Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Roma, 24-5-1965



COMMENTO DEL DISCORSO
DI SUA SANTITÀ PAOLO VI SUI VOTI


In primo luogo fermiamoci a considerare il concetto della vita religiosa. La carità è per tutti i cristiani, siano semplici cristiani o religiosi o sacerdoti, ed è l'essenza della vita religiosa. Questa è la dottrina che si è sempre seguita e insegnata. Che cos'è la professione dei consigli evangelici?
La nostra consacrazione è una aggiunta alla consacrazione del battesimo, è la completa forma di consacrazione speciale nella vita religiosa. Il semplice cristiano diventa religioso quando si offre a Dio, si consacra totalmente a Lui emettendo i voti e facendo dell'intera vita un servizio esclusivo a Dio.
Il Papa rivolgendosi ai religiosi, dice: "Ci è parso bene pertanto richiamare alla mente lo inestimabile valore della vita religiosa e il necessario suo compito. Ed invero questo stato, che deriva la sua particolare natura dalla professione dei voti evangelici, è, secondo l'esempio e la dottrina di Gesù Cristo, una forma
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perfetta di vita, in quanto ordinato all'incremento e alla perfezione della carità: mentre gli altri stati di vita comportano fini, interessi e doveri di ordine temporale, per quanto in sé legittimi". Poi in altro discorso il Papa stabilisce quale sia la vera pietà e cioè: in primo luogo sempre la fede, poi le altre due virtù teologali: la speranza e la carità.
E aggiunge ancora: La carità vera deriva dall'amore; la carità autentica è quella che si fonda sopra le verità teologali della fede. E per la vita religiosa la fede consiste nel seguire tutto quello che Gesù ha insegnato.
"D'altra parte ora come non mai la Chiesa ha bisogno della testimonianza pubblica e sociale, che viene offerta dalla vita religiosa. Infatti, quanto più si proclama il dovere dei laici di vivere la vita cristiana e di propagarla nel mondo, tanto più si deve esigere che risplendano gli esempi di coloro che al mondo hanno realmente rinunciato, e si dimostri così all'evidenza che il Regno di Cristo non è di questo mondo (cfr. Gv 18, 36).
Tutto ciò si riconnette ad un altro argomento, sul quale con animo paterno e pieno di sollecitudine richiamiamo la vostra attenzione, e cioè la necessità che abbiate la massima stima dei voti religiosi, e annettiate gran valore al loro esercizio e alla loro pratica. In nessun altro
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modo infatti potreste condurre una vita che pienamente risponda e sia coerente allo stato da voi scelto e nel quale dovete comportarvi in modo da trarre da esso efficace aiuto all'ascesa verso la carità perfetta e i fedeli ne abbiano testimonianza di vita cristiana, e ad essa si infiammino".
Poi continua trattando dei voti in particolare:
"Per quanto le condizioni della vita umana siano non poco mutate in questi ultimi tempi e quindi siano necessari vari adattamenti nelle forme della vita religiosa, tuttavia ciò che promana dalla natura stessa dei consigli evangelici conserva in pieno tutta la sua forza, né può in alcun modo essere sminuito.
1) Perciò nel vostro modo di vivere coltivate al massimo l'obbedienza religiosa.
Essa, rimane sempre l'olocausto – come si dice – della propria volontà offerto a Dio. Questo sacrificio di sé viene compiuto con l'obbedire in piena sottomissione ai legittimi Superiori, per quanto l'autorità debba esercitarsi entro i limiti della carità e con rispetto della persona umana, e sebbene la nostra età richieda dai Religiosi che assumano maggiori responsabilità ed abbiano più spirito di iniziativa che in passato.
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2) Non mancate di inculcare l'amore della povertà, di cui oggi molto si parla nella Chiesa.
I Religiosi debbono infatti risplendere dinanzi a tutti per l'esempio della vera povertà evangelica. È perciò necessario che essi amino la povertà, alla quale liberamente si obbligarono. E non basta, quanto all'uso dei beni, la dipendenza dalla volontà dei Superiori; ma i Religiosi siano contenti del necessario e fuggano le comodità e le ricercatezze che snervano la vita religiosa.
Ma oltre alla povertà individuale, non si trascuri la povertà collettiva di cui deve risplendere la Famiglia religiosa, cioè l'intero corpo comunitario. Rifuggano pertanto gli Istituti religiosi, negli edifici e in qualunque loro opera, da un'eccessiva eleganza e da ornamenti troppo ricercati e da quanto sa di lusso; e tengano conto del livello sociale dell'ambiente. Si astengano pure dalla smodata ricerca di guadagno; anzi con i mezzi che la Divina Provvidenza ha loro elargito, sovvengano alle reali necessità dei fratelli indigenti, sia che questi siano loro conterranei, sia che abitino in altre regioni del mondo.
3) Con singolare diligenza custodiscano i Religiosi, come preziosa gemma, la castità.
È noto che le presenti condizioni di vita rendono difficile la pratica della perfetta castità, non solo per il dilagare di perversi costumi, ma
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anche per false teorie naturalistiche che infondono negli animi un veleno esiziale. Ciò sia per noi motivo per ravvivare sempre più la nostra fede nelle parole del Signore sul valore soprannaturale della castità abbracciata per il Regno dei Cieli, e sulla possibilità di conservare incontaminato questo candido giglio, con l'aiuto della divina grazia".
Ora vi leggo un'esortazione che il Papa ha rivolto ad un gruppo di Suore in una udienza generale: ..."La Chiesa attende molto da voi religiose. Desideriamo e per questo preghiamo che viviate nel fervore. Non dimenticate mai che siete state scelte da Gesù Cristo e dovete amarlo di un amore assoluto, esclusivo, senza mediocrità e senza compromessi, senza surrogati di intermediari umani; a Lui vi siete votate...".
Ritornando a quello che stavo leggendo:
"Per ottenere questo felice risultato, è necessario esercitare con più intenso zelo la mortificazione cristiana, e custodire i sensi con maggiore cura. E neanche sotto lo specioso pretesto del desiderio di conoscere cose utili o di ampliare l'umana cultura, si faccia alcuna concessione a libri, a riviste, a spettacoli disonesti o indecorosi; fatta eventuale eccezione per una comprovata necessità di studio, valutata e considerata dai Superiori religiosi.
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Non si potrà mai stimare al suo giusto valore l'efficacia del sacro ministero in un mondo così soggetto alla turpitudine, allorché colui che a ciò si accinge, risplende della luce della castità a Dio consacrata, ed è corroborato dalla forza di essa".
Quindi tratta della disciplina, dell'osservanza, delle iniziative.
"È evidente che un retto ordinamento della vita religiosa ha bisogno di una disciplina, di leggi ben determinate, di condizioni adatte alla loro osservanza.
Le Comunità religiose, inoltre, a somiglianza di un organo vivente, tendono a buon diritto ad un continuo sviluppo. Questo incremento dell'Istituto deve ricercarsi in una più diligente osservanza delle vostre regole, piuttosto che nel numero dei membri o nella aggiunta di nuove leggi. Che anzi la molteplicità delle leggi non si accompagna sempre a un reale progresso della vita religiosa; spesso invece, quanto più norme si stabiliscono, tanto meno vi si bada".
È bene che avendo stampato questa allocuzione, la leggiate e meditiate in modo che vi possa essere di aiuto a vivere sempre meglio la vita religiosa.
Religiose vere, veramente consacrate a Dio, con il cuore tutto rivolto a Dio.
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Ieri sera stavo leggendo la biografia della Prima Maestra Tecla. È un vero modello di amore a Dio e amore alle anime.
Seguite gli esempi della Prima Maestra Tecla, specialmente il suo spirito di fede. Conosciuta la volontà di Dio, si è abbandonata totalmente in Lui con piena fiducia, anche nei momenti difficili dell'Istituto.
L'amore a Dio porta all'amore delle anime in generale. Così si arriva a quella carità, virtù teologale, che chiediamo recitando le orazioni: amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, Voi, bene infinito ed eterna felicità e amo il prossimo come me stesso.
D'altra parte perché la pietà, come ho detto, sia completa e ben fondata, parta sempre dalla fede, dalla speranza e dalla carità.
Perciò la visita sia fatta così: nella prima parte l'esercizio della fede, nella seconda parte la speranza, cioè l'esame di coscienza, consultando e confrontando la nostra vita con quella di Gesù Cristo; e poi l'amore a Dio con tutto il cuore, sopra ogni cosa. Così è la visita, così sono tutte le altre pratiche della nostra pietà. Così è stata approvata dalla Chiesa.
E per l'approvazione della Pia Società San Paolo e vostra ci sono state adunanze plenarie per studiare ed esaminare le Costituzioni e in particolare quanto riguardava l'apostolato. I
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Cardinali credettero bene sottoporre tutto al Papa. E il Papa ha approvato. Quindi abbiamo l'approvazione non soltanto della Congregazione dei Religiosi, ma del Papa stesso! E non solamente la prima volta, cioè l'approvazione per sette anni, ma l'approvazione definitiva. Quindi siamo passati attraverso la via ordinaria e poi la via straordinaria, cioè dello stesso Vicario di Gesù Cristo. E quello che è approvato dal Vicario di Gesù Cristo è veramente degno di approvazione. Infatti leggiamo nel Vangelo: "Quello che avrai legato sarà legato in cielo, e quello che avrai sciolto sulla terra, sarà sciolto anche in cielo". Quello che non sarà approvato dal Vicario di Gesù Cristo, non sarà approvato in cielo, e quello invece che sarà approvato dal Vicario di Gesù Cristo sarà approvato anche in cielo.
Quindi la vita religiosa deve portare a questo: vera santità. Questo è l'impegno di ogni anima religiosa. Cercare Dio e le anime; che tutto il nostro essere tenda a Dio.
Che gioia allora, che felicità è l'amore a Dio, quando è vivo e vero.
E man mano che l'anima progredisce, man mano che passano gli anni, l'anima si sente più attratta verso Dio, sente di vivere di Dio; e poi la vita eterna, il gaudio eterno!
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