PER LO STUDIO
Gli errori, le sétte, le eresie, i partiti contrari alla Chiesa sono in un continuo aumento. Occorre che sia arrestato il progressivo avanzare del nemico. In generale invece si è lenti a muoverci ed il male dilaga. Vi è persino chi ignora importanti documenti pontifici come la Enciclica «Humani generis», la «Quadragesimo anno», ecc.
Sono da tirarsi varie conseguenze:
a) Lo studio della Teologia sia più aderente alla Chiesa da una parte; e dall'altra più aderente alla vita odierna; e rivesta un più spiccato carattere apologetico.
b) Ai corsi teologici si premetta una buona preparazione letteraria, scientifica e filosofica. Il latino è lingua della Chiesa, meglio dà la dottrina; l'abitudine all'argomentazione filosofica facilita la comprensione e l'esposizione; la scienza umana stabilisce un apparentamento efficace con la scienza divina giacché procedono da unico principio e sono come la primogenita e la secondogenita, arrivando a noi da Dio per ragione o per la rivelazione rispettivamente.
c) Ricevuto un consiglio molto utile: il giovane Chierico sia messo in grado di utilizzare meglio il suo sapere. In generale si sanno molte cose in più di quanto se ne utilizzano: nella redazione, nel cinema, nella radio. Di questo buon consiglio la Casa Generalizia è riconoscente; e prende impegno di seguirlo in quanto compatibile con le altre occupazioni. La sana critica, le prove di redazione, la pedagogia, la pastorale, ecc. entrano qui come mezzi necessari.
VIGILARE. . .
Tra i grandi beni di una Congregazione vi è la saggezza nel parlare, l'uso santo della lingua, una edificante corrispondenza epistolare.
Ognuno sa quanto scrive S. Giacomo nella sua epistola cattolica (III, 2): «Si quis in verbo non offendit, hic perfectus est vir; potest enim freno circumducere totum corpus . Lingua modicum membrum est et magna exaltat».
La lingua lodi il Signore, predichi il Vangelo, istruisca il prossimo, spanda una sana letizia nelle comunità, serva per le buone e necessarie relazioni sociali. si canteranno così in eterno le divine lodi con i santi e gli angeli.
Vigilare pure sulle lettere. Far passare da una casa all'altra il bene, mai il male; costruire, mai distruggere; incoraggiare, non favorire le deviazioni, dar sempre il buon esempio, a tutti, specialmente ai giovani.
Vigilare sul cinema, radio, televisione.
«Quis sapiens et disciplinatus inter vos? Ostendat ex bona conversatione operationem suam in mansuetudine sapientiae. Quod si zelum animarum habetis et contentiones sint in cordibus vestris: nolite gloriari et mendaces esse adversus veritatem» (S. Giacomo III, 13-14).
Vi è una sapienza terrena, mondana o soltanto umana. La vera sapienza
desursum est, descendens a Patre luminum: si ispira cioè alla fede. Lo Spirito Santo ci dà i caratteri dell'una e dell'altra. S. Giacomo continua: «Perché non è questa la sapienza che scende dall'alto, questa è sapienza terrena, animalesca, diabolica. Dove infatti è gelosia e dissenso, ivi è scompiglio ed ogni azione malvagia. Invece la sapienza che vien dall'alto prima di tutto è pura, poi è pacifica, modesta, arrendevole, dà retta ai buoni, è piena di misericordia e di buoni frutti, aliena dal criticare e dall'ipocrisia. Or il frutto della giustizia è seminato nella pace da coloro che procurano la pace» (Giacomo III, 15-18).
Il buon religioso, come il buon Sacerdote, è sempre figlio dell'eterna sapienza, il servo fedele e prudente, l'uomo saggio ed in continua ascesa: parla secondo la vera sapienza.