Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVI.
I. PROPOSITI
II. L'EUCARESTIA E IL RELIGIOSO

I.

Giova oramai venire ai propositi. Fino adesso abbiamo atteso specialmente al dolore. Il giorno più faticoso degli Esercizi è questo: domani a quest'ora saranno già conchiusi. È il più faticoso perché vi sono tre cose da fare: 1.o riassunto per i propositi; 2.o preghiera; 3.o il riassunto delle cose imparate, dell'esperienza fatta: riassumere cioè l'andamento della vita spirituale, l'andamento degli studi, l'andamento dell'apostolato e l'andamento della povertà. Si tratta di ricavare esperienza dall'anno: ogni anno, fermandosi nella tappa degli Esercizi, bisogna guardare
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al cammino percorso e ricavare esperienza per l'avvenire. Otto decimi delle cose lamentate adesso, non sono peccati, ma sono errori, sono falli. L'esperienza nella vita è gran cosa, e vi gioverà assai sia per voi, sia per gli altri. Quando uno ha sbagliato, è necessario sempre che ricompensi? No; perché otto decimi delle mancanze di coloro che hanno buona volontà sono errori, sono sbagli. Ma dall'errore e dall'esame si deve ricavare umiltà. Conoscere se stesso è sapienza che serve a provvedere poi per l'avvenire: chi agisce in questo modo si chiama prudente. Ecco: bisogna riassumere tutto l'anno e riassumere le cose sentite negli Esercizi.
Parlando soltanto dei propositi, volevo dire questo: che la maggior parte di voi fa bene a fare il proposito sulla vita religiosa, e cioè: fede nei principi della vita religiosa: perché la vita religiosa è una cosa soprannaturale, ed è di più della semplice vita cristiana; poi virtù religiose, e pietà paolina Perciò la maggior parte di voi fa bene a fare questo proposito: vita religiosa. E incominciate veramente nella volontà e nel cuore a ben fondarvi su questa virtù.
Ora vi sono altre cose che sono da dirsi
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alla conclusione degli Esercizi; ma intanto queste servono già bene. Io vorrei però che non faceste delle cose generiche. Guardate: per praticare poi la vita religiosa, per farle poi bene lungo l'anno, e sviluppare tutto ciò che riguarda la vita religiosa, lo stato religioso, la scienza, la pietà, la virtù religiosa, bisogna non lasciarsi passare l'occasione più bella, che è questa degli Esercizi. Dite così: quest'anno su trecentosessantacinque giorni, voglio leggere tali libri, divisi per vari mesi, in questo mese, in quell'altro... Poi farete la meditazione sulla vita religiosa lungo l'anno, prendendo e sottolineando come se dopo doveste prendere quel libro e farne il sunto.
Inoltre vedere se siete venuti a fare: non parlare tanto, ma riflettere su di voi stessi: «attende tibi», nel raccoglimento amoroso che è conservato nel cuore. Sopra questo punto è molto utile che voi facciate le cose anche un po' più completamente. Perché i più tra voi sono sinceri e hanno proprio voglia, e perché devono essere gli altri a ingrossare le fatiche? Ci vuole già tanto a stare buoni, e se poi ci mettiamo ancora degli impedimenti davanti... Il carro è già tanto difficile!...
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Adesso fanno le strade asfaltate per correre, altro che mettere del pietrame davanti e passare per quelle strade che sono piene di ciottoli! Guardate bene di togliere gli impedimenti: perché si tratta di agire con furbizia. Certuni si scalmanano e ottengono poco. Mia madre mi diceva sempre: ti prendo senza correre, sai!... Dunque, fate bene i vostri propositi, e quelli che hanno facilitato, di nuovo usarli; quelli che hanno impedito, toglierli.
Vi voglio uomini in sostanza, non gente da assistere. Ma non vi piace così? Avete da dire a voi stessi: sono io che voglio guadagnarmi il Paradiso. E dunque senza, tante storie: avanti... Quando uno arriva alla Prima Teologia e non è capace di fare l'assistente, il caporeparto, la propaganda., ecc. come può sviluppare gli altri impegni! Ai corsi, di filosofia è assegnato fare da capi nella nostra Casa: o come assistenti o come maestri, o come capireparto o come capi di ufficio, come sarebbe la propaganda, la contabilità, l'amministrazione: in sostanza deve essere il primo esperimento che fate. Perché negli altri Istituti, fatti i voti, mandano i professi a fare i maestri: e lì si conoscono; poi a venticinque, a ventisei
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anni cominciano gli studi e a trent'anni prendono Messa. Intanto che cosa dite voi?... Voi sorridete. Ma avete bisogno di svilupparvi. Volete vivere in continua tutela?... La Chiesa ha bisogno di uomini liberi, che abbiano tutti un programma solo di amore a Gesù Cristo e alla sua causa!
Tra i propositi che vi suggeriscono, a parecchi di voi basterebbe questo: di lavorare con ugual fervore sui quattro punti. Perché la superbia nasce dalla sproporzione: uno che riesce bene in un punto, non guarda più gli altri, ma guarda solo quello. La sproporzione nasce sempre dalla superbia; la proporzione invece dall'umiltà. In generale non allontanatevi molto dai propositi che avete adesso. Per parecchi adunque il silenzio amoroso ed operoso; parecchi, quasi l'otto su dieci, la vita religiosa, alcuni la proporzione fra le azioni, cioè fra le quattro parti. Ecco: sono questi i principali propositi che vi suggeriscono stavolta.
Il primo che vi ho detto, il silenzio amoroso ed operoso, sarebbe l'«Attende tibi et lectioni: hoc enim faciens, teipsum salvum facies et eos qui te audiunt» (1 Tm 4,16). Il secondo, la vita religiosa,
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e infine le quattro ruote che sono necessarie perché il carro vada avanti: perché se va avanti solo con tre ruote che cosa farà quel carro? Ci state voi sopra? E se ne perde due ruote, cosa sarà? E se ne perde tre? Per carità! Siate ben proporzionati: vi sviluppate bene, vi rendete uomini fermi, uomini equilibrati, capaci di guidare... Perché il governo è affidato a chi è proporzionato, giudizioso, non a chi è sproporzionato. E poi prendete bene gli avvisi, molto bene. Perché qualcheduno è stato avvertito un po' forte, non bisogna che dica: Oh, stamattina era di cattivo umore e mi ha sgridato! Oh, figliuoli! Alle volte sono sei, otto mesi che si porta nel cuore qualche cosa da dire... fin che viene l'occasione e si dice. E per lo più non si dice la ragione, perché non si vuole mica condurre fino al fondo di una pena. Oramai io credo di avere degli alleati e non della gente da governare e da sorvegliare!...

II.

I conforti del religioso sono la Scrittura, la Madonna, Gesù Eucaristico e i Novissimi, Ecco: quattro sono gli aiuti della
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vita religiosa. Veniamo a Gesù Eucaristico: della Scrittura abbiamo già detto, della Madonna abbiamo già borbottato qualche cosa stamattina e adesso veniamo alla vita eucaristica, brevissimamente, perché è tempo che parliamo di meno e facciamo più riflessione.
Gesù è Via, Verità e Vita, ed è Via, Verità e Vita nell'Eucaristia. La nostra pietà eucaristica consideri Gesù come Via, Verità e Vita: ecco i tre punti.
I. - La via del religioso. Perché? È la via del religioso perché ci ha lasciato l'esempio più perfetto della vita religiosa. L'abbiamo già considerato: perfettamente contemplativo. Il suo spirito di orazione va dal Presepio al Calvario e dal Calvario al Tabernacolo: l'orazione nel Presepio, il suo spirito di preghiera nella casetta di Nazareth, quando egli andava nel tempio, quando passava le notti in preghiera durante la vita pubblica, e ancora prima nei quaranta giorni che egli passò in digiuno nel deserto, l'ultima orazione, l'agonia del Getsemani, la preghiera sacerdotale che la precedette e il suo spirito di elevatissima orazione là sul Calvario, quando appeso alla croce egli
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glorificava il Padre e pregava per gli uomini. Esempio ancora di vita contemplativa per le virtù: povertà perfetta abbiamo visto, castità perfetta, obbedienza perfetta.
Non solo, ma esempio di vita attiva. Chi ebbe più fede, più zelo di Gesù? Egli venne dal Padre per portare agli uomini la vita e la salvezza, e predicò il Vangelo, e istituì la Chiesa, e stabilì i Sacramenti, e diede la sua vita per la salvezza degli uomini. Lo zelo più ardente: e manda gli Apostoli in tutto il mondo, avendo ancora altri uomini da raccogliere attorno a sé, altre pecorelle da chiamare al suo ovile.
Modello di vita mista quindi, contemplativa e attiva: trent'anni di vita contemplativa e tre di vita attiva. E tuttavia anche la vita attiva fu intramezzata con giorni di preghiera: «Venite in desertum locum et requiescite pusillum...» (Mc 6,31).
II. - Gesù è Verità.Basta che diciamo questo: ricordate bene i volumi dell'ascetica, ricordate bene i volumi della Teologia morale, ricordate bene i volumi della Teologia mistica, della Teologia
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dogmatica e della Teologia pastorale. Che cosa contengono? Il Vangelo, la predicazione di Gesù. Poi tutta la dottrina dei Padri non fa che spiegare la dottrina di Gesù. Egli è la Verità: tutto quello che Egli ha detto è vero, tutto quello che Egli ha condannato è falso... Egli è la Verità! Che cosa dire dunque?... Bisogna che noi con l'umiltà del cuore andiamo ricordando che eravamo perduti: gli uomini brancicavano nell'errore, la filosofia aveva pronunziato ogni sproposito, tanto che si poteva dire che non c'era errore filosofico che i filosofi non avessero annunciato. Gesù è la Verità: «Io sono la Via, la Verità e la Vita».
III. - Ed è la Vita dell'anima: perché Egli è la vita soprannaturale dell'anima. Come l'anima nostra è vita del corpo, e il corpo che è animale per l'anima ragionevole diventa parte di un nuovo essere che si chiama uomo, così il cristiano, per la vita divina che viene in lui, diventa un alter Christus. E difatti siamo incorporati in Lui, come membra di membro ed è per questa vita soprannaturale che noi produciamo frutti soprannaturali ed abbiamo la vita che si richiede
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per avere il premio soprannaturale, il Cielo, il Paradiso.
Gesù Cristo è la nostra vita, ed è specialmente la vita religiosa. Non sarebbe possibile senza l'aiuto della grazia la vita religiosa. E perciò dovunque vi sono dei religiosi, ivi è una Cappella, ivi è l'Eucarestia; perché non sarebbe possibile l'eroismo senza la grazia. Ora la povertà perfetta ben praticata, la castità perfetta ben custodita, l'obbedienza completa ben fatta sono eroismi. E per provare che la virtù di un religioso fu eroica, non c'è bisogno altro che di dire: Egli ha adempiuto perfettamente alla vita comune. Non si dice altro che così; se avrete adempiuto perfettamente la vita comune è già provato che avete l'eroismo della virtù. E che cosa ci vuole per l'eroismo? Ci vuole la grazia.
Gesù e la Vita nell'Eucarestia. L'abbiamo considerato nella scuola di apostolato e nelle meditazioni dei primi venerdì: bisognerebbe dir di nuovo tutte quelle cose. Ora vedete: Gesù non poteva, diciamo così, secondo la legge dell'amore del suo cuore, abbandonarci, e ha voluto seguirci attraverso ai secoli, restando con noi, perché dal Tabernacolo vuole
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continuare ad istruirci. Oh, quanta scienza viene da quel Tabernacolo! Egli è la luce! Gesù ha voluto restare con noi: e nell'Eucaristia è modello di ogni virtù: povertà, spirito di orazione, obbedienza perfettissima... E nel Tabernacolo è la vita. Egli si comunica alle anime per mezzo della Santa Comunione, s'immola per le anime per mezzo della Santa Messa, resta trono di grazia per i religiosi che vanno a fargli visita... Che cosa dire di più? Ho detto che voglio essere brevissimo perché è tempo di fare, non di parlare. Ma guardate: vi è un libro intero su questo, intitolato: «Esercizi spirituali davanti al SS.mo Sacramento», fatti dal Beato Eymard. Io li ho fatti una volta questi Esercizi così; e sono stato molto contento; e ho provato poi a farli anche ad una comunità religiosa in cui si era rallentato il fervore ed ebbero tanto frutto di conversione. Ed è in quel Tabernacolo che c'è la Via, la Verità e la Vita! Non è cambiato Gesù: oh, tutt'altro! È solo completato il suo ufficio e migliorato, perché Egli lo compie sì più silenziosamente, ma più efficacemente e in tutti i luoghi, perché tutti possano approfittarne e tutti possano godere della sua misericordia.
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Come sarà la pietà eucaristica? Qui ricordo le principali cose che volevo dire sulla pietà paolina; fare la Visita, sentire la Messa, accostarci alla Comunione seguendo il metodo, l'indirizzo che abbiamo imparato: «Io sono la Via, la Verità e la Vita».
La Visita: nella prima parte leggete il Vangelo, le Epistole di San Paolo, riassumete ciò che avete studiato o che avete meditato, e poi recitate i misteri gloriosi.
Nella seconda parte fate l'esame di coscienza, che consiste nel meditare un po' il vostro modello Gesù: vedere i divini suoi insegnamenti, la sua vita religiosa... E dopo di aver guardato il modello, dare col pennello una pennellata alla nostra anima: come se uno stesse davanti ad un bambino e lo guardasse e cercasse di ricopiarlo sopra la tela. Così l'esame di coscienza consta di due parti: ammirare Gesù via e cercare di modellarci sopra di Lui, sino a diventare altri Gesù Cristo: «Donec formetur Christus in vobis» (Gal 4,19).
Nella terza parte della Visita si chiedono le grazie: partendo dalle virtù teologali e passando alle virtù cardinali e
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morali, le beatitudini evangeliche, i doni dello Spirito Santo, i suoi frutti, tutte le grazie necessarie alla vita religiosa, raccomandando al Signore tutti i propositi fatti, tutti e quattro i doveri di pietà, di studio, di apostolato, di povertà.
La Messa divisa in tre parti, secondo i tre punti. La prima parte va dal principio all'Offertorio escluso, e consideriamo Gesù Verità; specialmente penetriamo l'Epistola e il Vangelo e recitiamo il Credo. La seconda parte va dall'Offertorio al Pater escluso, e consideriamo Gesù Via. E Gesù è Via in tre maniere: 1) nell'immolarsi per le anime: capire che cos'è l'apostolo che si immola; 2) nel dare la gloria giusta al Padre, il vero onore, il più puro amore: e consideriamo che noi dobbiamo essere disposti a dare anche la vita per il Signore, tutto, nulla riservare per noi, e se avessimo un filo che non fosse di Dio strapparlo per essere intieramente suoi; 3) nel darci il mezzo di glorificare, di soddisfare, di supplicare, di intercedere presso il Padre: noi in Gesù Cristo abbiamo poteri divini. La terza parte va dal Pater al fine, e consideriamo Gesù Vita. Il centro è la Comunione e noi dobbiamo in questa parte cercare
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di unirci bene a Gesù: unirci con una Comunione di mente, di volontà e di cuore, e domandare quindi tutte le grazie che ci sono necessarie, e specialmente, se ci è possibile, fare la Comunione sacramentale.
La Comunione. Il primo atto è un atto di fede: Gesù è la Verità; il secondo è un atto di amore: Gesù è la Via, e noi ci proponiamo di seguirlo; il terzo è un atto di domanda e di supplica al Signore: Gesù è la Vita. E così dopo, nel ringraziamento, si ripetono questi atti fatti nell'ordine inverso, e cioè mentre nella preparazione supplichiamo Gesù che ha da venire e che è ancora nel Tabernacolo, nel ringraziamento supplichiamo Gesù che è nel cuore.
E così la nostra pietà diventa paolina. Se voi progredirete così, in un anno avrete grandi vantaggi, molti beni spirituali. Ma bisogna camminare silenziosamente e raccolti, senza affanno e con fiducia. Nessuna soverchia preoccupazione, nessun scrupolo, ma con diligenza e con devozione.
Vi benedica dunque il Signore. Io ho molta fiducia se voi vi accostate al Tabernacolo: accostatevi intimamente, intieramente,
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perché avete bisogno di tanti doni, di tante grazie. Il nostro amico, il nostro sostegno, la nostra forza è Gesù: Egli è il nostro Maestro. Sì, è vero: noi ci lamentiamo qualche volta; ma ci lamentiamo sempre a torto. Ah, se avessimo pregato di più, non è vero che saremmo molto più buoni? Non abbiamo forze, ci sentiamo deboli, troviamo troppo difficile, non riusciamo... Oh, adoperiamo tutti i mezzi! Abbiamo Gesù con noi, non temete: Egli è con noi, di là vuole illuminare. Abbiate solo l'umiltà e il dolore dei peccati, e poi camminare avanti: vedrete l'efficacia.
Sia lodato Gesù Cristo.

G. D. P. H.
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