A NONA
O Dio, vigor degli esseri,
Che immoto in te restando,
L'ore del dì a succedersi
Chè vita non si spenga,
Pur vai determinando;
Luce ne dona al vespero,
Ma santa morte il premio
D'eterna gloria ottenga.
Ne dà, Padre piissimo,
O Figlio coeterno,
Con il Divin Paraclito
Regnante in sempiterno.
A VESPRO
Di luce fattor ottimo,
Che ai dì la luce effondi,
E della luce al nascere
Principio desti ai monti;
Che l'alba unita a vespero
Giorno chiamar volesti,
Or che vien fosca tenebra
Ascolta i preghi mesti.
Carca di falli, l'anima
Non parta dalla vita,
Mentre è del ciel immemore
E in crimini irretita.
Batta alla porta eterna,
Di vita al premio tenda,
~
Fugga quant'è nocevole,
Del male faccia ammenda.
Dà, Padre pietosissimo,
O Figlio al Padre uguale,
Regnante col Paraclito
Pei secoli, immortale.
~