Anno XXVII
S. PAOLO
APRILE 1952
ROMA - Casa Generalizia
AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)
MEDITAZIONE DEL PRIMO MAESTROa tutte le Case della Pia Società S. Paolo e delle Figlie di S. Paolo, d'Italia e di Roma.Dal Messico, 6 aprile 1952.
Iesu Magister Via Veritas et Vita, miserere nobis!
Regina Apostolorum, ora pro nobis.
Sancte Paule Apostole, ora pro nobis.Vi rivolgo, anche a nome della Prima Maestra e di tutti i Fratelli e Sorelle che già vidi, l'augurio fraterno e pio di una lieta e santa Pasqua.
Passando di Nazione in Nazione e visitando le varie Case, sentiamo di più l'unità nello spirito paolino, la Cattolicità della Chiesa, e come ognuno possa ripetere secondo la fede: «Civis Romanus sum».
Il «Di qui voglio illuminare», lo si sente nel senso più completo: Redazione a Roma, ripetuta in traduzioni e rifacimenti adatti ad ogni Nazione, tecnica e propaganda in iniziative sostanzialmente uguali, convenienti «omni creaturae».
Tre pensieri, che sono tre verità, capaci di portarci alla nuova vita in Cristo Risorto, nutriranno la nostra pietà nel tempo pasquale: Cristo risuscitò da morte; credo la risurrezione della carne; risorgiamo in Cristo.
1. «Surrexit, non est hic», disse l'Angelo alle Pie Donne che piangevano, e cercavano la salma del Salvatore nel sepolcro. Abbiamo lette e meditate nei giorni scorsi profezie di Gesù nel Santo Vangelo: specialmente tre; ma dicono sempre due cose: «Ecco noi saliamo a Gerusalemme e si adempirà tutto quanto fu scritto dai Profeti intorno al Figliuolo dell'Uomo. Egli sarà dato nelle mani dei Gentili e sarà schernito, flagellato e coperto di sputi; e dopo averlo flagellato, l'uccideranno; ma il terzo giorno risorgerà» (Lc. 18, 31-33). Ed ecco, guidati da una realistica e toccante liturgia, nelle ultime due settimane abbiamo considerato le pene e la morte redentrice di Gesù. Ora, per quaranta giorni, la Chiesa ci guiderà a considerare: «Resurrexit propter justificationem nostram».
Adorare Gesù Cristo vincitore dell'errore, del peccato, dell'idolatria, della morte; adorare Gesù Cristo che si costituisce qui Centro e Dominatore della storia; adorare Gesù Cristo vincitore del demonio a cui strappa la preda; adorare Gesù Cristo, umiliato e fatto obbediente sino alla morte di croce: «Propter quod et Deus exaltavit Illum, et dedit Illi nomen quod est super omne nomen, ut in nomine Jesu omne genu flectatur, caelestium, terrestrium et infernorum, et omnis lingua confiteatur quia Dominus Jesus Christus in gloria est Dei Patris»: Perciò Iddio lo esaltò, e gli diede un nome che è sopra ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in cielo, in terra e nell'inferno, e ogni lingua confessi che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre» (Fil. 2, 9-11