Anno V – N. 8 25 Agosto 1923 Bollettino mensile Conto corrente colla Posta
SAN PAOLO
BOLLETTINO DELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO
PER L'APOSTOLATO DELLA B. STAMPAOpus fac Evangelistae
(II Tim. IV 5)
ALBA – Scuola Tipografica Editrice - ALBA
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SAN PAOLO
BOLLETTINO DELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO
PER L'APOSTOLATO DELLA B. STAMPAOpus fac Evangelistae (Tim. IV – 5)
È il tempo delle vocazioniI fanciulli hanno terminato gli esami: ritornano dai collegi: si disperdono nelle campagne, per le città, ai monti, al mare. E le madri, ed i Parroci, ed i parenti pensano all'anno scolastico che devono riprendere ad ottobre. Di molti si pensa: cosa farà? lo metteremo al lavoro? allo studio? in collegio? in seminario? in un istituto pio?
Ed è questo il momento per adocchiare, suggerire, consigliare, spianare la via ai fanciulli che ci sembrano fatti pel Signore!
Il Papa Pio XI aveva detto una parola al suo Cardinal Vicario di Roma il 7 giugno, festa del S. Cuore, ma fu quasi un gemito di colomba in quel cuore nascosto... era l'eco dei lamenti di molti Vescovi Italiani che contano molte parrocchie senza pastore, anime senza guida di padre che le istruisca, le ami, le porti a salute. Quante spine al cuor di questi Vescovi e quale serto doloroso su quello del Padre comune, erede non solo dei poteri, ma della carità di Gesù! Eppure, anche per il rimedio a tanto male, a che cosa appigliarci se non alla continuata, fidente preghiera? È Gesù stesso che lo disse ai suoi primi Sacerdoti, agli Apostoli:
Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe. Messe del padrone sono le anime che Gesù C. comprò col suo preziosissimo Sangue, e sono pronte a correre e a gettarsi nelle sue braccia.
Operai sono quei servi e ministri di Dio che pregando, predicando amministrando sacramenti cercano queste anime, le danno a Gesù, le portano a salute.
Padrone poi è solo chi ha create e comprate queste anime.
Ma chi non vede che questi servi e ministri devono essere scelti dal padrone stesso, inviati, investiti dei suoi poteri e mandati a lavorare nel campo evangelico? Per parte di Dio queste vocazioni non possono mancare nella Chiesa, perché
Deus in necessariis non deest, e il sacerdote è più necessario dei sapienti e dei Re: piuttosto manca la corrispondenza alla vocazione per non perderla.
Ma specialmente qual bisogno di preghiere private e pubbliche perché Dio mandi operai nella sua messe!
Vocazioni al Seminario, vocazioni alle congregazioni e ordini religiosi, vocazioni maschili, vocazioni femminili.
E diciamo anche: vocazioni per l'apostolato della Stampa Buona, oggi così necessaria ed urgente.
L'apostolato è nuovo: è nuova anche la Casa che vi educa gli apostoli: tutto è oggetto di creazione da parte di Dio: la vocazione, lo spirito, le doti, le virtù: ma Dio ha soprabbondato in misericordia per molte anime: molte vocazioni ha seminato nelle parrocchie di giovani e di giovanette, che potranno fare ottima riuscita: aspettano la mano che sappia coglierle, e avviarle alla Pia Società San Paolo. Altre anime pregheranno
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che si trovi la mano amica, e che Dio compisca tutta l'opera.
Ciascuno legga per favore in copertina il regolamento generale per la Pia Società S. Paolo (Alba): troverà descritte le condizioni a cui sono accolti i giovani: retta mensile quasi nulla, studio e lavoro, aperte le vie al sacerdozio, alla carriera di scrittore, alla vita religiosa, a divenire apostolo ed operaio della Buona Stampa.
Date alla Chiesa
un Missionario della Buona Stampa
Chi prega per le vocazioni alla Buona Stampa è un apostolo e avrà la mercede dell'apostolo; chi anche indirizza alla B. Stampa una vocazione avrà merito anche al bene del suo apostolo, e la sua preghiera diventa vitale; chi aiuta anche il giovanetto a riuscire sacerdote, si pone direttamente in società col suo protetto, e ne dividerà i frutti.
Le persone che hanno incominciato a versare la loro quota per la pensione di un piccolo apostolo della Buona Stampa continuano ogni mese a portarla: ma la buona iniziativa incontra nuovi aderenti. Da Cortemilia ci scrivono.
«...Sta bene: e il nome di... sarà il mio protetto.
È umile e prega!... Questo a me basta!
Perciò oggi stesso Le invio a mezzo vaglia postale la somma di L. 600 quale annuo anticipo pensione-vitto e pro indumenti necessari al mio protetto.....
Ringraziamenti sentiti di tutto. Ricambio di vero cuore ringraziamenti e saluti al meraviglioso Sig. Teologo, di cui mi professo devotissimo ammiratore».
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La stampa è tutto? diffondiamo, aiutiamo quella buona, compiremo un'opera altamente benefica ed anche patriottica e acquisteremo inoltre grandi meriti presso Dio.
Il Cuore eucaristico di S. Paolo - II
S. Paolo è un cuore in fiamme. Egli ama tanto Gesù Cristo, e brama che si dissolvano i vincoli del corpo perché il suo spirito voli a Gesù.
Gesù è vivente in mezzo a noi sotto i veli eucaristici: egli lo ama e lo fa amare: Gesù eucaristico si avvicina e si ama partecipando ai misteri eucaristici: egli parla della Messa, della Comunione, anche della Visita: raccogliamo solo qualche scintilla del suo fuoco consumatore, qualche nota del suo cantico di amore.
Della S. Messa S. Paolo ci dice in brevi parole l'istituzione e la natura: «Gesù, prese il pane, rese le grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate questo è il mio corpo: il quale sarà dato a morte per voi: hoc facite in meam commemorationem, fate questo in memoria di me. Similmente anche il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo testamento nel mio sangue; hoc facite in meam commemorationem; fate questo in memoria di me».
E nello stesso tempo S. Paolo annunzia la continuità del sacrificio della Messa e ne proclama la sua mistica ed ineffabile natura di rinnovazione del sacrificio della Croce.
«In qua nocte tradebatur, nella notte in cui doveva essere consegnato al supplicio, prese il pane, similmente anche il calice e soggiunge: Poiché ogni volta che mangerete questo pane e berrete questo calice, annuncerete la morte del Signore, e ciò fino a tanto che egli venga».
Oh! se ci fosse stato dato di sentire una volta sola S. Paolo a parlare della Santa Messa o a celebrare il Divin Sacrificio! Lui così divoto del Sangue e della Passione del Salvatore: che predicando commosso le piaghe di Gesù trascinava le turbe a baciare e a piangere sul crocifisso: che sempre portava nel suo corpo la mortificazione del Maestro Divino: e nelle sue membra le stimmate della sua passione: che aveva sì bene compreso il mistero della croce,
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da adempire in se stesso per la salute delle anime la parte di cooperazione che bisogna aggiungere alla passione di Gesù Cristo. Questa fede nella rinnovazione del sacrifico della Croce e nella remissione dei peccati chiede a noi S. Paolo, quando assistiamo al sacrificio eucaristico della S. Messa.
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Viene la S. Comunione. S. Paolo la distribuiva ogni volta che celebrava la S. Messa alle Comunità cristiane: i suoi fedeli, come tutti i primi cristiani, erano stati educati così: e non concepivano la Messa senza la S. Comunione.
S. Paolo ci insegna a fare il preparamento alla S. Comunione: non si diffonde su molti atti: insiste su uno che è il principale, perché la Comunione frequente, che aveva insegnato ai suoi cristiani, riuscisse efficace: questo atto è l'esame di coscienza: «Probet autem se ipsum homo, ogni persona si esamini, e così mangi di quel pane e beva di quel calice».
Nel medesimo capitolo S. Paolo non ci parla del ringraziamento nella Comunione frequente, ma in altro posto troviamo il suo pensiero: «Io vi scongiuro, o fratelli, per la misericordia di Dio, che presentiate i vostri corpi (la vostra vita) ostia viva, santa, gradevole a Dio, e questo è il vostro culto razionale. Quanti siamo, un solo corpo siamo in Gesù Cristo». E S. Paolo questa offerta di sé faceva ogni giorno fino alla trasformazione sua in Gesù Cristo: «la mia vita è Gesù Cristo».
Questa offerta noi la sentiamo predicare con una parola «proposito».
E questo è necessario perché la Comunione frequente riesca efficace: per mancanza di esame e di propositi, molte comunioni rimangono sterili: lo dice S. Paolo: «Per questo molti di voi sono infermi e senza forze e molti dormono». Altri consigli privati da S. Paolo ai Corinti per ricevere degnamente la Comunione.
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Rimane la Visita al SS. Sacramento. Lo spirito e il pensiero di S. Paolo brilla fecondo e possente nella lettera sacerdotale dell'apostolo, nella epistola agli Ebrei. Alla visita dobbiamo portare la fiducia: «Accostiamoci con fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia, e troviamo grazia per l'opportuno soccorso».
Poiché non abbiamo un pontefice (Gesù Cristo), il quale non possa compatire alle nostre infermità; ma fu provato come noi in tutto, fuorché nel peccato. E nei giorni della sua carne (vita mortale) avendo offerto (per noi) preghiere e suppliche con forte grido e con lagrime, fu esaudito per la sua pietà. Abbiamo adunque, o fratelli, una gran fiducia nell'entrare nel santuario di Dio, per il sangue di Gesù Cristo, poiché un gran Sacerdote presiede alla Casa di Dio; «accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, purgato il cuore dalla mala coscienza e lavato il corpo coll'acqua monda».
Gesù eucaristico è la fonte dell'apostolato e il centro della vita cristiana: Oh! se i sacerdoti e i fedeli sapessero orientarsi a lui, secondo lo spirito di S. Paolo!
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Il nuovo titoloIl Bollettino dell'«Unione Cooperatori Buona Stampa» esce con un titolo nuovo.
Il movente immediato della decisione sono le esigenze postali. Ma dal momento che fu necessario cambiare titolo per esigenze postali, siamo contenti di avergliene dato uno che meglio ancora corrisponde e sintetizza la natura, lo scopo, il fine e lo spirito del bollettino stesso, e perciò in questo numero parleremo più diffusamente di S. Paolo.
Le adesioni del cuoreNella PreghieraUna persona è stata in cappella durante una funzione; uscì tutta in lacrime; chiestole che cosa avesse rispose: «Ho visto tutti questi giovani pregare con tanta divozione, compresi di quel che stavano facendo, senza occuparsi di chi va e di chi viene e neppure del compagno vicino; mi ha fatto tanta impressione che non ho potuto trattenere le lacrime.
Si prega tanto bene in questa chiesetta, in compagnia di questi ragazzini che inducono al raccoglimento, che non sarei più uscita!».
Nei LaboratoriAlcune persone, visitarono i laboratori, passando tra le file dei ragazzi che stavano al lavoro si trattenevano ad ogni passo: «Come sono svelti, benché piccoli, e come sono attenti al loro lavoro, nessuno si volge a guardare chi passa sono proprio da ammirare! Si vede sul loro volto la gioia che provano nel cuore!, quanto lavorano volentieri!».....
In vacanza. Un parroco ci fa sapere che i suoi piccoli parrocchiani sembrano diventati i padroncini della Casa: Parlano della
nostra tipografia delle
nostre macchine dei
nostri bollettini, dei
nostri libri, del
nostro orto, dei
nostri conigli, della
nostra Casa, della
nostra Cappella, del
nostro Signor Teologo, e noi ci guardavamo e ci stupivamo, perché gli alunni degli altri collegi non parlavano cosi: si vede che essi avevano ricevuto un'altra educazione, che li ammetteva a parte delle responsabilità della Casa.
Il Vice-Parroco d'un ragazzo. Un Vice-Parroco venuto ad accompagnare un ragazzo così ci scrive:
Rev.mo Signor Teologo, Quando fui costi ebbi la più felice impressione per la grandiosità della casa e per il gioiello di Cappella che le posa vicino. Più per la bontà cordiale che vi si usò sia al ragazzo che alla mia povera persona.
Prego gradire ed esternare agli ottimi suoi Cooperatori la mia sentita riconoscenza.
Sac. A. B.
Il parroco di Viola. Con grande gioia ho riveduto dopo un anno i tre bambini miei parrocchiani; con non minor gioia ho facilmente rilevato i grandi progressi che essi fecero sotto la sua paterna direzione ed illuminata, nella scienza, nella pietà, e nell'educazione e benedissi il momento in cui mi venne l'ispirazione di indirizzarli nel pio istituto di cui lei è zelantissimo Superiore.
Un padre a sua figlia: Carissima ed amatissima figlia, Ho ricevuto le tue carissime: sento che stai bene, come noi tutti. Ti inviamo quanto ti occorre per l'esame; denaro e documenti, il vestito in settimana. Mi rallegro nel sentire che fai quel che puoi per la Buona Stampa, il Signore ti benedirà perché quest'opera la credo la più urgente e la più necessaria. L'ha capita bene il Direttore: ha proprio messo il dito sopra la piaga della società.
Nel vaglia troverai L. 10 in più che passerai ai tuoi superiori per le 1000 messe e sono di Boschi Maria
Saluti e baci da tutta la famiglia.
Tuo aff.mo Padre
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Alle fiamme
Alcune domeniche fa, a Roma, a cura della parrocchia dell'arcibasilica lateranense, è stata celebrata con la più grande solennità, nella Chiesa della navicella al Celio, la festa della Madonna della Misericordia.
Nel pomeriggio si svolse una processione per le vie del rione del Celio, dopo la quale, ha avuto luogo una bella cerimonia: sono stati bruciati moltissimi libri pornografici, periodici immorali, bibbie protestanti, tolti dalle mani della gioventù e gettati nel fuoco in onore della Madonna. Mentre il rogo ardeva, l'on. Cingolani, dall'alto della basilica, in mezzo al silenzio profondo del numeroso popolo, ha pronunziato un discorso facendo notare il significato della cerimonia.
Benissimo! un rogo simile in ogni parrocchia d'Italia, equivarrebbe a una battaglia vinta per la nostra civiltà.
Libri galeotti e innocenze rovinate
Una ditta libraria fiorentina, per far opera di vero apostolato educativo, ha inviato un catalogo di romanzi a prezzi bassi, rivolgendosi a tutti coloro che amano le sane e dilettevoli letture. L'editore annuncia che i romanzi possono andar per le mani di tutti; sfogliamo il catalogo per convincerci.
Nella serie letteratura amena sono elencati 235 romanzi, dei quali una trentina sono all'indice; un'altra trentina sono pornografici... se ne potrebbero accettare una sessantina!
Nella serie per famiglie, su 14 ve n'è uno all'indice, un secondo che fa seguito a questo, ed altri ve ne sono da non osar né raccomandare, né soltanto indicare, v'è poi un elenco a parte di solo 8 libri, col titolo: «Romanzi audaci». Apostolato educativo... coi romanzi all'indice! Sane letture quelle di turpi avventure amorose! Quale delitto! L'invio di catalogo è fatto agli insegnanti elementari, i quali godono di uno speciale abbonamento con facilitazioni. I maestri e le maestre!
Essi a cui vengono affidate le anime dei piccini; dovrebbero far lettura di cose che rivelino lo scopo della vita, insegnino a viverla per una missione e non solo per il piacere e la colpa. È cosciente questo editore? Imbevuti di tali letture durante le vacanze estive saranno i maestri preparati ad esercitare nella scuola l'apostolato educativo?
Questo è un esempio. Disgraziatamente nel lurido commercio esso non è solo, e non si scrive contro di lui in particolare, ma contro tutti i vomitatori di carta stampata che non ha fede, né il pudore, ma che solo arricchisce chi la prepara.
L'avidità di leggere nelle vacanze arde tutti gli studenti; quali libri circolano nelle mani degli alunni e delle figliuole?
La responsabilità ai genitori. Non solo è da respingersi il catalogo, ma sorvegliare le letture dei figliuoli. Quanti nel riprendere gli studi avranno perduto l'innocenza, e ammorberanno degli effetti malefici delle cattive letture i compagni che avvicinano.
A chi poi la responsabilità di colpe che faran versare più tardi lacrime amare: sui genitori poco diligenti o sui figli talvolta inconsci di ciò che leggono?
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Nella Pia Società San Paolo
Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo
La Casa andava prendendo fisionomia, e si determinava meglio la sua struttura. Si consolidarono le pratiche di pietà giornaliere, mensili, annuali.
Ogni giorno: le preghiere quotidiane, le preghiere prima e dopo lo studio, il lavoro, la tavola, la Messa, la Comunione, la Meditazione; due volte al giorno la lettura spirituale, le giaculatorie ogni mezz'ora sul lavoro; il sermoncino della sera, la lettura buona in tempo di tavola, l'Ave Maria prima di uscire ed entrando in Casa; l'esame di coscienza preventivo al mattino, particolare a mezzogiorno, generale alla sera.
Uno dei consigli suggeriti subito ai nuovi era questo: bada che questa Casa si chiama la Casa dove non si fanno dei peccati. L'educazione della coscienza contro il peccato era fatta in soventi meditazioni e in frequenti avvisi. Una frase entrata abituale in Casa era questa: «Odio al peccato», «Cacciare il peccato dalla Casa». E veramente la paura del peccato era entrata nel cuore dei giovani. In Casa, più allora che adesso, non era quasi in uso il castigo repressivo: il Sig. Teologo proibiva agli assistenti questi castighi e allora si poteva: si era invece introdotta la buona abitudine di chiedere scusa a tavola per le mancanze pubbliche: cominciò il signor Teologo: e molti, anche non messi, si alzavano spontaneamente e chiedevano in pubblico scusa per aver perso qualche minuto di tempo, per aver parlato nello studio, sprecato un foglio di carta, lasciato cadere qualche carattere, non ubbidito prontamente all'Assistente, bisticciato con un compagno.
Maggiorino una sera si presentò al Direttore a chiedere se al mattino potesse ancora fare la S. Comunione perché aveva guastato un foglio di carta in macchina. L'esempio di Maggiorino non è unico.
La cura per lo sviluppo dello spirito di preghiera e della delicatezza della coscienza aveva una ragione profonda: La novità della Casa e la novità della vocazione alla Buona Stampa, come vocazione religiosa.
Non vi era nulla di fatto: né la Casa, né la tipografia, né i soggetti di vocazione: non si avevano precedenti; tutto cominciava dal nulla: tutto doveva essere creato da Dio: bisognava quindi porre a fondamento la fede nella preghiera e nella vita, e non disgustare la presenza di Dio, né ostacolare la sua azione creativa col peccato.
Si introdusse il ritiro mensile ogni prima domenica del mese. Il lunedì poi, nei mesi buoni, si faceva la passeggiata lunga. Ricordiamo le mète di Cherasco, di Pollenzo, di Grinzane, di Guarene, di Vaccheria, ecc. Si partiva presto col viatico abbondante: arrivati, si cantava la S. Messa, si faceva la S. Comunione poi la meditazione poi la colazione a sacco, poi canti, poi altra visita alla Chiesa, poi a Casa.
Due passeggiate rimasero memori: una ebbe per mèta i Piloni della Via Crucis di Monta: vi rimanemmo tutto il giorno: fu una giornata di ricreazione e di
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molta preghiera. L'altra memore è il viaggio in treno fino a Torino il giorno di Maria Ausiliatrice nel 1918. Si fece la S. Comunione e si assistè alla Messa nella Consolata e si visitarono le principali opere sacre e profane dell'augusta metropoli.
Si introdussero anche in Casa gli Esercizi Spirituali: ora di una settimana intera: allora si facevano solo tre giorni, poi cinque, nell'epoca a cui se ne sentiva più bisogno. Dio sa quanto siano stati efficaci alla Casa quei primi corsi di Esercizi Spirituali. Così Dio, a mezzo del Sig. Teologo, andava crescendo nei suoi piccoli apostoli lo spirito della nuova vocazione, e lo spirito della Casa si definiva e si alimentava.
Intanto venivano nuovi e quelli che già da più tempo erano in Casa, e costituivano i piccoli superiori, e potevano quindi già in qualche modo dare una mano al Sig. Teologo nella cura della Casa e dei nuovi, si unirono in gruppo e costituirono la Compagnia dell'Immacolata. Erano gli albori della Pia Società San Paolo; la prima distinzione che si fece in Casa.
I membri erano un gruppo di buona volontà. Uno, l'Assistente, scrisse lo statuto, che il Sig. Teologo approvò. Si radunavano ogni settimana e si facevano con carità le correzioni in pubblico. Da quelle adunanze sono usciti propositi assai buoni ed efficaci.
La formazione dei giovani era il lavoro principale. Appena questi sembrò che fossero spiritualmente abbastanza forti ed avessero, diremmo, acquistato già la propria fisionomia, il Sig. Teologo si decise ad un passo di cui altra volta si potrà parlare della importanza e gravità.
Il proto e tutti gli operai esterni furono pregati di lasciare e dispensati dal lavorare in tipografia. I giovani non sapevano ancora l'impaginazione. Abbiamo chiara in mente la visione di quei giorni e l'ambiente suscitatosi attorno. La «Gazzetta d'Alba» e i «Bollettini» uscirono però regolarmente quella settimana, anzi con un po' di anticipo. Molti si meravigliarono. Era una grazia singolare e straordinaria che il Signore faceva alla Casa, e l'abbiamo ringraziato di cuore!
Una visita alla Tipografia
Un Vicecurato della Diocesi condusse i ragazzetti del suo piccolo clero a visitare la tipografia e il lavoro dei giovani. Si informaron di tutto, cacciarono il naso dappertutto, si fecero comporre alla Linotype il proprio onorevole nome, e specialmente si fermarono ammirati ad osservare il lavoro di impaginazione di un loro compagno di scuola di un anno fa. Commentavano:
— Ma anche lui prima non sapeva, e poi ha imparato.
— Questo mi piace, soggiunge un piccolino più sveglio: stiamo anche noi? Voglio starci anch'io...
E quando il Vice Curato li richiamò salutarono ognuno il compagno: uno non l'aveva fatto e corse indietro e dice: Ciao Nando.
DOMANDE. Tu che ricevi il «SAN PAOLO» a quanti amici hai fatto leggere il periodico? Quanti ne hai indotti ad abbonarsi? ad ascriversi alle mille messe?
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DEPOSITI E RIVENDITE
di libri buoni e oggetti religiosi
Incomincia ora il tempo più utile per dar principio al Deposito-Rivendita di libri buoni e oggetti religiosi.
Nei mesi scorsi il calore estivo poco favorevole alle letture, ed il lavoro eccessivo della campagna, non erano i più adatti. Ora invece, col calmare di questi ritorna il tempo in cui, le nostre brave popolazioni amano passare qualche ora in buone letture, che, mentre sollevano lo spirito, siano nello stesso tempo di istruzione alla mente, istruzione di cui sempre, ed in particolare oggi, tanto si sente il bisogno.
In più tra un mesetto si riapriranno le scuole di Catechismo e quindi il bisogno di provvedere libri di testo pei nostri ragazzi, libri di devozione vari per gli oratori festivi, ecc.
È necessario provvedere per tempo, onde dare a tutti comodità di procurarsi qualche buon libro, ed impedire così che si mettano in circolazione libri frivoli, o cattivi; onde non succeda poi il ritardare le scuole di catechismo, la regolarità dell'Oratorio festivo, per il ritardo nel provvedere ai libri di testo, di pietà, ecc.
È tempo ora di provvedere: ed una ottima comodità l'abbiamo iniziando un piccolo Deposito-Rivendita, che mentre sarà un buon aiuto, non mancherà di ricompensarci del tempo e della lieve fatica che richiede, coll'utile che possiamo ricavare dalla vendita; utile non indifferente se si considerano le condizioni favorevoli e lo sconto straordinario che la Libreria della Pia Società S. Paolo è disposta a concedere, per sempre maggiormente diffondere il bene col mezzo dei nostri giorni che è la Stampa Buona, e per venir in aiuto ai Reverendi Parroci nel loro pastorale Ministero.
Scrivendo subito alla Pia Società San Paolo, chiedendo catalogo, istruzioni, condizioni, che si inviano gratis dietro richiesta, ordinando subito uno dei Depositi formati di 100 - 200 - 300 ecc. lire con semplice cartolina vaglia, qualora non si voglia in assegno, a titolo di prova, si potrà aver il Deposito aperto in tempo utile.
Ma... c'è questa difficoltà, quest'altra... Difficoltà ce ne sono in tutte le opere buone, che per ciò stesso che sono buone richiedono sacrificio. Si incominci senz'altro e avremo provato, superate le prime difficoltà, e toccato con mano la praticità e, diciamolo anche, l'utilità che ci porterà il Deposito-Rivendita, lo aumenteremo, lo perfezioneremo, e saremo contenti perché esso ci sarà d'aiuto, come ci affermano continuamente quelli che lo hanno iniziato, ciò che potete vedere nella corrispondenza che ci giunge dai nostri Depositi e che pubblichiamo in parte in ogni numero di questo foglio.
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MILLE Ss. MESSE ANNUALI
per i nostri Cooperatori
Una utile spiegazione
Ripetiamo: Le inscrizioni all'opera delle mille Messe, non è l'offerta che si fa ad un'opera pia ecc. Le dieci lire che si offrono per partecipare al frutto delle mille messe sono una carità che si fa a se stessi, sono come l'offerta che si dà per farsi celebrare una messa. Qual bene migliore di questo! Qual fortuna più grande che partecipare per sempre, anche dopo morte, a mille Messe all'anno? Qual cumulo di suffragi! Quante benedizioni sulla Buona Stampa!
Anime zelanti
L'opera delle mille messe non solo si estende per il numero di aderenti, che si vogliono assicurare suffragi per l'anima loro, ma acquista anche cuori di persone che si dedicano ad essa, come ad un vero apostolato. Riportiamo appresso le parole di alcune di queste persone. [seguono lettere].
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La cattiva stampa è un diluvio che inonda la nostra cara Patria, vi semina discordia, vi fa immensa strage di anime. È della più grande importanza e urgenza il contrapporre la stampa sana. Aiutate perciò la Pia Società San Paolo, per la Buona Stampa.
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Le vie e i mezzi della Divina Provvidenza
Chi domanda e chi riceve
Il Signore ascolta la preghiera fatta in nome di Gesù Cristo; egli ha impegnata la parola, la promessa e il giuramento. Chi prega e aiuta il regno di Dio, e le opere a lui care, dà segno di buona intenzione, e impegna a suo favore la divina misericordia. Chi ha ottenuto e ringrazia anche coi medesimi aiuti impegna Dio ad aiutarlo di nuovo: la fede deve essere completa: Dio vuole esaudirci quando domandiamo ed è Dio che ci ha esauditi quando abbiamo ottenuto. Dimostriamo la nostra fede nel domandare colla fiducia: e dimostriamo la fede, ricevuta la grazia, col ringraziamento. [segue elenco offerte]
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Le proiezioni della Casa
Si sono tenute con ottimo esito a Monticello Villa e a Farigliano. In ambedue i paesi si ebbe una pienona, con tanta buona accoglienza e tante gentilezze. Si è gettato del bene: ora occorre pregare il Signore affinché il seme germogli e dia frutto. I bambini si entusiasmano e vogliono seguire i loro piccoli amici che già sono stati accolti in casa: gli adulti vogliono essere Cooperatori uniti a noi almeno nello spirito.
È la grazia del Signore che lavora.
Alle persone buone dell'uno posto e dell'altro che ci hanno aiutati e ricolmati di gentilezze, i nostri sentiti ringraziamenti coll'assicurazione delle nostre preghiere.
Benefattori!
Siate generosi nelle vostre offerte, beneficate volentieri l'opera della Buona Stampa che è l'opera oggi più necessaria e vi consoli il pensiero che voi fate del bene a tanti giovani che domani saranno Sacerdoti, saranno Apostoli; voi beneficate dei figli prediletti di quel Gesù che ha dette: Tutto ciò che voi farete al più piccolo dei miei figli lo riguarderò come fatto a me.
LE FIGLIE DI S. PAOLO
Un po' di storia
Le prime Figlie continuarono così, senza casa, per un mese. Intanto si attendeva alla formazione dello spirito. La vocazione alla buona stampa della donna, come vocazione religiosa, è cosa nuova: è nuovo quasi anche il fatto di fare lavorare la donna per la stampa: Dio doveva tutto creare.
Ogni mattina si andava in S. Damiano per la S. Messa e la Comunione. Ogni mattina, il Can. Chiesa, parroco di San Damiano, faceva lui la meditazione alle quattro figliuole. Al pomeriggio la Visita al SS. Sacramento. Una volta la settimana il Teologo Alberione teneva loro una conferenza di indirizzo e così lo spirito nasceva: Dio lo creava e lo cresceva.
Il lavoro era ancora sempre il medesimo. Siccome la responsabilità della Casa pesava sul Teol. Alberione, così ogni giorno, e più volte al giorno le figliuole venivano a disturbarlo, a interessarlo delle camicie pei soldati: e così, mentre faceva il Direttore Spirituale ai Chierici del Seminario, ed aveva cura dei nuovi figli affidatigli dal Signore, divideva
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anche il suo tempo ad occuparsi di camicie.
Intanto il Signore provvedeva la Casa: un alloggio di affitto, e questo era sapientemente buono, ma in cui si poté unire e l'abitazione e il laboratorio. Le Figlie si portarono in via Accademia, N. 4, e vi rimasero tre anni. Il locale era abbastanza ampio, e si poté anche iniziare un lavoro tutto secondo lo spirito della nuova; Casa, e questo inizio segna una seconda data storica per l'Apostolato delle Figlie di S. Paolo, che allora si continuavano a chiamare «Laboratorio femminile».
Il lavoro nuovo era un piccolo deposito-rivendita di libri ed oggetti religiosi, chiamato poi «Nuova Libreria». La cosa si avviò abbastanza bene: era per le Figlie un inizio di apostolato: ed era un esperimento di quelli che sarebbero stati in seguito i Depositi-Rivendita di libri ed oggetti religiosi, destinati a prendere un largo sviluppo e destinati specialmente ad essere l'aiuto del Parroco nella formazione dello spirito religioso nella parrocchia.
In Legatoria
Alle Figlie spetta il compito di ultimare i lavori di Tipografia. Ad esse vengono portati i giornali per essere spediti, ed esse pure ricevono i libri stampati in foglio per la brossurazione.
Sedute attorno ad un vasto tavolo, munite di pieghetta, le più piccole incominciano il lavoro di piegatura; volgendo ogni tanto uno sguardo all'immagine della Madonna perché le aiuti a mettere in pratica le norme ricevute dalle loro maestre. Con gioia vedono ammonticchiarsi i fogli, uguagliati a mazzelle, divise per segnatura. Sono nel lavoro dalla macchina da piegare. Mentre a mano si possono piegare da 400 a 500 fogli all'ora, con la macchina se ne piegano da 1500, a 2000. Il meccanismo funziona a forza motrice.
I fogli vengono messi a mano uno per uno da una ragazza contro un'apposita squadra, e parecchie copie di cilindri giranti a movimento convergente, ne effettuano la piegatura. A seconda del volume vengono cuciti i sedicesimi o a punto metallico, o a mano, o con un apparecchio cucitore. A cucitura finita, per render più viva la piega dei fogli, i libri vengono messi in pressa. Un altro reparto, dopo parecchie ore di pressione, incolla ed applica la copertina al libro. A dorso essicato procedono alla rifilatura del labbro che vien fatta con apposite forbici, e con una piccola cesoia tagliacartone con la quale vengono pure rifilati i labbri della copertina. Le copie, unite a decine, vengono fasciati, e portate in magazzino per essere diffuse.
Le legatrici nel loro reparto parte fanno la cucitura dei sedicesimi al cucitoio, e parte le opportune operazioni prima di consegnarle a quelle che devono applicarvi i cartoni. Delle piccoline preparano la colla, che si mestola continuamente in una pentola posta su di un fornello, perché non bruci. Applicati i cartoni a diversi libri, li chiudono sotto piccola pressa, e più tardi applicano la tela ove sono state impresse le decorazioni a trancia. Chi ha visto sorgere la Casa, e visto l'ambiente di pochi metri quadrati in cui lavoravano le legatrici e lo confronta con la vasta legatoria attuale, non può farne a meno di rimanere ammirato. Le legatrici non hanno toccato l'apice della perfezione, però quanto progresso in breve tempo!
Il Divin Maestro ha insegnato ed insegna a chi ha in Lui fiducia: quanto hanno esse imparato mediante la via dello spirito, senza maestri di sorta!
Alte e piccole lavorano continuamente sotto lo sguardo vigile di Dio, il loro lavoro è anche una preghiera.
La Buona Stampa non è poesia: è missione di verità e di sacrificio; la sua esplicazione è il risultante di una volontà buona, e di una creazione divina.
La morte del Decano del Giornalismo Cattolico
Il 10 agosto un lutto colpiva la famiglia del Giornalismo cattolico. Improvvisamente si spegneva l'Avv. Stefano Scala nato in Genova il 6 febbraio 1848. Laureatosi in Giurisprudenza, fondava nella sua città il giornale cattolico l'Emporio. Più tardi passò a Torino, ove pure trasportò il suo giornale sotto il titolo di Italia Reale che continuò a vivere sino al 1905 sotto i titoli Italia Reale e Coriere Nazionale.
Scrittore robusto, sobrio, lucido, rese alla Chiesa ed all'azione cattolica servizi insigni. Per la buona stampa profuse non solo il suo ingegno, ma anche il suo avere, tanto da morire poverissimo, nel ritiro dei Padri Cappuccini alla Madonna di Campagna a Torino.
All'anima sua mite e nobile, il nostro suffragio riconoscente.
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Paolologia dantesca
S. Paolo, l'illustre convertito sulla via di Damasco, l'ardente predicatore dei gentili, è detto per antonomasia l'Apostolo. Egli è un cumulo di scienza, di dottrina e di santità. Colla sua predicazione, coi suo sacrifizi, col suo zelo fece più bene che tutti gli altri apostoli insieme. Gli mancarono i popoli da convertire, ma Egli non mancò ai popoli. Non risparmiò fatiche e disagi, accorse da una nazione all'altra a fondare Chiese, a confermare e ad incoraggiare i convertiti con cuore di padre, con zelo di apostolo. Il martirio coronò una vita così attiva e santa.
Dante nella Divina Comedia ci ricorda parecchie volte S. Paolo. A Giovanni XXII, che il Poeta credeva guastasse la chiesa di Roma, fondata dalla predicazione di S. Pietro e di S. Paolo, dice:
«Ma tu che sol per cancellare scrivi
pensa che Pietro e Paulo, che moriro
per la vigna che guasti, ancor son vivi».
San Paolo fu condotto a Roma prigioniero di Cristo: nel centro del mondo pagano, predicò nei vincoli con zelo grande la nuova legge. Rimesso in libertà predicò Gesù Cristo, nelle vie, nelle piazze, nelle case, nelle sinagoghe, ovunque: nei luoghi pubblici e nei privati.
E dopo la predicazione, il sommo poeta ci ricorda i sacrifizi, poiché il bene viene dal sacrifizio. La parola di S. Paolo otteneva effetti meravigliosi, perché Egli, prima e dopo di aver predicato, offriva sacrifizi al Signore per ottenere la luce e la conversione alle anime che desiderava rigenerare nella fede di Gesù Cristo. I flagelli, la prigione, le catene, i ceppi, la fame lo facevano esultare di gioia, perché Egli soffriva per amore. Dante biasima il lusso e le comodità che si permettevano tanti e ricorda loro i sacrifizi dei due primi apostoli che vivevano a Roma poveri, magri, scalzi, accettando cibo e vestiario da chiunque loro offrisse:
«Venne Cèfas e venne il gran vascello
dello Spirito Santo magri e scalzi,
prendendo cibo da qualunque ostello».
Virgilio incoraggiando Dante ad intraprendere il viaggio attraverso i tre regni d'oltretomba, gli porta l'esempio di Enea e di S. Paolo. Dante risponde che è facile intendere perché Iddio a questi due grandi abbia concesso questo. Enea era colui da cui discesero i fondatori di Roma, di quella Roma che doveva essere la luce del mondo, la sede del Ponteficato. Il Vaso di Elezione fu rapito al terzo cielo, perché doveva confermare la dottrina che insegnava e portar conforto ai cristiani tanto perseguitati:
«Andovvi poi lo Vaso d'Elezione,
per recarne conforto a quella fede
ch'è principio alla via di salvazione».
Dante nel paradiso, distribuisce le Intelligenze in nove cori, distinti in tre gerarchie o ternari. Questa divisione egli l'apprese da S. Dionisio l'Areopagita, il quale a sua volta ne aveva avuto rivelazione da S. Paolo, che le aveva vedute quando era stato rapito al terzo cielo:
«E se tanto secreto ver proferse
mortale in terra non voglio ch'ammiri;
che chi 'l vide quassù gliel discoperse
con altro assai del ver di questi giri».
S. Paolo, convertiti un buon numero di cristiani in qualche città, li affidava ad uno dei suoi vescovi, affinché li sorreggesse e guidasse. Egli, poi, andava a portare il suo aiuto ad altre anime. Ma perché il lavoro compiuto prima non andasse perduto e si raffreddasse lo zelo o lo spirito cristiano, Egli scriveva lunghe epistole ai suoi figli spirituali. Le epistole di S. Paolo sono un vero cumulo di scienza, di dottrina e di carità; vengono continuamente studiate e meditate e vi si scoprono sempre nuove bellezze.
Dante nella mistica processione, vide, fra i molti personaggi simbolici, un vecchio con una spada lucida ed acuta che rappresentava le epistole di S. Paolo:
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«..mostrava l'altro la contraria cura
con una spada lucida ed aguta,
tal che di qua dal rio mi fe' paura».
Dante è grande ammiratore di S. Paolo e ci ricorda ancora la sua dottrina della fede. Cosi ce ne parla nel canto XXIV del paradiso:
«...Come il verace stilo
ne scrisse, padre, del tuo caro frate,
che mise teco Roma nel buon filo,
fede è sustanza di cose sperate,
ed argomento delle non parventi:
e queste pare a me tua quititade».
S. Paolo ci ha lasciata la vera definizione della fede, cioè: la fede è sostanza ed argomento. Sostanza delle cose che noi speriamo, ed argomento delle verità che non si vedono colla ragione.
Dante non trova titoli che siano degni del grande Apostolo e lo chiama Vaso di Elezione e gran Vascello dello Spirito Santo. Dallo Spirito era guidato: dello Spirito Santo predicava la divozione: è il cavaliere dello Spirito Santo: egli non si distingue in una sola virtù: è un vaso di virtù: lo Spirito Santo aveva creato in lui pienezze delle virtù apostoliche.
Ecco S. Paolo: il Santo in cui tutte le virtù risplendettero fulgide! Quale fortuna per noi, che lo veneriamo come nostro protettore, se sapremo seguire le sue orme!
E. M.
Clotilde DelpianoEra maestra a Guarene, presso Alba e ci lasciò la settimana scorsa per il cielo. Aveva 64 anni. Un profondo rammarico ci produce il pensiero della sua morte: ma anche ci è causa di un profondo sentimento di speranza e di letizia. Noi crediamo nelle parole del Salvatore: e il Divin Maestro ha detto: «Chi mi ama sarà, dove io sono». Poi ha detto ancora: «Qualunque cosa voi farete ad uno qualunque dei piccoli, io lo riterrò come fatto a me».
Poi il Divin Maestro ha ancora detto una parola grande. «Chi aiuta l'apostolato, perché è apostolo, avrà la mercede dell'apostolo». Ora la mercede dell'apostolo è una corona di duplice gloria.
Chi fu intimo alla maestra Clotilde Delpiano ne conosce la soda pietà, e sa anche quali ardori di carità purissima verso Dio s'accendessero nel suo cuore. La ricordo negli ultimi anni, quando già la salute le era molto cagionevole e veniva ancora al giovedì sera in Alba per ascoltare la predica del quaresimale.
Insegnò nelle scuole elementari per oltre quarant'anni: la scuola era una missione sacra, un apostolato divino; un sacerdozio: non voleva solo insegnare la grammatica e l'aritmetica, voleva educare i caratteri, formare i costumi, plasmare gli animi: ai bimbi comunicava la sua anima; ai bimbi sacrificò se stessa, li amava molto: già inferma, impossibilitata a continuare l'insegnamento, mi faceva sentire quanto penasse a rimanere fuori da' suoi alunni.
Comprese bene la missione della buona stampa: fu una cooperatrice di preghiera e di azione e di amore.
Amò molto la Pia Società S. Paolo: La vide nascere, ne seguì attivamente lo sviluppo, l'aiutò, pregò molto per essa. Fu una cooperatrice della prima ora. Zelava la buona stampa tra gli adulti, e tra gli alunni della scuola, che all'occorrenza diventavano piccoli apostoli. Riempì moduli di piccole offerte.
Distribuiva ogni settimana oltre cento copie del Buon Angelo, fino che nacque il bollettino parrocchiale. Divulgò e zelò l'opera delle mille Messe, ed aveva cura che tutti i membri della famiglia fossero messi a parteciparvi. Ora dei suffragi delle mille Ss. Messe essa godrà in perpetuo e al sangue di Gesù si uniranno, le preghiere e le opere buone di tutta la casa della Pia Società San Paolo, e le preghiere della larga famiglia dei Cooperatori Buona Stampa.
Ella, la pia maestra, impetra dal cielo per i cooperatori e per l'opera della Buona Stampa.
La morte non rompe i vincoli di apostolato.
Teol. Giaccardo G. - Dirett. Respons.
Scuola Tipografica - Alba
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