Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno V – N. 7 – 20 Luglio 1923 – Bollettino mensile – Conto corrente colla Posta

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV 5)



ALBA – Scuola Tipografica – ALBA

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UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


Pia Società San Paolo – Alba


Opus fac Evangelistae (II Tim. IV 5)



L’ORA DELLA SCELTA

Di chi? Dei piccoli Apostoli, e delle piccole Apostole, delle piccole vocazioni alla Buona Stampa, che il Padrone della messe, il Padre Celeste ha distribuito così largamente nei giovanetti.
Dio chiama all’Apostolato della Buona Stampa quelli a cui vuole molto bene: i ragazzi e le fanciulle chiamati a questo Apostolato di amore e di santificazione ricevono il segno di una speciale
predilezione da parte di Dio, e non avranno giorni bastanti per ringraziarlo.
Terminano le scuole o si chiudono i collegi, e tornano le figliuole, tornano i ragazzi a casa: molti hanno compiute le scuole elementari e domandano: ed ora che cosa si farà? Questa domanda rivolgono pure a se stessi molti genitori, per riguardo al figlio. A ciascuno il Padre celeste ha già assegnato il suo posto: molti, quelli che ha più amati, ha pure chiamati all’Apostolato della Buona Stampa, che offre ai giovani una splendida riuscita.
Compito di indicare ai giovanetti la loro via tocca ai Sacerdoti, spesso anche ai genitori, alle maestre, a persone amiche.
La Pia Società San Paolo accoglie in questi giorni i nuovi alunni. Si è fatto posto per cinquanta persone. L’accogliere i giovani in quest’epoca ha una importanza speciale per i giovani e per la Casa, che non è un Convitto comune di studenti, ma Seminario di apostolato.
In questi due mesi i giovani si orientano, si adattano, imparano a conoscere la Casa e la Casa viene a conoscere loro.
Sono oltre trecento le domande: si accettano solo quelle che danno maggior affidamento. Preghiamo i nostri Cooperatori a fare lo stesso: cercare le vocazioni, avviarle alla Pia Società San Paolo; mandarle in questi giorni.
Diamo qui il programma della Pia Società San Paolo.

Programma

È un istituto o seminario per la formazione dei missionari e delle missionarie della Buona Stampa, cioè di persone che si consacrano a quest’opera come a vero apostolato religioso.
Esso prepara tanto scrittori e scrittrici, come operai ed operaie: affinché spargano la luce del cristianesimo col mezzo della Stampa Buona, come i sacerdoti colla parola.
Gli scrittori possono (quando lo vogliano) ascendere al Sacerdozio.
L’apostolato della stampa si esercita con scritti, libri, giornali, periodici, riviste, smerci librari, propaganda biblioteche, ecc.

Ramo maschile

Si compone di scrittori e di tipografi, e quindi ha gli studenti e gli operai semplici.
a) Gli studenti. - Gli studenti compiono il corso del ginnasio, del liceo, di Teologia, con speciale riguardo alle materie sociali - si laureano in scienze
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sociali all’Istituto Pontificio di Scienze Sociali a Bergamo e sono ammessi agli Ordini Sacri.
Mentre attendono allo studio imparano ed esercitano in parte l’arte tipografica. Finito il corso, possono chiedere di aggregarsi alla «Pia Società San Paolo per la Buona Stampa», che è istituita come congregazione religiosa: ed in questo caso la Società provvede in tutto al loro avvenire.
Si avviano gradatamente a diffondere, comporre, scrivere, stampare giornaletti, opuscoli, periodici, biblioteche, ecc.
Si accettano: Sacerdoti giovani, Chierici, studenti di liceo e ginnasio ed anche fanciulli del corso elementare purché forniti dell’attestato di proscioglimento (di quarta elementare) e abbiano compiti gli undici anni.
Per essere accettato: occorre essere di costituzione sana, di intelligenza sufficiente per la carriera che si vuole abbracciare, attestato di nascita, battesimo, studi compiuti, vaccinazione. Ogni giovane deve anche portare l’attestazione del proprio Parroco circa la frequenza al Sacramenti, la indole, l’inclinazione alla pietà e la condotta morale. I Sacerdoti e Chierici debbono anche presentare il nulla osta del loro Ordinario.
b) I semplici tipografi imparano ed esercitano l’arte tipografica con un corso di cinque anni: terminato il quale possono chiedere di aggregarsi alla «Pia Società San Paolo», a guisa di coadiutori o fratelli.
Per essere accettati debbono presentare gli attestati soprannominati per gli studenti. Per il lavoro è sufficiente una intelligenza anche più limitata. Tanto agli studenti come ai semplici tipografi si dà una educazione sodamente cristiana per formarli alla pietà, alla virtù, all’amore per la Chiesa e le anime, ecc., affinché nel rispettivo campo di lavoro sappiano servirsi della stampa per la gloria di Dio, per la salvezza delle anime e per la civiltà cristiana.
Tutti, entrando, portano un corredo; pagano una tassa di ingresso di L. 50; in seguito per il primo ed il secondo anno L. 30 mensili, per il terzo anno L. 20, in seguito sono tenuti gratuitamente. - Sono
esclusi i figli illegittimi.
I Reverendi Parroci e Sacerdoti che indirizzeranno alla Pia Società S. Paolo vere vocazioni religiose faranno cosa santa: specialmente si possono avviare i giovanetti di vita pia, di buona indole, con inclinazione al Sacerdozio ed All’Apostolato. Ma occorre pure curare le vocazioni tardive.

Ramo femminile

L’Apostolato della Buona Stampa può venire esercitato non solo da scrittori e tipografi, ma ancora da scrittrici e tipografe, venditrici, legatrici: Suore cioè della Buona Stampa. S. Em. il Cardinale Maffi ne ha dato sapientemente e coraggiosamente l’esempio, chiamando delle suore a questo apostolato. Nella «Pia Società S. Paolo» si formano scrittrici e tipografe: vi sono perciò studentesse e semplici operaie.
a) Le studentesse compiono un corso di studi come quello che porta alle patenti da maestre.
Contemporaneamente allo studio imparano ed esercitano l’arte tipografica. Finito il loro corso di studi e di lavoro possono chiedere di aggregarsi alle «Figlie di San Paolo»: viventi sotto la regola comune a modo delle religiose; ed allora la Casa provvederà in tutto al loro avvenire.
Le Figlie studentesse per venirvi accettate devono aver compiti gli undici anni; avere conseguito l’esame di proscioglimento (quarta elementare); essere di costituzione sana; mostrare inclinazione alla pietà; avere la capacità intellettuale sufficiente; presentare l’attestato di nascita, battesimo, cresima, vaccinazione, buona condotta fornito dal Parroco. Si escludono le figlie illegittime.
b) Le semplici tipografe imparano ed esercitano l’arte tipografica con un corso di cinque anni: terminato il quale, possono chiedere di aggregarsi alle «Figlie di S. Paolo» a guisa di coadiutrici o sorelle.
Fra le figlie, sia studentesse che semplici tipografe, si accolgono molto favorevolmente giovane anche fino ai 20, ovvero 25 anni. Anzi qui in modo speciale si
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pregano i RR. Parroci e Sacerdoti indirizzare alle «Figlie di S. Paolo» giovanette già alquanto adulte (cioè fra i 15 e 25 anni) desiderose di vita religiosa.
Esse si possono consecrare al Signore e servire alla sua gloria come le Suore degli Asili, ricoveri, ecc. Le adulte (ove non intendano darsi allo studio) possono subito venire occupate in uffici adatti alla loro età, capacità, inclinazione, come legare libri, accudire alla biancheria, bucato, vendere libri, preparare e spedire pacchi.
Tanto le figlie che intendono divenire scrittrici e propagandiste, quanto quelle che intendono di applicarsi soltanto al lavoro, vengono formate allo spirito di vera pietà, alle virtù necessarie al loro stato.
Le Figliuole che continuano in Casa, potendosi consacrare al Signore, in un’opera così santa e necessaria oltre i grandi meriti per il cielo, godranno la pace delle anime giuste anche sulla terra.
Le figlie studentesse e le semplici operaie prima dei 15 anni, pagano L.50 come entrata e L. 30 mensili per due anni e L. 20 per un terzo anno. In seguito, sono tenute gratuitamente. Le figlie che sono semplici operaie che hanno passati i 15 anni, pagano l’entrata di 50 Lire, ma nessuna pensione.
RR. Parroci! Trattandosi di cosa nuova, riveste di maggiori difficoltà; ha bisogno di venire conosciuta; chi vi si applica avrà meriti speciali presso il Signore.
Per ogni domanda o schiarimento, rivolgersi al Teol. Alberione Giacomo, «Pia Società San Paolo» - ALBA (Piemonte).
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Come si fa il bene

Iddio vuol bene molto e ha cura materna di questa Casa di Apostolato per la B. S.: Egli vuol molto bene a tante anime che lo hanno servito bene.
Una sera il Sig. Direttore ci diceva: «Una volta meditavo tra me: se ora dovessi chiedere aiuti, non saprei proprio più a quale porta bussare. Proprio d'allora cominciarono ad arrivare gli aiuti speciali e più generosi». E concludeva con una sua frase famigliare: «Oh! che proprio non abbia niente a fare l'Angelo Custode vicino a noi?» Esaurite le attività umane, cominciò Dio a fare direttamente e continua.
Quest'anno una nuova fonte di carità si è schiusa: il deposito a fondo perduto. Ottime signore, bravi uomini soli, o persone che sentono le cose di Dio, depositano presso la Pia Società S. Paolo i frutti, od una parte dei frutti dei loro risparmi, in denaro liquido o in cartelle al portatore. Esse si riservano l'interesse, se ne avranno bisogno, e, se ne avranno bisogno anche una parte o tutto il capitale: Quando Dio le chiamerà al premio, tutto passerà senz'altro, in proprietà assoluta alla Casa. Ed ecco come il Signore opera:
* L'altra settimana fu qui una persona. Portò con sé e depositò L. 4500. Quando l'ebbe consegnata esclamò: «Ora sono proprio contenta: mi avevano già dati tanti fastidi questi quattro soldi!» Dio darà invece consolazioni.
* Ieri furono due altre persone: «Vorremmo fare di più; — dissero — quanto sono bene educati e quanto imparano qui i giovani: noi speriamo nel Signore». Lasciano alla Casa lire 11.000, fra tutte e due, e una terza che faceva a mezzo loro.
— Quanto agli interessi, — soggiunsero — se veniamo noi a ritirarli ce li darete, se non veniamo noi, restano in Casa col capitale.
Abbiamo parlato del movente religioso, vi ha anche un movente sociale e civile: l'educazione: quanti che sentono col cuore questa parola, potrebbero imitare i cuori generosi che precedettero coll'esempio...

Un testamento

Ve ne sono proprio delle anime che comprendono e che sentono essere questa l'ora della Stampa, e dispongono per essa, nelle ultime volontà, come più addietro si disponeva generosamente per gli Asili, gli Ospedali, le Chiese, le opere di culto e di carità.
Ecco una lettera che riceviamo da Torino:
«La compianta mia signora, Beatrice Resegotti Riva, pur non avendo lasciato disposizioni testamentarie, mi diede istruzioni, perché rimettessi la somma di "lire cinquecento per la Buona Stampa e l'Opera delle Mille SS. Messe - Pia Società San Paolo – Alba". Mi faccio premura di adempiere a questo incarico e prego V. S. Rev.ma di inviarmi un cenno diricevuta. Con distinti ossequi.

Dott. Luigi Resegotti».


È la quarta volta. Per queste anime e pei loro cari, in Casa si fanno preghiere speciali.

Borse di studio

Noi stendiamo la mano perché si adempia il desiderio di Gesù e fidando su questo desiderio: «Pregate il Padrone della Messe che mandi buoni operai nella sua messe!».
La Sig.ra Maria Rolfi di Clavesana vuole concorrere alla fondazione di una borsa di studio, e mandò lire 50; altri la precedettero, altri la seguiranno in questa forma di bene.
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Il cuore eucaristico di S. Paolo

San Paolo è un cuore: non solo, è un cuore eucaristico. Gesù, il primo missionario di Dio è vivente in mezzo a noi: su lui si radicano gli apostoli.
San Paolo non aveva visto l'istituzione della SS. Eucarestia: egli ricevette direttamente da Gesù Cristo per rivelazione la dottrina eucaristica e il Signore gli mostrò in visione l'ineffabile scena dell'ultima Cena in tutte le sue misteriose realtà di amore e di sacrificio, e San Paolo comprese, visse, tramandò alle anime la dottrina eucaristica, nella sua vera essenza di amore e di sacrifizio. Dava ai cristiani del suo: infiammava, perché egli ardeva, perché lo Spirito Santo gli faceva scrivere: «la mia vita è Gesù Cristo nessun altro conosco, fuorché il Cristo e questo Crocifisso».
Oh! aver veduto una volta sola San Paolo a celebrare la S. Messa e distribuire la S. Comunione: a fare il ringraziamento dopo la Comunione!
San Paolo guarda l'Ostia Santa, e ci dice: è frutto di amore, contiene realmente Gesù, è vincolo e fonte di carità.
S. Giovanni ci annunziava l'istituzione del SS. Sacramento con una frase mistica: «Avendo Gesù amati i suoi, li amò fino alla fine». San Paolo usa una frase eroica per indicare l'amore di Gesù nel lasciarsi tra noi: «in qua nocte tradebatur, in quella notte in cui veniva tradito, prese il pane, rese le grazie lo spezzò». Ecco l'eccesso di amore: nella notte in cui noi uomini prepariamo al Salvatore l'obbrobrio delle catene, la lividura delle percosse, lo sfacelo della flagellazione, lo strazio della corona di spine, la crudeltà dei chiodi, l'ignominia della croce... Gesù si lascia in mezzo a noi...
E sta presente fra noi. Sentiamolo San Paolo, che scrive ai Corinti: «Il calice di benedizione che noi consacriamo, non è la comunione del sangue di Cristo? il pane che noi spezziamo non è la comunione del corpo di nostro Signore? Perciò chi mangerà di questo pane, o berrà il calice del Signore indegnamente sarà reo del corpo e sangue del Signore; giacché non sa distinguere il corpo del Signore» sotto le apparenze del pane.
I fedeli di S. Paolo partecipavano della sua fede, e questa operava miracoli. A Troade, nel suo ultimo viaggio voleva salutare i cristiani: sapeva di salutarli per l'ultima volta: li radunò quindi tutti per la Messa e la Comunione generale e l'agape fraterna.
I cristiani vennero numerosissimi: e la funzione cominciò a sera e durò fino a mezzanotte e dalla mezzanotte fino al mattino. Il cenacolo fu addobbato, e molte lampade s'accesero ad onore del SS. Sacramento. Il cuore di S. Paolo si sciolse in una lunghissima predica: verso la mezzanotte, un giovanetto, Eutico, che sedeva sopra una finestra, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano sulla via e si sfracellò, e fu raccolto esanime. Gesù Sacramentato operò il miracolo. San Paolo discese sulla via, abbracciò il fanciullo, e disse: non vi affannate, l'anima sua è ritornata in lui: lo aveva risuscitato. Risalì al cenacolo, distribuì la S. Comunione, e parlò ancora di Gesù, e della sua religione e dei doveri cristiani fino all'alba, sciogliendo tutte le difficoltà dei fedeli.
Nel viaggio che faceva a Roma, prigioniero di Cristo, tra Candia e Malta si scatenò sul mare una tempesta formidabile. La nave si sfasciò, tutto andò perduto: i poveri naufraghi erano esterrefatti. Dio però promise a S. Paolo di salvarli, e S. Paolo più volte li aveva incoraggiati. All'alba del quattordicesimo giorno, parlò loro di nuovo! «È il quattordicesimo giorno che ve ne state aspettando digiuni, senza prendere cosa alcuna: io vi esorto a prender cibo, perché non perirà un capello dalla testa di alcuno di voi. E detto questo, alla presenza di tutti, prese il pane, rese grazie a Dio, celebrò la S. Messa, e lo consacrò, e lo spezzò ai suoi discepoli, quindi prese cibo. Tutti si presero coraggio, e pigliarono pure nutrimento. La nave andò perduta, ma tutti gli uomini di equipaggio furono salvi: erano duecento settanta mila».
Ma l'effetto principale e diretto della
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SS. Eucaristia, frutto di amore, S. Paolo lo dice con parole scultorie, è la carità e l'unione. «Un pane solo, un corpo solo siamo noi molti, noi tutti che partecipiamo del medesimo pane». Ecco l'effetto della Divina Eucarestia: la carità.
Ed ora bisognerebbe ancora sentire i palpiti del cuore di S. Paolo sulla Messa, sulla Comunione e sulla visita. Coltiviamo il desiderio fino al p. n.

Date alla Chiesa un Missionario Buona Stampa

Nella solennità di S. Pietro due nostri Chierici ascesero al Sacerdozio: tre altri ne ordinò Mons. Vescovo per la Diocesi: cinque Sacerdoti nuovi!
Sono circa due mila SS. Messe in più che ogni anno si celebreranno: e una Messa sola ha un valore infinito!...
È un conforto per chi lavora a dare alla Chiesa un missionario della Buona Stampa. Quando questi pupilli, fatti sacerdoti, terranno tra le mani l'Ostia viva, ed il Sangue di Gesù, e rinnoveranno sull'Altare il Sacrificio della Croce, che cosa non diranno per i loro padri, le loro mammine adottive?
E Gesù, che dal Sacrificio del Sacerdote riceve la massima gloria, vedrà sul Sacerdote le ottime persone che concorsero a portarlo fino all'altare.

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La cattiva stampa è un diluvio che inonda la nostra cara Patria, vi semina discordia, vi fa immensa strage di anime. È della più grande importanza e urgenza il contrapporre la stampa sana. Aiutate perciò la Pia Società San Paolo, per la Buona Stampa.

L'offerta fatta alla Buona Stampa è il grano buono che cade nel più fecondo terreno e produrrà il cento di frutto per uno, per la gloria di Dio, e per le anime.
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Nella Pia Società S. Paolo


Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo

In Casa Ferrando si aveva anche un cortiletto di pochi metri comune col Padrone di casa e con altri inquilini: in esso non si scendeva quasi mai: viceversa i giovani preferivano passare la loro ricreazione sopra la galleria od in un corridoio tra i vani delle camere... quando potevano farlo senza recare disturbo o agli uffici del piano inferiore, od al padrone che abitava camere attigue. Ma la galleria ed il corridoio, in cui s'aprivano le porte a vetro dei vani, finivano per diventare troppo insufficienti e pericolosi: i giovani erano stati abituati alla cura e alla delicatezza: i vecchi avevano molto riguardo, ma i nuovi non sempre: si sostituì la ricreazione col passeggio: e si usciva in fila, o in gruppo due volte al giorno, dopo pranzo e dopo cena, e fin tre volte al giorno nei giorni festivi. I bastioni del Tanaro e le rive della Cherasca erano le mete solite. Qui si facevano le partite a «bara», a «bandiera», a «tingolo»: scelto un posto, si ritornava finché ci facevano correre – eppur si aveva occhio a non portare danni! – e allora si eleggeva un altro posto. Così per cinque anni. Ricordiamo anche le corse sotto i viali della Città, nei dopo cena d'inverno, ai buio, ed al freddo, tra le alte file ed i mucchi di neve. Ma poi si dormiva...
Ancor oggi in Casa si ha l'impressione di trovarsi in una famiglia, non in un collegio: allora il carattere della vita di famiglia era ancora più spiccato: e quanto era bello e soave!
Il sig. Teologo continuava la direzione spirituale in Seminario: i giovani continuavano a fare ogni mattino le divozioni in S. Damiano. Nei mesi di estate e nei giorni in cui il sig. Teologo poteva essere libero, si usciva con lui, ed egli diceva la S. Messa e distribuiva la S. Comunione. Quindi nello studio si ascoltava la sua meditazione. A colazione, a pranzo e a cena tutti erano seduti attorno a lui alla medesima tavola, si prendeva lo stesso cibo, la minestra dalla medesima tarina e la pietanza dal medesimo piatto: tutti da uno ricevevano la distribuzione del pane. Attorno a lui si scendeva in tipografia, e si lavorava; attorno a lui si scopava, si portava il legno o si trasportava la carta. Vi fu anche un tempo in cui in Casa non si aveva alcuna donna: ed allora attorno a lui si lavavano i piatti e si riasciugavano le posate: e non una volta sola capitò di trovarsi attorno alla stufa col libro aperto, a udire da lui la spiegazione dei sistemi ideologici, mentre egli intanto rimescolava la polenta per i giovani che già avevano dato «finis» in Tipografia e venivano su per pranzo.
Questo per il cuore: intanto si formava lo spirito, l'unione, l'attaccamento alla Casa, e tutti e ognuno diventava interessato per essa.
I termini di «Direttore» e «Superiori» appena ora entrano per necessità degli esterni; in Casa non sono usati quasi mai; eppure sono bene chiaramente stabiliti!
Nel maggio 1916 i giovani entrati in Casa Perrando erano dieci: nel maggio seguente erano sedici. In tipografia coi dieci giovani lavoravano ancora un Proto un Macchinista ed un operaio, esterni.
Nel parlatorio della Casa era stato collocato, su di un modestissimo tronetto, il quadro di san Paolo: fu l'inizio primissimo della Cappella di S. Paolo: là, tutti inginocchiati per terra recitavano le preghiere mattino e sera, gli «Angelus», si facevano gli esami di coscienza, si teneva il sermoncino della sera, si diceva l'Ave Maria prima d'uscire, ed appena entrati in Casa. Una lampada elettrica, ardeva costantemente in casa e in Tipografia.
San Paolo vegliava, proteggeva, benediceva, cresceva.
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Notiziette Mensili


Un giorno tre volte sacro

Fu il 30 giugno, in cui la chiesa fa l'ufficio della commemorazione di S. Paolo Apostolo, e la Casa ha celebrato la sua festa principale.
Festa di S. Paolo, tutta di divozione, l'unica esteriorità si ebbe all'agape in comune, in cui i giovani vollero far brillare il refettorio di sacre leggende, di fiori, di invocazioni e di evviva.
La mattina di quel giorno i membri della Pia Società San Paolo rinnovarono al Signore i loro vincoli sacri.
Nove altri giovani, dopo i loro anni di noviziato e aver dato buona prova di sé in Casa, furono ammessi a far parte della Pia Società S. Paolo, e fecero la prima volta le loro sacre promesse temporanee.
Fu una funzione di fraternità ineffabile, di carità profonda, di pietà dolcissima. Quanto sono diletti i tabernacoli di Dio, e quanto riempie il cuore di gaudio e l'animo di soddisfazione l'abbandonare tutto e il consacrarsi interamente a Dio. Abbiamo visto con ammirazione e con commozione profonda quei giovani fare il loro passo grande; li abbiamo visti dopo stringere a noi la mano come segno di affetto devoto e di umile ossequio: e il passo loro non è cieco, essi vivono da anni la vita della Casa, la conoscono nelle sue responsabilità e nei suoi sacrifizi, ne hanno coscienza; e la gioia loro in quel giorno fu sincera e interna effetto di bene conosciuto e raggiunto. Così la Pia Società S. Paolo conta oggi 23 membri: 14 perpetui, 9 temporanei ad anno.
I due novelli Sacerdoti Don Robaldo Cesare e Don Manera Alfredo consacrati sacerdoti il giorno prima il giorno di S. Paolo celebrarono la loro prima messa all'altare della Casa. Due funzioni profonde di mistero! Gli alunni improvvisarono ai due maestri di fisica applicata e di lingua un omaggio di lettere e di doni, che presentarono a nome loro e della Casa. Nelle giornate molti osanna al loro indirizzo: e molti intanto contemplavano quella meta per alcuni ancora lontana; e per altri prossima.

Esami

Gli esami si diedero a tutti gli alunni nella prima metà di luglio.
I genitori ne riceveranno la pagella. In questi giorni gli alunni si riposano dallo studio, con passeggiate e ricreazioni. Ad agosto riprenderanno le scuole.

Gli Esercizi spirituali

Dai 15 ai 29 due settimane di Esercizi spirituali: la prima per i figliuoli, la seconda per le figlie, cui si uniscono varie maestre e giovani esterne. Debbono essere la leva di tutto l'anno, e confidiamo nella misericordia del Signore. Si fecero con buona volontà, e con vigore ordinario.


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Il giornalismo non è più oggi il quarto potere d'una volta, ma è divenuto un elemento di primissimo ordine, per la formazione delle coscienze o della pubblica opinione, donde scaturiscono i diversi orientamenti degli individui e dei popoli.
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La BUONA STAMPA diffonde la luce delle verità cristiane. Quelle verità che sole possono condurre il popolo al benessere morale e materiale. Tutti i buoni devono aiutarla con grande larghezza.
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Mille Ss. Messe ogni anno per i nostri Cooperatori


Una utile spiegazione

È necessario per meglio comprendere l'Opera delle Mille Messe: Vi sono persone di cuore e di zelo, animate da ottime intenzioni, considerano l'offerta fatta per una Messa, come quella portata per lo Asilo, l'Oratorio, la Chiesa. Non è così.
L'offerta di lire 10 necessaria per essere inscritti alle Mille SS. Messe non è un'offerta che si fa ad altri, che si dà a sostegno di un'opera: ma è un'offerta che si fa per sé stessi, lo stesso e precisamente come l'elemosina che si fa per farsi celebrare una Messa, solo che invece di una sono mille all'anno.
È tutto un bene spirituale proprio di chi si ascrive a questa S. Opera: sarebbe come un gruppo di persone che si unisse per farsi celebrare ogni giorno tre Messe. Quindi tutte buone le opere di culto, come le chiese, quelle di carità come gli Asili: le Mille SS. Messe però sono celebrate proprio per gli offerenti.

Risposte a domande

D. — L'offerta è annuale?
R. — NO. L'offerta basta farla una volta sola in vita.
D. — Facendo l'offerta di L. 10, per quanto tempo si partecipa al frutto delle Mille Messe?
E. — PER SEMPRE; ossia per tutta la vita non solo, ma anche dopo morte; chi s'inscrive perciò ha già assicurati i suffragi per l'anima propria; e ciò finché dura la Pia Società San Paolo.

Anime zelanti

Il Signore è Lui il padrone dei cuori; è Lui che li guida e li dirige; li entusiasma e ne forma dei cuori d'Apostoli. Ecco quanto scrivono alcune di queste anime, che si dedicano all'Apostolato della Buona Stampa, col mezzo delle SS. Messe:
«Accetto molto volentieri l'invito che mi fa per essere zelatrice delle Mille SS. Messe, e fin d'oggi mi metto all'opera; intanto mi mandino l'apposito bollettario ed in pari tempo pregheranno il buon Gesù affinché possa ritornarlo a loro pieno di offerenti». Noi volentieri preghiamo poiché se Gesù non benedice il lavoro, invano si affaticano gli operai: e ogni mattina nella S. Messa sono in particolare maniera ricordate le zelatrici e zelatori di questa Opera.
Altra zelatrice scrive: «Ringrazio infinitamente del favore fattomi di inviarmi il Bollettino Mensile e bollettari per raccogliere inscritti; coll'aiuto di Dio si farà tutto il possibile per acquistare aderenti». È veramente una grazia questa!
Un'altra zelatrice ci restituisce un bollettario di inscritti e ci chiede la carità di un altro bollettario: «...Le sarei grata se con suo comodo volesse inviarmi un altro bollettario, perché il frutto spirituale è molto e mi pare bisogna farne approfittare molte anime... Le esterno i sensi della mia gratitudine per avermi fatto conoscere questa bella e tanto vantaggiosa opera, una vera messe di bene».
Chi può comprendere il valore, non di mille, ma di una sola Messa?
Diamo intanto un altro elenco di ascritti alle Mille Ss. Messe: [segue elenco].
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Le pie donne di Galilea che seguivano il Salvatore, prestavano alla sua divina persona i servizi domestici: le matrone romane offrivano agli Apostoli e ai Pontefici le loro case, perché vi celebrassero le sacre funzioni; l'opera della cooperatrice buona stampa è ugualmente nobile, santa, meritoria.
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Depositi e Rivendite di libri buoni e oggetti religiosi


Che cos'è il Deposito?

E' un mezzo efficace per rendere più accessibile la stampa buona anche a quei paesi che, per essere lontani dai centri, debbono alle volte rinunziare alla buona lettura per mancanza di comodità nel provvedersela.
Un piccolo Deposito-Rivendita è possibile anche per questi paesi, e noi ne abbiamo già veduti nascere parecchi ed in poco tempo prendere uno sviluppo buono, soddisfacente, superiore tante volte alle aspettative.
Si cominciò dal poco: veduto l'inizio felice, si continuò con lena maggiore completandoli, man mano che si presentavano nuove necessità, nuovi bisogni di libri nuovi.
In ogni parrocchia è possibile il Deposito. Si incominci subito ora: stiamo avvicinandoci alla stagione in cui si riprenderà la lettura, calmandosi i lavori eccessivi di questi giorni: è il tempo quindi di iniziare il piccolo Deposito, che non mancherà di portare il suo utile morale e finanziario, non indifferente.
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Le suore nella tipografia vaticana

Questa è la tipografia del Papa; e il Papa della sua tipografia ha pure chiamato le suore.
A Pisa le suore lavorano nella tipografia del Card. Maffi e compongono e stampano. A. Roma le suore lavorano nella tipografia del Papa, e fanno le buste. Pio XI, il Papa che si è chiamato tipografo, e che è chiamato il Papa della Buona Stampa, ha visitato ultimamente la tipografia vaticana, visitò pure il reparto delle Suore, e fu soddisfatto dell'opera loro; e non crede, egli, il Papa, disse abbiano meno a meritare delle loro sorelle destinate agli ospedali, agli asili, o ai laboratori femminili, o alle missioni tra gli infedeli.
Gli Apostoli si formarono le diaconesse, perché una buona parte di apostolato era più propria di loro: anche accanto a Gesù Salvatore, e come ausiliatrici del Collegio apostolico stavano le pie donne.
La missione di evangelizzare non è esclusiva dell'uomo: in aiuto dei missionari, Dio ha suscitato e manda le suore, le grandi missioni, le grandi vocazioni apostoliche, nella Chiesa si completano nei due rami.
Ed ecco l'ora della Stampa: il tempo della missione della Stampa: e Dio suscita gli Apostoli della Buona Stampa: e suscita anche le Suore della Buona Stampa, che non solo saranno, come si dice, a posto, ma occuperanno il posto che oggi è di misericordia e di Provvidenza.


Adesioni di cuori e di anime

San Paolo vuole divoti: la buona stampa ha prima di tutto bisogno di cooperazione di cuori e di anime.
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Amici Cooperatori! Voi lo toccate con mano e noi lo vediamo cogli occhi: Dio vuol bene a questa sua Casa, appunto perché è sua, tutta sua e solo sua: e largheggia di benedizioni e di grazie e di aiuti verso chi l'aiuta direttamente, o s'industria per farla aiutare! Davanti ai fatti cessano tutti i nostri motivi di incoraggiamento.
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LE FIGLIE DI S. PAOLO


Un po' di storia

Per compiere quel lavoro... militare, si accettarono alcune giovani, le quali lavoravano le loro giornate, e venivano retribuite secondo il lavoro compiuto.
Il primo nucleo preparatorio delle figlie di S. Paolo era formato di tre figliuole, che si vedevano sul lavoro e a Messa, ma non conducevano vita comune, perché non avevano ancor la casa da abitare. Venivano quindi al laboratorio ogni giorno, e ogni giorno ritornavano alle loro case. Erano tutte e tre di Alba: e nel laboratorio dirigevano i lavori e insegnavano. Una era la sig.na Boffi Angelina, giovane che aveva già veduto parecchio mondo e anche provati molti dolori: in Alba era impiegata presso la Ditta Calissano. Il mattino lo spendeva in ufficio: al pomeriggio rimaneva in laboratorio. Vide nascere l'Istituto e fu in casa per sette anni.
Le altre due giovani nutrivano pure l'intenzione e il desiderio di fare parte della casa; che stava per nascere. Una poi non entrò: l'altra entrò e vi rimase otto mesi, ed ora compie fuori una efficacissima e delicata missione di ottimo apostolato femminile.
Intanto il Signore parlava, e faceva capire, quello che non poteva far capire da sé l'istituto nascente. In fin del mese un'altra figliuola si univa alle prime coll'intenzione di farsi poi una suora della Buona Stampa: era la sig.na Merlo Teresa, quella che le figlie di S. Paolo chiamano Tecla, e che rimane quindi la prima di tutta la famiglia alte e piccole.
Sono di salutare impressione i ricordi di quei primi giorni. «Quando il sig. Teologo, era la prima volta che lo vedevo, mi parlò di una nuova istituzione di figlie che avrebbero vissuto come suore, ma che intanto cominciavano a fare camicie per i soldati... per conto mio ne fui subito entusiasmata», ma intanto mancava ancora la casa. La Teresa abitò in casa della Boffi. Tra le macchine cucitrici, e mucchi di camicie le nuove figlie per la Buona Stampa passarono così oltre un mese. Il lavorare però nel medesimo locale lasciato dai giovani della Scuola Tipografica faceva spesso venire in testa, e qualche volta anche sulle labbra: «Chissa quando anche noi potremo incominciare il lavoro tipografico!» ma non si andava più in là. Il Signore non precipita; un piccolo fil d'acqua non avvertito può diventare un fiume maestoso. Vi sono elementi nell'origine di una casa più importanti del lavoro della propria missione: e sono l'umiltà e lo spirito. Dio guida bene chi non gli resiste; egli non fa nascere le sue cose adulte: del resto era importante per le primo figliuole, come oggi ancora, che esse stesse si portassero i mattoni e la calce per erigere la loro casa: fornissero a Dio elementi adatti per stabilire e iniziare l'istituto e il lavoro pel medesimo.

Qualche ora in casa

Ogni bambina è interessata nel condurre a Dio un numero maggiore di anime mediante la B. Stampa, ed andarci vicina lei.
Il Divin Maestro ti chiama! Due volte al giorno vanno a porgere il saluto a Gesù in Chiesa, vanno a chiedergli la sveltezza e la retta intenzione, la generosità, la vittoria sui propri difetti. Ogni mezzora almeno una comincia, e le altre finiscono una giaculatoria. Sul lavoro si recita la terza parte del Rosario, poi si fa la lettura spirituale.
Alle 12,30 esame di coscienza e pranzo. Dopo un periodo di silenzio comincia il cicaleccio allegro, ed anche le piccoline discutono sul lavoro compiuto, e sul modo di perfezionarlo.
Parte si ferma in cucina per il rigovernamento delle stoviglie: delle altre chi si ricrea, chi va a riposare, chi va in ufficio, chi scende in legatoria, in laboratorio.
Alle 14,30 di nuovo al lavoro: vivo e santificato come al mattino. Alle 15,30 la visita al SS. Sacramento, poi di nuovo studio per le studenti, ed alle 7,30 cena.
La B. Stampa s'impossessa anche delle piccole anime, il sacrificio diventa leggero: molte chiedono di prolungare l'orario perché qualche lavoro non può essere tramandato.
Con la gioia per l'acquisto di molti meriti, con la soddisfazione del dovere compiuto, la malinconia non ha tempo a tentarle, e nelle ore di ricreazione tutte sono giulive e dopo le orazioni della sera il riposo è dolce, e il sonno non si fa aspettare.

La prima studentessa e le altre

La prima era entrata in casa, quando il ramo femminile s'era aperto con l'istituzione di un laboratorio per ragazze. Era piccola e molto timida. Proveniva da un minuscolo paesello delle Langhe, ove aveva frequentati i primi corsi elementari: e stava volentieri sotto il tavolo.
Poi s'affezionò alla Casa ed ai Superiori... e quando il Laboratorio si chiuse, e le prime adulte si recarono a Susa per la stampa del giornale diocesano ella le seguì, accompagnata da bambine venute dopo. E continuarono i loro studi, ottenendo la licenza complementare. Ora, ritornate in Alba, frequentano le normali, coadiuvando i Superiori nell'addestrare al futuro apostolato le bambine che il Signore chiama.
Il numero delle piccole Missionarie va aumentando: quanti parenti, illuminati dal Signore sull'importanza ed efficacia della nuova missione, mandano le loro figliuole, perché istruendosi, possano contemporaneamente far tanto bene alle anime, riconducendone molte a Dio con la diffusione della B. Stampa.
Vengono e s'affezionano alla Casa, al proprio ufficio, ed il Signore le benedice, benedice la loro buona volontà, facendo fare rapidi progressi nello spirito, nello studio, nell'arte tipografica, e nella missione della Stampa.


Teol. Alberione G. - Direttore Respons.
Scuola Tipografica - Alba

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