Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Roma, 29-6-1965



SPIRITO PAOLINO


Oggi celebriamo assieme i santi Pietro e Paolo, ma specialmente intendiamo onorare san Pietro, e in Pietro il suo successore, il Papa.
Domani onoreremo specialmente San Paolo, colui che ha operato nella Chiesa più abbondantemente. S. Pietro e S. Paolo sono stati associati nel martirio: Pietro crocifisso sul colle Vaticano, e Paolo decapitato presso le tre Fontane.
Consideriamo oggi il Papa che è a capo di tutta la Chiesa, come maestro supremo nella fede, come maestro supremo nella parte morale che riguarda la vita e il costume, e come colui che deve guidare la liturgia. Quindi il dogma, la morale, e tutto quello che riguarda il culto, dipendono dal Papa. Pietro è nei suoi successori.

I. Il Papa è maestro di fede. Il Papa gode della infallibilità. Quello che egli definisce, quando parla "ex cathedra", è verità di fede. Perché la religione in primo luogo è fede. Non abbiamo la speranza, e tanto meno la carità, se non c'è la fede. La carità è in proporzione della fede.
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Il Papa può definire anche da sé; ma è sempre avvenuto così nei secoli: si tengono adunanze solenni come quella che è in corso, ossia il Concilio Ecumenico Vaticano II, per sentire anche i Vescovi. Udito il pensiero dei Vescovi e riassunto il loro giudizio, viene sottoposto al parere del Papa. Quello che Egli accetta e approva, quello è di fede e deve essere seguito e praticato.
Per arrivare alla santità, che è il perfetto amore a Dio, bisogna avere una proporzionata profondità di fede. Senza il fondamento della fede, l'amore non è vero, è solo sentimentalismo. In primo luogo occorre la fede, base di tutta la religione. Poi viene la speranza nei meriti di Gesù Cristo e nell'imitazione di Gesù Cristo; quindi l'amore a Dio, la grazia, la vita dell'anima, la preghiera, la liturgia.
La fede è il fondamento di tutto, perciò ci vuole l'istruzione. La teologia nella sua base, è la teologia dogmatica; poi segue la teologia morale che riguarda la vita e il costume; e, terzo, la parte che riguarda la liturgia e i sacramenti in particolare.
Anche i canti in primo luogo devono essere espressione di fede e di fede profonda. Devono essere espressione del Credo che si deve recitare nelle preghiere e che si recita quando è prescritto dalle rubriche nella Messa. Se si vuole
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arrivare alla carità, bisogna che ci sia sempre prima l'atto di fede. Fede profonda.
Onorare quindi il Papa come il capo di tutta la Chiesa che, quando insegna le verità che riguardano la fede, è infallibile.
E se qualcuno sbaglia, Pietro deve richiamare, deve correggere, perché ognuno pensi secondo il Vangelo, la Scrittura, secondo la Rivelazione.

II. Il Papa deve guidare i costumi, la vita. Dobbiamo seguire i Comandamenti prima di tutto; poi dobbiamo seguire quelli che sono i doveri quotidiani, i doveri che sono secondo il nostro stato. Il Papa guida quindi tutti i cristiani nella loro vita quotidiana, e nelle loro condizioni di età e di ufficio.
In particolare dobbiamo considerare che i religiosi devono vivere in conformità alle leggi canoniche e cioè a quello che è prescritto nel Diritto Canonico e nelle Costituzioni di ogni Istituto.
Chi è il Superiore degli Istituti religiosi? Il Papa. Egli è il supremo Superiore. Quando Egli approva le Costituzioni e le consegna, perché siano osservate, queste diventano la norma di vita.
Quale è la direzione spirituale, principale e fondamentale di un Istituto?
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La direzione spirituale è, prima di tutto, quella delle Costituzioni. L'osservanza delle Costituzioni è in primo luogo, perché le Costituzioni sono il Vangelo applicato al nostro tempo e alla nostra vita.
Il Papa è il supremo Superiore: quindi può anche richiamare. È lui che interpreta che cosa sia la povertà, che cosa sia la castità, che cosa sia l'obbedienza, come è stata spiegata in tutti i secoli e come l'ha applicata Paolo VI, specialmente l'anno scorso nel discorso ai Superiori Generali. In questo tempo Egli prepara lo schema per i Religiosi.
Quindi nella vita religiosa dovete sempre essere unite al Papa, considerandolo il vostro supremo Superiore; i superiori sono i rappresentanti del Papa, per l'esecuzione di quello che c'è nelle Costituzioni.
Occorre riflettere sempre se la vita è conformata alle Costituzioni; se queste sono osservate e, nello stesso tempo, se si cerca di arrivare alla perfezione. L'impegno di arrivare alla perfezione è il primo dovere della vita religiosa.
Se si intende fare la Professione, bisogna che si intenda vivere nella Chiesa, vivere secondo l'insegnamento della Chiesa, secondo le sue norme di vita pratica, con l'aiuto della grazia. Osservanza piena.
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Quando si va a destra o a sinistra si va fuori strada. Se si vuole fare la Professione, si professa più profondamente la fede, la speranza, la carità, applicate alla nostra vita particolare.
Con certi pensieri e con certi insegnamenti che sono fuori della Chiesa, come si fa la Professione? con che senso? Bisogna volere quello che è conforme alla Chiesa in primo luogo, e, secondo, quello che è conforme alla vita religiosa particolare. Ci vuole conformità alle Costituzioni, diversamente non c'è Professione e non c'è vita religiosa. E se non c'è questo, si può portare l'abito, si può stare in una casa religiosa, ma non si è né religiosi, né del tutto conformi alle leggi della Chiesa.

III. Il Papa deve guidare la liturgia, il culto. La carità riguarda prima di tutto Dio. Dio! Cercare la gloria di Dio: questo è l'apice dell'amore di Dio. Meditare bene il "Gloria in excelsis Deo".
Amore a Dio fino a donargli tutto: non negare niente al Signore. Non negargli la testa; non negargli la volontà; non negargli il cuore. Dio! cercare in tutto Dio.
Dopo viene l'amore a coloro che sono immagine di Dio, cioè tutte le persone, tutte le creature. Amare il prossimo come noi stessi. E come noi vogliamo la santità, così portare alla
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santità le anime. E come noi vogliamo arrivare al Paradiso, così volere che le anime arrivino al Paradiso. Questo è il vero amore.
Con i tre voti noi cerchiamo il distacco dalle cose della terra, il distacco dalla sensualità, il distacco dalla nostra volontà. Cerchiamo quello che è secondo la volontà di Dio.
Quindi l'obbedienza fino in fondo, secondo l'interpretazione del Papa, e quello che è applicato nelle Costituzioni.
Quanto poi al culto, bisogna che si legga e si rilegga ciò che riguarda la liturgia per seguirla bene. Seguire tutto quello che è descritto nella liturgia, quello che è stato pubblicato. Considerare bene tutto ciò che è stato insegnato e viene applicato. Quindi la Messa e i Sacramenti sempre secondo l'indirizzo della santa Chiesa.
Quali canti si devono preferire? Si devono preferire i canti liturgici, che comprendono i salmi, le preghiere fatte dalla Chiesa, gli inni e i canti che sono nel Messale, nel Breviario, e negli altri libri liturgici, come il Pontificale e il Rituale.
A questi si deve dare la preferenza assoluta, perché dobbiamo essere della Chiesa, e pregare con la Chiesa, e come la Chiesa. Non siamo delle isole, ma siamo tutti un unico regno: il regno di Dio predicato da Gesù Cristo. Siamo
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il popolo di Dio. Se volete, ed è molto buono, scegliete tratti di salmi o di inni tradotti in lingua italiana o nelle altre lingue.
Dopo devono venire i canti, le preghiere, le lodi che sono dell'Istituto, come sono raccolti nel libro delle preghiere. Devono predominare i canti che si riferiscono a Gesù Maestro Via, Verità e Vita, alla Regina degli Apostoli, a san Paolo, agli Angeli Custodi, a S. Giuseppe, alla Vergine nostra madre.
Richiamare a questo un po' tutte le Case, perché si sentono canti che hanno anche qualche cosa di buono, ma che non hanno un solido fondamento. Il fondamento è dato dalla liturgia in generale, e poi da quello che è nostro, secondo il libro delle preghiere.
Che cosa dobbiamo concludere?
Dobbiamo richiamarci alle linee giuste: la Chiesa e l'Istituto.
In primo luogo essere dei veri cristiani che vivono di fede, speranza e carità, poi paoline. C'è l'obbligo della osservanza religiosa. Se si vede che un Istituto cammina secondo le Costituzioni, bene, diversamente si devierebbe dalla strada propria dell'Istituto.
Chi rappresenta il Papa in ogni Istituto, è chi guida l'Istituto. Tutti gli altri consigli, proposte, suggerimenti, tutto quello che si vorrebbe introdurre, non sono cose buone. Seguire e
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approfondire quello che vi è nelle Costituzioni, e che riguarda la fede, la vita quotidiana, la pietà paolina.
Occorre stare bene nella via giusta. Perché, dopo fatta la Professione c'è una sola via, che è quella di vivere nella Chiesa e nell'Istituto, secondo le Costituzioni.
Così si onora il Papa.
Preghiamo perché tutti obbediscano e tutti seguano il Papa, e che siamo noi i primi ad obbedire e nello stesso tempo a pregare per il Papa.
Siamo sempre uniti al Sommo Pontefice, prestandogli riverenza ed amore, obbedendo ai suoi ordini e assecondando i suoi desideri.
Il voto di fedeltà al Papa che la Pia Società San Paolo ha aggiunto, è per assecondare anche i desideri del Papa, non solamente i comandi. Difendiamo coraggiosamente il Papa dalle calunnie e dalle ingiurie, e preghiamo per lui costantemente.
Così si celebra la festa del Papa.
Piaccia al Signore che siamo veramente figli della Chiesa.
Leggere e rileggere il "De Ecclesia".
Poi, Figlie di San Paolo secondo le Costituzioni, che sono l'interpretazione e l'applicazione del Vangelo alla nostra vita pratica.
Sia questa giornata di molta riflessione e di
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molta preghiera. Chi ha fatto Professione la rinnovi, e chi non l'ha ancora fatta, può fare delle promesse e i propositi.
Vi benedica tanto il Signore, affinché sappiate vivere la Chiesa come cristiani perfetti, e in secondo luogo sappiate vivere bene la vita paolina.
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