PUNTO DI PARTENZA
Lo studio teologico-filosofico che si sta conducendo su Gesù Maestro Via, Verità e Vita, è motivato da alcuni articoli fondamentali delle Costituzioni. Particolarmente gli articoli 154, 174 e 177 inquadrano tutte le manifestazioni della vita sampaolina (pietà, studio, opere di apostolato) nella visuale di Gesù Maestro, in modo da far intendere che questa concezione vuol essere non soltanto un
metodo di spiritualità nel senso comunemente inteso, ma deve divenire la forma sostanziale degli studi e l'orientamento base di tutta l'attività esterna. In altre parole: questa concezione teologica deve giungere a scolpire alla perfezione il volto interno delle Congregazioni paoline e anche a modellarne in certa misura la fisionomia e lo stile esterno. Pare non vi sia dubbio sul senso delle Costituzioni a questo riguardo.
Orbene, questa esigenza delle Costituzioni, affidateci in maniera definitiva dalla Chiesa. impegna anzitutto a rendersi conto del valore dottrinale racchiuso nella enunziazione «Gesù Maestro Via, Verità e Vita»: perché solo su una chiara e indiscussa base dottrinale si potrà giungere ad un sapiente e fruttuoso metodo di spiritualità, ad una evoluzione profonda ed illuminata degli studi nella Società San Paolo e alla comprensione intima del nostro apostolato nella sua finalità e nella varietà potenziale dei suoi mezzi.
V'è dunque un chiaro impegno pregiudiziale per noi: il dovere di rendersi conto di tutto il valore racchiuso nella formula:
Gesù Maestro Via, Verità e Vita, onde giungere a farne integrale applicazione a tutte le manifestazioni della nostra vita.
VIA, VERITÀ E VITA.
Come ci si presenta, l'enunziazione suddetta non può essere intesa che in questo modo:
Maestro è il termine fondamentale, che viene specificato nella sua profondità ed estensione dai termini «via-verità-vita». E' chiaro che con la aggiunta di questo trinomio il termine
maestro viene accentuato in maniera fortissima.
Qui sorge inevitabilmente una difficoltà:
via-verità-vita, questi tre termini di applicazione divina, non superano forse nettamente in valore l'idea di maestro? E pertanto, è legittimo questo accostamento di interdipendenza fra termini che il Vangelo non ha messo in rapporto?
In realtà i tre termini «via-verità-vita» hanno un grande valore. Lo studio teologico condotto sul Nuovo Testamento, sui Padri e su San Tommaso ci permetterà di darne una determinazione precisa.
Per intanto risulta che il concetto di "via" nel suo valore storico e teologico è così largo da inchiudere tutta l'opera del Verbo Incarnato: "via" non è solo l'esempio di Gesù, ma è certamente la sua redenzione e la sua grazia: come si camminerebbe senza essere stati sciolti dai vincoli del peccato e dell'errore e senza l'aiuto di Dio che ci trasporta? «
Ego sum via» è la risposta sostanziale all'umanità che è «
in statu viae» e tende a raggiungere Dio, bene eterno: chiunque vede quale larghezza raggiunga necessariamente questo concetto. L'idea di maestro contiene potenzialmente tutto questo.