Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO VIII – N. 10 – 20 Ottobre 1926 – Bollettino Mensile – Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV, 5)



Alba – Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo – Alba
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I Cooperatori si costruiscono la loro Chiesa a San Paolo

L'Opera delle Due Mila Messe riprende un nuovo largo sviluppo. Le offerte di adesione saranno quest'anno devolute interamente per la costruzione del Tempio a San Paolo. Si noti infatti quanto sta scritto: «Chiunque farà l'offerta di almeno L. 10 per la Pia Società S. Paolo parteciperà al frutto delle 2000 Messe che si celebrano dai sacerdoti di essa finché la Società esisterà». Ora i nostri Cooperatori, gli Zelatori, le Zelatrici dell'Opera delle Duemila SS. Messe sappiano che tutte le loro offerte quest'anno si raccolgono per la Chiesa di S. Paolo, in costruzione ad Alba (Piemonte).

Ecco la lettera che viene spedita in questi giorni:

Ill.mo Sig. Cooperatore,
«Come già conosce dal Bollettino Unione Cooperatori Buona Stampa che Le è spedito mensilmente, in Alba stiamo costruendo un Tempio a S. Paolo. Esso sarà il centro di preghiere per i Cooperatori; per Essi vi sarà esposto ed adorato giorno e notte il SS. Sacramento; per Essi si celebrano le Duemila Messe annuali. La spesa è fortissima; si tratta di circa cinque milioni.
I nostri Sigg. Cooperatori sono, dopo il Signore, la nostra speranza. La Chiesa è per Loro ed Essi se la costruiranno.
«Se ogni Cooperatore raccogliesse cinquanta ascritti all'Opera delle Duemila Messe, essendo i Cooperatori diecimila, avremmo presto la somma necessaria.
«Siamo persuasi che buon numero di Cooperatori avrà questa, santa ambizione e ci manderà i cinquanta ascritti, sia pure in diverse volte con la quota di L. 500. Il loro nome verrà scritto sui pilastri del Tempio, presso l'entrata.
«Qualche Cooperatore, in grado di poterlo fare, si servirà di questa santa industria: ascrivere a sue spese tutti i membri della propria famiglia o parentela, gli amici, i peccatori di cui desidera la conversione, i defunti cari.
«Confidiamo che V. S. accoglierà volentieri il nostro invito e ci darà risposta affermativa; così noi Le invieremo i moduli per le iscrizioni.
«Il Signore registrerà la sua opera e le darà il meritato premio.
«Abbia la bontà di gradire i nostri ringraziamenti ed ossequii».
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ANNO VIII – N.ro 10 - Ottobre 1926 – C. C. P.

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


UN DOVERE DI TUTTI


La società nostra è pervasa da letture, figure immonde, da divertimenti scandalosi, da invereconda moda.
Il governo nazionale ha emanato severe disposizioni per impedire la diffusione di cattive letture, ma le leggi son... e ben poco si è ottenuto.
Nelle vetrine di librerie sono esposti in forma attraente libri schifosi dalle copertine lussuriose. Nei chioschi sono esposti giornali, periodici con diaboliche illustrazioni: la gente passa,osserva, si ferma, compera e legge: beve il veleno che condurrà a morte la sua anima.
Quante tenere anime guastate, rovinate per una lettura cattiva: quante giovani vite rovinate per la lettura di un romanzo cattivo!
***

Dovere quindi di tutti opporsi a tanta rovina: opporsi denunciando gli espositori, i rivenditori di tanta corruzione: sconsigliando letture di giornali, libri osceni, periodici che sotto il pretesto di far ridere conducono alla perdizione.
Dovere dei genitori vigilare sulla figliolanza: dovere dei maestri educare all'amore alla virtù la gioventù affidata loro. Dovere di ogni buon cristiano pregare per riparare il male che si commette con la stampa perversa: che la stampa buona si diffonda, penetri nelle famiglie ed operi il bene.
***

Questo è ancor poco: ogni cooperatore, ogni buon cristiano, ha il dovere di diffondere la buona lettura: libri, romanzi buoni, giornali seri: ogni cooperatore: ogni cattolico faccia quanto può af-finché nel suo paese entri il buon giornale: inviti le persone che possono a tenere una rivendita di giornali buoni: si abboni: consigli l'abbonamento al giornale cattolico: aiuti quanto può l'opera della stampa buona, pensando che qualunque piccola offerta è sempre gradita al Signore: mandi indirizzi di persone buone e di buona volontà di fare del bene: istituisca o faccia istituire una biblioteca. Oh, quanto bene si può compiere! Nessuno manchi a questo preciso dovere: di opporsi alla stampa cattiva e diffondere, aiutare la buona.
L'adempimento di questo dovere importa sacrifizi sì; ma chi può andare in cielo senza passare per la via della mortificazione? e la mercede sarà copiosa.
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SAN PAOLO


Per maggior comodità dei nostri amici ed affinché possano conoscere meglio la vita, lo spirito del grande Apostolo: apprenderne gli esempi e ricavarne incitamento al bene narriamo a puntate la Vita di S. Paolo.

Patria di Saulo - Suoi studi


Caldo affetto fiammeggia nei nostri cuori al nome d'Oriente: il paese delle meraviglie, la culla dell'umanità conserva intatte le leggi, ed inalterati i costumi, come il primo giorno dell'umano consorzio. Ivi l'ebreo attivo che vive ancora nella città, il nomade del deserto, l'arabo suo fratello e le altre razze semitiche cui piace nella patria mantenere vive le tradizioni dell'antichità.
Delle popolari costumanze nulla si è cangiato in Oriente: il vortice dei secoli, e le rivoluzioni che nell'occidente si succedono con tanta velocità, e cangiano leggi e costumi, non lo sfiorano neppure: ivi resta tutto immutabile, e sussisterà finché l'astro del mattino si eleverà sulle montagne brulle, sui deserti aridi, e sulle steppe verdeggianti di questa classica terra.
Care memorie si destano in coloro che, navigando per il Tirreno alla volta di Galilea, volgono i loro sguardi alle ridenti spiagge della terra promessa. Il Carmelo con le sue difficili balze che ti guida da un lato alla pianura di Esdrelon, e dall'altro alla profonda valle del Giordano; e le colonne, gli archi e i templi di quella Cesarea sì celebre sotto il romano, imperio, con la pianura di Antipatre che guida direttamente a Gerusalemme, ti fanno risovvenire alla mente i fatti più strepitosi che la storia dei secoli abbia registrato ne’ suoi annali. Un esercito intero sepolto tra i vortici dell'Eritreo; Israello che, appese le sue arpe ai piangenti salici, piange ancor esso sulle rive dell'Eufrate la sua cattività; i deserti monti di Gelboe dove cadde Saulle trafitto sopra la propria spada; i terebinti di Moreh dove Abramo innalzò la sua tenda; il pozzo scavato da Giacobbe che porta tuttora il suo nome: il saggio re Salomone; e meglio ancora i giorni in cui Gesù, circondato dai suoi discepoli, si levava a predicare il suo vangelo nelle piazze, o nelle campagne.
Qui Lidda, Nazaret, Tolemaida, Tiro, Sidone e più altre città di grande rinomanza, cui stupendi monumenti invitano gli studiosi d'ogni parte del mondo, e le opere d'arte cavate pure dai sepolcreti, vasi, bronzi, ceramiche, segno d'antica prosperità e cultura, empiono ormai i Musei d'ogni colta nazione. In questa classica terra abitarono i patriarchi dell'antico patto, ed ebbero la culla gli apostoli dell'era novella di pace e di amore.
Liete rimembranze si ridestano ancora costeggiando sulla marina il Mediterraneo, fino là dove questo, formando come un chiuso seno, s'intromette nel mare di Panfilia. Prima tu vedi le bianche vette del Libano, poi le ubertose valli dell'Oronte, l'amena baja d'Isso, i fertili pascoli di Cilicia, in mezzo ai quali maestoso trascorre dal Tauro al mare il fiume Cidno; e noi navigando a ritroso questo fiume, le cui gelide acque per poco non tornarono fatali ad Alessandro il Grande dopo esservisi bagnato, ci troviamo al grado di latit. 37' 5' e di longitudine orientale dal meridiano di Greenwich 34' 55' e nel mezzo di una ridente pianura con dinanzi Tarso in origine città siriaca colonizzata dai greci, e di poi capitale della Cilicia, sì celebre nella storia dell'antichità per lo studio delle arti e delle scienze che, al dire di Strabone, superava quella di Atene e di Alessandria.
In Tarso pertanto, chiamata ancora Giuliopoli per avere parteggiato in favore
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di Cesare nelle guerre civili, e costituita città libera da Augusto, ebbe i natali da genitori ebrei, della tribù di Beniamino, il grande apostolo delle genti, nell'anno secondo presso a poco dopo la venuta del Redentore, sotto il consolato di Lentulo e di Lucio Calpurnio Pisone. I suoi parenti, osservatori scrupolosi della legge mosaica, trascorsi i primi otto giorni dacché era venuto alla luce il fecero circoncidere, imponendogli il nome di Saulo: in memoria, forse del primo re d'Israello, Saulle, che fu il cittadino più distinto della tribù di Beniamino.
Non si sa sopra quale fondamento alcuni scrittori abbiano affermato aver sortito Saulo i natali in Giscala e non in Tarso, mentre l'Apostolo da se medesimo si chiama Tàrsene, ed il Redentore, nel contrassegnare ad Anania l'uomo da lui convertito nella via di Damasco, lo dice parimenti Saulo di Tarso. Potrebbe essere che l'equivoco sia nato dal sapersi appartenere la famiglia di Saulo alla tribù di Beniamino, la qual cosa non esclude ciò che abbiamo detto della patria. Imperocché primieramente Giscala trovavasi nella tribù di Aser, e non già in quella di Beniamino: indi gli ebrei, amanti in modo speciale della mercatura, non restavansi racchiusi nella cerchia del loro paese, che era la Palestina, bensì emigravano ancora in altre regioni, stanziandosi in quelle città che loro sembravano più atte alle speculazioni ed al guadagno; così che fino da tempi apostolici li vediamo sparsi per tutte le principali città del mondo allora conosciuto, per attendere alla loro professione.
Similmente può essere avvenuto ai parenti di Saulo, che emigrando spontaneamente dalla patria comune degli ebrei, siansi stabiliti in Tarso, città fiorente per ricchezza e commercio, dove, senza perdere i diritti inerenti alla tribù di Beniamino, acquistarono in pari tempo la cittadinanza romana, della quale gli abitanti di Tarso andavano onorati. Saulo intanto, ancor giovanetto, apprese nella patria sua i primi rudimenti della scienza, istruendosi nelle greche lettere, delle quali Tarso era maestra e donna: e quindi cresciuto negli inni, per avvantaggiare sempre più nella religiosa e civile educazione, da Tarso passò a Gerusalemme, affine di addottrinarsi nelle sacre Scritture e nelle tradizioni degli ebrei, sotto la disciplina del famoso dottor Gamaliele.

(Continua)

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DATE ALLA CHIESA
UN MISSIONARIO DELLA B. STAMPA


Non vi ha nulla di più santo, di più eccellente che cooperare con Dio alla salvezza delle anime: è questa una segnalatissima grazia che il Signore fa alle sue anime predilette.
Mezzo efficacissimo è quello di favorire vocazioni allo stato sacerdotale. Qui il campo è vasto: non mancano persone che possono dare e danno il proprio figlio al Signore: altre consigliano bene figli e figlie: altre invece danno quanto posseggono e possono aiutando gli studenti poveri, pagando per loro la pensione. Quante persone possono con questo mezzo venire in aiuto a giovani che soffrono non potendo raggiungere le loro aspirazioni e di avere la fortuna di concorrere a formare un sacerdote il quale celebrerà messe per loro e portare il loro nome scolpito nel cuore.
Non mancano persone che si proposero di pagare la pensione ad un chierico della stampa buona e continuano la loro opera di carità ed ogni mese inviano la loro offerta anche con molto sacrificio.

Vocazioni

Dopo aver veduto suo figlio Ronald entrar nella Compagnia di Gesù ed avuta la consolazione di ricevere la Comunione dalle mani del figlio Sacerdote, la signora Macdonald lasciò anch'essa il mondo per entrare in religione fra le Suore di S. Giuseppe in New Orleans, S. U. dove, poche settimane fa, pronunziò i suoi voti dinanzi al figlio Gesuita.
Anche dall'Ungheria ci giunge un aneddoto interessante.
Fra una gruppo di Gesuiti missionari! partiti, il mese scorso, per la Cina, si vedevano due giovani scolastici studenti S J. Nemeth e Hervath. Non erano mai stati separati sin dall'infanzia.
Nati nello stesso villaggio, a pochi passi di distanza e a sole dieci settimane di differenza, furono nello stesso giorno inviati al Collegio Benedettino di Koeszeg per gli studi dove tosto si arruolarono nella Congregazione di M. S.ma allo stesso giorno.
Insieme furono ammessi alla Compagnia di Gesù; pronunziarono i voti, fecero i 3 anni di filosofia insieme, e adesso non disuniti si trovano sul suolo Cinese, dove non mancano opportunità di spargere il sangue per la fede, chissà se non insieme!
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L'azione della stampa

L'azione della stampa è più profonda di quello che il mondo non creda. Esso ne sopporta gli influssi e l'atmosfera, ma senza averne coscienza. La stampa non si vede: il mondo crede soltanto alla propria esperienza sensibile.
Esso gusta la bellezza di un fiore e non pensa al giogo sotterraneo delle forze che gli alimentano la vita.
Ma i fatti sociali non basta soffrirli nelle loro conseguenze, bisogna risalire alle cause, alla sorgente responsabile.
Giustamente un Belga scriveva che la stampa è qualche cosa di più che la dinamite, la quale in fondo domanda l'opera dell'uomo. Ma la stampa muove l'uomo, lo conquista, lo ispira, gli popola d'intorno l'atmosfera dell'opinione collettiva.
La lettura del libro, se si fa astrazione dalla lettura amena, non è nelle possibilità del gran pubblico: esso domanda di leggere in fretta, con piacere, e a piccoli frammenti, in treno, e nelle ore di sosta, con riposo e non per fatica. Ma tutta questa somma di verità assimilate, questa visione della vita e dei suoi fenomeni da un certo punto di vista intonano la sua sensibilità ad un uguale orientamento. E certo che nessun altro influsso educativo può raggiungere certe coscienze, né la scuola, né la conoscenza, né l'insegnamento delle Cattedre.
Il giornale sì: è il primo saluto di ogni mattina, la prima conversazione della vita che si ridesta.
Quando i cattolici si manifestano straordinariamente neghittosi di fronte alla rapidità della stampa, dimostrano di non averne capito l'animo e la funzione. Essa domanda lo sforzo, la coesione delle volontà, ma vera, reale, profonda; la cooperazione, il sacrificio, l'offerta di tutti.
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I SANTI (1. Novembre)

Chi sono i santi? Sono persone che furono un dì su questa terra, che vissero più o meno, che ebbero le stesse passioni che abbiamo noi, le stesse inclinazioni al male, i medesimi difetti, le medesime debolezze: ma combatterono e vinsero: sono ora in cielo perché vollero, fortemente vollero e la grazia del Signore operò in loro. Tutti siamo chiamati a santificarci. Questa è la volontà di Dio: la nostra santificazione; la grazia del Signore non ci manca; manca la nostra volontà.
La festa di oggi, l'esempio di tante anime che ora godono in cielo, porti un risveglio in noi, una volontà più energica, un desiderio maggiore di santità.

I MORTI (2 novembre)

Chi sono i morti? Sono quelle anime che passate da questa vita, vengono dalla giustizia divina tenute in un carcere di pene, onde espiare ogni colpa e purificarsi.
Quante sono queste anime: un peccato veniale, un po' di freddezza nel servizio di Dio, una pena non ancora scontata sono cause comuni per cui le anime, prima di salire al cielo, vanno a purificarsi.
Quante ve ne sono in quel carcere a causa della cattiva stampa!
Scrittori, tipografi, pittori, disegnatori, rivenditori ecc. lettori di libri, giornali, romanzi per nulla buoni!
Queste anime attendono da noi la loro salvezza: per queste anime in modo speciale deve pregare il Cooperatore della B. Stampa e queste anime salvate convertiranno scrittori, stampatori, falsi maestri, faranno sorgere nuovi e buoni scrittori e divulgatori della B. Stampa.
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NELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

Notiziette mensili

Il ritiro mensile ebbe per oggetto la misericordia di Dio, tutto amore e bontà per noi.
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Al ritiro seguì la passeggiata: ci attendeva uva bella e matura; e ciascuno fece bene il suo dovere.
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Gli esami delle materie estive sono terminati: il giorno 11 ottobre si incominciò l'anno regolare.
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Molti, sono i nuovi giovani venuti ed altri ancora arrivano in questo mese. Ogni nuovo arrivato è circondato dai compagni: è assistito con cura, incoraggiato in quei primi giorni in cui sente maggiormente il distacco dai suoi cari.

Dalla casa di Roma

I nuovi sono in maggior parte della Sicilia: la bella e fertile Trinacria.
In Casa sono i primi e fanno la prima prova. Preghiamo per loro tanto S. Paolo e la Regina degli Apostoli. A loro vogliono tanto bene e insegnano le vie buone». Quelli che incominciarono il primo nucleo dei figli della Casa di Roma.
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La salute è buona: né i celebrati calori dell'Urbe furono tali quest'anno da cagionar gravi stanchezze.
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I giovani che quest'anno per essere i primi, volentieri rinunciarono ai pochi giorni di vacanza, salutano caramente i parenti e i compagni: e tutti ricordano presso il cuore di S. Paolo.
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E bisogna pur dire che a Roma si esperimenta quanto N. Signore manifestò: qui la terra è innaffiata dal merito dei santi e l'intercessione dei santi è potente e numerosa.
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Per questo abbiamo pregato che buone persone si prendessero a cuore alcuni nostri giovanetti dei più bisognosi e vi facessero da «madrine». È gran cosa avere in debito un'anima che prega a Roma.
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Con profondo senso di riconoscenza a Dio, e con buona volontà di bene, i giovani, e per la loro parte le Figlie di S. Paolo, sono entrati nel nuovo locale, e alle nuove macchine che la Divina Provvidenza mandò per un più largo e migliore esercizio, dell'apostolato buona stampa.
I pulpiti sono più: ci doni Iddio di dargli più gloria: questo solo cerchiamo con forte passione.

Agli Emigranti

Vediamo con piacere svilupparsi in voi l'amore verso S. Paolo ed il vostro sempre crescente interessamento verso la Casa di S. Paolo ci pervennero da molti di voi. Quante lettere ed offerte in special modo dall'America e dalla Svizzera! Deo gratias!
Due coniugi dall'America inviarono la loro offerta per un metro di muratura; una signora pure dall'America si stabilisce la celebrazione di 12 Messe annuali e perpetue: un signore ci invia 28 ascrìtti alle Duemila Messe: un altro ci chiama pagelline per raccogliere ascritti a tanto bene. Dalla Svizzera parecchie zelatrici inviarono i frutti del loro apostolato e dalla Francia ci chiesero schede per diffondere l'opera delle Duemila Messe.
Il bene fatto in vita rimarrà e sarà l’unica consolazione in punto di morte.
Questo noi vi preghiamo da S. Paolo: che vi conceda consolazione in terra e che tutti andiate salvi in Paradiso.
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SEZIONE SOCIETÀ BIBLICA

Il Vangelo in ogni famiglia

Lo vuole Gesù Cristo: «praedicate Evangelium omni creaturae» (Marco, XVI – 15); e si predica anche con la stampa.
Lo vuole il Papa. — Nostro ideale si è che i sacri libri (del Vangelo) entrino nel seno delle famiglie cristiane (Benedetto XV).
...Dal momento che ci siamo proposti di restaurare ogni cosa in Gesù Cristo, nulla potremmo meglio desiderare che si introduca tra i fedeli il costume della lettura non pure frequente, ma, quotidiana dei Santi Vangeli... (Pio X).

È FACILE DIFFONDERLO!
Esempi

1. CASTAGNOLE LANZE. — Il Reverendo Parroco sembrava un po' dubbioso nell'esito della diffusione: ne prese 75 copie. Al mattino di una domenica pose un tavolino presso la bussola della Chiesa, con su i Vangeli. Nella prima Messa avvertì della cosa. Due persone erano presso il tavolino per la diffusione. Nella sola prima Messa ne diffuse 59 copie, il rimanente alla seconda e parecchi rimasero senza.
2. S. ROCCO CHERASCA. — Il Reverendo Economo disse ai ragazzi e alle ragazze del catechismo: «…domenica venite tutti: chiedete ai vostri genitori una lira me la portate qui ed io vi darò il più bel libro, il Vangelo. Siete d'accordo?» «Sì, sì». Pochi mancarono e la domenica dopo circa 80 copie entrarono nelle famiglie portati dai bambini stessi.
Nel fare catechismo chiedeva, si informava se si leggeva, ecc. e intanto ne aveva sempre un po' con sé e spesso qualcuno si presentava per averne una copia.
3. CORTEMILIA. — Il Rev. Parroco avvertì in chiesa e poi passando a benedire le famiglie lasciava in ognuna un cartello antiblasfemo e il Vangelo.
4. UN PARROCO: «....ho 90 famiglie, mi spedisca 120 copie del Vangelo. Desidero che ogni famiglia abbia la sua copia, specialmente quelle che non frequentano la Chiesa. Una parte la conserverò presso di me. da distribuire in tanti casi in cui un po' di Vangelo va così bene! Vorrei distribuirlo come distribuisco la Comunione. Così il bollettino, le mie prediche e il catechismo ne saranno i commentatori fedeli».
5. S. VITTORIA. — Istruì un po' le Figlie di Maria; diede a ciascuna una parte del paese, promise un premio alle più diligenti, avvertì in chiesa, ne diffuse 300 copie in 15 giorni.
6. MOMBARUZZÒ. — Istruì giovani del Circolo e poi facendo come S. Vittoria ne diffuse 400 copie.
7. GUARDA VENETA. — Con lo stesso metodo ne diffonde 250 copie.
8. CANALE. — II penultimo giorno degli Esercizi fu dedicato alla diffusione del Vangelo e ben 300 copie entrarono nelle famiglie come ricordo.
9. NEIVE e TRAVEDONA. — Il Parroco lo diede come ricordo del suo 25.o anno di Parrocchia, aggiungendo in principio una sua lettera. Piacque assai.
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IL MODO PIÙ EFFICACE

La festa del S. Vangelo o del Divin Maestro

Diamo uno schema che ciascuno può adattare.
Prepararlo un po' avvertendo una domenica prima: e dove è possibile far pure una certa pubblicità col bollettino, qualche manisfestino.
Al mattino. — Nella S. Messa predica apposita, Comunione per riparare i peccati della stampa cattiva. Ad ogni Messa, diffusione in chiesa o con un tavolino o come si crede meglio (molti benedissero i volumetti davanti al popolo e poi li distribuirono alcuni lì alla balaustra come la S. Eucarestia, tutte forme di maggior solennità che possono giovare assai).
In vari paesi si tenne l'Ora di adorazione. L'altare fu adornato di Vangeli disposti in bell'ordine attorno al S Raggio e poi furono distribuiti, conciliando così molta venerazione al libro.
Conviene imprimere l'idea che deve entrare il vangelo e deve uscire ogni stampa cattiva.
A Sera: Istruzione sul come tenerlo in casa (dare però l'esempio in chiesa: tenerlo sul pulpito ben in vista e in onore, poiché il popolo istintivamente copia dalla sua Parrocchia); come leggerlo, «quando, da chi, ecc. insomma una istruzione pratica per avviare alla lettura, come è spiegato in principio di ogni volumetto.
Benedizione: fare ad alta voce le promesse a Gesù Cristo Maestro.
1. - Condanniamo ogni insegnamento, libro o giornale contrario al Vangelo.
2. - Promettiamo di leggere un tratto del tuo Vangelo ogni giorno nelle nostre famiglie, e di vivere secondo il tuo insegnamento.
3. - Promettiamo di intervenire alla spiegazione del Vangelo e mandare i figli al Catechismo.
4. - Promettiamo di allontanare dalla famiglia ogni stampa cattiva e sostenere la buona.
5. - Riconosciamo che tu solo sei il Maestro nostro e del mondo in unione col tuo Vicario il Papa.
Il Divin Maestro gradisce e benedice la diffusione del suo Vangelo e quanto bene si fa, curando poi che sia letto, almeno da un gruppo di famiglie, quelle più facili a conquistare, che sian nutrite di più spirito evangelico.

E il prezzo?

È facilissimo superare la questione del prezzo (veramente è più elemosina che prezzo), dando un tono così religioso alla giornata, poiché il popolo non bada più gran che al prezzo. Fu constatato dovunque si tenne la giornata in tal modo. È bene avvertir prima.
Consigliamo: possibilmente di diffondere in una Parrocchia o tutti «Vangeli» o tutti «Il Divin Maestro» (Vangelo unificato): è più 'facile poi avviare la popolazione alla lettura.
Dove dobbiamo rivolgerci?
Se volete unirvi la lettera, rivolgetevi subito in Alba: Pia Società S. Paolo; se no, prima rivolgetevi al vostro Delegato Dioces. Rev. ... Se poi il Delegato non può darvi ciò che chiedete, rivolgetevi alla: Pia Società S. Paolo — ALBA.
Si può aggiungervi una lettera?
Sì, ed è molto bene: lo fecero: Neive, Travedona, Roncade ed altri; l'idea incontra.
Costa molto di più?
No; in media costa solo cinque centesimi di più: tuttavia, avendo qui poco spazio, vedete notizie più precise in «Vita Pastorale»: Sezione Biblica.

Difficoltà

Ma i paesi proposti sono organizzati. — Alcuni sì, altri no. Del resto basta la Chiesa per diffondere il Vangelo.
Ma costa... e a toccare nella borsa. — Si consiglia e raccomanda appunto di diffonderlo in Chiesa, perché ivi il Sacerdote ha forza e grazie particolari, anche per superare la questione del prezzo.
Son novità: sì, ma vecchie come la Chiesa, necessarie, volute dal Papa.
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Ci sono già tante altre opere: sì, ma tra tutte la più urgente e universalmente sentita è questa: tornare al Vangelo: e poi il Vangelo deve vivificare tutte le altre.
Il popolo non lo legge: Purtroppo, ma è proprio quello che occorre fare; avviare a leggerlo; ma come lo leggerà se non glielo si dà e lo si costringe in bel modo?...
Il popolo non lo capisce: Tutto no, ma quanto basta per salvarsi l'anima e aver più fede sì.
Si fa il giuoco dei Protestanti: Si insiste appunto che chi deve dare il Vangelo è il Sacerdote, anzi il Parroco: e sotto la sua guida avvenga la lettura.
Ma il Parroco glielo spiega già alla domenica: È troppo poco: molti non vengono: mentre la lettura fa capir meglio la spiegazione in chiesa.


OPERA ANTIBLASFEMA

Dimostrazione giovanile Antiblasfema.

È avvenuta a Quinzano. Un corteo numerossimo di vivaci fanciulli e fanciulle con canti, suoni, sbandieramenti protestano nobilmente contro la bestemmia.
Accompagnati dal corpo Insegnante, al suono della Marcia Reale, complimentati con vivace patriottico discorso del Presidente della Lega Antiblasfema locale, muovono ben ordinati dal locale scolastico, fanno risuonare per le vie l'inno nazionale antiblasfemo, agitano vessilli nazionali e scritte eleganti «Abbasso la bestemmia», «Non più bestemmie!», «La bestemmia disonora la Patria» ecc.
La gente guarda sorpresa, molti seguono dietro le autorità; tutti ammirano la franchezza di quei dimostranti. La lezione è capita! Rientrano nel locale scolastico e prima di partire sentono la lettura di una lettera del Podestà che scusandosi di non aver potuto intervenire loda la manifestazione, e raccomanda compostezza di costumi e urbanità di dire.
I fanciulli trovarono grande gusto: ma quel che più importa restò in loro sempre più impresso, l'orrore e il disgusto alla bestemmia e al turpiloquio e saranno senza dubbio nelle loro famiglie veri piccoli apostoli di verità cristiana e di civiltà italiana.
Noi vorremmo che in molte plaghe si ripetessero di queste dimostrazioni giovanili che suonano vergogna in faccia a certi ostinati impenitenti bestemmiatori e che ai fanciulli venisse fatto pronunciare questo giuramento: «Noi fanciulli e fanciulle di ... che vogliamo crescere puri anche nel linguaggio per essere poi domani della gente sana di mente e di cuore, pronti a dare le nostre energie morali e fisiche alla pietà e alla Patria:
— «Giuriamo solenne opposizione a tutto ciò che suona offesa a Dio e al buon costume, ma siccome siamo piccoli e potremo far poco;
«ci impegnamo di chiedere ai nostri cari papà aiuto e assistenza per respingere sempre il brutto vizio della bestemmia che tanto danneggia l'onore d'Italia».

Tra i mezzi più acconci per debellare nelle famiglie il grossolano vizio è la diffusione del Calendario Antiblasfemo, strumento efficace di propaganda educativa a domicilio.
È incominciata l'epoca buona per la propaganda: perché non servirsi di questi piccoli apostoli per introdurlo nelle case? Nella scuola, al catechismo si parla loro del Calendario e si invitano ad acquistarlo. La Società S. Paolo ha pronto il formato grande ed il formato economico, e dietro richiesta spedirà immediatamente contro assegno quante copie si desiderano.
Formato grande L. 24%.
Formato economico L. 19%.
Porto e imballo a carico del committente.
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La cattiva stampa è un diluvio che innonda la nostra cara Patria, vi semina discordia, vi fa immensa strage di anime. È della più grande importanza e urgenza il contrapporre la stampa sana. Aiutate perciò la Pia Società San Paolo per la Buona Stampa.
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Grande lotteria
Pro nuovo tempio S. Paolo - Alba
Estrazione 25 gennaio 1927

Il premio in pallio è un preziosissimo orologio d'argento da tavolo, donato di S. A. R. il Principe di Piemonte, per il Banco di Beneficenza delle feste di San Paolo e giunto con notevole ritardo.
L'artistico premio è visibile nel parlatorio della Società S. Paolo. Presso la medesima si possono ritirare i biglietti per la lotteria. Chiedere bollettari da esitare, da 10 a 20 fogli, ecc.
Ogni biglietto costa L. 1.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


Il Santo Curato d’Ars e la Messa

Il Curato d'Ars, l'umile parroco di un paese di montagna, a cui ricorrevano per consiglio moltitudine di persone di ogni ceto e persino i più grandi uomini della Francia, parlando ai suoi parrocchiani della Messa diceva: «Tutte le opere buone, riunite insieme, non hanno valore che equivalga a quello del S. Sacrificio. Il martirio stesso è il sacrificio che l'uomo fa della vita sua, mentre la Santa Messa è il sacrificio della vita di Gesù. Se si comprendesse che cosa è la S. Messa!... In paradiso lo si comprenderà. La causa di tanti mali sta nel non far caso della S. Messa.
Se si avesse un po' di fede si avrebbe anche maggior zelo per assistere alla S. Messa. Bisognerebbe raccoglierci per assistervi: bisognerebbe annientarci davanti a Dio, com'egli si annienta. Se ci dicessero: Alla tal ora si fa risuscitare un morto, subito ci affretteremmo per vedere. Ma non è un miracolo più grande la Consacrazione, che muta il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù?
Siano tali insegnamenti una lezione anche per noi... Quante Messe trascurate! Quante non sentite con divozione! Quanto poco zelo per assistere alla Messa! Si possono campare ragioni o scuse per dispensarci dall'assistere la S. Messa... Ma nessuna ragione può dispensarci dal partecipare alle due mila Messe che ogni anno si celebrano nella Pia Società S. Paolo per tutti i benefattori che le inviano una offerta sola in vita di L. 10. Non aspettiamo che altri ci faccia celebrare delle Messe: facciamoci noi il bene mentre siamo in vita e pensiamo ai nostri cari defunti che attendono da noi soccorso.
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LE VIE E I MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA

Domandate e riceverete

Da Lui, Iddio, chi domanda riceve, chi cerca trova, chi bussa ha risposta.
La potenza di un uomo si può valutare dalla preghiera: chi prega ha Dio ai suoi ordini: e in mano di Dio tutto è collocato. Chi può avere di più? In qual evento può mancare Dio? Solo manca, se si cerca quanto non è ordinato alla vita eterna. Ma nemmeno qui manca: chi ordina la preghiera alla vita eterna.
Pregare e confidare in Dio: fino anche qui, di pregare per ottenere ed intanto dare.
Anche il promettere di dare è buono. Ma accompagnar la promessa da umile preghiera perseverante, non da un orgoglioso senso, retribuire quasi Dio, se ci fa la grazia.
A Dio non diamo del nostro. Il nostro dare è solo testimonio di riconoscenza che ci ha fatto conoscere che quello che si chiedeva era la sua volontà.
E quando non otteniamo? Stiamo certi che abbiamo ottenuto di più: questo è un meraviglioso mistero della preghiera, che non compra se non ciò che davvero è il bene ed il meglio.
E già abbiamo dato? Meglio: un segno migliore che Dio paternamente ci esaudì in meglio. Volete la prova? Ripensate alla grazia chiesta e a ciò che invece avete ottenuto. Dopo qualche mese, o qualche anno. Più di tutto, la prova l’avrete al giudizio, e benediremo Iddio.
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DATE IL SUPERFLUO AI POVERI

Offerte in denaro

Deo gratias. In Casa ogni giorno e più volte al giorno si fa la preghiera: «Ricompensate, vi preghiamo, o Signore, colla vita eterna i nostri benefattori, pel nome vostro. Così sia».
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Cassettine della Buona Stampa

Le cassettine in questo mese hanno lavorato poco? il bambino ha fatto pochi inchini? Forse queste saranno state obbligate a far le vacanze estive? Se così, ora sono terminate e un altro mese deve venir pubblicata una lunga fila di nomi i quali vanno a gara a metter la cifra più grossa. Speriamo e attendiamo.

Offerte dalla casa di Roma

Alla promessa di pregare qui a Roma in compagnia dei molti intercessori per quanti aiutano la Casa, non veniamo meno. Poveramente sempre; ma, lo sanno gli amici, sono tanti qui i mediatori, è tanto efficace il sangue dei martiri.
E confidiamo che anche l'invito, la preghiera che facciamo di dare a questa casa larga mano, sia ben avvalorata in efficacia: per le offerte in danaro, in natura. per le macchine, le borse di studio, ogni specie di cooperazione.

Abbonamento vitalizio al Periodico

L'abbonamento vitalizio costituisce un vero vantaggio alla Buona Stampa, toglie l’incomodo di rinnovare ogni anno l'abbonamento, è di molta utilità alla Casa che deve sostenere gravi spese pel mantenimento di tanti giovani che pagano una irrisoria o nessuna pensione. Gli abbonati vitalizi partecipano al frutto di duemila Messe ogni anno. L'offerta per l'abbonamento vitalizio è di lire 100.

Teol. Alberione Giacomo Dir. Resp. Alba —
Scuola Tipografica Ed. — Alba



DEPOSITI A FONDO PERDUTO


I nostri Cooperatori specialmente d'America sono attivi, molto attivi. Alcuni di essi sono davvero molto industriosi nelle opere di carità. Il Teol. Tommaso Barra, già benefattore nostro insigne, ora ha destinata la somma di lire 100.000 (centomila) in buoni del tesoro francese, a fondo perduto per la Buona Stampa. Se ne riserva, sua vita naturale, soltanto l'interesse. Deo gratias! In quest'anno in cui ogni cosa è ad un prezzo così elevato, l'offerta generosa dello zelante Teol. Barra torna particolarmente utile.
Deo gratias! In perpetuo in tutte le nostre intenzioni comprendiamo i santi desideri del buon cuore del prelato Sacerdote.
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IL LAVORO FERVE

Sono circa 800 i centri dove già sappiamo che è incominciato e ferve il lavoro di raccolta delle adesioni all'opera delle duemila Messe. È una gara d'amore a S. Paolo e di zelo per il decoro della Casa di Dio.
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