Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MEDITAZIONE XII

Tre serie di Sacramentali

SACRA SCRITTURA

«In Te, o Signore, ho riposta la mia speranza: che non rimanga confuso in eterno.
Nella tua giustizia liberami, salvami; piega le tue orecchie verso di me e salvami.
Sii il mio Dio protettore, la mia rocca forte da pormi in salvo, perché tu sei il mio sostegno, il mio rifugio.
O mio Dio, salvami dalle armi dell'empio, dalla mano di chi viola la legge e dell'iniquo.
Perché tu sei la mia speranza, o Signore, o Signore, mia speranza fin dalla mia giovinezza.
Su te mi sono appoggiato fin dalla nascita, fin dal seno di mia madre tu sei il mio protettore.
A te per sempre il mio canto. Son divenuto
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per molti un prodigio essendo tu il mio valido protettore.
La mia bocca sia piena di lodi, per cantare la tua gloria, la tua grandezza per tutto il giorno.
Deh, non mi rigettare in vecchiaia, non mi abbandonare quando mi verran meno le forze.
Perché i miei nemici han parlato contro di me e quelli che tendevano insidie alla mia vita han tenuto insieme.
Dicendo: Dio l'ha abbandonato: dategli dietro, afferratelo; ché nessuno potrà salvarlo.
O Dio, non t'allontanare da me, o mio Dio, guarda d'aiutarmi!
Siano svergognati, annientati quelli che insidiano la mia vita, sian coperti di confusione e di vergogna quelli che cercano la mia rovina. Ma io spererò sempre e a tutte le tue lodi ne aggiungerò altre
».

(Salmi LXX - 1, 14).


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Recte novit vivere, qui recte novit orare: «Impara a vivere bene chi impara a pregare bene», perché la preghiera è il gran mezzo che abbiamo sulla terra per ottenere le grazie necessarie alla vita, per corrispondere al disegno che Dio ha su di noi, e cioè: conoscerlo, amarlo, servirlo e meritare di goderlo poi eternamente in cielo.
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Non è possibile evitare tutti i peccati né è possibile progredire nella virtù e santificarsi senza l'aiuto di questo gran mezzo della preghiera.
A tutti è concessa la grazia di pregare: quindi ognuno può valersi di questo mezzo, per ottenere quanto gli occorre.
La Chiesa, Maestra sapiente, offre anche la sua intercessione nei Sacramentali, ed è ottima cosa farne uso frequente e sapiente per ottenere più efficacemente la grazia di Dio.
Consideriamo ora tre serie di Sacramentali:
1) Serie: Le cerimonie della Messa e dei Sacramenti.
2) Serie: Esorcismi ed assoluzioni: consacrazioni, benedizioni ed aspersioni.
3) Serie: Funzioni ed orazioni.

I. [Serie] - Le cerimonie della Messa e Sacramenti
Nell'amministrazione dei Sacramenti vi è la parte essenziale che consiste nell'applicazione della materia e forma. Questa parte produce gli effetti «ex opere operato» e cioè, posta l'azione segue immediatamente la grazia. Così nella Messa vi è il punto essenziale della Consacrazione nella quale infallibilmente si ottiene la mutazione del pane e vino nel Corpo e Sangue di Gesù. Ma oltre queste parti essenziali,
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vi sono nei Sacramenti e nella S. Messa, delle parti accessorie di preparazione e di conferma, che sono stabilite dalla Chiesa e servono a disporre l'anima a ricevere meglio il Sacramento o ad assistere e seguire più intimamente il Sacrificio della Croce: tali sono le cerimonie.
1) Sono cerimonie sacramentali nella Messa: le preghiere che si recitano ai piedi dell'altare e che esprimono i sentimenti di umiltà con cui si deve ascendere all'altare; l'ascesa e il bacio dell'altare con la preghiera: «Oramus te Domine...», il «Kyrie» a cui segue l'inno del ringraziamento e della lode: il «Gloria»; la lettura dell'Epistola e del Vangelo che ci ricordano la parola di Dio annunciata nell'Antico e nel Nuovo Testamento.
Segue il Credo come atto di fede di tutto il popolo; l'offertorio od oblazione della materia del sacrificio, che si compie con preghiere segrete e si termina col prefazio di ringraziamento. Finalmente il Canone con le orazioni, segni di croce, baci, genuflessioni, ci rappresenta nel miglior modo possibile il sacrificio compiuto sulla croce, che si applica a noi realiter et mistice «realmente e misticamente» nella consacrazione del pane e del vino.
Compiuto il sacrificio della croce gli uomini hanno cominciato a riceverne i frutti entrando
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nella Chiesa e questo è rappresentato e realizzato dalle preghiere che seguono la Consacrazione: Pater, Agnus Dei e specialmente dalle preghiere che precedono, accompagnano e seguono la Comunione, e con le preghiere finali di conclusione e ringraziamento.
Seguire attentamente tutte queste cerimonie facilita l'assistenza alla Messa e soprattutto la rende più efficace, perché porta alla considerazione della Passione di Gesù e all'unione con la Vittima Divina.
Questo frutto fu inteso dalla Chiesa nello stabilire le cerimonie della S. Messa, come afferma il Concilio Tridentino: «Poiché la natura umana non può facilmente elevarsi alla meditazione delle cose divine senza mezzi esteriori, la pia Madre Chiesa ha stabiliti alcuni riti: che cioè alcune parole si pronuncino nella Messa con voce sommessa, altre con voce più alta. Così ha ricavato dalla disciplina apostolica e dalla tradizione molte cerimonie, come le benedizioni mistiche, le luci, suoni, vesti ed altre cose di questo genere, per illustrare la maestà di tanto sacrificio, e per eccitare la mente dei fedeli, con questi segni visibili della religione e pietà alla contemplazione delle altissime verità, che si nascondono in questo sacrificio».
2) Non meno significative e piene di alto insegnamento sono le cerimonie, che
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accompagnano l'amministrazione dei Sacramenti:
Nel Battesimo. Lungo è il suo cerimoniale e comprende le cerimonie che precedono, accompagnano e seguono l'amministrazione del Battesimo.
Le prime abbondano di preghiere ed esorcismi e comprendono: il segno di croce sulla fronte e petto del battezzando, il soffio sulla sua faccia, l'immissione del sale benedetto nella bocca, l'imposizione delle mani sul capo e l'imposizione della parte estrema della stola, il tatto delle orecchie e narici col dito bagnato di saliva, l'unzione coll'olio dei catecumeni sul petto e sulle spalle in forma di croce, poi la mutazione della stola violacea con quella bianca.
Le cerimonie che accompagnano l'atto del battesimo consistono nelle interrogazioni e nella triplice infusione dell'acqua in forma di croce, pronunciando la forma.
Le cerimonie, che seguono il battesimo comprendono: l'unzione col sacro crisma fatta in forma di croce sulla testa del battezzato, l'imposizione della veste candida e la consegna della candela accesa.
Nella Cresima. Le cerimonie nell'amministrazione della Cresima sono costituite dall'invocazione dello Spirito Santo, l'unzione col sacro crisma fatta dal Vescovo, col pollice
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sulla fronte del cresimando, pronunciando le parole della forma; quindi il leggero schiaffo, le preghiere finali e la benedizione.
Hanno relazione colle cerimonie della Cresima le cerimonie della benedizione del S. Crisma, fatta dal Vescovo il giovedì santo.
Nell'Eucarestia, considerata come sacramento, vi sono molte cerimonie, che dispongono bene l'anima e sono: la recita del Confiteor, l'invocazione del perdono fatta dal sacerdote accompagnata dal segno di croce: «Misereatur vestri... Indulgentiam...». «Dio onnipotente abbia pietà di voi e, perdonati i vostri peccati, vi conduca alla vita eterna». «L'onnipotente e misericordioso Signore vi conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione dei peccati»; quindi l'ostensione dell'Ostia con le parole: «Ecce Agnus Dei...» «Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati dal mondo» e la preghiera di umiltà: «Domine, non sum dignus...» «Signore, non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' una sola parola e l'anima mia sarà salva».
Finalmente la distribuzione della Comunione con le parole: «Corpus Domini...» «Il corpo del Signor nostro Gesù Cristo, custodisca l'anima tua per la vita eterna». Infine, deponendo il SS. Sacramento nel Tabernacolo,
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la recita del: «O Sacrum convivium...» e la benedizione.
Nella Penitenza le cerimonie si riducono al minimo. Dopo la recita del Confiteor e la invocazione della benedizione fatta dal penitente, il confessore benedice con le parole: «Dominus sit in corde tuo...» «Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra, affinché come si deve, abbia a confessare tutti i tuoi peccati, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia».
Quindi udita la confessione e dati gli avvisi necessari prosegue: «Dio onnipotente abbia pietà di te, e perdonati i tuoi peccati ti conduca alla vita eterna». «L'onnipotente e misericordioso Signore ti conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione dei tuoi peccati». «Ti assolva nostro Signore Gesù Cristo, ed io con la sua autorità ti assolvo da ogni vincolo di scomunica e d'interdetto, per quanto posso e hai bisogno, indi: «Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia».
«La passione di nostro Signore Gesù Cristo, i meriti della B. Vergine Maria e di tutti i Santi, quanto farai di bene e sosterrai di male, ti siano in remissione dei peccati, aumento di grazia e premio di vita eterna. Così sia».
Nell'Estrema Unzione il cerimoniale è più
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lungo e commovente. Il sacerdote entrando nella casa dell'infermo dice: «Pace a questa casa e a quanti abitano in essa», quindi, rivestito della cotta e stola violacea, porge il crocifisso a baciare all'ammalato, poi l'asperge con l'acqua benedetta dicendo: «Asperges me Domine...»; recita tre preghiere per allontanare il demonio, poi, come fosse avvenuta la confessione, dice: «Misereatur... Indulgentiam...» e termina: «In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, si estingua in te ogni virtù del demonio per l'imposizione delle mani, ecc.». Quindi, intinto il pollice nell'olio santo unge in forma di croce i sensi del malato: occhi, orecchie, narici, bocca, mani, piedi, dicendo: «Per questa santa unzione e per la piissima sua misericordia ti perdoni il Signore ogni colpa commessa con la vista, l'udito, ecc.». E termina con la recita del Kyrie, Pater ed altre preghiere ordinate a chiedere la santità del corpo e dell'anima.
Nell'Ordine il cerimoniale è molto lungo e vario secondo i diversi ordini: minori o maggiori. In generale comprende preghiere per invocare lo Spirito Santo, l'imposizione delle mani e varie cerimonie che precedono, accompagnano o seguono la consegna degli strumenti proprii di ciascun ordine, mentre si pronunciano le parole della forma.
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Nel Matrimonio, come contratto naturale i cui ministri sono gli sposi stessi, non si richiedono cerimonie speciali liturgiche, tuttavia, siccome per il cattolico il matrimonio è Sacramento e deve essere celebrato davanti al Parroco e generalmente in Chiesa, così hanno luogo varie cerimonie.
Il sacerdote in cotta e stola bianca interroga gli sposi sul mutuo consenso, quindi li invita a porgersi le destre e facendo il segno di croce dice: «Io vi congiungo in matrimonio, in nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia».
Poi benedice l'anello, e lo asperge con acqua benedetta in forma di croce, e, mentre lo sposo lo pone in dito alla sposa, il Sacerdote fa nuovamente il segno di croce. E termina recitando il Kyrie, il Pater ed altre orazioni implorando l'assistenza di Dio sugli sposi.
Tutte queste cerimonie sono state stabilite dalla Chiesa con molta sapienza e contribuiscono a rendere più fruttuosa la recezione dei sacramenti.
L'anima che segue attentamente queste cerimonie, specie nei sacramenti più comuni, quali la Penitenza e la Comunione, riceverà più abbondanza di grazie, perché all'industria e preghiera individuale si associa la preghiera
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e l'intercessione della Chiesa, che è più meritoria ed accetta presso Dio.
La maggior partecipazione nel Sacramento, assicura maggior frutto.

II. Serie - Esorcismi ed assoluzioni; consacrazioni, benedizioni ed aspersioni
Per comprendere la preziosità di questi sacramentali, è necessario richiamare la scena svoltasi nel Paradiso terrestre. Dio da prima aveva creato l'uomo in istato di grazia, ed aveva fatto le creature in modo che partecipassero della bontà dell'uomo, e docili e ordinate alla di lui utilità. Ma quando l'uomo col peccato si ribellò a Dio, anche le creature insorsero, in certo modo, contro l'uomo, quasi a vendicare l'ingiuria fatta al Creatore. Dio infatti dopo il peccato aveva lanciata la maledizione universale: «La terra è maledetta per causa tua, con fatiche ne trarrai il nutrimento per tutti i giorni della tua vita. Essa ti produrrà triboli e spine» (Gen. 3, 17-18).
E' vero che Gesù con la sua redenzione tolse la maledizione del peccato: «Cristo ci ha redenti dalla maledizione della legge... e distrusse l'atto che era stato scritto contro di noi a nostra rovina» (Gal. 3, 13 - Coloss. 2, 14), ma la integrale riabilitazione del genere umano
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si avrà solo alla fine del mondo, nella risurrezione finale. «Dio non abbonda nelle cose superflue»: quindi, restituita all'uomo la grazia, che gli era assolutamente necessaria, gli ha lasciato le altre miserie, le difficoltà nella natura stessa, che servono ad esercitare la virtù. Tuttavia Gesù Cristo nostro Redentore, per sua misericordia ha concesso alla Chiesa la facoltà di istituire dei mezzi coi quali non solo sia tolto il peccato, ma le stesse conseguenze, sia nell'uomo, e sia nelle cose naturali che l'uomo usa.
Di qui l'istituzione di questi sacramentali: esorcismi, assoluzioni, benedizioni, ecc. ordinati ad allontanare la maledizione del demonio e ad implorare la benedizione divina.
1) Gli esorcismi. Costituiscono un sacramentale di massima importanza, mediante il quale la Chiesa esercita la potestà di cui parlò Gesù «in nome mio scacceranno i demoni» (Marco 16, 17). Il demonio che ha introdotto nel mondo la morte e la maledizione, la conserva e la diffonde vessando gli uomini in molti modi. Esso, con la permissione di Dio, può fare molti mali con le tentazioni, le infestazioni e le ossessioni. E' noto come al tempo di Gesù e nei primi del cristianesimo molti fossero gli ossessi; anche oggi ve ne sono specialmente nei luoghi di missione. Ora per
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allontanare il demonio la Chiesa ha istituito preghiere speciali, anzi ha stabilito un ordine apposito: l'esorcistato, sebbene gli esorcismi solenni si facciano dal sacerdote col permesso del Vescovo. Molti esorcismi entrano come parti integrali dei Sacramenti e Sacramentali: come nel Battesimo, nella riconciliazione degli apostati, eretici, scismatici, nelle benedizioni dell'acqua e del sale, ecc...; ma si hanno anche esorcismi esclusivamente per scacciare i demoni dalle persone ossesse e dai luoghi infestati dal demonio.
2) Le assoluzioni. Sono di molti generi. Alcune liberano dai peccati veniali, altre dalle pene dovute per il peccato, ed altre dalle varie censure. Appartengono al primo genere quelle che si danno in occasione dell'amministrazione dei Sacramenti o anche dei Sacramentali, come pure l'assoluzione data in principio della Messa. Al secondo genere appartengono le indulgenze, che possono pure far parte delle assoluzioni, in quanto rimettono la pena dovuta per il peccato.
Infine vi sono le assoluzioni che liberano dalle censure: la scomunica, la sospensione, l'interdetto.
3) Le Benedizioni. La benedizione può
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definirsi: «Istituzione ecclesiastica mediante la quale, con l'invocazione del nome divino, si conferisce o si domanda qualche bene».
Vi sono varie specie di benedizioni, secondo come si considerano.
Per ragione di causa possono essere: papali, episcopali, parrocchiali e sacerdotali, secondo se sono riservate al Papa o al Vescovo o al Parroco oppure sono permesse a tutti i Sacerdoti.
Papale è, per esempio, la benedizione con indulgenza plenaria «in articulo mortis», la benedizione della rosa d'oro, degli Agnus Dei ecc.
Episcopali sono generalmente le benedizioni delle cose che servono al decoro del culto: come le Chiese; o alla celebrazione della S. Messa, come i vasi sacri, paramenti, ecc.; delle cose che servono come materia per i sacramenti, come i sacri olii, ecc.
In genere sono episcopali le benedizioni, che si compiono coll'unzione dell'olio sacro.
Parrocchiali sono le benedizioni riservate al Parroco, come la benedizione nuziale, la benedizione del fonte battesimale, ecc.
Per ragione dell'effetto possono essere: personali, locali, reali. Personali come la benedizione del popolo, degli infermi, dei bambini.
Locali, come la benedizione della prima pietra di una chiesa, la benedizione di un
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cimitero, di una chiesa, di una casa, di una scuola, di un nuovo edificio, ecc.
Reali: come la benedizione dell'acqua lustrale, delle paramenta, dei lini e vasi sacri, la benedizione della Via Crucis, delle immagini, delle corone, degli scapolari, delle statue, del letto nuziale, di una nave, delle uova, del pane, dei frutti, dell'olio, dei semi, degli strumenti musicali, dei vessilli, di una tipografia, di un ponte, di una fornace, di un pozzo, del telefono, del telegrafo, delle ferrovie, delle macchine, ecc.
Per ragione del mezzo si danno benedizioni col semplice segno di croce, o coll'acqua benedetta, o con un'immagine, o statua, o reliquia, o infine collo stesso SS. Sacramento, e questa è la benedizione più eccellente e più estesa.
4) Le consacrazioni. Le consacrazioni si distinguono dalle benedizioni perché sono un rito mediante il quale il Vescovo coll'unzione dell'olio sacro sottrae all'uso profano una persona, un luogo, o una casa, e la dedica al servizio di Dio. Vi sono consacrazioni personali, come la consacrazione del Sommo Pontefice, dei Re, delle Vergini; locali, come la consacrazione di una Chiesa; reali, come la consacrazione dei vasi sacri, calici, patene, campane, ecc.
5) Le aspersioni non sono sacramentali per sé, ma piuttosto fanno parte di altri sacramentali.
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Principali sono le aspersioni che si fanno coll'acqua benedetta nelle benedizioni. Vi è poi l'aspersione delle ceneri nel mercoledì delle ceneri; l'aspersione del sale, dell'olio e vino nelle consacrazioni degli altari. Fanno parte delle aspersioni anche le incensazioni, particolarmente nella Messa solenne.
La Chiesa è ricchissima di Sacramentali e in essi partecipa a tutti i suoi tesori.
Vari sono gli effetti di questi sacramentali, ma si riducono ad uno: estendere la redenzione di Gesù Cristo.
E' buona cosa farne uso, seguire la Chiesa in queste sue pratiche, per trarne maggior profitto e bene per l'anima. Soprattutto servirsi delle benedizioni senza cadere in abusi; far precedere e seguire tutto dal segno di croce, che è l'atto di benedizione più comune, semplice e facile per tutti.

III. Serie - Funzioni ed orazioni
1) Le funzioni. - Le funzioni della Chiesa sono molte e variano secondo i diversi riti. Vi sono funzioni ordinarie come: la celebrazione della S. Messa, la benedizione col SS. Sacramento.
Altre sono straordinarie, come le funzioni della settimana santa: la benedizione e processione
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delle palme; la lavanda, la consacrazione degli olii al giovedì santo; la Messa dei Presantificati con l'adorazione della Croce nel venerdì santo; le benedizioni del fuoco, incenso, cero pasquale, del fonte battesimale; cantico delle profezie nel sabato santo, ecc.
Così sono funzioni straordinarie: le processioni, che sono una supplica fatta a Dio dal popolo cristiano e dal clero, che muove da un luogo all'altro in un certo ordine. Alcune sono generali, stabilite per tutta la Chiesa come la Processione delle Palme, del Corpus Domini, delle Rogazioni; altre sono particolari per luoghi e circostanze determinate. Vi sono poi le Esequie dei defunti, che comprendono: la levata del cadavere, il trasporto alla chiesa, le esequie e il seppellimento.
Fanno pure parte delle funzioni sacre liturgiche, il canto sacro, il suono degli organi e delle campane.
2) Orazioni. - Fanno parte dei Sacramentali tutte le orazioni e divozioni istituite o approvate dalla Chiesa. Quindi: la recita del Confiteor, Pater, Ave, Gloria. Il S. Rosario, il Veni Creator, il Veni Sancte Spiritus; l'esercizio della Via Crucis; la pratica degli Esercizi Spirituali, delle Quarant'ore, dei Nove Primi Venerdì; le ore di Adorazione, la
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Consacrazione delle Famiglie al S. Cuore, l'Apostolato della preghiera; le divozioni alla SS. Eucarestia, al S. Cuore, alla Madonna, a S. Giuseppe; alla S. Famiglia, agli Angeli e Santi, ecc.
Innumerevoli sono le pratiche di pietà e preghiere approvate dalla Chiesa, numerosissime le giaculatorie.
Usare di tutto questo immenso tesoro, è un ottimo mezzo per acquistare grazie e merito per il Paradiso.
«Recitate devotamente e non per abitudine le orazioni mattino e sera, e non le trascurate come tanti fanno o per negligenza o per ogni piccolo impedimento che loro sopraggiunga. Ma poiché, come dice S. Basilio, noi dovremmo più spesso pregare che respirare, anche durante il giorno prendiamo l'uso delle orazioni giaculatorie, le quali, senza fatica alcuna, e senza interrompere i nostri lavori, possiamo ripetere assai di frequente. Quando ci troviamo in un bisogno particolare, specialmente se una grave tentazione ci assale, rivolgiamoci tosto a Dio con la preghiera» (Frassinetti).
«Dobbiamo aver sempre pronte molte orazioni giaculatorie, fatte per modo di pentimento amoroso, che si pratica per ordinario con slanci ed elevazioni di cuore a Dio, simili
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a quelli degli antichi penitenti: Io sono vostro, o mio Dio, salvatemi - Abbiate misericordia di me - Siate propizio, o Signore, a me peccatore» (S. Francesco di Sales).
PREGHIAMO. - «Aspergimi, Signore, coll'issopo e diventerò puro: lavami, e sarò più candido della neve.
Abbi pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia.
Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia
».

(Dalla Liturgia: Aspersione dell'acqua benedetta).


ESEMPIO

Le benedizioni dei Santi

«Una fiera pestilenza infieriva nella Neocesarea, dove era vescovo S. Gregorio Taumaturgo. I cristiani considerarono quell'epidemia come un castigo provocato da pagani i quali, ad onta delle infinite premure del santo Vescovo, si mantenevano ostinatamente attaccati ai falsi numi.
Oppressi da sì grave sventura quegli abitanti fecero ricorso a San Gregorio e lo pregarono di arrestare il flagello.
Il Santo Presule si recò nelle case funestate dal morbo e con la sua benedizione a poco a poco lo allontanò». Così si narra pure di S. Ilarione: «Un certo Elpibio,
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prefetto del pretorio si recava insieme con sua moglie Aristenete e con tre figlioli a visitare S. Ilarione nel deserto.
Per via i suoi figliuoli ammalarono così gravemente che i medici disperarono di salvarli.
La madre, addoloratissima, lasciò quasi agonizzanti i figli, e con fede vivissima corse da S. Ilarione supplicandolo di andarli a guarire.
Il Servo di Dio, mosso a compassione di quella desolata madre, corse con lei al letto di spasimi dei fanciulli infermi. Ivi giunto benedisse in nome di Gesù quei buoni figlioli, i quali subito cominciarono a mandare un copioso sudore e si sentirono sollevati dal male. In breve tempo guarirono».

(Bressanvido: Istruzioni Catechistiche vol. II pag. 574).

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