ANNO X - N. 2 - Bollettino Quindicinale - 15 Febbraio 1928 - Conto Corrente Postale
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO - STAMPA
Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV, 5)
Statuto Unione Cooperatori Apostolato - Stampa
1. È costituita in Alba sotto la protezione di San Paolo una UNIONE COOPERATORI APOSTOLATO - STAMPA.
2. Suo scopo è il favorire l'Apostolato Stampa.
3. Mezzi: a) Preghiere; b) Offerte; c) Opere: scrivere, diffondere la buona stampa, combattere la cattiva.
4. L’unione ha per organo il Bollettino Unione Cooperatori Apostolato - Stampa.
5. L’Unione ha la sua Sede presso la Pia Società S. Paolo – Alba.
6. La festa patronale si celebra la domenica successiva al 29 Giugno.
NORME
1. Possono aderire all’Unione tanto gli INDIVIDUI che le ASSOCIAZIONI (Casse Rurali: Circoli, Parrocchie, ecc.).
2. Inscrivendosi sarà utile dichiarare con quale mezzo si intende cooperare all'Apostolato - Stampa.
3. Il giorno della festa tutti i Soci si accosteranno alla Comunione. Nelle parrocchie sarà molto bene che venga promossa una Comunione generale, predica e conferenza sull'Apostolato Stampa. Se i parroci lo credessero utile potrebbero stabilire la festa in dicembre per favorire maggiormente gli abbonamenti alla stampa cattolica. Gli ascritti partecipano al frutto di 2000 Messe che ogni anno si celebrano nella Chiesa della Pia Società S. Paolo; e alle indulgenze Concesse dal Sommo Pontefice al sodalizio.
4. Nella cappella della Pia Società S. Paolo si celebra ogni 1° lunedì del mese una funzione per tutti gli ascritti.
5. Per i soci defunti si fanno speciali preghiere.
6. Data la possibilità, saranno promosse conferenze, riunioni, convegni, aiutate pubblicazioni fatti abbonamenti, Biblioteche popolari, ecc.
7. Agli ascritti si consegnerà l’immagine di San Paolo con la preghiera da recitarsi spesso per l'Apostolato Stampa.
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Tenuto conto dell’urgenza di favorire l'Apostolato - stampa, approvarono la proposta Unione augurando che essa trovi molti aderenti:
+ GIUSEPPE, Vescovo di Alba - + GIOVANNI Arciv. di Vercelli - + Agostino, Card Richelmi, Arciv. di Torino – PIETRO Cardinal Maffi Arcivescovo di Pisa - + EUGENIO Card. Tosi, Arciv. di Milano - + GIOVANNI Vescovo di Biella - + UMBERTO Vescovo di Susa - + GIUSEPPE Vescovo di Cuneo - + CELESTINO Vescovo di Trento - + ANGELO, Vescovo di Pinerolo - + TRIFONE, Vescovo di Parenzo - + IGNAZIO, Arcivescovo di Salisburgo - + ENRIQUEZ, Arcivescovo di Puebla - + FRANCESCO BORGIA, Vescovo di Gorizia - + ERNESTO MARIA, Arcivescovo di Cagliari - + ALBINO PELLA, Vescovo di Casale - + MATTEO, Vescovo di Ivrea - + ANGELO CALABRESE, Vescovo di Aosta.
Alba - Scuola Tipografica della Pia Società S. Paolo - Alba
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI
Si racconta che una madre, cui essendo stato rapito dalla morte il suo unico figlioletto di 10 anni, non sapeva più darsi pace. Di giorno piangeva sempre, e di notte sognava il figliuolo. Una volta lo vide in sogno in una campagna sterile e tutta arsa dal sole; in mezzo a quella campagna eravi una cisterna di acqua puzzolente, e il suo figlio che ardeva dalla sete, curvo su quella cisterna voleva bere e non poteva. Piangeva il povero bambino, invocava soccorso ma nessuno lo sentiva. Quella povera donna si sveglia e ripensando al sogno conchiude che il suo Carlino poteva essere in purgatorio ed avere bisogno di preghiere, e fa celebrare alcune Messe per l’anima sua. Per tre notti consecutive, sempre alla stessa ora, si sente chiamare distintamente e vede quella campagna cambiata, tutta verdeggiante e piena di fiori: l’acqua di quella cisterna era limpidissima ed il suo bambino, bello come un angelo, beveva di quell’acqua, si divertiva in mezzo a quei fiori, e le ripeteva «Grazie mamma, grazie!»dopo di che tacque la voce, e la madre non sognò più e visse tranquilla pensando che il suo figliuolo era sicuramente in Paradiso.
«Se amate i vostri defunti scriveteli a partecipare al frutto delle due mila Messe».
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Anno X N. 2 — 15 febbraio 1928 — Conto Corrente Postale
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO STAMPA
Opus fac Evangelistae (II Tim. IV 5)
Il Tempio a San Paolo
A che punto sono i lavori della nuova Chiesa?
Questa è la domanda che ci rivolgono tanti amici lontani, tanti Cooperatori dell’Apostolato Stampa e tanti devoti del grande Apostolo.
Per gli Albesi residenti, per quanti da paesi vicini visitano la nostra Cittadina nei giorni di mercato o qui comunque convengono per i loro affari, la risposta nostra è superflua.
Perché da qualche tempo il maestoso cupolone del tempio si erge sopra i più alti edifici cittadini e si fa ammirare dalle nostre vie e dalle nostre piazze nel suo imponente e simpatico disegno della grande e piccola travatura fino ai leggeri listelli del gigantesco prisma quadrettato sul vertice del quale simbolo di fede e di italianità, sventola al sole il nostro bel tricolore.
Un grande cumulo di tegole sembrano attendere impazienti accanto ai potenti ascensori, e quando gli amici leggeranno queste note, avranno già dato la loro tinta rossastra al grande quadro dominante dall’alto.
I lavori del tempio sono a buon punto: e lo dice anche il tradizionale pino imbandierato che da più settimane sventola dall’alto delle antenne sfidando i rigori della ancor fredda stagione.
La copertura del tempio è pressoché ultimata.
A giorni arriveranno le squadre dei voltisti milanesi e se il tempo si manterrà mite inizieranno le volte interne mentre i muratori riprenderanno i lavori interrotti, per portare a termine la parte più alta della facciata: l’attico maestoso, le balaustrate laterali, su, su fino ai superbi acroterii dominanti nel cielo.
Poi subito i lavori di intonacatura e riquadratura interna per cui si è stipulato nei passati giorni il regolare contratto. Un particolare: la superficie interna dei muri della Chiesa è di 7500 mq. e la semplice opera di intonacatura ammonta a lire 285.000.
Verranno quindi gli altari che sono oggetto di particolare studio da parte del giovane e valente ing. Gallo che dal compianto Genitore ha già ereditato tutto l’affetto per la nostra Chiesa e vi dedica tutti i tesori del suo ingegno e della sua fede.
E man mano, coll’aiuto di Dio, verranno i marmi, gli stucchi, le pitture, la gradinata centrale e quanto deve contribuire a rendere bello e devoto il nostro tempio.
Il già fatto è molto, se si osserva questa mole gigantesca che pare voglia dare una pallida prova di quanto sia grande la Provvidenza di Dio; ma il da farsi non è poco e
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ci porta naturalmente a confidare ancora in quella Provvidenza inesauribile che
tutti ascolta, e porge a tutti aita:
e se nega talor grazia o mercede;
o niega sol perché a pregar ne invita,
o negar finge e nel negar concede.
Sì, sì a confidare sopra tutto nella Provvidenza di quel Dio che è la nostra salute, la nostra gloria, la nostra speranza: In Deo salutare meum et gloria mea et spes mea in Deo est (Ps. 61).
Da queste quattro pennellate, cercate, carissimi Cooperatori, di farvi un’idea dello stato attuale della nostra Chiesa e della grandezza dei nostri bisogni.
E continuate a cooperare con la preghiera e colle offerte; in questi giorni si intensificheranno i lavori e voi intensificate ancora la vostra cooperazione.
Ogni pietra che voi darete per la costruzione della Chiesa vi procurerà premio e merito in Cielo perché questa pietra sarà donata alla Casa di Dio: Et lapis iste vocabitur domus Dei.
E dal cielo vi sorriderà l’Apostolo Paolo e per voi intercederà grazie e benedizioni.
VELENO
Domenico Guerrazzi, con una figura mirabile, ha scritto che il demonio precipitato giù dal cielo, restò spennacchiato nelle ali da un fulmine di S. Michele, e coteste penne caddero a terra, e l’uomo le raccolse, le appuntò e adesso le adopera come frecce attossicate col pessimo dei veleni che è l’inchiostro.
L’autore non poteva esprimere meglio la malvagità della stampa cattiva. Quante robuste adolescenze si fanno, per le cattive letture, rachitiche, imbecilli; quante giovani vite si spengono nell’alito impuro di malvage letture; quanti giovani sospinti alla galera; quante ragazze finite nel fango!
Ippolito Pindemonte scriveva. «È quasi innocente l’assassino di strada in confronto di colui che stampa libri o fogli che corrompono la gioventù». Oggi gli assassini non sono a cento ma a mille.
A Levanto, qualche anno fa, una signorina ricca e avvenente si uccideva, conficcandosi nel cranio uno spillone da capelli e lasciava, sopra il guanciale della sua stanza, aperto un romanzo su cui era descritta, a vivi colori, la morte della protagonista avvenuta pure per mezzo di uno spillone.
È delitto terribile il suicidio ma noi diciamo a tanti scrittori e a tanti genitori moderni: piuttosto di avvelenare le anime, meglio sarebbe ubbidiate al comando del mite Nazzareno: prendete un macina da mulino, legatevela al collo e sprofondatevi negli abissi del mare.
Ogni cristiano non solo deve allontanare da sé e dagli altri stampe cattive, ma ha pure un altro dovere: quello di diffondere e sostenere i buoni periodici.
Una zelatrice modello
Lo zelo non si abbatte di fronte alle difficoltà, né si arresta: le difficoltà lo rendono più tenace fino a vittoria completa. La signora Chicco Maria fidente nell’aiuto del Signore e piena di zelo ha saputo trionfare su ogni difficoltà ed in poco tempo ha compiuto mirabile lavoro a bene di tante anime. Pubblichiamo qui la sua lettera che nella sua semplicità dice quanto alberghi in quel cuore.
«Unitamente a queste due righe spedisco quattro moduli firmati da persone che desiderano partecipare al frutto delle 2000 S. Messe. Spero che avrà ricevuto anche tutti gli altri che ho spedito prima; così con questi ho raggiunto il numero di 150 ascritti.
Ho ricevuto 25 libri intitolati «Il più gran tesoro»: piacciono tanto questi libri, e spero presto di poter mandare ciò che avrò ricavato dalla vendita, o per dir meglio le offerte che mi faranno per questi libri.
Tengo ancora altri moduli da sottoscrivere e col tempo spero di ultimare anche questi. Mi raccomando alle Loro preghiere».
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S. PAOLO
Vita e Viaggi
Capitolo VI – Saulo torna a Gerusalemme – Se avesse veduto mai sulla terra Gesù Cristo – Saulo è sfuggito dai discepoli – Barnaba lo conduce da Pietro – Saulo e la Vergine – Gli ebrei gli tendono insidie – Dio lo esorta a fuggire da Gerusalemme. (Continuazione)
Altro argomento dal quale possiamo dedurre avere Saulo veduto Gesù Cristo nel tempo della sua mortale carriera, si può dedurre da questo fatto.
Cercando alcuni falsi dottori fomentare disordini nella Chiesa di Corinto, posero in discredito Paolo come quegli, dicevano essi, che senza la missione avuta da Gesù Cristo, arrogavasi il titolo di apostolo: alla quale accusa Paolo risponde: «Noi pertanto non conosciamo omai alcuno secondo la carne. E se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però più nol conosciamo». Le quali espressioni, quantunque scritte da Paolo per difendersi dalle false accuse de’ suoi nemici, nondimeno ci dimostrano ancora avere egli conosciuto Gesù Cristo vivente, bensì secondo la carne, vale a dire, di averlo stimato simile agli altri uomini, ricoperto con la carne di peccato e quindi avendolo erroneamente giudicato per tale, l’avea creduto peccatore.
Quando poi, illuminato dalla grazia, l’ebbe conosciuto per vero Figliuolo di Dio, all’errore succeduta la fede, all’odio l’amore, dalle pupille di Saulo, io credo, si saranno profuse amare lagrime di pentimento, ed ora poiché appressandosi a Gerusalemme gli si rinnovò alla mente la scena funesta avvenuta sul Golgota, la carità avrà accelerato il battito del cuore, e dalle sue labbra si sarà trasmesso con dolce accento quel nome divino, che dovea in seguito ad ogni momento ripetere.
Perciò giunto a Gerusalemme, rammentandosi di quanto avea per lo passato commesso contro i cristiani, non avendo il coraggio di presentarsi direttamente agli apostoli, cercò innanzi tutto associarsi ai discepoli per cattivarsi la loro confidenza ed amistà: ma quale non fu la sua sorpresa vedendosi da tutti sfuggito, temendo ognuno avere vicino l’antico lupo devastatore dell’ovile, sotto le mentite spoglie dell’agnello!
Cagione di tale diffidenza, quantunque non bene conosciuta, sembra provenire da questo. Ferveva allora la guerra tra Areta re di Damasco, ed Erode re di Gerusalemme, come abbiamo sopra accennato ed essendo restate interrotte le comunicazioni tra queste due città, niuna notizia era giunta ai discepoli della Giudea della miracolosa conversione di Saulo; tanto più che essendo egli immediatamente partito per andare in Arabia, ove dimorò diverso tempo, a lui nessuno più poneva mente. Per la qualcosa Saulo vedendosi sfuggito dai fedeli, costernato e dolente cercò un altro varco per intromettersi nell’ovile cristiano: andò quindi da Barnaba col quale era stato compagno nella scuola di Gamaliele a lui narrò la miracolosa apparizione nelle vie di Damasco, la sua città, ed il Battesimo ricevuto per le mani di Anania. A sì lieta narrazione Barnaba, o che ben gli fosse nota l’indole schietta del suo compagno, o avesse avuto
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per divina rivelazione un’anticipata conoscenza di questa verace conversione, lo condusse da Pietro, principe degli apostoli, e fattolo annoverare tra i fedeli, l’introdusse ancora nelle loro confidenza, letificando con gioia inenarrabile tutta la cristianità di Gerusalemme.
Quando Saulo giunse colà vi trovò solo Pietro e Giacomo fratello, cioè cugino del Signore, essendo gli altri apostoli partiti per evangelizzare i popoli. A costoro Barnaba presentò Saulo, mostrandolo l’uomo prescelto da Dio a grandi e strepitose imprese. Quali siano stati gli accenti e quali gli amplessi amorevoli che questi grandi apostoli si saranno l’un l’altro scambiati al primo vedersi, non ce li ha trasmessi il sacro testo: ma bene immaginare si possono da una mente cristiana, a cui il sentimento religioso tiene piantate vigorose radici nel cuore.
Oltre alla conoscenza di Pietro e di Giacomo, un’altra più nobile e più bella attendeva Saulo in Gerusalemme: quando egli quivi giunse, eravi la Vergine Madre di Gesù Cristo, la quale, tutto che da alcuni moderni autori siasi scritto essere di là partita dopo la morte del suo Figliuolo per andare con Giovanni in Efeso, tuttavia da una tradizione continua assai divulgata in Oriente, e dai critici più eruditi ci viene provato che la Vergine abbia passata la sua vita in Gerusalemme, per avere tuttogiorno presenti i luoghi santificati dalla passione del suo diletto Figliuolo, ed inoltre perché S. Giovanni portossi in Efeso nell’anno 65, quando già la Vergine era passata da questa vita mortale.
(Continua)
Date alla Chiesa
un Sacerdote della Buona Stampa
Il sacerdote è un altro Gesù Cristo: il sacerdote è il Ministro di Gesù Cristo. La preghiera quindi del sacerdote è potentissima sul cuore di Gesù Cristo. Come volete che Gesù Cristo non ascolti il suo mistro, colui che Egli ha scelto per diffondere la sua dottrina, i suoi insegnamenti?
Il sacerdote comanda a Dio come Mosè, come Maria. Il sacerdote ottiene da Dio quello che vuole. Il sacerdote all’altare tratta a tu per tu con Dio ed ecco che la sua preghiera diventa comando quando ricorda a Dio le anime per cui egli soffrì sulla croce, quelle anime che gli ha affidate.
L’essere madre di un sacerdote è grazia troppo grande che il Signore concede solo a chi veramente la merita.
L’essere madre di un sacerdote vuol dire avere la certezza della propria salute, vuol dire avere la certezza di preghiere, di suffragi e di grazie speciali.
Vi sono persone che, potendo avere un figlio sacerdote, si fanno madrine di un chierico della Pia Società S. Paolo e per lui pagano la pensione. Deo gratias! È il Signore che ha misericordia delle sue creature e manda loro occasioni di meriti pel cielo.
I Protetti ringraziano vivamente i generosi benefattori e le buone benefattrici e promettono una buona riuscita nella scuola fervorose e innocenti preghiere.
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BORSA DI STUDIO «SAN VINCENZO»
È stata iniziata di questi giorni con la somma di L. 1300. La Persona Pia, tutta bontà e interesse per «S. Paolo», che a «S. Paolo» ha già fatto altri doni più preziosi e meritori si propone di accrescerla. Però chiede anche il concorso di altre Pie e generose Persone. San Vincenzo de’ Paoli, tutto fervore per l’istruzione religiosa del popolo, voglia benedire la santa iniziativa e la Buona benefattrice.
UNIONE DI PREGHIERE
Per tutte le persone che si raccomandano alle nostre preghiere offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa e le raccomandiamo ai Cooperatori.
Il Tempio a S. Paolo – S. S. Pio XI – La libertà della S. Sede e della Chiesa – L’Apostolato della B. Stampa - L’incremento della Pia Soc. San Paolo. – I Bollettini Parrocchiali. – L’opera delle duemila Messe. – I centri di diffusione di libri e oggetti religiosi. – Le Biblioteche. – La diffusione del Vangelo. – I periodici settimanali. – Gli scrittori Cattolici. – Una persona traviata. – Una signora che abbisogna di tre grazie importantissime. – Una persona che si trova in angoscie morali. – Una signorina che abbisogna di aiuti spirituali. – Una guarigione. – Un fratello ammalato di un Cooperatore. – Un seminarista francese. – Due famiglie. – Due giovani spose. – Una suora ammalata delle Cappuccine. – E molte altre persone e zelatrici che a voce o per iscritto si raccomandano alle preghiere della Casa.
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NELLA PIA SOCIETA’ S. PAOLO
NOTIZIETTE MENSILI
Conversione di S. Paolo
La festa della conversione di S. Paolo venne celebrata la domenica 29 gennaio. Fu preceduta da una novena di benedizioni e da maggior fervore nelle preghiere. Si attendeva da tutti con gioia come si attende una data importante: è facile intuire i perché: Si desideravano delicate grazie dal buono e caro protettore celeste. Non si fecero funzioni solenni data la ristrettezza in cui ci troviamo ora in chiesa, ma facendo di necessità virtù ci consolammo pensando che un altr’anno potremo celebrarla con maggiore solennità nel tempio che presto speriamo veder ultimato.
Anche quest’anno S. Paolo fu generoso con i suoi figliolini, che sebbene gli facciano qualche biricchinata, gli cagionino qualche dispiacere, in fondo in fondo gli vogliono bene, lo tengono anzi come il buon
Papà e l’invocano in ogni momento specie nelle difficoltà, e concesse parecchie grazie i cui effetti perdurano tutt’ora e speriamo abbiano a durare a lungo.
Cooperatori di opere
Bisognava vederli con quanta alacrità, con quanto ardore lavoravano! Si trattava di compiere un’opera di carità e compierla per S. Paolo!... Erano venti coi loro carretti, muli e cavalli da parecchi paesi: S. Giuseppe di Sommariva Perno, da Priocca, da Piobesi, da Vezza, da Cortemilia, da Castagnole Lanze. Assestarono il cortile e condussero la terra nella nuova piazza S. Paolo. Aprirono un largo canale che serve per lo scolo delle acque nella vicina Cherasca: tutto questo in due settimane e per
puro amore del Signore. Era bello vedere questa comitiva di una trentina di robusti giovani ogni mattina assistere la S. Messa, bello vederli durante il giorno allegri, intenti al lavoro, bello vederli la sera radunati in ginocchio a recitare il S. Rosario. Li abbiamo ammirati e per loro abbiamo pregato e preghiamo.
Cartiera
Presto sorgerà con la grazia del Signore. Mentre scrivo si sta scavando per le fondamenta. Ma costa sapete… e costa fior di quattrini… e ne abbiamo sapete quanti?... nessuno. E allora ci appoggiamo al Padre celeste il quale è il padrone di ogni cosa creata, anche dei quattrini che gli uomini tengono in tasca e Lui farà venire.
Reparti meccanici e falegnami
La Casa ne aveva bisogno: sovente sono necessarie riparazioni a macchine, occorrono porte, finestre, banchi ecc. e la Divina Provvidenza ci ha attrezzato con il più moderno macchinario, due reparti che lavorano con assiduità: il reparto meccanici e quello dei falegnami. In essi vi lavorano i giovani della Casa.
Vennero costruiti banchi per la scuola, porte, finestre per nuovi locali e si eseguirono lavori in ferramenta per la Chiesa e riparazioni a macchine.
S. Paolo benedica i due nuovi reparti e tenga lontane le disgrazie.
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È un sacerdozio moderno e vero, che Ella esercita, ma vede e vedono tutti, come il ministero stesso che eserciterebbe S. Paolo se vivesse ai nostri giorni. Sì, sì, quante verità Ella ha così, col di Lei multiforme giornalismo, affermato nelle menti di migliaia e migliaia di lettori!... quanti malintesi dissipati, quanti entusiasmi eccitati!...
Card. Eugenio Tosi
Al Direttore del giornale Luce
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IL SANTO VANGELO
Amiamo e rispettiamo
il Santo Vangelo
Il S. Vangelo è il libro di Dio e la Chiesa raccomanda tanto la sua lettura.
Essa al suo Ministro nella S. Messa letta fa invocare il Signore, prima di lasciarglielo leggere, con una duplice, apposita preghiera: gli impone di fare un triplice segno di croce sulla fronte, sulla bocca e sul petto, per indicare che gli insegnamenti divini di quella lettura devono essere nella mente a regolarne i pensieri sul pensiero di Dio, sulla bocca a regolarne le parole sulla parola di Dio, sul cuore a regolarne gli affetti e la volontà sul Cuore e la volontà di Dio, ed in ultimo, dopo la lettura, gli fa baciare il libro sacro in atto di devozione ed amore.
E nella S. Messa solenne circonda il S. Vangelo di venerazione ancor maggiore. Oltre al sopraddetto, prescrive di porre il S. Vangelo su di un apposito leggìo ben adorno e con due ceri accesi, lo fa incensare solennemente e cantare in tono alto e solenne, per ben imprimere nella mente dei fedeli il contenuto non solo, ma anche l’altissimo concetto in cui devono tenere sì grande libro, la profonda venerazione con cui devono usarlo.
Ed il S. Vangelo ben se lo merita questo grande rispetto, questa divozione, perché esso non è un libro qualunque; ma è il libro dei libri, è il libro di Gesù Cristo: il testo che Dio fece scrivere e adottò per ammaestrare il mondo, affidandone il compito alla Chiesa.
Gli altri libri tutti ebbero un autore umano, più o meno bravo, più o meno santo, ma sempre umano: il S. Vangelo invece ebbe per autore Gesù Cristo istesso che lo ispirò, ossia lo dettò quasi, ai quattro evangelisti. Il S. Vangelo è quindi opera della Sapienza incerata, che in esso si manifesta continuamente all’uomo per pascerlo ed illuminarlo, adattandosi mirabilmente con forza ed efficacia tutta divina alle esigenze di ciascuno, più assai che la manna nel deserto si adattava a tutti i gusti, a tutte le fucinature del popolo ebreo. «È la virtù stessa di Dio per dar salute ad ogni credente» scriveva S. Paolo ai Romani (lett. I, cap. I, ver. 16). «È il testamento che G. C. di sua propria mano ci ha lasciato» scriveva S. Agostino; onde il Papini nella sua prefazione ad una edizione del S. Vangelo dice: «Il S. Vangelo, nel sistema dello spirito, è il sole, e tutte le umane scritture venute dopo, non sono che pianeti o satelliti».
Da ciò ne viene che la propaganda del S. Vangelo non è un affare librario, ma una cosa pia e devota; che il S. Vangelo è un oggetto sacro, benedetto e che attira con sé le benedizioni celesti; e che il fedele deve come tale riceverlo, tenerlo e usarlo, precisamente come coi Rosari, Crocifissi ecc. ecc. anzi più ancora, come l’Eucaristia.
Così facevano i primitivi cristiani, che si facevano perfino seppellire col Vangelo sul petto; così tanti santi, che lo leggevano stando in ginocchio per rispetto e devozione, per esempio S. Francesco d’Assisi ed il Moderno Contardo Ferrini.
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Il Cooperatore dell’Apostolato Stampa farebbe opera buona e santa a provvedersi il S. Vangelo e leggerlo e farlo leggere dai suoi. Il Cooperatore
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che vuole andare più avanti nel bene, arricchirsi di meriti, salvare, condurre a maggior perfezione le anime non si accontenta di tenere presso di sé il Santo Vangelo, ma lo diffonde tra amici e parenti, e ne inculca la lettura.
MESSE GREGORIANE
Nell’anno 1927 il numero delle Pie Persone che hanno fatto celebrare le SS. Messe Gregoriane è salito a 40, mentre nell’anno 1926 era stato di 12. A queste si devono aggiungere le Persone che hanno già fatto l’offerta di L. 300 perché siano celebrate per loro subito dopo morte: esse sono in numero di 37.
Nel mese di gennaio 1928 sono già otto corsi ordinari; ciò che dimostra la crescente fede dei fedeli e specialmente dei nostri Cooperatori in questa Pia Pratica.
Notiamo a comune edificazione la Famiglia Gallo dell’Argentina che se ne volle assicurare tre corsi: uno per il padre, uno per la madre e uno per il figlio; inviando a tal fine L. 900 di offerta.
Come si è già spesso pubblicato le Messe Gregoriane sono un corso di 30 Messe da celebrarsi senza alcuna interruzione, per i defunti, e che hanno uno specialissimo valore a liberare l’anima dal Purgatorio. L’offerta è di L. 300; chiunque può fare l’offerta in vita perché gli siano celebrate subito dopo la sua morte.
Ai nostri emigrati in modo speciale giova servirsi di tale mezzo, onde assicurarsi i suffragi. Questo è poi uno dei principali suffragi che la Pia Società S. Paolo dispone per i suoi Membri, pei suoi Cooperatori e Benefattori.
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LA BIBBIA DELLE FAMIGLIE
Il titolo ne dice i limiti e lo scopo. Non è per i dotti: essi non ci troveranno nulla di nuovo e nemmeno le questioni agitate tra loro; è un libro per il popolo, anzi un libro per le famiglie, in cui v’è soltanto ciò che è utile all’anima e alla vita.
Il disegno del libro mi sembra semplicissimo: Storia Sacra coi brani della Scrittura, coll’aggiunta del fiore dei libri sapienziali e dei profeti. Il libri storici ne formano il fondo, e i profetici il colorito. I libri sapienziali li ho messi come appendice, non ostante la loro importanza, perché ho piacere che il filo storico della storia divina non sia interrotto.
Ecco le sezioni della «Bibbia delle famiglie».
I.- I Patriarchi del genere umano; i Patriarchi del popolo eletto: Giuseppe.
II – Mosè (liberatore, legislatore, condottiero).
III. – Giosuè, Giudici, Rhut.
IV. – I Re (gli ultimi giudici; il primo re d’Israele; David preparato al regno; David re; il re Salomone; lo scisma; scisma e lotta fra Giuda e Israele; alleanza tra Giuda e Israele; nuovo periodo di lotte e fine d’Israele; Ezechia, Manasse, Amon, Giosuè e gli ultimi re di Giudea).
V. – Periodo giudaico sacerdotale cioè l’Esilio: la Restaurazione: i Maccabei.
VI. – I libri sapienziali.
VII.- La vita e l’insegnamento di Gesù.
VIII. – Gli atti e gli insegnamenti degli Apostoli.
La Bibbia ridotta a breviario del popolo, a libro di santa devozione e indirizzata alle famiglie e alle scuole ove potrebbe essere per i genitori e per i figli, per i maestri e per i discepoli fonte inesauribile d’istruzione, d’educazione e di opere sante.
«Siccome è per il popolo, la traduzione è della Volgata, secondo i desideri della Chiesa; e le note sono o dei Padri o dei Dottori, o degli scrittori ecclesiastici già approvati».
IMPORTANTE: La «Bibbia delle Famiglie» uscirà anche a DISPENSE SETTIMANALI ILLUSTRATE. OGNI FASCICOLO L. 0,40.
ABBONAMENTI: UN ANNO L. 18 – SEI MESI 10.
L’inizio della spedizione regolare ha dovuto essere ritardato alquanto perché possa essere più regolare e per attendere quelli che non hanno potuto organizzare la distribuzione per il molto lavoro.
La pubblicazione fu accolta con molto entusiasmo, come iniziativa veramente provvidenziale.
Provare con 5, con 10 copie: poi si aumenterà. Con un po’ di buon volere non sarà difficile trovare molti lettori.
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I BOLLETTINI PARROCCHIALI
I bollettini parrocchiali costituiscono il mezzo più efficace e più pratico per diffondere la parola buona. Il bollettino è alla portata di ogni parrocchia: entra in ogni famiglia: predica schietta e franca la verità: e fa bene anche a coloro che, per partito preso non vanno a sentire la parola del Signore predicata dai suoi sacerdoti.
Una persona colta, distinta, ma disgraziatamente senza fede, faceva un giorno le sue confidenze con un amico, egli pure laureato ma praticante e pio. Da una cosa all’altra il discorso cadde sul bollettino parrocchiale. Dopo elogi da una e dall’altra parte al bollettino ed al parroco che lo scriveva, il Signore incredulo uscì in queste parole «Non sai che mi piace tanto? Lo leggo tutto sai dalla prima parola all’ultima. Ti confesso che mi piace, che godo nel leggere quelle cose, sento che mi fa bene».
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Il Rev.do Arciprete di Salsomaggiore scrive: Sono lieto di poterle assicurare il suo pieno gradimento per il Bollettino Parrocchiale che piace indistintamente a tutti, e che ha portato una cara nota di fervore in tutti, e più speriamo ne farà in seguito.
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Il Rev.do Parroco di Cutigliano (Firenze) ci comunica:
Quanto piace e quanto bene fa il suo Bollettino! Costa tanto sacrificio il sostenerlo, ma è tutto affidato al Cuore di Gesù e Lui ci penserà di certo.
Ecco la missione del bollettino parrocchiale.
Di questi bollettini la Pia Società S. Paolo ne stampa un numero considerevole per un complessivo di 150.000 copie mensili.
Inoltre stampa la «Domenica» foglio religioso settimanale, e la «Buona Parola» di formato più piccolo per un complesso di 500.000 copie mensili.
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Di tutto questo bene ne sia gloria al Signore, il quale si vuole servire di noi per condurre le anime alla patria celeste.
I Cooperatori, gli amici tutti sappiano che a tutto questo bene partecipano pure loro stessi per le loro offerte e per le preghiere che innalzano a Dio per la stampa buona. Gli amici che desiderano abbonarsi alla «Domenica» o alla «Buona Parola» o desiderano diffondere per aumentare i loro meriti per il cielo possono inviare l’abbonamento in L. 3 annuali per la «Domenica» e in L. 2 per la «Buona Parola».
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DALLA CASA DI ROMA
In gennaio ha compiuto due anni: quanto più siamo piccoli, tanto maggiore è la protezione di S. Paolo il quale vicino a Roma ci ha chiamati vicino a sé, vicini al Papa per favorire a tutti le grazie e tutti i cooperatori di grazie molteplici e copiose.
Salutiamo riverenti i parenti dei giovanetti e delle figliuole: i quali godono a Roma il clima sano e tepido e molti sono ben avviati.
A questi parenti, agli amici cooperatori e agli zelatori dell’Apostolato che Dio affidò alla Casa, Deo gratias! per il bene che ci vogliono, per le offerte che mandano e procurano con amorosa cura per le preghiere: le quali sono la ricchezza e il dono del maggior prezzo e valore.
Buone cosa abbiamo da comunicare:
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Gli esami di Natale riuscirono per i più di buon premio, e per le famiglie di soddisfazione: e con essi passo passo i chiamati di Dio raggiungono la meta, preparati a continuare con più larga sfera e coi più efficaci aiuti l’apostolato di verità e di carità cui già dedicano con gran frutto la vita.
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Le solennità di Natale e dell’Epifania devote, intime, arricchite di doni, in compagnia del Bambino, sono state santificate nelle sacre funzioni notturne; e rallegrate da presepi viventi che i cari giovani improvvisarono.
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L’ultima domenica di gennaio, come piccola nota delle belle armonie della Casa di Alba, si celebrò la festa del Divin Maestro e la solennità della Conversione di S. Paolo, cui in Casa si volle aggiungere una cara ricorrenza famigliare, l’onomastico del Maestro. Di nuovo il Rev.mo P. Tavani venne da noi per celebrare la S. Messa, distribuire la S. Comunione e la parola sua paterna e benefica.
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Una data più che memoranda, di profonda riconoscenza a Dio, è stata il 5 febbraio, la prima domenica del mese: in cui il caro Assistente dei giovani, il Chierico Sig. Borio Luigi riceveva l’ordine del Suddiaconato, arrivando così al principio della sommità del monte di Dio.
Data di riconoscenza a Dio, ho detto, perché quel giorno cominciò in Casa un nuovo Breviario, una nuova preghiera elevata a Dio solennemente a nome della Chiesa, per il popolo cristiano, qui nell’Alma Roma, qui dalla nostra piccola Casa.
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La Cappellina ebbe in dono una nuova tovaglia, e una nuova cotta.
La Vigna di San Paolo
È caro oggetto di domande per i cari amici.
È caro oggetto di riconoscenza a San Paolo che proprio questi suoi piccoli figliuoli chiama presso di sé, direi, nella casa sua: e voglia il Signore crescere nel nostro cuore la devozione a San Paolo e la fiducia nel Padre amatissimo: che San Paolo si ritrovi sempre nel nostro cuore: e sarà l’amabilissimo Apostolo per i piccoli figliuoli, sarà tutto: casa, porta, ferrovia, apostolato, paradiso. È poi la Vigna desiata meta del passeggio e della ricreazione, dove santamente ci si ricrea, dove con pietà si lavora, dove devotamente si prega.
Una parte della famiglia già vi abita: lì, nel piccolo forno, già si può cuocere il pane quotidiano saporito e sostanzioso; lì vi sta pure un buona vaccherella che pazientemente ci dà ogni giorno il candido latte, cibo e medicina assieme; lì si allarga e si raduna una famigliola di domestiche galline, che sembrano aver buona intenzione di ripagare le cure con uova; lì si prepara il luogo per la casa che ci ospiterà.
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Deo gratias! perciò per i cooperatori che pregano: i loro rosari diventeranno marenghi sonanti e grazie efficaci.
Deo gratias! per quelli che accrescono le famigliole delle bestioline utili: quante vi sono ora, vennero tutti e per dono.
Deo gratias! e per i cooperatori benefattori, che mandarono monete per il terreno.
Il loro nome fruttificherà nella vigna meriti per loro, e meriti per questa famiglia di San Paolo, carità per le anime.
Per certo noi desideriamo di essere noi stessi le più belle piante della vigna che rifioriranno come viole, come gigli, come rose; che fruttificheranno i più bei grappoli di odorose virtù; il più buon vino, soave licor di verità, che disseta, che nutre, che rinforza, luce piena di amore, amore di vero bene pien di letizia! dolce e possente visione dell’opera delle tue mani, o Maria, Regina degli Apostoli.
Sarà ancora una volta cara agli amici leggere le offerte di altri amici e benefattori.
Una Linotype
Viene per essere un pulpito
; un suono di voce più sonoro, più potente. Così il Signore fa grazia alla sua piccola casa di una più ampia missione di verità che lui conosce, cui lui provvede.
I cari giovani e le figliuole sono interessati a far arrivare i 3.000 dollari: chi perciò li sente parlare con questa voce, faccia loro buon orecchio e buon cuore. Non perderà la sua mercede.
INDULGENZE DEL MESE
Indulgenza plenaria: 24 febbraio S. Mattia Apostolo. – 19 Marzo, Festa di S. Giuseppe.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i membri e cooperatori faranno un’ora di adorazione davanti al SS. Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai membri e cooperatori, che confessati e comunicati o almeno contriti, diranno devotamente colle labbra o col cuore il santo nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorni da lucrasi dai membri e dai cooperatori ogni qual volta diranno col cuore contrito qualche preghiera, secondo il fine della Pia Società o presteranno un qualche aiuto: (lavoro, elemosina, offerte).
4 Marzo: Prima domenica del mese. Comunione riparatrice contro i delitti della stampa cattiva.
«Tra i mezzi più salienti e fruttuosi, per tener vivo il sentimento della Fede e della pratica Cristiana in mezzo ai nostri popoli, io ho sempre considerato che la Stampa e l’Apostolato del giornalismo cattolico tiene, dopo la predicazione ed i Sacramenti, il posto non solo precipuo, ma indispensabile».
Cardinal Eugenio Tosi
Al Direttore del giornale Luce
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LE FIGLIE DI SAN PAOLO
Cosa fanno?
La propria santificazione è il primo lavoro. Per la gloria di Dio e per il bene delle anime le Figlie compilano articoli, fogli, opuscoli, libri, bollettini, ecc.; alcune compongono e stampano i medesimi, altre piegano, cuciscono, legano, brossurano libri, altre spediscono libri e giornali e ne fanno propaganda. Il lavoro molto vario soddisfa e assorbe tutte le energie. Ogni figliuola trova il lavoro adatto alla sua capacità; ognuna ha modo di impiegare a gloria di Dio ed a vantaggio delle anime i talenti ricevuti dal Signore.
Le Figlie fanno i voti al Signore, aggiungendo ai tre voti ordinari il quarto voto di fedeltà al Romano Pontefice.
Di speciale hanno ogni giorno un’ora di adorazione a Gesù Maestro per essere da Lui aiutate ad arrivare alle anime e ottenere molta scienza per fare loro del bene mediante le varie iniziative.
Dopo due anni di prova si ammettono ai voti annuali e invece di suore, vengono chiamate col nome di Maestre, in ossequio al Maestro Divino che spese la sua vita insegnando con l’esempio e con la parola.
La Casa accoglie figliuole dai 13 ai 25 anni, che abbiano buona salute ed istruzione almeno elementare.
Le figlie dopo i 18 anni non sono tenute a pensione alcuna, ma devono portare un conveniente corredo, e per un anno restano a carico dei parenti le spese di bucato, vestiti ecc.
Esse conservano la proprietà di quanto posseggono, riservandosi poi di accordarsi con l’Istituto.
DALLA CASA DI TORINO
Il Signore ha voluto concedere nuove grazie alle figliuole di Torino: hanno acquistato un nuovo tagliacarte col quale possono ultimare tanti lavori e compiere maggior bene.
La stampatrice è sempre in moto per la stampa dei catechismi; migliaia e migliaia sono stati stampati e spediti: migliaia di bambini ne godono i benefici.
Offerte
Sig.a Salvati L. 10; Sig. Pagno Edoardo 5; Sig. Pio Campia 5; Sig.a Domenica Campia 5; Sig.a Mosso Rosa 10; Sig.a Audiberti 50; Sig.a Clelia Gallino 10; N.N. 200; Mosso Rosa 2,50; N. N. 225; Cav. Martino 5; N. N. 100; Rosso Angiolina 10.
Nella vita eterna
Raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori la buona zelatrice Sig.a De-Agostini Rosina. A soli 32 anni lasciava questa valle di lacrime e si presentava al giudizio del Signore per ricevere il premio delle sue opere buone, e dei suoi molti ascritti alle due mila messe. Il Signore dia pace e rassegnazione alla sua vecchia madre che ci comunicò la morte e ci mandò gli ultimi ascritti raccolti dalla defunta.
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Raccomandiamo pure le anime belle delle Signore Ferrero Eurosia, Del Grosso due ottime e zelanti persone che fecero del bene con la stampa buona.
Esse passarono a miglior vita il mese scorso.
Il Signore dia loro pace sempiterna.
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T. Alberione G. Dir. Resp. S. Paolo
ALBA - Scuola Tip. Ed. – ALBA
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Vi sono persone che ci rivolgono questa domanda: E’ necessario ripetere l’offerta di L. 10 ogni anno, oppure dopo un tempo determinato, per partecipare al frutto delle Duemila Messe?
Rispondiamo: «Non è necessario ripetere l’offerta di lire 10, basta che questa sia fatta una sola volta in vita».
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Le offerte dei divoti di S. Paolo
Vi sono persone che dicono: Se OTTENGO LA GRAZIA FACCIO UNA OFFERTA: questo è un errore, è mancanza di fiducia: è meglio dire: DO QUESTO AFFINCHE’ IL SIGNORE DIA QUELLO DI CUI HO BISOGNO. Il Signore non si lascia vincere in generosità da noi e darà a noi abbondante ricompensa.
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Se vi sta a cuore la diffusione del regno di Gesù Cristo, avere una società sana, letture educative, aiutate l’Opera della buona stampa. È il denaro meglio speso.
«Dividi dice il Signore, con chi ne ha bisogno il pane della tua mensa e la salute ti sarà donata maggiormente (Is. 59)».
Offerte per il pane
Molte famiglie, di delicato sentire, comprendono i sacrifici della casa per mantenere ed educare i figlioli e mandano perciò qualche offerta per il pane oltre la pensione.
Questo genere di offerte è consigliabile a quelle famiglie i cui figli non pagano più la pensione. Dieci lire al mese ed ogni tanto per loro è nulla e per la casa è molto.
Cassettine Buona Stampa
Di tanto in tanto si fa viva qualche cassettina… ma le altre?... Forse con un pochino di zelo si otterrebbero anche effetti maggiori, vero?...
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Una rinomata Ditta di Torino sta confezionando due ricchi paramentali che serviranno per rendere più decorose le funzioni che si celebreranno nel nuovo tempio a S. Paolo. Un paramentale riccamente lavorato su seta bianca servirà per le feste del Signore e della S. Madonna. L’altro ricchissimo finemente lavorato su velluto cremisi servirà per le feste di S. Paolo.
La spesa ammonta a diverse migliaia di lire: sicuro, col Signore non bisogna essere avari.
Una Ditta ci ha promesso il velluto cremisi in regalo. Chi coprirà le altre spese? Tendiamo per questo la mano ai buoni amici: una piccola offerta, anche solo lire cinque. Chi oserà rifiutarsi se tutto quello che possediamo è del Signore? E poi le zelatrici non vorranno avere il vanto di regalare un paramentale a S. Paolo? Ricordiamo che chi è avaro col Signore, Egli sarà avaro con lui.
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Gesù volle essere annoverato tra i poveri della terra. Desidera essere soccorso dai fedeli che possiedono, soccorso nella chiesa, negli altari, nelle opere da Lui volute per il trionfo della sua Casa.
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È detto nella Scrittura: Guai a colui che nella sua casa coltiva l’avarizia. Questa maledizione non tocca certo coloro che fanno lemosine ed aiutano le opere del Signore.
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