Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXIX
SAN PAOLO
Roma Casa Generalizia,
LUGLIO-AGOSTO 1964

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

PER IL CINQUANTESIMO

ESORTAZIONE DEL PRIMO MAESTRO DURANTE LA MESSA COMMEMORATIVA

La data del 20 Agosto 1914, secondo le notizie che ricevo, è ricordata in tutte le Case con funzioni solenni, dimostrazioni, esposizioni, inaugurazioni, ecc. Ma soprattutto con preparazione e giornate di preghiere: di ringraziamento, di lode a Dio e di propositi per la vita paolina e l'apostolato.
Un Cooperatore molto affezionato alla Famiglia Paolina ha voluto ricordare il 50° facendo dono di un buon numero di copie del nostro stemma, uno per Casa.
Lo stemma illumina lo spirito e la vita paolina. Il 50° invita ad un esame e ad una ripresa in fede e vigore.

È uno stemma in cui il Sac. Timoteo Giaccardo raccolse e fissò i simboli che costituiscono un programma estremamente indicativo per la vita religiosa ed i rispettivi apostolati dei singoli Istituti, e di cui diamo una breve spiegazione:
1) In alto dello stemma splende la figura dell'OSTIA SANTA, che irradia luce e calore su tutto il complesso. È Gesù Cristo Divino Maestro, Via e Verità e Vita. Indica il pane quotidiano che nutre, allieta, fortifica e santifica. Nati dall'Eucarestia, sempre viverla; ed è stabilita per tutti l'ora quotidiana di adorazione, secondo le Costituzioni.
2) Dopo l'alimento divino: la luce divina, il LIBRO-BIBBIA. Illumina tutto l'essere umano: l'intelletto con le divine verità, la volontà a cui indica la via del cielo, il cuore con l'orientamento di amore a Dio e di amore al prossimo.
Dio, il primo Autore-Scrittore, servito da uomini da Lui ispirati; è Lui il grande Editore dell'umanità; per invitare gli uomini alla felice casa del Padre Celeste, indicandone la via.
Per il Paolino questa è la quotidiana lettura; è il Libro primo da riprodursi e diffondersi; il contenuto è la sostanza di tutto il nostro insegnamento. Infatti Gesù Cristo ha detto: «Io sono la Luce del mondo»; altrove: «Voi siete la luce del mondo».
3) PENNA: è il primo strumento della comunicazione sociale ed indica tutta la serie degli altri strumenti: macchinari, carta, pellicole, radio, televisione, dischi, ecc. Quello che il Paolino del 1914 largamente usava, e sentiva profondamente, con sicurezza di apostolato, oggi ebbe la più solenne approvazione; ed è diventato un dovere di tutti, accanto al dovere della parola orale, secondo il Decreto del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nella Famiglia Paolina vi è chi istruisce con la parola, chi invece con gli strumenti tecnici, e chi usa entrambi.
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4) L'ISCRIZIONE sul Libro è presa da San Paolo: «Ut innotescat per Ecclesiam multiformis sapientia Dei». San Paolo indica la posizione nostra di figli e umili servi della Chiesa. Per l'approvazione della Santa Sede dei nostri Istituti siamo inseriti nella Chiesa stessa, custode e maestra della sapienza rivelata da Dio; e aggiunse S. Paolo: «Tutto ciò che è vero, puro, giusto, bello, santo ed amabile... sia oggetto dei vostri pensieri».
Così, fatti sempre discepoli e sempre maestri nella posizione stessa di cui parla san Paolo: «Io ho predicato a voi quanto io prima ho appreso dal Signore».
5) SPADA: ha doppio significato. San Paolo fu decapitato alle Tre Fontane presso Roma: vittima del suo zelo; ha lavorato per il Vangelo «abundantius», e morì di spada.
Altro significato. Dice San Paolo: «La parola è spada» che divide e separa l'uomo dallo spirito del mondo e dalla schiavitù del male; e l'uomo, fatto libero dai legami terreni, corre la via segnata da Gesù Cristo: «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso... e mi segua».
Considerate l'esortazione di San Paolo ad armarci contro il male, e tra le armi: «la spada dello spirito, che è la parola di Dio: gladium spiritus, quod est verbum Dei».
6) ALBA: ha due indicazioni. La prima l'origine della Famiglia Paolina. In Alba (Piemonte) nel 1914, 20 agosto, dopo l'ora di adorazione, presenti i cari primi Aspiranti, si fece la benedizione della prima casetta e della piccola tipografia.
Don Alberione dal 1908 si trovava nel Seminario Diocesano, come Direttore spirituale ed insegnante. Considerando le condizioni sociali del tempo e le difficoltà della Chiesa al principio del secolo, causa specialmente del modernismo, pregando, sentiva sempre di più il bisogno di mettere al servizio delle anime i mezzi tecnici forniti dal progresso. Attendeva l'ora, quando si fosse manifestata la volontà di Dio. Fu il Vescovo che, di sua iniziativa, con amabilità ed una insolita solennità, gli diede l'obbedienza: «Prendi la direzione del giornale diocesano; e fa quanto ti sarà possibile». Poi la benedizione. Nel giorno del Nome di Maria: il Vescovo e Don Alberione, si era pregato insieme, alla Madonna detta della Moretta.
Da quel momento piccoli passi secondo il Signore guidava, e forniva le possibilità.
Altra indicazione: «ALBA»: le lettere sono inizio dei simboli degli Evangelisti: A = Angelo (San Matteo); L = Leone (San Marco); B = Bue (San Luca); A = Aquila (San Giovanni). Sulla facciata del Duomo sono scolpiti questi simboli degli Evangelisti.
Impegno di primo ordine per la Pia Società San Paolo è di produrre e diffondere il Vangelo.
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7) GLORIA A DIO + PACE AGLI UOMINI. Queste sono le finalità. I fini per cui Gesù Cristo comparve agli uomini nel presepio li volle cantati dagli Angeli: «Gloria a Dio e pace agli uomini». La gloria di Dio è il fine ultimo ed assoluto dell'Incarnazione, della Redenzione e della santificazione. Il secondo fine è la salvezza degli uomini: pace con Dio e pace con il prossimo.
Per la Famiglia Paolina non vi sono altri fini; i medesimi fini quindi per cui si compì la Redenzione.
Vivere e operare secondo Gesù Cristo: «Per Christum, et cum Christo et in Christo». Così San Paolo: «Mihi vivere Christus est: la mia vita è Cristo».
8) CORNICE DELLO STEMMA: si presenta come ornamento e come una difesa e custodia dei vari simboli. Ma anche la cornice stessa è simbolo, cioè come il religioso deve custodire lo spirito religioso e compiere la sua missione particolare.
Infatti la professione religiosa ci ha stabiliti in una via che sale verso le vette, secondo sublimi impegni, e di ordine soprannaturale. Vi sono le sicure promesse divine: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, avrete il centuplo e avrete in eredità il cielo». È una tessera o buono giornaliero per l'acquisto delle grazie quotidiane; ed è insieme il passaporto per il passaggio da una patria terrena alla patria celeste.
Custodire il buono ed il passaporto. Non si distrugga il buono, né il passaporto: conservarli, usarli; poi la corona eterna.
Per me: partendo da questo mondo prego ed offro la vita per la Famiglia Paolina, perché viva sempre secondo i disegni di sapienza ed amore di Dio, e a sua gloria e pace degli uomini.

CONCLUSIONE

Cinquantesimo! È da paragonarsi all'esordio di un discorso; è la traccia annunziata; ora lo sviluppo in sicurezza.
Si sono stabilite le rotaie nelle Costituzioni; e sono state provate e consolidate nelle esperienze.
Il viaggio nel tempo sarà felice se l'Istituto nel suo complesso, ed i singoli religiosi si muoveranno sempre sulle rotaie; umiltà e fede.
In Gesù Maestro, Via e Verità e Vita; la protezione di Maria Regina Apostolorum; l'esempio di San Paolo, che più di tutti gli Apostoli usò il mezzo tecnico, le sue lettere, associato alla parola.
Oggi con questa mia Messa chiudo col Te Deum un cinquantesimo, ed apro il tempo futuro col Veni Creator.
Vivere in piena ed abituale gioia la vita religiosa, che prelude ai gaudi eterni.
La nostra vita, anche per ciascuno, come per l'Istituto, è una storia continuata di grazie: grazia sopra grazia. Vita religiosa per santificazione e spiritualità in Cristo; apostolato conforme ai bisogni dei tempi; sempre più splendente l'orizzonte del cielo, se siamo sempre tesi verso la perfezione.
Sia piena la lode, sia sonora;
sia giocondo, sia decoroso
il giubilo dell'anima.

Ricordo per tutti: le opere di Dio si fanno con gli uomini di Dio.

Sac. Alberione


Gli anni di studio che precedono la Teologia per una preparazione adeguata sono sedici. Cioè: 5 elementari; 5 ginnasiali (comprese le medie); 2 di noviziato; 4 di liceo-filosofia.
Nelle varie nazioni occorre adeguarsi per il numero di anni prima della Teologia, tenendo conto dell'organizzazione degli studi statali.
Ormai il noviziato, tanto per aspiranti al sacerdozio, come per aspiranti-discepoli, in ogni nazione sia di due anni, se ancora non si facesse.

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Seguirà un «SAN PAOLO» per illustrare «come preparare alla redazione».

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Da qualche Casa non si è ricevuto ancora risposta alla lettera circa il numero degli aspiranti-discepoli.
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