Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno V – N. 6 – 21 Giugno 1923 – Bollettino mensile – Conto corrente colla Posta

UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV 5)



ALBA – Scuola Tipografica – ALBA

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UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


Pia Società San Paolo – Alba


Opus fac Evangelistae (II Tim. IV 5)



SAN PAOLO

Il cuore trabocca e confonde la mente. Nessun santo antico e moderno ha avuto in questi ultimi anni una bibliografia sì copiosa. S. Paolo ha però molti studiosi e molti ammiratori, meno imitatori ed amatori. Si considera il Lui il libro e la spada; meno la volontà ed il sacrificio; pochissimo il suo cuore, e la sua lotta di spirito.
San Paolo è un cuore: un cuore avvampante d’amore verso Dio: un cuore tenerissimo di affetto pei suoi. «Chi non ama Nostro Signor Gesù C. sia maledetto». D’altra parte sull’esempio di Gesù, egli stesso brama di essere il maledetto di Dio per i suoi fratelli. La carità l’ha tutto trasformato in Dio: Egli è il prigioniero di Gesù Cristo, egli brama che il corpo si sciolga, perché l’anima si unisca a Gesù. Il vivere per Lui è Gesù Cristo: anzi, non è più Lui che vive, ma è Cristo che vive in Lui: e l’unione è così profonda e così salda che più né la morte, né i maligni, né il cielo, né l’inferno verranno a staccarlo dalla carità di Gesù Cristo. Il cuore di Paolo è diventato il Cuore di Cristo: e Gesù ha cambiato questo cuore di leone feroce, spirante minacce e furente di stragi in un cuore di tenerezze. Impossibile leggere i tratti affettuosi delle lettere di S. Paolo e poter non piangere: sono parole della più affettuosa delle mamme.
Se scrive ai discepoli, o se parla o discorre di loro, non li nomina mai senza l’espressione di «figlio carissimo, figlio diletto, figliuolo fedele» e simili nel senso. Scrive a Filemone per raccomandargli Onesimo, il servo infedele, pentito e gli dice: «io Paolo vecchio, ti prego perché sei tale, per il mio figliuolo Onesimo, che ho generato nelle catene. Accoglilo come il mio cuore; se mi tieni per tuo amico, ricevilo come se ricevessi me; e, se ti ha fatto qualche torto o ti è debitore, ascrivi tutto a mio conto». Ai Corinti scrive la sua prima lettera di gravissimo richiamo: con amarezza commoventissima enumera i sacrifici fatti per loro: l’ignominia, il disonore, la fame, la sete, il freddo, le intemperie, gli schiaffi, le pietre, la fatica del lavoro, le bestemmie, le persecuzioni: sembra d’assistere alla scena d’una madre affranta che ammonisce ai figli la loro ingratitudine. S. Paolo conclude: «Non vi scrivo queste cose per svergognarvi, no: ma vi ammonisco come figliuoli carissimi: poiché quando aveste anche dieci mila precettori, non avete però molti padri: io vi ho generati in Cristo per mezzo del Vangelo».
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E scrivendo queste cose Paolo ha versato molte lagrime come dice lui stesso: «In grande afflizione e ansietà di cuore vi scrissi con molte lagrime: non per contristarvi, ma affinché conosceste la carità che io ho abbondantissima verso di voi».
S. Paolo aveva dei discepoli e ne ha fatti dei santi. San Paolo vuole dei divoti. Nell’educazione moderna si dà gran parte all’educazione del cuore: l’affetto è una forza poderosa che bisogna dirigere, orientare, non reprimere, annientare. Ai giovani specialmente che abbondano di sentimento: alle persone che hanno violentemente bisogno d’amare, e che amando bene diventerebbero eroi; a quanti hanno già esperimentato con pena i tradimenti del cuore, una parola amica: prendere la divozione a San Paolo. Alle anime ancora, a piccoli apostoli, che hanno bisogno di affetto tenero, di sentirsi amati per combattere o per far il bene, la medesima parola amica: siate divoti di San Paolo.

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Bisogna rilevare un’altra grandezza divina in San Paolo: la lotta contro l’io. Chi penserebbe a tale lotta in questo uomo di Dio? San Paolo ha dovuto rivoluzionare tutto se stesso con una battaglia gigantesca, continua, generosa. «L’angelo di Satana mi schiaffeggia: Vedo nelle mie membra un’altra legge che ripugna alla legge della mia mente, e mi vuol trascinare nella legge del peccato». Chi vinse? La grazia di Dio coadiuvata dal suo fermo proposito. San Paolo vuole dei divoti. «Christus non sibi placuit: Gesù non cercò di piacere a se stesso: e così noi non dobbiamo piacere a noi, ma a Dio: e offrire a lui la nostra vita come ostia santa e gradevole». Qui sta la bontà, questa è la santità. La condizione per raggiungerla è la lotta spirituale, fatta di preghiera, di vigilanza, di esami di coscienza. Alle anime generose di nuovo una parola amica: la divozione a S. Paolo.

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San Paolo ci appare quindi come il più bell’esempio pratico di psicologia sperimentale cristiana: la sua vita ci dice che ogni indole si può dominare, correggere, orientare, magari cambiare: che i caratteri cristiani sono la risultante di due elementi: la preghiera e la lotta, la quale anche nelle sconfitte è una vittoria continua: che non solo la ragione e la volontà ma anche le potenze del cuore vanno educate, perché il cuore è un potentissimo ausiliare, ed è quello che ci trascina a Dio.

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San Paolo vuole dei divoti.
Sono di nuovo questi i tempi della divozione al grande apostolo! Anime generose siate divote di S. Paolo e vi divinizzerete! Ai Cooperatori della Buona Stampa, se abbiamo fatto una carità grande nell’invitarli a nome di Dio alla santa missione della stampa, faremo una carità altrettanto grande suggerendo la divozione a San Paolo: l’anima del nostro apostolato.
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Per il Missionario della Buona Stampa

Le persone che perseverano nella offerta, le zelatrici che perseverano a raccogliere sono il buon esempio: mentre le nuove pensioni aggiunte sono la prova della benedizione del Cielo.
Il Sacerdote è tratto dagli uomini, ed è per gli uomini: diventa quindi un dovere che al Sacerdote provvedano proprio gli uomini.
Vi sono persone che non avendo comodità della zelatrice portano a noi direttamente una quota mensile: va tanto bene. Un'altra persona ha pensato di provvedere i libri, invece che le 30 lire: anche questa è bene studiata. Altri potranno pensare a procurare un abito talare ad un chierico e terrà il posto di varie mesate. Ecco un po' di cronaca:
Le Sig.ne Panero hanno offerto per un intero anno L. 500: superano così le 30 lire: ma l'amore non conosce confini. La Sig.a Bertrando ha completato anche la sua a piccole offerte: e ci versò già due mesate. Così la Bruno Ugolina di Roddino. Iddio benedica.
La Sig.a Terzano Maria d'Alba ha fatto da sola la sua pensione di maggio: mentre concorrerà per gli altri mesi con una cifra discreta. A questa cifra si aggiunge ogni mese quella del Cav. Montanaro e altre offerte manuali.
La Sig.ra Savigliano Maria di Sinio portò pure le sue lire 30. Anche un mese solo merita riconoscenza.
Le Signorine Papalino Candida e Ludovina di Benevello col medesimo fervore della prima volta ci portarono la quota di giugno; il fervore cresce ripetendo gli atti. Ma colle offerte queste brave figliuole raccolgono anche cuori, ossia fanno anche propaganda di divozione a S. Paolo.
È certo buona divozione per le anime generose!
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Gli uomini cercano l'amicizia di altri uomini che abbiano le braccia lunghe.
Il Sacerdote è il ministro di Dio, e il dispensatore dei tesori divini: notiamo di Dio! Qual fortuna poter dire: il ministro di Dio, il tesoriere di Dio è un mio figlioccio, diremmo, è un mio figlio.
Quanti potrebbero assicurarsi questa fortuna! Basta mandare o da soli o uniti fra più lire 30 ogni mese, per la pensione di un alunno della Pia Società San Paolo ed avrete un sacerdote religioso!

Colto a volo dopo la benedizione a S. Paolo

— Pasqualino, ti è piaciuta la funzione?
— Tanto tanto e ci tornerò domani.
— Solo domani?
— No; ci tornerò finche dureranno le scuole.
— E dopo non più?
— Si, sì ancora, voglio venirci finché sarò morto e sarò in Paradiso.
— Bravo! E in Paradiso cosa farai?
— In paradiso? Aspetterò che un Angelo si addormenti, poi con un paio di forbici gli taglierò le ali, me le metterò, poi farò un buco nel cielo, volerò sulla terra, farò un bacio alla mamma e poi, volerò... volerò...

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Anime zelatrici! riflettete a quanti preziosi meriti pel cielo vi potete guadagnare cercando, trovando inscritti all'opera delle Mille Messe!
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Il polso della letteratura

Il «Petit Parisien» ha fatto un'inchiesta nelle biblioteche circolanti francesi ed inglesi per sapere qual è l'età della vita in cui si legge di più.
I risultati statistici, che comprendono lo spazio di un anno, sono i seguenti: I ragazzi e le ragazze di 14 anni leggono in quel tempo 43 volumi, si spera di contenuto morale ed educativo; a 20 anni ne leggono 59. Ma un rilevante aumento di passione per la lettura lo si riscontra sui trent'anni: a quell'età uomini e donne divorano ben 174 volumi all'anno. Poi si abbassa la media. E' molto se a 50 anni, delusi della vita, e forse più ancora dell'arte, non si leggono più dì 15 volumi. Dopo i 60 questa cifra diminuisce ancora: e si capisce che allora non sono più soltanto le condizioni morali, ma anche le fisiche che vietano una lettura seguita, specialmente causa la vista per quanto acuita da un buon paio di occhiali.

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L'offerta fatta alla Buona Stampa è il grano buono che cade nel più fecondo terreno e produrrà il cento di frutto per uno, per la gloria di Dio, e per le anime.
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Lutto in famiglia

Santamente, come visse, circondata dalle cure affettuose dei figli, confortata con tutti i carismi della fede, nella invidiabile età di anni 76 è passata agli eterni riposi la mamma del nostro Direttore
Alocco Teresa Ved. Alberione

Non perse nulla del suo tempo; la corona che si è intessuta è certo molto ricca e molto splendida, ma le costò, specie negli ultimi anni, sarificii assai gravi. Contadina di costumi semplici sapeva solo tre cose: pregare, aver pazienza, aver cura dei figli. E faceva tanto bene queste tre cose! Al dolore ed alle preghiere del Padre sono uniti in casa tutti i figliuoli: ai Cooperatori chiediamo la carità di un Suffragio per colei, che è la prima Cooperatrice della Buona Stampa.

L'azione della Divina Provvidenza

Iddio provvede alla sua casa.
Una pia persona, che conosce la Pia Società San Paolo solo attraverso il bollettino, ci fece tenere da un'altra persona di fiducia la somma di L. 25.000 — venticinque mila — a fondo perduto. Si riserva gli interessi e anche parte del capitale, se le faranno bisogno. Del resto tutto passa alla Casa, e fruttifica per la Buona Stampa.
È Dio che ha fatto: quindi Deo gratias! La pia persona conserva l'anonimo ma il suo angelo la registra nel libro degli Apostoli.

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La cattiva stampa è un diluvio che inonda la nostra cara Patria, vi semina discordia, vi fa immensa strage di anime. È della più grande importanza e urgenza il contrapporre la stampa sana. Aiutate perciò la Pia Società San Paolo per la Buona Stampa.
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Nella Pia Società S. Paolo


Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo

La distanza tra la villa Moncaretto e la Tipografia mise anche a prova la sodezza di bontà e lo spirito di sacrifizio dei piccoli apostoli. Sovente il tempo era brutto: d'inverno, la neve e il freddo: talora richiedeva di prolungar l'orario in tipografia: in questi giorni i giovani si portavano al mattino con se la provvista di pane e di uova e facevano pranzo o cena a secco: varie volte usarono della bontà di un albergo vicino per far cuocere le uova, o i cibi, o prender brodo.
Ma è necessario rilevarlo, la presenza del Sig. Teologo, che prendeva lo stesso cibo, nello stesso modo, e faceva spesso lo stesso lavoro, oltre l'altro molto era da solo un incitamento, un entusiasmo.
Fu la Divina Provvidenza che attaccò così il cuore dei figli al Padre. Il piccolo sacrificio era nutrimento al fervore.
A Moncaretto si aveva una divota e cara Cappellina dedicata al Sacro Cuore di Gesù: era la meta divota di molti benefattori, e ad essa convenivano pure le famiglie delle cascine viciniori. Là Gesù si formava e cresceva i suoi piccoli apostoli.
Il Teol. Alberione contava già molti amici; non pochi in quegli inizi scorgevano un avvenire fecondo per la gloria di Dio: ed alcuni s'erano offerti vittima a questo scopo. Mi fecero impressione due belle dichiarazioni. Una diceva così: «Sarei lieto che l'opera sua sorgesse sulle mie ceneri - R. C.». L'altra diceva: «Offro volentieri la mia povera vita a Dio, perché l'opera sua produca frutti di gloria eterna a Dio - G. G.».
Nel 1916, dopo molte preghiere, il sig. Teologo affittò un locale prossimo alla Tipografia e prossimo alla Chiesa di S. Damiano, e riportò i suoi alunni in Città. Si andò man mano staccando dalla Scuola Tipografica l'appellativo Piccolo Operaio, e rimase solo più quello di Scuola Tipografica. La via s'illuminava sempre meglio davanti ai primi giovani, che leggevano nel nome del loro istituto non un titolo professionale ma un titolo di sapore apostolico. Il nuovo locale fu occupato la Pasqua del 1916: si era preso in affitto dall'Avv. Perrando Oreste: era uno dei più begli alloggi di Alba: sito in via Mazzini, sopra il Banco Boma: comprendeva sette vani ed era capace di venticinque persone: una cameretta fu adibita a parlatorio: l'altra a studio: l'altra a refettorio: l'altra a cucina: due saloni a dormitorio: una camera per il sig. Teologo: la ultima a deposito di viveri. In Casa Perrando la Casa si sviluppò e prese fisionomia.

Notiziette Mensili


Sacre Ordinazioni

Dio ci dà ornai spesso questo grande conforto: la missione della buona stampa è sacerdotale.
Il sabato 26 maggio Mons. Vescovo elevò al Diaconato i nostri suddiaconi Manera Alfredo e Robaldo Cesare. Pochi giorni ancora, il 29 Giugno, i due leviti riceveranno la consacrazione sacerdotale: e celebreranno la loro prima S. Messa in Casa nella Cappella della Pia Società S. Paolo, il giorno di S. Paolo, 30 giugno, saranno così nove sacerdoti in casa.
I cuori dei nostri alunni e dei nostri
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Chierici che dividono la giornata tra la Chiesa, lo studio, e la tipografia, si accenderanno di nobile coraggio, e i parenti avranno il premio della loro fede generosa, quale appunto si richieda nei primi albori e sugli inizi.

Il nostro Protettore prende possesso della sua Casa

L'effigie plastica di S. Paolo, la sua bella statua sospirata e ansiosamente attesa è arrivata mercoledì sera 30 maggio. Venerdì sera primo giugno, fu benedetta ed ha preso possesso della sua Chiesa. Quando la statua fu posta in vista all'ingresso del cortile, i giovani troncando di un attimo ogni divertimento, ogni occupazione furono attorno ad essa e scoppiarono in ovazioni e si sciolsero in cantici. Si vuole molto bene a S. Paolo qui in casa, l'affetto per lui è intenso; l'amore è vivissimo.
Il Can. Chiesa, parroco di S. Damiano, cui Dio affidò una speciale efficace cura spirituale della pianticella della nostra Casa, benedì la statua.
Con l'inno a S. Paolo, si formò il corteo; i sacerdoti e i diaconi della Pia Società S. Paolo corteggiavano e portavano a braccio il trono e il venerato simulacro, che fu collocato in Chiesa, al posto dì onore fra il quadro del Sacro Cuore e il quadro di Maria Regina degli Apostoli, seguirono parole ben giuste e ben appropriate del Sig. Canonico Chiesa e la Benedizione del SS. Sacramento.
La statua di S. Paolo è dono del Rev. Don Piero Biennati, Direttore dell'Unione del Lavoro di Alba: e fattura della Ditta Rovasio di Bergamo. È bella e bene riuscita, vestita di una lunga tunica rossa, e di un ampia toga verde, la posa, l'occhio e le labbra hanno una movenza di vita, che avvince e attira: la faccia varia di espressione secondo i profili. «Vista di fronte, così il sig. Canonico comunicava le sue impressioni, è la bontà del cuore, manifestata ai Colossesi, vista di profilo e da destra è la sublimità della mente che si ritrova nella lettera ai Romani, vista da sinistra, è la forza, l'energia di volere di qualche capo ai Corinti e ai Galati».
Fin'ora chi ha ricevuto in casa gli ossequi della divozione a S. Paolo era un quadro, che fu con noi fin dal principio, e che ha la sua bella storia: non senza rincrescimento l'abbiamo sostituito, ma verrà collocato come da principio in casa nel posto di preside e di sentinella.
Una statua d'altra parte è più conveniente alla fanciullezza, diciamo, a cui è venuta la casa.
L'anno scorso la sera del 29 giugno, una prima precessione accompagnava Gesù Sacramentato dalla Cappella interna a prendere possesso della nuova chiesa, che si era allora benedetta, il 1. maggio di questo anno una seconda processione aux flambeaux al canto delle Litanie lauretane, portava in trionfo nella nuova Chiesa il quadro della Regina degli Apostoli; il 1 giugno ultimo scorso, S. Paolo, il patrono e l'anima della casa e della nostra Pia Società, veniva a porsi vicino a Gesù benedetto, il Divin Maestro, e a Maria Regina, nella chiesa a lui dedicata.
A S. Paolo vien consacrato in Casa tutto il mese di Giugno che è il mese grande della Casa: di lui si parla due volte al giorno: due volte al giorno si va a fargli visita ossequio ed Egli ricambia l'ossequio e l'amore con grazie copiose. La divozione a S. Paolo si diffonde in Alba, e si diffonde fuori: molti sono quelli che si raccomandano a lui per conversioni, per aiuti materiali e ottengono: nella sua chiesa è quasi continuamente presente qualche persona, e le candele davanti a lui ardono quasi di continuo.

Come si vuol bene alla Casa

Parliamo dei giovani. Cogli applausi e i canti esprimono la soddisfazione del cuore, ma col sacrificio manifestano l'amore alla casa, e sacrifici ne fanno tanti, ne rileviamo uno: Vari giovani più adulti, di diversi paesi, cui, secondo il metodo nostro, furono concessi alla spicciolata due o tre giorni per l'annuale vacanza, non oziarono a casa, portarono nel cuore al loro paese, la casa, del loro piccolo apostolato: e girarono e si stancarono, facendo giornate di propaganda: ritornarono con offerte di danaro, di
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grano, di cartaccia, di ferro ecc., e con nuovi amici, e così il lavoro fatto infiammò vieppiù il loro affetto per l'istituto, e i giorni di vacanza furono pieni ugualmente e non lasciarono nostalgia né melanconia.
Le figlie vorrebbero fare ugualmente presso tutte le famiglie, ma poche si lasciano uscire.
Parliamo degli amici. Quanti possono ci offrono volentieri giornate di lavoro: in questo mese il libro della Divina Provvidenza allungò la rubrica della famiglia Cordero di Priocca, quella del sig. Mallarino Pietro, ed ebbe scritte pagine d'oro per il sig. Ambrosio Giovanni di Canale, per il figlio Giuseppe, i quali pure ci offrirono molto seme e molto ortaggio, e per il sig. Barbero Lorenzo di Treiso.

Le Proiezioni

Guarene, Mango, Castiglion Tinelia assistettero alla rappresentazione sullo schermo della vita della casa. La popolazione si interessò assai vivamente e molte gentilezze di carità ricevettero i nostri conferenzieri dai Parroci. Deo gratias! Le singole rappresentazioni fruttarono anche alla B. Stampa discreti incassi; varie altre sono già combinate.

Date Eucaristiche

La divozione al Divin Maestro in Casa è concentrata nel Santo Tabernacolo.
Quando la casa era piccola e formata di tutti piccoli, Gesù si contentava che si andasse a lui al mattino per la Messa e a riceverlo nella S. Comunione.
Noi però già si sapeva che, quando la Casa si fosse sviluppata, avremmo avuto la laus perennis eucharistica come al Cottolengo. Intanto i piccoli vennero più grandi e cominciò uno nel 1917 a fare tutti i giorni la visita al SS. Sacramento in S. Damiano.
La domenica di sessagesima 1918 è una prima data: si facevano le 40 ore in San Damiano e per tutte le ore dell'esposizione i 20 giovani della Scuola Tipografica si succedettero in turno ogni mezz'ora a fare la guardia a Gesù Sacramentato: era l'adempimento di una promessa fatta a Gesù, per una bella grazia ricevuta. Ma dopo Pasqua i cinque giovani che si chiamavano allora la Pia Società S. Paolo si adunarono attorno al Direttore, e si decise di fare tutti giorni un quarto d'ora di visita al SS. Sacramento. Le tre figlie di S. Paolo, già adulte ebbero invece la fortuna di poter far la visita tutti i giorni fin da principio.
Il 29 Giugno 1918 è la seconda data eucaristica, la più importante fin'ora. Gesù venne ed abitare in Casa con noi. Il Sig. Teologo ci chiese:
— Dobbiamo in casa celebrare solo la S. Messa, o conservare anche il SS. Sacramento?
— Sì — anche Gesù deve star sempre con noi.
— Ma io non vorrei che Gesù rimanesse poi da solo in cappella.
— Non lo lasceremo solo: e cominciò d'allora la pratica santa e santificatrice del saluto o visitina, che i giovani imparano presto, e fanno liberamente, spontaneamente a Gesù dopo colazione, dopo pranzo, uscendo ed entrando in casa, durante la ricreazione, magari con football sotto il braccio, o colla blousse di lavoro.
Il Sig. Teologo il 29 giugno 1918 celebrò per la prima volta in casa la S. Messa. Gesù venne si fermò tra noi, e non si dipartì mai più.
Nel Maggio 1919 in una seconda adunanza di quelli che formavano i primi elementi della Pia Società San Paolo e di alcuni giovani più adulti si propose di fare mezz'ora di visita tutti i giorni: e si vedevano alcuni, che non avevano trovato o saputo trovare il tempo nelle ore di orario, rubare la mezz'ora al sonno per passarla ai piedi di Gesù.
Il 21 ottobre fu celebrata la prima festa di prima Messa: nel 1921 le persone erano aumentate di molto in Casa e la compagnia a Gesù Sacramentato divenne più continua. Si poté stabilire alla domenica la seconda Messa cantata.
Il 30 giugno 1922 si celebravano altre tre Prime Messe.
Il 22 Luglio si stabilì così per la visita: i membri della Pia Società San Paolo
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avrebbero fatto al SS. Sacramento un'ora di visita tutti i giorni, in ora libera; i Servi di Maria mezz'ora al giorno assieme; i Discepoli e gli alunni venti minuti tutti assieme.
Le Figlie di San Paolo avrebbero anche fatto un'ora di visita tutti i giorni; le altre mezz'ora.
Questa pratica, fatta regola vige ora in Casa. Così nel pomeriggio dalle 2 alle 9 Gesù ha continuamente degli adoratori: mentre al mattino dalle 4 alle 8 si succedono le SS. Messe.
Allora si è potuto, grazie alla misericordia di Dio, realizzare una parte di quello che è il sogno del principio: la laus perennis.
Dal 30 Maggio di questo anno ogni giorno feriale dalle 14 alle 21 si apre il Tabernacolo e si fa l'esposizione privata di Gesù Sacramentato. La Sacra Pisside tra le due piramidi di candele ardenti, tra le lampade elettriche, tra la bianca seta ricamata, in un vero giardino di gigli, di rose, di gerani, di fiori screziati concentra in sé lo spirito, e suscita la divozione. Quanto tesoro di bene, ci viene da Gesù! Molte pie persone vengono a visitare Gesù, a portargli fiori, ad accendergli candele, a pregarlo. Mezza giornata di Laus Eucharistica! Ma anche le ore del meriggio e del mattino ci trovano sovente presenti al Tabernacolo e confidiamo in un'altra misericordia: che Gesù possa rimanere esposto dalle 4 alle 21, e le altre ore della notte? Oh anche esse sono e debbono essere del Divin Maestro presente nel Tabernacolo!

Mille Ss. Messe ogni anno per i nostri Cooperatori


Anime zelanti

A conforto ed a stimolo delle zelatrici riportiamo quanto ci scrivono alcune anime veramente zelanti:
«...Sono stato lietissimo della sua bellissima opera delle mille messe, e ne sono lieto se mi posso prestare per essa ed essere nominato zelatore per il tanto bisogno di preghiere, pei miei peccati, per l'onore di Dio e salute delle anime».
Con questi pensieri deve lavorare ogni zelatore di quest'opera: dar gloria a Dio e salvare delle anime ed allora troverà soave il lavoro.
Un'altra zelatrice non contenta di un solo bollettario ci scrive «...se non gli rincresce mi mandi due bollettari delle messe così uno potrò distribuirlo in questo luogo dove mi trovo per un po' di tempo, per cura e cercherò fare il possibile».
Altra persona riguarda il suo lavoro come missione, e dopo avere raccolto quaranta inscritti in pochissimo tempo scrive: «...col santo e divino aiuto ho terminato la missione che Iddio nella sua divina bontà mi aveva affidata».
Dalla lontana America dove si trovano parecchie zelatrici riceviamo «...accetto la nomina da zelatore non senza presentarle l'attestato della mia gratitudine per la bella occasione che mi offre di fare anch'io un po' di bene».
Altre tante zelatrici sappiamo che s'interessano con amore e compiono sacrifizi: le consoli il pensiero del premio che le attende al cielo ed il sorriso di approvazione che riceveranno da Gesù.
Noi le assicuriamo che ogni giorno tutte sono in specialissimo modo ricordate nel s. Sacrificio. Ecco un altro elenco di inscritti giuntici in questo mese: [segue elenco].
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Risposte a domande


Un fervente zelatore ci chiede due schiarimenti: a cui di buon grado rispondiamo.
Domanda: - Un associato può fare lui stesso la intenzione che le 1000 Messe vadano secondo diversi scopi che a lui stanno a cuore dicendo per es. 100 messe per tale scopo, 100 per il tal altro?
Risposta: - Sì l'inscritto può fare lui stesso l'intenzione, e determinare un dato numero di messe per uno scopo ed altre per un altro scopo.
D. — Volendo può l'inscritto mutare anno per anno l'intenzione o aggiungerne di nuove senza versare altre quote?
R. — Sì, può mutarla od aggiungere nuove senza versare altra quota.
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Depositi e rivendite di libri buoni e oggetti religiosi

È cosa semplicissima, che richiede poco lavoro, e di utilità morale e finanziaria.
Quanta buona stampa si potrebbe diffondere con esso! quanto bene alle anime! quale efficace aiuto per i RR. Parroci nel loro Ministero pastorale! È nostro desiderio diffonderli in tutta l'Italia; l'esito che abbiamo ottenuto finora è soddisfacente.
Né solo ci rivolgiamo ai grandi centri, alle Parrocchie più importanti; ma anche nei piccoli paesi di campagna, nelle piccole Parrocchie è possibile ed utile il Deposito. In un paese si potrà affidare ad un negozio già avviato; in altro ad una pia persona, desiderosa di fare del bene; altrove al Circolo giovanile, all'Ufficio Parrocchiale. Nei centri più importanti, si può iniziare una piccola Rivendita, destinata unicamente a questo. Dappertutto lo zelo sa suggerire il mezzo più adatto. Degno di lode, è l'industria di un Parroco, acceso di desiderio di fare del bene. Adocchiò una buona persona, cui potesse affidare l'incarico, affittò una piccola camera nella via principale del paese, l'adattò a negozio, e iniziò il suo Deposito. Portatosi in Alba, presso la Pia Società San Paolo, fece provvista di quanto gli sembrava più utile: Libri di letture varie, amene ed educative, con copertina a colori, anche perché attirassero più l'attenzione del pubblico; libri di pietà, scegliendone fra tanti i migliori per sostanza, praticità e convenienza; libri istruttivi ed atti per le varie classi di persone, libri di meditazione, catechismi. Aggiunse a questi, un assortimento di oggetti religiosi: medaglie, corone, crocifissi, immagini, cartoline morali, antiblasfeme, statue, ed iniziò così il primo Deposito.
Piccolo da principio, andò sempre aumentando con esito consolante, ed ora ha preso un buon sviluppo.
L'utile viene da lui distribuito: Il 10 per cento alla persona incaricata della vendita, che così è retribuita del tempo e lavoro che deve impiegarvi e animata per il regolare funzionamento e una maggiore diffusione. Il rimanente ripartite per le numerose opere della parrocchia che hanno maggior bisogno di aiuto; come premiazioni catechistiche, regali ai bimbi della Comunione, sovvenzioni alla biblioteca circolante, al Circolo giovanile, ecc.
Anche in questo ultimo mese, abbiamo avuto un buon numero di ordinazioni, e parecchi nuovi Depositi furono iniziati. Riportiamo poche parole dei principali: [seguono lettere].
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Importante

La Pia Società S. Paolo di Alba farà tutte le facilitazioni. È sorta coll'unico scopo di rendere possibili ai parroci le opere della buona stampa.
Dalla Pia Società S. Paolo i RR. Parroci e le persone che desiderano fare del bene, potranno avere schiarimenti e direttive. Abbiamo pronti i catalogi. Spediamo dietro semplice richiesta.

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È inutile che il cattolico vada alle funzioni della festa se tutti i giorni della settimana legge il giornale che attacca la religione.
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Le vie e i mezzi della Divina Provvidenza


Chi ringrazia e chi domanda

Quanto diventa numerosa e quanto diventa più bella cosa la famiglia dei cooperatori che pregano gli uni per gli altri! La preghiera è la carità che più sovente chiedono le anime cristiane, perché la preghiera è il prezzo ad ottenere ogni grazia. «Qualunque cosa, chiederete al Padre in nome mio, credete, e l'otterrete», son le parole di Gesù.
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LE FIGLIE DI SAN PAOLO


Un po' di storia

Le Figlie di San Paolo, ebbero un'origine ancor più umile e nascosta della Pia Società San Paolo. Anche loro sorsero senza nome, senza casa, senza che alcuno se ne accorgesse. Il grano di senapa è anche uno dei grani più piccoli.
Un anno dopo l'apertura della Scuola Tipografica Piccolo Operaio, il 15 giugno 1915, ebbe inizio l'Istituto delle Figlie di San Paolo. Si chiamò allora Laboratorio Femminile.
L'idea del Sig. Teologo, era precisa, la strada sicura: chi però avesse visto dal di fuori dai fatti non avrebbe potuto ricavare l'idea direttiva. Le Figlie di S. Paolo sorgevano per dedicare la loro vita alla buona stampa: e intanto erano senza tipografia, e cominciarono a fare camicie e mutande per i fornitori militari... Il piccolo mondo, quando vide questa istituzione, pronunciò i più disparati giudizi: ma il mondo è sciocco, anche quando crede di sapere. Il laboratorio fu aperto in casa Degiacomi, in Piazza Cherasca, nel locale lasciato dai giovani.

Una mattinata in Casa

La sveglia suona alle tre. Le addette al bucato balzano dal letto: vogliono sbrigare il lavoro mentre le favoriscono le splendide giornate... han tanta biancheria ed abiti da rammendare nei sei giorni della settimana!
Due ore dopo, l'assistente batte le mani, e s'alzano grandi e piccole; è un formicolio di testoline che si sollevano dal guanciale.
Durante la levata, si recita la Coroncina alla S. Vergine: è una gara per far presto onde nessun minuto della giornata sia sprecato, e resti privo di meriti. Dopo la recita dell'Angelus, ciascuna riprende le solite occupazioni, e le studenti e le piccole, studiano silenziosamente.
Verso le sette, una seconda battuta di mano: tutte si radunano per la meditazione; alle sette e mezza si è in Chiesa per la S. Messa; si recitano le orazioni; si fa la S. Comunione, e si chiede a Gesù la benedizione per sé, per il proprio lavoro, per i cari lontani.
Uscite dalla Cappella con lena amorosa è servita la colazione che vien consumata fra la più schietta allegria. Quattro salti in giardino, e si inizia la scuola. Tra breve le piccoline sosterranno l'esame di maturità, e han desiderio vivo di riportare ottimi voti: prestano perciò la massima attenzione a ciò che la maestra ripete: le complementari e le normali non perdono tempo per affrettare il conseguimento del diploma.
Dopo la scuola il lavoro nei singoli reparti. Detta la preghiera, ciascuna è a suo posto; brossuratrici a mano, ed a macchina, spedizioniere, legatrici maneggiano svelte gli oggetti del proprio lavoro. Sui volti è la soddisfazione; in Casa si ripete spesso che il lavoro per la Buona Stampa è una continua predicazione, è una comunione e le giovani ne hanno coscienza.

Sprazzi di vita

* A Ricordo una mamma parmese che venne a vedere la figliuola: in parlatorio le stavano attorno le quattro bambine del medesimo paese: tutte dicevano con tanta vivacità dei loro esami e dei loro lavori che la mamma non sapeva a chi rispondere, e più ammirati restarono i due forestieri presenti nella camera.
Quella aveva da consegnare ad una bambina una lettera dei suoi:
— Bisogna consegnarla alla Signora Maestra, rispose la bambina.
— La consegni tu alla Maestra.
— No io; e la lettera fu data alla più adulta perché venisse prima portata alla Maestra.
* Un Parroco era venuto a visitare una sua piccola parrocchiana: fu accompagnato nel laboratorio e, salutò la bambina che legava i libri; la bambina rispose con un cenno degli occhi, ma non disse parola: s'accorse subito la Maestra e l'invitò a riverire il Parroco, e allora la bambina parlò.
* L'altra sera, la cucina offriva una scena che è bella pur nel frequente ripetersi: la Maestra di cucina prendeva il suo cibo dopo che tutti avevano fatta la cena: alcune giovani sparecchiavano, altre bambine lavavano i bicchieri, altre i piatti, altre scopavano, svelte animate: e per dire che erano contente, cantavano le Litanie della Madonna.
* Un venerdì bisognava ultimare la spedizione del giornale dopo cena.
Prima ancora di decidere chi si poteva mandare si sentivano le bambine pigolare, poi si vedevano guardare la Superiora e quindi dire quasi ad una voce: «Vado io a piegare la Gazzetta?». Si capisce, se n'è dovuto scegliere solo una parte: e alle altre pareva di aver ricevuto un torto...
* La domenica sera fanno spesso la processione alla Bianca Signora del giardino per onorarla con lodi. La volta una giovane ritardò a venire, un'altra la chiamò:
— Fa' presto, oh! quante carezze noi abbiamo qui ricevuto!...
È lirismo?... È realtà di affetto, cui risponde realtà di fatti.


Teol. Alberione G. - Direttore Respons.
Scuola Tipografica - Alba

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