9. DIREZIONE MORALE E DIREZIONE SPIRITUALE*
Si leggano il canone 530 ed il commento del Fanfani1:
a) È strettamente vietato a qualsiasi superiora di indurre in qualsiasi modo le religiose a sé soggette a manifestarle la propria coscienza (can. 530,1).
b) Se però le religiose liberamente e spontaneamente vogliono aprire l'animo alla loro superiora possono certamente farlo: anzi è bene che dimostrino verso la superiora una filiale fiducia (can. 530,1).
Adunque, se anche le Regole prescrivono la così detta conferenza settimanale o mensile colla superiora, questa va sempre intesa riguardo alle cose esterne, cioè occupazioni, pericoli esterni, relazioni, salute corporale, ecc. Riguardo alle cose interne della coscienza, né le Regole, né le superiore possono esigere in qualsiasi modo rivelazione alcuna, che la religiosa suddita di sua iniziativa liberamente e spontaneamente non chiedesse ella medesima di fare. È bene tuttavia avere molta confidenza nelle proprie superiore. In questo caso però si tengano presenti le regole della prudenza, della riservatezza e della carità; curando successivamente i doveri del segreto.
Perciò le superiore, di qualunque si tratti:
Si assicurino che le figlie pratichino l'esame di coscienza, ma non si facciano consegnare il libretto dell'esame di coscienza, né lo leggano, né entrino a parlare o interrogare su la coscienza.
In generale per il proposito dipendono dal confessore; dalle superiore possono prendere un secondo proposito di materia esterna, per la loro condotta in comunità (per esempio su lo studio).
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La direzione esterna morale spetta alla Maestra; la direzione spirituale interna al confessore; la vera direzione delle anime è parte della giurisdizione che spetta al sacerdote-confessore. Dice S. Alfonso: «In tre cose è specialmente posta la direzione spirituale delle anime: meditazione, mortificazione, frequenza dei sacramenti»2. Il Tanquerey3 precisa: L'oggetto generale della direzione riguarda: le cause dei peccati, i rimedi al peccato, le virtù opposte, i mezzi per praticarle, gli esercizi di pietà, la vocazione, cioè la scelta dello stato.
Prego le Figlie di San Paolo, comprese le dimoranti a Roma ed in Alba, perché si cerchino il confessore ordinario e straordinario propri, fuori cioè dai sacerdoti della Pia Società San Paolo. Si regolino poi come sopra è detto per la loro direzione morale e per la direzione spirituale da farsi in confessione.
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* Meditazione stampata in CI, 10[1938]1. Sembra più uno scritto che una meditazione. Non è stata riportata in CVV, perciò è inserita qui. Non è indicato l'autore, ma la sottolineatura finale non lascia dubbi che si tratti del Fondatore. Non si è riuscite a precisare meglio la data.
1 Fanfani L., Catechismo sullo stato religioso, Marietti Editrice, Torino 1961 (VI edizione), pp. 242. Canone 530, del CDC, spiegato a pag. 192.
2 Cf S. Alfonso M. de' Liguori, La via della salute, Pia Società San Paolo, Alba 1931.
3 Cf Tanquerey A., Compendio di Teologia ascetica e mistica, n. 541, riportato in sintesi.