Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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II. ATTUALE EDIZIONE

1. Criteri seguiti

L'esame dei singoli testi e della composizione delle raccolte, realizzate allora sull'onda dell'immediatezza, ha consigliato nella preparazione della presente edizione, di adottare e seguire criteri più rigorosi che aiutino a una lettura globale e autentica del pensiero del Fondatore.
a) Si è seguito l'ordine cronologico, mantenendo l'unità dei corsi di Esercizi, già pubblicati in volume.
b) Sotto il titolo Meditazioni varie si sono assunti testi precedentemente pubblicati o dattiloscritti, in cui esiste la struttura della meditazione; sono stati omessi invece i frammenti, alcune annotazioni o perché troppo esigue, di significato non rilevante, o perché troppo elaborate34. Si sono eliminate le meditazioni che dalla ricerca sono risultate non attribuibili a don Alberione. Il discernimento è stato particolarmente laborioso, perché vi sono parecchi stampati di questo periodo senza l'indicazione dell'autore e attribuiti a don Alberione35.
c) Nella raccolta degli Esercizi del 1946 sono state omesse le aggiunte non facenti parte del corpo della meditazione, e che si rivelano chiaramente non alberioniane36.
d) Si è premessa ad ogni corso di Esercizi e ad ogni gruppo di Meditazioni varie una breve presentazione che precisa, nella misura del possibile, data, luogo, destinatari, tema, fonti e scopo degli Esercizi.
La raccolta risulta suddivisa in quattro parti secondo gli anni presi in esame.
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2. Fonti e linguaggio

In questa tappa le fonti della predicazione alberioniana non sono facilmente definibili. Manuale di riferimento è: A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica. Ma particolarmente sono valorizzate alcune biografie, pubblicate dalle Edizioni Paoline, come: Francesca Cabrini37, Adolfo Petit38, Gemma Galgani, G. Battista Manzella 39, ecc.
Negli Esercizi predicati a Roma nel 1946 è problematico distinguere se si tratti di fonti alberioniane o di fonti usate dalla curatrice. Sul tema della Passione su cui tali Esercizi sono condotti, si avverte la grande familiarità con le opere di sant'Alfonso: La via della salute e La Passione di nostro Signor Gesù Cristo. Inoltre vengono riportati interi brani tratti dalla biografia di Gemma Galgani40.
È sempre presente però il frutto delle meditazioni del Fondatore e della sua preghiera, come egli stesso attesta: «Vi dico quello che medito per me stesso durante l'anno»41. In modo evidente risuona in lui la memoria delle letture del Breviario, della parola di Dio, spesso citate in latino. Altre citazioni di Padri, Dottori della Chiesa o di alcuni santi sono approssimative, derivate con tutta probabilità da letture agiografiche, legate più alla memoria che a una consultazione di testi; perciò è stato spesso impossibile trovare la fonte precisa.
Non mancano riferimenti al magistero pontificio: le encicliche di Pio XI, particolarmente la Divini illius Magistri42, le encicliche e i messaggi di Pio XII. Si percepisce in varie meditazioni la risonanza della Mystici Corporis. Le valutazioni sull'attualità sono derivate dalla lettura di alcuni articoli di La Civiltà Cattolica43, di cui Alberione era assiduo lettore.
Nelle pagine sull'apostolato vi sono espressioni di alta ispirazione, che manifestano la profezia alberioniana44.
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Il linguaggio non è uniforme. Nella maggioranza dei casi si ritrova la freschezza del parlato, lo stile colloquiale, la preoccupazione di entrare in dialogo con chi ascolta. In alcune meditazioni, invece - come già si è notato - ha il sopravvento la elaborazione di chi ha curato i testi per la stampa. Allora il contatto con il Fondatore è meno diretto, anche se il pensiero è suo45.

3. Sorgente spirituale:
«Al centro sta Gesù Cristo Via, Verità e Vita»


Se si vuole identificare il nucleo centrale di questa ampia predicazione, siamo condotte alla meditazione-ritiro di agosto 1949. Il Fondatore riflette su quale sia il centro della creazione, della spiritualità paolina, delle Costituzioni; e vede una luce unica: Cristo Via Verità e Vita. Tutto il cammino di santificazione consiste nel diventare simili al Cristo: «Quando l'anima si presenterà a Gesù giudice, egli scorgerà in essa come un altro se stesso: "conformes fieri imagini Filii sui", la presenterà a Dio che vi vedrà la somiglianza con l'augusta Trinità»46. Tutta la regola di vita paolina ha questo solo orientamento che costituisce lo spirito proprio dell'Istituto: «Tutta la pietà e la formazione interiore si componga e si sostanzi in Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Tutto lo studio si svolga e si completi con la conoscenza di Gesù Cristo Maestro Via, Verità e Vita. Tutto l'apostolato si indirizzi a dare agli uomini Gesù Cristo Maestro Via, Verità e Vita»47. «La creazione, la promessa del Redentore, l'Incarnazione, la vita di Gesù Cristo, l'opera della Chiesa, la nostra santificazione e la vita futura in cielo, hanno tutto un filo di guida: al centro sta Gesù Cristo Via, Verità e Vita, al termine la glorificazione di Dio»48.
È un cristocentrismo in ottica trinitaria che pervade tutte le meditazioni, e che ha il suo punto lirico in un testo scritto per il Natale 1947: Via Humanitatis. Da questa visione centrale prendono consistenza e vitalità tutti gli altri dinamismi.
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Dinamismo apostolico nello spirito di S. Paolo

E' sempre presente in tutta la predicazione alberioniana il senso apostolico, che però in questa tappa riveste particolari connotazioni. Già si è sottolineato come caratteristica di fondo, l'apertura a tutti i mezzi che il progresso fornisce. Dentro questo orizzonte, emergono alcuni aspetti, particolarmente accentuati:

a) Esigenza di inculturazione. A contatto con varie culture, il Fondatore avverte la necessità di un profondo adattamento, di cui Paolo è ispiratore e modello. Sono significative alcune sue espressioni anticipatrici del cammino ecclesiale: «Vi sono delle cose che bisogna conservare assolutamente, in altre cose invece bisogna adattarsi: voi non potete stare in America e pretendere di parlare italiano. Scendere ai particolari in queste cose è molto difficile. Bisogna saper distinguere bene. Io preferisco raccomandarvi al Signore e invocare lo Spirito Santo perché vi illumini a capire bene su questo punto. Ci vuole grande saggezza, grande consiglio… Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo»49. Bisogna avere davanti le persone che Dio vuole salve, in qualunque parte del mondo vivano: «Tener conto dei loro usi e costumi, della loro cultura, desideri ecc. è prudenza. Studiare l'ambiente per andare incontro alle necessità delle anime è zelo […]. Criticare, mettere in ridicolo, contraddire alle abitudini moralmente indifferenti è insipienza sotto ogni aspetto. S. Paolo invece si fece tutto a tutti, per tutti salvare»50.

b) Senso di universalità nello spirito di S. Paolo. Lo sguardo delle FSP deve spingersi sempre più a orizzonti mondiali, come quello di Paolo: «Nel suo cuore ardente egli sognava anime, popoli. Voleva arrivare a tutti. Dove non poteva arrivare con la parola viva, arrivava con gli scritti: quegli scritti che hanno attraversato i secoli e sono giunti fino a noi e fanno ancora tanto bene. Questo cuore di S. Paolo così acceso, a cui non bastavano i popoli, dev'essere la vostra eredità. Voi dovete essere eredi del suo spirito, della sua carità, dei suoi desideri»51.

c) Viva coscienza di essere «predicatori» nel cuore della Chiesa. Don Alberione punta su quello che è il cuore della missione
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della FSP. Usa parole ispirate che è bene riportare: «La parola di Dio si dovrà sempre predicare; vi saranno sempre delle anime da salvare. Il mezzo può variare, ma la predicazione deve rimanere»52. «Apprendere, praticare bene, divulgare, popolarizzare è la vera missione delle Figlie di San Paolo. […] Edizione significa dire ad altri quello che sentiamo e sappiamo noi»53. Di qui la cura massima dei contenuti.
Ma le FSP non sono la sorgente di questa dottrina54. Ne è depositaria la Chiesa dalla quale esse devono attingere tutto il patrimonio di annuncio: «Stare nella Chiesa quasi nascoste, per assimilare quanto ha la Chiesa nei suoi tesori di dottrina, di santità, di grazia. Dissetarci e dissetare. Possono applicarsi le parole di san Paolo: «Ecco che io vi ho dato ciò che ho ricevuto dal Signore». Vivere ed operare e zelare in Christo et in Ecclesia: al centro, non ai margini. L'insegnamento della Chiesa prenderlo tutto […]. La Figlia di San Paolo sarà un altoparlante, una fedele eco della Chiesa»55.

Dinamismo eucaristico

C'è un percorso che attraversa il magistero alberioniano di questi anni, e in modo particolare il 1946: il dinamismo eucaristico-pasquale. Si rivela sotto due aspetti:

a) la contemplazione della Passione, realizzata camminando con Cristo lungo la via della croce; quella via rivela le esigenze della sequela per le superiore che devono animare le comunità56; per chi vive in comunità57; per chi esercita l'apostolato diretto58, per chi è provata dalla sofferenza e dalla malattia 59.

b) la confidenza, tutta fondata sull'Eucaristia . Le FSP possono avere una confidenza illimitata perché non sono mai sole: Gesù è presente, vive nella comunità60, cammina con loro nell'apostolato.
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Con lui c'è il Padre e lo Spirito: una presenza trinitaria indivisibile61. Il Fondatore, sebbene non trascuri la celebrazione del mistero eucaristico, insiste soprattutto sull'Eucaristia come "presenza reale"; su di essa si fonda la preghiera paolina più specifica: la Visita. Essa consiste nell'andare a incontrare Gesù in un rapporto di intimità sempre più personale e profondo: «La Visita deve avere il carattere di una vera visita, di un'anima che ama Gesù. La Visita è quella felicissima ora in cui lo Sposo sacro e la sposa sacra s'intrattengono tra loro, è l'ora in cui Gesù vuol entrare in comunicazione con te. Tutto quello che si legge nel Cantico dei Cantici si può applicare alla Visita: lo Sposo è Gesù, la sposa è l'anima che va a visitarlo»62. Nell'Eucaristia Gesù continua a vivere la sua passione ed è il luogo più adatto per rivivere con lui tutto il mistero della Pasqua, dall'ultima cena al mattino di Pasqua63. È l'invito solenne: «Tutto far partire dal tabernacolo e tutto indirizzare alla gloria di Gesù Eucaristico e in Cristo, con Cristo, per Cristo al Padre»64.

Dinamismo mariano e vocazionale

Vi è un aspetto della spiritualità paolina che in questi anni acquista maggiore evidenza: la devozione a Maria Regina degli Apostoli; essa matura e cresce insieme al santuario che si sta costruendo a Roma in suo onore.
Quasi tutte le pagine di queste raccolte sono pervase da una presenza intensa: Maria, «l'apostola per eccellenza, la donna dei grandi desideri»65, «esempio continuo di virtù»66; la via per tornare all'origine della fede. «La prima devozione che troviamo nella Chiesa è la devozione alla Regina degli Apostoli come la troviamo nel cenacolo. Si è un po' affievolita e oscurata col trascorrere dei secoli. A noi il dolce incarico di raccogliere i fedeli attorno a Maria Regina degli Apostoli; a voi risvegliare questa devozione; a voi compiere questo dolcissimo ufficio nella Chiesa. Significa risvegliare
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34 Alla luce dei criteri assunti non è stato inserito il testo elaborato dopo la morte di sr. M. Orsola Gattei, avvenuta il 9 gennaio 1947, perché riassume riferimenti di più meditazioni tenute alle FSP e alle PDDM. E' quindi difficile stabilirne il valore e l'oggettività.

35 Cf Presentazione delle Meditazioni varie 1947, p. 357; 1948, p. 509

36 Cf Presentazione dei singoli corsi di Esercizi.

37 Cf EMC, 221-223, pp. 52-53.

38 Cf EMC, 228-231, pp. 57-59.

39 Cf HM II/8, 49-51, pp. 458-460.

40 Cf HM II/6, 147ss., p. 286ss.

41 Cf HM II/8, 7, p. 429.

42 Cf Meditazioni varie 1949, n. 2, p. 595.

43 Cf Meditazioni varie 1949, n. 2, p. 596.

44 Cf a modo di esempio, HM II/8, 128-129, pp. 542-544; 161ss., p. 566ss.

45 Cf Presentazione ai singoli corsi di Esercizi spirituali.

46 Meditazioni varie 1949, n. 2, p. 600.

47 Ibid.

48 Ibid.

49 EMC, 27, p. 96.

50 HM II/6, 72, p. 243.

51 HM II/6, 30, p. 222.

52 HM II/8, 59, p. 466.

53 HM II/8, 60, p. 467.

54 Cf HM II/8, 59-60, pp. 466-468.

55 HM II/8, 61, p. 468.

56 Cf HM II/6, 54, pp. 233-234.

57 Cf HM II/6, 82, p. 249.

58 Cf HM II/6, 84, p. 250.

59 Cf HM II/6, 233ss., p. 339ss.

60 Cf EMC, 50, p. 117.

62 EMC, 51, p. 118.

63 Cf HM II/6, 203-210, pp. 323-327.

64 Ibid ., 210, p. 327.

65 HM II/8, 39, p. 451.

66 HM II/8, 57, p. 464.