Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Formazione integrale35
Il Signore manda i bambini alle mamme e quando la mamma è santa li riceve come tesoro di cielo da custodire nell'universo e indirizzare efficacemente sulla via del cielo.
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Così ogni aspirante che arriva: si riceve come un dono del buon Pastore, della Madonna, dei santi Apostoli Pietro e Paolo. E questo dono viene fatto agli Istituti quando sono capaci di formare. Se il Padre Celeste vede che una istituzione fa bene, allora manda le figlie che hanno vocazione. Se un padre ha da mettere la figlia in collegio, sceglie quello dove la figlia sarà meglio istruita.
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Gran segreto questo: vivere santamente la vita delle suore pastorelle, perché il Signore vedendo che vi è una buona formazione preferisca mandarle qui. Quando si ricevono si pensi che è un grande dono di Dio e una grande responsabilità. Condurle alla santità della vita religiosa, nella via del proprio apostolato. Renderle contente nella vita, perché quando vi è gente contenta è già una gran cosa in una casa.
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La formazione risulta da quattro parti: spirituale, intellettuale, apostolica, umano-religiosa.
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1) Formazione spirituale: che porta e deve maturare una coscienza delicata; e ben profonde le tre virtù: fede, speranza (fermezza nella virtù per guadagnare il cielo), carità (amore a Dio e al prossimo). Quando si è giunti a stabilire bene nel cuore la fede si arriva all'obbedienza. Perché allora si vede nelle disposizioni il volere di Dio, e si vede in quello che c'è da fare quello che il Signore vuole da noi.
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Allora si arriva all'obbedienza che perfezionandosi a suo tempo darà il voto di obbedienza, cioè l'anima si legherà al voto per perfezionarsi nell'obbedienza, legarsi col voto è per diventare più obbedienti.
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Se l'anima ha una grande fiducia in Dio, se vive di speranza in Dio, speranza del paradiso e dei mezzi necessari per arrivarci, e volendo arrivare al paradiso compie generosamente la volontà di Dio, se aspira ai beni eterni, ai meriti, alle virtù, aspira alla santità, è facile che rinunci alle cose del tempo. E volendo rinunziare a tutto arriva al voto di povertà. Solo Iddio, il resto non lo cerco. Adopererò la chiesa, lo studio, il vestire, il mangiare, per guadagnarmi il paradiso: «Chiedete prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato per giunta».
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Poi se l'anima pratica la carità, vive di amore di Dio e delle anime, vuol essere tutta di Dio, e allora chiede il voto di castità. Vuole che tutto il suo cuore sia di Dio. Si vuole riservare tutto il tempo e l'attività per i bambini, non si cerca una famiglia umana, ma una famiglia più grande.
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2) Formazione intellettuale. Bisogna studiare secondo l'ordinamento dato in Casa. Vi è tutta l'ascetica, le costituzioni, lo stato religioso, gli avvertimenti nelle conferenze, istruzioni, prediche. Quanto vi è da imparare! Non si finisce mai! Si imparano tante cose che poi in seguito, nella vita, sono utili.
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3) Formazione apostolica. Dall'entrata nell'istituto, tutto, oltre che alla santità, deve orientarsi all'apostolato. Sia che si insegni cucito, ricamo, e si impari quella sveltezza e quella semplicità che sono molto belle e che sono ornamento di una suora che deve vivere in Società.
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Così la preparazione a tenere il catechismo, l'asilo, a far conferenze, a formare la gioventù, assistere gli ammalati, i poveri; l'apostolato è così vasto! Perché nel secondo punto delle costituzioni vi è appunto questo: istruzione, formazione, opere di culto. Sarebbe tanto utile che in ogni zona si facessero dei corsi di tre giorni o un giorno per quelle che dimostrano vocazione. In generale un'esortazione da un sacerdote, il resto dalla suora. Questo è un grande mezzo, questo deve farsi molto, con impegno. Perché ad ogni Parrocchia bisogna portare e ricevere: portare l'attività, tutto il bene spirituale che può portare una pastorella e ricevere bene spirituale: tra i beni spirituali importantissimo quello di una vocazione.
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4) Formazione umano-religiosa. Umana vuol dire acquistare le virtù naturali: la rettitudine, la sincerità, l'amore alla giustizia, il saper trattare, il galateo, il saper scrivere, saper vivere con le persone che si incontreranno nell'apostolato. E' contrario a questa formazione il dir bugie, la grossolanità, la mancanza di rispetto ai Superiori, agli inferiori, ai bambini, ai poveri. Pensare in bene, giudicare in bene, parlare in bene, aiutarsi scambievolmente. Come si potrebbe stabilire la virtù se manca la base che è la rettitudine umana? I Comandamenti son tutti precetti di legge naturale, cioè di rettitudine umana, per la formazione umana.
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Vi sono persone che si odierebbero, piene di invidia, non sanno perdonarsi; c'è la pigrizia, la sensualità, la golosità, non sanno regolarsi, non sanno disciplinarsi. Manca la formazione umana e come si può sperare di costruire la vita religiosa? E' come se si volesse mettere un abito in aria senza attaccarlo, appenderlo, non sta su perché manca la base, e la base è la formazione umana, poi c'è la formazione religiosa. Saper tenere da conto il denaro, saper amministrare, persone che non sanno equilibrarsi quando hanno quattro soldi in mano! Qualche volta mancano anche alla giustizia perché chiedono beneficenza per un fine e poi l'adoperano per sé; allora c'è da restituire, perché una offerta fatta per una cosa va a quel fine altrimenti è un furto. Abbiamo ad essere molto delicate su questo punto. Noi abbiamo ad essere formati anche civilmente bene. Fare i nostri doveri civili, per esempio nelle elezioni; non creare particolarità; rettitudine nella nostra coscienza. E non è mica che sempre gli uomini che abbracciano un partito siano i migliori, ma noi non votiamo la persona, votiamo il programma, quel programma conforme ai principi cristiani.
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La formazione religiosa riguarda quanto è contenuto nelle costituzioni: conoscerle, amarle, praticarle. Siccome le costituzioni sono la via della santità, conoscerle profondamente. Studiarle anche a memoria, tutte a senso. Soprattutto amarle e praticarle: viverle. Uniformare la vita alle costituzioni; fosse anche una regola disciplinare o ascetica, chi la lascia trascura un mezzo di perfezione. Alle volte si abbraccia un istituto e si vorrebbe vivere secondo lo spirito di un altro; oppure si abbraccia un istituto e poi col mutare confessori, col farsi dirigere a destra e a sinistra, con le lunghe conversazioni di qua e di là, che cosa si finisce con l'essere: né pastorelle, né Salesiane, né Benedettine; si finisce col non fare quello che piace al Signore.
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Gesù vuole che facciamo quel che è comandato e quel che è disposto secondo lo spirito del nostro istituto.
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Benedica dunque il Signore tutta la vocazione; dall'entrata in istituto fino alla professione perpetua, ed anche successivamente, i primi anni dopo emessa la professione perpetua.

6 agosto 1957

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35 6 agosto 1957.