Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. MARIA NELLA LITURGIA*

Tra le feste che abbiamo considerato ad onore di Maria santissima, alcune sono universali, altre particolari, ossia proprie di alcuni luoghi.
La Chiesa madre ci conduce come bambini ai piedi di una madre e, ispirata dallo Spirito Santo, intende farci imparare dalla liturgia, stabilita in onore di Maria santissima, tre cose. Infatti la liturgia, sia1 diretta ad onorare la santissima Trinità, sia diretta ad onorare Gesù Cristo o la beata Vergine, ha sempre tre fini: istruirci nelle verità divine, incoraggiarci nella pratica della virtù e soprattutto insegnarci a pregare.
La liturgia mariale ha dunque tre fini:
1) Istruirci sui dogmi e sulle verità che la Chiesa professa e predica della Madonna. Così, ad esempio, la liturgia dell'Immacolata ci propone questo dogma, ce lo spiega con la sacra Scrittura e la dottrina dei santi Padri.
2) Incoraggiarci alla pratica della virtù. Per questo ci fa considerare i vari doveri che ci provengono dal fatto di essere cristiani o di esserci consacrati a Dio in uno stato di particolare perfezione e ci propone gli esempi di Gesù Cristo, dei santi o della Vergine santissima. La festa dell'Annunciazione, ad esempio, ci fa meditare l'umiltà di Maria; la festa della Visitazione, la sua carità; quella della Purità, la sua purezza; della Purificazione, si chiede la grazia di avere un cuore tutto di Dio; così delle altre.
La liturgia dunque è come un libro di morale, di ascetica, anzi di mistica, in cui è raccolto tutto quanto si richiede dalla nostra santificazione e non soltanto in modo arido o schematico, ma al dogma e alla morale la liturgia dà un cuore, un'anima: la preghiera.
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3) La liturgia in terzo luogo ha per fine di farci pregare. Infatti le numerose feste istituite ad onore della Vergine hanno tutte per fine precipuo la preghiera. È la Chiesa che ci porta a Maria e c'invita a pregarla ponendoci sott'occhio le preghiere ch'ella stessa ha formato sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. La liturgia dunque ci serve ad istruzione, ad edificazione, a santificazione.
La liturgia delle feste mariane è tutta diretta a portarci ad una maggior confidenza nel materno cuore di Maria, perciò la Chiesa ci fa considerare:
I. Dio ha posto la grazia nel cuore di Maria, anzi le ha dato un cuore che è tutto amore per i suoi figli. Da una parte quindi, Maria ha tutti i poteri presso Dio, e dall'altra ha un cuore che comprende tutti i bisogni dei figli. Maria è invocata sotto tanti titoli perché ella provvede a tutti i bisogni, ha potere su tutto. Il peccatore chiama Maria Refugium peccatorum perché da lei spera la grazia del pentimento e del perdono; l'infermo la chiama Salus infirmorum perché sa che Maria ha potere di guarirlo, ha un cuore assai propenso ad avere pietà dei suoi mali; mentre il sacerdote l'invoca Madre del divin Pastore; e il povero Madre della Provvidenza; per gli altri bisogni e per tutti quelli che hanno sete di santità, che si trovano in pericolo, si ha la Vergine del Perpetuo Soccorso e il Patrocinio di Maria.
II. La Chiesa inoltre vuole che da queste feste impariamo ad imitare le virtù di Maria, specialmente la sua bontà. Maria è l'immagine della bontà di Dio e, al pari di Gesù, ella trova le sue delizie nel soccorrere i poveri figli degli uomini. «Maria, esclama S. Bernardo, ha aperto per tutti il seno della misericordia, affinché dalla sua pienezza tutti attingano: il peccatore il perdono, il giusto la grazia, l'angelo la gioia, la santissima Trinità la gloria. Chi mai potrà, o Vergine santa, comprendere la lunghezza, la larghezza, la profondità e l'altezza della vostra misericordia?»2. Il cuore di Maria è pieno di misericordia, ella ha anche la virtù della giustizia perché le possiede tutte in sommo
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grado, ma non ne ha l'amministrazione; Maria conosce solo la misericordia: ella è la nostra Mamma. Cerchiamo di acquistare un cuore simile a quello della mamma celeste e domandiamo ripetutamente a Maria un cuore buono, che ama, che sente il bisogno di tutti e che di tutti ha compassione, un cuore inclinato al perdono, alla longanimità, alla pazienza.
Domandiamo alla Vergine santa che ci sostituisca il cuore, e lasciamo da parte la giustizia.
III. Da ultimo, da queste feste la Chiesa vuole che preghiamo per le necessità di tutti. Preghiamo quindi con la Chiesa, penetriamo il senso delle preghiere e cerchiamo di sentire anche noi ciò che sente la Chiesa per Maria.

Conclusione

Quando Gesù dal legno della croce pronunziò quelle dolci parole «Tutto è compiuto»3, il mondo era riscattato e salvo, la collera celeste disarmata, l'Inferno chiuso, il cielo nuovamente aperto, e noi avevamo riacquistato il diritto all'eredità celeste. Ma, cosa degna di particolare attenzione e che prova la necessità del culto a Maria per giungere a salvezza, è il fatto che Gesù annunziò al mondo che tutto era compiuto solo dopo aver detto a Maria indicandole Giovanni: «Ecco tuo figlio», e al discepolo prediletto additandogli Maria: «Ecco tua Madre»4. Il divin Redentore dice che non gli resta più nulla a compiere soltanto dopo averci dato Maria per madre: la divozione alla Vergine, quindi è voluta da Gesù ed è necessaria per salvarsi. Il culto e la divozione verso la Madre di Dio sono un segno certo di predestinazione, mentre la mancanza e il poco amore a Maria sono causa e segnale di riprovazione. «Felici coloro che vi amano, o Maria, esclamava in spirito profetico Tobia, beati coloro che si allietano nella vostra pace»5.
Per le labbra del Savio, o Vergine Immacolata, tu ci fai intendere che chi cerca di conoscerti e di farti conoscere, avrà in premio la vita eterna. Ebbene, io farò tutto il possibile per conoscerti,
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onorarti, pregarti, amarti, imitarti; non risparmierò fatiche, né studi per mettere in luce le tue virtù, i tuoi meriti, la tua misericordia; mi adoprerò a propagare il tuo culto e a farti conoscere, amare, imitare. Oh, mi fosse dato di condurti ai piedi il mondo intero! Voglio vivere e morire nelle tue braccia, sul tuo cuore di madre, amarti con tutte le potenze dell'anima, per giungere, dopo aver pronunziato per l'ultima volta il tuo amabilissimo nome quaggiù, a godere della tua visione in cielo.
Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi!
Regina Sanctorum omnium, ora pro nobis.
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* Ciclostilato, fogli 1, bianca e volta (31x21), con data del 28 maggio 1938, novena della Regina degli Apostoli. La meditazione è inserita in: Alberione G., Maria nostra speranza. Le Feste di Maria, vol. II, Roma-Alba, Figlie di San Paolo, 1939, pp. 280-285. Nel testo a stampa ci sono alcune aggiunte che lo completano.

1 Originale: sia che sia… sia che sia.

2 Cf S. Bernardo, Ser. 4,8 per la domenica fra l'ottava dell'assunzione della Vergine, in SBO, V, 263.

3 Gv 19,30.

4 Cf Gv 19,26-27.

5 Cf Tb 13,18.