3) Che si preghi con devozione. Cioè: la umiltà: «Deus superbis resistit; humilibus dat gratiam» (Iac. IV 6), la fede: «Postulat autem in fide, nihil haesitans» (Iac. I, 6); in nome di Gesù Cristo: «Si quis petieritis
in nomine meo, dabit vobis» (Ioann. XVI, 23): così insegnò Gesù Cristo stesso. Attenzione, cioè raccoglimento, almeno cercandolo con la buona volontà. Anche ai peccatori il Signore concede la grazia attuale di poter pregare.
4) La perseveranza nel pregare. Vi è la parabola dell'amico che di notte chiede alcuni pani ad un suo amico; trova resistenza, ma continua a pregare e a picchiare; ed ottiene.
Vi è la parabola del giudice iniquo che dopo le molte insistenze di una vedova per avere giustizia, finalmente l'esaudisce.
È da considerare l'esempio della cananea; vi è l'esempio di Gesù stesso nell'orto degli ulivi. Chiedere, dunque, al mattino, mezzodì, sera: «usque ad importunitatem».
***In questo numero ricordo l'articolo 152 delle Costituzioni della Pia Società S. Paolo: «Essendo la pietà il fondamento di tutta la vita religiosa, la sorgente delle virtù, e utilissima a tutto, i membri studino incessantemente di accrescerla il più possibile in se stessi. Perciò nessuno sia ammesso alla professione, se ancora non ha sufficientemente appreso, secondo la sua condizione ed ingegno, lo spirito della Società, il metodo di fare l'esame di coscienza, la meditazione, la visita eucaristica, la lettura della Sacra Scrittura e gli altri esercizi di pietà e non sia assiduo nel compierli». Sembrerebbe meno buono quanto è stabilito; perché hanno in sé più importanza la Messa, la Comunione la Confessione, che non la meditazione, l'esame di coscienza la Visita al SS. Sacramento. Ma è da rilevarsi che tali tre pratiche preparano ed assicurano il buon risultato delle pratiche che hanno in sé maggior valore. Chi fa bene l'esame di coscienza, riceverà bene il Sacramento della Penitenza e farà progressi nella purificazione e santificazione. È tanto necessario il «nosce teipsum».
Chi fa bene ogni giorno la meditazione, assisterà molto meglio al Sacrificio della Messa; comprenderà sempre meglio il Sacrificio del Calvario portato sull'altare, e al Sacrificio di Gesù unirà il sacrificio di se stesso: volontà, cuore, essere.
Chi fa bene la Visita al SS. Sacramento si prepara bene alla Comunione. Si nutrirà bene di Gesù-Ostia-Maestro; Cibo che nutre chi ha desiderato tale Cibo: «La mia carne è veramente cibo; il mio sangue è veramente bevanda». Si mangi spiritualmente: Gesù che diviene il nostro cervello, Gesù che diviene la nostra volontà; Gesù che ci dà il suo Cuore: «Vivit vero in me Christus». Oh! se si compissero bene tali pratiche; quanto più saremmo altri Cristi: ciò che fu di san Paolo.
Meditare, praticare, insegnare.
SAC. G. ALBERIONE