«MARIA GUIDA IL DISCEPOLO A GESÙ»Quest'anno nella casa di Roma il mese di maggio ebbe una nota particolare: la Regina degli Apostoli è passata come «pellegrina» di camera in camera tra i discepoli perpetui. L'iniziativa si è rivelata apportatrice di nuovo entusiasmo e ha dimostrato, anche esternamente, quanto la Madonna sia amata in casa nostra.
Tre erano le intenzioni che il Primo Maestro, prima di partire per l'Oriente, aveva affidato alla generosità di tutti: 1) Chiedere insistentemente alla Madre di Gesù la santità nostra; 2) Chiedere nuove vocazioni e vocazioni fedeli; 3) Per quanto riguardava la Casa di Roma, pregare per la nuova costruzione che dovrebbe darci più spazio per potenziare il nostro apostolato. La «Peregrinatio Mariae» tra i discepoli perpetui fu indirizzata secondo queste intenzioni.
Le prime manifestazioni furono incerte, soprattutto nella ricerca di un cerimoniale adatto, ma a poco a poco l'atmosfera si riscaldò e si procedette con crescente entusiasmo.
Si è assistito ad episodi commoventi, tanto nella preparazione esterna quanto nella preparazione interna. Ogni camera ebbe il suo trono nato dalla preoccupazione amorosa di accogliere Maria nel modo più degno possibile, senza che ne scapitassero i propri doveri.
Come ebbe ad esprimersi con la sua calda parola Monsignor Roatta, che volle fare il trasporto nell'ultima camera, ogni discepolo fu per almeno due giorni un novello S. Giovanni che ebbe in custodia la Mamma e «la portò nella sua casa».
Il momento più commovente e suggestivo del passaggio di Maria era li trasporto da una camera all'altra. Chi la riceveva intonava il canto dell'esultanza: il Magnificat, per il dono che la Madre sua gli stava accordando, venendo ad abitare con lui. Al Magnificat seguiva l'antifona «Suscipe nos» le cui note inondavano i corridoi come una invocazione accorata alla Madre, Maestra e Regina affinché provvedesse a indirizzare nuovi operai nella messe del Signore.
Questa necessità della nostra Congregazione è stata forse la più sentita.
Abbiamo bisogno di nuove vocazioni e di perseveranza. Maria è «la Madre delle vocazioni», come avevano scritto i discepolini sopra il capo di Lei quando per un giorno fu con loro.
Come ogni membro della Famiglia Paolina, anche i discepoli sono intimamente uniti alla Regina degli Apostoli in un rapporto di sudditanza che si caratterizza nel rapporto intimo che corre tra Madre e figlio. E per dimostrarle tangibilmente la realtà di questa sudditanza e devozione filiale che essi hanno voluto ospitare letteralmente a casa loro la Madre e la Regina. Ed Ella li ha ricompensati sollevandoli dalla stanchezza, infondendo loro la fiducia e la gioia della vocazione.
Non c'è Madre senza figlio: dove entra Maria necessariamente entra Gesù. «Mostraci dopo questo esilio Gesù», era scritto ai piedi della piccola statua della Regina degli Apostoli pellegrina. E in questa invocazione era contenuta tutta una donazione di vita e un apostolato.
Il 31 maggio tutti i discepoli professi si riunirono nel dormitorio dei temporanei e lì hanno fatto la loro consacrazione. L'anima di tutti glorificava Maria che trionfava sui loro cuori.
Sommessamente, ma devotamente, alla fine recitarono insieme la commovente preghiera dettata dal Primo Maestro: «Ricevimi, o Madre, Maestra e Regina Maria, tra quelli che ami, nutri, santifichi e guidi...». La Vergine aveva così terminato il suo pellegrinaggio spargendo tante grazie e lasciando nei cuori la profonda dolcezza di averla ospitata.
Fr. Paolo Grossetti