Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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32. APOSTOLATO SACERDOTALE NELLO SPIRITO DI MARIA SANTISSIMA (III)*

Per le relazioni che devono esservi tra il Sacerdozio e l’Istituto delle Pie Discepole è utile ricordare qualche cosa che chiarirà la vera posizione dell’uno di fronte all’altro.
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I Gesuiti hanno per regola di non occuparsi di Istituti femminili, salvo dispensa. È d’altra parte un fatto che vi sono leggi canoniche, disposizioni, delle quali una è sostanziale: il governo degli Istituti femminili deve essere libero e indipendente, per quanto riguarda l’amministrazione e la direzione.
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L’Istituto Pie Discepole deve avere un proprio governo, con propria amministrazione e direzione. Il Sacerdote potrà entrare come consigliere, come confessore, ma tutto ciò che riguarda l’andamento dell’Istituto non lo riguarda. Tocca a voi l’interessarvi delle vostre accettazioni, ammissioni, dimissioni, disposizione delle persone, uffici, case. Quanto più vi governate da voi nella carità e soprattutto quanto più dipendete dall’ubbidienza, tanto più diventerete forti, numerose, e camminerete spedite sulla vostra via. Gran pericolo v’è che una faccia capo a un Sacerdote, un’altra a un altro Sacerdote. Dovete far capo alla vostra Madre Maestra e al suo Consiglio. Questo per molti motivi e fra gli altri: chi ha l’incarico di guidarvi rappresenta Iddio, gli altri no. Chi ha l’autorità di comandarvi ha le grazie di ufficio, gli altri no. È saggezza vivere intimamente unite, considerando in chi vi guida Iddio stesso; credendo che è per questo mezzo e per questa via che il Signore fa passare le sue grazie.
Se mai, il Sacerdote potrà consigliare, aiutare ad eseguire ciò che è stato detto. Se entrasse a discutere su ciò che le Madri hanno disposto, mancherebbe al suo dovere. Il consiglio non è sostituzione.
Se il Consiglio ha preso una decisione nella luce di Dio, con la sua grazia si eseguisca. Nella disposizione non devono entrare altri ad esaminare se il comando è stato dato bene, se è giusto. Se le Pie Discepole si creassero l’abitudine di ricorrere e comunicare col Sacerdote per tante cose inutili, perderebbero grazie, tempo e forze. Camminate secondo lo spirito della Chiesa, Madre sacratissima. Ella ha autorità e facoltà di guidarci e comandarci.
Quando un figlio ha raggiunto i 21 anni di età, esce di casa e forma famiglia propria, si governa da sé, è a capo della nuova famiglia che forma, la quale deve reggersi da sola. Il figlio si rende indipendente, pur chiedendo sempre parere e consiglio, quando è necessario, ai genitori.
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Dopo aver considerato la verità, la via da seguire nel vostro ministero e servizio del Sacerdote, vediamo ora la terza parte1.
Iddio ha disposto che il suo Divin Figlio, avesse con Maria sua Madre relazioni speciali. Maria è entrata nel suo ufficio, quando ha detto: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum2. Ancilla Domini, questa parola comprende tutto. Voi non servite l’uno o l’altro, questo individuo o quella persona, voi servite Dio. In qualsiasi caso vi adoperiate, qualunque Sacerdote serviate, voi servite Iddio, e siete le ancillae Domini.
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Il Sacerdote ha una missione altissima.
La Discepola ha una missione altissima.
Maria servì il gran Sacerdote. Ordinò la greppia, preparò i pannilini, la paglia, si prostrò ad adorare il Figlio di Dio; fu la prima sacrestana che preparò a Gesù il primoTabernacolo.
Maria nutrì col suo latte il Bambino Gesù, lo vestì, ne ebbe cura, compì gli uffici che una madre compie verso il suo fanciullino. Gesù non ne avrebbe avuto bisogno, ma volle in tutto farsi simile a noi.
Potete immaginare Maria in cucina, nella stanzuccia dove preparava gli abiti; potete immaginarla quando istruiva Gesù, lo guidava nella preghiera, quando si ricreava con lui, quando camminava assieme per le vie della Palestina.
Maria continuò il suo ufficio materno, quando Gesù crebbe. Pensatelo a 12, a 15, a 20, a 30 anni, quando entra nella vita pubblica, quando comincia e consuma la Passione; alla Risurrezione, all’Ascensione.
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Voi dopo avere ottenuto, con la vostra preghiera e i vostri sacrifici, i Sacerdoti, li accompagnerete nel vostro pio ufficio, fino alla morte, fino al sepolcro, fino a che la loro anima sarà entrata nella beata eternità.
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Non è mai un servizio prezzolato, pagato nella maniera umana. Anche se vi è vicendevolmente scambio di denaro, e ci deve essere, questo si richiede perché ognuno deve vivere del proprio lavoro. Molte cose sono nella condizione della natura umana, si assecondi la Provvidenza che così ha voluto e stabilito.
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Quando verrà il giorno del giudizio, vi dirà Gesù: «Avevo fame e mi hai dato da mangiare; avevo sete e mi hai dato da bere; ero ignudo e mi hai rivestito; ero pellegrino e mi hai alloggiato; ero infermo e mi hai visitato; ero malato e mi hai curato; ero afflitto e mi hai consolato...». Risponderete: «Quando Gesù ho fatto questo?» Ed Egli vi dirà: «Tutte le volte che l’avete fatto al Sacerdote l’avete fatto a me»1. Mia Madre fu messa alla mia destra, e voi perché l’avete imitata, avete continuato il suo ufficio, avrete parte alla sua stessa gloria e al suo premio.
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Sacerdote ce n’è uno solo: Gesù Cristo! Gli altri sono in Lui e per Lui. Avrete un premio speciale, ineffabile, altissimo.
Chi intende male le cose è basso nei pensieri, volgare nel sentire, e potrà fraintendere, disprezzare e anche calunniare; potrà dire che sono stranezze queste, ma chi ha lo spirito di Dio non ragiona così.
Farlo con spirito soprannaturale, quindi con devozione. Chi serve il povero, serve Cristo sofferente: chi serve il Sacerdote serve Cristo Sacerdote. Qui il vostro apostolato può allargarsi in opere che per ora non è necessario che vi dica. La Famiglia è piccola, ma pensate se poteste divenire numerose e far sì che il vostro apostolato si estenda a tutta la Chiesa, a tutte le necessità! Pensate a quando potrete aprire ospedali e ricoveri per i Sacerdoti infermi, e anziani e poveri! Quanti di essi muoiono nella miseria, abbandonati da tutti. Vi sia accanto ad essi la Discepola, come accanto a Gesù sulla croce, abbandonato da tutti, vi era la prima Discepola, Maria Santissima
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Se nel mondo dovranno esservi almeno 2 milioni di Sacerdoti, accanto ad essi dovranno esservi almeno 6 milioni di Suore.
Hanno bisogno della Pia Discepola i ragazzini che fanno i primi passi nella vocazione; i chierici che si preparano a diventare Sacerdoti: i Sacerdoti che compiono il loro ministero.
Durante la predicazione di Gesù, Maria lo seguiva, ma stava nell’ombra. Voi dovete fare anche così.
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Le Discepole non siano mai capricciose, mai chiacchierone, per poter ben corrispondere alla loro vocazione. Se voi starete bene al vostro posto, se seguirete bene la volontà di Dio, vi moltiplicherete immensamente, ma se avrete sempre bisogno di chi vi consola, di chi vi compatisce, di chi vi viene dietro con l’asciugamano per tergervi le lacrime, perderete lo spirito, dopo averlo indebolito, e non vi moltiplicherete.
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Maria fu la più tenera fra le madri, ma trattò Gesù con fermezza. Nel tempio, ritrovando Gesù, lo trattò quasi duramente: «Figlio, perché ci hai fatto questo?»1. «E non sapevate che io debbo occuparmi delle cose che riguardano il Padre mio?»2. E tutto finì così. Egli cercò prima il volere del Padre, diede saggio della sua vocazione e missione, e poi tornò a Nazaret e fu soggetto a Maria e a Giuseppe3.
Brevi nelle conversazioni, nelle lettere, al confessionale, sempre e ovunque. Questo è il vostro nerbo e la vostra forza. Io vi apro solamente un poco l’orizzonte, ma voi nella Visita considererete più profondamente le cose.
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Maria fu concepita senza peccato, fu Immacolata per i meriti di Gesù Cristo. Così voi per il Sacerdote siete mondate dal peccato, e santificate nella grazia.
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Maria prese gli esempi da Gesù, stando con Lui crebbe immensamente nella divina amicizia; partecipò in maniera ineffabile al ministero del Verbo di Dio; ebbe parte al sacrificio della croce in modo che nessun altro potrà avervi parte come lei.
Così la Discepola ha una partecipazione così intima al sacrificio della Messa, al ministero e al merito del Sacerdote, che nessuna altra Suora potrà avere.
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Il Sacerdote battezza, amministra i sacramenti, predica, insegna, celebra, scrive, opera; dirige e governa il gregge di Cristo, compie in sostanza gli stessi uffici di Gesù. La Discepola ne ha parte se ha contribuito alla formazione e al mantenimento del Sacerdote, non solo con le borse di studio ma con la preghiera, servizio umile, e sacrificio nascosto.
Maria ebbe una parte ineffabile al ministero e al merito di Gesù, la Discepola avrà una parte proporzionata alla misura di retta intenzione, al suo amore e alla sua dedizione.
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Tra gli Apostoli vi fu purtroppo un Giuda. Anche per i Sacerdoti vi è il pericolo di essere infedeli alla vocazione e al loro ministero, come d’altra parte vi è lo stesso pericolo per le Suore. È necessario vigilare e pregare1.
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Dopo la sua morte la Discepola ha diritto di ricevere la carità del Sacerdote che ha servito, aiutato, e se anche costui si dimenticasse, non si dimenticherà Iddio e penserà Lui a ricompensarla sicuramente.
I Sacerdoti che aiutate vi aiutano a loro volta per ottenervi la grazia e per darvi modo di farvi presto sante. V’è scambio di grandi beni come fra Gesù e Maria.
Maria assisteva al suo Gesù crocifisso e intanto riceveva i frutti del suo preziosissimo sangue.
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Camminate secondo la luce di questi principii, senza deviazioni, senza deformazioni.
Siate contente, riconoscenti a Dio e fate in modo che le vostre relazioni col Sacerdote siano sempre degne della vostra delicatissima e sublime missione, compiuta nello spirito di Maria Santissima
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È parte dell’apostolato di una Pia Discepola, il suffragare il sacerdote defunto, contribuire ad offrirgli l’ingresso in Paradiso.
1. Molti Sacerdoti vengono ben presto o del tutto dimenticati dopo la morte. Alcuni lo fanno per irriflessione o mancanza di fede; altri lo fanno perché pensano che il Sacerdote non ha bisogno di suffragi.
Il Sacerdote ha una somma grandissima di doveri e di grazie. Deve renderne conto. Tutti erriamo in molte cose. È riconoscenza ricordare il Sacerdote passato all’eternità. È anche spesso dovere per i beni spirituali da lui ricevuti. È sentimento di pietà verso Dio e verso il Sacerdote defunto.
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2. Maria Santissima non si abbandonò ad un dolore di sentimentalità vuota rispetto a Gesù morto sul Calvario. Il suo dolore fu profondo, operativo, costante.
a) Dopo aver raccolto l’estremo sospiro di Gesù in croce, ella attese in profondo lutto, preghiera e speranza di accompagnare il Figlio al sepolcro. Assistette anche all’estremo strazio: la lanciata che aperse il Cuore a Gesù, e al Cuore di Gesù rese il primo ossequio e la prima riparazione.
b) Ne ricevette con immenso dolore ed amore la salma deposta dalla croce. La mondò dagli sputi, dal sangue e dal sudore, la imbalsamò e la compose con Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, Giovanni e le Pie Donne nella sindone e nelle bende; l’accompagnò al sepolcro ed assistette alla tumulazione, od alla operazione di chiusura compiuta rotolando la grande pietra contro l’apertura.
c) Si ritirò nella sua casa in Gerusalemme pregando e attendendo la risurrezione con fede.
d) Durante i 40 giorni seguiti alla risurrezione, Maria fu piena di letizia, si pensa che sia stata visitata dal Figlio visibilmente; e certamente Ella l’accompagnò sul monte dell’Ascensione, lo vide elevarsi, col cuore, lo riconsegnò ed offerse al Padre; lo contemplò nel suo spirito seduto alla destra di Lui, nello splendore del suo regno, come lo aveva veduto ignominiosamente vestito di uno straccio di porpora, incoronato di spine, ludibrio della plebe.
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3. La Pia Discepola, dopo aver pregato per il Sacerdote e averlo soccorso infermo, ne suffraga l’anima.
a) Assiste alle Sante Messe per lui celebrate, possibilmente accostandosi alla Comunione.
b) Offre per lui Rosari, piccole sofferenze, opere buone.
c) Ne ricorda e pratica gli insegnamenti; ne imita gli esempi; ne parla con rispetto e amore.
d) Invita altri a compiere gli stessi atti di carità e di suffragi.
e) In certi casi ne cura e visita anche il sepolcro, gli oggetti da lui lasciati, le disposizioni date.
Questi uffici di carità per i Sacerdoti defunti sono tra i più meritori ed i più cari rimunerati anche nella vita presente.
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* Cf la nota della meditazione n. 18, pag. 93.

1 Cf le meditazioni nn. 29 e 31.

2 Lc 1,38.

1 Cf Mt 25,35-40.

1 Lc 2,48.

2 Lc 2,49.

3 Cf Lc 2,51.

1 Cf Mt 26,41.