Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno 7 N. 10 20 Settembre 1925 Bollettino mensile Conto corrente Postale


UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


Alba — Scuola Tipografica Editrice — Alba

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UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae (II Tim. IV - 5).



Date alla Chiesa un missionario della B. Stampa


Ne facciamo raccomandazione ai Parroci, ai sacerdoti cooperatori, agli insegnanti, ai genitori.
Date alla Buona Stampa un missionario o una figlia.
La Buona Stampa è il Vangelo, fa l'ambiente delle idee buone, è mezzo al Parroco a formar lo spirito parrocchiale, a coltivar la pietà, educa nella fede, combatte la bestemmia, nutre la sana cultura, sostiene, promuove, rassoda, compie il lavoro delle missioni.
Come si provvedono i sacerdoti per le diocesi e le suore per gli asili, per gli ordini religiosi e per i monasteri, e per le missioni, c'è nella Chiesa da coltivare anche il campo della buona stampa, che promette ottimi frutti; si provvedano gli operai e le buone operaie anche alla buona stampa.
Lasciar dietro a sé un sacerdote o una figlia apostola è più che lasciare un vistoso patrimonio. Chi lascia una famiglia educata nella fede avrà premio davanti a Dio; ma chi lascia ministri della fede, che la praticheranno, la diffonderanno e la difenderanno, avrà premio anche del lavoro degli altri

Prima Messa

Il fanciullo lo aveva detto tante volte: «Madre io voglio divenire sacerdote!» ed una luce soprannaturale pareva splendesse nel suo sguardo a quelle parole...
Anche quella sera lo aveva ripetuto alla madre.
Era pur quello il suo dolce sogno, il desiderio più vivo del suo cuore di madre! Dare al Signore uno dei sette figli! Le campane della vicina chiesetta suonavano a distesa per la festa del domani.
Il fanciullo teneva giunte le mani e, pensando al domani, il cuore gli batteva precipitosamente in petto.
Sì, l'aveva atteso tanto tempo, il giorno della sua prima Comunione, ed ora esso era così prossimo, così vicino... Domani! Egli voleva offrire a Gesù nella Santa Comunione tutto se stesso, voleva confidare a Lui il grande desiderio del suo cuore ardente, essere un giorno il suo ministro.
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E le campane continuavano lo scampanio festoso e solenne.
Molti anni sono trascorsi... le campane della chiesa vicina cantano coi grandi rintocchi festosi, portando fin nei più lontani casolari della vallata un'eco di gaiezza santa ed immensa...
E la madre prega. C'è in quella veneranda figura dai capelli bianchi diffusa una serenità, una pace così grande che impone e commuove. Oh, il sogno di tutta la sua vita è finalmente avverato il suo figlio è Prete!
Domani il novello Sacerdote innalzerà l'Ostia consacrata, e la madre riceverà per mano di lui il Cibo Eucaristico: ella ha confortato la vocazione del figlio, ha infuso nell'anima sua sin dai primi anni dell'infanzia i saldi principi della fede cristiana, gli ha parlato sempre di Dio e degli eterni destini cui l'anima sua è chiamata... ella che nel giorno della prima Comunione del suo figlio, accanto a lui, l'aveva tutto offerto al Signore!
I sacrifici compiuti, per poter avviare il figlio agli studi ecclesiastici, sono piccoli, la madre è compresa nel pensiero e nell'ansia di quell'ora divina.
E domani nella chiesetta del villaggio che accolse per tanti anni le preghiere di entrambi, ella lo vedrà finalmente, il figlio suo, all'altare tra la luce dei ceri, e lo vedrà alzare la mano sulla folla prostrata, benedicente in nome di Dio...
Oh, il sacerdote, fra tutte quelle teste chine, una ne vedrà — particolarmente cara — argentea sotto il velo bruno che la ricopre... e su di essa indugerà il suo sguardo pieno di riverente affetto, mentre invocherà per la madre, per l'angelo buono della sua vita, le benedizioni più eccelse.
E non sarà questa, per te — o madre buona e santa — la ricompensa più dolce e più grande?
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Non si può fare sulla terra opera più grande che procurare alla Chiesa un buon Sacerdote.

S. Vincenzo de' Paoli



Diffondiamo la buona stampa tra gli Italiani all'estero: mandateci il loro indirizzo.


Il Rosario della santa Madonna


Che tutti nel mese di ottobre usiamo la corona benedetta!
Che tutti nel mese di ottobre impariamo a recitare bene il santo Rosario!
Che tutti nel mese di ottobre proponiamo di recitarlo ogni giorno!
Il nome di Maria è melodia all'orecchio, miele alla bocca, giubilo al cuore.
Il nome di Maria è pieno di grazie: tremore dell'inferno, terrore del Diavolo, speranza degli uomini, gioia dei beati.
Il nome di Maria dà vittoria nelle tentazioni, dà perseveranza nel bene, dà progresso nelle virtù, dà consolazione nella tristezza, dà pazienza nella tribolazione. Se tutte queste onde funeste si sbattono contro di te, guarda la stella, invoca Maria dice S. Bernardo.
Nel Rosario salutiamo Maria, preghiamo Maria, invochiamo Maria centocinquanta volte ad ogni terza parte della mistica corona.
E Maria è la Santa Madonna! è la madre! vuol dire che il Santo Rosario è preghiera universale, preghiera adatta, efficace per tutti i bisogni, per ogni grazia! non ci ottiene solo il Santo Rosario questa o quella grazia, ci ottiene le grazie di cui abbiamo bisogno, ci ottiene la protezione di Maria, la custodia e la cura della Madre.
Se Lei segui non devii; se Lei preghi non disperi; se a Lei pensi non isbagli; se a Lei dai mano non cadi; se Lei ti protegge non temi; se Lei ti guida non t'affatichi; con Lei propizia pervieni a salute.
Così S. Bernardo descrive la protezione di Maria.
Nel S. Rosario sono i titoli per cui Maria è la nostra Madre, per cui è la Corredentrice, per cui è la Mediatrice: per
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cui è potente, per cui ci ama, pei cui dobbiamo confidare; il S. Rosario è fonte di amore e di devozione alla S. Madonna: e chi è devoto di Maria si salva!
Nel Rosario è la vita di Maria, perché la imitiamo: sono i misteri della Redenzione, per cui siamo stati salvati!
Nel Rosario sono le virtù che dobbiamo praticare, le battaglie che dobbiamo combattere i premi che dobbiamo sperare.
Il Rosario è il Breviario dei fedeli!
Il Rosario sia in ottobre la preghiera quotidiana di ognuno e continui questa preghiera in seguito e ogni giorno!

Agli emigrati


Sappiamo di farvi piacere grande a dirvi che vi ricordiamo ogni giorno: a dirvi che l'adorazione perpetua nella Chiesa di S. Paolo si fa ogni giorno anche per tutti i singoli vostri bisogni, e che Dio ci tiene uniti sotto i suoi occhi e ascolta le preghiere: e che S. Paolo vi vuole bene! e che noi pure vi amiamo.
Anche questo mese voi ci avete ricordati: avete mandato aiuti alla Casa, avete fatto ardere le candele per voi davanti al Divin Maestro, avete fatto celebrare Ss. Messe per voi, avete ricordato e mandato offerte per la Chiesa a San Paolo.
Dalla Francia, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti, dalla California, dall'Argentina, dal Canada avete scritto; dai luoghi più dissiti, dalle lontananze più remote adunque vi siete uniti ai piedi di S. Paolo: e sì! ci ritroveremo in Cielo, vicini! E vi abbiamo risposto singolarmente.
Ricevetelo volentieri il bollettino e fatelo conoscere e leggere: e il Signore sia con voi.


La Chiesa a S. Paolo in Alba


La solennità di S. Paolo a fine giugno, la posa e la benedizione della pietra fondamentale della Chiesa in suo onore, sono state gradite a S. Paolo, che ha mostrato il suo amore ai suoi amici con benedizioni e grazie.
Le offerte del metro di muratura per preghiere e più ancora per grazie ricevute si fanno più numerose e diventano ordinarie.
Sono preziose e copiose le grazie di S. Paolo: l'Apostolo è proprio contento della Chiesa nuova che si erige per lui: vuole proprio fare questa chiesa centro delle sue misericordie: e Dio conferma e premia meravigliosamente l'onore e il culto che viene tributato a S Paolo.
La Chiesa a S. Paolo diventa più necessaria ogni giorno: perché ogni giorno diventa più necessaria la stampa buona.
Ogni offerta è una preghiera per la missione e le opere della buona stampa.
La Chiesa a S. Paolo sarà, è fin d'ora che è in costruzione, la casa delle preghiere e delle grazie per la buona stampa.
In questi giorni entrano in casa gli alunni, che popoleranno e pregheranno nella Chiesa di S. Paolo.
Si continua a fornire il materiale da costruzione: terminata la casa, la Chiesa progredirà più sollecitamente.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


Sviluppo storico della S. Messa

Il S. Sacrificio della Messa, che noi celebriamo sui nostri altari, è quello preciso, quanto alla sostanza, che celebravano gli Apostoli.
Per ben comprendere lo svolgimento del S. Sacrificio conviene tener conto di due cose, che in esso anticamente erano distinte, la
Messa dei Catecumeni e la Messa dei Fedeli.

La Messa dei Catecumeni fino al secondo secolo era una funzione religiosa a parte, ossia distaccata dal Sacrificio Eucaristico e lo precedeva.
Consisteva in preghiere, recite o canto di salmi, lettura delle profezie, delle lettere degli Apostoli e del Vangelo con l'omelia.
I Catecumeni, ossia coloro che non avevano ancora ricevuto il battesimo, al termine della loro funzione, dovevano partirsi dalla Chiesa e lasciare in essa i soli fedeli: allora cominciava la vera messa.

La
Messa dei Fedeli, ossia la vera azione Eucaristica, incominciava dopo l'uscita dei catecumeni: nei primi tempi più si avvicinava alla forma di sacro banchetto, comprendeva l'offerta, la consacrazione, la recita del Pater, comunione e frazione del pane, ed il bacio di pace.
In seguito venne unita la Messa dei Catecumeni, col Sacrificio Eucaristico, nel quale vengono introdotti il Sanctus, il Canone, il Prefazio ed i Salmi durante la S. Comunione e l'Offertorio.
Quindi, ringraziamento pubblico della S. Comunione, Introito, Litanie e Canone aumentato.
Più tardi, Gloria e preghiere fisse avanti la S. Comunione, il Salmo Iudica col seguito precedente l'Introito.
Poi, Credo, Agnus Dei, e le preghiere dell'Offertorio.
Dopo, benedizione dall'Altare preceduta dalla supplica alla SS. Trinità.
Infine, ultimo Vangelo all'Altare.
Nel Santo Sacrificio vi è una parte
variante a seconda dell'ufficio del giorno. È costituita dal «Proprio del Tempo» per le domeniche e feste dell'anno che si regolano secondo quella di Pasqua, e le ferie o giorni della settimana, che hanno un ufficio proprio: dal «Proprio dei Santi» per le parti proprie delle Messe dei Santi; dal «Comune dei Santi» per molti Santi di una medesima categoria, per esempio, per le Vergini, i quali hanno delle messe identiche, eccetto talora gli Oremus e altre piccole varianti.
Vi è poi una parte
fissa, invariabile in tutti i Sacrifici, e si chiama «Ordinario della Messa».
Nei numeri successivi presentiamo ai lettori questa parte fissa acciocché possano unirsi al sacerdote nella preghiera ed accompagnare le parole nella massima parte.
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Al Congresso del Vangelo
Gesù nel Vangelo è il Divin Maestro


Al Congresso del Vangelo di Bologna Don Coiazzi, salesiano, svolse il tema: Il Vangelo come mezzo di formazione e di educazione.
Il relatore prendendo le mosse dal detto Clemente Alessandrino «Gesù fu il Divino Pedagogo» presentò il valore formativo ed educativo del Vangelo da un triplice aspetto: I. I principii fondamentali; II. I mezzi; III. Lo scopo.

1) I principii fondamentali

a) Gesù si presenta nel Vangelo come dispensatore d'una dottrina che è in lui ma non è da Lui, bensì dal suo eterno Padre. Così l'educatore Cristiano deve non creare la sua dottrina, come pretende il moderno attualismo idealistico, ma deve presentarla come ricevuta, sottomettersi egli per primo ed invitare e aiutare gli educandi a sottomettersi amorosamente: chi insegna solo farà il minimo; chi fa e insegna farà il massimo nel Regno dei Cieli.
b) Il Divino Maestro si è abbassato per educare l'umanità. L'incarnazione fu infatti un atto di umiltà e di amore. Altrettanto deve fare l'educatore cristiano.
c) Il Divino Maestro si abbassò per elevarci, il Verbo si fece carne, affinché la carne umana si facesse spirito e si divinizzasse. A questa elevazione deve mirare ogni sforzo del vero educatore.

2) I mezzi educativi

a) Gesù per arrivare all'anima dei discepoli usa un linguaggio concreto, sensibile, allegorico, appunto perché conosce appieno la natura umana. Le parabole evangeliche sono perfetti modelli per ogni maestro.
b) Oltreché a essere accessibile e persuasivo, il metodo evangelico sa creare negli uditori quello stato di recettività senza di cui ogni sforzo è vano.
c) Il Maestro Divino prepara se stesso alla missione di educare con lunga e assidua preghiera, e invita gli apostoli a fare altrettanto. Il maestro deve quindi non solo attendere l'attimo opportuno ma deve anche creare in sé l'efficacia di tanta suggestione mediante la preghiera.
d) Il Maestro Divino dice: ricevete le mie lezioni, perché io sono mite e umile di cuore. Di qui la necessità della pazienza e della dolcezza, senza di cui l'educazione non porta frutti, perché non è persuasiva.
e) Infine il Vangelo insegna a non pretendere di vedere subito il frutto dell'opera educativa. Nulla è piccolo e nulla è perduto in questo campo. L'educatore deve fare argine allo scoraggiamento di fronte all'apparente sterilità dell'opera sua col pensare alle parole evangeliche: Altri è colui che semina e altri è colui che miete.

3) Lo scopo educativo.

a) Il Vangelo mira a produrre prima di tutto l'interiorità; mira cioè a purificare e a rettificare l'intenzione che è come il sale di ogni atto morale. Evita quindi il vano e finto formalismo mentre
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fa uso del simbolo e del rito esterno in quanto serve all'interiorità.
b) Il Divino Maestro rovescia quasi tutti i precetti antichi e li cambia da negativi in positivi. Dove era scritto: non odiate, Egli scrive: Amate, ecc.
Così pure il maestro cristiano deve avviare l'educando ad amare, a volere il bene, a fare il bene, anziché soffocarlo con una siepe di precetti negativi. Così egli darà al suo insegnamento quel sano colorito ottimistico e attivistico che traspare dal Vangelo.
c) Il Vangelo mira a educare nel lettore i due grandi amori nei quali si compendia tutto il cristianesimo: l'amore di Dio che illumina come un sole e l'amore del prossimo che diventa possibile ed eroico alla luce di quel medesimo sole.
d) Coll'assegnare alla vita terrena la funzione di preparazione alla vita eterna, il Vangelo presenta le pratiche ascetiche (rinnegamento di sé, penitenza, digiuno, umiltà, ecc.), non come altrettanti fini che intristiscano la vita, ma come efficacissimi mezzi per potenziare e spiritualizzare la vita stessa.
e) Nel Vangelo l'incorporazione dei fedeli in Gesù per la futura trasfigurazione nella sua gloria viene preparata mediante la preghiera, il pentimento delle colpe e il Convito Eucaristico. A questo deve mirare ogni educatore cristiano: condurre l'anima del fanciullo davanti all'Unico Maestro affinché Egli coi Sacramenti e la preghiera lavori e ne cavi il capolavoro che si chiama Santità.

Il relatore presentò poi le seguenti proposte pratiche:
I. Sia adottato come libro di religione nelle scuole elementari una vita di Gesù, breve e facile, con la raccolta completa delle sue parabole.
II. Venga diffuso fra gli educatori e nelle famiglie o il testo ben tradotto dei Vangeli, oppure, e meglio, la fusione dei quattro Vangeli in un solo racconto, con divisione marginale e opportune annotazioni.
III. Agli allievi e allieve delle scuole magistrali vengano tenute lezioni sul contenuto pedagogico del Vangelo, con lettura dell'intero Sacro testo.
IV. Nelle scuole classiche sia introdotta la lettura del testo originale greco, con speciale riguardo al suo valore formativo ed educativo.
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DEPOSITI E RIVENDITE
DI LIBRI BUONI E OGGETTI RELIGIOSI


È un opera pastorale di grande effetto per le parrocchie.
È una delle iniziative più care e delicate della Pia Società S. Paolo, che lavora nel ministero della buona stampa accanto e in aiuto dei parroci.
Lo scopo dei Depositi Rivendite è di formare la pietà nella parrocchia.
Mons. Ferrero parroco a Rifreddo di Mondovì ci comunicava ieri la grande soddisfazione: «Ho dato il libro del S. Vangelo col modo di ascoltare la S. Messa a 130 alunni del Catechismo: ho insegnato a recitare assieme le preghiere della S. Messa; e l'impressione è di un effetto liturgico magnifico: anche gli adulti hanno imparato le preghiere dei piccoli, e le recitano ad alta voce con loro: e l'edificazione cresce».
Un parroco si può proporre: di voler provveduti tutti i fanciulli e le fanciulle di Catechismo:
di ottenere che tutti i giovani e le figlie venendo a Messa od a Vespro, abbiano il loro libro di pietà per pregare e cantare, e possibilmente tutti lo stesso libro;
di presentare alle giovani e persone pie della parrocchia un libro di meditazione e lettura spirituale;
di contrapporre ad un libraio, che forse nella parrocchia smercia libri irreligiosi e immorali, un centro di diffusione di letture sane, amene ed educative;
di provvedere a che in ogni famiglia vi sia un Crocifisso, un quadro, la Corona del Rosario, una medaglia, ecc.
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Nutrire il popolo di pietà soda e pratica: ecco il primo desiderio dei RR. Parroci.
Dare alle varie categorie di persone libri appropriati: ecco il secondo.
Fornire le persone che vengono in Chiesa di libri che servano a partecipare a tutte le funzioni parrocchiali: ecco il terzo.
Con i depositi si è cercato di soddisfare a tutti questi desideri. E di più, si è curato di ottenere un prezzo di propaganda larga, larghissima.

Le attrattive del Giornalino

Abbonamento annuo L. 7
(Presso la Pia Società S. Paolo)


In una parrocchia dell' Albese.
Sono incominciate le scuole parrocchiali di catechismo.
Il parroco è preoccupato della scarsa frequenza, e si lagna col vicecurato.
Si adottano alcuni mezzi: premi, organizzazione migliore, prediche sulla necessità dell'istruzione.
Ma il paese è apatico.
— Mio figlio deve andare al pascolo, la domenica.
— Non studiano già troppo nella scuola?
— Io lo mando mio figlio, ma non ci vuole andare.
Ben, a tagliar corto.
Il vicecurato viene a sapere del Giornalino pei fanciulli, del suo scopo, del suo prezzo e dice:
— Proviamo.
Chiede alcune copie, le esamina, gli vanno.
— La domenica, finito il catechismo, tira fuori il pacchetto:
— Ragazzi, ho una sorpresa.
— Cos'è? cos'è? Faccia vedere!
— Zitti!
E apre il pacco. Tutti allungano il collo, urtandosi.
— Oh, pupazzi! Ci sono le figure! E colorate!
— Attenti a me. Ve ne do una copia caduno...
— Ooooh! A me! A me!...
— Se starete buoni e studierete tutte le settimane lo riceveremo...
— Sì! sì! sì!
— Costa solo tre soldi!
— Io li ho! Anch'io! Me li faccio dare io, domenica.
— E a chi saprà meglio la lezione, lo regalo!
— Io voglio prender dieci. Lo guadagno io. — No, io. — Sta zitto, tu ! —
A momenti fanno baruffa.
— Inteso così? Ora buoni andate a casa subito.
Propaganda fulminea. I fortunati possessori aprivano il loro giornalino con sussiego da uomini, e gli altri si raggruppavano attorno curiosi. E ridere di qua a proposito e a sproposito, e legger forte e commentare di là.
La domenica dopo le assenze si contavano sulle dita, e bastava la minaccia: «Non vi do più il giornalino!» per rimettere l'ordine.
E gara accanita per poter dire: «A me l'ha regalato!».
Persino i genitori si stupivano:
— Quando suona la campanella corrono su tutti, più che a giocare.
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Buona stampa antiblasfema

Un contadino anziano, dalla barba lunga, deciso nel suo dire ci faceva questo rilievo: «dieci anni fa era una cosa stomachevole sui mercati il sentire il continuo vomito delle bestemmie più esecrande: ora è possibile fare un mercato, passare una giornata di fiera, e non sentire più bestemmie.
Dieci anni fa non si poteva avvertire in pubblico un bestemmiatore: ora si può imporre rispetto ed educazione a chi bestemmia e chi sente dà ragione.
E questo bene è tutto effetto della buona stampa». Così il contadino dalla barba.
Dunque «Italia Antiblasfema» e i «Calendari Antiblasfemi» fanno davvero del bene. Entrino in ogni casa e propagandiamoli.
La S. Sede approvò per la crociata
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antiblasfema questa preghiera a S Giuseppe:
«A Te, o S. Giuseppe, ricorriamo perché ci sia protettore nella santa lotta contro la bestemmia. Non fosti Tu, che per angelico suggerimento imponesti al Redentore del mondo il nome santo di Gesù? Non fosti Tu il protettore di Gesù e di Maria? Non fosti Tu che scampasti questi due carissimi pegni dalla furia sanguinaria di Erode? E come il divin Padre diede a Te la custodia della casa di Nazareth, non affidò a Te il Sommo Pontefice la Chiesa Cattolica, in cui vive ed opera Gesù? Vedi come si bestemmia il nome di Dio, della Madonna e dei Santi e quanto la Chiesa Tua ha di più caro: il Sacramento Eucaristico nel quale è Gesù Cristo. Sii a noi vicino, o Gran Patriarca, nella guerra impegnata contro il vizio nefando; e come la Vergine onnipotente, propiziando alle galee cristiane, vinse a Lepanto la barbarie maomettana, così Tu, o Giuseppe, aiutaci fino a che sia ricacciato all'inferno, donde uscì, l'urlo blasfemo. Illumina, caro Santo, anche gli infelici, vittime del triste vizio che li condanna alla morte eterna, affinché si convertano e piangano nella sincera contrizione del cuore».
A tutti i fedeli che recitano questa preghiera, la Sacra Penitenzieria apostolica ha concesso le seguenti indulgenze.
1. Parziale: di 7 anni e di 7 quarantene a chi la recita devotamente e con il cuor contrito.
2. Plenaria: una volta al mese, alle solite condizioni, a chi l'avrà recitata per tutto il mese.
Così per un settennio.

Italia Antiblasfema

Per il rincaro della carta il prezzo di ogni copia è ora di L. 4 annue.
Il leggero aumento non ne impedirà la diffusione poiché il giornale piace, si fa strada per entrare in ogni casa.
Sacerdoti, religiosi, circoli maschili e femminili se ne occupano della propaganda specie in occasione di giornate e dimostrazioni antiblasfeme.
Il numero di settembre contiene: La internazionalizzazione della campagna antiblasfema — La Regina d'Italia entra nella Presidenza onoraria.— Il Ministro Belluzzi contro la «bestiale abitudine» — Legge antiblasfema in Russia — Appello ai giornalisti italiani. — I Comuni contro la bestemmia — La lotta antiblasfema nella Capitale — Cronaca delle Regioni.
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Le vie e i mezzi della Divina Provvidenza


Domandate e riceverete

Ringraziamo commossi il Signore che accetta così efficacemente l'intercessione di S. Paolo! Voleva bene assai San Paolo al Signore e voleva bene assai il Signore a San Paolo!
Le persone vicine vengono, le persone lontane scrivono: chiedono fiduciose l'intercessione di S. Paolo e lo pregano: e poi ritornano e scrivono di nuovo piene di riconoscenza: hanno ottenuta la grazia, fanno l'offerta della riconoscenza e chiedono altre grazie. Diamo brani di lettere.

Offerte in danaro

Per quanti ci danno mano nella bella missione: Deo gratias! Pregustino i benefattori
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il premio speciale che Iddio loro prepara, lui è la mercede degli apostoli.
Chi dà è ricco veramente: più assai di chi ha e conserva.
Il dare, non il possedere rende felici.
E meglio dare che ricevere. (S. Paolo).

Per la pensione ai ragazzi

Un missionario o una missionaria! è la più preziosa eredità che una persona può lasciare dopo di sé; è la più sicura promessa di suffragi; è una pianta che fruttificherà gemme alla corona del coltivatore fino alla fine dei secoli; è un seme di vita eterna che le madrine gettano e che coltivano; i frutti saranno la salvezza di molte anime ed il progresso religioso e civile dei fratelli.

Le cassettine della B. Stampa

Non rimangano queste cassettine inattive negli angoli dei negozi o sui bureaux delle sale: si pongano bene in vista, con un cartellino annesso indicante lo scopo delle offerte. Invitino tutti coloro che frequentano il negozio, o vengono a far visita a lasciare, al bambino orante, il soldino per la Buona Stampa.
Cooperatori, siate generosi nella preghiera, nell'azione, nelle offerte per la Buona Stampa.
«Riterrò come fatto a me, tutto ciò che si farà a favore della Buona Stampa».

Pio XI.



Il soldino dei divoti di S. Paolo

Chi ama Dio, ama il decoro della Casa di Dio. È Dio che chiede a quanti entrano in San Paolo l'elemosina per il decoro delle sue chiesette, per l'apostolato dei suoi figli, e per le necessità quotidiane della Casa.

Per il pane

Anche le famiglie degli alunni sentano riconoscenza e diano aiuto al peso quotidiano della casa: i loro figli cresceranno migliori.

Offerte in natura

È la stagione della frutta: ed i Cooperatori furono generosi nel portarne a S. Paolo. Deo gratias! Iddio benedice e ricompensa!

Vino

Lo scorso anno molti amici, di vari paesi hanno provveduto vino e vinello o per quasi tutta l'annata o hanno fornito uve o residui per farcelo.
Un po' di vinello si dà a tutti i pasti ai giovani, che più collo studio hanno da compiere i lavori di tipografia. Confidiamo anche quest'anno nella carità dei Cooperatori e degli amici, che ci facciano un po' di
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vinello. Se sarà necessario noi provvederemo al ritiro. Altri saranno più in grado di fornirci grappi o qualche canestro di uva. Siamo certi che l'offerta sarà l'assicurazione per il futuro raccolto.

Cooperatori! Adesso vi chiediamo vino

Quest'anno in casa si è bevuto 600 brente di vinello: i cooperatori ce l'hanno procurato tutto. Ma essendo in questi giorni aumentati di un centinaio e più i giovani, necessariamente aumentano anche i bisogni materiali della casa, e si calcola che per l'anno venturo ci occorra un 1000 di brente di vinello.
Ci raccomandiamo a tutti gli amici.

Patate, mele, ecc.

Se ne fa in Casa consumo larghissimo, e si accettano con debito di riconoscenza e di preghiere.
Dai paesi di montagna ci mandano castagne, burro, formaggio.
Vi sono famiglie per cui la frutta è troppa: e che ce la potrebbero concedere anche a minimo prezzo: è una bella opera di carità!

Per la Cappella

Una pia persona accompagna il vaglia con la seguente: «Invio L. 15 affinché arda la cera dinanzi al SS. Sacramento, il giorno del mio matrimonio, affinché Iddio benedica il mio sposo ed io; L. 5 perché venga nel detto giorno celebrata una Santa Messa. Imploro da Dio, per mezzo della Regina degli Apostoli e di S. Paolo ogni divina benedizione e protezione».
Nella Cappellina si prega continuamente o si celebra la S. Messa o si fa l'Adorazione: e si prega per tutti gli amici e i cooperatori.
Una pia persona ha mandato una prima offerta per una pianeta nera.
Una figliuola lavora per la nuova Chiesa una fine pianeta con artistici simboli.
Una bell'anima ci comunicava: Da quando ho conosciuto San Paolo, non mi so più staccare da lui; penso a lui, lo amo, lo prego e mi fa grazie; ora fa eseguire per l'altare della nuova Chiesa arredi di valore e buon gusto.

Pel raggio al Divin Maestro

Anche il raggio sarà per la nuova Chiesa: che quando il Divin si degni abitarlo per la prima volta sia proprio bello e tutto fatto dall'amore e dal concorso dei Cooperatori della Buona Stampa!

Depositi a fondo perduto

Sono un mezzo di cui si serve la Divina Provvidenza. Mezzo singolare che può liberare da fastidi, mentre assicura l'interesse del denaro per tutta la vita, e anche il capitale, se occorrerà.
Mezzo prezioso, che dà modo di far per tempo fruttificare il proprio denaro in meriti, che mette a parte, pur ritirando l'interesse del danaro, del bene spirituale che il proprio danaro fa compiere.
Mandiamo avanti a noi il bene; l'aspettarlo è incerto, è doloroso, perché l'anticamera del Paradiso è il Purgatorio. Perciò anche questa settimana abbiamo registrati nuovi depositi di piccoli capitali a fondo perduto.

Altro modo facile di cooperare

Si aiutano così le opere buone. Si impresta del denaro, perché possano istituirsi: il denaro viene a poco a poco rimborsato e intanto si ricava su questo denaro l'interesse.
Amici fanno così anche con S. Paolo.
È cosa sicura e atto religioso trattare con Dio, imprestare a Dio, e ricevere di nuovo da Lui.
La Casa ha ora particolari necessità: è tutto da fare da principio.
Non solo il pane per i giovani, ma la casa per le macchine, e il terreno per le case...
Dio benedice perciò, chi in questo tempo ci aiuta anche con questo mezzo.
Gli amici che lo fanno sono contenti di trattare con Dio, e sanno di essere, diciamo anche questa misera espressione, ben sicuri di quello che fanno.



Teol. Giac. Alberione Direttore Resp.
Alba — Scuola Tipografica — Alba

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