Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

Anno XII - N. 18 — 17 Settembre 1930 — Conto C. Postale

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

PIA SOCIETÀ S. PAOLO

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 51)


[foto

Alba – Le Case della Pia Società San Paolo; al centro: la Chiesa
dedicata al Grande Apostolo.

Per ordinazioni di libri, oggetti religiosi, abbonamenti, offerte, ecc., indirizzare vaglia e corrispondenza alla Pia Società S. Paolo – ALBA (Piemonte) o alle case:
Alba, Piazza S. Paolo - Torino, Via Belfiore, 66 - Roma, Via Grottaperfetta, 58 - Salerno, Corso Garibaldi, 152 - Bari, Via Dante Alighieri, 29 - Verona, Via S. Cosimo, 1 - Cagliari, Via Gio. Spano, 22 - Udine, Via Vittorio Veneto, 23 - Firenze, Via Borgo Ognissanti, 63 - Palermo, Corso Vittorio Emanuele, 393 - Genova, Via Assarotti, 35 rosso - Reggio Emilia, Via Emilia S. Stefano, 22 - Bologna, Via Monte Grappa, 22.
~
VIE E MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA

Chi ringrazia e chi domanda

Quanto diventa numerosa e quanto bella la Famiglia dei Cooperatori che pregano gli uni per gli altri! La preghiera è la carità che più sovente chiedono le anime cristiane, perché la preghiera è il prezzo ad ottener ogni grazia.
«Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio, credete e l’otterrete», sono le parole di Gesù.
[elenchi delle offerte]
Tanti altri Cooperatori e Cooperatrici si raccomandano e mandano la loro offerta. Per tutti ben volentieri preghiamo e offriamo il bene che si fa in casa.
~
PIA SOCIETA’ SAN PAOLO
Per l’Apostolato-Stampa - ALBA (Piemonte)

La Pia Società S. Paolo è un Istituto religioso, approvato e conforme al Diritto Canonico Vigente, per l’Apostolato della Stampa.

PROGRAMMA

Pia Società San Paolo

La Pia Società S. Paolo si propone di predicare con la Stampa, come i Sacerdoti predicano con la parola, le verità cristiane, per santificare i suoi membri e salvare le anime e far regnare Gesù Cristo nel mondo.
È una Società di Sacerdoti e Coadiutori laici di vita comune e religiosa.
La Pia Società S. Paolo per l’Apostolato Stampa ha i suoi scrittori, stampatori, propagatori della Stampa religioso morale. Ha inoltre, e riceve giovanetti che dimostrino vocazione religiosa e vogliano dedicarsi all’Apostolato Stampa in qualità di Coadiutori laici.

Studenti

Sono giovani che tendono alla carriera ecclesiastica e alla vita religiosa. Essi sono in un Seminario, con tutti i corsi di studio e con tutti i mezzi di formazione secondo la speciale loro vocazione. Nel medesimo tempo essi imparano alquanto l’arte tipografica e si fa loro conoscere la missione della Buona Stampa; la teoria e la pratica della Stampa sono invero una delle loro materie specifiche e necessarie.
Fanno gli studi come in un Seminario, sviluppando di più la sociologia; e studiano pure tanti anni, come in un Seminario ben ordinato.
Terminati i loro corsi di studio (Ginnasio, Liceo,Teologia), potranno chiedere di entrare, dopo il noviziato, nella Pia Società S. Paolo.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE. – 1. Diano buoni segni di vocazione religioso-sacerdotale.
2. Abbiano compiuto o compiscano i dodici anni almeno durante l’anno di entrata.
3. Abbiano compiuto almeno la quarta elementare e riportato l’attestato di promozione.
4. Attestati di nascita, studio, Battesimo, vaccinazione, buona condotta e sana costituzione.
Gli alunni pagano L. 50 d’entrata che non si restituiscono più, anche se il giovane si fermasse un solo giorno. Inoltre pagano L. 60 mensili il primo anno; L. 40 mensili il secondo anno; L. 20 mensili il terzo anno; in seguito sono tenuti gratuitamente. Però restano sempre a carico dei parenti fino a studi compiuti, vestiario, biancheria, bucato, rammendatura, libri, medico.
Si accettano pure anche giovani che si trovano già nei corsi di ginnasio o di liceo o di Teologia; questi però maggiormente occorre siano decisi e dimostrano vocazione religiosa.

Coadiutori Laici (o Discepoli)

I Coadiutori laici (detti Discepoli) aspirano alla vita religiosa laica, nell’Apostolato-Stampa.
Il loro primo lavoro è la preghiera, l’esercizio delle virtù cristiane, la formazione alla vita religiosa.
Il secondo è lo studio teorico pratico del lavoro tipografico di composizione, della carta, degli inchiostri, dell’impressione, legatura, propaganda ecc.
All’Età conveniente possono essere ammessi al noviziato, e successivamente ai voti religiosi di castità, obbedienza e povertà; sempre che lo chiedano e dimostrino attitudini alla vita religiosa. Ammessi ai voti sono provvisti di tutto quanto loro occorre.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE. – 1. Diano segni di vocazione religiosa e facciano domanda per mezzo del loro Parroco.
2. Abbiano compiuto o compiscano durante l’anno di entrata almeno dodici anni.
3. Siano forniti almeno dell’attestato di promozione dalla quarta alla quinta classe elementare.
4. Presentino attestati di vaccinazione, buona condotta e sana costituzione fisica con esenzione da malattie ereditarie.
Gli aspiranti pagano L. 50 di entrata che non si restituiscono più anche se il giovane si fermasse un solo giorno; e inoltre L. 60 mensili il primo anno; L. 40 mensili il secondo anno; L. 20 mensili il terzo anno. In seguito non sono tenuti ad alcuna pensione; ma restano a carico dei parenti le spese di vestiti, bucato, medico, libri finchè abbiano emessi i primi voti. In seguito l’Istituto provvede a tutto.
Se però entrano dopo compiuti i sedici anni, sono dispensati dalla pensione e pagano soltanto
~
L. 50 di entata e le spese del bucato, vestiti, medico, libri fine all’emissione dei primi voti. In seguito l’Istituto provvede per tutto.
CORREDO. – All’entrata i giovani devono possedere il seguente corredo: Materasso largo m. 1; Lungo m. 1,90 lenzuola 6; baule 1; imbottita 1; cuscino 1; copriletto 1; Calze da estate paia 6; da inverno paia 6; Bluse da lavoro 1; flanelle da estate 3; da inverno 3; scarpe paia 3; pettine 1; cappello 1; vestiti 3; catino 1; asciugatoi 8; camicie da estate 4; Mutande da estate 4; da inverno 4; tela larga metri 1; lunga metri 1,90; sapone e lucido; spazzola da abiti e da scarpe 1; fodere da guanciale 4; tovaglioli 6; fazzoletti 10.
Ogni capo di biancheria dovrà portare il numero che sarà indicato nell'avviso di accettazione.

Pia Società Figlie di S. Paolo

È una congregazione religiosa femminile, approvata a norma dei Sacri Canoni. Essa è affine alla Pia Società S. Paolo; avendo comune con questa molti mezzi, il fine, lo Spirito.
FINE. – Anzitutto: tende alla santificazione delle figlie con la vita comune, la pratica con i voti di castità, povertà, obbedienza, gli esercizi della vita devota.
Inoltre: tende alla salvezza delle anime con l’Apostolato Stampa. Si propone infatti di diffondere la dottrina e la vita del Vangelo con la Stampa, come la catechista con la parola. Perciò vi sono le scrittrici, le tipografe, le propangadiste ecc.

OPPORTUNITA’. – Molte sono nella Chiesa le famiglie di Suore: altre per gli infermi, altre per la gioventù, altre per le Missioni ecc. In questi tempi vi è un gran bisogno di averne una dedicata all’Apostolato Stampa. L’Apostolato Stampa richiede: chi scrive, chi compie il lavoro tipografico, chi sparge in ogni famiglia le Divine verità stampate.

SEZIONI. – Prima Sezione: comprende le Suore o Figlie di S. Paolo. Esse secondo le attitudini: 1. si occupano a scrivere giornali, riviste, opuscoli, libri, bollettini ecc. 2. li stampano: e cioè compiono tutto il lavoro tipografico di composizione, impressione, brossura, legatura ecc.; 3. li diffondono dedicandosi a varie iniziative tra cui biblioteche, bollettini parrocchiali, opere bibliche, settimanali ecc. Vestono divisa propria: nera.
Seconda Sezione: comprende le Suore o Pie Discepole che si consacrano all’adorazione del Divin Maestro-Eucaristico, perché tutti gli uomini si raccolgano attorno a Gesù per imparare a seguire i suoi Divini insegnamenti e Santi esempi.
Hanno ciascuna due ore di adorazione per ogni giorno: oltre le altre pratiche comuni di pietà. Inoltre si occupano dei lavori domestici (cucina, cucire, rammendare ecc.). – Vestono divisa propria: bianco-azzurra.

Figlie di S. Paolo

In questa sezione si accettano figlie dai 14 ai 25 anni desiderose di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Tanto le Figlie patentate quanto le provenienti dalla campagna o dagli opifici, troveranno mezzi di santificazione convenienti e ciascuna avrà un’occupazione secondo le inclinazioni e capacità.
Nel tempo di probandato, nel Noviziato, negli anni di voti temporanei la figlia impara a conoscere l’istituto, prova la sua vocazione e si forma allo spirito suo proprio. Oltre le pratiche comuni di pietà, hanno un’ora di Visita al Santissimo Sacramento.
CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE. – Attestati di nascita legittima, Battesimo, vaccinazione, buona condotta, sana costituzione con esenzione da malattie ereditarie.
2. Attestato di aver superato almeno la quarta elementare, di aver dimostrato inclinazione alla vita religiosa, con il consenso dei genitori se non hanno ancora compiuto il 21.o anno di età. Si trovino fra i 14 ed i 25 anni: abbiano un corredo conveniente.
Non pagano alcuna pensione, ma sino all’emissione dei voti sono tenute alle spese di vestiario, bucato medico, libri.

Pie Discepole

In questa sezione si accettano le figlie che amano di preferenza la vita di adorazione e di amore a Gesù Ostia, ritirate dal mondo, dedicate alla riparazione dei peccati della stampa cattiva che rinnova la Passione di Gesù.
Vivono sotto la guida del Superiore della Pia Società di S. Paolo.
Devono essere scelte fra le figlie che più inclinano alla pietà specialmente eucaristica. Siano sane di mente, di corpo e non oltrepassino i 25 anni; entrando non pagano pensione di sorta, ma devono essere fornite di un corredo sufficiente.
Molti Reverendi Parroci si fanno un santo impegno di mandare una figliuola adoratrice che rimarrà una candela vivente accesa innanzi al Santo Tabernacolo per la propria parrocchia.
Negli anni che precedono l’emissione dei voti sperimentano la vita che desiderano abbracciare e danno prova della loro vocazione.
CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE. – 1. Attestati di nascita legittima, Battesimo, vaccinazione, buona condotta, sana costituzione ed esenzione da malattie ereditarie.
2. Attestato di aver superato almeno la quarta elementare, di aver mostrato pietà eucaristica; il consenso dei genitori se l’aspirante non ha ancora compiuto il 21 anno di età. Si trovino fra i 14 e i 25 anni di età; abbiano un corredo sufficiente.
Non pagano alcuna pensione: ma sino all’emissione dei voti sono tenute alle spese di vestiario, bucato, medico.
In ogni caso, si tratti di vere Vocazioni Religiose. – Scrivere: Pia Società San Paolo - ALBA (Piemonte).
~
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)


SETTEMBRE: MESE DELLE VOCAZIONI

I fanciulli si preparano per ritornare ai collegi; i padri, le madri, i parenti, i Parroci pensano all’anno scolastico del prossimo ottobre. Di molti si dice: cosa farà questo figliuolo?
Lo metteremo al lavoro? allo studio? in collegio? in Seminario? in un Istituto pio?

È precisamente questa l’ora della scelta

È il tempo adatto per curare le vocazioni; e il Parroco adocchia tra i suoi chierichetti, tra gli aspirantini, e anche tra i giovanetti del circolo, quelli che dimostrano uno spirito di pietà più sodo, quelli che sono più puntuali alle funzioni di Chiesa, più assidui ai SS. Sacramenti, alla lezioni di catechismo: sa dire loro una buona parola, suggerisce, consiglia, incoraggia… spiana in sostanza la via ai fanciulli che gli sembrano fatti per il Signore.
Il Parroco indirizza le Funzioni a questo scopo; in modo speciale Comunioni generali, Messe celebrate ed ascoltate per questo, Rosari, preghiere e mortificazioni di anime pie; insiste nelle istruzioni, nelle prediche, spiegando la bellezza della vocazione allo stato Religioso e Sacerdotale, le grazie speciali che il Signore concede ai genitori che danno alla Chiesa qualcheduno dei loro figliuoli, il merito grande, ecc. ecc.; ne parla sul Bollettino Parrocchiale; aiuta lo sviluppo di queste vocazioni con tutte le industrie che la carità e lo zelo suggeriscono, presso le famiglie e i singoli fanciulli.

«Genitori... datemi un figliuolo»

È l’invito discreto che il Divin Maestro fa sentire al cuore dei genitori quando nella famiglia ha scelto un ragazzo per il Sacerdozio o per la vita Religiosa.
Nostro Signore non obbliga; non costringe, rispetta la libertà umana. Ma domanda… e il suo richiamo merita una risposta. Invita... e il suo invito richiede una accettazione... o un rifiuto.
«Donamelo, vuoi? Ne farò un mio Sacerdote. Conta su di lui, sul tuo figliuolo per continuare, fra gli uomini, il ministero che ho incominciato sulla terra...».
Gesù vedendo le folle che accorrevano dietro di Lui, ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore. E disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe affinché mandi buoni operai nella messe».
Gli operai della messe sono prima di tutto i Sacerdoti, i Religiosi: i Sacerdoti-Religiosi, i missionari dell’Apostolato-Stampa.
Genitori, comprendete l’invito discreto e premuroso? In questa vocazione vi è un debito di famiglia da pagare, un onore da raccogliere.

Un debito di famiglia

Pensiamo al nostro debito verso la Chiesa. Possiamo ricordare uno solo dei grandi benefizi di Dio, senza incontrare accanto a questo ricordo la figura del Sacerdote? Chi ci guida sulla via della salvezza che Nostro Signore ci ha indicato? Chi Battezza? Chi rimette i peccati? Amministra i Sacramenti? Il Sacerdote che a nome di Dio e della sua Chiesa, si spende tutto per il bene dell’anima nostra. –
~
Esprimono quindi sentimenti cristiani quei genitori che dicono: «Quanti altri figliuoli, da tanti e tanti anni, si sono consacrati al servizio spirituale della nostra famiglia!... È il nostro turno!». E volentieri pagano questo debito a Dio e alla Chiesa, lasciando che i loro figliuoli seguano la chiamata del Signore.

Un titolo di onore

Chiunque ha fede comprende che non c’è in terra e in cielo, onore paragonabile a quello di essere Sacerdote.
Che un capo di Stato scelga un uomo per farne il suo rappresentante, il suo ambasciatore, il dispensatore dei suoi favori, è già un onore; ma che Dio designi un uomo per vivere nella sua intimità, per farne il suo intermediario, il suo mediatore, è un onore che li sorpassa tutti.
Nessun ministero può essere paragonato al ministero del prete; nemmeno è più fecondo né più utile.
«Andatevi a confessare a un Angelo o alla Santa Vergine, diceva il Parroco di Ars, potranno assolvervi? No. Se aveste davanti un migliaio di Angeli non potrebbero assolvervi... Vi daranno il corpo e il sangue di Gesù Cristo? – Nemmeno».
Ebbene alla parola del Sacerdote il perdono di Dio scende in un’anima, la pace del cielo torna in essa; alla parola del prete, Nostro Signore viene sull’altare e rimane presente in mezzo a noi.
Senza il prete che diverrebbe il mondo? Tornerebbe alla barbarie, al paganesimo più vergognoso. Non più giustizia, né diritto; al loro posto, come anticamente, la forza e la brutalità.
Il prete è l’uomo del Vangelo, e il Vangelo è la carta della civiltà umana.
Senza il prete che diverrebbe la morale?... A poco a poco sparirebbe dalle anime col dileguarsi della fede.
Il prete è l’uomo della morale, l’insegna e la pratica.
Senza il prete che diverrebbero le opere di carità, talora unica riserva dei deboli, dei ragazzi dei vecchi, dei vinti dalla vita ?... Crollerebbero.
Il prete è l’uomo della carità. Come il suo Maestro ha pietà, solleva la miseria.
Sì, l’opera del prete – del più umile prete – è immensa.
Salva tutto… Salva con le sue preghiere la gloria di Dio: egli che è talvolta solo a pregare!...
Visita, consola, riconcilia, semina l’ideale, alza le aspirazioni al disopra dei bassi istinti, delle cupidigie e dell’egoismo… in un parola, nella dura terra della vita, eleva le anime, le salva.
Uomo di preghiera, sostegno della carità, difensore della morale, propagatore del Vangelo, pastore delle anime: tale è il Sacerdote.
Che onore per i genitori, vederlo all’opera quest’uomo e poter dire: «Egli è mio figlio!... sono suo padre… sono sua madre! Certo, noi l’amavamo molto: era il migliore. Ma Dio l’ha chiamato, e noi l’abbiamo dato». E possono aggiungere: «Già fino da questo mondo noi siamo ricompensati!».
Felici dunque i genitori che, secondo le vedute di Dio, favoriscono le aspirazioni dei loro figli! La gloria ricade su di loro.
«Per essere Sacerdoti, diceva Mons. Dupanloup, bisogna essere nati grandi, o diventarlo».
«Genitori cristiani, domandate per i figli e per voi questa nobiltà e quest’onore».

Il Paese delle vocazioni

Nel mese scorso abbiamo pubblicato sul periodico che a Lu nel Monferrato, vi è grande fioritura di vocazioni ecclesiastiche e religiose e ne riportavamo le cifre.
Ora riportiamo quanto di più preciso ed edificante pubblica a tal proposito l'«Osservatore Romano».
Lu è paese di 4000 anime: 2500 raccolte nel centro, 1500 sparse nei cascinali anche a due ore di distanza.
Le vocazioni presentemente fra Sacerdoti secolari, regolari, laici religiosi e religiose, sono ben 500 e cioè il 12,5 della popolazione.
Ed oltre la quantità, la qualità. Quanti cominciarono perseverarono.
Già le cifre esposte nell’altro articolo erano impressionanti, ma ancor più impressionante è il
~
fatto osservato sul posto, poiché esso ci indica che una grazia così meravigliosa fu ottenuta con mezzi relativamente facili, ma che si rivelarono potentissimi e non soltanto dal lato delle suscitate e riuscite vocazioni.
Esso è la dimostrazione potente di quanto sia capace il nostro buon popolo, quanto valgono i SS. Sacramenti e specialmente la Santa Comunione frequente e quotidiana e quanto valore abbia nella società la madre quando è veramente cristiana, cioè quando prende lo stato suo di maternità come un apostolato per il bene comune, per la gloria di Dio, per il regno di Cristo.

* * *
Tanta fioritura di vocazioni a Lu è relativamente recente: comincia dal 1880.
La causa si ascrisse a ciò che le madri fanno mensilmente la giornata della vocazione in comune, ed è vero.
L’iniziativa cominciò in poche, otto o dieci madri, che nel 1870 – dieci anni prima – presero a raccogliersi nel pomeriggio di domenica una volta al mese in una stanza privata per pregare in comune per le vocazioni, che cioè il Signore concedesse alla Sua Chiesa buoni sacerdoti e religiosi in gran numero.
Benchè il paese rimanesse senza il Curatore d’anime principale per ben 11 anni, cioè fino al 1881, esse perseverarono costanti nella loro pratica mensile. I reverendi Parroci susseguitisi dal 1881 appoggiarono e coltivarono l’idea e presentemente tutte le madri di Lu prendono parte alla conferenza ed alla preghiera mensile per le vocazioni che si fa in pomeriggio della prima domenica di ogni mese, dopo aver offerto a questo scopo nella mattina la Santa Comunione, la Messa ed altre pratiche.
L’effetto di questa pratica – come spiegheremo dopo – è semplicemente meraviglioso; ma intanto osserviamo subito un altro fatto, che precedette in ordine di tempo e che vi ha, per un oculato osservatore, la sua potentissima influenza e ci dà la spiegazione di molte cose. Ed è che a Lu già nel 1870 vi era grande frequenza ai Santi sacramenti poiché oltre il corrispondente numero di comunione nei dì domenicali e festivi, vi erano già allora un quaranta comunioni ogni dì feriale.
È probabilmente un riflesso dell’opera del P. Lanteri, del Cafasso e di D. Bosco a Torino.
Oggi a Lu vi sono circa 70 mila comunioni all’anno e circa 160 nei feriali.
È comprensibile quindi come sia potuto allignare, svilupparsi e crescere nelle madri prima, e poi in molta parte della popolazione, un pensiero serio ed un desiderio potente: favorire le vocazioni ecclesiastiche e religiose.
Abbiamo detto che l’effetto della mensile giornata delle vocazioni praticata dalle madri è semplicemente meraviglioso. Ed è vero: ossia dopo la frequenza ai Santi Sacramenti è il perno di tutto un movimento spirituale intenso e fecondo. Ed è comprensibile: il periodico, sistematico, frequente ripetersi dalle madri con semplicità l’intenzione e fervore dovuto del pensiero, desiderio, volontà e preghiera per le vocazioni viene a formare in esse un’idea forte, predominante nel loro spirito, quasi un’idea fissa verso la quale esse ordinano e dirigono tutto nella loro vita. Per meritarsi una tale grazia esse si sforzano di conservarsi non solo buone, ma sante, cercano di contentare il Signore adempiendo esattamente e fervorosamente tutti i loro doveri, pregano con amore, custodiscono cristianamente figli e figlie, inculcano loro i sani e cristiani principii, cercano di mantenere alto nella famiglia tutto lo spirito cristiano!
I figli di tali madri nascono già per così dire con la buona inclinazione, crescono in un ambiente non solo cristiano, ma di perfezione cristiana favorevolissimo alla vocazione.
Un paese composto di tale famiglie, ditemelo voi come sarà; ecco l’effetto sociale: né mode scandalose, né divertimenti mondani, come balli e cinematografi fanno certo fortuna, e con essi non vi fanno fortuna mote altre idee, cose, costumanze ecc., perchè la serietà ed il buon senso della popolazione non lo permettono, benché le tentazioni non manchino nemmeno a Lu.

* * *
In riguardo poi alla cura d’anime oltre le due cose già accennate: frequenza ai santi Sacramenti e giornata delle vocazioni praticata mensilmente dalle madri, non vi è proprio nulla di straordinario e di non comune. È questo da osservarsi. Con poco si ottiene molto quando i mezzi sono bene coordinati al fine. Sotto questo aspetto il caso di Lu si presenta davvero di una semplicità e di una efficacia impressionanti.
Perché quindi non si potrà ottenere, Deo adiuvante, con relativamente sì facili e quasi alla mano, ma costantemente e sistematicamente adoperati, ottenere, dico, in molti altri paesi quanto si è ottenuto a Lu? Io lo credo fermamente. Certo non in un giorno, né in un mese, né in un anno, ma poniamo oggi le basi del lavoro, dirigiamo allo scopo quei due mezzi che già hanno provato di essere tanto efficaci, con la benedizione del Signore a suo tempo ne sbocceranno fiori e frutti copiosi.
L’esempio di Lu pare che dica: quando le madri cristiane avranno inteso la grandezza e la nobiltà della vocazione religiosa o ecclesiastica, per i loro figli sarà fatto un passo non solo grande, ma decisivo nella propagazione del Regno di Cristo.
E se quindi è da congratularsi colla popolazione e specialmente con le madri di Lu e con quei reverendissimi curatori di anime per un esito così splendido delle loro cure e delle loro fatiche, è da augurare anche che l’esempio non resti sterile, ma venga imitato da molti e molti a gloria del Signore, a bene delle anime e della società.
----------------------------------
Un gran premio riserva il Signore per coloro che aiutano le vocazioni all’Apostolato della Stampa.
~
IL COOPERATORE PAOLINO

Il Cooperatore Paolino è persona che restando nel mondo, partecipa quanto maggiormente può alla vita di pietà e di apostolato dei religiosi e delle religiose della Pia Società San Paolo. Il religioso e la religiosa di San Paolo intendono di seguire totalmente il Divin Maestro «Verità, Via, Vita», sull’esempio di San Paolo Apostolo.
Il Cooperatore Paolino cerca di imitare il Divin Maestro nella sua povertà, purezza, obbedienza. Due specie di pratiche di pietà specialmente coltiverà il Cooperatore Paolino. I°. L’esame di coscienza, la meditazione, la direzione spirituale; II° La visita al SS. Sacramento, la lettura del Vangelo, la Santa Messa, la Comunione.
Il Cooperatore Paolino coopera alla Società San Paolo:
I°) Spiritualmente:
a ) con il culto e l’amore a Gesù Maestro, alla Regina degli Apostoli, a San Paolo Apostolo; - b) con l’opera delle SS. Messe; - c) con la cura e l’aiuto alle Vocazioni Paoline.
II) Con le Opere:
a) con l’adesione alla sezione biblica della Pia Società San Paolo; - b) nell’Apostolato del libro; - c) nell’opera Bollettini Parrocchiali; - d) nell’unione Scrittori, Disegnatori, Collaboratori ai periodici; - e) nelle sezioni Parrocchiali o Diocesane dei Cooperatori Paolini; - f) nelle associazioni G. Biblioteche; - g) nei centri di diffusione, e negli abbonamenti; - h) con tutte quelle Sante industrie che tendono ad allontanare ogni dottrina dell’unico Maestro ed a diffondere ogni stampa della Dottrina Cattolica.
III) Con le Offerte:
a)assumendo le spese di pubblicazione di scritti (Vangeli, fogli, libri) di molta gloria di Dio e pace agli uomini; - b) Assumendo le spese per gli studi di un aspirante al Sacerdozio, o all’ufficio di Maestra scrittrice nella Pia Società San Paolo; o per la formazione di un Religioso laico o Religiosa per l’Apostolato-Stampa (borse di studio, vestizioni, pensioni); - c) donando in natura o denaro quanto occorre per il culto, l’Apostolato, la vita dei Paolini o delle Paoline (vitalizi, depositi a fondo perduto, macchinari, cibarie, oggetti sacri ecc. ecc.).

Cooperazione di preghiera
Pratiche di pietà che si consigliano:
1. - Ora di adorazione nella forma: «Gesù Verità, Via Vita».
2. - Opera delle 2000 SS. Messe.
3. - Bacio riparatore.
4. - La prima domenica ad onore del Divi Maestro.
5. - Coroncina alla Regina degli Apostoli.
6. - Festa del Divin Maestro.
7. - Libretto delle preghiere.
8. - Novena a S. Paolo.
9. - Lettura del Santo Vangelo.
10. - Benedizione di S. Paolo.
11. - Coroncina a S. Paolo.
12. - Opera delle Vocazioni.
13. - Vangelo nel luogo d’onore della casa, ogni sera leggerne e baciarlo.
14. - Portare il Vangelo sulla persona.


STACCANDO DA RITORNARCI PER IL RESOCONTO
(spedire in busta aperta come stampe, affrancata con cent. 10)

Messe quotidiane, settimanali, mensili, N° ……
Comunioni, N° ……
Visite al SS., N° ……
Com. Spir., N° ……
Offerte sacrifici ogni giorno, N° ……
Mortif. di lingua, gola, occhi, al giorno, N° ……
Lettura del S. Vangelo, N° ……
Giaculatorie, N° ……
Indirizzo ben chiaro .............
~
LO SPIRITO DEL COOPERATORE PAOLINO

Il Cooperatore Paolino è persona che, pur restando nel mondo, partecipa quanto maggiormente può, alla vita di pietà e di Apostolato dei Religiosi e delle Religiose della Pia Società S. Paolo.
Si avvicina quanto più può alla vita religiosa, alla perfezione della vita cristiana fino alla emissione dei tre voti di Ubbidienza, Povertà, Castità, secondo lo permettono le condizioni del proprio stato.

* * *
Il Religioso e la Religiosa di S. Paolo intendono di seguire totalmente Gesù Divino Maestro Verità, Via, Vita, sull’esempio di S. Paolo.
S. Paolo fu l’Apostolo tutto di Gesù, che mise alla disposizione del Divin Maestro tutte le sue forze, il suo tempo, la sua vita intiera. Consumò nell’amore a Gesù e alle anime; attinse direttamente da Gesù la Verità e ce la trasmise nelle sue Lettere: «secondo il mio Vangelo», Egli dice; e noi sappiamo che l’Evangelista S. Luca scrisse il S. Vangelo attingendo molto dall’Apostolo.
Gesù è la Verità discesa dal cielo per illuminare ogni uomo che viene in questo mondo; Egli, come dice S. Paolo (Coloss. II, 3), racchiude in sé tutti tesori della sapienza e della scienza.
Andare alla scuola del Divin Maestro, apprendere questa verità dal suo Santo Vangelo e comunicarla alle anime, ecco il compito del Religioso e della Religiosa di S. Paolo, il compito del Cooperatore Paolino nell’ambito e in quanto lo permettono le sue occupazioni.
Gesù è Via, e significa che Egli ci ha dato l’esempio. Non solo ci ha detto che cosa si deve fare per arrivare alla salvezza eterna e come si deve agire, ma ci ha dato l’esempio. – Incominciò a fare e poi ad insegnare. «Vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io, così facciate anche voi».
Seguire quindi gli esempi di Gesù. La sua povertà nel distacco dalle cose terrene, e sapersene servire in bene. La sua umiltà profonda; il suo spirito di mortificazione, di orazione, di uniformità alla volontà del Padre ecc.
S. Paolo mise tutto il suo tempo, tutte le sue energie, tutto il frutto dei suoi sudori a profitto della salvezza delle anime. Nel servizio delle cose terrene, ci è modello.
Imitare il Divin Maestro nella sua Purezza, in quella virtù così preziosa ed in Lui in grado sì alto, per cui trascinava dietro di sé le turbe conquistando i cuori, convertendo le anime.
E S. Paolo praticò questa virtù, e la inculcò nei suoi Discepoli e nei primi cristiani: «Vorrei che tutti fossero come sono io...».
Imitarlo nella sua Ubbidienza. «Quae placita sunt ei facio sempre», faccio sempre, costantemente ciò che piace al mio Padre Celeste, disse Gesù. È il grido che lancia sulla Croce: «Consummatum est», tutto è consumato, la Redenzione è compiuta.
«Cursum consummavi, ho consumato il mio corso, ho combattuto la buona battaglia, ho fatto la volontà del Signore», dice S. Paolo in fin di vita. «Ora vado a ricevere il Premio…». Ecco l’imitazione perfetta del Divino modello Gesù.
Avvicinarsi a questa imitazione del nostro caro Padre e modello S. Paolo, è appunto quello che ogni Cooperatore nostro deve sforzarsi di fare.

* * *
I Religiosi della Pia Società S. Paolo hanno queste pratiche di pietà: Meditazione Messa e Comunione, Visita al SS Sacramento un’ora al giorno, esame di coscienza (preventivo, particolare e generale) lettura quotidiana della S. Scrittura. Le divozioni loro sono: Divin Maestro, Regina degli Apostoli, S. Paolo, Angelo Custode, San
~
Giuseppe, Anime Purganti. I Cooperatori Paolini dovranno avvicinarsi quanto più possono a queste pratiche di pietà ed a queste devozioni, in modo da formare un’unica famiglia spirituale.
Verranno chiaramente spiegate queste pratiche e queste divozioni.

-----------------------------

Veleno: non toccare!
Lodi, «Il Cittadino» 7 Agosto 1930.
Continuano a Lodi le somministrazioni generose di opuscoli e pubblicazioni protestantiche nelle famiglie. Lo spirito di Satanasso che e previdente ha approfittato della contemporanea presenza in città di propagandisti della Pia Società della Buona Stampa di Alba, per mandare i suoi satelliti, sicuro che l'equivoco facilmente producibile in molte famiglie fra la natura degli uni e degli altri inviati, avrebbe permesso ai suoi di far buoni affari.

I nostri concittadini stiano allerta, e ci segnalino pure la presenza dei propagandisti del protestantesimo, istituzione d'oltralpe ed antilatina, di carattere prettamente massonico, e non acquistino in nessun modo le pubblicazioni offerte in vendita.
~
È dovere di ogni buon Cooperatore far conoscere l’«Unione» alle persone più pie e zelanti nella propria Parrocchia.

GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI

Il Papa in un discorso ai pellegrini maltesi, li pose in guardia contro i falsi profeti; e si spiega così: «Vi sono oggi dei falsi profeti parlanti e scriventi, e gli uni valgono gli altri. Per evitare i primi basta non ascoltare la loro parola; ma i profeti scriventi sono i più pericolosi; giacchè le cose stampate (ed ora hanno una divulgazione ed una rapidità di diffusione sbalorditiva) vengono mandate a chi le vuole e a chi non le vuole, ed anche a coloro che non le pagano.
È questo un pericolo per il quale occorre molta vigilanza ed anche una giusta diffidenza, non tanto per coloro che scrivono e che stampano, quanto per le cose che essi scrivono.
Bisogna quindi quando si legge saper distinguere, avere occhio e discernere da qual parte viene lo scritto. Bisogna ricordare in proposito l’ammonimento che il grande Manzoni dava alla figlia: «Bada che il libro che leggi potrebbe essere più forte di te e creare pericoli tanto più grandi».
Quanta verità in queste parole! Quanti per le letture hanno perduto la fede, e si son fatta una mentalità errata! Lo si vede da questo che non trovano nessun male nel giornale che leggono, per quanto poco rispetto mostri per la Religione, per quanto si mostri libero nel parlare, nel descrivere le cronache più invereconde, per quanto esalti la materia a danno dello spirito...
Il fatto si spiega così: quando uno sta da qualche tempo in una camera chiusa, non si accorge che l’aria è viziata; invece se ne accorge bene chi entra dal di fuori. Col leggere si sono adottate le idee e il modo del giornale, e non si vede più in là…

PER IL POPOLO
«Da S. Giovanni alla Vena» (Pisa)

Sotto questo titolo il giornale «Il Telegrafo» pubblicava il seguente articolo che noi riportiamo integralmente.
«A giorni il nostro paese sarà visitato dalle Suore di S. Paolo le quali si presenteranno in ogni famiglia invitando all’acquisto di libri di sana lettura tra i quali il Vangelo.
Il fatto è di eccezionale importanza. Non è la Suora che si accosta al capezzale dell’infermo per sollevare i dolori, la Suora che accoglie i fanciulli per educarne l’anima ed istruirne la mente, la Suora che rivestita di umile saio bussa all’uscio di ogni casa e chiede carità, ma la Suora che si allontana dall’ordinario e tutta se stessa ha consacrato e consacra alla diffusione della buona stampa.
Dalla cittadina di Alba in Piemonte ove vivono, lanciano in ogni parte d’Italia e del mondo opuscoli, giornali, riviste, libri, immagini, fogli volanti, quanto è necessario insomma per
~
accendere di più nell’animo delle nostre popolazioni la fiaccola della fede.
Ma non contente di consumare la loro fatica al tavolo dello studio, alla cassetta dei caratteri tipografici per la composizione, presso il torchio o la macchina, al banco della rilegatura o nella sala delle spedizioni, vogliono estendere ancor più il proprio lavoro portandosi in pellegrinaggio in ogni paese della nostra penisola per avere contatto col popolo e con esso spezzare il pane del bene.
E verranno anche tra noi, si presenteranno alla nostra porta e ci offriranno la stampa buona. Negare non vuol dire troncare sì nobile iniziativa, ma servirà invece a centuplicare l'ardore in quelle anime ormai preparate ad ogni sacrificio e accogliere sarà compiere atto degno di noi, della nostra razza, delle nostre tradizioni, per l’esempio dei nostri figli, per la storia dei nostri posteri. Il libro buono, la lettura sana portata una volta in seno alle famiglie vi rimarrà certamente e produrrà a suo tempo benefici frutti.
Che le nostre popolazioni sentano la necessità d’insegnamenti sacri e d’istruzione religiosa è innegabile perché tutti ne hanno bisogno. E quelli che stimandosi sapienti crollano le spalle e mostrandosi un po’audaci spazzano quanto la fede sa suggerire ed operare in umili cuori, saranno i primi a piegare il ginocchio e un giorno a pentirsi delle loro azioni malvagie. Chi veramente brama la sua elevazione morale e molto tiene alla sua dignità di uomo e di cittadino e nel contempo desidera anche uno sviluppo materiale, deve conoscere ed imitare.
Se nelle famiglie, nelle botteghe, nei ritrovi, nella società, nelle tasche dei giovani e nelle mani delle fanciulle metteremo libri buoni, sani e belli, le coscienze ne risentiranno gran vantaggio, gran vantaggio ne risentirà pure la fede e la patria infine potrà cantare ancor più stupende e meravigliose vittorie.
Accogliamo quindi volentieri le Figlie di San Paolo, facciamo loro buon viso e si acquisti quella stampa che fa bene per l’anima ed anche per il corpo».
Q. P.
~
LE VERGINI
SPOSE DEL SIGNORE

L’Esercito delle Vergini consacrate a Dio è immenso. Gli Istituti che le raccolgono sono numerosissimi, ognuno col proprio spirito, il proprio scopo e la propria divisa. Taluni contano fin 20.000 e più Suore. A Roma sono 295 con 305 case.
Le Vergini consacrate a Dio seguono o l’esempio di Marta o quello di Maria. Ricordate le due sorelle del Vangelo?
Marta si dava attorno affaccendata per servire Gesù. Maria stava seduta ai piedi di Gesù per ascoltarlo e amarlo.
Così le Suore. Le une si dedicano specialmente alle opere di carità verso il prossimo, ossia a servire Gesù vivo nei poveri nei bimbi, nei sofferenti.
Le altre si dedicano specialmente alla preghiere, alla contemplazione, alla penitenza per le offese che Gesù riceve.
Le prime devono necessariamente uscire dal mondo. Le seconde di regola stanno rinchiuse nei conventi, lontane dal mondo.
Il tipo perfetto delle Suore che stanno rinchiuse nei conventi è Santa Teresina del Bambin Gesù. Esse pregano e soffrono per Gesù, pregano e soffrono per i sacerdoti e Missionari, per i peccatori e gli infedeli, per i moribondi e le Anime Purganti.
La loro è una vita di unione intima con Dio, una vita di penitenza, di silenzio di amore e di dolore in unione con Gesù Crocifisso.
Tali sono le Carmelitane, le Visitandine, certe Domenicane e Benedettine e altre ancora.
È recente l’annunzio dato dai giornali della istituzione in Francia, sulle rive della Marna, di un Monastero di Suore Benedettine, le quali si sono obbligate al perfetto silenzio per tutta la loro vita o alla preghiera per i Morti della grande guerra.
Occorre inclinazione speciale e molto eroismo per questa vita. Molte sono fra di esse le Sante e le favorite di doni speciali da Dio.

* * *
Le Suore che dedicano la loro vita al servizio di Gesù nella persona del loro prossimo, ai nostri giorni sono più numerose.
Ecco le Suore che curano i malati negli Ospedali, i feriti sui campi di battaglia, gli appestati durante le epidemie, i lebbrosi nei villaggi e nelle isole ad essi soli riservate.
Quali eroismi! Quanta pazienza, quanto amore, quali delicatezze! Sono tenere come le mamme, dolci come sorelle, pure come Angeli. Curano le piaghe più ributtanti, sopportano ogni malo trattamento, passano le notti vigili, instancabili.
Che cosa chiedono in cambio? Nulla. Solo di poter ricevere ogni giorno Gesù, se è possibile. E come mai tanta dedizione? Perché nei sofferenti vedono Gesù sofferente e non bramano che di alleviare i suoi dolori.
Le più conosciute fra di esse sono le figlie della Carità, fondate in Francia da San Vincenzo de’ Paoli, o Suore della cornetta. Ma ve sono anche moltissime altre, d’ogni nazione e d’ogni divisa.

* * *
Ed ecco le Suore insegnanti. I piccoli bambini, le bambine e le fanciulle hanno bisogno di cuori di mamme che insegnino loro le verità della Fede e diano loro l’educazione cristiana. L’infanzia abbandonata senza babbo e senza mamma trova questi Angioli di Dio che la raccoglie, l’istruisce, la comprende, l’ama, la nutre e la rende capace di provvedere a sè per la vita del corpo e dell’anima. Le fanciulle e le giovinette del popolo che non possono ricevere in famiglia l’educazione e l’istruzione, trovano la buona Suora che sostituisce in questo compito delicatissimo i genitori Le fanciulle e le signorine delle classi più alte della società trovano le Suore che le custodiscono dal male e danno loro l’educazione compita e l’istruzione elevata necessaria al loro grado.
Fra queste spiccano le Figlie di Maria Ausiliatrice o Salesiane fondate dal Beato don Giovanni Bosco e le Maestre Pie di Santa Lucia Filippini.

* * *
Ed eccoci alle Suore Missionarie.
Partono sulle navi, scendono in qualche porto lontano dell’Asia, o dell’Africa, o dell’America, nelle regioni calde dell’Equatore o fra i ghiacci dell’Alaska, e vanno fra popoli selvaggi, spesso feroci, ignoranti ed anche ostili, e vi stabiliscono la loro residenza. Oh, poca cosa! Anche soltanto una capanna di frasche!
E che fanno ?
Curano i malati, battezzano i bambini morenti, istruiscono le fanciulle e le giovinette, cercano di cambiare il cuore alle vecchie pagane che hanno un piede nella fossa e l’anima cattiva, raccolgono i bimbi abbandonati per far loro da mamma. Sono neri, sudici, oppure gialli ma non meno sudici, bizzosi, insaziabili. Non importa: sono anime care a Gesù. Il calore è cocente, il clima forse malsano; non importa: tutto per Gesù. Le privazioni sono incessanti, di ogni cosa: non importa: abbiamo Gesù. Le popolazioni sono ostili, rozze, intrattabili; forse le belve fanno udire il loro ruggito o striscia il serpente insidioso; non importa: ci difende Gesù.
Far amare Gesù: ecco tutto il programma della Suora Missionaria.

* * *
Ed ecco infine sorgere un nuovo tipo di Suora Missionaria.
Molti che dovrebbero essere cattolici, sono pagani, cattivi e ignoranti. Furono battezzati ma non sanno e non hanno altro di bene.
Chi? Molti e molti abitanti delle città nostre, e anche molti abitanti della campagna, in Italia, proprio in Italia, e così nelle nazioni così dette civili.
Peggio: ecco che noi vediamo scendere a centinaia i protestanti dalla Germania e dall’Inghilterra
~
e tentare la perversione del nostro popolo. E da tutte le parti vediamo propagandisti, organizzatori, comunisti o massoni sbucati dall’inferno che corrompono le anime e affaristi che insegnano il male per far denaro. La fede è minacciata, il male e l’errore entrano nelle case. I Sacerdoti non bastano più, non possono più opporsi sufficientemente.
Ed ecco l’Angelo della Fede, la Suora dell’Apostolato Stampa.
Ella va di casa in casa, di porta in porta, di paese in paese, di città in città e a tutti porta la parola della fede; porta sulle braccia libri e giornali cattolici, buoni, belli, efficaci e offre a tutti con garbo e dolce insistenza, il foglio adatto, il libro che dà il piacere onesto e le idee soprannaturali e specialmente a tutti offre e fa accettare il S. Vangelo. La S. Bibbia, la parola di Dio. Che la leggano, la studino, la meditino, la imparino.
Ah, piccola Suora, quanto è necessario ai nostri giorni il tuo apostolato! Oggi che le anime infelici, lontane da Dio, brancolanti nel buio, avviate all’inferno sono tante!
Questi Angeli della Fede sono le Figlie di S. Paolo.
Vedete, fanciulle, quanto bene quali belle vie si presentano davanti a voi!
----------------------------------------------------------------
Avremmo bisogno di due o tre scaffali per la Biblioteca della nostra casa. Se qualche persona buona volesse farsi il bel merito di offrirceli le saremo grati colle nostre preghiere.
-----------------------------------------------------------------

NUOVE BORSE DI STUDIO

GESU’ OSTIA

Il Sacerdote, alter Christus, vive la Vita Eucaristica di Gesù e la comunica alle anime.
È il Sacerdote che ogni mattina prende tra le mani consacrate, la candida Ostia e la cambia, con quelle parole taumaturghe, nel Corpo SS. di Gesù. Oh, potere veramente straordinario, soprannaturale! Gesù vivo e vero, ubbidiente alla voce del suo Ministro discende dal cielo sull’Altare, velato sotto le specie eucaristiche.
È il Sacerdote che dà Gesù in cibo spirituale alle anime; luce e forza in vita; conforto e pace in morte.
È il Sacerdote che assieme agli Angeli tiene compagnia a Gesù nell’Ostia Santa durante lunghe ore di adorazione, strappando con le sue preghiere le anime al demonio.
Nella S. Messa, cibatosi di Gesù, il Sacerdote diviene onnipotente e ottiene da Dio le grazie più grandi.
Oh, un Sacerdote di più!... Quante grazie di più alle anime, quanta gloria di più a Dio e pace agli uomini! Siano ben liete quelle persone, che spendono parte dei loro beni temporali per procurare per sé e per gli altri un sì gran bene spirituale ed eterno!

GESU’ VITA

Gesù è la vita dell’anima, cioè grazia santificante. E il Sacerdote comunica questa vita alle anime; è l’intermediario tra Dio e l’uomo.
Rivestito di poteri soprannaturali e divini, scioglie le anime dai lacci del demonio, rompe le catene del peccato, ridona la grazia perduta.
Abbondanza di questa grazia otterrà il Sacerdote a quelle pie persone, che con tanto zelo e sacrificio danno offerte e preghiere per la sua formazione.
La grazia, l’amicizia con Dio è un
~
tesoro inestimabile, che non si può comperare con l’oro del mondo.

ANIME PURGANTI (6.a)

Coloro che suffragano le anime Sante del Purgatorio assicurano suffragi per sé. Essi sanno adoperare la chiave che il Signore ha messo loro in mano per aprire quel carcere di fuoco e di dolori.
La S. Messa è il mezzo più efficace e sicuro per liberare tante anime dal Purgatorio; e il Sacerdote, formato con l’’aiuto dei nostri Benefattori, ne celebrerà tante.
Questa sesta borsa è stata da poco fondata e completata da una piissima Persona, che intende mandare tanti suffragi alle anime Purganti ed in modo speciale in suffragio del fratello Sacerdote defunto. Un altro zelante Sacerdote, e anzi più Sacerdoti, lo suffragheranno con le loro Sante Messe ed otterranno elette grazie e benedizioni alla persona Benefattrice.

S. GIOVANNI BATTISTA

Il Precursore del Messia, Colui che preparò la via al Signore, predicando la penitenza e l’umiltà, disponendo i cuori e le anime a ricevere il Redentore.
Grande Santo di cui si legge nella S. Scrittura: «Inter natos mulierum non surrexit maior», tra i nati non ve ne fu uno più grande.
La Chiesa ne celebra la nascita il 24 Giugno con festa di rito doppio di prim’ordine e la sua decollazione il 29 di Agosto.
Egli fu forte contro lo scostumato Erode, nel rinfacciargli i suoi traviamenti, e ne ebbe per questa sua fortezza troncato il capo.
Il Divin Maestro Gesù conceda ai Missionari della Stampa il vero spirito di Apostolato, lo zelo per le anime e la fortezza contro i nemici della nostra Santa Religione, come già n’era sì fornito il suo Santo Precursore. E benedica ricompensando abbondantemente il Fondatore di questa nuova Borsa di Studio, il
Rev.mo Can. Don Giovanni B. Cravero, che, riconoscenti, raccomandiamo nelle nostre preghiere ed in modo speciale nel S. Sacrificio dell'Altare.

S. MARIA E S. GIUSEPPE

Due dolcissimi nomi che dobbiamo avere costantemente sulle lebbra, nelle difficoltà, nelle tentazioni, in tutti i bisogni della nostra vita mortale, per poi chiudere i nostri occhi sotto il loro sguardo e sotto il loro manto.
Maria SS. e S. Giuseppe che sulla terra protessero, nutrirono, crebbero il Primo Sacerdote Gesù, ora dal cielo veglieranno, benediranno in modo particolarissimo il Sacerdote che viene loro affidato.
Indovinatissima quindi l’idea delle Sorelle Cerrutti, nostre benefattrici insigni, che vollero fondare una borsa di Studio con questo bel titolo: tanto più se si considera che rimane questo a suffragio perenne dei loro Genitori defunti che portavano i bei nomi di Giuseppe e di Maria.
Mentre ringraziamo e imploriamo dal Cielo le più elette grazie e benedizioni sulle Fondatrici della borsa, facciamo voti che l’esempio venga imitato da altre buone persone a beneficio delle Vocazioni all’Apostolato oggi tanto necessario.
----------------------------

UNIONE DI PREGHIERE

Preghiamo i n/ Cooperatori, amici e Benefattori avvertirci quando si trovano in difficoltà speciali e bisogni di preghiere o di suffragi; inviandoci anche il nome della persona defunta, e noi ben volentieri raccomandiamo tutto al Signore nelle preghiere della Casa.
Per tutte le persone che si raccomandano offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa, e le raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori.
~
APOSTOLATO DEL LIBRO

Gli Ecc.mi Vescovi ed Arcivescovi, i RR. Parroci, Cappellani, Vicecurati, ecc. continuano ad approvare, incoraggiare e raccomandare sempre più caldamente questo genere di Apostolato.
La Pia Società S. Paolo quindi, ringrazia pubblicamente e prega il Divin Maestro a ricompensare abbondantemente, benedicendo e facendo germogliare in frutti copiosi il buon seme in ogni Diocesi e Parrocchia, a maggior gloria di Dio e per il bene delle anime.
~
DALLA CASA DI ROMA

Gli esercizi spirituali quest’anno sostati anticipati agli ultimi giorni di Luglio: e si chiusero col primo venerdì di Agosto. Così la ripresa delle scuole si fece con più buona volontà.
Nei giorni di vacanza si ripeterono le passeggiate ai luoghi di questa Santa città, dove pure si celebrava la Messa e si riceveva la Comunione.
La cappellina è stata donata di un elegante ciborio o giardinetto per l’esposizione del SS. Sacramento, dal Sig. Ugo Annibaldi, che lo eseguì nella sua officina per lavori in ottone.
Sullo sfondo, attorno al raggio sono incise le quattro lettere ALBA, inizio dei quattro simboli evangelici, le quali mentre ci ammoniscono dell’Apostolato della stampa e delle sue bellezze, ci ricordano pure, per felice coincidenza, la nostra culla, e la Casa Madre di Alba.
La Pia Contessa, che onora il suo nome preso da S. Paolo, per devozione all’Apostolo donò ai giovani giocattoli per le feste e alla Cappellina un lampadario a cristalli, tovaglie e lini, e due preziose pianete: una rossa collo stemma gentilizio, e una nera, che fece preparare con gli abiti della mamma defunta: la Contessa Anna Guicciardini.
Si celebrò perciò una Messa per i benefattori: e per la mamma e il fratello della Signora Contessa.
Il Centenario di S. Agostino. La Casa di Roma, che ebbe la bella grazia di pubblicare la vita del grande vescovo di Ippona, e Dottore della Chiesa, ebbe pure la bella sorte di ricevere e venerare, primissima in Roma, le reliquie del Santo, che possiedono i Padri Agostiniani Scalzi di Gesù e Maria. Il P. Fulgenzio Maria che ha scritto, con tenerezza e affetto di figlio, la vita del S. Padre Agostino, ci portò nel preziosissimo reliquiario la inestimabile Reliquia; che noi accogliemmo in processione. In Cappella il medesimo Padre con fervore singolare tenne alla nostra
~
famigliola un discorso oratorio, e poi ci guidò in una bella preghiera, da cui molto speriamo.
Apostolato. Ha confortato le Figlie di S. Paolo l’attestazione che dal vicariato di Roma venne loro con queste parole: «che fanno molto bene». La buona propaganda del Vangelo si è diffusa nelle Diocesi di Gaeta, Amelia, Avezzano, Ascoli, Teramo. Molta riconoscenza si deve ai Vescovi e ai Parroci che permisero di essere coadiuvati nelle belle loro vigne, e anzi protessero, aiutarono sostennero i piccoli coadiutori. E il Vangelo e la S. Bibbia e le vite dei Santi, si diffusero nelle famiglie a salvezza dei fedeli.

-----------------------------------------

ASSOCIAZIONE GEN. BIBLIOTECHE

Ormai tutti i Parroci, anzi tutti i Sacerdoti d’Italia sanno che cosa è la Pia Società San Paolo per l’Apostolato della Stampa; quale è la sua organizzazione, quali i suoi ideali e gli scopi che essa vuole raggiungere. Vorremmo però che i RR. Sacerdoti ne penetrassero meglio lo spirito. Alcuni si rivolgono ad essa come si rivolgerebbero al primo libraio che incontrano sul primo angolo della via. No: la Pia Società S. Paolo non è una impresa commerciale; non avrebbe ragion d’essere e sarebbe destinata a ben magri risultati, essa è una Congregazione Religiosa che si propone di predicare con la stampa quanto i Sacerdoti predicano a viva voce.
Ciò promesso, parliamo d’una iniziative più importanti della Pia Società: Le Biblioteche.

Necessità

Assoluta. — Ci sembra davvero superfluo insistere su una verità così chiara, una porta davvero sfondata. Ogni Parrocchia deve avere la sua biblioteca, come ogni famiglia ha il suo reparto per i soccorsi d'urgenza. Una Parrocchia senza la sua bibliotechina è un pochino come uno scolaro senza libri, un sacerdote senza breviario, un soldato senz'armi.
Relativa. — Questo vale in linea generica, perchè si possono e si debbono fare delle eccezioni, meglio dir casi pratici, per non moltiplicare spese ed iniziative senza profitto. E siccome non sunt multiplicanda entia sine necessitate, così sarebbe talvolta desiderabile una maggior coordinazione delle medesime iniziative; si spenderebbe meno denaro e le opere riuscirebbero più floride. Semplifichiamo:
a) In una piccola città ogni circolo vuole la sua biblioteca. Non sarebbe invece desiderabile una unica Biblioteca presso il Consiglio Diocesano, ad es. (se si tratti di Gioventù Femminile), o presso la Federazione Giovanile (se si tratti di Gioventù Maschile)?
b) Così, in una Parrocchia, non molto estesa, gli Uomini Cattolici vogliono la loro Biblioteca, il medesimo le Donne Cattoliche, lo stesso i Giovani Cattolici, e si capisce anche le giovani del Circolo Femminile non vogliono essere le ultime. E può capitare che il Terz'ordine o le Figlie di Maria desiderino anch'essi la loro Biblioteca; magari anche il Consiglio Parrocchiale. Certo è poco opportuno battere, sia pure in tempi diversi, la gran cassa per il medesimo scopo e forse anche per promuovere una concorrenza non sempre edificante. Vis unita fortior. Si concluda con l'unica biblioteca parrocchiale; si facciano anche speciali reparti per le diverse Associazioni: si dispongano orari differenti per impedire la promiscuità, si costituisca una commissione unica, in cui le varie Associazioni siano egualmente rappresentate. Così sembra il mezzo più concludente e più opportuno.

Criteri organizzativi

Come si costituisce una Biblioteca.In genere, rimandiamo i benevoli lettori a quanto è detto dagli scrittori che hanno approfondito il problema, e specialmente a quanto ne ha scritto il benemerito Don Casati nel suo Manuale di letture, e alle norme dettate nella prefazione del catalogo delle Biblioteche della Pia Società San Paolo.
In specie si tratta solo di evitare cattive letture, cioè un minor male. Spesso invece, e per lo più nei nostri Circoli, la visione è capovolta. Soprattutto si devono cercare libri che formino l’anima.
Non escludiamo – in linea assoluta – libri ricreativi, buoni romanzi, novelle morali ecc. Ma dovrebbe rappresentare la parte di minore importanza e più che altro debbono servire a chi ha il cosidetto palato guasto.
Per questo raccomandiamo:
Ricca scelta di libri ascetici. Così pure libri che trattino dell’Apostolato, per esempio di quello Missionario, nei suoi diversi aspetti. Le vite dei Santi devono ottenere un posto preminente e aggiungiamo Vite di persone, o recentemente elevate agli onori degli Altari o per le particolari condizioni della vita molto simili alla moderna, più atte ad avere un ascendente sull’animo dei giovani (o delle giovani). È intuitivo, che, specie ad una giovane che è alle sue prime armi, fa più impressione l’esempio di un’altra giovane vissuta non molti anni prima di lei, in ambiente tutto simile al suo, con gli identici pericoli e le stesse difficoltà, di quella di un vescovo, vissuto in tarda vecchiaia, nei primi tempi della Chiesa.
Un altro argomento che in una biblioteca giovanile
~
deve avere un posto rilevante è quello della scelta dello stato. Le varie pubblicazioni, che dal punto di vista cattolico, parlano in genere della scelta dello stato, ed in specie della verginità e del matrimonio devono ottenere il posto d’onore. Non basta un solo libro; si richiede varietà. Perché variata placent e perché varie sono le condizioni di famiglia, di cultura, di spirito della gioventù.

Un'obbiezione

Prevediamo un’obbiezione: Biblioteche di questo genere rimarranno in reparto ricreativo. Ci è facile rispondere adducendo la prova evidente dei fatti. Ricordiamo che le opere fondate sulla base del soprannaturale hanno visto fossilizzato il reparto ricreativo e invece insufficiente quello formativo.
Il Parroco e l’assistente Eccl. avrà potuto con le frequenti citazioni, con inviti pressanti, far comprendere la bellezza dei libri formativi. Man mano che egli soprannaturalmente formava le anime, si accorgeva che le sue brevi parole al Circolo, brevissime anche al confessionale, monosillabiche nelle rare conversazioni, non bastavano più. Bisognava dare alle anime qualcosa di più completo e di più organico, suggerire libri che completassero, affiancassero, approfondissero quanto egli solo fugacemente poteva accennare. E i libri formativi hanno cominciato ad essere amati, e si concluse con S. Bernardo: Si scribas, non sapit mihi nisi legero ibi Jesum. S. Agostino narra nelle sue Confessioni che avendo da giovane letto l’Ortensio di Cicerone, gli spiacque non leggervi il Santo nome di Gesù.
La sete nel leggere è paragonabile alla sete nel bere. Stomaci avvezzi a liquori inebrianti, cosa volete che gustino il delicato sapore di uno squisito vino da pasto? Solo gli alcol più forti potranno soddisfare il loro gusto deformato. Così è dello spirito. Non si gustano i libri buoni, perché lo spirito è rovinato: si va in cerca febbricitante di tutto ciò che eccita, stimola lancia nell’eccentrico e nel nervosismo. Ma se il Parroco o l’A. E., sa avvezzare gli animi giovanili alla calma tranquilla dei libri buoni, se sa iniziare alla bellezza profonda ed inesauribile dei libri che parlano di Gesù, se riesce con le sue preghiere e con il suo Apostolato, a guarire l’alterazione che la febbre del piacere ha portato in animi inesperti, canterà i trionfi della grazia e constaterà che se i libri empi hanno una particolare malefica seduzione, i libri buoni hanno un’attrattiva soprannaturale...

Funzionamento

Il finanziamento. – Fondare una biblioteca non è difficile, perché i denari, in pratica si trovano; una lotteria, una colletta, un’anima generosa non mancano mai. Per le opere di Dio i denari non mancano.
L’incaricata (o l’incaricato). – Vi deve essere poi un incaricato per la distribuzione dei volumi in determinate ore. Il bibliotecario ha una missione delicatissima, ricca di responsabilità e di meriti, perché un volume, adatto ed innocuo per un’anima di 20 anni, può essere pericoloso a quella di 13. Il suo compito consiste soprattutto nel consigliare famigliarmente una lettura o un’altra.
Si deve tenere il Catalogo dei libri in ordine perfetto e sempre completo; scrivere e conservare in un registro apposito il nome di coloro che prendono il volume; ed a tempo debito (che dovrà essere determinato dal Consiglio di Presidenza e che non converrà sia più lungo di due mesi) sarà inesorabile nell’esigere la restituzione.

(Continua al prossimo numero).

~
Una buona forma di beneficenza
è quella usata da tanti Cooperatori e Benefattori della Pia Società S. Paolo.
Essi fanno così: essendo per lo più persone di sante intenzioni e di gran cuore, ma di mezzi limitati, depositano presso la Pia Società S. Paolo di Alba qualche somma, o cartella o azione con il patto di ritirarne gli interessi o no secondo i bisogni, anno per anno. Loro intenzione è poi di lasciare il capitale alla Pia Società stessa in caso di morte, eccetto che siano costretti a ritirarlo prima, in caso di qualche grave necessità.
Questa santa astuzia, per molti riguardi encomiabile, è la forma preferita di parecchi benefattori che amano fare il bene per tempo e senza rumore, sotto gli occhi di Dio. Il Signore li benedica e salvi tutti.
~
UNIONE DI SUFFRAGI

Preghiamo per
Bassi Alfredo

Cooperatore Zelantissimo, modello di padre di famiglia che diede a S. Paolo ben quattro Figlie. Ne abbiamo pubblicata la fotografia sul periodico del luglio scorso. Il Signore gli aveva concesso la grazia e la consolazione di vederle tutte e quattro vestire la divisa delle Figlie di S. Paolo.
Anche egli si era fermato in Alba parecchi mesi prestandoci importanti servizi ed aiuti, dimostrandosi affezionatissimo alla casa.
Ed anche quando la malattia quasi improvvisa lo straziava, il suo pensiero era sempre a San Paolo; parlava sempre di San Paolo, rammentava gli amici che si era fatto a S. Paolo; ed anche tormentato dalla febbre, ricorda e parla dello spettacolo che gli sta davanti, della Comunione generale cui assisteva ogni mattino nella Chiesa di S. Paolo. Offrì, e rinnovò sovente l’offerta di tutti i suoi patimenti e della vita per l’Apostolato della Stampa Buona.

Tedeschi Felice

Altro amico e benefattore nostro, rapito all’affetto dei suoi cari il 2 c. m. La morte fu improvvisa, ma non lo colse impreparato perchè sapeva trascorrere la sua vita intemerata, laboriosa, esemplare, attingendo forza e grazia nella S. Messa che quotidianamente ascoltava nella Chiesa di S. Paolo, e nella frequenza ai Santi Sacramenti.
Teneva da molti anni l’ufficio di esattore nella città di Alba, circondato dalla stima ed affetto di tutti i suoi concittadini; stima ed affetto di cui diedero bella prova nel portarsi numerosi a recitare il Santo Rosario in suo suffragio nella Chiesa di S. Paolo, e nella partecipazione ai funerali.

Ai congiunti e parenti tutti di questi due affezionati Benefattori, che il Signore volle togliere così presto alla nostra cooperazione in terra, la Pia Società S. Paolo si unisce nel dolore e nella preghiera, presentando le più vive condoglianze, e pregando i Cooperatori ad unirsi nei suffragi.
~
OPERA DELLE DUEMILA SS. MESSE

Per comprendere bene che cosa sia il sacrificio della S. Messa, è necessario prima ricordare come gli uomini hanno onorato Dio con sacrifizi, fin dai tempi antichi.
Leggiamo nella S. Scrittura che Caino ed Abele offrivano al Signore i loro sacrifizi. Ma che cosa offrivano? Abele i migliori agnelli e Caino i frutti della terra; e questo fu trasmesso di generazione in generazione.
Più tardi il Signore disse ad Abramo: Prendi il tuo figlio Isacco che tu ami e sali sopra un monte che io ti indicherò, a sacrificarlo a me, uccidendolo e bruciandolo. Abramo ubbidì, pensando che il Signore è il Padrone delle creature, quindi anche del figlio suo. Arrivato sulla cima del monte, Abramo fece un altare con pietre, vi mise sopra alcuni pezzi di legna e su di essa legò il figlio ed alzò il coltello per ucciderlo. In quel mentre ecco una voce dal cielo che grida: Abramo, Abramo, non uccidere tuo figlio, basta così. Abramo si volta e vide un ariete lì presso, lo prende e lo sacrifica.
Il sacrificio di Isacco è l’immagine del sacrificio di Gesù Cristo.
Nella legge ebraica si distinguevano due specie di sacrifici: cruenti ed incruenti. I sacrifici cruenti erano quelli nei quali si spargeva sangue della vittima; consistevano in offerte di animali che si uccidevano, se ne spargeva il sangue sull’altare e poi si bruciavano in onore a Dio. Incruenti quelli nei quali non si spargeva sangue e consistevano in offerta di pane e di vino.
I sacrifici cruenti erano di tre specie: 1° Olocausto. La vittima, dopo l’uccisione, bruciava tutta sul fuoco per riconoscere il supremo dominio di Dio sulle creature. 2° Propiziatorio. La vittima si divideva in due parti: una parte si bruciava e l’altra veniva presa dal Sacerdote. Si chiamava anche sacrificio espiatorio, perché serviva ad implorare da Dio il perdono dei peccati. 3° Ostia pacifica. La vittima si divideva in tre parti: una si bruciava, l’altra veniva presa dal Sacerdote, la terza veniva presa da chi aveva fatta l’offerta, per mangiarla con gli amici davanti all’altare. Questo sacrificio serviva a ringraziare il Signore dei benefici ricevuti e ad implorare grazie nuove Tutti i giorni i Sacerdoti offrivano sull’altare due agnelli, uno al mattino e l’altro alla sera ed il Sommo Sacerdote offriva una volta all’anno un toro oltre gli agnelli di ogni giorno.
Tutti questi sacrifici dovevano cessare per dar posto al sacrificio della Santa Messa in cui la vittima è Gesù Cristo, che per noi s’offre al Padre celeste.
Facciamoci un dovere di assistere alla Messa il più sovente possibile.
La Pia Società S. Paolo di Alba, con l’Opera della due mila Messe vi offre un mezzo comodo per partecipare a sei Messe al giorno.

-------------------------------------------

Teol. GIACOMO ALBERIONE, dirett. resp. - Alba, Pia Società San Paolo
~