Anno XII - N. 23 — 1 Dicembre 1930 — Conto C. Postale
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA
Pia Società San Paolo - ALBA (Piemonte)
ALBA - Pia Società S. Paolo - Dir. Responsabile, Teol. Giacomo Alberione
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Vie e mezzi della Divina Provvidenza
Dare al Signore
Dare al Signore, ossia fare della carità, della beneficenza, e una bella fortuna, una grazia che il Signore non concede a tutti. Quanto si dà in nome del Signore, perché si estenda il suo regno, frutta il cento per uno in benedizioni su questa terra e per la felicità eterna.
È il S. Vangelo che lo dice e non fallisce. L’elemosina, la beneficenza, disarmano la mano di Dio, ottengono il perdono delle colpe, sono fonti di benessere anche temporale. Ma il Signore non fa a tutti questa grazia, occorre sapersela meritare. Il B. D. Bosco e il B. Cottolengo alle persone che portavano loro offerte, dicevano: «Ringraziate il Signore di cuore che vi ha fatto una grazia così preziosa nell’ispirarvi a fare della carità».
È un fatto che si vede tanto bene: il Signore è largo di protezione e di benedizioni nella salute e nella roba con le famiglie benefattrici e caritatevoli, mentre d’altra parte noi osserviamo individui e famiglie colpiti dalle più dure avversità perché arcigni, avari, insensibili davanti ai bisogni del prossimo, davanti ai bisogni di chi vuole estendere il regno di Gesù Cristo.
BENEFATTORI! Voi siete i prediletti da Gesù: avete in mano la calamita potente che vi attira la protezione del Cielo.
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Il Cooperatori
Il periodico s’invia ai Cooperatori e alle Cooperatrici della Pia Società S. Paolo e a tutti gli Amici e Benefattori.
Esso dà ragguaglio della diffusione dell’Apostolato-Stampa mediante lo sviluppo delle varie iniziative della Pia Società.
Promuove il culto a Gesù Divin Maestro, a Maria SS. Regina degli Apostoli, a S. Paolo Apostolo, ed ha lo scopo di ambientare i Cooperatori nello spirito di S. Paolo.
Propone ed invita alla Cooperazione del vasto Apostolato della Stampa in tre modi principalmente: Con le preghiere, con le opere e con le offerte.
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L’abbonamento al periodico è di L. 5 annue. S’invia pure a tutti quelli che di tanto in tanto fanno un’offerta per la buona stampa, o per le Vocazioni o per qualsiasi altra iniziativa della Pia Società.
Molti sono i Cooperatori che mandano l’ABBONAMENTO VITALIZIO. Consiste in un’offerta di L. 100 (cento) una volta sola. È questa una cosa buona e utile assai e che raccomandiamo a tutti quelli che possono farlo, poiché oltre a togliere l’incomodo di rinnovare ogni anno l’abbonamento, porta un aiuto maggiore ed immediato alla Pia Società la quale ammette, senza bisogno di altra offerta, gli abbonamenti perpetui alla partecipazione dell’Opera delle 2000 Messe e a tutto il bene che si opera nell’Apostolato.
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IN OGNI FAMIGLIA: Il Vangelo, il Crocifisso e il Settimanale cattolico.
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UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA
Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)
L’Immacolata e la Stampa nella luce del Santo Natale
L’ultimo mese dell’anno è allietato da due grandi e care solennità: La festa dell’Immacolata e il S. Natale.
La festa dell’immacolata è un faro che illumina tutto l’Avvento, tempo di aspettazione e preparazione al Messia.
Al primo uomo caduto per l’invidia del serpente fu promesso il Liberatore; il Messia liberatore sarebbe il frutto di una Donna grande. La Donna avrebbe schiacciato il serpente; e questa Donna è Maria Immacolata. La maggiore maledizione e la più terribile condanna che Dio inflisse al serpente tentatore fu questa: Io porrò l’inimicizia più assoluta e totale fra te e la Donna, fra il tuo seme ed il suo Seme. Ella ti schiaccerà il capo, e tu continuerai ad insidiare alle sue calcagna, ma invano.
Ecco Maria Immacolata: La Donna per eccellenza, La creatura tutta bella, preservata dal peccato originale e piena di grazia fin dal primo istante della concezione; ecco Maria, la nemica del peccato, la debellatrice del demonio, il terrore dell’inferno.
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Nel S. Natale Gesù Cristo ha incominciato il suo regno; il regno del Salvatore si estende sui popoli, ma prima nei cuori. Or contro il regno di carità, di pace e di bene dell’amabilissimo Redentore si schiera e si oppone combattendo con ogni arma il demonio: la città di satana fa guerra alla città di Dio. E satana assume le vesti e le armi più adatte ai tempi: nel Paradiso terrestre prese forma di serpente, contro Gesù prese la forma del tiranno Erode, e cercò a morte il neonato Bambino; e poi di Sinedrio, di Pilato che Lo condannano; poi il demonio si chiamò eresia, poi mussulmani, poi scisma, poi Lutero, razionalismo, modernismo: oggi il demonio ha preso forma di carta, si è incartato, e si chiama: libro galeotto, giornale, stampa perversa.
La stampa si vince con lo stampa.
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Maria Immacolata è la condottiera sempre vittoriosa delle anime apostoliche, ricche di grazia e nemiche del peccato, che, piene di fede, e ardenti di amore, militi di Gesù Cristo colla parola e con la stampa, sono scese in battaglia contro il demonio e il regno di satana per conquistare a Gesù Redentore cuori e nazioni.
Maria vinse il serpente, Maria spezzò tutte le eresie, Maria vince oggi la stampa cattiva; anche per questo titolo Maria è Regina degli Apostoli.
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Amici Cooperatori, che volete bene a Gesù Bambino e desiderate vederLo da tutti conosciuto e da tutti amato, domandate questa grazia ai piedi del Presepio, e date mano a Maria.
E Tu, Maria Immacolata, copri con il tuo manto, e porgi il tuo aiuto a tutti quanti, in questa valle di lacrime, lottano contro l’inferno e lavorano per il Cielo.
E Tu, Gesù Bambino, Via, Verità e Vita, abbi pietà dei nostri desideri, concedi a noi la grazia di amarti e di lavorare per Te, e la tua misericordia fecondi ogni mezzo di bene e l’Apostolato della Stampa.
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La Pia Società S. Paolo, agli Amici Cooperatori carissimi, porge, nell’occasione del S. Natale e di Capodanno, fervidi auguri, implorando dal Divin Pargoletto pace e benedizioni celesti!
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La più pratica e migliore
cooperazione
è quella che ogni buon Cooperatore svolge in questo ultimo tempo dell’anno, mediante la propaganda per gli abbonamenti.
È questa la cooperazione che vi chiediamo in questo tempo: diffondere i periodici buoni, aumentare il numero degli abbonati. Strappare il veleno che è il giornalaccio, il periodico corruttore, da tante famiglie per sostituire il periodico buono, il foglietto religioso.
Il Bambino Gesù dal Presepio, Cattedra di Verità, ci invita amorevolmente, insistentemente a quest’apostolato di bene. Qual rimorso ne proveremmo in fin di vita, se non rispondessimo al Suo invito!
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Preghiamo quindi vivamente tutti i Cooperatori nostri carissimi a voler raccogliere ed inviarci, oltre al proprio, almeno UN ABBONAMENTO OGNUNO A QUALCUNO DEI SEGUENTI PERIODICI:
«La Domenica Illustrata» per le famiglie: L. 15 all’anno - L 8 al sem. - «Il Giornalino» per i piccoli: L. 10 all’anno. - L. 5,50 al sem. - «La Domenica», foglietto religioso: L. 3 all’anno - «La Buona Parola» foglietto religioso: L. 2 annue - «Unione Cooperatori Apostolato-Stampa» periodico mensile: L. 5 annue - L. 100 per abbonamento perpetuo.
Si spediscono copie di saggio gratis: fatene richiesta presso la PIA SOCIETÀ S. PAOLO - ALBA (Piemonte).
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Fondazione di SS. Messe Perpetue
In questo mese, mentre suffraghiamo le anime dei nostri cari defunti, provvediamo anche per l’anima nostra.
La fondazione di SS. Messe perpetue è uno dei mezzi più efficaci e più belli.
CHE OFFERTA SI RICHIEDE?
Per la celebrazione di una S. Messa all’anno: L. 100 (cento) - per due Messe all’anno: L. 200 (duecento) - per tre Messe: L. 300 (trecento) - per quattro Messe: L. 400 (quattrocento) - per cinque - sei - sette - otto - nove SS. Messe: L. 500 - 600 - 700 - 800 - 900. Con L. 1000 (mille), una S. Messa al mese: 12 all’anno - con Lire 2000 (due mila), due Messe al mese: 24 all’anno, ecc.
L’offerta si intende sempre fatta in denaro, non in cartelle.
Vi sono persone che potrebbero destinarvi, senza sacrificio, e altre con sacrificio, però ben prezioso, mille, due, tre, quattro, cinque, dieci, venti, cento mila lire. E questo ad insaputa di tutti: anzi, qualora occorresse, potrebbero ritirare gli interessi del capitale fino alla morte. Tutto confidenzialmente.
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La Buona Stampa
in una lettera del Cardinal Schuster
Per il giornale cattolico S. Em. il Cardinal Schuster ha indirizzato al Clero e ai fedeli della Chiesa Milanese queste parole:
Che cosa sarebbe mai quella chiesa parrocchiale che non potesse rallegrare le sue funzioni con un bel concerto di campane? Ebbene, in un certo senso anche il Giornale Quotidiano Cattolico è una specie di campana che, integrando l’azione del sacerdote, diffonde per i monti e per le valli della nostra Archidiocesi lo Spirito vivificatore della Cattolica Chiesa.
Un tempo, quando nel medio evo le nostre buone popolazioni cristiane erigevano alla rinfusa e senza alcun piano regolatore le loro case attorno alla propria chiesa parrocchiale, quasi pecore sdraiate sull’erba attorno al pastore, la Campana della propria torre era sufficiente a tutto. Essa allora lodava Dio, convocava il Clero, chiamava il popolo alle funzioni, piangeva i morti, rallegrava i vivi nei dì di festa, dava l’allarme nei pericoli e fugava le epidemie; ma oggi che tanti spiriti sono andati a stare così lontano dalla Chiesa; oggi che tanto frastuono di vita mondana soffoca, specialmente nei maggiori centri, anche l’affievolita eco della lontana campana parrocchiale; oggi che il diavolo suona anch’egli a martello la campana sua, è assolutamente necessario che amici ed avversari sentano almeno l’altra campana: e queste è la campana di Dio, cioè il Giornale Cattolico.
Ormai in chiesa non vanno che i buoni, e questi non sono davvero tutti i fedeli di una parrocchia. Di più, nel sacro tempio non è opportuno trattare indifferentemente tutti i problemi religiosi, morali e sociali che offre la vita moderna. D’altra parte, è troppo necessario che le anime conoscano anche intorno a queste questioni il pensiero e la soluzione che esige assai spesso la difesa dei principi cattolici e la confutazione dei sistemi avversari.
Ora, come raggiungere questo scopo? Come fare per far penetrare ovunque, anche nelle case dove non entra mai il prete, la parola della Fede e l’apologia delle Verità Cattoliche?
San Paolo in Atene andava liberamente a disputare nell’Agora, e poi sulla collina dell’Areopago; ma oggi non è così facile di entrare nel Senato, e meno ancora, di pronunciarvi dei discorsi intorno alla Religione.
Non resta quindi che il giornale Cattolico, al quale, come ad un’altra campana, la Chiesa ...
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commette la diffusione e la difesa dei suoi incrollabili principi di Fede Cattolica.
Questa pubblica apologia del nostro sistema religioso e della nostra vita alla luce del sole, rende inoltre un prezioso servizio anche a quei dell’altra sponda, giacché essi così possono derivare direttamente da fonte autorevole le loro informazioni sul conto della Chiesa, senza dover ricorrere al pericoloso «si dice» dei terzi, male informati.
Qui Sua Ecc. si diffonde a raccomandare l’Italia e insiste:
Ho parlato di dovere e di necessità; giacché, se oggi, per dichiarazione degli stessi Sommi Pontefici, il giornalismo Cattolico compie una vera missione apostolica, ed il giornale è assolutamente necessario, da questa stessa necessità emerge per tutti anche il dovere di sostenere il giornale Cattolico.
Dimando due cose: che lo sostengano coll’obolo e lo diffondano cogli abbonamenti.
A tale scopo fissa per il 16 Novembre la «Giornata della Buona Stampa» e per meglio organizzarla, dice che dopo una serie di conferenze esplicative potranno all’uopo servirsi delle Unioni della Gioventù Cattolica e conclude: Supplico ardentemente il Signore a benedire tutti codesti Crociati della Buona Stampa.
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Cattolici, i protestanti v’ingannano!
Essi vi seducono col nome di Cristo che non conoscono. Vi illudono col dirvi che nel protestantesimo riceverete la verità direttamente da Lui. Questo vuol dire ribellarsi ad ogni magistero e autorità religiosa, che Gesù Cristo ha costituito nella Chiesa, negli Apostoli, in Pietro, ossia nei Vescovi e nel Papa. E che cosa sostituiscono a quest’autorità? L’ispirazione, ossia l’arbitrio individuale. In ciò la propaganda protestante si manifesta immorale, perché distrugge e non edifica nulla. È il disordine. Negare l’Autorità della Chiesa è ribellarsi! E allora come intendersi direttamente con Lui, se si nega ciò che Egli ha stabilito solennemente nel Vangelo?
Il Vangelo? Sì! Ve lo danno, ve lo regalano anche: ma avvelenato dal principio tacito dell’arbitraria interpretazione, perché non visto, non riconosciuto dalla Chiesa, alla quale Gesù Cristo lo ha affidato. Ve lo danno, ma senza garanzia di genuinità, perché nessuna autorità competente ha curato né sorvegliato la versione volgare, la compilazione, la copia e l’edizione del libro intangibile e divino.
Cattolici! Leggetelo il Vangelo, pregando Gesù, invocando il suo Divino Spirito in Chiesa, in casa vostra, nelle vostre famiglie. È un dovere dei cristiani; la Chiesa, il Papa, i Vescovi lo vogliono. Conservate i libri santi con venerazione, come una reliquia del Signore. Addestratevi a sentire il divino soffio, leggendoli con semplicità umile e calma, con docilità di allievi che ascoltano il Maestro. Prima il Vangelo e gli Atti apostolici, che sono i più facili. Poi capirete meglio le lettere degli Apostoli e gli stessi libri dell’Antico Testamento, che trovano tutta la loro spiegazione nel Nuovo.
La Chiesa, stabilita da Cristo per conservare e comunicare a voi la sua verità e il suo amore; la Chiesa, Autorità umana rivestita di poteri divini per la necessità degli uomini, non vi impedisce d’andare direttamente a Cristo, né di ricevere direttamente da Lui.
Anzi, tutta la sua fatica è intesa a questo, di comunicare Cristo ad ogni anima, di portare Cristo ad ogni anima, con la preghiera diretta, individuale o collettiva, con la contemplazione di Lui, coi Sacramenti e sopratutto con l’Eucaristia, che è la vita di Cristo in noi.
Ma Cristo vuole che questa vita diretta non si scosti da quella dell’Autorità da Lui costituita, e voluta dall’umana condizione.
Cattolici! Sfidate pure tutti i protestanti del mondo a vincere uno di voi nella diretta, nella vivente unione con Cristo.
Non vi lasciate tradire dai protestanti.
Essi cercano ancora di sedurvi ostentando un gran rispetto per Gesù Cristo, per Lui solo, senza Madonna, senza Santi. Si infiammano di zelo per Lui e vi gridano: «A Lui solo tutto l’onore e la gloria» - «La mia gloria - dice il Signore - non la cederò a nessun altro».
Certo: Egli non la può cedere: non può lasciarsela carpire dal malvagio che l’attribuisce a se stesso, col disprezzo della sua legge, con l’insubordinazione alla sua autorità. E il protestantesimo, non fa forse così?
Ecco un’altra ipocrisia satanica, per cui il cristianesimo protestante distrugge Cristo. Cristo solo, senza i Santi! E dov’è allora l’opera sua? Dov’è il frutto della sua redenzione? E che speranza avremo noi di poter essere beati con Lui, se Egli non vuole nessuno con Sé? Hanno ragione i protestanti di non sperare ormai più nel paradiso; così possono coerentemente negare l’inferno, di cui hanno tanta paura.
Cristo solo! Come è brutto questo Cristo egoista; e come si assomiglia al dio sciocco dei deisti, che c’è, ma è come se non ci fosse!
Quel Cristo senza Santi è la distruzione del Cristo vero, che, senza cedere a nessuno quella gloria che è tutta sua, ne rende partecipi, per effetto della redenzione, tutti coloro che credono in Lui, che Lo amano e ubbidiscono; che per Lui sono divenuti figli di Dio, vale a dire i giusti, ossia i santi; quelli riconosciuti, ossia canonizzati dalla Chiesa per esempio e conforto dei cristiani, e quelli innumerevoli, che la Chiesa non ha ragione speciale per canonizzare; fra i quali confidiamo di porre tutti i buoni cristiani che muoiono nel Signore, e di essere un giorno anche noi.
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Cristo solo e senza Santi
, a chi avrebbe aperte le porte del cielo?
La sua gloria!!!
Ma i Santi, incominciando dalla Madre Santissima di Lui, sono il riflesso e il suggello di quella gloria. La gloria dei Santi è tutta la gloria di Cristo: è il trofeo della sua vittoria. E l’intercessione dei Santi, in nostro favore, non è che la eco della preghiera onde Cristo ha pregato il Padre per noi, e ci ha comunicato il diritto
di pregarlo nella sua persona e nel suo nome, come fossimo Lui stesso.
Una sola è la preghiera di tutti i Santi, di tutti i giusti del cielo e dalla terra: quella di Cristo, trasportata sul loro labbro dalla carità, piena e perfetta nei santi del Cielo, ancora imperfetta in quelli della terra.
Muto, freddo e senza vita, quanto è tristo il protestantesimo!
Cattolici! Non vi lasciate ingannare da lui.
Nella vita perennemente fervida della Chiesa, stringetevi a Cristo, alla Madonna, ai Santi. Pregateli con tutta la Chiesa, sotto la guida dei Vescovi e del Papa. Questo è il cristianesimo di Cristo; non quello di Lutero, né di Valdo, né di Calvino, né di Enrico VIII.
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Vi ho detto «sotto la guida dei Vescovi e del Papa». Bisogna purtroppo confessare che nel culto cattolico, come si pratica in molte chiese, non si osservano le prescrizioni della liturgia, la quale vuole che il culto stesso sia una dimostrazione chiara e decorosa delle verità teologiche.
Bella la semplicità solenne delle nostre antiche basiliche! Ma quanto è goffa, penosa e quasi eretica la sovrabbondanza senza estetica né criterio liturgico di molte chiese, dove la Madonna, i Santi, i fiorami, i candelieri rubano il posto alla stessa immagine di Cristo, dopo esserselo rubato fra di loro in altari, altarini e nicchie fuori di posto, affiancati e sovrapposti come in un bazar.
Questo non è promuovere, ma schernire il culto cattolico, con grande godimento dei protestanti, che ne prendono motivo a gridare all’idolatria. Lungi lo sfarzo e la pompa, quando non si possono conciliare con la più austera semplicità. Dobbiamo venerare Maria nei suoi misteri, dobbiamo essere divoti, in massima, di tutti i Santi in Cristo e per Cristo. Ma forse che per questo conviene accozzare grottescamente tutte le divozioni esterne? Ogni Santo a suo luogo, e sopra tutti Cristo.
Anche nelle vostre case, o cattolici, osservate la stessa regola. Poche immagini sacre nelle vostre stanze, ben disposte, tenute con venerazione, mai mescolate con altre stampe, forse immorali. Le stesse immagini sacre che fossero indecenti, o per fattura, o per deterioramento, bruciatele senza pietà.
Nell’ingresso o nel salotto, in luogo onorevole, sia una bella immagine del Sacro Cuore di Gesù, Re della famiglia; e sotto di quella il Vangelo aperto, Testamento del Signore, a venerazione e per lettura quotidiana della sua parola.
FELICE TALLACHINI
Il dramma d’un’anima
avvelenata da un libro
È una lettera di un professionista scritta al P. Direttore degli Esercizi di Tregasio dopo un corso di esercizi.
Padre d’Amore ancora e sempre, grazie. Grazie col cuore abbandonatosi fiducioso alla luce di Dio; grazie con l’anima rinata a nuova vita; e con la bocca grazie, piegatasi a parole di carità e di misericordia, e con le mani anche che hanno imparato a tendersi e congiungersi nello slancio della preghiera, che a Dio ci avvicina e di Dio ci fa sentire la volontà, e non più s’alzano chiuse o disperate nella imprecazione al destino avverso, nell’odio alla società che mi ostacolava la strada.
Quanto amore compresso, o Padre benedetto, insorge dal fondo del mio cuore, che per l’amore era nato, e si dilata e si diffonde dovunque per gioire e soffrire di tutto ciò che l’esalta e di tutto ciò che lo deprime. Povera anima mia! Credeva che la vita fosse per coloro che sapevano meno la pietà, per coloro che maggiormente erano persuasi che l’uomo è lupo all’uomo, per quelli che del lupo e del leone e dell’aquila meglio apprezzavan le arti del vivere e meglio queste arti sapevan applicarle fra gli uomini.
Queste dovevano perciò essere le mie armi, per affermarmi e vincere. Questi mi sembravano i mezzi adottati da tutti i migliori. Pensi, Padre... da tutti i forti; ed io che forte mi stimavo voleva essere, passavo pel mondo solo, disperato, nutrendomi di solitudine e avvelenandomi di chiuso dolore.
Il mio cervello negava l’amore e l’amore si negava al mio cuore. Anche in coloro che certamente mi hanno amato come solo ora posso comprendere, d’un amore disinteressato e altamente cristiano, io vedevo il calcolo; vedevo non il loro amore ma il mio orgoglio; vedevo non il pastore che rintraccia la pecorella smarrita, ma l’uomo che circuisce una preda, una
buona preda com’io mi stimavo.
Ora penso che, la sera di martedì, sei Agosto, tutte le preghiere che i fedeli del mondo hanno elevato alla Madonna SS. della Neve, si sono riflesse e polarizzate su di me. E il mio essere, incapace a contenere tanto amore, si sentì piegare, sconvolgere e rapire, poiché un nuovo principio di vita entrava in me, sollevandomi a Dio.
Io era come un viandante che segue il suo cammino lungo il fondo d’una valle, che ad un tratto s’accorge, per improvvisa illuminazione, della sterilità dei suoi sforzi e della vanità di quella falsa strada. Un vortice m’aveva preso per inalberarmi sulle alture, aperte agli sconfinati orizzonti dell’amore, da dove intera poteva misurar la profondità dell’abisso, che mi divideva dalla strada fino allora percorsa, e nella quale avevo riposto tutte le speranze della mia vita, tutte le certezze ingannatrici del mio avvenire.
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Misuravo atterrito l’abisso; ed ero ebbro, ed ero abbacinato, né sapevo come avrei potuto seguire il nuovo cammino, come avrei trovato il coraggio d’abbandonare totalmente il vecchio.
Io era lassù, Padre, ma nel mio zaino conservavo ancora il bando pervertitore che m’aveva indirizzato e guidato nel mio pellegrinaggio a valle.
E quel fardello mi pesava, mi pesava tanto che io era estatico, ma non sapevo camminare avanti. Ero trasfigurato d’amore per tutte le cose belle create da Dio a letizia degli uomini; per quelle stesse cose che dal basso, entro orizzonti molto più ristretti e con slanci assai meno furiosi, potevo ammirare ed amare ugualmente. Ma ancora non c’era l’abbandono nell’amore per il prossimo.
Occorse una nuova rivelazione, piena d’inaspettata significazione, perché potessi vedere dentro di me abissi vertiginosi, bisogni nuovi, indistruttibili ricordi, cumuli di sofferenze e di pianto. E fu allora che l’amore si fece odio.
Quella mia guida di vita che conservavo ancora con me mi oppresse, mi suscitò un rimorso acuto, disperato, terribile, come se dentro di me piangessero l’anime degli amici miei più cari, che continuano a portare soli pel mondo il peso della loro disperazione impotente.
Di tutta la mia giovinezza, di tutta la mia vita interiore, di tutte le mie idealità non restava nulla. E quel nulla era espresso da un libro. E quel libro su cui mi ero appoggiato fiducioso mi suscitò ribrezzo, mi fece avvampare d’orrore.
O Padre! Quel libro ch’è ora in sue mani e ch’ella vorrà di certo conservare a ricordo del mio dramma, mai non mi aveva portato alla disperazione come allora che dinnanzi alla statua della Madonna Immacolata, piansi il mio pianto più disperato stringendolo fra le mani convulse che dovevano abiurarlo per sempre.
Altro non Le dico della mia conversione, che Ella pur conosce e che con l’aiuto della Vergine SS. intendo sviscerare in tutti i suoi particolari, spinto a ciò innanzitutto da un intimo bisogno dell’anima piena di ricordi lieti e penosi.
E poi, adesso non sono più solo: non son solo nella coscienza, ché con me ho la Grazia Illuminante e Vigilante; non sono solo fra gli uomini ché fra tanti fratelli di fede, alcuni senza dubbio potrò eleggere fratelli anche nell’anima.
Le dirò ancora che non mai come oggi mi sono sentito forte e saldo in una fede.
Ho maledetto tante volte la vita perché grigia, mediocre e monotona, ho desiderato la lotta con ansia disperata, ho sognato sempre ostacoli da abbattere e avversari da confondere... Finalmente, in quella che avrebbe dovuto, secondo quanto pensavo prima, annichilare la mia volontà d’azione, ho trovato lo stimolo ad essa, ho trovato la certezza d’esser solo, o quasi, nel mondo, a difenderla a spada tratta contro tutto e contro chiunque. E ciò invero mi riempie di gaudio e d’allegrezza.
Non posso finire senza ridirle che l’amo tanto tanto, e con Lei tutti i confratelli della Casa, e tutti coloro che assistettero alla mia rinascita, ai quali La prego di volermi sempre ricordare quando n’avrà l’occasione.
Io prego per tutti e in particolar modo per coloro che io conosco, e che ritengo non indegni d’esser visitati dalla Grazia, come lo fui io immeritatamente.
Io riprendo a camminare con la pace nel cuore e con la certezza di una fede a cui m’abbandono con tutto l’essere per chiedere forza, ardire, volontà, perseveranza sempre che n’avrò bisogno durante il cammino.
Padre! Anch’Ella si ricordi di me che Le son figlio nell’Amore, figlio nella Pace, figlio nella Speranza e, come oggi, così per sempre, mi creda nell’Immacolata del Signore suo
10 Agosto 1930.
Obbl.mo A. C.
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DIFFONDERE LA BUONA STAMPA
è un imprescindibile dovere di ogni italiano che mira a collocare la nostra bella Italia sempre più in alto nella considerazione degli stranieri, ad affermarsi sempre più all’estero come nazione che tende al progresso e vi giunge mediante lo sforzo unisono di tutti i suoi figli.
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Il libro buono è un potente aiuto a formare gli italiani amanti del benessere sociale, consci dei loro doveri verso la Madre Patria e pronti ad affrontare qualsiasi sacrificio perché questa diletta Italia nostra formi sempre più l’ammirazione di tutti.
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Il libro entra in tutte le case, passa di mano in mano, è letto da tutti i componenti la famiglia. Fate che il libro sia buono e susciterà nel cuore sentimenti onesti, nell’animo moti affettuosi al bello ed al vero, nella mente pensieri retti che stimolano a compiere il bene.
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Un noto scrittore italiano disse che l’arte deve servire ad accendere negli animi l’amore alla virtù, al bene operare, alla pratica del proprio dovere, e non mai deve farsi strumento di corruzione. Le lettere poi (e qui si intende il libro) sono una specie di Sacerdozio; esse hanno la missione di perfezionare la mente, ingentilire gli uomini, educare il cuore. Guai a chi lo deturpa, abbassandolo e lusingando le passioni.
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L’Italia nostra ha bisogno che tutte le energie siano usate rettamente per aumentare sempre più quel dignitoso prestigio che gode all’estero, e renderla sempre più dolce attrattiva del forestiero.
Il libro buono contribuisce assai a questa elevazione morale e ne troverete un ampio assortimento presso la PIA SOCIETÀ S. Paolo – ALBA (Piemonte).
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Il Presepio a S. Paolo
Il Presepio d’arte si trova nella sala del libro, presso gli uffici della Pia Società S. Paolo.
C’è in questo Presepio qualcosa che seduce ed incanta, tanto vivo è il suo senso d’arte e lo spirito di poesia che vi sono trasfusi. È stato ideato e costruito da un uomo di fede e di scienza, laureato alla Reale Accademia di Belle Arti in Bologna, il Prof. Francesco Paolo Volta, il quale colla fiamma della fede ha dato anima alla sua visione e collo studio l’ha arricchita di effetti singolari.
In un artistico insieme di luci e di colori, la scena della nascita di Gesù appare nitida e sincera all’occhio dell’osservatore. La incorniciatura di questo Presepio consta superiormente e lateralmente di un elemento decorativo ottenuto con diversi gradi di tinte azzurro-viola ed intrecciati a questi appaiono raggi dorati. Inferiormente abbiamo due elementi architettonici ispirati al moderno e disegnati mediante un finto musivo dorato. Questo musaico al centro forma una croce, ai lati due legende: «Natus est Christus» - «Venite adoremus». Nell’incorniciatura abbiamo sedici formelle stilizzate dove sono illustrati elementi del creato e leggende bibliche.
«Per voi nasce un Fanciullo sovrano degli Angioli», e una luce si sprigiona misteriosamente da quel piccolo grande Bambino, una luce che irradia tutt’intorno la grotta, dandole un aspetto insolito, un’austerità solenne. Gesù Cristo è nato. Gli animali che erano lì presso, videro il piccolo Bimbo tremante e si avvicinarono riscaldandolo col tepido alito. In primo piano della grotta abbiamo giochi di luce ottenuti con riflessi di tinte bleu-verdi; dalla parte destra, dove è il gruppo raffigurante la nascita, domina una splendida gloria di Angioli soffusi da diafana luce, mentre il suono di una dolce melodia dà l’idea di trovarci coi pastori che dai dintorni della grotta di Betlemme udirono, in quella notte fortunata, il canto del «Gloria in excelsis Deo» accompagnato dagli strumenti angelici; dalla parte sinistra invece vi è il contrapposto tenue della luce lunare. Tutt’intorno la natura accompagna con il suo incanto la gioia degli uomini.
Bisogna fermarsi lungamente dinnanzi all’apertura dell’ampia grotta resa così al naturale che par vera, ed assuefare l’occhio alla veduta dell’ampio paesaggio che di là spazia e si perde nella vastità di un illuminato orizzonte. E allora si possono bene ammirare i particolari del quadro che rifugge da ogni artificio decorativo. Snelli palmizi, olivi contorti dal tempo, mentre le limpide acque di un lontano ruscello fuggono rispecchiando il dolce bagliore lunare.
Lontano si profila la città di Betlemme, caratteristica nelle sue costruzioni orientali. I pastori rifugiatisi nei ruderi del vicino castello, avvertiti dall’apparizione dell’Angelo, furono i primi ad accorrere per inginocchiarsi dinnanzi al Divino Infante. Anche il bagliore della luna è insolito, ed il fascino che emana è più forte del consueto; e più splendendo, sembra quasi timorosa di non illuminare abbastanza il passo dei divoti che accorrono, i devoti che a quell’umile asilo si recano per genuflettersi alla culla da cui il Redentore, con lo sguardo soave li accoglie.
L’occhio dello spettatore non è distratto dalla molteplicità dei soggetti. I personaggi della scena, sono figure squisite di arte eseguite dallo scultore insigne Cav. Luigi Guacci di Lecce (Puglie), Cavaliere dell’Ordine al Merito del Lavoro; sono statue che hanno un’evidenza di vita palpitante, e si direbbe che il genio dell’artista vi abbia trasfusa l’anima; e non ingombrano mai lo scenario, non turbano l’armonia, vi si importano come elementi necessari e rendono la vita alla rappresentazione della natura.
Il senso della lontananza, l’impressione della vastità, la struttura del suolo, la leggerezza dell’atmosfera, la dolcezza intima della notte natalizia, si manifestano e penetrano nell’anima. E fra la gente prostrata insieme agli angioli, sotto il cielo palpitante di bagliori, l’anima si schiude all’adorazione, all’amore, alla preghiera, e ode ripetersi il canto di gloria che avvolge di pace la terra.
I Re Magi - La Madonna col Bambino in grembo - Nuovi Scenari
Notte di Natale volta in una giornata di sole
Per raffigurare con la massima fedeltà storica questo secondo quadro, rappresentante l’arrivo dei Re Magi, l’artista si è affidato completamente al S. Vangelo di S. Matteo, dove al capo II si legge: Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre e prostratisi lo adorarono, poi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Nel fondo di una quieta e pittoresca contrada di Betlem, è alloggiata la S. Famiglia di Nazaret, ed in questa umile dimora i Re Magi, giunti dall’Oriente, si prostrano in adorazione del Divino Infante che con soavità materna la Vergine a loro presenta benedicente.
Mentre il sole irradia questo mattino orientale, tutto parla di soave ebbrezza paradisiaca, il popolo sempre festante accorre da ogni luogo per prostrarsi in adorazione.
Questo quadro è stato ispirato considerando che dalla magnificenza dei Re ai più modesti pastori, tutto il popolo accorre per adorare, come anche oggi, il Signore; quello stesso Gesù che attende tutti nel SS. Sacramento, perché tutti siamo suoi e abbiamo bisogno di Lui. Mentre le campane annunziano anche in quest’anno la commemorazione della nascita del nostro Redentore Gesù, sciogliamo un inno di gloria, uniti nell’amore divino, sotto le volte del sacro tempio, come fece il popolo d’Israele davanti al Presepio.
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Album d’onore
Ci è caro riportare ai piedi di Gesù Bambino i nomi degli offerenti che vollero per i primi inviare la loro oblazione per l’acquisto del Presepio della Chiesa di S. Paolo. [segue elenco].
A tutti porgiamo sentiti ringraziamenti e di tutti sarà scritto il nome su di un ricco Album che verrà collocato ai piedi di Gesù Bambino per chiedere a Lui le grazie più belle per i generosi offerenti.
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La somma delle offerte eccedente la spesa del Presepio sarà destinata alla Cappella del Suffragio alle Anime Purganti nella Chiesa di San Paolo.
Per questa Cappella è già in lavorazione, presso il rinomato Cav. Luigi Guacci di Lecce, il gruppo che servirà di pala all’altare. L’opera è di grandezza naturale, e comprende quattro anime in mezzo alle fiamme del Purgatorio; in alto il Divin Crocifisso grondante sangue; due angioli, uno dei quali raccoglie col calice il Sangue che esce dalle ferite di Cristo per versarlo sulle Sante anime; l’altro fra le braccia solleva un’anima purgata dal prezioso Sangue e la porta in Cielo.
A questo altare verranno celebrate ogni giorno varie SS. Messe delle quali riceveranno frutto speciale tutti quelli che concorrono all’erezione del medesimo, tutti i cooperatori nostri, in vita e specialmente dopo morte.
Questa iniziativa sarà accolta con piacere da tutti i divoti di S. Paolo che vedono così bella occasione di farsi del bene. E difatti, la prima persona a cui si è esposta la cosa, soggiunse: Che bella occasione per suffragare le anime purganti, e quale pegno sicuro per ricevere poi molti suffragi!...; e come prima offerta versò L. 300.
PER VISITARE IL PRESEPIO
L’ingresso al Presepio è libero e molti sono i Cooperatori vicini che vengono a pregare, il Bambino Gesù. Vengono in piccole comitive come in pellegrinaggio; e il S. Bambino tende le sue manine piene di grazie e di doni che elargisce in abbondanza ai suoi divoti.
Riportiamo l’orario:
Nei giorni festivi è aperto dalle ore 7 alle 12 e dalle ore 13 alle 19. Nei giorni feriali dalle ore 8 alle 12 e dalle 13 alle 17.
Nella sala del Presepio vi è comodità per chi lo desiderasse di acquistare libri ed oggetti religiosi di ogni genere. Vi sarà pure chi riceverà abbonamenti alla Gazzetta d’Alba, al Giornalino, alla Domenica Illustrata, ecc. Si riceveranno pure iscrizioni all’Opera delle Duemila SS. Messe, e si accetteranno con riconoscenza offerte per la Chiesa.
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Il libro buono insegna a vivere. Sapete voi che cos’è vivere?
Vivere non è esaurire lo spirito nel mangiare e nel bere, non è espandere il cuore sugli oggetti che lo affascinano, non è sparpagliare l’anima nelle dilettazioni esterne. Questo è ciò che si chiama menare la vita. E dove? Al macello ed alla fogna. È sciupare lo spirito, prostituire il cuore, vendere l’anima, smerciare la propria vita al minuto. Che rimane di una vita menata in tal modo? Il vuoto ed il disgusto, la sterilità e l’onta, il rimorso ed il castigo.
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Come conobbi S. Paolo
Ho visto questa Casa nascere e crescere, ma non sapevo che fosse e non me ne interessavo. Una famiglia, due signorine, hanno operato questo felice legame che ora mi unisce a San Paolo, e spero che non me ne mancherà il merito.
Prestavo la mia opera nella famiglia di cui ho detto, e venne una sera da quelle pie signorine una suora di S. Paolo per fiori: al mattino dovevasi celebrare una funzione eucaristica ed io da vari giorni frequentavo la Chiesa di San Paolo: poi i fiori a San Paolo non devono mancare mai, perchè si fa l’Adorazione perpetua e il Signore Gesù è sempre esposto tra i fiori. Mi parlarono della suora di San Paolo: ma io non feci caso, perchè di suore ne avevo viste tante, e cedetti solo all’insistenza.
Quell’incontro fu l’inizio di nuovi giorni per me. Dopo la Suora conobbi il Superiore delle Casa e cominciai a confidare e a pregare San Paolo e a ricevere grazie e belle grazie. Conobbi la volontà di Dio e sto adempiendola con molta fiducia e molto amore.
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Il lavoro della pia Cooperatrice è soprattutto un lavoro eucaristico, perchè serve specialmente il Divin Sacramento.
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Preghiamo per
Suor Gesualda dello Spirito Santo
Carmelitana del Monastero di S. M. Madd. De’ Pazzi in Firenze
Improvvisamente il 21 Ottobre, in età di anni 51, di cui 26 passati in Religione, fu chiamata da Dio al premio; duplice premio: per il bene fatto e per quello che, avviato, non potè compiere.
Un nome ignoto? Sì, un nome ignoto di una Suora, che ha decine di migliaia di ammiratori: quanti ebbero la fortuna di leggere i suoi scritti. Con un doppio velo quest’anima grande e delicata nella sua umiltà volle nascondere la sua persona, per custodirla gelosamente da ogni soffio di gloria mondana. Il nome di Religione velò, un nome nobile e illustre, quello dei Conti Sardi di Lucca. Il nome di Religione a sua volta fu velato con uno pseudonimo il più semplice spoglio di pretese: Una Carmelitana del Monastero di S. M. Madd. de’ Pazzi in Firenze, che si legge sul frontispizio della deliziosa traduzione italiana della Storia di un’anima di S. Teresa del Bambino Gesù e di altre Biografie come S. M. Madd. de’ Pazzi, S. Giovanni della Croce, S. Teresina del Bambino Gesù, Gemma Galgani, San Camillo de’ Lellis, editi dalla Pia Società San Paolo per l’Apostolato della Stampa.
Oggi il velo cade, perchè il Signore sia glorificato dal profumo della virtù di questa sua sposa fedele ed eroica, la quale preferì morire piuttosto di mettersi nelle mani dei dottori per una operazione che l’avrebbe tolta da un pericolo continuo di morte improvvisa. E improvvisamente venne lo Sposo a prenderla, mentre, seduta a tavolino, con quella penna che aveva scritto così bene dei santi, stava tracciando un’altra delle sue meravigliose biografie. Le Consorelle, accorse trepidanti a cercarla nella sua celletta, perchè non la vedevano comparire a refettorio, la trovarono accasciata a terra. La penna era caduta sul foglio bianco su cui le ultime linee erano state tracciate a sghimbescio con mano stanca e tremante di morente. Eroina caduta in battaglia, colle armi alla mano, e portata così di peso alla gloria!
Semplici e sublimi i suoi scritti, in cui si effonde tutta l’anima nobile e ardente della scrittrice. Dalle sue pagine vivaci ed attraenti emana un fascino che riscalda il cuore, avvince lo spirito, innalza a Dio. Le figure dei santi vi sono tratteggiate a pennellate sicure, in forma episodica scorrevole, ma profonda: nessuno può leggerli e restare indifferente. Pagine che parlano all’anima, che fanno fremere e piangere, che vanno diritte al cuore, appassionandolo a contatto coi più sublimi eroismi.
Dote e caratteristica particolare delle sue biografie è la verità. Anima retta non seppe e non volle velare la verità. E certo non molti sanno quanto le sia costata questa sua fierezza e rettitudine. S. Teresina del Bambine Gesù, già disprezzata come una Santa all’acqua di rose, ci è rivelata vera eroina, nel suo martirio lungo, pietoso, dolorosissimo, descritto da Suor Gesualda nella vita popolare stampata dalla Pia Società San Paolo.
L’entusiasmo per l’umile Carmelitana, che il mistero di uno pseudonimo, celava ai suoi ammiratori, cresce ogni giorno, col diffondersi dei suoi scritti a decine di migliaia.
Questo velo misterioso ha conservato al fiore tutto il soave profumo di una timidezza, forse esagerata, certo frutto di molta virtù. Quante volte si dovette intervenire per dissipare i timori di quell’anima delicata! Sempre temeva di guastare i suoi Santi, che invece fa tanto amare. Sempre tentata di buttare al fuoco i suoi manoscritti, per ognuno si doveva rinnovare una dolce violenza da parte della R. M. Priora, della Sorella, Suora nello stesso monastero, e della Pia Società San Paolo. Il manoscritto di San Giovanni della Croce e per due volte quello di Gemma Galgani vennero salvati dalla distruzione già decisa dall’Autrice. La Vita di San Camillo de’ Lellis, che fra poco vedrà la luce, fu scritta in gran parte a letto: vi scrisse la dedica: A San Camillo, perchè protegga la mia agonia.
Pochi giorni prima di morire scriveva alla Pia Società San Paolo: «Ho promesso di non più scrivere. Posando la penna mi preparo alla morte». Le si era scritto per invitarla a preparare una Vita di S Paolo. Si stava per rinnovare l’invito con quell’insistenza discreta sì, ma forte, a cui aveva sempre ceduto, quando improvvisa giungeva la notizia di morte. Non si trattava più di ritrosia della modestia, ma d’un vero presentimento di morte.
Il Signore, negli Esercizi Spirituali, che Suor Gesualda ebbe la grazia di fare poche settimane prima, l’aveva innondata di consolazioni eccezionali: l’anima aveva udito la voce dello Sposo.
Al suo ingresso in Cielo, quei Santi che furono così glorificati da Lei, certo Le andarono incontro festanti, per accompagnarla al Trono eccelso della SS. Trinità a cui aveva particolare divozione.
La nostra ammirazione non ci deve distogliere da pregare per Lei, sebbene possiamo sperare di averla tra i nostri Protettori.
Molte preghiere si fanno dai membri della Pia Società San Paolo a cui aveva voluto tanto bene. Tutti i Cooperatori si uniscano a queste preghiere, per quella santa carità che ci lega tutti in S. Paolo e nel nostro Apostolato.
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Maiolani Maria in Rocca
da Guarzate (Como)
deceduta il 19 novembre scorso, dopo breve malattia, munita di tutti i conforti di N. S. Religione.
Offrì con generosità al Signore il sacrificio della sua vita. Era divotissima di S. Paolo e lascia alla Pia Società un figlio già diacono, anzi prossimo a celebrare la sua Prima Messa.
Quanto aveva sospirato di vederlo salire
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all’altare! Il Signore le chiese anche questo sacrificio: la chiamò a Sè prima che si compisse il voto e il desiderio ardente del suo cuore.
E noi, mentre speriamo che il Signore l’abbia già in gloria, pur tuttavia invitiamo tutti i nostri Cooperatori ad unirsi nelle preghiere alle intenzioni della Pia. Società che intende suffragare tanto l’anima di questa sua benefattrice.
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BORSE DI STUDIO
Un bel modo di ricordare i cari passati all’eternità
Borsa di Studio CERVI LUIGI
«Per ricordare un caro congiunto, ci scriveva giorni fa la Sig. Cervi Adelia, intendo iniziare una borsa di studio con questo titolo: «Cervi Luigi». Come prima offerta mando L. 2000 con l’intenzione di completare la cosa in diversi versamenti che verranno eseguiti nel minor tempo possibile. Intendo così di venire in aiuto al giovanotto povero che mi hanno proposto e faccio voti che abbia da riuscire presto un bravo e zelante Ministro del Signore... Oh, siano tanti che aiutino le Vocazioni!».
Questo è il voto e il desiderio delle anime che sentono la voce di Gesù; pochi sono ancora gli operai nei campi sterminati di messe biondeggiante!...
E con la preghiera e l’offerta cercano di agevolare la chiamata e la via a tante vocazioni.
Il Divin Maestro benedica tanto la pia Benefattrice ricompensandola col centuplo su questa terra e colla vita eterna. Ogni giorno poi, tutte le sue intenzioni, sono raccomandate al Signore nelle Sante Messe e nelle altre preghiere della Pia Società San Paolo.
Borsa di Studio S. ALESSANDRO
È questo l’attestato di profondissimo amore di una Madre verso il proprio Figlio, la cui memoria deve vivere in benedizione perenne.
S. Alessandro studiò i misteri della nostra religione nella celebre scuola di Alessandria d’Egitto ove ebbe per maestri Panteno e l’illustre Clemente Alessandrino. Durante i suoi studi strinse amicizie intima con Origene suo compagno. Distintosi ben presto pei suoi talenti venne eletto Vescovo di una Città di Cappadocia; per la fede fu imprigionato e rimase in catene per sette anni. Liberato, venne eletto Vescovo di Gerusalemme; governò la sua chiesa con sapienza e santità grande; ebbe cura di formare una biblioteca ove raccolse moltissimi libri e specialmente le opere dei più grandi uomini del suo tempo.
Origene fa un bellissimo elogio della sua dolcezza. Sant’Epifanio e San Girolamo ed altri gli danno il nome di martire. Mori in prigione per la fede a Cesarea nel 251.
Voglia S. Alessandro concedere che possano essere formati con la presente borsa di studio Apostoli quali il Divin Maestro chiede e desidera ed è pure nella intenzione più fervida di chi volle fondarla.
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FONDO PERDUTO
In questo mese due pie persone vollero farsi il bel merito di cooperare alla Casa con offerte cospicue a fondo perduto e cioè: una con L. 10.000 in Cons. 5%; l’altra con L. 15.000 in Cons. 5%. Deo gratias!
Voglia il Divin Maestro benedire le offerenti ed illuminare tante anime che potrebbero compiere opera preziosa a favore dell’Apostolato-Stampa, compiendo tre beni: l’interesse in vita e i meriti per sè, mentre fanno conoscere Gesù Cristo e lo fanno regnare negli altri, lo fanno amare e pregare di più, gli danno più gloria e salvano tante anime di più.
Questa forma di beneficenza è particolarmente facile a coloro che hanno titoli e che dovrebbero o farli custodire in una cassetta di sicurezza con spesa o tenerli in casa con pericolo. Li custodisce la Provvidenza e li conserva per questa e per l’altra vita.
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I Centri di diffusione
Libri e oggetti religiosi nelle Parrocchie
Fra le varie iniziative che la Pia Società mette a disposizione e a servizio dei RR. Parroci, nessuna, crediamo, è di così facile attuazione quanto quella dei «centri di diffusione». I Parroci, lo sappiamo, spendono ogni anno centinaia di lire per premiazioni catechistiche, ricordi di Comunione e Cresima, Missioni, Ritiri ecc. ecc.
Perché spendere, talora, a occhi chiusi? Perché servirsi del primo Catalogo che capita fra le mani? Perché riservarsi il diritto di restituire quanto, all’atto pratico, non si vede utile alle necessità particolari della Parrocchia?
Le considerazioni che abbiamo finora esposto, sono, è vero, d’indole prevalentemente economica. Ma chi non sa come anche per le migliori iniziative è necessario fare i conti con la borsa? Ora noi diciamo ai RR. Parroci: Rivolgersi alla Pia Società S. Paolo per l’Apostolato della Stampa in Alba (Piemonte). Essa concede queste facilitazioni:
1° Dà i libri e prezzo ridotto. (La Pia Società non è una libreria qualunque; è una Congregazione religiosa, che vuole essere di aiuto ai Parroci coll’Apostolato-Stampa). Il piccolo utile che i Parroci ricaveranno sarà tutto a beneficio loro e dell’opere della Parrocchia.
2° Dà ai Parroci il diritto di restituire i libri invenduti. Naturalmente deve essere cura rigorosa dei RR. Parroci l’impedire che i libri segnati in deposito si guastino o in qualche modo si deteriorino.
3° E il pagamento? La Pia Società vorrebbe poter dire a tutti: Prendete quello che volete dai nostri Cataloghi, provate a diffondere: se vi riesce, pagherete; se non vi riesce, rimanderete il tutto ad Alba e non se ne parli più. Il peso, come si vede, peserebbe troppo sulle spalle della Pia Società. E allora diciamo: pagate solo per metà, anticipatamente o contro assegno, il valore di quello che la Pia Società vi spedisce. «Ma e se non venderemo nulla?». Se non venderete nulla, farete un bel pacco di tutti i libri e li spedirete ad Alba: e la Pia Società, a sua volta vi rimanderà il vostro denaro.
4° E le spese di porto? Le spese di porto sono a carico del committente; questa è la regola generale per tutti i depositi. Meglio sempre spedire a mezzo ferrovia. Per alcune località sarà più scomodo, ma d’altra parte costa assai meno e quindi tale mezzo di spedizione è assai più conveniente.
Ed ora, all’opera! Tutti i Parroci possono tenere con sé libri e oggetti religiosi per le loro popolazioni. In caso potrebbe occuparsene anche il Sacrestano o la Perpetua, o una brava Maestra, o le Suore dell’Asilo...
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COOPERAZIONE
nell’Apostolato
Le forme della carità sono molteplici, e le anime che amano il Signore e che vivono con l’occhio fisso all’eternità sono inesauribili nelle risorse e nelle industrie del bene.
In questo modo è venuta da sé spontaneamente attuandosi una nuova forma di cooperazione all’Apostolato-Stampa.
Cooperazione santamente industriosa che ha già dato i suoi frutti e che noi proponiamo nuovamente ai nostri Cooperatori per l’aumento straordinario dei loro meriti, per una più larga diffusione delle sane letture e per il maggior bene delle anime.
Ed ecco come:
1) Un cooperatore prende su di sé l’iniziativa di stampare un libro o un foglio ben scelto: vogliamo dire tra quelli che sono i migliori quanto a venire diffusi, esitati.
2) Per tale libro o foglio, questo Cooperatore sostiene le spese di carta e stampa, venendo così ad acquistarne la proprietà.
3) La Pia Società San Paolo conserva presso di sé tutti gli esemplari del libro come in deposito, con l’incarico di venderli al più presto nella diffusione che sta facendo.
4) Man mano che la vendita sarà effettuata, il Cooperatore ritira il denaro suo: e ad ogni modo, si può rimanere certi che, dato il genere dei libri, il quantitativo delle copie e la larga diffusione alle case, in breve tempo la vendita sarà effettuata., e il denaro quindi totalmente rimborsato.
5) Sul denaro però impegnato, cioè sul capitale, sarà corrisposto un interesse equo, ragionevole.
Ed i vantaggi?
1) Ogni persona: un sacerdote, un operaio, un capitalista, un modesto risparmiatore, un bravo agricoltore, una persona qualsiasi insomma, diviene editrice, diviene apostola della stampa!
2) Si partecipa a tutto il bene della Pia Società San Paolo in vita e in morte.
3) Si ha il più sicuro e santo impiego del denaro, mentre si illuminano tante menti della luce della verità.
4) Si dà alla Pia Società San Paolo il mezzo utile di sviluppare il suo Apostolato.
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Proponiamo, per ora, la stampa dei seguenti libri:
LA BIBBIA COMPLETA IN ITALIANO: Copie 25.000 (venticinquemila). L. 250.000.
LA BIBBIA COMPLETA IN LATINO: Copie 10.000 L. 150.000.
LA BIBBIA COMPLETA LATINO-ITALIANO. Copie 10.000 L. 150.000.
IL MESE Dl MAGGIO - Muzzarelli: 3a Edizione. Copie 30.000 (Trentamila) L. 25.000.
LA BIBBIA DELLE FAMIGLIE - E. Tintori
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2a Ristampa. Copie 35.000 (trentacinque mila). L. 250.000 (duecentocinquanta mila).
VITA DI GESÙ - E. Tintori: 1a Edizione. Copie 50.000 (cinquantamila). L. 100.000 (centomila).
VITA DEL B. BOSCO - Zarbà d’Assoro: 2a Edizione. Copie 30.000 (trentamila). L. 60.000 (sessantamila).
VITA DEL B. COTTOLENGO - Mons. Civati: la Edizione. Copie 20.000 (ventimila). L. 40.000 (quarantamila).
LETTERE DI SAN PAOLO - E. Tintori: 1a Ristampa. Copie 50.000 (cinquantamila) L. 50.000 (cinquantamila).
IL DIVIN MAESTRO (Vangelo unificato). 2a Ristampa. Copie 40.000 (quarantamila). L. 80.000 (ottantamila).
ALLE MADRI CRISTIANE - Chiesa: la Ristampa. Copie 5.000 (cinquemila). L. 10.000 (diecimila).
VITA DI S. AGOSTINO - la Ediz. - Copie 20.000 (ventimila). L. 50.000 (cinquantamila).
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Il Vangelo in ogni famiglia
Verso i primi di gennaio uscirà il Vangelo in edizione economica adatta alla propaganda in tutte le Famiglie.
Invitiamo i nostri Cooperatori a prenotarlo per la loro famiglia: potete servirvi del modulo qui unito.
A CHI FA PRENOTAZIONI di Vangeli o di Lettere di S. Paolo verrà praticato un prezzo di favore anche per poche copie e cioè: per il Vangelo L. 1,25 in brossura, L. 1,75 legato alla bodoniana, L. 2,25 legato in tela; per le Lettere di San Paolo L. 1 in brossura, L. 1,50 legato alla bodoniana, L. 2 legate in tela. Mentre chi non prenota, i prezzi per quantitativi inferiori alle 100 copie sono:
Per il Vangelo rispettivamente: L. 1,50 - 2,25 - 2,75 e per le Lettere di San Paolo L. 1,25 - 1,75 - 2,25.
ATTUALMENTE TENIAMO PRONTE: La Bibbia delle Famiglie - Vecchio Testamento L. 10 - Nuovo Testamento L. 5 - Legata in un volume L. 20. – Il Divin Maestro (i quattro Vangeli concordati) L. 4 – La Vita di Gesù, narrata al popolo con parole del Vangelo L. 4.
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AVVERTENZA
La Pia Società S. Paolo è Istituto distinto dalla Pia Società delle Figlie di S. Paolo, sebbene abbiano fine e spirito uniformi. Chi scrive è pregato a tenerlo presente per il più sollecito recapito e sicurezza di venir soddisfatto con prontezza. - Per la prima l’indirizzo si è: Pia Società S. Paolo, Alba; per la seconda: Pia Società delle Figlie di S. Paolo, Alba.
Per Telegrammi per la prima: Sampaolo, Alba; per la seconda: Figlie San Paolo, Alba.
Telefono: Pia Società San Paolo 95. - Pia Società Figlie San Paolo 174.
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