8. DOMENICA II DI QUARESIMA
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 10 marzo 19681
Vangelo di san Matteo.
In quel tempo: Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello e li condusse in disparte sopra un alto monte. Là si trasfigurò davanti a loro; il suo viso risplendeva come un sole e le sue vesti erano candide come la neve. Ed ecco apparvero loro Mosé ed Elia, e parlavano con Gesù. Pietro prese a dire a Gesù: «Signore, quanto è bello per noi lo stare qui; se vuoi, facciamo tre tende, una per te, una per Mosé e una per Elia». Mentre egli stava ancora parlando, furono avvolti da una nube luminosa e dalla nube udirono una voce: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!». Udendo la voce, i discepoli caddero bocconi per terra ed ebbero gran timore. Ma Gesù, accostatosi, li toccò e disse: «Alzatevi, non temete». Ed essi alzando gli occhi non videro altri che Gesù. Mentre scendevano dal monte, Gesù disse loro: «Non parlate ad alcuno della visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risuscitato dai morti»2
Allora il commento: tutti i cristiani, senza eccezione, hanno il dovere di santificarsi nel grado stabilito da Dio per ognuno. Gesù è il modello vivente e perfetto di ogni santità e perfezione, e tutti possono imitarlo fino ad essere perfetti come è perfetto il Padre celeste3.
La perfezione o santità consiste essenzialmente nel l'esercizio totale della carità verso Dio e verso il prossimo alla quale dobbiamo tendere, perché siamo figli di Dio, innestati in Cristo e nel suo Corpo Mistico, per mezzo del battesimo.
I mezzi per raggiungere la perfezione sono, di ordine naturale: la volontà, l'intelligenza, le inclinazioni, gli affetti, i buoni temperamenti e, di ordine soprannaturale: come la grazia, le virtù teologali e cardinali, i doni dello Spirito Santo, i sacramenti, fra i quali emergono l'Eucaristia e la penitenza, e la preghiera.
Di necessità morale è pure la divozione al sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria.
Di grande utilità sono: la comunione spirituale, la visita al Santissimo Sacramento, la meditazione, l'esame di coscienza, la mortificazione, e in santificazione d'ogni momento.
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L'insegnamento si è esteso ampiamente. Ma le parole che sono state sentite dal Signore: «Questo è il mio figlio diletto...», cioè è la voce del Padre celeste: «Questo e il mio figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto». Compiaciuto nel Figlio Gesù Cristo. «Ascoltatelo»! Cioè, con grande riverenza accettare le parole del Figlio di Dio incarnato: «Ascoltatelo!». E come: «Ascoltatelo»? Sono gli insegnamenti che Gesù Cristo ci ha dato per mezzo del Vangelo. Quello è il mezzo: il Vangelo. «Udendo la voce i discepoli caddero bocconi per terra ed ebbero gran timore».
Ora, per ricavare un frutto, che cosa considerare? E specialmente in questo tempo della Quaresima, l'insegnamento di Gesù Cristo, e quindi, è il tempo in cui Gesù Cristo ha fatto le ultime prediche; quando sarà quello che è il punto della passione e morte di Gesù Cristo. Intanto bisogna che noi, sia la domenica e sia tutti i giorni feriali, imparare da Gesù Cristo, imparare da Gesù Cristo.
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Di grande utilità sono: la comunione spirituale, la Visita al Santissimo Sacramento, la meditazione, l'esame di coscienza, la mortificazione e la santificazione d'ogni momento.
E cioè, seguendo la Messa, ci sono gli insegnamenti. Ma la Messa è il sacrificio di Gesù Cristo. Ma dalla Messa portare come propositi...
Grande utilità per la nostra vita, per la santificazione: comunione spirituale, sapendo già che c'è la comunione sacramentale; poi la Visita al Santissimo Sacramento; poi la meditazione, poi l'esame di coscienza, poi la mortificazione quaresimale e la santificazione di ogni momento. Cioè, che ogni momento è volto verso il Signore, cioè compiere bene le cose della giornata; tutto quel che si compie nella giornata, farlo bene. Quindi fare un po' di esame di coscienza, sì; già si è parlato della Messa e della comunione; ma oltre a questo della Messa e la comunione, allora la comunione spirituale nella giornata, anche con solo poche parole: Gesù è con noi e noi siamo con Gesù; una comunione spirituale. quindi, alla Messa e alla comunione, la meditazione. La meditazione che è tanto utile, per certi libri buoni, adatti. Ci sono i libri di meditazione che sono più profondi e, qualche volta, sono quelli che sono un po' leggeri.
Poi seguire Gesù. Fare l'esame di coscienza sopra di noi: come mi trovo adesso? in che stato mi trovo? È stato, da mia parte, fatto un progresso spirituale? oppure non c'è stato questo progresso? E, si può dire che, da una settimana all'altra ci sia qualche passo in avanti nella santificazione?
Il Signore ci dà il tempo, e il tempo perché possiamo arrivare alla santificazione facendo ogni giorno qualche piccolo passo o, almeno, qualche buon passo nella settimana, nella confessione, sì.
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Secondo, la Visita al Santissimo Sacramento. E questa Visita la fate bene (...), quanto si può, la Visita al Santissimo Sacramento, adagino, ma con riflessione nella preghiera (...).
Poi segue la meditazione. La meditazione che, generalmente, si compia al mattino presto, o un po' più presto o un po' più tardi, secondo i casi. La meditazione da aggiungere, quindi, alla Messa e alla comunione, la meditazione. La meditazione che è tanto utile, per certi libri buoni, adatti. Ci sono i libri di meditazione che sono più profondi e, qualche volta, sono quelli che sono un po' leggeri.
Poi seguire Gesù. Fare l'esame di coscienza sopra di noi: come mi trovo adesso? in che stato mi trovo? È stato, da mia parte, fatto un progresso spirituale? oppure non c'è stato questo progresso? E, si può dire che, da una settimana all'altra ci sia qualche passo in avanti nella santificazione?
Il Signore ci dà il tempo, e il tempo perché possiamo arrivare alla santificazione facendo ogni giorno qualche piccolo passo o, almeno, qualche buon passo nella settimana, nella confessione, sì.
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Quindi, essendo ancora nel tempo della Quaresima, aggiunge la mortificazione. Che ci sia la mortificazione, ché siamo nella Quaresima. E allora, se non c'è il digiuno, almeno ci sia qualche mortificazione: il silenzio, la riflessioné; poi cercare di compiere bene le azioni, i lavori che si fanno (...); mortificazione, sì. Poi, perché se è necessario perché la vita si conservi bene per potere lavorare, operare.
Non abbiamo imposto, nelle Costituzioni, certe mortificazioni, digiuni, ecc.; il digiuno viene sostituito da quello che è ancor meglio, cioè, di lavorare sempre, attendere a impiegare bene le giornate, le ore della giornata e compiendo giornalmente quello che è utile e quello che è il dovere. Non tanto fare dei digiuni, ma con la salute e col cibo e allora vi è la forza per compiere i doveri, i lavori della giornata.
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E la santificazione di ogni momento, aggiunge. Quindi, che ogni momento sia offerto al Signore.
E che non lasciamo entrare certi pensieri inutili, sentimenti inutili. Bisogna che noi voltiamo tutto il nostro essere verso il Signore: nella mente e nella volontà e nel cuore.
Nella mente, sì, e cioè occupare la nostra intelligenza in quello che si può, l'intelligenza, pensando a Dio. Ma quando si deve fare qualche cosa, qualche lavoro, ecc., impiegare la mente, perché dovendo fare un lavoro, metterci la mente perché sia fatto bene, quanto si può fare bene, questa o quell'altra cosa che dobbiamo fare, sì. Quindi impegnare le nostre facoltà, la mente.
E poi la volontà. Cioè di fare volentieri quello che è da farsi, e fare tutto con servizio a Dio, a Gesù. Servizio. Immaginare come Maria.
Poi, oltre il sentimento e la mente, allora, l'opera: le cose che si facciano bene, con diligenza, sì, con diligenza. E tutte le cose siano in ordine alla gloria di Dio per guadagnare, momento per momento, qualche merito. E avanti! Quindi, la santificazione del nostro essere.
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Quando invece poi, molti difetti e venialità anche, e allora ci sarà poi all'altra vita, se non ci siamo purificati di qua, allora ci sarà la purificazione dopo, della vo... di Dio e poi lo spirito, e poi quel... Non ci sarà in eterno, ma ci sarà il purgatorio, sì.
Essendoci dato il nostro io al Signore, usare proprio, usare il nostro essere al Signore perché c'è la consecrazione coi voti. Quindi tutto, fino e le mani e tutte le forze che ci sono, impiegarsi, applicarsi per il servizio al Signore, sì, quanto è possibile. Tutto il nostro essere sia rivolto al Signore.
Pensare e riflettere che cosa siano i voti. Questi voti bisogna meditarli un po' frequentemente, di tanto in tanto, almeno una volta al mese, e quindi: la povertà e la castità e l'obbedienza, e l'obbedienza. Persone che l'obbedienza l'han fatta a loro modo, che non è poi l'obbedienza, è un'obbedienza all'amor proprio, alle volte. Bisogna che sia amore verso Dio.
Bisogna ci sia una purificazione, una purificazione quanto possiamo farlo, allora non c'è da purificare nell'altra vita, nel purgatorio. Bisogna, per quanto possibile, che [siamo] purificati di qua, e allora la purificazione si è già compita sulla terra, allora si entra subito alla gloria del cielo.
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Quindi il tempo di Quaresima è un tempo di purificazione. E non solamente togliere quello che non è buono, ma aggiungere quel che è buono. Tutti abbiamo bisogno dell'esame di coscienza, sì, esame di coscienza, e quando...
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1 Nastro 155/b (= cassetta 248/b.2). In PM, nessun accenno cronologico (cf nostra nota in c62). - dAS, 10 marzo 1968 (domenica): «m.s. cappella CGSSP e Apostoline» (cf dAS in c1).
2 Mt 17,1-9.
3 Cf Mt 5,48.