3. I Superiori non sospettino, non siano ostinati, non cambino facilmente sentire, osservino le Costituzioni, radunino spesso i vari Consigli, li sentano e governino con il Consiglio di governo della Casa, e chiedano ai Superiori le licenze necessarie.
4. Se io ancora piacessi agli uomini, non sarei servo di Gesù Cristo. Né piacere agli uomini, né piacere a sé.
Ma distinguiamo e non confondiamo: altro è piacere agli uomini, altro è il rispetto alla personalità, ai diritti, all'autorità degli uomini; quello è disordine, questo è giustizia.
5. Soprattutto i Superiori badino a non dare disposizioni nulle.
6. I Maestri delle Case abbiano diligente cura a osservare la residenza (art. 361) ; la casa si ordina e cresce sotto gli occhi; vedano paternamente, controllino amorosamente, guidino soavemente, diano la più ampia fiducia, ma si ritengano responsabili dell'andamento generale; perciò stiano a casa.
E quando han bisogno di assentarsi per un tempo notevole ne informino i Superiori e ne abbiano il consenso.
7. Qualche volta si trova il «San Paolo» nelle Case, destinato un po' a tutti gli usi: questo suppone uno sguardo o una lettura affrettata. Lo si legga diligentemente, alla conferenza e da ciascuno, e poi lo si raccolga in repertorio; a Casa Madre sono tutti ben conservati, e servirono a documentazioni e a indirizzi molto importanti.
È certamente segno di verace affetto, di figliale stima, di docile adesione all'autorità della Congregazione e al suo spirito il modo bello con cui si riconoscono e si interpretano e si applicano le comunicazioni del «San Paolo».
8. I Superiori provvedano con paterna carità le cose necessarie ad singoli;
I singoli, per amore di povertà si astengano dal superfluo; se però qualcuno ha bisogno di qualcosa in particolare con umiltà, e fiducia lo chieda al Superiore.
«Ogni disciplina pare che porti tristezza; ma il suo frutto è gaudio e pace».
«I molti» in Casa sono condotti da questo spirito; essi sono «i molti».
Vi è chi non si fa regolare da questo spirito; chi volontariamente cauteria la sua coscienza e si «arrangia». Vi è chi, vi è qualcuno che cammina così fuori via e fuori casa. Noi lo supplichiamo per il nome di «Colui che viene e non tarda» a ordinarsi piamente nella virtù, nella giustizia, nella religione.
T. M. G.
Note varie
Nidi di VocazioniQuanti giovani le nostre Case possono accogliere, li accolgano; non rifiutino le domande: il rifiutarle può paragonarsi ai genitori che rifiutano i figli.
Praticamente ora mirate alle vocazioni di giovani tra i 15 e i 23 anni.Le vocazioni tardive hanno particolarmente importanza: notiamo però che siano il fiore! non lo scarto della società: siano il fiore per intelligenza, per generosità col Signore, per salute, per bontà di carattere, per amore all'apostolato.
I fanciulli accettiamoli da buone famiglie secondo le Costituzioni con il corredo sufficiente, con un minimo di pensione; e questo minimo si richieda, si esiga, soavemente fortemente; è tra i segni di vocazione. È bene essere larghi nelle concessioni: ma poi non si discuta più sull'esecuzione.
ApostolatoAbbiamo fiducia in quello che si scrive e in quello che si stampa in casa.
Poi non facciamo blocco intorno a noi: ordiniamo i libri alle nostre Case; paghiamo i libri alle nostre Case; mandiamo i libri alle nostre Case. Quanta benedizione di Dio vi e in questo esercizio di comunione di Apostolato! E quanta difesa dallo spirito di commercio.
La buona propagandaCredetelo, carissimi; la buona propaganda dei «Libri della Madonna» è seme irrorato dallo sguardo, dal sorriso, dal compiacimento della Madonna: perciò non è seme arido, non è lavoro senza mercede, non è fatica di scarso effetto; avranno bene le anime, avrete vantaggio voi, avrà il Suo cespite la Madonna. Non si misura soltanto col tempo, collo spazio, col senso, colla ragione, colla necessità: l'eroismo della confidenza dà frutti plurimi. Perciò prendete i libri della Madonna, e vedrete che tengono le ali.
T.M.G.