Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. IL PARADISO*

Siamo nei giorni dell'ottava dell'Ascensione, in questi dobbiamo tener presente tale festa imprimendoci bene nella mente il pensiero del Paradiso al quale nostro Signore Gesù Cristo è giunto e a cui noi tutti siamo chiamati.
Proprietà del Paradiso.
1) Il Paradiso è nostro, tutto il resto è in uso: il tempo, la salute; le cose che usiamo non sono nostre ma di nostro uso, solo il Paradiso è nostro.
Gesù disse agli Apostoli: «Vado parare vobis locum»1; ecco, solo il cielo è nostro.
2) Il Paradiso è il bene necessario e tutti gli altri beni non sono necessari; non è necessario che uno abbia molta intelligenza, che uno sia ricco, stimato, che sia religioso, ecc.: «Unum est necessarium»2; e qual è questo uno? È la salvezza dell'anima. Come il povero che non [ha] avuto nulla e nulla possiede può avere la cosa necessaria che è il Paradiso.
Non dobbiamo affannarci troppo delle cose terrene; sollecitudine cristiana e religiosa sì, ma non affanno.
3) Il Paradiso è nostra mercede. Il Paradiso dobbiamo guadagnarlo, e bisogna che ognuna lo guadagni per sé. Esso non è dato agli oziosi, ma a chi lo vuole veramente, guadagnandolo. Non è dato a chi possiede ma [a] chi molto ama. Il Signore ha detto a S. Pietro, quando gli rivolse la parola: «Maestro, noi che abbiamo lasciato tutto, che cosa ci sarà dato?, rispose: Centuplum accipietis, et vitam aeternam possidebitis: Riceverete il centuplo su questa terra, e possederete la vita eterna»3.
La festa dell'Ascensione va celebrata con grande solennità, per mettere nella mente degli uomini il pensiero del cielo. Infatti
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Gesù Cristo nel santo Vangelo conferma il suo pensiero. Prevedendo gli Apostoli affaticati e perseguitati, dice loro: «Tristitia vestra commutetur in gaudium»4. E ancora fa veder loro che sarebbero arrivati al cielo dopo aver lavorato e faticato, con le parole: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura; chi crederà sarà salvo»5. Gesù, dopo aver loro parlato, ascese6 al cielo. Quali saranno i pensieri che dobbiamo aver in questi giorni che precedono la Pentecoste?
1) Fissare bene in mente: «Vitam aeternam possidebitis». Ora è impossibile che una religiosa possa fare in pratica con amore sacrifici, lavori e fatiche senza pensare al Paradiso. Ricordino ogni giorno le Figlie di San Paolo: «Possederete la vita eterna». Ogni giorno offrire al Signore la mente, il cuore, la volontà, lavorare e sacrificarsi per il Signore ricordando: «Se persevererete in questo, avrete la vita eterna»7.
2) Ricordare che ognuno guadagna per sé. Chi fa poco, riceverà poco, ma chi farà tanto, molto, avrà gran premio. Il merito è personale: nessuno può guadagnare meriti per un altro. Infatti nessuno può mangiare per un altro e nessuno ha la salute per un altro; anche se una figlia volesse dare la sua salute per la mamma che ama, non può.
Niente va perduto, Dio è giustissimo e premia ogni piccolo sacrificio, come un bicchier d'acqua dato in suo nome; niente è piccolo davanti a Dio, nessun desiderio buono, nessuna delle buone parole, piccoli sacrifici, nessuno sforzo cade per terra.
Questo è uno dei principali punti da credere: «Dio è rimuneratore»8.
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* Dattiloscritto, carta vergata, fogli 1 (21x30,5). L'autore è indicato con la sigla “P.M.”. La meditazione fu tenuta il 27 maggio 1938.

1 Gv 14,2: «Io vado a prepararvi un posto».

2 Lc 10,42: «Una sola è la cosa di cui c'è bisogno».

3 Cf Mt 19,29.

4 Originale: gaudio. Gv 16,20: «La vostra afflizione si cambierà in gioia».

5 Cf Mc 16,15-16.

6 Originale: assunse.

7 Cerimoniale …, o. c., p. 37.

8 Cf Eb 11,6.