Anno XXXIX
SAN PAOLO
Roma Casa Generalizia,
AGOSTO 1964
AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)
PER LA PREPARAZIONE DEGLI ASPIRANTI, CHIERICI
E NEO-SACERDOTI ALLA REDAZIONE
I. Premesse
I) PER GLI ASPIRANTI AL SACERDOZIO
l° Diamo qui alcune linee e principi direttivi per il miglioramento degli studi in generale e per la preparazione alla redazione in particolare, linee e principi che riguardano gli aspiranti al sacerdozio, riservandoci di occuparci in seguito dei miglioramenti degli studi dei discepoli, in vista dell'apostolato tecnico e divulgativo. Questo schema di programma è «ad experimentum» e dovrà essere messo in pratica in Italia con l'inizio del nuovo anno scolastico 1964-1965. L'esperimento dirà ciò che di questo programma è valido e potrà essere continuato e ciò che dovrà essere corretto o tralasciato. Le case estere si adegueranno a poco a poco, conforme alle possibilità e necessità.
2° Gli aspiranti al sacerdozio e gli aspiranti discepoli devono svolgere lo stesso programma nella media unificata, con le stesse ore di studio e di scuola. La differenziazione di programmi e di orari si farà dopo il terzo anno della media. Gli studi degli aspiranti al sacerdozio dovranno essere orientati più decisamente, oltre che alla formazione del sacerdote paolino, anche alla redazione; quelli dei discepoli alla formazione paolina e all'apostolato tecnico e divulgativo.
3° Gli aspiranti al sacerdozio cominceranno a studiare il latino in terza media, conforme ai programmi statali, che anche i discepoli dovranno seguire e svolgere interamente in tutto la media, escluso il latino.
4° L'indirizzo e le norme seguenti sono desunti dai documenti basilari dei nostri studi e della vita paolina, in particolare dal «Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale» del Concilio Vaticano II, dalle Costituzioni e dalla «Ratio studiorum» della Pia Società San Paolo, dalla Costituzione «Sedes Sapientiae» di Pio XII e dagli scritti più orientativi del Primo Maestro.
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II) MEZZ'ORA QUOTIDIANA DEDICATA ALLA PREPARAZIONE REDAZIONALE
l° Per favorire maggiormente la formazione all'apostolato redazionale è stato deciso dal Primo Maestro e dal Consiglio Generalizio che per i giovani aspiranti al sacerdozio e i chierici sia ridotto di mezz'ora giornaliera il tempo di apostolato, in modo che siano occupati nell'apostolato tecnico per due ore e mezzo al giorno. E per quanto è possibile, per non danneggiare troppo l'apostolato, si facciano tre turni al giorno, di due ore e mezzo ciascuno, e occorre che i discepoli perpetui facciano dalle sette alle otto ore quotidiane di apostolato.
Sia però ben chiaro che la sottrazione di mezz' ora di apostolato tecnico a vantaggio dello studio non significa disistima dell'apostolato, il quale è parte essenziale della formazione dei giovani e serve mirabilmente allo studio stesso. Sia pure chiaro che una mezz'ora in più di studio potrà giovare alla preparazione dei nostri all'apostolato redazionale, ma per questo gioverà ancora di più occupare bene il tempo e svolgere coscienziosamente e interamente i programmi di studio. Perciò si fa caldamente appello ai superiori, ai prefetti degli studi, ai maestri di gruppo e di scuola perché si prendano sommamente li cuore lo studio, tutte le scuole in generale e la scuola di redazione in modo particolare. Dalla loro preparazione e competenza, assai più che dal fattore tempo, dipende la buona riuscita dei giovani nello studio e nella redazione.
2° È opportuno che in ogni casa vi sia almeno un maestro di redazione, che potrà essere il prefetto degli studi, il direttore di qualche rivista o periodico o dell'Ufficio delle edizioni, il maestro d'italiano o di religione: in ogni caso dovrà essere un sacerdote competente nell'uso della penna, buon dicitore, buon parlatore e predicatore.
II. La redazione
Delle tre parti del nostro apostolato: redazione, tecnica e divulgazione, la prima è indubbiamente la più importante e difficile e la meno sviluppata. I motivi sono facilmente comprensibili: la redazione richiede una maturità e una preparazione che un istituto giovane non può subito avere, soprattutto in fase di sviluppo e di espansione mirabile, come il nostro. D'altronde è tutt'altro che ipotetico il pericolo di industrializzare l'apostolato tecnico e che si dimentichi che il nostro apostolato è mezzo precipuo di formazione dei giovani a diffondere la parola di Dio.
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È ormai tempo che il nostro Istituto perfezioni l'apostolato della redazione per adeguarsi sempre meglio a ciò che è prescritto dalle Costituzioni: «La Società stampi e diffonda solo le edizioni che sono state scritte dai suoi membri», o che le sono state affidate dalla competente autorità ecclesiastica, oppure le sono state cedute in proprietà dai cooperatori (a. 240). E ciò che qui è detto della stampa si deve estendere alle altre forme dell'apostolato delle edizioni.
E siccome la redazione delle edizioni di stampa, cine, radio, televisione, dischi, ecc. «in quanto è apostolato spetta soprattutto ai sacerdoti» (Cost. a. 226), «bisogna stabilire negli studi, gradualmente ma sicuramente, un'efficace preparazione degli Aspiranti, Chierici e novelli Sacerdoti alla redazione per la stampa, cine, radio, televisione, dischi, ecc.» (Lettera del Primo Maestro al Prefetto degli studi e al Provinciale d'Italia, 2 marzo 1964).
Dovendo i Discepoli attendere alla parte tecnica e divulgativa dell'apostolato, i nostri Sacerdoti dovrebbero compiere il loro ministero apostolico soprattutto con la redazione (Cost. a. 226), dando, con questo mezzo efficacissimo indirizzato alla gloria a Dio e alla salvezza delle anime, la dottrina cattolica e la multiforme sapienza di Dio nel vero spirito di S. Paolo, evangelizzando così e guidando gli uomini nella via della salvezza (Cost. aa. 227-228). Pertanto la redazione dovrebbe essere l'occupazione principale della maggior parte dei Sacerdoti paolini; il campo preferito del loro apostolato, la fonte dei maggiori meriti e la sorgente della più santa gioia sacerdotale. Infatti «gli strumenti della comunicazione sociale» (stampa, cine, radio, TV, dischi...) offrono «nuove e rapidissime maniere di comunicare notizie, idee, insegnamenti, ... propagano e rafforzano il Regno di Dio, influenzano l'intera società ... e fanno progredire l'intera umanità, il cui avvenire ogni giorno più dipende dai mezzi della comunicazione sociale» (Conc. Vatic. II, Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale, nn. 1-2. 24). La Chiesa si serve quindi di questi mezzi per «predicare l'annuncio della salvezza, guidare gli uomini a usare rettamente questi strumenti, dare ai suoi figli la perfezione cristiana e condurli alla perfezione; per formare e incrementare giuste e rette opinioni pubbliche, che esercitano un potere grandissimo sulla vita privata e pubblica, individuale e sociale; infine per diffondere e difendere la verità e la cultura e per formare la società umana» (Conc. Vatic. II, Decr. cit. nn. 3.8.17).
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III. Studi e redazione
Occorre studiare per la vita, non per la scuola (Primo Maestro, Introduzione alla «Ratio studiorum», p. 20). Perciò l'apostolato, essendo il fine speciale della Pia Società san Paolo e di tutta la vita paolina, è anche il fine degli studi, li richiede e li impone come mezzo (id., ivi, p. 10). Le attuali difficoltà e deficienze redazionali si spiegano ovviamente con la deficienza degli studi e in particolare con la mancanza di specializzazione specificamente paolina. Perciò è necessario che si promuovano diligentemente gli studi letterari, scientifici, filosofici, teologici e pastorali «per rendere certa la nostra vocazione nell'esercizio dell'apostolato» (Cost. a. 180; Ratio stud. a. 1). Ora per esplicare lo zelo con più frutto è necessario che durante tutto il corso degli studi i giovani siano preparati in modo conveniente con uno speciale corso teorico-pratico di apostolato, onde imparino con la mente ed esercitino con l'opera l'arte di seminare la parola di Dio secondo il fine della nostra società (Cost. a. 194; Ratio stud. a. 145). Di qui deriva che l'apostolato pratico, esercitato fin dal primo ingresso nell'Istituto, non solo non deve danneggiare e non danneggia lo studio, ma lo orienta e lo completa, a patto che conservi la sua natura di apostolato e non sia considerato ed esercitato con mentalità industriale e commerciale.
Gli studi, come componente essenziale della formazione paolina, devono quindi essere impostati e fatti come preparazione all' apostolato delle edizioni, conforme alle esigenze del secondo articolo delle Costituzioni e in modo che gli studenti acquistino «La scienza» di ciò che si deve comunicare con l'apostolato; la conoscenza, la padronanza e la tecnica della «lingua», che è il mezzo per diffondere la parola di Dio, indispensabile soprattutto per la redazione; e «la tecnica» come mezzo rapido e fecondissimo di frutti (Ratio stud., intr., pag. 10-11).
Se gli studi dei discepoli devono preparare all'apostolato tecnico e divulgativo, quelli degli Aspiranti al sacerdozio, dei Chierici e dei neo Sacerdoti devono soprattutto formare e preparare all'apostolato della redazione nel campo della stampa, del cine, della radio, televisione, dischi, ecc. Gli studi e tutta la formazione devono mirare ad attuare il «vivit in me Christus», in modo che, vivendo e operando in Cristo, il Sacerdote paolino sia l'irraggiamento di Cristo Maestro, che è la Via e la Verità e la Vita, e che, .con l'apostolato redazionale, faccia conoscere il magistero di Dio nella creazione e nelle scienze naturali, nella storia naturale e soprannaturale, la quale è preparazione a Cristo e sviluppo del suo corpo mistico, nella rivelazione dell'antico e del nuovo Testamento, nell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa militante, purgante e trionfante (Primo Maestro, Ratio stud., intr., p. 13): «veritatem facientes in caritate», unificando tutte le scienze in un solo corpo che abbia Cristo per Capo o Maestro e attuando quella «Summa vitae», che si divide in Verità, Via e Vita (id., ivi, p. 14; cfr. 2 Cor. 10, 4-5).
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IV. Formazione degli Aspiranti, Chierici e novelli Sacerdoti alla redazione.
1) NORME DEL CONCILIO VATICANO II
Il Concilio Vat. II nel «Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale» stabilisce i principi fondamentali per l'uso di questi mezzi apostolici, che dovranno essere applicati nell'apposito «Direttorio pastorale», che il competente Ufficio della Santa Sede preparerà per incarico del Concilio Vaticano II e sarà preziosa guida del nostro apostolato.
Nel suddetto «Decreto» il Concilio anzitutto ammonisce sul dovere di formare una «retta coscienza" riguardo agli strumenti della comunicazione sociale, conoscendo e applicando integralmente «la dottrina morale» al loro contenuto, al loro fine e alla loro forza di suggestione, per molti irresistibile.
Per essere retta la coscienza dovrà assegnare il primato assoluto all'ordine morale oggettivo, che investe tutto l'uomo nel campo naturale e soprannaturale, e lo conduce a conseguire la perfezione e la piena felicità e che deve presiedere alla raccolta e diffusione delle notizie (diritto d'informazione) per contribuire al bene comune, al progresso e alla prosperità della società civile nel rispetto della verità, dell'onestà, della giustizia, della carità, delle leggi morali, dei diritti e della dignità della persona umana. L'ordine morale deve quindi prevalere su ogni altro ordine, compreso quello artistico o estetico, ed esige che, anche quando si deve presentare il male, lo si faccia nel rispetto della legge morale ed esaltando la virtù e il bene (Decr. sugli strumenti della comunicazione sociale, numeri 5-7).
Per formare la coscienza retta e dare il primato all'ordine morale occorre che nella scuola si dia la massima importanza allo studio del Catechismo, della filosofia e teologia morale, asce tic a e pastorale.
Il Concilio Vaticano II nel citato Decreto insiste perché i giovani siano formali: 1) come buoni recettori, 2) e come buoni autori degli strumenti della comunicazione sociale (stampa, cinema, radio, TV ...).
1° Per formare i BUONI RECETTORI occorrerà: 1. informarli preventivamente e tempestivamente delle indicazioni morali della competente autorità ecclesiastica sui libri, film e trasmissioni audiovisive; 2. scegliere per loro le letture e le audiovisioni che eccellono per merito di virtù, cultura e arte; 3. vigilare perché evitino letture e audiovisioni pericolose e contrarie alla fede e ai buoni costumi; 4. ammaestrarli: 1) a usare «con misura e disciplina» gli strumenti della comunicazione sociale; 2) a penetrare addentro alle cose lette, udite, viste; 3) a discuterne con i maestri e con persone competenti; 4) infine a formulare giudizi retti (Conc. Vat II, Decr. cit. nn. 9-10).
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Particolare importanza ha quest'ultimo punto: il retto giudizio dev'essere la conclusione e il frutto di ogni lettura e audiovisione. Perciò occorre che il Superiore di ogni casa col prefetto degli studi, il maestro di redazione, i direttori delle riviste e dell'Ufficio edizioni concerti periodicamente quali letture e audiovisioni, dirette o registrate, concedere ai giovani, chierici e neo sacerdoti, e che dopo ogni lettura e audiovisione i recettori diano, possibilmente per scritto e conforme alla loro capacità e maturità, il giudizio soprattutto morale. Senza questo giudizio è inutile e può essere dannosa ogni lettura e audiovisione.
Il Concilio Vaticano II esige che i recettori siano formati teoricamente e praticamente a «usare con fruttò e rettitudine» gli strumenti della comunicazione sociale, e per questo prescrive che "nelle scuole cattoliche di ogni grado e nelle associazioni" siano incrementate . e moltiplicate, specialmente per i giovani e secondo i principi della morale cristiana, iniziative e opere adatte; e che nei catechismi si propon ga e si spieghi la dottrina cattolica sugli strumenti della comunicazione sociale (Decr. cit. n. 16).
2° Oltre che buoni recettori, i giovani devono essere formati professionalmente perché diventino BUONI AUTORI degli strumenti della comunicazione sociale mediante la redazione e altre attività. Dobbiamo perciò formare scrittori, pubblicisti, autori e critici che siano moralmente responsabili e capaci di preparare e di giudicare, soprattutto sotto l'aspetto morale, scritti, trasmissioni e spettacoli adatti a divertire e a formare ad alti ideali (Decr. cit. nn. 11-15).
In particolare si devono formare i giovani: 1. perché possano domani essere autori di «una stampa specificamente cattolica ... , redatta esplicitamente per rafforzare e promuovere opinioni pubbliche rispettose della legge morale», della dottrina, specialmente sociale, della Chiesa, e per abituare i fedeli «a giudicare cristianamente gli avvenimenti»; 2. possano preparare e programmare film specialmente per la gioventù, capaci di divertire e pregevoli per valore culturale e artistico; 3. possano preparare programmi radiofonici e televisivi adatti soprattutto all'ambiente familiare, promuovere con abilità e competenza programmi cattolici, che conducano uditori e spettatori a partecipare alla vita della Chiesa, ad assimilare i valori religiosi, a creare emittenti cattoliche con programmi perfetti ed efficaci (Decr. cit. n. 14).
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II) NORME DELLE COSTITUZIONI E DELLA «RATIO STUDIORUM»
1° STUDIO E MATERIE PIÙ IMPORTANTI PER LA PREPARAZIONE ALLA REDAZIONE. - Per l'apostolato delle edizioni insieme alla pietà e alla povertà occorre la scienza naturale e soprannaturale, al cui acquisto sono ordinati gli studi di ogni grado. Perciò i nostri studi devono essere in funzione dell'apostolato. Per questo è necessario «sentire cum Ecclesia» e che tutto, nello studio e nell'insegnamento, sia ordinato a far conoscere sempre più intimamente e a formare nella mente, nella volontà e nel cuore dei giovani Cristo Maestro, che è la Via e la Verità e la Vita (Cost. aa. 181-182; Ratio stud. aa. 1-3).
Ma la scienza non serve all'apostolato senza lo strumento per comunicarla. Occorre quindi che fra tutte le discipline scolastiche e subito dopo la religione abbia il primo posto lo studio della lingua patria e che fin dai primi anni i nostri giovani si esercitino nella dizione, educando la voce onde prepararsi all'apostolato delle edizioni cinematografiche, discografiche, radiofoniche e televisive (Primo Maestro, Intr. alla Ratio stud., p. 15).
Per meglio acquistare la conoscenza scientifica delle varie materie gli studenti si applichino continuamente alle esercitazioni pratiche (compiti), che devono mirare: 1. a svolgere qualche materia con sussidi letterari, con ragioni e obiezioni; 2. a rendere familiare il metodo scientifico; 3. infine a sviluppare le facoltà scientificamente e metodicamente (Ratio stud. a. 126).
Le esercitazioni si possono fare tanto nelle materie principali che sussidiarie e speciali. Spetta al prefetto degli studi, d'accordo con i maestri delle singole discipline, stabilire in quali materie si potranno fare più utilmente le esercitazioni (Ratio stud. a. 129).
I temi delle esercitazioni siano graduati e proporzionati al progresso degli studenti e abituino i giovani specialmente a consultare libri, periodici, enciclopedie; a capire e ordinare le annotazioni delle edizioni critiche, a scegliere dalle loro letture, a ordinare quello che hanno scelto, a riferire e annotare gli autori, a esaminare in modo da dare il loro giudizio su libri, giornali, opuscoli letti, dischi e trasmissioni radiofoniche ascoltate, spettacoli cinematografici e televisivi veduti, a esercitarsi in ciò che li prepara e avvia al lavoro sia scientifico che divulgativo (cfr. Ratio stud. a. 130). Onde facilitare il lavoro suddetto e raccoglierne poi i dovuti frutti, è utilissimo abituare fin da principio i giovani a formarsi e utilizzare uno schedario personale.
In breve, i nostri studi siano fatti in modo da acquistare non solo la dottrina, ma soprattutto in modo da dare l'educazione intellettuale e pastorale che richiede lo sviluppo di tutte le facoltà: intelletto, fantasia, memoria, estimativa artistica, sentimento ... e in modo da insegnare l'uso del metodo per il lavoro scientifico, tecnico, divulgativo, (cfr. Ratio stud. a. 8).
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2° CURRICULO MEDIO-CLASSICO. - Questo corso degli studi è chiamato «classico» perché si occupa soprattutto della lingua patria e delle letterature e lingue classiche; è detto «umanistico» perché deve coltivare le facoltà dei giovani in modo da dare loro la capacità di esprimersi con facilità ed elegante semplicità a voce e per scritto; è chiamato «pratico» perché fa conoscere le lingue e letterature con la lettura, la recita, l'analisi e l'imitazione; infine è denominato «cristiano» perché coltiva con somma diligenza la religione, fondamento di tutta l'educazione, e perché agli autori pagani espurgati aggiunge gli autori cristiani (Ratio stud. a. 96).
Durante gli anni del curriculo medio-classico i giovani devono perciò acquistare la capacità e la facilità di esprimere a voce e per scritto ciò che hanno imparato, com'è richiesto dall'apostolato delle edizioni (Cost. a. 192; Ratio stud. a. 62). Gli studenti siano perciò abbondantemente formati nella teoria e nella pratica dell'arte dello scrivere e del dire, della lettura e del canto, come richiedono le necessità del nostro apostolato (Cost. a. 225; Ratio stud. a 84; Pio XII, Cost. «Sedes Sapientiae», a. 43, 3, 1°-5°).
Il metodo d'insegnamento sia soprattutto letterario, perché nulla più dell'abilità e dell'eleganza dello scrivere e del dire giova a sviluppare l'intelligenza (Ratio stud. a. 85; S. Congr. dei Sem. e Univ., «Ordinamento dei Seminari», 1925, VII).
I giovani delle classi medio-classiche siano anche avviati alla liturgia con la traduzione, lo studio e il commento degli inni liturgici; alla patrologia con la lettura e la versione di brani dei santi Padri; alla storia e all'etnologia con lo studio dei costumi, consuetudini e leggi dei popoli orientali e delle terre di missione; ai problemi odierni degli strumenti della comunicazione sociale; alla Chiesa con la conoscenza della gerarchia, dei Concili, delle allocuzioni e di altri documenti pontifici (Primo Maestro, Intr. alla Ratio stud., p. 16).
Nel periodo medio-classico si dia la massima importanza alle esercitazioni o compiti, da correggere davanti a tutti e che devono riguardare argomenti vari: religiosi, sociali, attualità, vita pratica; riassunto e revisione di libri, giudizi su audiovisioni e sulle edizioni paoline. Si tengano sempre presenti gli autori ecclesiastici, si studino con molta diligenza i massimi autori letterari (p. es. Dante e Manzoni) e si dia una breve notizia degli autori minori (Primo Maestro, Intr. alla Ratio stud., p. 19-21).
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3° CURRICULO LICEALE E FILOSOFICO. - Nei corsi liceali e filosofici si coltivino le scienze naturali, si ponga in rilievo il sistema religioso, filosofico e morale degli antichi, lo si confronti con la religione, la filosofia e la morale cattolica e si metta in risalto la superiorità di questa (Primo Maestro, Intr. alla Ratio stud., pp. 21-22).
Durante i corsi di filosofia si continui lo studio delle lettere, specialmente di quelle connesse con la filosofia; si dedichi il tempo sufficiente allo studio delle letterature patria, latina, greca, orientali, si facciano le tradizionali dispute (id., ivi, p. 21; Ratio stud. a. 90; Pio XII, Const. cit. a. 44, 4, 2-1); e si spieghi la filosofia in modo da preparare alla teologia e ai ministeri apostolici, tenendo conto degli odierni errori contro la Chiesa, che per lo più partono da premesse filosofiche (Ratio stud. a. 91; Pio XII, Cost. cit. a. 44, 2, l°).
4° CURRICULO TEOLOGICO. - La teologia sia insegnata in modo da comunicare abbondantemente la dottrina cattolica, da farne conoscere le fonti rivelate e in maniera che gli alunni diventino capaci di esprimere e difendere bene la dottrina nella catechesi, nella predicazione, soprattutto negli scritti, nella scuola, negli altri ministeri a favore sia dei semplici che dei dotti (Ratio stud. a. 95; Pio XII, Const. cit. a. 45, 2).
Si dia il posto conveniente alla casistica che riferisce i problemi, i costumi e le idee del nostro tempo alla stampa, al cine, alla radio e alla TV; e si dia particolare incremento all'apologetica speculativa e pratica, specialmente riguardo agli argomenti più discussi del nostro tempo (Primo Maestro, Intr. alla Ratio stud., p. 21).
5° ANNO DI PASTORALE. - Per tutto il tempo della formazione e della probazione pastorale superiori e maestri non cessino di coltivare l'amore dei giovani sacerdoti all'apostolato e li facciano esercitare in esso conforme al pensiero della Chiesa e al fine della nostra Società (Ratio stud. a. 99; Pio XII, Const. cit. a.47, l).
Gli studenti di Pastorale siano gradatamente preparati al nostro speciale apostolato, di cui devono conoscere il fine, lo spirito, i ministeri, l'origine; siano informati sui membri dell'Istituto che meglio hanno esercitato l'apostolato, sui mezzi di cui si sono serviti, in modo che i neo sacerdoti amino la loro famiglia religiosa e corrispondano fedelmente alla loro vocazione (Ratio stud. a. 100; cfr. Pio XII, Const. cit. a. 47, 3).
Fa parte dell'anno di pastorale la redazione per la stampa, cine, radio, TV, dischi, nonché la tecnica e la pubblicità con i mezzi della comunicazione sociale (cfr. Ratio stud. a. 104; Costituzioni aa. 226-241; 252-262).
Per completare la formazione pastorale i novelli sacerdoti possono essere inviati a compiere speciali studi di Pastorale; il Superiore generale può istituire sedi speciali per la formazione professionale particolare in vista dell'apostolato delle edizioni (Ratio stud. a. 12-14). Ogni superiore locale vigili sulla scuola di redazione come per le altre scuole (vedi Ratio stud. a. 40), e i maestri delle varie materie conoscano pienamente le fonti, i sussidi, i metodi, gli autori principali della loro materia e «pubblichino scritti» (Ratio stud. a. 58, 1; Pio XII, Const. cit. a. 30, 4-1).
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6° Infine si devono istituire anche studi speciali per la redazione per un triplice motivo: l. completare gli studi comuni ed elevare al massimo la cultura e la dottrina, come conviene alla nostra Società; 2. far apprendere quelle cose particolari che sono richieste dalla natura della nostra Società; 3. preparare prima di tutto a compiere l'apostolato redazionale con gli strumenti della comunicazione sociale e a svolgere gli altri ministeri (Ratio stud. a. 140; Pio XII, Const. cit. a. 46, l).
V. Testi di studio e sussidi per la scuola di redazione.
Oltre che orientare tutti gli studi degli aspiranti al sacerdozio alla redazione, conforme alle nonne riportate sopra, la mezz' ora quotidiana tolta all'apostolato dovrà essere dedicata specificamente ed esclusivamente alla redazione, in modo che ogni settimana vi sia un'ora e mezzo di scuola e un'ora e mezzo di studio destinate a questo scopo.
Diamo ora un elenco dei testi da spiegare e far studiare ai giovani e di opere sussidiarie che potranno servire ai maestri di redazione per trame nozioni e indirizzi utili a loro e ai giovani. I testi e i sussidi sottoindicati sono suggeriti «ad experimentum» per il nuovo anno scolastico. I confratelli avranno certamente suggerimenti da dare e l'esperimento potrà essere modificato nell'anno successivo.
I) SCUOLA MEDIA
1° Testo di studio: Romagnoli, Manuale di pronuncia, articolazione, dizione. Milano, Mursia. P. Ricour, Come riuscire negli studi. Ed. Paoline 1956.
2° Sussidi: A. Baratono, La prima grammatica. Sansoni, 1942. I e II parte, p. 1-212: utilissimo per la conoscenza e l'uso ragionato delle regole grammaticali e soprattutto per le esercitazioni in vista della redazione. Per esercitare gli alunni a dare giudizi e a scrivere in vista d'un'ipotetica pubblicazione potrà servire «il Giomalino».
II) IV E V GINNASIO
1° Testo di studio: Franco Fochi, L'italiano facile: guida allo scrivere e al parlare. Milano, Feltrinelli, 1964. - L'arte del recitare. Milano, Majocchi. Le nozioni più importanti del «Manuale di tipografia» di Farinella, Ed. P. Si svolgano inoltre tutti gli esercizi pratici de «Lo stile italiano» di G. Lipparini, che serve come testo nella scuola d'italiano.
2° Sussidi: A. Baratono, o. c., parte III: la lingua e lo stile, p. 213-362: servirà a completare il Lipparini, soprattutto con le utilissime «esercitazioni». G. Bertoni - F. Ugolini, Prontuario di pronunzia e di ortografia: per oratori, conferenzieri, attori, insegnanti, ecc. EIAR, 1939: utilissimo anche il dizionario della retta pronuncia e grafia. Per giudizi ed esercitazioni potranno servire «La Domenica religiosa», «La vita in Cristo e nella Chiesa ...»
III) NOVIZIATO
1° Testo di studio: G. Alberione, L'apostolato delle edizioni. Ed. P. 1954: manuale di formazione e di apostolato (è evidente l'importanza fondamentale per noi di quest'opera). J. Guitton, La nuova arte di pensare, Ed. P. 1954: consigli a quelli che studiano e scrivono. Id., Il lavoro intellettuale, Ed. P. 1954: completa il precedente.
2° Sussidi: S. Landi., Guida per chi stampa e fa stampare. Vol. I Manuale Hoepli, 1926. Per giudizi ed esercitazioni: «La Famiglia cristiana».
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IV) LICEO E FILOSOFIA
1° Testo di studio: J. Guitton, Arte di vivere e di pensare. Ed. P. 1957. A. D. Sertillanges, La vita intellettuale. Roma, Studium, 1948: primo avviamento al lavoro intellettuale e alla redazione (almeno i capitoli principali).
2° Sussidi: F. A. Morlion, L'apostolato dell'opinione pubblica. Roma, Studium, 1947 (da riassumere per i giovani chierici). A. F. Frechet, La sonorizzazione del film a passo ridotto e la registrazione magnetica. Milano, Mursia. N. Bau, Il film da 8 mm: dalla ripresa alla proiezione. Milano, Mursia. A. D'Alessandro, Lo scenario televisivo, Milano, Mursia. Id., Il mestiere del critico: schede dei più importanti film italiani e stranieri. Milano, Mursia, 1958-1961, a cura di Guido Aristarco.
Per giudizi ed esercitazioni potranno servire «Orizzonti», «La Famiglia cristiana», «Vita e pensiero», «Rivista di filosofia neoscolastica ...».
V) TEOLOGIA
1° Primo anno: 1. Testi di studio: Folliet, Tu sarai oratore. Ed. P. 1958. Documenti del Magistero ecclesiastico sugli strumenti della comunicazione sociale: Concilio Vaticano II, Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale. Ed. P. 1964: fondamentale per le direttive del nostro apostolato. Pio XI, Enc. «Vigilanti cura», 29-VI-1936: codice del cinematografo. Pio XII, Enc. «Miranda prorsus»: su cine, radio, TV. Ed. P. 1959. Id., All. «Six ans», 5-X 1957: per l'apostolato dei laici, in «Insegnamenti pontifici», 10: Consegne ai militanti, Ed. P. 1960, specialmente i nn. 520-577. P. Delugan, Cattolici militanti (consegne pontificie ai militanti). Ancora, 1956: pag. 89-100: cine, radio, stampa e TV. Pio XII, All. 1-1-1954 e Radiomessaggio 6-VI-1954.
2. Sussidi: G. Pasquali, Cine, radio e TV nella parola dei sommi Pontefici. Ed. P. Per l'orientamento degli studi a Cristo Maestro: C. T. Dragone, Maestro, Via, Verità e Vita, parte I, Ed. P. 1961.
2° Secondo, terzo e quarto anno. 1. Testi di studio. A. Ayfre e specialisti: Cinema, Télévision et Pastorale. Fleurus, 1964: per seminari e istituti religiosi di formazione. R. Esposito, Pubblicista (in preparazione). A. De Parvillez, La penna al servizio di Dio. Ed. P. 1957. J. De Guibert, Breves adnotationes in cursum methodologiae generalis, Roma, Univ. Greg. 1944; oppure: Alszeghy, Metodologia, Roma, Univ. Greg. Meglio ancora, quando sarà pubblicato: C. Vagaggini, Metodologia. Ed. P.
2. Sussidi: G. Mottana, Il Giornalismo e la sua tecnica. Milano, Miano, 1960. G. Ourdin, La stampa cattolica. Ed. P. 1960. P. Ayfre, Cinema e cristianesimo. Ed. P. 1961. Arbois-Pichard, Radio e TV per Cristo. Ed. P. 1961. C. T. Dragone, Maestro Via, Verità e Vita, parte II e III, Ed. P. 1962 e 1964 (parte IV in preparazione). Esercitazioni e giudizi su «Famiglia cristiana», «Vita pastorale», «Il cooperatore paolino», «Via, Verità e Vita», «La vita in Cristo e nella Chiesa», «L'Osservatore Romano», «Il Quotidiano» «La Gazzetta d'Alba ...».
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VI) ANNO DI PASTORALE
1° Testi di studio: G. Alberione, Appunti di teologia pastorale. Ed. P. 1960. V. Schurr, Cura d'anime in un mondo nuovo. Ed. P. 1960: pp. 191-274: la tecnica della diffusione stampa, radio, TV, cine. C. T. Dragone, Maestro, Via, Verità e Vita (dispense).
2° Sussidi: Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale. Ed. P. 1960. Id., Catechismo sociale. Ed. P. 1954. Tamberlani, L'oratore Ed. P. 1964. L. Becqué, Faut-il réformer le sermon? L. Enne, Stile e tecnica della predicaziosmo sociale. Ed. P. 1954. Tamberlani, L'oratore. Cristiano: trattato di predicazione. SEI, 1932. Giudizi ed esercitazioni su «Vita pastorale», «La Famiglia cristiana», «Orizzonti», «L'Osservatore romano» e altri giornali e riviste cattoliche.
N. B. Testo fondamentale di studio dovrà essere, quando sarà pubblicato, «Il direttorio pastorale» per gli strumenti della comunicazione sociale, che per richiesta dei Padri Conciliari e incarico del Santo Padre sarà preparato dall'apposito ufficio della Santa Sede o Segretariato per gli strumenti della comunicazione sociale (ex-Segretariato della stampa e dello spettacolo).
VI. Suggerimenti per esercitazioni pratiche redazionali.
Da quanto si è detto sopra risulta l'importanza primaria dello studio della religione (col metodo attivo), della lingua patria, della dizione e recitazione, della filosofia e teologia, soprattutto morale e pastorale, e delle esercitazioni orali e scritte, specialmente su argomenti religiosi. Qui proponiamo, a titolo puramente indicativo (lasciando ai superiori, prefetti degli studi, maestri di redazione, la scelta), quanto segue:
I) SCUOLA MEDIA E GINNASIO SUPERIORE. - l° Compiti settimanali scritti sul Catechismo. 2° Tema settimanale con orientamento redazionale. 3° Svolgimento di tutti gli esercizi della grammatica italiana e dello stile italiano, di latino, greco, lingua straniera. 4° Esercizio settimanale di dizione (scuola media: e vi si presta anche e prima di tutto la recita della lezione. quotidiana) e di recitazione (ginnasio superiore: recita della lezione, lettura degli autori, con abbondante uso dell'Antologia e del Vocabolario). 5° Audiovisione settimanale, religiosa o culturale, con relativo giudizio scritto, prevalentemente morale.
II) LICEO E FILOSOFIA. -l) Esercizi scritti settimanali di religione: per es. schemi di lezioni catechistiche, di conferenze, di articoli divulgativi, ecc. 2) Temi settimanali d'indole letteraria, scientifica, estetica. 3) Audiovisione settimanale (religiosa, culturale, artistica) con relativo giudizio scritto e corretto, prevalentemente morale, e anche filosofico, estetico, storico, ecc. 4) Letture, giudizi, recensioni, articoli divulgativi di religione, scienza, cultura. 5) «Disputationes philosophicae» almeno alla fine di ogni trattato di filosofia.
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III) TEOLOGIA. - l) Scritti d'attualità: per es. cronaca, interviste, giudizi su eventi e personaggi. 2) Esercitazioni e «disputationes» orali e scritte di dommatica, morale, liturgia, Scrittura, storia ecclesiastica, sociologia, ecclesiologia ... 3) Studi ed esercitazioni su documenti pontifici (soprattutto sulle grandi encicliche di Leone XIII, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, importanti Radiomessaggi e Allocuzioni). 4) Giudizi e analisi scritte settimanali su audiovisioni; esercitazioni di metodologia scientifica e divulgativa sulle fonti della rivelazione, schemi di spiegazioni evangeliche, lezioni, prediche, conferenze, copioni di film e trasmissioni. 5) Lezioni e conferenze di specialisti sulla preparazione dei mezzi della comunicazione sociale, sulla pedagogia e didattica ...
IV) ANNO DI PASTORALE. - l) Esercizi orali e scritti di oratoria sacra, copioni di film, dischi, trasmissioni radiotelevisive. 2) Lettura ed esposizione di. documenti pontifici, patristici, liturgici... 3) Articoli scientifici o divulgativi e pastorali per giornali e riviste. 4) Esercitazioni e giudizi su audiovisioni. 5) Redazione di schemi e abbozzi di opuscoli, libri, film, trasmissioni audiovisive, discografiche ...
VII. Calendario Scolastico 1964-1965 per l'Italia I) Inizio dell'anno scolastico: 8 settembre 1964.
II) Prove d'esami trimestrali per i giovani: 17-23 dicembre 1964 - 1-7 aprile 1965
III) Esami semestrali dei Chierici: 7 genn. 1965.
IV) Esami finali per tutti: 18-27 giugno 1965.
V) Chiusura dell'anno scolast.: 28 giugno 1965.
VI) Giorni di vacanza:
1) tutte le domeniche
1 novembre 1964: Festa di Tutti i Santi
8 dicembre 1964: Festa dell'Immacolata
24-28 dicembre 1964: Vigilia, Natale, Santo Stefano, San Giovanni, Ss. Innocenti
1 gennaio 1965: Capodanno
6 gennaio 1965: Epifania
25 gennaio 1965: Conversione di san Paolo
2 marzo 1965: martedì grasso
19 marzo 1965: Festa di San Giuseppe
10) 15-19 aprile 1965: Giovedì, Venerdì, Sabato Santo, Pasqua, Lunedì di Pasqua
II) 1 maggio 1965: Festa di san Giuseppe Lavoratore
27 maggio 1965: Ascensione
17 giugno 1965: Corpus Domini.
Sac. C. T. Dragone
(per il Consiglio Gener.)
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In Italia gli anni di studio che precedono la Teologia per una preparazione adeguata sono sedici. Cioè: 5 elementari; 5 ginnasiali (comprese le medie); 2 di noviziato; 4 di liceo-filosofia.
***L'Istituto ha: come primo fine «la gloria di Dio e la santificazione dei membri» (primo articolo); e come fine speciale «la divulgazione della dottrina cattolica per mezzo dell'apostolato-edizioni, cioè stampa, cinema, radio, televisione ...» (secondo articolo).
Ora: il cinquantesimo è il tempo di esaminare come viviamo; e
Per il primo fine: «migliorare la pietà per arrivare alla santità».
Per il secondo fine: redazione, tecnica, diffusione. La redazione ai Sacerdoti; tecnica e diffusione ai Fratelli Discepoli.
Perciò: Sacerdoti preparati alla redazione; Discepoli preparati alla tecnica e diffusione.
Tale è la natura dell'Istituto. Applicazione: per ogni Casa e Provincia: preparare gli aspiranti al sacerdozio per la redazione; preparare i due terzi (quanto a numero) dei religiosi (Discepoli) per la tecnica e diffusione.
Su questo, ognuno di noi superiori abbiamo un fondamentale dovere. Sia il frutto del cinquantesimo.
Sac. G. Alberione
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