Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Maggio 1903.

«VERBA MOVENT, EXEMPLA TRAHUNT»1


1. – Il giovane a «x» non aveva più altro che quattro soldi, di cui abbisognava per comprarsi il necessario per la scuola, ed a tal fine gli erano stati dati dai genitori assai poveri. Costumavasi accendere molte candele in una cappella e ciò per opera dei fedeli devoti, ed il sacrestano era molto geloso e interessato per incitare i fedeli a farne accendere molte, ed a tal fine loro parlava, e li fermava ancora sulla strada.
Un giorno si presentò all'«x», dicendo che per l'indomani ancora non v'era alcuna candela pagata per accenderla, e lo animò con alcune parole a volere farne accendere una lui. Il giovane che era solito ad avere molta fiducia in Maria SS. e che visitava ogni giorno la cappella, sentì mescolarsi il sangue nel cuore, senti un'interna ispirazione di Maria SS.; pensò al bisogno che aveva di quei 4 soldi che teneva in tasca, le sue strettezze, poi disse:
– La Madonna che ora li domanda provvederà per me.
E non fu deluso; ché la Mamma celeste veduta la figlial confidenza l'esaudì. Dato i 4 soldi al sacrestano provò una grande consolazione ed una convinzione profonda di trovare più abbondante aiuto anche materiale. Si recò a casa d'un suo buon zio per fargli visita; questi lo accolse bene e d'uno in un altro discorso si informò della sua famiglia, delle sue condizioni e udito che ebbe come suo padre da tanto tempo infermo causava grandi spese e quindi molta strettezza a tutta la famiglia, gli diede cento lire facendolo di più avvertito che ove le condizioni crescessero, maggior soccorso avrebbe loro dato; il giovane ne lo ringraziò..., poi corse da Maria SS., vide la candela da lui pagata ardere...
Lo zio, che prima per questioni di famiglia non aveva mai amato quella del bravo nipote, d'allora in poi cambiò indirizzo ed ancora adesso ogni anno (dopo 3 anni del fatto raccontato) soccorre ampiamente la detta famiglia, ed il giovane che ora frequenta il 2° corso di università protesta che questa è una grazia segnalatissima della Vergine SS. e sempre ne la ringrazia2.
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2. – Il Sorvegliante ferroviario della linea Savona-Torino, tronco Bra-Narzole, era incredulo ostinato; da oltre 50 anni non aveva più fatto la pasqua e quasi neppure entrato in chiesa, eccetto che per convenienza sociale o individuale sempre per fine materiale, spesso cattivo. Aveva 78 anni ed era più che mai indurito nel suo tenore di vita, e la vita ferroviaria non aveva servito ad altro che a farlo indurire vieppiù.
La moglie le era maestra d'empietà, ed egli l'aveva fatta morire di disgusti. L'unica figlia è incredula di professione, sempre vissuta nelle vanità, mollezza ed impurità. Entrambi professavano apertamente di non credere a Dio, né all'eternità, anzi il Sorvegliante aveva tentato provarlo in due suoi discorsi, e la figlia che ha ora circa 50 anni dà chiaramente a vedere ciò nella vita che ora conduce, né cattiva e scandalosa, ma non andando in chiesa e solo tenendo una vita ritenuta dinnanzi alle parole del mondo, invasa da cieco cinismo e dal più ributtante indifferentismo.
La degradazione di quell'uomo si può vedere in questo fatto: Ei non sentiva più affetto neppure umano; amava molto più il suo cagnolino che la figlia; lasciava quasi perire di fame un povero che gli domandava il cibo che dando troppo abbondantemente al suo cane, questi avanzava; ebbene egli si rideva dell'altrui miseria anzi fame tale da essere quasi quel poverello per morirne, ma non gli concedeva quel cibo avanzato dal cane quasi temendo che il cane se di lì a poco avesse novamente avuto fame ne soffrirebbe.
Un giorno durante la sua lunga e terribile malattia gli fu riferito come la sua figlia fosse diventata inferma per timore e dolore che ei morisse, non si commosse anzi quasi sorrise; di lì a poco fattosi tutto serio, si mise a piangere dicendo:
– Il mio cagnolino se sa anche lui che io sono malato si addolorerà e potrebbe anche ammalare; voi curatelo e non diteglielo e fatelo stare allegro.
Già essendo aggravato il suo male, trasportato da Bra a Torino, ogni volta che gli parlavano del suo cane piangeva né si commuoveva ad altri pensieri.
Più volte durante la sua malattia protestò ch'egli riceveva con indifferenza la morte, come fine di TUTTO l'uomo, che egli non si lascierebbe infinocchiare a ricevere i sacramenti, che egli [era] forte tanto da non temere la vita eterna, né il giudizio, né l'inferno; che come galantuomo, anche supposto che ci fossero, egli non aveva bisogno di confessarsi perché non aveva né rubato né ucciso e questi soli essere peccati.
Quest'uomo aveva però una pratica che lo salvò. Durante la sua giubilazione non lasciava passare giorno senza fare visita alla Madonna dei Fiori; poi, siccome [era] anche intarsiatore, erasi formata una nicchia, l'aveva posta (.....).
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1 Le parole muovono, ma gli esempi trascinano.

2 Questo racconto contiene qualche tratto autobiografico con alcuni dettagli inventati, per sviare l'attenzione.