Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

APPENDICE VI
SUI COOPERATORI PAOLINI

Riportiamo un interessante testo datato 11 giugno 1954, utilizzato in Mi protendo in avanti (p. 483). Il testo è stato conservato sia nella prima redazione manoscritta che in quella dattiloscritta, che reca qualche correzione e aggiunta di Don Alberione. Pubblichiamo perciò quest’ultima redazione.


11-VI-1954


I Cooperatori sono pensati così: Persone che capiscono la Famiglia Paolina e formano con essa unione di spirito e di intendimenti. Ne abbracciano, nel modo a loro possibile, i due fini principali e vi dànno l’apporto a loro possibile; mentre la Famiglia Paolina ne vuole promuovere l’istruzione cristiana, avviarli ad una vita esemplare e farli partecipi dei beni della Congregazione e del merito dell’apostolato.
341
Vi è una vera amicizia, che sta nello scambio di beni.
I Cooperatori vogliono imitare la vita religiosa paolina: la povertà, con distacco dai beni della terra nel senso evangelico; la castità, osservando la purezza nei costumi, secondo il loro stato; l’obbedienza, col dipendere dai loro superiori ecclesiastici, civili, domestici; la predicazione della dottrina cristiana, con la diffusione di edizioni, favorendo i mezzi più celeri e larghi che adopera la Società S. Paolo: cooperando con la preghiera, le opere, le offerte.
342
La Famiglia Paolina confida a loro i suoi progetti, dà indirizzo per le opere da compiere, li rende partecipi delle pene e delle gioie, indica i mezzi di santificazione mediante il periodico «Il Cooperatore Paolino». Inoltre la Famiglia Paolina prega per i Cooperatori, celebra ed applica per essi 2400 Messe ogni anno, siano viventi o già defunti.
343
La Famiglia Paolina tende a vivere perfettamente i due precetti della carità nella vita religiosa e nell’apostolato; invece i Cooperatori lavorano a vivere i medesimi due precetti in una vita cristiana sempre migliore e servendo nell’apostolato. Tutti assieme si forma un’unione di persone che mirano e si aiutano a promuovere «la gloria di Dio e la pace degli uomini», secondo l’esempio di S. Paolo.
344