15. DOMENICA DI PENTECOSTE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 2 giugno 19681
Abbiamo letto il Vangelo.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi mi ama osserva la mia parola, il Padre mio lo amerà verremo a lui e abiteremo in lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole. E la parola, che avete ascoltata, non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose conversando tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel nome mio, vi insegnerà ogni cosa, e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. [Vi lascio la pace, vi do la mia pace, ve la do, non come suol darla il mondo]. Non si turbi il vostro cuore, né si spaventi. Avete sentito che vi ho detto: Vado e torno a voi. Se mi amate, vi rallegrereste certamente del mio andare al Padre, perché egli è più grande di me. E vi dico questo prima che avvenga, affinché quando sarà avvenuto, (...) crediate. Non parlerò ancora molto con voi, perché già viene il principe di questo mondo. Egli non ha alcun potere sopra di me; ma faccio così affinché il mondo conosca che io amo il Padre e che opero come il Padre stesso mi ha ordinato»1.
Pensando la Pentecoste e ricordando che abbiamo ricevuto il sacramento della Pentecoste, cioè lo Spirito Santo, la conseguenza.
Lo Spirito Santo è la terza Persona della Santissima Trinità, distinta dal Padre e dal Figlio, ma Dio come loro, uguale in tutto a loro, e con loro ha comune la natura, ogni perfezione e ogni operazione. Il Padre e il Figlio sono uniti con lo Spirito Santo, con loro ha comune la natura, cioè Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, sono Dio nella natura, ogni perfezione e ogni operazione. Tutto è perfetto e tutto quel che vuole il Signore (...) Padre e Figlio e lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è la terza Persona della Santissima Trinità perché procede dal Padre e dal Figlio come unico principio, con un'unica spirazione, ed è l'espressione del loro mutuo amore fra le divine Persone. Lo Spirito Santo perfeziona e divinizza le nostre azioni per mezzo della grazia e della virtù soprannaturale; e cioè, tutto ciò che facciamo di bene, ciò che è buono, allora le nostre azioni, per mezzo della grazia e della virtù soprannaturale ci perfeziona, ci santifica; come, dipende lo Spirito Santo che si infonde in noi.
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Quali sono i doni dello Spirito Santo? I doni dello Spirito Santo, dette dello Spirito Santo, perfezionano l'esercizio delle virtù rendendolo pronto, facile e dilettevole. Sono sette i doni: sapienza o gusto delle cose divine; intelletto o penetrazione delle verità rivelate; consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio. Sono i sette doni. Dei doni si connettono i frutti dello Spirito Santo e le Otto Beatitudini evangeliche. Sono quindi i doni che sono i frutti dello Spirito Santo, e, oltre, le Otto Beatitudini: «Beati i poveri, ecc.»1.
Ricordiamo in particolare il giorno che abbiamo ricevuto lo Spirito Santo con il sacramento particolare; la grazia, e sì. Allora i doni, detti dello Spirito Santo (...) sono sette, sì
Con l'infusione dello Spirito Santo in noi, che cosa viene a noi? Sapienza o gusto delle cose divine, cioè, sapere le cose divine e gustare queste cose della sapienza divina. Poi intelletto o penetrazione delle verità rivelate. Poi il dono del consiglio, della fortezza, della scienza, della pietà e del timore di Dio. I sette doni dello Spirito Santo.
Coi doni si connettono i frutti dello Spirito Santo, sì. Con l'infusione in noi dello Spirito Santo vi sono i frutti dello Spirito Santo e le Otto Beatitudini evangeliche che noi li consideriamo: «Beati i poveri...».
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Quindi questo giorno, pensando che in questo giorno e in questa ottava della Pentecoste, che lo Spirito Santo ci infonda in noi - secondo noi siamo disposto, se c'è in noi la purezza, l'umiltà, la fede - la grazia di ricevere il Signore, i sette doni.
Quindi piegarci davanti allo Spirito Santo, e poi, ricevendolo in umiltà e chiedendo al Signore che aumenti sempre di più i doni dello Spirito Santo, tutti i doni dello Spirito Santo.
I beni dello Spirito Santo sono tanti, ma particolarmente parliamo di quelli che sono (...) cioè conside... nella Messa, nella comunione, ecc. I frutti dello Spirito Santo. E il frutto: che facciamo e conduciamo avanti le opere e le parole illuminati dallo Spirito Santo.
E poi considerare in particolare le Otto Beatitudini, meditando le Beatitudini: «Beati i poveri...».
E quando eravamo piccoli, giovani, il sacerdote ci celebrava la Messa e poi, siccome sono le Otto Beatitudini, ogni giorno una meditazione: «Beati i poveri, beati i miti, ecc.».
Quindi otto meditazioni che sono quelle di questa settimana prossima, questa.
E poi ricevere ancora il gran dono della Santissima Trinità, come celebreremo la Santissima Trinità; la effusione delle grazie e le Otto Beatitudini. Fermarci sopra ogni punto: Beati i poveri, beati i miti, ecc. Quindi porteremo una buona illuminazione e i frutti, sì.
Quindi, in questa settimana dobbiamo riflettere e sentire in noi stessi lo Spirito Santo, e allora i sentimenti buoni, le parole buone, le opere buone son frutti dello Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 156/d (= cassetta 250/b.1). Per la datazione, cf PM: «E poi ricevere ancora il gran dono della Santissima Trinità, come celebreremo la SS. Trinità» [la domenica prossima, 9 giugno]. - dAS, 2 giugno 1968 (domenica): «m.s. per Messa e meditazione alle PD».
2 Gv 14,23-31.
1 Mt 5,3-10.