Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO XXVI

SAN PAOLO
AGOSTO 1951
Numero speciale
ROMA - Casa Generalizia

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

LA CHIESA REGINA APOSTOLORUM

I pericoli e le difficoltà presenti e gli insistenti inviti del Papa a pregare per la pace, sono motivi per sollecitare i lavori della Chiesa Regina Apostolorum.
La pittura e la scultura si completano tra di loro e completano l'architettura. Maria è
Mater humanitatis che sovrasta tutto il creato sempre; ed oggi più ancora, Ella segna la «via humanitatis» per mezzo specialmente degli Apostoli.
È buona cosa che, soprattutto i lontani abbiano un ragguaglio di tutta l'opera; e in modo speciale di quanto già è fatto od in corso di esecuzione. Gioverà per chi ha concorso; sarà un invito per chi può concorrere.
Maria, tutta bella, e nostra buona Madre ci conceda di onorarla e cantarla anche in quest'opera d'arte: «Dignare me laudare te, Virgo sacrata».


Sac. Alberione


L'ARCHITETTURA DELLA CHIESA

Molti anni or sono, prima della guerra, quando si era venuti nella decisione di erigere un Santuario alla Regina degli Apostoli, sorsero subito alcuni problemi di natura pratica, che avrebbero deciso della struttura e, in certo senso, delle dimensioni stesse della costruzione attuale.
La Chiesa avrebbe dovuto offrire accesso contemporaneamente alle comunità della Pia Società S. Paolo da una parte e delle Figlie di S. Paolo dall'altra. Si dovevano inoltre tenere presenti le esigenze dei piani regolatori del Comune di Roma che prevedevano una strada di collegamento fra i due quartieri della Collina Volpi e dei Tramvieri.
Al centro di questo crocevia, e cioè sul versante della collinetta che divide i due nuclei di case delle nostre Comunità, la Chiesa doveva essere logicamente a pianta centrale (a croce greca). Tale struttura, d'altra parte, veniva suggerita dalla relativa esiguità dell'area disponibile, dal criterio di economizzare al massimo lo spazio interno, e dal fatto che, risultando praticamente isolata, la Chiesa doveva emergere con un certo equilibrio di masse, ciò che non si sarebbe ottenuto con una pianta longitudinale.
Ma vi era un problema assai pesante: l'opera di sterro e il dislivello di circa tredici metri fra una quota e l'altra.
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Una volta risolte queste difficoltà, si sarebbe ottenuto il notevole vantaggio di aver praticamente due chiese sovrapposte. Una, la cripta, destinata al servizio consueto delle due comunità e l'altra, destinata al pubblico, come Santuario e come Parrocchia. Questa ha già fin d'ora i suoi confini per una disposizione recente del Vicariato.
Ove si tengano presenti le varie soluzioni di ripiego che furono adottate nel caso analogo di una chiesa che deve rispondere contemporaneamente alle esigenze di una grande comunità e alle esigenze di un Santuario-Parrocchia, si apprezzerà maggiormente il valore pratico della cripta. Il pianoterra, sotto la cripta, è attualmente adibito a magazzino, autorimessa, cappella, ecc. ma rimane a disposizione per le esigenze future del Santuario.
La Chiesa alla Regina degli Apostoli veniva in tal modo delineandosi nei problemi stessi che sollevava, prima ancora che sul tavolo di progettazione. Sarebbe stata composta cioè di quattro bracci uguali, sormontati da una cupola e avrebbe avuto dimensioni tali da risultare oltreché opera degna in se stessa, anche sufficientemente capace di ospitare comodamente i fedeli di un grande quartiere e i membri delle nostre comunità.
Dopo un primo progetto che fu accantonato perchè non rispondeva del tutto felicemente alle sovraccennate esigenze pratiche, né alle esigenze estetiche, la progettazione e la direzione dei lavori fu affidata all'Architetto Giuseppe Forneris.
I progetti della Chiesa sono passati al vaglio di eminenti autorità in campo artistico e in campo ecclesiastico. Per citare i due più autorevoli consensi, ricordiamo S. E. Mons. Giovanni Costantini, Presidente della Commissione Pontificia per l'Arte Sacra e il Prof. Mufioz, noto critico d'arte che per molti anni fu Sovrintendente ai Monumenti Nazionali di Roma.

Dal punto di vista stilistico


La costruzione che ormai tutti conoscono, si ispira ai grandi precedenti del Barocco romano, e precisamente al tipo più severo, berniniano. Lo si riconosce infatti nelle ricorrenze del binato classico delle lesene che costituiscono la struttura portante del primo ordine (corpo della Chiesa) e nei pilastri del secondo ordine, che reggono la copertura del tiburio.
Si tratta, naturalmente, di una stilizzazione del barocco romano, poiché se la sensibilità moderna accetta ancora le strutture essenziali dell'architettura classica, non sopporta più la scenografia barocca né i suoi ornati sontuosi.
Soluzione stilistica analoga alla nostra, si ebbe anche recentemente nella Chiesa di S. Eugenio e nella Chiesa della città universitaria romana, progettata dall'Architetto Piacentini. Nel primo come nel secondo caso si è infatti sentito il bisogno di ispirarsi, quanto alle linee essenziali, alla tradizione classica romana, seguendo criteri di prudente modernità quanto alla struttura e alla decorazione.
Dove, ad esempio, la Chiesa Regina Apostolorum si riconosce come costruzione del nostro tempo, è nel raccordo fra cupola e corpo della Chiesa. Trattandosi di architettura mediterranea, il tetto a tegole poteva essere più semplicemente sostituito da una grande terrazza di cemento armato. Non ci si è allora preoccupati di innalzare falsi frontoni sugli architravi dei quattro prospetti, né si è creduto necessario stabilire dei raccordi materiali, mediante modiglioni, fra cupola e corpo della Chiesa. Tutta la costruzione, dalla cuspide del lanternino alla base, è inscritta in una piramide ideale e tanto basta per l'equilibrio dei vari piani sovrapposti, senza bisogno di raccordi materiali, privi di valore funzionale.
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Così, per ovvie ragioni, non si sentiva la necessità di ricostruire la cupola di S. Pietro e si è preferito il più semplice tiburio ispirato all'architettura rinascimentale-lombarda.
Sia all'esterno che all'interno poi, fu evitata l'ornamentazione fastosa dell'ordine corinzio, né ci si sentì vincolati ai severi rapporti degli ordini classici, avendo a disposizione il cemento armato, più agile e malleabile.

Dal punto di vista costruttivo


Tutta la Chiesa poggia su un migliaio di pali di cemento che conglomerano con sé, come fosse un blocco unico di fondazione, quindici metri di terreno. Alla prova di carico si ebbe meno di un millimetro di deformazione, annullatosi a scarico avvenuto - nelle opere in muratura vi possono essere sette-otto cm. di assestamento senza pregiudizio per la stabilità della costruzione -. Su questa base solidissima, le strutture fino al pavimento della Chiesa sono interamente di cemento, in massima parte disarmato, secondo un sistema modernissimo di impiego del cemento a blocco monolitico. Questi particolari costruttivi, oltre ad offrire garanzie di stabilità e di leggerezza, risultarono alquanto economici subito dopo la guerra, quando gran parte dei materiali, si dovette comprare all'asta pubblica nei cantieri dell'ex-E. 42, pagando anche forti somme per avere la preferenza.
La Chiesa propriamente detta ha i quattro bracci in muratura e i pilastri, che reggono la cupola, in cemento. Ma non fu necessario disporre dei forti spessori nelle strutture portanti, poiché su di esse si impostano delle coperture di cemento armato leggerissime, cosiddette a «guscio d'uovo» - tali coperture hanno uno spessore che va dai ventidue cm. sull'imposta dell'arco ai sei cm. sul colmo. Si è così potuto ricavare nei piloni, un numero considerevole di canne ascendenti per le scale elicoidali ed eventuali ascensori.

LA DECORAZIONE DELLA CHIESA

Terminate le strutture della cripta e della Chiesa, era necessario provvedere alla loro decorazione.
Si è partiti dalla cripta per provvedere finalmente di una Chiesa le due comunità di Roma, ma si è dovuto pure disporre per la decorazione della cupola, prima di smontare i ponti di legno che sarebbero risultati costosissimi dovendoli ricostruire appositamente in un secondo tempo.
Le quattro grandi cappelle della cripta convergenti verso l'Altare centrale, sono ormai pressoché ultimate nel loro semplice intonaco, nel soffitto a cassettoni e nel pavimento marmoreo. Esse non avevano eccessive esigenze decorative; comunque potranno essere ulteriormente decorate. Dove l'ambiente calmo e riposante della cripta acquista particolare ricchezza e suggestività è al centro, ove sorge l'Altare.
Otto snelle colonne sorreggenti il pavimento del Santuario, chiudono in circolo lo spazio dedicato al Presbiterio. L'Altare bianco, monolitico, avrà una forma ispirata ai sarcofaghi antichi e sarà sormontato da una calotta di mosaico, dal cui centro scende un potente fascio di luce.
Tra l'architrave di questa specie di tempietto-ciborio e il punto da cui partono i quattro bracci convergenti delle cappelle, una volta anulare, decorata a stucco romano, farà da passaggio fra la ricchezza concentrata nel Presbiterio e la relativa severità delle quattro cappelle. Alla volta anulare corrisponde un deambulatorio decorato in parte da mosaico romano in bianco e nero.
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Data la discreta altezza della cripta - circa nove metri - si è potuto ricavare nei pilastri di fondazione della cupola e nello spazio corrispondente al pronao soprastante, un certo numero di coretti e di cantorie. I numerosi altari secondari saranno disposti ai lati delle quattro cappelle.
I lavori della cripta, come si diceva, sono in buona parte ultimati e si spera che almeno per Natale possa essere aperta al culto.
La decorazione della Chiesa superiore richiederà invece un certo numero di anni. Tre anni sono intanto previsti per gli affreschi della cupola e sempre che sia possibile, una volta ultimata la cripta, s'incomincerà a decorare il Presbiterio. Per il momento è allo studio la grande icone della Regina degli Apostoli e l'Altare maggiore.
Affinché la decorazione della Chiesa corrisponda alla compostezza delle linee architettoniche, si esclude fin d'ora una decorazione troppo vistosa. Il pavimento sarà di disegno semplicissimo; le volte a botte saranno decorate a cassettonato, senza stucchi né doratura; le lesene, di marmo, saranno alternate dal semplice intonaco, e sulle pareti dei quattro bracci, da affresco. I quattro pennacchi su cui s'imposta la cupola porteranno, sempre in affresco, gli evangelisti.

Il tema pittorico


Affinché tutto il Santuario, compresa la cripta, si presentasse come un «rationabile obsequium» alla Regina degli Apostoli, non si è cercata soltanto un'unità di membrature architettoniche che partendo dalla base si riassumono con lo stesso ritmo compositivo nelle strutture del tiburio. Si è cercato altresì di conferire alla decorazione un'unità dottrinale, affinché si potesse ottenere, attraverso le immagini, un'organica catechesi mariana.
Tale catechesi figurativa è affidata soprattutto alla pittura, a cui il Primo Maestro ha dato il compito di illustrare il seguente tema: «Maria, Mater humanitatis».
Questo titolo, comprensivo al massimo, racchiude in sé, com'è evidente, il titolo «Regina Apostolorum» che altro non è se non un aspetto particolare della Maternità spirituale di Maria. Tale Maternità si estende infatti a tutti i cristiani, anzi, a tutta l'umanità, ma si riferisce in modo particolare a coloro che rappresentano lo strumento diretto della diffusione della Verità e della comunicazione della vita soprannaturale: ai Vescovi cioè, come successori degli Apostoli, ai sacerdoti e a coloro che collaborano con il Sacerdozio.

I mosaici della Cripta


Il ciclo pittorico prende il suo avvio dai bassorilievi dell'Altare centrale della cripta. Esso rappresenta quindi come la pietra fondamentale del Santuario.
Su un paliotto di questo altare è raffigurata allegoricamente la predestinazione di Maria come Madre di Dio e Mediatrice degli uomini. Posta al centro della Creazione, come il fiore di essa, riceve l'amplesso del Padre, dello Spirito Santo e porta sul petto - secondo l'antica figurazione della Theotòcos - il Figlio di Dio fatto Uomo.
Sul paliotto del retro è descritto invece il Protovangelo, in cui Maria inizia, per così dire, nel tempo la sua Missione. Adamo ed Eva, nel mo-mento stesso in cui ricevono la condanna, intravedono additata da Dio, una speranza di redenzione: Maria Immacolata, Madre del Messia venturo.
Ai due lati dell'altare saranno scolpiti, sempre in bassorilievo, quattro Profeti: Mosè, Michea, Geremia ed Isaia.
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L'opera di scultura, che dovrà essere ultimata per novembre, fu affidata allo Scultore Raggio.
Sulla calotta sovrastante l'Altare, saranno riprodotti in mosaico quattro figure di Maria dell'Antico Testamento:
1. Sara. Essa rappresenta Maria rispettivamente come Madre del Redentore e come «Madre dell'umanità, in quanto madre di Isacco e sposa di Abramo, «il Padre dei viventi».
2. Giuditta, figura di Maria trionfatrice sul peccato.
3. Ester, figura di Maria Corredentrice.
4. Abigail, figura di Maria Mediatrice.
Le quattro figure sono alternate da alcuni simboli mariani tratti dal Cantico dei cantici: l'Aurora, Gerusalemme, la Colomba, la Luna, la Palma.
I cartoni di questo mosaico furono affidati ad uno dei due più valorosi artisti contemporanei: il Prof. Gaudenzi. Tale mosaico viene eseguito sul posto, in oro e pietre colorate, al modo degli antichi, così da ottenere una tonalità più sobria e, in definitiva più ricca.
La Cripta, come si diceva, è destinata soprattutto alle nostre comunità. Dovendo quindi decorare a mosaico bianco e nero alcuni tratti del deambulatorio, si è pensato di rappresentare allegoricamente le otto Beatitudini alternate alle virtù teologali. Questo ciclo musivo che prende lo spunto dalla funzionalità stessa del deambulatorio, parte dal tema, scritto a grandi lettere in mosaico: «Ambula coram me et esto perfectus».

Gli affreschi della Chiesa


Sulla cupola, anzi, sulla doppia cupola della Chiesa superiore, sono attualmente in esecuzione i lavori di affresco.
Per farsi un'idea della imponenza e della delicatezza del compito affidato all'affreschista, basta salire sui ponti di legno che chiudono la luce interna della cupola. Il campo pittorico che si svolge su una superficie curva di 27 metri di diametro pari a 1200 metri quadri circa, è senza dubbio quanto di più impegnativo sia. stato offerto ad un pittore da qualche anno a questa parte.
Ma l'estensione della superficie non è l'unica difficoltà, ove si tengano presenti alcuni problemi determinati dalla struttura e dalla funzionalità stessa della doppia cupola.
Come si può vedere dalla sezione della Chiesa, la prima cupola non è impostata sul tamburo ma s'incurva direttamente sull'architrave. Essa inoltre, si apre su una seconda cupola che ha la funzione di raccogliere quanta più luce possibile e diffonderla nella Chiesa, attraverso un'apertura di 12 metri, praticata nella prima cupola.
Su questa curva gigantesca, le pitture, che saranno immediatamente e totalmente offerte alla vista di chi entra nella Chiesa, desteranno la prima e definitiva impressione dell'interno, il pericolo di cadere nel fasto coreografico e evidente. D'altra parte, una pittura di tono troppo dimesso contribuirebbe ad immiserire irreparabilmente tutto lo spazio sottostante. Si tratta, come si vede, di un problema delicatissimo di equilibrio sia sotto, l'aspetto del colore che della composizione. Dipenderà infatti, in massima parte dagli affreschi della cupola, la piena riuscita della decorazione interna. La scelta dell'artista chiamato a compiere quest'opera grandiosa, ha richiesto mesi di tempo e si dovettero superare non poche difficoltà.
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Anziché bandire un concorso su scala nazionale, si è preferito stabilire un confronto fra artisti di tale esperienza e capacità che dessero tutte le possibili garanzie. Si sapeva per esperienza indiretta che a concorsi su vasta scala non aderiscono troppo spesso gli artisti di maggior talento, per ovvie considerazioni di prestigio.
Il confronto lo si è avuto fra i bozzetti di due pittori che alla provata capacità, uniscono una originalità e una equilibrata sensibilità moderna: il Prof. Gaudenzi, già Accademico d'Italia, e il Prof. Santagata.
La scelta cadde sul secondo.
Il bozzetto presentato dal Prof. Santagata è riuscito convincente sia dal punto di vista della tonalità, dorata e cangiante dell'insieme, sia dal punto di vista della composizione, assai equilibrata e tenuta su un piano sobrio di rilievo, così da non alterare le linee architettoniche della cupola.
Già nell'assegnazione del tema si era evitato il soggetto unico, per non indurre il pittore in tentazioni barocche con relative prospettive, glorie di nubi, angeli e panneggi svolazzanti, caratteristiche proprie della pittura celebrativa ormai troppo a lungo sfruttata.
Il bozzetto di Santagata, sotto questo aspetto, ci riconduce allo spirito della migliore tradizione pittorica narrativa del trecento-quattrocento, senza peraltro avvilirsi nella sterile imitazione.
Se il tempietto-presbiterio della Cripta rappresenterà l'aspettazione della «Mater humanitatis» nel Vecchio Testamento, - intravista nella sua Missione, attraverso le profezie, i simboli e le figure, - la cupola della chiesa superiore rappresenterà la Maternità spirituale di Maria nella manifestazione della sua vita terrena e nella sua glorificazione.
Sul perimetro inferiore della cupola verranno riprodotti gli otto episodi più significativi di questa maternità spirituale:
1. L'Annunciazione. Accettando di diventare Madre di Gesù, Maria diede pure il suo consenso a diventare Madre spirituale degli uomini.
2. L'Adorazione dei Magi. Questo affresco, oltre a richiamarci la nascita spirituale dell'umanità nel mistero della nascita del suo mistico Capo, rappresenta la prima manifestazione della Maternità spirituale di Maria.
3. La Presentazione al Tempio. Nella ; profezia di Simeone : «... la tua anima sarà trapassata da una spada, affinché siano rivelati i pensieri di molti cuori», è delineata la Corredentrice del genere umano. Il dolore di Maria nel vedere il Figlio osteggiato e crocifisso, avrà come risultato la penetrazione della grazia nel travaglio delle coscienze.
4. La vita privata di Gesù a Nazaret. In questo periodo, Maria integra la sua missione materna nei riguardi di Gesù, contribuendo alla sua educazione spirituale. Questo stesso compito è riservato a Maria nella formazione di ogni figlio spirituale.
5. Le nozze di Cana. Nel primo miracolo di Gesù ha vivo risalto il compito di Maria come Mediatrice della grazia. A Cana, inoltre, Maria presiede con Gesù alla istituzione del Sacramento del Matrimonio e alla fondazione della famiglia cristiana.
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6. Maria nella predicazione di Gesù. L'assistenza continua prestata a Gesù durante la sua predicazione, fa di Maria la Cooperatrice principale nella diffusione della verità.
7. La solenne proclamazione della Maternità spirituale di Maria sul Calvario. «Gesù disse a sua Madre: Donna, ecco il tuo figlio. Disse poi al discepolo: Ecco la tua madre».
8. La Discesa dello Spirito Santo. Questo episodio che inquadra la missione di Maria nella Chiesa, costituisce il legame logico fra il tema generale «Maria Madre dell'umanità» e l'aspetto speciale sotto cui è venerata nel nostro Santuario la SS. Vergine: «Regina degli Apostoli».
Al centro di questi episodi, anzi nel centro ideale della doppia cupola, verrà affrescata la missione essenziale di Maria in Cielo: la sua Mediazione universale di grazia. La composizione dell'affresco richiamerà altresì l'Assunzione e la gloria di Maria.
Librata tra cielo e terra, Maria è posta fra la Trinità e due gruppi rappresentativi di fedeli. Il compito di descrivere questa mediazione di grazia verrà affidato alla luce, che scende dalla Trinità alle mani aperte di Maria e di qui si diffonde sui due gruppi simbolici. Come a corona di questo episodio, sono disposti in circolo, nella parte superiore, i nove cori angelici. Essi obbediscono ad una composizione serrata, a raggiera, che richiama la Rosa dantesca. Ma saranno appena una trasparenza, senza nubi né acrobazie, affinché non pesino sul ciclo pittorico ora descritto.
Sempre nella Chiesa superiore, il tema della Maternità spirituale di Maria verrà infine integrato da altri otto grandi affreschi allegorico-narrativi, che decoreranno le pareti laterali dei quattro bracci. Essi avranno il compito di illustrare le manifestazioni di questa Maternità spirituale, sia nella storia della Chiesa che nella storia dei nostri Istituti.
I temi di questo ciclo pittorico non sono ancora stati elaborati, dal momento che se ne prevede l'esecuzione soltanto in un secondo periodo di tempo, ma svolgeranno probabilmente i seguenti soggetti:
1. Il Concilio di Efeso. Maria, proclamata Madre di Dio, si oppone all'eresia per la purezza della Verità.
2. La battaglia di Lepanto. In questo episodio fra i più drammatici nella storia della Chiesa, Maria difende tangibilmente il Cristianesimo dai nemici esterni.
3. Il dogma dell'Immacolata, e la sconfitta del razionalismo.
4. Il dogma dell'Assunzione di Maria e la certezza che l'ateismo non prevarrà.
5. Maria nella fondazione della Pia Società San Paolo.
6. Maria nella fondazione della Pia Società Figlie di S. Paolo.
7. I due Istituti pongono sotto la protezione e la guida di Maria il loro apostolato della stampa, della radio e del cinema, affinché da questi pulpiti del nostro tempo Ella dia al mondo il Figlio suo, Via, Verità e Vita.
8. Il voto emesso dal Primo Maestro di costruire un grande Santuario alla Regina degli Apostoli, se tutti i membri dei nostri istituti fossero rimasti incolumi attraverso le vicende belliche. La Chiesa è nata, infatti, dalla nostra gratitudine verso Maria, per averci protetti tutti e in modo così tangibile, durante l'ultima guerra.

Quanto è costato il santuario "Regina Apostolorum

A partire dallo sterro, fino a tutto il 1951, si supererà di poco la cifra di 300 milioni. Sono compresi in essa i contratti stipulati finora con i pittori e gli scultori.
Particolare importante: a strutture compiute, si è potuto constatare come il preventivo offertoci dalla Impresa costruttrice non sia stato superato; e con notevole scarto; ciò che si verifica raramente.
Questa cifra, in se stessa certamente cospicua, assume le sue reali proporzioni quando si considerino le dimensioni della costruzione.

D. Marcello Perino

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SEZIONE DELLA CHIESA DALLE FONDAMENTA. - L'altezza complessiva della costruzione dal pavimento del sottochiesa alla croce compresa, è di m. 81,10. (I bracci orizzontali della croce sono a quota 100 sul livello del mare). La lunghezza della Chiesa è di m. 66,10; la larghezza di m. 56.
Il volume totale è di mc. 109.574.400. La superficie coperta è di mq. 2.883. La superficie utile della Chiesa superiore è di mq. 1.770, della cripta è di mq. 1.600. La Chiesa superiore potrà contenere 5.000 persone in piedi. Il diametro della cupola è di m. 26,30; la distanza diagonale dei piloni è di m. 30,40.


LA PIANTA DELLA CRIPTA. - La struttura perfettamente centralizzata della cripta ha il vantaggio di offrire ai vari reparti delle nostre comunità dei vasti ambienti tra loro indipendenti. L'altare avrà doppia mensa, per la celebrazione della Messa e per l'amministrazione dell'Eucarestia; non avrà gradini per i candelieri e il tabernacolo sarà disposto in modo da assicurare la visibilità del Sacerdote celebrante dalla parte opposta dell'altare. La schola cantorum, durante le messe solenni, avrà sede stabile in un emiciclo del presbiterio, davanti all'altare, secondo il sistema della basilica antica. Calcolando come spazio utile soltanto le quattro cappelle convergenti, la cripta potrà contenere 4.000 persone in piedi. Da notare che le due ali di fabbricati, in alto, non sono ancora state costruite; vi saranno sistemate le scale e le sacrestie.
D. Marcello Perino

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