Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno X — N. 14 — Bollettino Quindicinale — 31 Luglio 1928 — C. C. P.

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO - STAMPA

Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV, 5)

ALBA - PIA SOCIETÀ S. PAOLO - ALBA
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I Cooperatori si fanno la loro Chiesa

La chiesa a S. Paolo procede alacremente. Allo scopo di metterla presto in grado di venir funzionata si è fatto così: si sono concentrati tutti gli operai (circa 30) nell’interno, lasciando per ora fermo il lavoro della facciata.
Nell’interno intanto si è compiuta la riquadratura delle volte e delle cappelle, si è totalmente fatto il cornicione, si sono collocate le prime cinque grandi vetrate di magnifico effetto e che sono l’ammirazione e lo stupore di quanti vengono a visitare la Chiesa. Confidiamo nella carità dei Cooperatori, giacché i bisogni sono veramente grandi.
Si ha buona speranza che, compiti i lavori assolutamente necessari per l’autunno la si potrà benedire e funzionare.

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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I BENEFATTORI E COOPERATORI


La Santa Messa ed i Grandi

Contardo Ferrini soleva passare più ore in Chiesa per la Messa, la Comunione, la meditazione, le visite al SS. Sacramento ed altre pratiche di pietà.
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Un signore andò una domenica alla chiesa di S. Marco in Firenze per ascoltare la S. Messa.
Vi era da qualche minuto, allorché vide entrarvi tre vegliardi, due dei quali ciechi e condotti a mano, l’uno da un servo e l’altro da un fanciullo. Quello di mezzo era anch’esso di età pari agli altri due, ma si mostrava più robusto e arzillo. Tutti tre attraversarono la chiesa e andarono ad inginocchiarsi nella cappella di S. Antonino: quivi raccolti e meditabondi ascoltarono la S. Messa che fu celebrata quasi subito a quell’altare. Finita la S. Messa e uscito di Chiesa, quel signore si fermò ad aspettare che uscissero per vederli ancora una volta.
Un suo conoscente lo vide: Che fai qui? Gli chiese con tono ironico: Sei forse stato ad ascoltare la S. Messa?
– Sì, rispose francamente quel signore.
– Eh via! Sarebbe tempo di abbandonare cotesti pregiudizi, che ormai non sono che il corredo degli sciocchi.
In quel momento i tre vegliardi mettevano piede sulla gradinata, e l’interpellato disse al suo conoscente: – Conosci quei tre signori?
– No, non so chi siano.
– Ebbene, quello a destra è Gino Capponi; quello che sta in mezzo è Alessandro Manzoni; l’altro è Nicolò Tommaseo. Anch’essi hanno assistito alla Messa che ho ascoltato io. Come vedi, sono in buona compagnia.
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Grande agitatore dell’Irlanda alla quale rivendicò la libertà religiosa e civile, Daniele O’ Connel fu da Pio IX dichiarato un eroe del cattolicesimo.
Il Padre Burke scrisse: O’ Connel ha contribuito a fare di me un prete: uno dei più cari ricordi di gioventù, una delle cose che hanno fatto sull’animo mio una profonda impressione, era la visita di questo grande uomo che agitava il mondo, inginocchiato la mattina nella cappella di Galwai a sentire la Messa e a ricevere la S. Comunione: io lo guardava assorto davanti a Dio nella sua preghiera: io leggeva sulla sua vasta fronte i grandi pensieri che l’animavano; io lo contemplavo mentr’egli rinnovava in faccia al cielo i voti che lo legavano alla Religione e alla Patria.
O’ Connel ha lasciato un trattato sulla SS.ma Eucarestia.

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L’immortale scienziato Andrea Maria Ampére era devotissimo di Gesù Sacramentato e della Madonna.
Federico Ozanam racconta che assalito da dubbi sulla fede, si sentì
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rinfrancato all’entrare nella chiesa di S. Stefano per vedere il grande Ampére che inginocchiato a terra recitava con la massima compostezza il suo rosario. «Quel rosario di Ampére – soleva dire – mi ha commosso e convinto più di mille prediche». In un diario intimo segnava i giorni in cui si confessava e comunicava.
A 82 anni trovandosi sul letto di morte, una religiosa gli leggeva alcuni passi dell’Imitazione di Cristo per prepararlo alla S. Comunione. Egli le disse: «Non vi stancate, perché la so tutta a mente».

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Si racconta che un giorno all’elevazione Gesù si mostrò sotto la forma di graziosissimo bambino. Si corse dal celebre capitano Simone di Monfort perché andasse a vedere il prodigio, ma egli tranquillamente rispose: «Andate voi che avete poca fede; io non ho bisogno di questa testimonianza per credere alla reale presenza di Gesù nel SS. Sacramento».
Ascoltava ogni giorno la S. Messa.
All’assedio di Tolosa, ove morì, si venne a dirgli in chiesa che i nemici assalivano vivamente i custodi delle macchine. Egli rispose: «Lasciatemi, lasciatemi udir la S. Messa, e vedere il Sacramento della nostra redenzione». Giunse al momento stesso un altro corriere, dicendo: «Affrettatevi, affrettatevi per amor di Dio!... ». ed egli: «Io non uscirò se prima non ho visto il mio Salvatore». All’elevazione si rizzò in piedi, levò le mani al cielo ed esclamò: «Nunc dimittis. Andiamo: morrò se è d’uopo, per Colui che ha voluto morire per noi».

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Impariamo ad avere maggior premura nell’ascoltare la S. Messa: Una messa di più qual gaudio in cielo! Quante grazie in vita! Diamo il nome alla Società S. Paolo accompagnandolo con l’offerta di L. 10 e partecipiamo in vita ed in morte, al frutto di 2000 messe.

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Zelatrici!
Conosciamo che in questi mesi vi sono maggiori difficoltà per diffondere l’opera delle due mila Messe: non scoraggiatevi; fare è necessario, pregare di più. Lavorate con intensità maggiore. Gesù sorride dal cielo, vede, nota e vi darà il premio. Noi ogni giorno vi ricordiamo tutte nella S. Messa.
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Anno X. N. 12 — Luglio 1928 — Conto Corrente Postale

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5).


Diamo Apostoli alla Buona Stampa

Le chiese vanno sempre più disertandosi: è un fatto doloroso sì, ma pure vero. Gli uomini non pensano che a divertirsi, a godere e far stare bene il corpo, ed all’anima? ed all’istruzione religiosa? Che spettacolo triste offrono certe città. Quante persone non sanno nulla di religione e né si curano di istruirsi! Ah! non hanno tempo per andare in chiesa! Vivono come se sempre dovessero stare in terra e camminano verso l’eternità incuranti dell’infelicità che attende loro.
Che si può fare per illuminare tante persone che percorrono una strada falsa? Andare a casa loro, andarli a trovare nei momenti più tranquilli con un foglietto religioso, morale e piacevole. Oh, quanto bene! Quante anime devono la loro salvezza ad un foglio buono! Ho conosciuto un avvocato di grido il quale se ne scherniva di quanto sapeva di chiesa, ma alla sera prima di addormentarsi leggeva il bollettino che gli veniva portato. Un dottore, vivente ancora, confidava ad un suo amico, che attendeva sempre con vivo desiderio l’arrivo del bollettino per leggerlo, perché sentiva che gli faceva bene: da incredulo ora incomincia a portarsi ad ascoltare la S. Messa e la grazia verrà completa.
È l’ora della stampa, è l’ora dell’apostolato e della missione. Questo apostolato, questo mezzo di bene, ha bisogno di vocazioni: di persone che si dedichino con tutte le loro forze a scrivere, stampare e diffondere opuscoli buoni. Non potrà svolgere convenientemente il più importante e necessario apostolato di oggi chi è già intento ad altra opera. Non si può affidare a mercenari prezzolati un apostolato così santo il cui frutto dipende in massima parte dalla santità di chi lo esercita, come non si può affidare a semplici mercenari l’apostolato della predicazione.
La buona stampa è missione, è istruzione delle anime come la predica ed il catechismo, non è un mestiere: occorrono perciò apostoli e non impiegati. Sono necessarie persone che vi si consacrino tutta l’energia, tutte le attività fisiche e spirituali: vite che si consumino esclusivamente per essa: ci vogliono quindi i religiosi della Stampa Buona ed accanto a questi le suore della Buona Stampa.
Iddio non lasciò mancare i profeti ad Israele: è certo che non verranno mai meno le vocazioni nella Chiesa: è certo quindi che Dio manderà vocazioni vere, sante all’apostolato stampa. Beati i chiamati, beati coloro che coltivano queste vocazioni.
D’ordinario il Divin Maestro si serve di un sacerdote pio, prudente, di genitori buoni e di fede. Non siamo egoisti: non pensiamo all’utilità nostra; Dio provvederà, abbiamo fede.
Il provvedere un figliuolo od una figliuola alla Stampa Buona non sarà mai di aggravio alla famiglia perché il Signore per quelli che chiama a sé provvede
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egli stesso e la famiglia dovrà dirsi fortunata se la Divina Provvidenza sceglie nel loro seno un figlio od una figlia che si dedichi con ardore al sublime apostolato della Buona Stampa.
Non credano i genitori che la mancanza di questi figli sia cagione di stenti per loro; non sarà di certo il Signore che toglie i figli per lasciare i genitori in angustia: anzi avviene sempre che in quelle famiglie, dove un membro è sacerdote o suora, vi è prosperità materiale, armonia e contentezza. Iddio è un buon padre e sa ricompensare ad usura il sacrificio compiuto dai genitori.
I RR. Parroci consiglino, aiutino, incoraggino ed indirizzino i ragazzi buoni, virtuosi che danno serio affidamento di diventare apostoli zelanti della buona stampa.
Riportiamo e ripetiamo quanto scriveva alla Società S. Paolo che il Card. Maffi Arcivescovo di Pisa il 21 ottobre 1921:
«Per me quest’opera è provvidenziale. Furono provvidenziali i monaci del medioevo che copiavano i codici e non lo saranno ora i sacerdoti che moltiplicheranno le pagine sane e buone? Ed io penso poi che nel medioevo non vi era chi facesse contro: ma ora mentre il nemico infuria con una stampa infernale! Ottime le suore che attendono agli asili: ottimi i sacerdoti che attendono alle scuole ed alle missioni: ma allora non saranno ottimi quelli che alla stampa provvedono ai malati dell’errore, agli asili per i bambini dell’ignoranza, agli infedeli, tra i fedeli, per la grande diffusione dell’errore? Un ordine religioso stampatore io l’ho sempre sognato».
Preghiamo gli amici, i cooperatori ad aver la bontà di pregare e di pregare molto affinché il Signore mandi in questa nuova vigna santi operai e che i chiamati raggiungano il fine.

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Il Signore ci accorda tutto quello che nella Santa messa Gli domandiamo, e ciò che più, ci dà quello che noi non pensiamo neppur di chiedere e che ci è più necessario. SAN GIROLAMO
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Unione di Preghiere

Per tutte le persone che si raccomandano alle nostre preghiere offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa, e li raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori.

– Il Tempio a S. Paolo – S. S. Pio XI – La libertà della S. Sede e della Chiesa – L’Apostolato della B. Stampa – L’incremento della Pia Soc. San Paolo – I bollettini Parrocchiali – L’opera delle duemila Messe – I centri di diffusione di libri e oggetti religiosi – Le Biblioteche – La diffusione del Vangelo – I periodici settimanali – Gli scrittori cattolici – La conversione di un padre di famiglia – La bimba ammalata di un attivo cooperatore – Uno zelatore – Una persona di Roma – La salute ad un povero studente – Un figlio di una persona amica – Una giovane sposa – Maggior fiducia in Dio in una famiglia – Alcuni giovani che abbisognano di tante grazie – La mamma di una zelatrice instancabile.

UNA PREGHIERA

Nel mese di ottobre, se piacerà al Signore, si aprirà al culto la chiesa a S. Paolo. In quell’occasione vi sarà pure la vestizione dei nuovi chierici (una quarantina). È una bella grazia del Signore. Tra quelli novelli chierici ve ne ha qualcuno di poverissima condizione che perciò non può sostenere le spese della vestizione. Tendiamo la mano a quelle persone buone di cuore che comprendono e che vogliono compier un’opera di fiorita carità.
Per la vestizione occorrono L. 800. Forse vi sarà qualche persona che vorrà vestire un chierico, altre che manderanno 300, 200, 100 lire. Di tutto ringraziamo il Signore. All’offerente sarà comunicato il nome del Ch.co beneficiato.

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S. PAOLO
Vita e Viaggi

Capitolo X - Saulo e Barnaba a Cipro – Salamina – Viaggiano a Pafo – Conversione del Proconsole Sergio – Il mago Elima punito – Saulo cambia il nome in Paolo – Partenza da Cipro, arrivo in Antiochia di Pisidia – Discorso di Paolo Alla Sinagoga. (Continua)

Saulo e Barnaba, ricevuta la sacra ordinazione vescovile, e l’eccelsa dignità di apostoli, per espresso comando dello Spirito Santo abbandonarono Antiochia, e menando con essi loro Giammarco, si portarono in Seleucia, città allora di somma importanza, come tuttora si può osservare dai superbi avanzi dei monumenti che si ammirano non lungi dal moderno villaggio di Kepse. Quivi giunti tutti e tre presero direttamente la via del porto, e noleggiata una barca, con greco in poppa giunsero alla spiaggia levantina di Cipro calumando le gomene in Salamina, capitale dell’isola, chiamata al presente, Porto-Costantia.
Cipro, il cui culto principale era diretto all’adorazione della Venere, giace a metà distanza fra la Cilicia e la Fenicia, più vicina alla prima se parlasi della distanza, ma più attenente alla seconda per razza, storia e natura della sua civiltà. La sua lunghezza di 150 miglia per una lunghezza maggiore di 40, prende forma di un parallelogrammo irregolare, terminante in un’angusta e lunga penisola. Occupata pressoché nella sua totalità dell’alta catena dell’Olimpo, che scende da tutti i lati con monti ardui e scoscesi, la divide in profonde e pittoresche vallate, per la qual cosa alle ricche miniere unita la copia abbondante di fiori, gli fecero dare l’epiteto di euòdes (bel giardino).
Pertanto in quell’amenissima fra le isole del Mediterraneo, aveano domicilio gran numero di ebrei venuti dalle vicine provincie della Siria, della Fenicia, della Palestina e dell’Egitto: ed insieme a questi accoglievansi ancora molti fedeli dispersi nella prima persecuzione gerosolimitana, quando il protomartire Stefano fu tolto dal mondo: i quali fedeli cercando attirare anime a Dio, eransi dati a predicare il Vangelo nell’isola, soltanto agli ebrei. Ma allorché vi giunsero Saulo e Barnaba, destinati in modo speciale da Dio ad essere apostoli dei gentili, deliberarono tosto ampliare il campo della missione anche a beneficio delle genti.
Allora ebbe principio per entrambi il combattimento regolare contro il giudaismo e contro il paganesimo, che dovea durare per tutto il corso della loro vita; combattimento osteggiato per una parte della dura ostinazione dei loro compatrioti, e dall’altra dalla vita sensuale ed egoista dei popoli pagani. Nondimeno questi apostoli, fermi nella intrapresa carriera, aiutati dalla divina grazia, doveano piantare la croce, dove i popoli più corrotti, abbruttito il loro spirito della deificazione di assurde ed immorali credenze, stavansi addormentati tra le tenebre della morte. Ma poiché i doni celesti doveano innanzi tutto offrirsi alla semenza di Abramo, donde era derivato anche Gesù, e che in tanti modi era stata dal cielo privilegiata, perciò i due apostoli furono subito a predicare la divina parola nella sinagoga degli ebrei, affinché non avessero a male vedersi posposti ai gentili; e
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di poi a questi che erano più umili e meglio disposti a ricevere la fede di Gesù Cristo.
Usarono ancora un altro mezzo, al fine di poter con più facilità evangelizzare quei popoli: condussero seco in aiuto Giammarco, il cui precipuo ufficio era l’attendere al vitto, vestito e a tutte le altre cure materiali.
Qual frutto essi vi abbiano fatto con la predicazione tanto fra i giudei quanto fra i gentili, quali miracoli vi abbiano operati, quali persecuzioni sostenute, quali chiese fondate, quali vescovati e rettorie ordinate, e finalmente quanto lungo sia stato colà il loro soggiorno non racconta S. Luca, il quale, contento di averci brevemente accennato che eglino scorsero tutta l’isola fino a Pafo qui solamente si trattiene a speciale proposito di descriverci la conversione del proconsole romano Sergio, del quale ora parleremo.
Perocché partitisi i due apostoli da Salamina, e presa con massima probabilità la via romana, come ha scritto Bevan, dopo aver attraversate le ridenti pianure onde Cipro si abbella, giunsero a Pafo posta a libeccio dell’isola medesima, celebratissima tra i gentili per il favoloso nascimento di Venere dai flutti spumosi del mare, laonde riguardata dai Ciprioti come protettrice dell’isola, aveangli eretto un tempio di grande magnificenza.
In quel tempo le provincie romane erano divise in due modi: in Cesaree e venivano amministrate dai propretori; ed in Senatorie cioè del Senato e del popolo romano, ed erano governate da un proconsole. Cipro era provincia cesarea; ma Augusto avendola ceduta al Senato ed al popolo romano, veniva governata da Sergio Paolo proconsole romano, uomo savio, prudente, leale ed avido di conoscere la verità in fatto di religione: il quale Sergio avendo inteso parlare della nuova dottrina annunziata da Paolo e da Barnaba, desideroso di venirne ancor esso informato, mandò chiamarli. Pronti ubbidirono i due apostoli al cortese invito, esponendogli le verità del Vangelo. Tuttavia, siccome il paganesimo non aveva di meglio, per tutto ciò che trascendesse i limiti della natura, così Sergio Paolo teneva presso di sé un impostore per nome Barjesu, che vale figlio di Gesù, addetto alle arti magiche, a fine ciurmare la gente, ingannare gli stolti, e carpire loro denaro. Ora questi chiamato ancora Elima, nome non proprio, ma di mestiere, la cui traduzione dall’arabo vuol significare Mago, istigato dal diavolo, e tenendo gli apostoli barattieri come lui, temette che quei due lo soppiantassero nella grazia del proconsole: laonde a tutto uomo cercò di alienare l’animo di Sergio dalla fede, screditandoli nell’onore, e contraddicendoli nella dottrina.
Alla baldanza di costui Saulo, investito dallo Spirito Santo, affissatolo, sì gli disse: «O uomo pieno di ogni inganno e di ogni falsità, figliuolo del diavolo, nemico do ogni giustizia, non rifinisci tu di pervertire le vie diritte del Signore? Or ecco dunque la mano dell’Onnipotente sopra di te, e sarai cieco, sicché non potrai vedere il sole insino ad un certo tempo». Ciò detto, densa caligine ottenebrò le occhiaie del falso profeta: ed egli smarrito, brancicando per la sala, stendeva all’altrui carità la mano, perché non avesse a cadere. Alla vista del terribile castigo, il proconsole restò commosso, senza più esitare abbracciò la fede cristiana. Il suo intelletto, sottomesso alla verità del Vangelo, si aprì per conoscere la grandezza dei divini misteri: e il cuore, allettato dalla eccellenza della morale cristiana anelò a divenire propagatore della fede. Ordinato dall’apostolo a pastore di quel gregge, passò di poi a predicare il Vangelo in Siviglia, Saragozza, Cordova, Barcellona ed in molte altre città e provincie della Spagna; e finalmente lasciato dall’apostolo alla cura della cristianità di Narbona nelle Gallie, quivi santamente morì, celebrandosi nella chiesa il suo natalizio celeste al ventidue di marzo.
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SAN PAOLO ASCOLTA I SUOI DEVOTI

A quanti desiderano ricevere grazie da S. Paolo consigliamo:
1. La novena più volte stampata su questo periodico e che si può avere scrivendo alla Direzione con l’offerta di L. 0,40.
2. Accostarsi ai SS. Sacramenti un giorno della novena.
3. Fare un’offerta per il tempio di S. Paolo.
4. Promettere di pubblicare la grazia su questo periodico, preferibilmente con nome e cognome, essendo di maggior gloria di Dio.
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Preghiamo le persone che hanno ricevuto particolari grazie da S. Paolo a non solo inviare un’offerta per la grazia ottenuta, ma anche una dettagliata e sincera relazione della grazia ricevuta onde pubblicarla.
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Borsa di studio San Giovanni
Una borsa di studio costituita da un parroco che tanto ama e benefica la Pia Società S. Paolo fin dai primissimi giorni di sua esistenza. E la borsa di studio risulta di sue privazioni e piccoli risparmi.
Il Signore ad intercessione di S. Paolo benedica a tutti i suoi desideri, riempia di santi meriti i suoi giorni, onde la sua corona sia compiuta. È tutto, è il solo vero bene.
Gli Evangelisti sono tra i primi apostoli della stampa. Essi hanno scritto e tramandata a noi, e diffusa tra il mondo intero la Divina Parola, che è il Verbo di Dio. San Giovanni scrisse il suo vangelo ed in esso vola come aquila su gli altri evangelisti; scrisse le sue epistole, ed in esse rifulge il suo cuore con la carità di Cristo.
Siamo felici che la prima borsa di studio dedicata ad un evangelista sia denominata a San Giovanni Apostolo. Serva essa a formare dei sacerdoti della stampa così ardenti come egli era; così pii come egli era; così affezionati al Divin Maestro come egli era.
Ora preghiamo che seguano le borse di studio dedicate a:
S. Matteo, l’evangelista della messianità di Gesù Cristo;
S. Marco, l’evangelista della divinità di Gesù Cristo;
S. Luca, l’evangelista della misericordia di Gesù Cristo.
Poi attenderemo le borse agli altri scrittori sacri del Nuovo Testamento.
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Quanto alla santificazione delle anime, in ciascuna Messa, Dio concede al mondo un beneficio tanto grande quanto quello che ci fu nel momento dell’Incarnazione. (S. Bonaventura)
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Dio stesso assegna lo scopo diretto dell’Apostolato-Stampa
ossia la sua magistrale missione

La scrittura ordinaria dell’uomo è la esterna manifestazione e moltiplicazione ad un tempo del suo pensiero ai suoi simili. Ora gli uomini non manifesterebbero così il loro pensiero qualora non volessero far note cose di certa importanza che di per sé rimarebbero ignote od incomprese. La scrittura reca dunque con sé naturalmente una verità indiscutibile e di grande evidenza che è l’insegnamento, l’ammaestramento, il quale insegnamento ed ammaestramento non è può essere in via ordinaria che orale e scritto: orale se fatto a viva voce, scritto se ciò è fatto con la penna mediante segni convenzionali e facilmente decifrabili. Lasciando a parte l’insegnamento orale, che direttamente non c’interessa per ora, ci soffermiamo all’insegnamento scritto ossia sull’apostolato stampa. Posto quindi che la Scrittura e quanto oggidì serve ad esternare e moltiplicare il pensiero umano, ossia la stampa, abbia questa insigne missione dell’insegnamento, ne vengono di naturale conseguenza alcune questioni o meglio, vien molto naturale chiederci: La stampa ha dunque uno scopo determinato, precipuo da conseguire? E se l’ha, da chi le fu assegnato per il primo?

A tutte queste questioni risponde la tesi che ora proponiamo.

Dio assegnò all’apostolato stampa una missione: quella d’insegnare, di ammaestrare e far penetrare nelle anime le verità divine.

Si prova la I. Parte

Dalla S. Scrittura: si legge infatti nella S. Scrittura: (Esodo XXIV – 12) Io ti darò le tavole di pietra e la legge e i comandamenti che ho scritti, affinché tu loro insegni. Da questo ne deriva un fatto innegabile, che Dio istituiva e assegnava allora con un documento proprio alla stampa il suo scopo, la sua missione di magistero «ut doceat: perché insegni». Tale missione Dio la volle registrare nel N, T.: difatti (S Luca Pr. Ev. 3-4) è parso anche a me… di scrivere a te per ordine, eccellentissimo Teofilo, affinché tu riconosca la verità delle cose che ti furono insegnate.
A più riprese si legge nell’Apocalisse di S. Giovanni (I, 2-9). E vidi un altro Angelo forte, che discendeva dal cielo, e teneva nella sua mano un libro aperto… e mi disse: prendi il libro e divoralo. Ora quest’Angelo non glie l’avrebbe dato se non per leggervi dentro e conoscerne il contenuto onde trascriverlo. S. Paolo Apostolo scrive 14 lettere con insegnamenti dogmatici, morali e liturgici.
Ed ancora spesso si trova nelle sacre pagine: la scrittura dice, fu scritto (Atti I -16; III -18-21 etc.).
Inoltre fan testimonianza Ss. Pietro e Paolo che parlandoci della scrittura divinamente ispirata dicono: Tutta la S. Scrittura divinamente ispirata è utile ad ammaestrare, ed arguire, ossia argomentare. Quanto il Signore scrisse Egli stesso ed impose di scrivere tutto lo fece per ammaestramento.
Lo scopo, la missione della stampa è dunque quello di ammaestrare, insegnare e diffondere le divine verità nella mente, nel cuore, nelle opere dell’uomo…

Dalla pratica della Chiesa: La chiesa non solo tenne in onore ma volle moltiplicati i libri sacri e commentati permettendone alle persone più dotte per la trascrizione ad es. Origene, S Girolamo e tenendo all’uopo Concili e promulgando Decreti: ad es. il Concilio Tridentino (Sess. IV).

Dai Padri: I Padri conoscendo
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l’importanza dell’insegnamento scritto tra i fedeli consumarono la loro vita scrivendo opere poderosissime tra i quali Origene scrisse opere poderose, S. Agostino 16 vol. editi dai Benedettini, tanto che appena la vita di un uomo sarebbe in grado di leggerli tutti. S. Girolamo trascorse la sua vita trascrivendo e traducendo dall’ebraico la S. Scrittura etc.; così S. Anastasio, S. Giovanni Crisostomo che commentò la S. Scrittura con speciali omelie, S. Bernardo etc.

Dalla volontà divina: Sono 40 e più gli scrittori dell’A. e N. T. che si passano di mano in mano la penna, sotto lo sguardo divino e la sua ispirazione per porgere ai fedeli i divini insegnamenti dommatici, morali e liturgici. Ora Dio non avrebbe permesso di scrivere tanto, se non fosse che dalla scrittura ossia dalla moltiplicazione del pensiero l’uomo non ne avesse ricavato qualche bene utile e spirituale ammaestramento. Dunque la missione precipua è quella di ammaestrare.

Si prova la II. Parte

Dalla S. Scrittura: G. C. stesso si servì della S. Scrittura ossia dei libri Sacri per insegnare ed ammaestrare: E andò a Nazareth dove era stato allevato ed entrò secondo la sua usanza il sabato nella sinagoga e si alzò per fare la lettura. E gli fu dato il libro e spiegato che ebbe il libro, trovò quel passo dov’era scritto: Lo Spirito del Signore sopra di me perciò mi ha unto per evangelizzare ai poveri, mi ha mandato a sanare i contriti di cuore ad annunziare agli schiavi la liberazione e ai ciechi la vista, a predicare l’anno accettevole del Signore e il giorno della retribuzione. E ripiegato il libro, lo rendette al ministro e si pose a sedere. E principiò a dir loro: oggi questa scrittura si è adempita negli orecchi vostri (Luca IV, 15-21).
Nell’A. T. troviamo che Mosè scrisse tutte quante le parole del Signore… e preso il libro dell’alleanza lo lesse ascoltandolo il popolo, il quale disse: Faremo tutto quello che è stato detto dal Signore e saremo obbedienti. Ancora nel N. T. noi troviamo ben definita la missione e lo scopo dell’Apostolato Stampa equiparata all’azione del Maestro. Si legge infatti nella 1.a Epistola di S. Giovanni c. II - 1, 12, 13, 14, 21: Figliuoli, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate. Vi scrivo o figliuoli, giacché vi sono stati rimessi i peccati pel suo nome. Vi scrivo o padri poiché lo conosceste che esiste dal principio. Vi scrivo o adolescenti giacché avete vinto il maligno. Vi scrivo o infanti, poiché conosceste il Padre. Vi scrivo o giovani, giacché siete forti e la parola di Dio rimane ed aveste vinto il maligno. Non vi scrissi quasi foste ignari della verità, ma quasi sapendola anche perché ogni bugia non procede dalla verità. Del resto il Signore mandando gli Apostoli senza far distinzione fra parola scritta ed orale: Andate per il mondo universo, ammaestrate tutte le genti. E gli Apostoli andarono, predicarono ed ammaestrarono le genti colla parola orale e scritta scrivendo chi il Vangelo e chi lettere e chi l’uno e l’altro assieme. Chi più di tutti si servì della penna fu lì Apostolo S. Paolo che scrisse ben 14 Epistole adattandole ai bisogni ed alle necessità delle nuove comunità cristiane da lui fondate.

Dalla Chiesa: La chiesa non solo fece uso dei libri, ma volle ed obbligò con concili i suoi ministri a farne uso; dimostrò il suo gradimento che i fedeli li leggessero ed approvò sempre ed in ogni tempo libri adatti, ben sperimentati per ogni condizione di fedeli ed ai più ignoranti o principianti in cose di religione decretò nel concilio di Trento che fosse loro posto fra le mani il catechismo, libro piccolo di mole, ma grande e sommo per sostanza.

Dalle ragioni di congruenza: Chi scrive una lettera facilmente l’adatta al pensiero di chi la riceve, così lo scopo e la missione magistrale dell’apostolato stampa come manifestazione della verità e del pensiero divino ed umano dev’essere conforme ed adattabile alla mente e alle facoltà intellettive, morali e spirituali di ogni ceto o condizione di persone ed in relazione alla loro età, porgendo alle facoltà umane il vero
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nutrimento spirituale ossia la Verità: allo stesso modo ancora del Maestro che fa scuola, il quale adatta all’intelligenza ed alle capacità dei discepoli che l’ascoltano.

Corollari o pratiche conseguenze: Dal fin qui detto ne risulta che: a) L’apostolato stampa e tutta la stampa cattolica mira ad uno scopo unico, quello, quello di rendere le nostre anime atte a penetrare le verità divine.
b) La medesima missione che ebbe la S. Scrittura al tempo degli ebrei e al tempo degli apostoli i quali non mancarono di far uso colla predicazione orale anche della scritta e così attraverso i secoli nella chiesa, non è punto scemata, ma continua ancora attraverso le opere dei Dottori e dei santi. Data oggi l’immensa quantità di giornali, libri e foglietti volanti ecc. che si diffondono con grande celerità per dissetare le anime, è necessario diffondere e propagare la stampa cattolica cristiana, quale mezzo più atto ad insegnare alle anime le verità divine ed a tenerle vigilanti contro lo stesso mezzo usato dagli avversari.

Date alla Chiesa
un sacerdote della Buona Stampa

Tutti possiamo fare qualcosa: il campo è vastissimo. Chi può dare un figlio od una figlia all’Apostolato stampa lo dia con generosità: è il Signore il padrone e chi può fargli contro?
Chi può dare preghiere, mortificazioni, sofferenze le dia con gaudio: basta mettere l’intenzione una volta per tutta la vita dicendo per e.: Tutte le pene e le mortificazioni della mia vita le offro al Padre celeste per Maria Regina degli Apostoli per avere santi religiosi dell’Apostolato stampa.
Chi invece ebbe beni di fortuna venga in aiuto a chi si trova nelle strettezze. Non riusciremo mai a comprendere il merito di un’anima che si lascia per eredità un religioso nel campo della stampa buona. Questo merito procurino di farselo i Cooperatori ed amici di S. Paolo. Pagare la pensione ad un chierico povero o ad una figlia o provvederne i libri; aiutare direttamente la Pia Società qual gaudio si avrà in cielo!

In memoria del giovane cattolico Pier Giorgio Frassati, per un Chierico furono donate L. 5.000 (cinquemila). Così sono congiunti due nobilissimi intendimenti: onorare il modello di un giovane cattolico che risplende innanzi a tutti nella fermezza del carattere cristiano, nella elevatezza della sua cultura, nella purezza dei suoi costumi, nell’ideale cristiano della vita, nel desiderio di un apostolato Stampa elevatissimo; e nello stesso tempo aiutare chi sta per raggiungere e dedicarsi coi poteri sacerdotali a questo apostolato.
L’apostolato stampa esercitato da un sacerdote è innaffiato, valorizzato dal Sangue di N. S. Gesù Cristo e dà la
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potenza di una missione, che Dio ha dato e la Chiesa ha suggellata.
Esso è reso venerando, sopranaturale, autoritativo, per le parole del Vangelo: «Andate, predicate». Esso compie ciò che manca alla missione di Cristo, se l’apostolo adempie in sé ciò che manca alla passione di Gesù Cristo.
Viva nel cuore dei giovani la dolce edificantissima memoria di Pier Giorgio Frassati! Sorgano numerosi fra i giovani i suoi imitatori.

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Bollettini Parrocchiali

La Domenica
Settimanale – 4 pagine – formato 21 - 32
– religioso morale – riccamente illustrato –

È il periodico parrocchiale modello: contiene una breve spiegazione del vangelo; un po’ di catechismo per gli adulti ed un capitolo di storia sacra; di più articoletti vari, brevi, chiari, vivaci; avvisi pastorali ecc.
È sempre abbondantemente illustrato: si illustrano gustosi episodi delle campagne contro la bestemmia, contro la moda, pro riposo festivo, fatti storici ecc.
È il giornaletto più puntuale: la spedizione viene fatta in modo che prima del sabato arrivi in ogni parte d’Italia e non abbiano lagnanze al riguardo.
Non si interessa di politica o di pettegolezzi: La Domenica deve essere accolta come un caro amico in tutte le famiglie e deve tutti unire e mai dividere.
È il periodico più economico: dato il formato è davvero il periodico più a buon prezzo; è possibile adottarsi anche nelle parrocchie povere. Osservate i prezzi.
Serve benissimo come bollettino parrocchiale: si risparmia tempo e spesa. Si potrebbe anche fare una pagina di comunicazioni proprie almeno una volta al mese.

I Parroci che hanno adattato il nostro giornaletto se ne trovano contenti, ed esprimono la loro soddisfazione col far sempre nuove richieste e coll’aumentare le copie.
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Sant’Ignazio di Lojola
Fondatore della Compagnia di Gesù e Scrittore

Nascita
Ignazio, ultimogenito dei tredici figli di Beltran Vànes de Onàz y Loyola e di Marina Saenz de Lisona y Salda, coniugi amendue di illustre casato, era nato il 1491; aveva sortito indole egregia, ma educazione conforme ai tempi, assai mondana, istruzione poca. Amava distinguersi e segnalarsi pel suo valore militare.

La sua conversione effettuata a mezzo di un libro.
Era il 20 Maggio 1521, in quell’anno seconda festa di Pentecoste, quando sulla breccia aperta della cittadella di Pamplona, battuta dalle milizie di Francesco I Re di Francia, cadeva il prode difensore di quella fortezza, spezzandogli lo stinco della gamba destra da una palla di cannone rimbalzata, e feritagli la sinistra dalle pietre spiccate dalla muraglia. Raccolto, dagli stessi nemici venne portato all’Ospedale. Nelle noie della convalescenza e forzato dal riposo, chiese da leggere naturalmente libri di spasso: romanzi,racconti di avventure, novelle cavalleresche e simili. Ma non dettero alle mani di chi li cercava altri libri che la Vita di Cristo scritta dal Certosino Ludolfo di Sassonia e il fiore delle vite dei santi. Ignazio si rassegnò; prese a leggere, e prima per semplice intrattenimento poi con crescente attenzione, con diletto, con avidità. Una trasformazione si andò operando: un orizzonte nuovo, quasi un nuovo mondo gli si apriva d’innanzi, lo allettava, lo rapiva. Alla luce che insieme gli vibrò la grazia divina, si fortificò sempre più il convalescente. Una chiara visione: l’immagine della Vergine, col Figlio divino gli aggiunse poi conforto ineffabile, gli volse in fastidio i desideri secolareschi e gliene sgombra dall’animo la specie, in modo che mai più ebbe a vedersi, neppure con un minimo consenso. L’uomo di mondo, il basso e fiero ambizioso non era più: Ignazio era già il buon soldato di Cristo, il Cavaliere di Maria chiamato ad innalzare un nuovo vessillo nella Chiesa: vessillo di purità, di ubbidienza, di amore da contrapporsi al vessillo della ribellione, della impurità e dell’ozio che si levava allora appunto dal monaco apostata del Settentrione.

L’antagonista: Lutero e la sorgente della stampa cattiva.
Sembra che sia meglio non parlarne, ma esigendolo l’argomento on sarà fuori proposito il dire brevemente qualche cosa di questo corte del Protestantesimo dell’incredulità, dell’empiezza che s’infiltrò in particolar modo nella stampa, a guisa di un fiume limaccioso, dall’acque inquinate che doveva avvelenare la stampa allora appena nata. Infatti pochi anni prima che dal Convento dei Domenicani di Manresa, uscisse vittorioso l’incolto soldato spagnuolo, nel chiostro degli agostiniani di Vittemberg un dottore e monaco sassone vi soccombeva miseramente. Lutero, agitato dal pensiero delle proprie colpe, dalla tempesta delle passioni lottanti, dalle angosce e dall’avvilimento delle sue miserie, non si umilia, non prega; s’inasprisce nell’orgoglio ferito e si getta alla disperata nell’eresia. Tutti quei moti delle passioni per lui, quantunque involontari son peccati; ma il peccato è inevitabile, è necessario, l’uomo non è libero ecc. con una simile serie di errori che gli aprono maggiormente la via all’orgoglio, col quale il monaco agitato cerca una pace mentita senza rinunziare alle colpe e alle passioni segrete. Egli acceca se stesso e gli altri. Non contento di propagare a voce gli errori suoi, e le sue strane ed eretiche proteste, dà di piglio alla penna e scrive e stampa e diffonde il suo veleno eretico, empio e pornografico, contro Colei che gli fu madre, e contro il suo augusto Capo non manca di lanciare le più gravi ed infamanti calunnie ed invettive, staccando dalla Chiesa le nazioni più religiose e cattoliche nelle quali tanto aveva affaticato la Chiesa, aizzando il popolo, i contadini contro i principi, e poi i principi contro il popolo, e tutti contro la Chiesa. Il monaco sassone si era perduto per la incontinenza e superbia, il soldato spagnuolo veniva salvato dall’umiltà e dalla penitenza.

L’Apostolato di S. Ignazio e della Compagnia di Gesù.

Nella Lotta.
A Manresa S. Ignazio inizia il suo apostolato con l’opera e con la parola in particolare con l’uso dei suoi Esercizi Spirituali scritti sotto lo sguardo materno della Regina degli Apostoli, mentre uno stuolo di anime gli stringe d’attornio per ascoltarlo e seguirlo. Ma il campo è ristretto per il suo apostolato: egli mira a cose elevate, eccelse. La conversione dei Mussulmani, e s’imbarca per Gerusalemme, ma la Provvidenza lo ferma, lo prepara con l’istruzione, lo prova e dopo la prova sua e dei suoi seguaci gli affida una missione speciale a fianco del Papa contro il protestantesimo, a questa divina Provvidenza ne univa un’altra missione, non meno importante: l’educazione della gioventù e il ministero dell’insegnamento sia letterario o scientifico,
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di scienze sacre e profane, nei collegi e nelle università a voce e con gli scritti né solo per la istruzione e preservazione dei giovani, ma per l’onore, l’incremento della verità, segnatamente della verità religiosa, contro l’irrompere delle nuove eresie.
I suoi primi seguaci furono chiamati semenzai di apostoli.
Intanto la Divina Provvidenza nell’apostolato di S. Ignazio e dei suoi compagni poneva un forte argine al dilagare del luteranesimo.

Scrittore apostolo.
S. Ignazio non scrisse molto, ma quanto scrisse fu tale da muovere tutto il mondo di allora e di portarlo di peso verso la retta via, mentre declinava purtroppo a grandi passi verso la peggiore. Inoltre quanto scrisse sono note di un soldato basso, appuntate alla soldatesca, al lume delle contemplazioni di Manresa, ritoccate dallo studente provetto in Parigi, poi dal Maestro di spirito in Roma, lontane da ogni pretensione letteraria: solo a sprazzi vi splende nei suoi scritti la bellezza e vibra la forza con certa energica precisione con cui l’antico soldato stampa alcune grandi idee e principii in pochi tratti concisi, indimenticabili, frutto di poderosa intuizione e di sentimento profondo. Non rettorica, dunque, non enfasi e meno ancora una grettezza ascetica, che angusti l’anima e presuma a spingerla verso una via unica o predeterminata, per sentieri nuovi o singolari di un individualismo pericoloso, come altri ha scritto, al contrario, tutto è discrezione, riserbo, semplicità di direzione; idee nette e precise della teologia e della tradizione ascetica più sicura della ragione e del buon senso perfezionati dalla fede; pedagogia quindi sempre viva e opportuna per un’infinità di adattamenti, a tutte le varietà di individui, di condizioni, di tempi.

Le opere di S. Ignazio.
Sono tre soltanto, neppur voluminose, ma in quelle poche pagine vi è una sostanza tutta divina atta a trasformare le anime che la compenetrino anche con solo un po’ di riflessione. Sono: Gli Esercizi Spirituali; L’Esame Generale; Le costituzioni.

Due parole sulla diffusione degli «Esercizi Spirituali».
Il libro degli Esercizi è il più minuscolo che abbia dato l’ascetica moderna.
«questo libro, scrisse lo storiografo protestante Bohmer: I Gusuiti p. 23 – libro minuscolo, nonostante la sua piccolezza è di quelli che hanno deciso della sorte del genere umano, ristampato in un numero infinito di copie, studiato da 400 commentari». «Un libro secondo altri che ha convertito e salvato più anime di quanti siano i caratteri di cui è formato». Non deve quindi esser solo letto, ma meditato e praticato.

Morte di S. Ignazio.
Questo gran santo, suscitato da Dio che tiene al suo seguito una lunga catena di Santi Dottori e Scrittori tra i più celebri dell’evo moderno, quali un S. Pietro Canisio, un Bellarmino, S. Alfonso Rodriguez ecc. ecc. morì il 31 luglio 1556.
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INDULGENZE DEL MESE

Indulgenza plenaria: 25 luglio: S Giacomo Apostolo; 15 Agosto: Assunzione di Maria.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i membri e i cooperatori faranno un’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai membri e cooperatori che confessati e comunicati o almeno contriti, diranno devotamente colle labbra e col cuore il santo nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorni da lucrarsi dai membri e dai Cooperatori ogni qualvolta diranno col cuore contrito qualche preghiera secondo il fine della Pia Società o presteranno un qualche aiuto: (lavoro, elemosine, offerte).
5 Agosto: 1.a domenica del mese: (comunione riparatrice pei peccati della stampa cattiva).
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Le Seminatrici della Buona Stampa

Il loro numero è in continuo aumento; questa schiera d’anime zelanti è in massima parte formata da zelatrici dell’opera delle due mila Messe. Han lavorato per raccogliere adesioni, ora si adoperano con molto entusiasmo a spargere libri buoni.
Raccomandiamo il loro apostolato al Signore perché produca molto frutto e sia fonte di molti meriti.
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Esercizi Spirituali per Figlie

Pie persone ci van chiedendo se a S. Paolo non si dettano esercizi Spirituali per loro. Siamo lieti comunicare che proprio per le cooperatrici, si terrà un corso speciale di esercizi spirituali dal 28 agosto al 2 settembre. Saranno giorni di raccoglimento e di grazie.
Trattamento famigliare. Non è fissata alcuna pensione, si accettano le libere offerte.
Tempo utile per prenotarsi fino al 25 agosto.
Molte persone vorranno approfittare dell’occasione per visitare la casa, il macchinario, il tempio, e notare con quanta cura il Signore dirige i suoi apostoli.
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Da notare che le messe Gregoriane si celebrano solo per i defunti: chiunque può disporre in vita per la celebrazione di dette Messe, le quali verranno celebrate appena ricevuto notizia della sua morte.
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NELLA PIA SOCIETÀ S. PAOLO
NOTIZIETTE MENSILI

Sacre ordinazioni
Nella solennità dei Ss. Pietro e Paolo S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Francesco Re nostro veneratissimo Vescovo elevava al suddiaconato nove nostri Ch.ci. Siano rese grazie al Divin Maestro il quale dimostra quanto ami la casa.

S. Paolo
La festa di s. Paolo non ebbe la solennità degli anni scorsi. Si celebrerà con maggior sfarzo appena la chiesa sarà in grado di essere aperta al culto. Alla messa solenne di adorazione per la prima volta il ricco paramentale seta raso, finemente lavorato alle cui spese concorsero in parte cooperatori ed amici. Alla sera non mancò la processione per i cortili della casa con il quadro di S. Paolo. A notte spari di fusette e canti. Si pregò molto, si chiesero grazie, si fecero propositi. S. Paolo dall’alto dei cieli ha certamente sorriso ai suoi figli e benedetto.

Esami
Il 14 corrente sono terminati gli esami trimestrali. L’esame finale sarà a Natale- ora si mandano le pagelle ai parenti da cui potranno constatare il progresso dei loro figliuoli.

Esercizi Spirituali
Prima della fine del c. m. tutti gli alunni avranno gli esercizi spirituali. Vi saranno tre mute per la ristrettezza della Cappellina. Fin d’ora si prega tutti per la riuscita degli esercizi da cui dipende in buona parte l’andamento dell’anno venturo.

La Cartiera
Sono ultimati i lavori di sterramento e le fondamenta sono riempite di calcestruzzo: parte del macchinario è arrivato ed ora attende sia pronto il locale.
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Istituendo una «Borsa di studio» si partecipa a tutto il bene e a tutte le preghiere della Casa: inoltre si lascia un Sacerdote che prega per noi.
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Contro il veleno micidiale

Un atto coraggioso

Giorni fa alla Fiera del Libro di Milano in piazza Mercanti parlò lo scrittore immorale Guido da Verona inneggiando alla grandezza dell’Italia. Erano presenti alcuni sacerdoti i quali alzaron coraggiosamente la loro voce.
Si fece silenzio di tomba.
Nel vivace battibecco che ne nacque quei coraggiosi Sacerdoti dissero che i suoi libri esposti in vendita erano proibiti dalla Chiesa; avrebbero dovuti esser bruciati pubblicamente in omaggio alla fiera del libro; che certi autori sono indegni, e si dovrebbe vergognare di parlare alla gioventù italiana che deve crescere sana, forte, pura per la grandezza della Patria; che nell’Italia Cattolica ed in momenti in cui si cerca rinvigorire la nazione è segno di decadenza diffondere certa stampa. Si rivolsero infine al folto pubblico che ascoltava attentamente dicendo chiaro che è ora di reagire coraggiosamente contro certa stampa che parla male del papa (c’erano anche libri dell’Action Francaise) e che sa di marciume.
Un signore distintissimo si avvicinò ai sacerdoti e strinse loro la mano con un Bravi, avete avuto buon fegato. Il silenzio degli altri era pure approvazione.
Bella questa crociata aperta e coraggiosa in favore della purezza e per gridare forte che la gioventù nuova deve essere pura! E la stampa immorale deve essere bandita dalla circolazione! Genitori, vigilate sulla vostra figliolanza e senza pietà strappate dalle loro mani quegli stampati che avvelenerebbero la loro anima.
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CENTRI DI DIFFUSIONE
di libri buoni ed oggetti religiosi

In quanti paesi si può iniziare un deposito di libri ed oggetti religiosi!
In un paese si potrà affidare ad un negozio già avviato, ad un libraio, in altro ad una pia persona desiderosa di fare del bene, altrove al Circolo giovanile, all’ufficio parrocchiale, al sacrestano, ecc. ecc. Nei centri più importanti si può iniziare una piccola rivendita destinata unicamente a questo.
Iniziare con pochi libri di pietà scegliendoli tra i migliori per sostanza, praticità, convenienza; libri istruttivi adatti per le varie classi di persone, libri di meditazione, catechismi. Tener sempre il Divin Maestro (Vangelo concordato) e il S. Vangelo perché ogni famiglia ne sia provvista.

La Bibbia delle Famiglie

Questa pubblicazione destinata a spargere sempre più nel popolo, i germi della fede e a farla entrare nella pratica della vita cristiana ha trovato un’eco profonda nel cuore di molti Parroci che consci del gran bene che essa può fare e deve fare si sono messi a tutt’uomo per diffonderla nelle loro parrocchie.
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E per ottenere questo più facilmente alcuni l’hanno raccomandato dal pulpito quale utilissimo mezzo per la formazione specie dei giovani; altri l’hanno suggerito alle madri cristiane in apposita conferenza, altri infine la leggono e commentano nelle istruzioni parrocchiali.

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Teologo Alberione Giacomo Direttore Resp.
- PIA SOCIETÀ SAN PAOLO -
ROMA Via Ostiense 75 - ALBA Via S. Paolo - Torino Via Belfiore 66
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LE OFFERTE DEI DIVOTI DI S. PAOLO

Offerte in denaro
È detto nella scrittura «Guai a colui che nella sua casa COLTIVA L’AVARIZIA». Questa maledizione non tocca certo coloro che fanno elemosina ed aiutano le opere del Signore.

Offerte in natura
Tutto serve e tutto si riceve con gioia ed i doni materiali ricevuti si cambiano in doni celesti sugli offerenti.

Offerte per la Cappella
Diverse signore trovandosi in questo tempo in villeggiatura ed in campagna, vollero occupare il tempo libero col lavorarci tovaglie, pizzi, camici, un tappeto per la nostra Chiesa, e farsi così un bel merito. A tutte tanti Deo gratias.

Offerte per cera
Nella piccola cappella dinanzi al SS. Sacramento esposto giorno e notte ardono 6 grosse candele. La quantità di cera che si consuma è rilevante e rilevante è pure la spesa. Quante persone sarebbero contente di far ardere a proprie spese
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qualche candela dinanzi a Gesù eucaristico! È anche questo un mezzo per dimostrare a Gesù il nostro amore.

Offerte per le Paramenta
Le paramenta sono giunte. Un paramentale è bianco finemente lavorato: l’altro è rosso di seta di raso lavorato da mano artista. Ora però bisogna pagarli… Chi vorrà farsi merito di una offerta? Avevamo invitate le zelatrici ad inviare L. 10 ciascuna per i piviali ma non tutte hanno risposto all’invito e la somma raccolta è ancora molto inferiore al necessario. Vi è però ancora del tempo ed accettiamo riconoscentissimi quanto le ottime zelatrici manderanno.

Borsa di studio Sant’Antonio
È un nuovo ossequio che si viene a rendere a S. Paolo ed a S. Antonio.
E diamo noi stessi il nome di Antonio perché tale è il nome del generoso oblatore che ha già tanti, tanti altri meriti innanzi a Dio e benemerenze innanzi agli uomini.
Intendiamo onorare S. Antonio da Padova ed insieme S. Antonio Abate, S. Antonio da Padova che ha onorato Dio con tante lodi e virtù e prediche e per cui Dio operò tanti miracoli; S. Antonio Abate che ebbe tanti seguaci e dettò le prime regole per la vita comune e religiosa. Deo gratias! Deo gratias!!

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Ogni Messa a cui avrai assistito in vita ti sarà più salutare che tante altre da altri ascoltate per te dopo la tua morte.
Sei preservato da molti pericoli e disgrazie, da cui saresti stato abbattuto.
Diminuisci il tuo Purgatorio con ogni Messa.
Ogni Messa ti procura un più alto grado di gloria in cielo.
In essa ricevi la benedizione del sacerdote, che il Signore ratifica in Cielo.
Assistendo devotamente alla messa, rendi alla santa umanità di Gesù Cristo il massimo onore.
Vieni benedetto nei tuoi affari e interessi personali.

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Per gli Altari della Chiesa a S. Paolo
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Il giovane Ing. Gallo sta ora curando il disegno dell’Altare maggiore «Divin Maestro» che sorgerà nel centro del Tempio. In esso campeggerà il Baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo alte 12 m.
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Quante persone sole, di età con discreti mezzi di fortuna potrebbero istituire una «Borsa di studio» per un povero Chierico e acquistarsi così meriti innumerevoli.
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Non aspettiamoci il bene dagli altri: facciamoci noi quel bene che vorremmo ci fosse fatto dagli altri.
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