornali, sarete padroni dell’opinione pubblica, vale a dire del mondo».
Il Cremieux aveva non una ma mille ragioni, ed il senso pratico dell’ebreo perfetto che parla con cognizioni di causa, non può soffrire smentita.

La Stampa
veramente è il grande mezzo di conquista; chi ha la stampa ha realmente tutto. Presto o tardi anche l’oro, anche la popolarità e, quel che è più importante, le coscienze stesse, dalla stampa vengono senza che se ne accorgano completamente dominate.
È celebre la frase del Cardinal Mercier: «Una chiesa di meno, ed un giornale cattolico in più», frase con cui l’illustre Cardinale voleva appunto far rilevare tutta l’importanza che egli dava a questo mezzo di propaganda e di apostolato.

Ma non tutti
i cristiani anche fra i buoni, sembrano essere completamente dell’opinione del defunto Arcivescovo belga.
Piangere i mali attuali, deplorare l’invadenza del vizio e della corruzione, avere anche parole roventi per bollare l’immoralità che si afferma attraverso certe pubblicazioni, sono santissime cose; ma non basta.
Quando in questi giorni appena trascorsi, i fiumi minacciavano di straripare ed invadere le nostre campagne, più che a parole si ricorse a valide
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braccia per rinforzare i ripari alle acque che minacciavano le case e la vita delle popolazioni.

Opporre Stampa a Stampa
Ecco quello che noi dobbiamo fare nel nostro campo; bisogna rinforzare la nostra stampa perché se non del tutto paralizzare, essa possa almeno arginare il male che si manifesta in proporzioni assai gravi.
Bisogna che tutti portino il loro contributo a quest’opera, che è opera di vita, da cui dipendono le sorti della Chiesa e della Patria.
Guai agli indifferenti, ai pigri! Domani, forse, la spaventosa inondazione può sorprenderli nel loro sonno beato!

Libri e giornali cattolici
Si devono diffondere libri buoni mediante biblioteche nostre, fogli volanti buoni, quotidiani e settimanali nostri aumentando di questi, lettori e abbonati.
Spratutto nei Circoli si dovrebbe fondare la «Sezione Buona Stampa» che si incarichi della vendita di giornali e riviste cattoliche presso la porta della Chiesa durante i giorni festivi, o meglio ancora , portandoli nelle varie case.

Il quarto potere


Circa due secoli addietro il re di Danimarca si meravigliava con Voltaire della rapida trasformazione della società. Il grande lurido poeta rispondeva: È la stampa che fa tutto.
Ed aveva ragione. I numerosi eventi di cui echeggia questo teatro delle commozioni di assemblee, gli gli avvenimenti politici odierni, gli eccessi della plebe, il pauroso crescendo d’immoralità, di costumatezze e di delinquenza non sono altro che l’effetto della stampa. Non per nulla la stampa è stata definitali «quarto potere» dello Stato. Ma bisogna distinguere la buona stampa dalla cattiva. La prima si fa banditrice del vero, del giusto, dell’onestà; la seconda invece, oscura la luce del vero e del buono e insozza gli animi di fango e alcune volte, pur di arricchire, sfrutta i più puri e i più elevati sentimenti dell’animo.
Il presente è fosco, l’avvenire incerto, il principio d’autorità non rispettato? Ebbene la colpa è della stampa cattiva, della stampa settaria. I giornali sono macchiati di sangue, non si leggono che delitti orrendi e suicidi. La criminalità è salita ad una cifra impressionante; si ruba, si assale, si uccide di pieno giorno.
L’anarchico Ravachol, che attentò alla vita del re del Belgio, così disse al giudice istruttore: «Mia madre mi aveva attirato nella fede cattolica. Allora io credevo in Dio e alla vita futura. Quando cominciai la lettura dei peggiori giornali mi ingolfai nelle brutture e nelle infamie più inconcepibili. Cominciai allora con il collettivismo, terminai coll’anarchia. Contava in quel tempo 25 anni. Se avessi continuato a credere in Dio, non avrei fatto quel che ho fatto».
Ah! Se certi libri e certi giornali potessero parlare, cose tremende ci rivelerebbero intorno al diabolico apostolato da essi esercitato! Diamo quindi: stampa e buona stampa.

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Genitori, che avete un figlio chiamato al Sacerdozio tenetevi fortunati da Dio, e non impeditelo per motivi finanziari. Dio non dipende da quattro soldi. Dio che ha chiamato Egli ancora farà trovare a voi e al suo eletto, tutto il necessario.
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SAN PAOLO

Gamaliele – Saulo si ascrive
alla setta dei Farisei


Quest’uomo, il cui nome dall’ebraica etimologia Gamàl ed El vuol significare Cammello del Signore, era dottore della legge e di setta fariseo, viveva ai tempi degli apostoli, amato e rispettato da’ suoi come uomo di grande sapienza e virtù: che anzi, per la pubblica difesa fatta da lui in favore degli apostoli, credono alcuni che divenisse cristiano innanzi la morte di S. Stefano; o, come altri con più probabilità ammettono, abbracciasse la fede di Gesù Cristo dopo l’eccidio del santo diacono. Il certo però si è, secondo gli autori di storia ecclesistica, che Gamaliele morì cristiano, e le sue reliquie con quelle del protomartire Stefano, di Nicodemo e di Abiba, figliuolo dello stesso Gamaliele, furono trovate dal santo sacerdote Luciano, l’anno 415, presso il borgo di Cafargamàla, vale a Borgo di Gamaliele, alla distanza di venti miglia da Gerusalemme.
Una lapide scavata nel sepolcro portava scolpiti, a lettere cubitali, i nomi di Cheliel, Nasuan, Gamaliel, Abiba: i cui due primi tradotti dal siriano, sono quelli appunto di Stefano e di Nicodemo.
Alla scuola pertanto di questo dottore andò Saulo a perfezionarsi negli studi, dove ebbe seco a condiscepoli Santo Stefano e San Barnaba. Il suo svegliato ingegno il fece superare in poco tempo tutti gli altri condiscepoli; di modo che nessuno meglio di lui conosceva la legge mosaica, la storia della sua nazione, i riti, le cerimonie e tutto ciò che riguardava il sacro Testo: ma nessuno altresì aveva più zelo di lui per mantenerne l’osservanza, di modo che nell’arringa da lui fatta avanti Agrippa potè sfidare pubblicamente i suoi nemici ad accusarlo se mai avessero veduto in lui la menoma trasgressione della legge. Per la qual cosa volendo mantenersi sempre perfetto osservatore di quanto aveva prescritto Mosè, si ascrisse alla scuola dei farisei che, essendo fra tutte le altre la più severa, veniva da lui appellata la più esatta della religione ebraica; e nella quale apprese quello zelo fanatico contro la religione di Gesù Cristo, zelo che lo trasportò a commettere tanti eccessi. Quindi credo far cosa grata al lettore mostrargli innanzi tutto in che consistesse questa setta, perché meglio abbia a conoscere la fonte dalla quale aveva origine in Saulo l’odio implacabile contro il cristianesimo.
Fariseo trae il suo nome da Pharos, voce ebraica, o piuttosto caldaica che significa separazione, donde è formato il greco pharisàios e il latino pharisaeus: etimologia molto corrispondente allo stato e carattere dei farisei, i quali nella maniera del vivere e del vestire erano come separati dal resto degli ebrei. È cosa assai malagevole lo stabilire il tempo della loro origine, facendola alcuni risalire subito dopo il ritorno del popolo ebreo dalla cattività di Babilonia, mentre altri le dànno cominciamento dal tempo di Antioco Epifanie, e San Girolamo infine pensa che precedesse di pochi anni la nascita del Redentore. Egli vuole che i farisei siano derivati dalla famosa scuola di Hillel, al quale succedette poi Achiba, maestro di Aquila del Ponto, dal quale vennero tradotte in greco le sante Scritture. È noto che Aquila viveva al principio del secondo secolo della Chiesa. Quindi Hillel non doveva essere vissuto che pochi anni avanti la venuta di Gesù Cristo. Giuseppe Flavio, fariseo egli stesso, dice essere questi settari molto somiglianti agli Stoici, e la loro principale credenza consisteva nell’attribuire tutto al destino, o agli eterni decreti di Dio, il quale avanti tutti i tempi ha regolato e ordinato tutte le cose, senza questa loro fatalità distruggesse il libero arbitrio.
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Ciò che può fare la famiglia per le vocazioni sacerdotali


Questo tema, svolto dal prof. Ramorino (un laico) nella settimana sociale di Genova, ci sembra oltremodo interessante e degno di essere conosciuto dai nostri lettori, cui perciò vogliamo riferirlo, se non altro in sunto.
Prese le mosse dalla necessità evidente di aumentare il numero di quelli che si dedicano al sacerdozio, al fine di provvedere alle tante parrocchie e ai tanti bisogni della popolazione cristiana specie nei luoghi lontani dai grandi centri, il Relatore discorre delle vocazioni allo Stato Ecclesiastico o religioso in genere, distinguendo:
a) le vocazioni prepotenti, che si fanno strada anche attraverso i più duri contrasti ad es., per ricordare qualcuno dei casi, quella di S. Tommaso d’Aquino e di S. Caterina da Siena;
b) le vocazioni di riflessioni, o in seguito a una vera conversione, come quella dell’Apostolo Paolo (il Relatore ricorda anche e illustra fatti moderni come quella di P. Gemelli e di Giovanni Papini, educati dai genitori atei o religiosi e poi convertitisi);
c) le vocazioni comuni o latenti, da ragazzi, che riusciranno, se aiutate e non contrastate; sono queste il maggior numero. Il Relatore spiega come non annoveri fra le vocazioni quelle tali che sono imposte dai genitori o suggerite da condizioni speciali della famiglia, come si è dato tante volte il caso nei tempi passati es. la monaca di Monza. Tali vocazioni «vocazioni imposte» sono da evitare assolutamente, non foss’altro perché vi è contraddizione in termini tra vocazione che è spontanea e l’imposizione che è coazione.
Venendo a parlare delle vocazioni comuni o latenti, il Relatore si pone il quesito: quali condizioni di famiglia favoriscono il germoglio di questo natural seme. E prende a descrivere un tipo ideale di famiglia dove regni l’amore reciproco, l’armonia e la serena gioia delle convivenze. Il che gli dà l’occasione di toccare la dottrina dell’amore universale come legge di tutti gli esseri intelligenti e origine della vera elevazione spirituale e della vera felicità. Ma nella famiglia ideale oltre l’armonia deve regnare lo spirito religioso. Che cosa voglia dire la religione in famiglia, non solo pratiche di pietà, ma vera compenetrazione delle anime e guida di tutte le azioni, è argomento di lungo discorso del Relatore, che cita anche alcune pagine di un libro recente di P. Bassi, Barnabita.
Un tale ambiente sereno e profondamente religioso sarà certamente il migliore per favorire le vocazioni al sacerdozio o allo stato religioso, perché le anime ne escono preparate a quell’ideale e pronte a quei sacrifici che tale stato esige. Se anche tali famiglie perfette di idealità morale e religiosa sono rare, anche dove contrasti e dolori turbano la serenità, qualche volta può essere che sboccino vocazioni sacerdotali; anzi a volte in mezzo a contrasti tra i coniugi può darsi che tali vocazioni si manifestino più vive.
Data poi la vocazione, è dovere della buona famiglia non contrastarla, ma favorirla e promuoverla.
Quali motivi di ciò appariscono: a) la sicurezza di bene per quell’anima che si dedica al culto di Dio, anziché a un avvenire di puri interessi materiali o di carriera onorata solo fra gli uomini, è tanto più savio pensare alla elevazione dell’anima e al suo avviamento alla felicità vera, che non è di questa vita: b) se non è lucrosa la carriera ecclesiastica, ha però quel che basta, per chi sappia valutare a dovere i mezzi materiali della vita; c) viceversa tale carriera ha delle alte soddisfazioni che il sacerdote si dedichi a cura d’anime, sia che attenda all’istruzione ed educazione della gioventù, sia che poi aspiri alle alte cariche ecclesiastiche. Infine: d) il Sacerdote porta benedizione agli altri membri della famiglia, anche
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quando va apostolo della fede in lontane regioni.
E come si devono favorire, in famiglia cristiana, le vocazioni sacerdotali? Ecco l’ultimo problema da trattarsi.
Il Relatore considera quali riguardi devono avere i genitori per la istruzione, per le pratiche di pietà, da esse interrotte l’una e le altre da artistici divertimenti, e come deve essere cura la vita morale dei candidati al sacerdozio.
Per l’istruzione, accenna all’importanza di scegliere con cura le scuole medie da far frequentare ai figliuoli, evitando quanto è possibile insegnamenti dannosi, svianti, fra cui segnala la dottrina idealistica che domina purtroppo nelle scuole italiane. Parla dei Seminari o Noviziati a cui possono essere ascritti sacerdotandi. Raccomanda la sorveglianza dalle letture che hanno tanta efficacia nell’educare o diseducare le anime. Le pratiche di pietà vuole il Relatore che siano regolari, non soverchie, non imposte, e legge anche qui alcuni consigli bellissimi del barnabita Bassi. Per le ore di sollievo o solazzo ricorda la grande efficacia della musica, del canto corale, e rievoca la memoria di S. Filippo Neri creatore degli Oratori, il nuovo genere di composizione musicale che ebbe tanta fortuna sia in Germania che in Italia.
Per la vita morale infine, il Relatore la vorrebbe rivolta: a) alla correzione dei difetti in genere e al dominio delle passioni: b) a mantener vivo il culto della castità: c) a insinuare nelle anime dei giovani un vivo amore ai propri simili e la pietà delle altrui miserie, verso campi in cui germoglia la pianta dell’amor di Dio.
Il Relatore conchiude esortando vivamente i babbi e le mamme presenti e lontani a ripensare le cose che egli ha detto, e a considerare che responsabilità assumono se contrastano vocazioni manifestate dai loro figliuoli. Li esorta ancora a unirsi agli sforzi di quei Zelatori e Apostoli della preghiera che in ogni Diocesi hanno il compito di sorvegliare, sostenere aiutare le vocazioni sacerdotali, citando come quel che si fa nella diocesi, a Mondovì e quel che fanno alcuni ordini sacri.

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Se non tutti possono dare figli al sacerdozio sono però molte le persone che possono aiutare a formare Buoni e santi sacerdoti con la preghiera, facendo per esempio qualche comunione per i giovani avviati al sacerdozio, con offerte, concorrendo a pagare la pensione ad un chierico o giovane seminarista. Vi sono persone che si sono scelte un chierico della B. Stampa ed ogni mese mandano la pensione.

Quanto dev’essere dolce il morire lasciando dietro di sé un sacerdote che celebra, che confessa, che santifica, che conduce anime a Gesù.
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NELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

Notiziette mensili

Il ritiro mensile ebbe per oggetto «la incertezza della morte» ed il proposito fu di fare tutte le nostre azioni come l’ultima della vita e pensare sovente alla morte.
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La casa ha aumentato il numero dei suoi figli di circa 180. Vennero da ogni parte d’Italia e molti dimostrano buona volontà. I parenti, i cooperatori preghino il Signore a spandere su di loro le sue grazie.
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Il giorno dei Santi tutta la casa andò al Camposanto a visitare e a pregare sulla tomba di parecchi dei suoi figli: in casa si sente vivo l’amore per i trapassati e si suffragano e si ricordano con affetto.
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Una nuova macchina si è aggiunta alle altre: è la macchina che forma i caratteri; di molta utilità per la casa che abbisogna di molto materiale per i lavori e per nuovi alunni. Mostriamoci riconoscenti alla Divina provvidenza che a tempo opportuno manda quanto ci abbisogna.
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Il lavoro di stampa, diffusione della stampa è in continuo aumento: molte sono le biblioteche costituitesi in questi ultimi giorni: molti bollettini hanno fatta la loro piena comparsa; altri stanno per venire, e presto uscirà un giornale illustrato per le famiglie.
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Da Roma ci giungono soventi notizie. Anche questa casa ha aumentato i suoi figli: è aumentato il lavoro quindi è maggiore il bene che si compie. La Divina Provvidenza veglia su di essa e la benedice.

VANTAGGI SPIRITUALI
AI COOPERATORI E BENEFATTORI B. STAMPA

1. – Partecipazione al frutto di duemila SS. Messe.
2. – Le molte indulgenze plenarie e parziali concesse dal Papa.
3. – Facoltà per i sacerdoti di benedire corone, croci, crocifissi applicando le indulgenze apostoliche, quelle del Rosario dei crucigeri, di S. Brigida, l’altare privilegiato quattro volte per settimana.
4. – Partecipazione speciale a tutto il bene che si compie nell’Istituto.
5. – Chi aiuta una vocazione ecclesiastica per l’apostolato Buona Stampa sarà partecipe di tutto il bene che ne seguirà.
6. – I Benefattori possono raccomandare le proprie intenzioni: basta scrivere: si fanno speciali preghiere.
7. – Per chi intendesse beneficare l’istituto in modo particolare si possono accettare legati di Messe e pensioni speciali.
Abbiamo visto moltissime grazie particolari a chi soccorre la buona stampa: Il Signore dimostra così di gradire quest’opera così necessaria ai nostri giorni.

Ben gli sta


Il rivenditori di giornali Angelici Enrico, di anni 38, da Genova e residente in Acqui, esponeva in bella mostra nella sua edicola di giornali una copia di giornale illustrato Frou-Frou, se non ché si vide capitare addosso una denunzia per offesa al pudore per le figure contenute nel foglio e dichiarate oscene.
Il pretore di Acqui condannava l’Angelini a tre giorni di reclusione e a 50 lire di multa, col beneficio della condizionale. L’Angelini, a mezzo del suo difensore avv. Giardino, interponeva appello al Tribunale penale di Alessandria, che ha confermato in pieno l’appellata sentenza.
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SEZIONE SOCIETÀ BIBLICA

CONGRESSO DEL VANGELO A MILANO


È il Congresso nazionale che si tiene per studiare la diffusione e penetrazione del Vangelo quanto più si può fra tutti, piccoli e adulti; organizzazioni e società.
L’anno scorso fu tenuto a Bologna: quest’anno a Milano nella Università del Sacro Cuore i giorni 21 22 23 dello scorso ottobre.
All’inaugurazione presenziava il Card. Tosi, Arcivescovo di Milano, parecchi Vescovi, moltissime autorità religiose e civili, studenti, studentesse dell’Università, ecc.: in tutto oltre un migliaio di persone.

Effetti pratici

Il vasto campo del Vangelo fu ben trattato dagli esimi Oratori nelle sue varie applicazioni, e ben valorizzati riuscirono quei principi semplici e sublimi con cui il Vangelo così bene risponde a quanto ha di bisogno il cuore e la mente dell’uomo singolo e della società.

Le prime lezioni

Dopo i discorsi di apertura, Mons. Giovanni Cazzani, Vescovo di Cremona, ha tenuto le prime lezioni sulle Bellezze del Vangelo.
Ecco gli ordini del giorno approvati:
O. d.g. di Mons. Cazzani:
Il Congresso fa voti:
1) che si diffondano e si organizzino sempre più e sempre meglio i così detti «Gruppi del Vangelo», massime tra la gioventù Cattolica dell’uno e dell’altro sesso, per preparare idonei e zelanti propagatori della pia pratica della lettura del Vangelo;
2) che si renda quanto più si può generale e solenne la Giornata del Vangelo, chiamando a concorrervi ed a collaborare le Associazioni Cattoliche di ogni Parrocchia;
3) che in tale giornata in tutte le Chiese, Associazioni e Istituti:
a) si tenga apposito discorso sul bisogno e sul dovere di leggere il Vangelo;
b) si dia qualche saggio di lettura del Vangelo;
c) si benedicano e si distribuiscano con qualche solennità di rito i testi del Vangelo (come si fa dei rami d’ulivo nella Domenica delle Palme).
4) che nella predicazione ordinaria si introduca e si renda più frequente l’uso diretto e testuale del libro dei Vangeli.
5) Che in tutte e adunanze di Cattolici si introduca il costume di premettere la lettura di qualche brano del Vangelo e si preparino indici speciali dei brani più adatti a queste circostanze che non danno luogo ad una lettura continua.
6) Che ai bambini della prima Comunione, ai giovanetti che si licenziano dalla Scuole di Religione, ai giovani sposi nel giorno delle loro nozze, si dia in ricordo il libro del Vangelo, stampato nella edizione comune, ma con speciale prefazione.
7) Che si premetta al volume dei Vangeli una breve istruzione più completa di quella in uso, per condurre i lettori del Vangelo a farne una vera pratica di pietà, possibilmente quotidiana.
8) Che nei catechismi e nelle istruzioni al popolo per esercizi, missioni, ecc., si insegni ai fedeli il modo di leggere il Vangelo, come si insegna quello di pregare, di confessarsi, ecc.

Il telegramma del S. Padre

Il Congresso ha inviato al Santo Padre il seguente telegramma:
«A Voi, Vicario del Maestro divino eco e interprete vivente perenne suo Vangelo Eminentissimo arcivescovo Milano, Eccellentissimi vescovi e congressisti del II Congresso Nazionale Vangelo, adunati unanimi studio penetrazione viva, larga Vangelo nella Società, famiglia, coscienze, devoti umiliano intendimenti, lavoro sensi, assoluta disciplina, confortati Vostra paterna benedizione,
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implorano sia rinnovata conferma propositi e abbondanza frutti. – Bartolomasi, Buttafava».

I voti del Papa

Il Santo Padre si degnava di rispondere con queste parole:
«Augusto Pontefice fervidamente augurando secondo Congresso nazionale Santo Vangelo efficacemente promuova, con provvida diffusione Libro divino, sua azione rigeneratrice, invia cuore Eminenza vostra e singoli convenuti Apostolica benedizione. – Card. Gasparri».

Il modo più efficace
La festa del Vangelo o del Divin Maestro

Diamo uno schema che ciascuno può adattare.
Prepararla un po’ avvertendo una domenica prima: e dove è possibile far pure una certa pubblicità col bollettino, qualche manifestino.
Al mattino. – Nella S. Messa predica apposita, Comunione per riparare i peccati della stampa cattiva. Ad ogni Messa diffusione in chiesa o con un tavolino o come si crede meglio (molti benedissero i volumetti davanti al popolo e poi li distribuirono – alcuni li distribuirono alla balaustra come la S. Comunione, tutte forme di maggior solennità che possono giovare assai).
In vari paesi si tenne l’Ora di adorazione. L’altare fu adornato di vangeli disposti in bell’ordine attorno al S. Raggio e poi furono distribuiti, conciliando così molta venerazione al Libro.
Conviene imprimere l’idea che dove entra il Vangelo, deve uscire ogni stampa cattiva.
A Sera: Istruzione sul come tenerlo in casa (dare però l’esempio in chiesa: tenerlo sul pulpito ben in vista e in onore, poiché il popolo istintivamente copia dalla sua Parrocchia); come leggerlo, quando, da chi, ecc. insomma una istruzione pratica per avviare alla lettura, come è spiegato in principio di ogni volumetto.
Benedizione: far ad alta voce le promesse a Gesù Cristo Maestro.
1. Condanniamo ogni insegnamento, libro o giornale contro il Vangelo.
2. Promettiamo di leggere un tratto del tuo Vangelo ogni giorno nelle nostre famiglie, e di vivere secondo il tuo insegnamento.
3. Promettiamo di intervenire alla spiegazione del Vangelo e mandare i figli al Catechismo.
4. Promettiamo di allontanare dalla famiglia ogni stampa cattiva e sostenere la buona.
5. Riconosciamo che tu solo sei il Maestro nostro e del mondo in unione col tuo Vicario il Papa.
Il Divin Maestro gradisce e benedice la diffusine del Vangelo e quanto bene si fa, curando poi che sia letto, almeno da un gruppo di famiglie, quelle più facili a conquistare, che siano nutrite di più spirito evangelico.
Festa del Vangelo a Macerata

Rev.mo Signore,
Per ordine della Curia Vescovile si tenne la giornata del Vangelo in Diocesi. Si sono in precedenza inviate copie del S. Vangelo della vostra edizione nelle Parrocchie. Sono stati insufficienti e molti ne richiedono ancora. Avrei desiderio di farne larga diffusione nella mia Parrocchia. Siate compiacenti di quanto dovrei spedire per averne copie 300, franche di ogni spesa.
In attesa devoti ossequi.

Mons. Mario Formicoli Parroco della Cattedrale.


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Chi lavora la vigna ha certo gran merito: ma chi pianta la vigna ha molto più merito. Chi salva un’anima, ha predestinato la sua; ma chi forma un Apostolo, avrà una gloria molto maggiore; voi Cooperatori della Buona Stampa piantate la vigna nuova di Dio, e fate degli Apostoli!

Il giornalismo non è più il quarto potere d’una volta, ma è divenuto un elemento di primissimo ordine, per la formazione delle coscienze e della pubblica opinione, donde scaturiscono i diversi orientamenti degli individui e dei popoli.
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L’ANIMA DEL GIORNALINO

Togliamo dal nostro periodico pei fanciulli l’articolo seguente
comparso nel numero 26 del 24 novembre, che caratterizza
l’anima e lo spirito che anima le nostre stampe.


A tutti gli educatori che amano e diffondono il giornalino, a tutti i piccoli amici che leggono con amore, ho una parola da dire.
Vedete la pagina seguente: Gesù che accoglie e abbraccia, in un impeto di carità infinita, un gruppo di bimbi felici e innocenti, che si stringono attorno a Lui per udire le sue parole di vita, per godere il suo sorriso, per sentire i palpiti del suo cuore divino e per dirgli tutto il loro amore, donargli la loro animuccia ardente e porre la loro innocenza sotto la sua custodia.
Non dice, l’atteggiamento di Gesù, la sua sollecitudine gelosa dell’innocenza infantile?
Non dice, l’atteggiamento dei fanciulli, la loro dedizione completa a Lui?
Questa scena evangelica è l’ispiratrice, l’anima del giornalino. Io mi compiaccio ripeterla nella ricorrenza del secondo anniversario della sua nascita.
Il giornalino vuol essere la voce di Gesù che chiama amorosa, carezzevole, accorata, i bimbi attorno a Sé: «Venite, o fanciulli, a me che sono il vostro babbo, la mamma vostra, il fratello maggiore, il maestro, l’amico vostro. Venite tutti a me: v’insegnerò il cammino della vita che conduce al Cielo, vi darò la letizia pura dell’anima, vi farò gustare le bellezze del Cielo. Venite, amatemi e vi farò felici!»
Il giornalino vuol essere la famiglia dei piccoli Suoi amici, che si stringono attorno a Lui, per udire i suoi insegnamenti che il Padre ha voluto fossero compresi dai piccoli e dagli umili e fossero nascosti ai grandi; per amarlo e cantare le sue lodi: per educare la loro mente, il loro cuore e la loro vita modellandoli sulla sua.
Ecco che cosa vuol essere il giornalino. Gioia schietta e serena, istruzione utile e piacevole educazione profonda, calma ed amorosa, spirito di famiglia, intimo e divino.
I due anni trascorsi hanno segnato i primi passi. La famigliuola è cresciuta, salendo a trentamila affezionatissimi abbonati. Il bene fatto, ci dicono gli educatori che ci hanno seguiti giorno per giorno, è già grande. La volontà della Direzione e dei collaboratori è stata sempre tesa verso quell’ideale. Sono mancate tante cose, sì, ma si è costantemente migliorato, e si migliorerà sempre.
A tutti, educatori, e piccoli amici, io chiedo tre cose:
1.o di meditare e comprendere bene quella che è l’anima del giornalino;
2.o di pregare tanto il Divino amico dei fanciulli perché il giornalino possa fare realmente del bene alle anime dei Suoi prediletti;
3.o di aiutare la Direzione nel suo nobilissimo lavoro, collaborando, correggendo e diffondendo questo piccolo portavoce di Gesù.
Ecco la parola che volevo dire. Mi viene dal cuore e dall’intimo dell’anima.
Ora prego tutti a dire al Maestro divino una parola per me e a volere un po’ di bene anche al Papà del giornalino.
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È incominciata la campagna degli abbonamenti. I nostri Cooperatori, raccogliendo l’invito del «Papà del giornalino» cerchino secondo le loro possibilità di diffondere questo giornalino bello e buono. Chi di essi non ha o non conosce qualche fanciullo o fanciulla cui far abbonare?
L’abbonamento annuo è di L. 8. Per sei mesi L.4,50.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


Zelatori e zelatrici

Ci conforta il vostro zelo nel diffondere l’opera delle Duemila Messe. Come vedete il numero degli ascritti va aumentando ogni mese e non mancano ascritti dall’estero. Quest’è merito vostro: è segno che il Signore benedice il vostro lavoro ed a Lui siano rese grazie.
Continuiamo con ardore, nessuno si arresti: non è chiedere la carità ma è offrire un bene grande, incomprensibile, e chiedere in cambio una meschina offerta. Quante persone sarebbero felici di conoscere l’opera perché così potrebbero suffragare con poco sacrificio le anime dei loro trapassati! A noi il farla conoscere.
Per premio avrete tutte le preghiere della Casa, un ricordo speciale ogni giorno nella santa Messa e la pace dei giusti dal Signore.
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INDULGENZE E PRIVILEGI
PER I COOPERATORI DELLA B. STAMPA


Il Santo Padre si è degnato di concedere ai membri della Pia Società ed a tutti i suoi Cooperatori numerose indulgenze alle quali partecipano tutti gli zelatori e le zelatrici delle DUEMILA SS. MESSE.
Indulgenza plenaria alle solite condizioni (Confessione, comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa) nelle seguenti feste o in uno dei sette giorni immediatamente successivi.
a) Nelle feste del Signore; Natale, Epifania, Pasqua, Ascensione, Corpus Domini, Giovedì e Sabato Santo.
b) Nella festa di Pentecoste.
c) Nelle feste della Madonna: Immacolata Concezione di Maria, Assunzione.
d) Nel giorno della festa di S. Giuseppe (19 marzo) e nella solennità del suo patrocinio (3.a dom. dopo Pasqua).
e) Nella festa di Ognissanti.
f) Nella festa della Conversione di San Paolo (25 gennaio) e nella Commemorazione (30 giugno).
g) In tutte le feste degli Apostoli.
h) Nella festa di San Francesco di Sales.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i membri o cooperatori faranno un’ora di adorazione davanti al SS. Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai membri e Cooperatori, che confessati e comunicati o almeno contriti diranno devotamente il santo nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorni da lucrarsi dai membri e dai Cooperatori ogni volta che diranno col cuore contrito, qualche preghiera, secondo il fine della Pia Società, o presenteranno un qualche aiuto: (lavoro, elemosina, offerte).

PRIVILEGI

Tutti i sacerdoti, membri e cooperatori potranno benedire con il solo segno della croce, e col permesso del Vescovo diocesano.
a) fuor di Roma, privatamente sempre, in forma pubblica invece soltanto nell’Avvento e in Quaresima e durante le Missioni o S. Esercizi, corone, rosari, croci, crocifissi, piccole statuette e medaglie ed applicare loro le indulgenze apostoliche e ai rosari anche quelle di S. Brigida.
b) Corone del santo rosario applicando loro indulgenza di 500 giorni ogni Pater e Ave, anche non recitando il Rosario.
Tutti i sacerdoti, membri o cooperatori, quattro volte alla settimana hanno il privilegio dell’altare privilegiato

AGLI EMIGRATI

I vostri continui e direi, quotidiani scritti dimostrano il vostro interessamento per la casa, il desiderio che la stampa buona sia maggiormente diffusa ed operi il bene, e ci spingono a chiedervi un favore che molti forse non potranno negarci. Un favore di poca fatica, di poco disturbo ma pure di molti meriti: Inviarci cioè il nome di qualche persona di vostra conoscenza a cui credete possa tornare gradito il nostro bollettino. A queste persone noi invieremo il bollettino mensilmente e chissà quanto bene ad entrambi le parti… Di questo bene ne avrete parte anche voi col conseguente premio del Signore.
Il Sig. Ioaquin Benito dall’America:
In promessa fatta sulla prima mia per l’abbonamento al Bollettino le invio pesos 10. Pregandola di voler inviarmelo sempre il più presto possibile, dimodoché nella distanza per circa un mese di viaggi io possa avere il suo bello ed utile Bollettino.
Ringraziamo il Sig. Benito e per lui innalziamo al grande Apostolo S. Paolo preghiere speciali coll’augurio che possa trovare molti imitatori.
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Nel mese sacro ai cari defunti, ne raccomandiamo agli amici uno carissimo, proprio di questi giorni, chiamto al premio dei giusti.
Restelli Vincenzo

di Rho presso Milano, padre di un giovanetto che da più anni è in Casa, e ascende gradatamente al sacerdozio, e dedicato all’Apostolato della buona stampa. L’età era ancor buona assai, era giovane diremmo. Un’anima bella che più s’abbelliva alle cose della fede.
Ricordo con quale ardore di fede quel padre scriveva al figlio i trionfi di Gesù Cristo Re nel primo Congresso di Milano.
Un’anima generosa nel bene, che viveva di fede, che viveva per il premio dei giusti, che lavorava alla santificazione. I suffragi che gli amici gli manderanno, lo crediamo, torneranno perciò a gran profitto spirituale per gli amici stessi.
Per la buona stampa, e per la Pia Società S. Paolo cooperò con la preghiera: lo leggevamo in ogni sua lettera: e perciò riconoscenti i nostri poveri suffragi. Cooperò efficacemente colle offerte: per la costruzione del tempio a S. Paolo, per l’Opera delle SS. Messe, per il pane, con offerte in denaro ogni volta che mandava a coprire le spese del figliuolo: la qual cosa, è esempio notarlo, faceva con precisione e sollecitudine scrupolosa e ammirabile.
Cooperò coll’opera: in Casa, da più anni, è un figliuolo, che gli era carissimo. Ma una nota va qui rivelata, motivo di questi cenni. Questo padre era sempre dalla parte dei Superiori: e non è a dire che il figlio facesse meno bene. Anche quando le pagelle riportavano votazioni migliori approvava, non lodava mai, ammoniva e ed esortava. Le sue lettere, edifica il rileggerle in quest’ora d’angoscia, sono la più efficacia cooperazione all’opera dei superiori: concise, schiette, affettuose e autoritarie: raccomandano pietà, studio, apostolato; raccomandano buona volontà e progresso; raccomandano ogni volta sopra tutto, come la migliore consolazione dei genitori, l’ubbidienza, la docilità, la riconoscenza alle cure paterne dei superiori, per cui non mancavano mai parole del più sentito ossequio.
E diciamo che l’efficacia era abbondante. È vivo desiderio che queste note siano lette dai parenti dei nostri cari alunni, a cui crediamo che il defunto sia ottimo modello, e da cui preghiamo la carità di un particolare suffragio.
L’Angelo del Signore, che conosceva la prossimità del giorno solenne della morte del giusto, gli dettò certo l’ultima lettera che il figlio ricevette tre giorni prima della morte del padre. Era scritta nella convalescenza, quando si credeva il buon padre guarito. Ma era un testamento: così concepita nelle espressioni, così larga nella natura delle raccomandazioni, che abbracciavano tutta la vocazione e la vita del figlio, così suprema negli avvisi: era «la morte che lo faceva parlare» e il Maestro non potè leggerla senza stupore di tristezza e lacrime, e la consegnò con mestizia, e partecipò agli adulti il suo presentimento. Il giorno dopo un telegramma della mamma annunziava che il marito era aggravatissimo. Il figliuolo partì subito, vide ancora il papà, fu ancora con lui: e il giorno dopo ancora annunciava che il babbo era morto. E subito nella casa di Roma, dove stava il figlio, si fecero suffragi. La famiglia che nel dolore e nella preghiera siamo uniti, come nella speranza del premio riservato agli apostoli, dove grande è la gioia di chi dà un figlio sacerdote a Dio.
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DATE IL SUPERFLUO AI POVERI

Cooperatori
Ora vi chiediamo vino

L’anno scorso in Casa si è consumato mille brente di vinello. Quest’anno la famiglia è aumentata della metà circa e ce ne occorrono millecinquecento. Come l’anno scorso fu quasi totalmente donato dagli amici di S. Paolo, così quest’anno non vorranno rimanere indietro: i Coopertatori daranno l’obolo per la riconoscenza al Signore del buon raccolto.
Il nostro Davide si è già portato per ritirare le offerte a Belvedere Langhe ove la famiglia Manfredi, anche quest’anno, ha voluto offrire a S. Paolo quindici brente di vinello.
Si recherà pure in questi giorni a Roddino – Govone – Cortemilia – Rodello – Benevello – Farigliano – Gorzegno – Torre Bormida – Castiglion Tinella – Valdivilla – Cisterna Variglie d’Asti – Castellinaldo ecc. dove molti e vecchi e nuovi amici scrivono che tengono pronto il vino destinato a S. Paolo.
E noi preghiamo tanto pei Cooperatori, affinché il Signore conceda loro tutte quelle grazie spirituali e temporali necessarie a conseguire la vita eterna.
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Per la macchina da far Ostie

Così la macchina è stata completamente pagata dalle offerte. Deo gratis! Gli ultimi offerenti si sono acquistati un prezioso merito per il cielo.

Teol. Alberione Giacomo – Dir. Resp.
ALBA – Scuola Tipografica Ed. – ALBA
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