Anno XXV
SAN PAOLO
FEBBRAIO 1950
ROMA - Casa Generalizia
LASSISMO O RIGORISMO?
Siamo retti di pensiero, di cuore, di vita: né lassismo, né rigorismo. Ma delicatezza di coscienza, sensibilità spirituale, rettitudine dinnanzi a Dio e agli uomini.
Si dice da taluni: Oggi ci vuole altra educazione, altro modo di vivere, altra forma di disciplina...
Rispondo: La santità è e consiste sempre nel vivere Gesù Cristo come è presentato nel Vangelo: Via, Verità e Vita. Il male è sempre nel distaccarsi dal Vangelo, da Gesù Cristo, dagli esempi dei Santi, dalla Teologia.
La vita religiosa è sempre quella che ha insegnato Gesù Cristo, che propone la Chiesa, che hanno vissuto i Religiosi santi, che è indicata dalle Costituzioni.
La delicatezza non è rigorismo; il lassismo non è modernità, ma mondanità del cuore.
Comprendiamo bene alcune cose:
1. La disciplina da esigersi dal fanciullo tiene conto della sua età, della sua incostanza, della sua semplicità, della sua delicatezza, della sua vivacità. La disciplina dell'adulto tiene conto della maggior virtù, dello spirito di responsabilità più sviluppato, delle cognizioni e dell'ufficio di cui l'adulto è in possesso.
2. Viviamo con i nostri tempi, che hanno più mezzi di santificazione, di formazione, di apostolato, maggiori comunicazioni; ma insieme hanno maggiori pericoli, perché ogni ritrovato viene volto in male dal nemico delle anime. Ai Superiori è necessaria una più larga, attenta, caritatevole vigilanza; specialmente sulle letture, sul cinema, la radio, la televisione, lo sport.
Non si introducano giochi grossolani o tali che impegnino troppo la mente. La ricreazione sollevi lo spirito, riposi la mente, sviluppi l'organismo specialmente gli organi più vitali: apparato respiratorio, circolatorio, digerente, ecc.
Non possiamo educare i nostri Aspiranti ad una vita che non sia l'attuale; dobbiamo fare il bene agli uomini attualmente viventi; quindi sempre il Paolino «profert de thesauro suo nova et vetera».
Vi furono Religiosi che per secoli furono obbligati all'Ufficio Divino in comune, al Coro: tale era, e sussiste ancora, la disciplina religiosa degl'Istituti sorti prima del 1600. Poi nacquero Istituti che si dedicano anche a ministeri di confessioni, predicazioni, scuole, opere caritative, ecc. In tali Istituti i Religiosi possono venir chiamati in ogni momento, devono adattarsi alle necessità e comodità dei Fedeli. E allora? Furono liberati dal Coro, pur rimanendo obbligati all'Ufficio Divino, ma per un maggior bene, per poter meglio disporre del proprio tempo a pro delle anime, pur attendendo alla propria santificazione come a primo fine della vocazione abbracciata. È la libertà per far meglio, non la libertà per far nulla, o fare il male, o il minor bene. Modernizzare non è corrompere: ma progredire nello spirito religioso e nell'apostolato per salvare gli uomini di oggi.
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3. Vi è una necessità fondamentale ed essenzialissima: la formazione di una coscienza più illuminata, più retta, più profonda, più delicata. E questa tanto più per chi aspira al Sacerdozio, o sarà esposto a pericoli come la propaganda, a maneggiare denaro, ecc.
Il gravissimo male oggi si è che alcuni (flens dico!) considerano come modernità e progresso l'essere senza scrupoli - come essi dicono - o meglio di coscienza libera, indipendenti o spregiudicati; o il mettersi in occasioni prossime, o comunque non necessarie, di peccato; o la trascuranza dell'esame di coscienza, della meditazione, della Visita al Santissimo Sacramento; o circa la povertà, disponendo del denaro indipendentemente; o il tenere relazioni pericolose, il ricercare comodità e soddisfazioni; vantarsi di uno spirito di indipendenza. Terribili lacci del demonio; dominio della legge della carne; vero spirito mondano, entrato tra i Religiosi.
Primo lavoro del Religioso è il perfezionamento con lavoro costante di emendazione dai difetti e di conquista della virtù. Secondo lavoro: la fedele osservanza della povertà, della delicatezza in fatto di costumi; la obbedienza interna ed esterna nella nostra vita comune paolina. Mutare è pervertire; essere fedeli è assicurarci quello che Gesù ha promesso: «Centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis».
Il Religioso Paolino ha poi ancora un'altra necessità, un altro dovere: l'apostolato, anche nella sua parte tecnica. È parte della nostra missione, mezzo di bene, strumento di propagazione del Regno di Dio. Ad esso tutti siamo obbligati, anche se in diversa misura. Si va invece accentuando la tendenza a sganciarci dall'apostolato, a disinteressarsene. Come pure si sfugge la fatica, nobile fatica, di indirizzare in esso i fanciulli, guidandoli all'apprendimento dell'arte tipografica, all'amore, alla stima dell'apostolato nostro, coefficiente della nostra vocazione. S. Paolo non disdegnava il lavoro anche manuale, e mostrava i calli delle proprie mani, quando esclamava: Quae mihi opus erant... ministraverunt manus istae (Atti, 20, 34).
Vi sono: prima, errori di mente; poi, errori di volontà, errori nel parlare, errori nella condotta. Ci si chiude la via della santificazione; dall'educazione si ricavano frutti scarsissimi; non si ha più la grazia di attirare le anime e formare le vocazioni.
Non si introducano, col pretesto di modernizzarsi, singolarità e abusi nella forma dell'abito religioso. Le Costituzioni, Art. 9 e 10, e il Codice di Diritto Canonico, can. 136, I, sono espliciti al riguardo. Nelle nazioni ove è prescritto l'abito talare, non si porti pastrano o soprabito corto fino al ginocchio; non si vada senza cappello o con cappello uso civile; non si introduca l'uso di portare il cosiddetto «basco».
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Il progresso di ogni anima, di ogni Casa, dell'Istituto, richiede due cose: 1. la fuga del peccato e delle occasioni di peccato, con un lavoro costante per la emendazione dei difetti; 2. aspirazione decisa, risoluta e fattiva verso la santità.
Il nostro Maestro è uno solo, Gesù Cristo; non il mondo. Il nostro Padre S. Paolo lo ha seguito con dedizione piena e costante sino alla morte. La nostra Madre è Immacolata e piena di grazia. Guardiamo i santi Religiosi; guardiamo alla Chiesa; guardiamo alla santità canonizzata; guardiamo ai migliori; guardiamo alle Costituzioni.
Legge fondamentale di Gesù Cristo è la sua parola: «
Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua... E che giova all'uomo guadagnare tutto il mondo, se perde o rovina se stesso? Se uno ha vergogna di me e delle mie parole, di lui il Figlio dell'uomo si vergognerà quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi Angeli» (Lc. 9, 23-26); o quell'altra, pur tanto grave: «
Chi non rinunzia a tutto quello che possiede, non può essere mio discepolo» (Lc. 14, 33).
Anche il Padre nostro S. Paolo ci dice che saremo eredi di Dio e coeredi di Cristo, «
se però soffriamo con lui, per essere con lui glorificati» (Rom. 8,17); ed egli prima di predicare: «
Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo» (1Cor. 4, 16), aveva potuto scrivere: «
Io sono confitto in croce con Cristo» (Gal. 2,19).
Nell'Istituto non vi è né educazione prima, né educazione seconda. Non vi è né nuova, né vecchia generazione. Non è giusto dire: primo ceppo e secondo ceppo. Neppure vi è una educazione e formazione e santità italiana e un'altra americana, asiatica, ecc. Vi è soltanto una santità sapiente che tiene conto di ogni circostanza di tempo, di luogo, di persone: ma che sempre porta ad amare Dio con tutta la mente, la volontà, il cuore. Il difetto è sempre difetto; la virtù è sempre virtù. Vi è soltanto una vita religiosa secondo che ha insegnato con l'esempio e la parola Gesù Cristo. Egli è l'Istitutore, il Legislatore, l'aiuto, il conforto, il premio del vero Religioso.
E per chi lo segue con tutto il cuore, «
pax super illos et misericordia Dei»: che a tutti auguro e per tutti prego.
Sac. Alberione
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Vocazioni adulte o tardiveVi è oggi un fatto consolantissimo: accanto alle vocazioni diremmo ufficiali, coltivate sin dagli anni giovanissimi negli istituti religiosi e nei seminari, ne spuntano altre vigorose, adulte, tardive.
Sono giovanotti, ed anche giovani maggiorenni che coscientemente, conosciuto il mondo ed il valore delle anime ed il bisogno di assicurarsi la salvezza, preferiscono Dio al mondo, la vita perfetta alla vita cristiana.
Spesso sono le vocazioni più ferme, più sicure e generose.
La Società S. Paolo apre loro le braccia e le accoglie con fiducia.
Siano aspiranti alla vita religiosa - sacerdotale; siano aspiranti alla vita religiosa - laica.
Nei seminari, nel ginnasio superiore, nel liceo, nella teologia e filosofia, nelle università o scuole medie, nel clero più giovane, negli istituti in genere, nelle associazioni cattoliche, nelle famiglie più cristiane... e talvolta negli ambienti più mondani e più impensati; Dio fa udire il suo invito: Andate anche voi nella mia vigna; avrete anche voi ciò che meritate.
Si tratta dell'ora terza, sesta, nona od anche dell'undecima; ma è sempre il Padrone della vigna, il Padrone della Messe che chiama nuovi operai, nuovi mietitori.
Dodici furono chiamati all'apostolato da Gesù Cristo: erano tutti adulti; se si eccettua Giovanni ch'era ancora relativamente giovane.
Gli Apostoli ed i Vescovi dei primi tempi chiamarono tutti adulti al ministero pastorale.
In ogni tempo la Chiesa, in varie maniere, scelse ministri tra gli adulti cristiani più ferventi. E questo anche dopo che il concilio di Trento stabilì i seminari per raccogliere e formare i futuri chiamati: costantemente accanto alle vocazioni giovanissime troviamo vocazioni più avanzate che insieme si preparano ed insieme giungono nella vigna ed alla mietitura; insieme lavorano, insieme raccolgono.
Nella Pia Società San Paolo vi sono i Sacerdoti che specialmente scrivono, governano, predicano, compiono i ministeri sacri. Possono entrarvi quindi buoni Chierici giovani ed esemplari Sacerdoti: i buoni, si capisce; che cioè, oltre i frutti di una vita sacerdotale, intendono la perfezione religiosa; ed usare nell'apostolato anche i mezzi moderni e più celeri, stampa, cinema ecc.
Ugualmente nella Pia Società S. Paolo vi sono i Discepoli; che sono fratelli laici (la parola confratelli può dire troppo poco). Fratelli che in una famiglia sono uguali, sebbene con varietà di uffici, secondo le loro tendenze ed attitudini. Questi moltiplicano la parola scritta dal Sacerdote, cioè aiutano a scriverla in quantità di copie; e la diffondono perché arrivi alle anime. Sono quindi uniti in un unico e medesimo apostolato al sacerdote; in una partecipazione inscindibile di apostolato; in un'abbondanza di meriti che non troverebbero certamente in altre vie.
In questa bellissima missione religioso-apostolica trovano posto ed impiego delle facoltà: scrittori, pittori, ingegneri, artisti, cinematografari, compositori, fotografi, impressori, tecnici di radio, cinema, stampa, librai, propagandisti ecc. ecc.; ognuno insomma che vuol essere perfetto, dar gloria a Dio, portar pace agli uomini.
Sac. Alberione.
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GRAVE ABUSO
È quello di un economo che amministra, dispone di somme rilevanti, conchiude contratti per acquisti notevoli, aliena, fa operazioni od ordinazioni importanti indipendentemente dal suo Superiore: locale, provinciale, generale. Anche su questo punto si può raggiungere materia grave.
Viviamo di fede! La benedizione di Dio è legata solo all'obbedienza!
Che cosa dice la legge naturale per una società anche semplicemente umana? Che cosa dice il Diritto Canonico per le Religioni? Si rileggano i canoni 516, 2 e 532, I, 2:
Can. 516, 2: Sint etiam pro administratione bonorum temporalium oeconomi: generalis qui religionis universae bona administret, provincialis qui provinciae, localis qui singularum domorum; qui omnes officio suo fungantur sub directione Superioris.
532; 1: Bona tum religionis, tum provinciae, domusque, administrentur ad normam cocstitutionum.
2. Expensas et actus iuridicos ordinariae administrationis valide, praeter Superiores, faciunt, intra fines sui muneris, officiales quoque, qui in Constitutionibus ad hoc designantur.
Che cosa dicono le nostre Costituzioni? Si meditino gli Articoli 444-446:
Art. 444: Pro singulis domibus, nominetur insuper a Moderatore generali, de consensu Consilii sui, oeconomus localis, qui curam gerere debet de bonis temporalibus domus, sub ductu et dependentia tamen Superioris localis. Munus vero oeconomi localis quamvis melius a Superioris munere distinguantur, componi tamen cum eo potest, si iudicio Moderatoris generalis eiusque Consilii necessitas id exigat.
445. Pro expensis faciendis attendantur praescripta a Capitulo generali forte statuta ad normam art. 321.
446. Ad oeconomum pertinet, dependenter a Superiore locali, necessitatibus temporalibus sodalium providere ea simplicitate et sobrietate quae religiosae paupertati Societatis respondeat. Quovis mense rationem administrationis suae reddat Superiori locali et Consilio eius, exhibitis quoque libris a se descriptis recognoscendis et probandis ad normam art. 380; quovis autem sexto mense, rationem quoque reddat oeconomo provinciae.
I Superiori poi tengano conto ed osservino sempre meglio quanto prescrivono le Costituzioni, specialmente negli articoli 437 e 441.
Art. 437: Saepe convocet sodales tum Clericos tum Discipulos, pro sua prudentia etiam separati, ut possit ex singulorum experientia et consilio deducere quae sive in domo sive in operibus ordinanda sint perfectius atque ut indicet defectus exteriores qui in communitate forte occurrunt et proponat media ad eosdem emendandos.
441: Superior localis Consilium suum coadunare debet semel saltem in mense, ut cum eis de re oeconomica et de gravioribus rebus deliberet, et prout necessarium fuerit, eorum assensum requirat; quidquid alicuius momenti in hoc Consilio actum fuerit, vel decisum, Superior localis tenetur fideliter referre ad Superiorem suum maiorem, secundum formam praestitutam, et ab eo necessarias licentias vel facultates expetere.
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TRATTAMENTO ALLE PIE DISCEPOLE
1) Religiosi e Religiose in ogni Casa si considerano come uniti in preghiera e attività per preparare Religiosi e Sacerdoti per l'Apostolato.
2) Vi sia d'altra parte la separazione necessaria per ragione d'ordine, di virtù, di libertà religiosa.
In nessuna casa le Suore facciano l'ordinaria pulizia o i letti ai Sacerdoti e discepoli; ai giovanetti potranno farla qualche volta in accordo con i maestri.
3) È necessaria una mutua comprensione: si trattino sempre con rispetto, brevità e convenienza.
4) Le singole Suore ricevono gli ordini dalla loro Superiora; così i singoli Religiosi ed i giovani dipendono dai loro Superiori.
5) Ogni Casa dà alle singole Suore L. 2500 mensili e provvede gli abiti del lavoro, alloggio, vitto, letto con la rispettiva biancheria, il necessario mobilio.
Esse invece pensano ai loro viaggi, medicinali e medico per le cure ordinarie.
Alle cure straordinarie si provvederà di comune accordo, caso per caso.
6) Per la beneficenza trovata dalle Pie Discepole: a) se si tratta di iscrizioni ai Cooperatori (con le SS. Messe) mezzo l'introito è per loro, e mezzo va alla Casa Generalizia della P.S.S.P.; b) la beneficenza ricevuta per le Suore è riservata alle Suore (es. una vestizione di un'aspirante); quella per la P.S.S.P. è riservata a questa (es. una vestizione di un chierico).
Le Pie Discepole possono ovunque cercare moderatamente beneficienza.
I Sacerdoti e Discepoli per le cure ordinarie sono serviti da Fratelli; per casi più gravi si usi la massima prudenza da entrambe le parti: o essere in due, o la più anziana o la Superiora.
INTENZIONI DI PREGHIERE
1. Santuario Regina Apostolorum.
2. Le nostre edizioni in Francia.
3. Gli studi ginnasiali.
ANNIVERSARI DEI FRATELLI DEFUNTI
3.2.1933: Ch. Zappalorto Giuseppe Agostino.
10.2.1941: Sac. Manera Alfredo Filippo.
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COSE NOSTRE
ROMA. Celebrazione di ringraziamento per l'approvazione definitiva delle Costituzioni. - Come certo si sarà fatto pure nelle altre nostre Case si è solennizzato il 25 gennaio, dandogli quest'anno il tono di festoso ringraziamento. Messa solenne, Vespri solenni, solenne Te Deum, una riuscita Accademia a cui presero parte tutti i gruppi della Casa: dai Sacerdoti ai piccolini ultimi arrivati. E dai primi anni del Primo Maestro sino all'ultima vetta raggiunta con l'approvazione definitiva delle Costituzioni, tutti i passi della nostra Congregazione sono stati toccati. Le relazioni erano impostate sullo spirito e sugli avvenimenti soprannaturali che hanno accompagnato il sorgere e il progredire della Congregazione.
Il Primo Maestro, a Vespro rispose a tutti. Ecco alcune cose dette da lui:
Nell'accademia avete detto ed operato bene nel ricordare le grazie ricevute dal 1914 sino alla approvazione definitiva. Giornata della riconoscenza, questa. E sia anche principio di un nuovo fervore di santificazione e di apostolato.
S. Paolo scriveva: «Sempre io mi protendo in avanti, verso quello che mi rimane da fare».
1. Quando si parla dei fatti che hanno dato occasione ed accompagnato il nascere degli Istituti religiosi, quasi sempre si raccontano prodigi, visioni, fatti di ordine soprannaturale. Poche, però, sono le Congregazioni in cui il Signore abbia mostrato il suo intervento in modo così chiaro e per cui siasi manifestata la volontà di Dio in modo così diretto, con inviti inequivocabili, con grazie straordinarie e ripetute.
Gli anni 1909, 1914, 1917, 1926, 1936, 1949, oltre le date di approvazione diocesana prima, pontificia poi, ci ricordano speciali doveri di riconoscenza a Dio e ci assicurano di corrispondere ai disegni di Dio sopra di noi. Non abbiamo prevenuto la mano di Dio, ma siamo stati spinti ed obbligati dall'obbedienza a prendere la via su cui ci troviamo. Dolorosamente siamo stati mancanti nel corrispondere. Si conoscerà al giudizio di Dio.
Ringraziamo con i sentimenti di Maria nel suo Magnificat. Questo tanto più perché verso la Madonna dei Fiori di Bra e la Madonna della Moretta di Alba abbiamo speciali doveri di riconoscenza. Ringraziare Dio per Maria.
Ringrazio tutti gli operai della prima ora che hanno portato pondus diei et aestus: Sacerdoti e Discepoli, vicini e lontani; specialmente quelli che hanno iniziate le Case, in modo particolare all'estero: Merces vestra magna est in coelo.
2. Dietro a S. Paolo. L'Apostolo scriveva volentieri che egli non amava soffermarsi a considerare il bene compiuto, ma piuttosto era sempre proteso verso altro bene per l'avvenire.
Egli è Vaso di elezione. Vaso pieno di sapienza, di carità, di zelo. Ogni giorno, in una silenziosità operosa e amorosa, attendiamo alla preghiera, allo studio, alla santificazione religiosa. Il principio informativo: la Congregazione si può paragonare ad un carro che cammina sopra quattro ruote: pietà, studio, apostolato, povertà.
Egli è Dottore delle Genti. Nazioni passate e odierne. Da Casa Madre, in Alba, avevamo di mira specialmente l'Italia. La ragione per cui ci siamo trasferiti a Roma è questa: stare vicini alla Cattedra di Pietro, nel centro della Cristianità, guardando alle altre nazioni.
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Docete omnes gentes con i mezzi moderni: non lo sviluppo di una industria o di un commercio, ma l'apostolato, seguendo e dando Gesù Cristo Via, Verità, Vita.
L'Istituto, secondo lo spirito dichiarato meglio nelle definitive Costituzioni, segue i tempi, si ispira ad una sana modernità, nello spirito di Gesù Maestro: in Christo et in Ecclesia: cerca le anime.
Prima della guerra ci siamo impegnati così: Se tutte le persone saranno salve, costruiremo un tempio alla Regina degli Apostoli. Il voto c'impegnava tutti. Abbiamo ottenuta la grazia, ora dobbiamo tutti cooperare. La promessa dura ancora, come perdura tuttora la protezione sui nostri in pericolo (quelli che si trovano in Polonia e in Cina).
Si deve soprattutto pregare. Ogni giorno, prima della Benedizione, canteremo il Magnificat con l'antifona «Domus mea»; Le chiese non si fanno tanto di mattoni quanto con dei rosari.
E il nuovo tempio sarà centro d'irradiazione di grazie innumerevoli.
Romana Editrice Film. - Sono stati acquistati nuovi: films per la riduzione in passo ridotto. Essi sono :
Cuore - Signorinette - Abuna Messias - Vent'anni dopo - Ultima Cena - Gente così - Capitan Demonio - Lourdes - Ultime avventure di Tarzan.
È pure stata acquistata una moviola 16 mm. per il montaggio dei films. Intanto si tentano i primi passi per la ripresa.
CINA. Nanking. - Le ultime notizie sono abbastanza rassicuranti. Raccomandiamo tanto i cari Fratelli alla Madre e Regina nostra. Tra l'altro scrivono: «I nostri due bravi Chierici Gregorio e Giuseppe trascorrono il loro tempo di apostolato ogni giorno preparando nuove traduzioni dall'inglese e dall'italiano in cinese; poi la stampiamo mano mano che è possibile. Così stanno uscendo molti libri importanti».
PER LE AMMISSIONI
È assolutamente necessario che sia fatta pervenire al Primo Maestro una dettagliata relazione sui candidati, almeno due mesi prima. Essa deve contenere il giudizio riassuntivo che su ciascuno ha dato il Consiglio della Casa cui essi appartengono.
Tale giudizio deve riguardare: spirito religioso; studio; apostolato; amore alla Congregazione; stato di salute; carattere morale; applicazione ai propri doveri; difficoltà o meno da parte dei genitori o tutori. - Il tutto sia poi alla fine riassunto da uno di questi giudizi: Insufficente - Sufficiente - Buono - Ottimo.
D'ora in avanti, se tale relazione non arriverà in tempo, il Consiglio Generalizio non si assumerà la responsabilità dell'ammissione dei candidati, finché non sia giunta la relazione di cui sopra.
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Anno XXV
SAN PAOLO
MARZO 1950
ROMA - Casa Generalizia
AL VENERATO NOSTRO PRIMO MAESTRO
nel giorno suo onomastico i più sinceri e filiali
auguri di celesti elette benedizioni
Signore, vivificalo e allietalo; conservalo in mezzo a noi,
perché ci diriga, ci illumini, ci santifichi.
Pensiamo agli intellettuali
Mi sono determinato a scrivere la presente, considerando in Giappone il programma della nostra radio in via di costruzione; e la scelta delle edizioni e l'indole della rivista dirette dai nostri cari D. Paolo e D. Paganini. Nel loro lavoro hanno evidentemente un filo e uno spirito che li guida, squisitamente paolini: - «Avvicinare la mentalità dei Giapponesi (scintoista, buddista, atea) alla mentalità cristiana».
Sotto questo aspetto là ho visto, ben vivo, lo spirito del nostro Istituto. Ebbi notevoli consolazioni; pur nelle difficoltà e manchevolezze d'inizio e di forze.
Poi, in questi giorni si stanno scegliendo e curando per l'Italia, specie ad opera di Casa Madre, libri dei più rappresentativi in varie materie, per una collana diretta alle classi colte. Così come si è ultimamente avviato «Orizzonti», mirando a prendere un degno posto in riviste similari: le quali essa supera per gli inestimabili pregi della verità e della bontà, oltre che per cultura. Già varie pubblicazioni sono state fatte in questo senso sul tipo di: Il domma cristiano e la sua genesi storica, Il corpo mistico di Gesù Cristo, Sulla via di Roma, Ritorno al Vangelo, e della collana «Catholica»: Solidarietà cattolica, La vita di Gesù Cristo nella sua Chiesa, Trattato del carattere, Il matrimonio cristiano; collana «Patristica»: La città di Dio, Confessioni di S. Agostino, La regola pastorale di S. Gregorio M., Direttorio ascetico dello Scaramelli, ecc.
La presentazione richiede che si richiamino alcuni pensieri. Vi sono vari articoli nelle nostre Costituzioni che devono essere richiamati:
Art. 2. «Finis autem specialis Piae Societatis a S. Paulo Apostolo in eo consistit ut sodales, ad gloriam Dei et salutem animarum, pro viribus operam impendant in catholicae doctrinae evulgationem, maxime apostolatu editionis, id est, libraria, cinematographica et radiophonica arte; aliisve uberioribus et celerioribus mediis seu aetatis inventis quae humanus progressus suppeditat, atque temporum necessitates et conditiones requirunt. Curent proinde Superiores, ut quidquid ex Dei munere progrediens aetas in humanas disciplinas et in ipsas technicae industriae artes invexerit, non ad ruinam hominum relinquatur, sed ad gloriam Dei et animarum salutem, ad catholicam scilicet doctrinam propagandam adhibeatur et reapse inserviat».
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Inoltre, l'articolo 251: «Cum ad omnes gentes et ad cuiusque ordinis et conditionis personas apostolatus Societatis extendatur...». È poi sempre da tenersi presente l'art. 257: «Ad finem Societatis plenius assequendum meminerint praepositi, iuxta praeceptum Sancti Pauli patris nostri, verbum Dei non esse alligatum; atque humanum progressum uberiora et efficaciora media semper suppeditare quae non debent inconsiderate respui neque leviter recipi. Ceterum, examen et iudicium de mediorum utilitate et convenientia ad Moderatorem generalem cum Consilio suo pertinent, salvo semper iudicio Apostolicae Sedis».
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Tra i segni dei tempi nuovi ricordo questi due: il bisogno di accostarsi alla Sacra Scrittura: le anime non hanno più fiducia nella parola ingannevole, in troppi casi, dell'uomo; sentono bisogno della parola di Dio. Inoltre: oggi si fa sempre più strada l'idea che la Teologia deve uscire dalle aule scolastiche e dottorali per andare tra i laici, e riprendere quella forza conquistatrice che intimamente possiede.
Per motivi inesplicabili a chi è storico superficiale, dopo tanti secoli di cristianesimo, si constata che la società in gran parte ignora le idee cristiane ed il più dei principi evangelici. Allo storico che invece sa fare un'accurata analisi dei grandi fatti, appare chiaro che le cause stanno nella trascuranza dell'stituzione religiosa da una parte, e dall'altra nella positiva e strapotente diffusione di errori per mezzo della stampa, delle conferenze, della radio, della scuola, ecc.
È necessario destare il desiderio di istruirsi; ed impegnare tutti i mezzi odierni più efficaci e più celeri per illuminare la società, facendole conoscere la dottrina di Gesù Cristo e della Chiesa.
«Cercare la soluzione dei problemi dottrinali e pratici, vecchi e nuovi alla luce del Vangelo, e diffonderne la conoscenza quanto più largamente e profondamente è possibile; contribuire alla formazione della cultura moderna, ridonandole o formandone il carattere cristiano»: questo è compito della Società S. Paolo. Dalla massa dei laureati e persone colte discende nelle masse popolari il complesso di cognizioni e di vita pratica. All'una ed all'altra massa dobbiamo rivolgerci al duplice intento: di colpire l'errore ed il vizio; e portare la verità, la virtù, il culto cristiano nel mondo.
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