Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XI - n. 26
SAN PAOLO
J.M.J.P. - Alba, 10 agosto 1936 XIV

Carissimi fratelli,
1. Il Primo Maestro, come avete rilevato dalle sue lettere, è a Roma da due mesi. La sua presenza a Roma torna di grande vantaggio per tutti i nostri Presepi, sparsi ne1 mondo; e la sua presenza nella. Casa di Roma accresce la vitalità di quella nostra. Casa, e sveltisce il suo passo verso la sua maturazione e il compimento dei doveri e della missione di aiuto morale che dovrà portare a tutta la nostra Pia Società.
Preghiamo il Cuore sacratissimo del Maestro divino, de cuius plenitudine omnes nos accipimus, a volersi manifestare, glorificare, magnificare (Phil. 1,20) in questo suo organo, che è la nostra Famiglia religiosa, affinché essa, per Ecclesiam (Eph. III,10), possa portare alla vita soprannaturale dell'anima, alla dottrina cristiana, alla 1eggc evangelica, alla liturgia romana qual suo contributo pastorale, di cui lo Spirito del Signore l'ha fatta depositaria e mandataria.
Abbiamo una grande fiducia nella vitalità della vocazione ricevuta, e una grande speranza nella divina misericordia: anzi, se 1e circostanze delle singole cose lo esigono, crediamo e speriamo contro ogni umana visione e speranza. Qui c'è merito e fecondità!
Siamo vivi, infatti non di vita nostra, ma della vita della Chiesa, della vita di Gesù: e Gesù vive e cresce in noi.
2. Due Natalizi, la misericordia di Dio ci invita a celebrare in questo mese. Il natalizio di Maria al Cielo; il natalizio della nostra Famiglia nella Chiesa. Uno è natalizio di compimento, il secondo è natalizio di preparazione; quello di Maria premio al dovere compiuto, il nostro ci invita a compiere il dovere per meritare il premio.
L'Assunzione di Maria non è solo frutto dei suoi ricchi privilegi di grazia; ma è premio al compimento dei suoi gravi doveri secondo la divina volontà; ed è ancora pegno e fonte di fedeltà alle sapienti ed infallibili disposizioni della Provvidenza di Dio e di Paradiso.
Perciò, carissimi fratelli, ognuno riceva il suo lavoro, come una manifestazione, una partecipazione, una distribuzione delle divine volontà: perché i nostri doveri valgono non secondo che più appariscano o meno ci costano, o più ci piacciono, ma in quanto portano il timbro e la firma e sono l'espressione del divin beneplacito.
Contendimus placere illi (2Cor. V,9); quanto più. i doveri costano, tanto più meritano; quanto più esigono rinuncia, tanto più guadagnano di gloria; quanto più sono nascosti, tanto più sono fecondi.
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Dio per noi ha disposto il centuplo: di croce e di gaudio; di fatica e di aiuto; di grazia e di felicità.
Qui anzi, carissimi, farò una osservazione, che voi, non a parole, ma con i fatti e l'abbondanza della pietà sottolineate e rimarcate; la nostra famigliola, per le vostre virtù, va acquistando la fecondità di un fiorente casato: i sacerdoti, usciti di adolescenza, non si fermano a godere i frutti dell'educazione e degli anni, o meglio li godono trasfondendoli in nuove generazioni: abbiamo quindi la gioia dei nuovi figli, sicut novellae olivarum (Ps. 127,4), e abbiamo il dolore della maternità anzi un continuo rinnovellarsi di questo gemito (Rom. VIII,22), un continuo diventare piccoli, un continuo cominciare da capo; ciò che però è segno e frutto e sviluppo di una ben rigogliosa vitalità.
Occorre multiplicare gentem et magnificare laetitiam (Is. IX,3): quando però cessassero l'ingemiscit e il parturit, cesserebbe la gioia e ci dovremmo preparare alla morte.
S. Bernardo è auspice di una nuova buona annata di fiori e di frutti, di orazione e di opere, di virtù e di meriti, che il Padre celeste vuole ricavare da noi; annata di consolidamento e di progresso. Consolidamento di tutta la casa, di tutti gli anni, di tutte le attività. spirituali, come ogni cordolo di cemento solidifica tutti i piani e gli elementi della costruzione. Lo facciamo in tutte le Case? E di progresso! e prima di tutto quello intensivo ed interno di ogni casa, di ogni sacerdote, di ogni parte dello spirito secondo le nuove necessità dell'anno e della famiglia.
Perciò preghiamo il santo Dottore, che ci ha come tenuti a battesimo affinché risusciti e faccia crescere quella grazia che fin da quel primo 20 agosto ci ha dato, quasi seminandola e deponendola nel cuore di Pio X. Più volte, a Roma, ho pregato sulla tomba del santo Pontefice, custode della grazia nostra! Perciò carissimi, sulle orme di S. Bernardo, svestiamo lo spirito di ogni mondanità, e Iddio ci darà l'eredita dei figli; dedichiamoci in un sì generoso all'apostolato nostro, che è luce di verità, profumo di esempio, incenso di preghiera e grazia vivificante, l'evangelium generans (1Cor. IV,15) doniamoci ai doveri di redazione e di propaganda e di stampa, secondo che esigono le attuali necessità delle Case e Iddio ci darà l'eredità tra le stelle e i grandi: Qui fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur... (Math.V,19 ); esercitiamo l'umiltà, secondo San Paolo ci insegna nel capo XII I ad Cor.; e Iddio ci darà il centuplo nella sua eredità; e preghiamo perché siamo stati chiamati nel ministero dell'orazione e dell'esaudimento. Elegi vos, et posui vos ut eatis, et fructum afferatis... ut quodqumque petieritis Patrem in nomine meO, det vobis (Jo. XV,l6), e Iddio ci darà l'eredità tra i principi. Dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratione cum sederit Filius hominis in sede majestatis suae, sedebitis et vos super sedes duodecim, judicantes duodecim tribus Israel (Matth. XIX,28).
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Valido sostegno e pegno di buon raccolto sarà: la confessione settimanale, e (specialmente i sacerdoti più giovani) ristudino di conservarne l'abitudine, di vigilare per custodirla, di far propositi per non perderla: usiamo carissimi, la santa carità ai Superiori, di assicurare loro che adempiamo questo dovere e presso chi riceviamo ordinariamente questo Sacramento di riconciliazione e di restaurazione;
la meditazione in comune, la quale è l'unica pratica, ma la pratica d'obbligo, che la nostra famiglia fa assieme, e dalla quale esce il tono quotidiano continuo della casa;
l'esame di coscienza, come l'abbiamo imparato, cioè per iscritto, che viene ed è stato praticato e trovato efficacissimo dai Santi;
lo studio quotidiano dei trattati da terminare, o da ripetere onde farci la bella sintesi del sapere ecclesiastico, la quale ci stabilisce come nei centri diffusori della verità ci salva dall'errore, e determina il progresso spirituale. Siamo tanto obbligati verso gli alunni!
la mortificazione della povertà: voglio dire quel non richiedere quello che la casa non può ancora dare; quel non richiedere quello che non potrà e non dovrà mai dare; quel non richiedere quello che crea abitudini e bisogni pesanti o importuni; quel non richiedere quello che è vana manifestazione o pretesa di grandigia; quel cercare l'umile, direi quasi, inopia, o manchevolezza delle cose quae opus sunt: ut illius inopia vos divites essetis (2Cor. VIII,9).
3. Mgr. Vescovo, ha conferiti gli ordini minori ai chierici teologi del terzo corso: ha detto loro; siate puri, perché il demonio non vanti diritti su voi; siate studiosi, per essere la luce del mondo; siate pii, per irrorare il vostro lavoro!
Il giorno di Maria SS. Assunta consacrerà sacerdoti: D. Bortolamasi Giovanni, che andrà con D. Tito nella Casa di Florida; D. Roberto Della Valle, destinato a Parigi con D. Paolino. D. Ferrero, che si porterà ad aiutare la casa di Don Trosso a S. Paulo, D. Isidoro Selvo che è aspettato da Don Bernardo nelle Filippine; D. Giuseppe Viano che è mandato a New York, con D. Borrano; D. Vico che si prepara ad arrivare con D. Domenico a Delhi.
Carissimi negli ultimi mesi del nuovo anno, dopo cioè il marzo 1937 il Primo Maestro avrebbe desiderato di radunare attorno a sé, per gli esercizi ed un primo, diremmo, capitolo, i sacerdoti che da dieci anni hanno fatto la professione perpetua, e un articolo delle costituzioni lo permetterebbe: ma altri articoli non possono ancora essere adempiti; sopratutto lo stato delle case più nuove, quasi appena nate, soffrirebbero molto o per la partenza del loro padre e primo superiore, che verrebbero lasciate cose stabilite ed avviate e promettenti di frutti. Per questi motivi e per altri ancora, alcuni hanno pregato e la S. Congregazione ha suggerito a non prendere ancora tale deliberazione. Noi però preghiamo con un sol cuore e ci aiutiamo come un solo uomo e, se si dovrà aspettare come pare probabile, una riunione dei fratelli maggiori, l'unione dello spirito non cesserà di crescere.
Carissimi, gradite l'affetto e benedite ognuno il povero ed inutile vostro affezionatissimo fratello

Timoteo M. GIACGARDO S.P.

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Anno XI - n. 27
SAN PAOLO
J.M.J.P. - Alba, 15 settembre 1936

Carissimi fratelli
1) I Sacri Canoni della Chiesa sono regole e fonte di santità; direttivi e generativi di perfezione religiosa: e sembra molto importante e molto buono che, nel compirsi della nostra adolescenza ed entrando nella giovinezza, nel periodo del consolidamento del carattere, noi ci prendiamo grandemente a cuore, meditiamo ed ascoltiamo con affettuosa diligenza alcuni canoni della vita comune.
Nel Canone 593 si legge: Omnes et singuli religiosi... debent... secundum regulas et constitutiones propriae Religionis vitam componere atque ita ad perfectionem sui status contendere:
Segue il canone 594 il quale ordina: In quavis Religione vita communis accurate ab omnibus servetur etiam in iis quae ad victum, ad vestitum et ad supellectilem pertinent, Questo santissimo precetto è integrato e quasi spiegato da altri due numeri: Quidquid a religiosis… acquiritur… bonis domus... admisceatur, et pecunia quaelibet… in capsa communi deponatur.
Religiosorum supellex paupertati conveniat, quam professi sunt.
Nelle nostre Case dobbiamo, per la vita comune tenere presenti anche il canone 587-2, e sopratutto il can. 554-3. Quest'ultimo è di tanta gravità e vitalità, che si può dire ne dipenda il crescere e il rifiorire delle singole case.
Noi conosciamo, carissimi, come la nostra vita comune sia l'organismo delle quattro parti, che formano come il carro, e costituiscono lo spirito della Casa: abbiamo anche presente alla coscienza come il Maestro debba specialmente essere presente la, dove una parte può essere più deficiente.
Qui vorrei rilevare che la vita comune ci fa vivere in Gesù Cristo e di Gesù Cristo, come pietre vive superedificate sulla pietra angolare (I Petr. II,5; Eph. II,20): Come tralci inseriti sulla vite piena di vita (Jo. XV); come membra sane sui Corpo mistico di Gesù, secondo la similitudine tanto cara e tante volte portata dal nostro padre S. Paolo (Rom. XII,5; 1Cor.VI,15; X,17; ecc.); affinché riceviamo l'abundantius (Jo. X,10) della,vita spirituale e soprannaturale portata da Gesù.
Che è perciò la deficienza di vita comune, se non la separazione da Gesù, il divorzio da Gesù sposo della nostra anima? (Rom, VIII,9).
Ora alla pratica della vita comune, mi pare concorrano, nelle nostre circostanze, questi tre punti:
SINCERITÀ: la vita comune la esige, come il suo stato di salute, ed e impossibile che le membra vivano la vita del corpo, se un membro defrauda il corpo nel suo ufficio. Sinceri e quindi unum, sicut Pater et Christus eius (Jo.XVII, 20-22).
I Maestri abbiano fiducia nei Sacerdoti della Casa: i quali spiritu Dei aguntur, ed hanno tante sante benedizioni, e applicano la loro attività al bene che il Signore ci volle assegnato: anzi molta stima e fiducia!
E i Sacerdoti siano docili ai Maestri: aperti e docili; retti e docili; confidenti e docili: il sindacare, il mormorare, il ritirarsi dispiace al Signore e rende affannoso il peso della giornata... Il governo di una Casa e complesso nelle sue responsabilità e nelle sue destinazioni, e spesso l'aspettare in pazienza e più zelo che il muovere; (Luc. VIII,13; 2Cor. VI,6; Heb. X,36); e i passi corti nell'umiltà possono correre più dei lunghi nel rumore; e il coordinare, il vivificare, l'inserire nel silenzio ogni attività sui ceppo vitale (Rom. XI,17sq) può dare frutto maggiore e più stabile che il moltiplicarsi delle opere. Pregare e confortarsi!
Anzi, carissimi, io credo quasi necessario, perché si conservi e fiorisca in ognuno lo spirito sampaolino, che, almeno nei Ritiri, i Sacerdoti singoli, prima dopo la confessione, si presentino al Maestro per manifestarsi e regolarsi con lui nelle cose della loro coscienza e del loro ufficio. I sacri Canoni lo raccomandano a il Can. 530,2 ci da questa regola prudentissima: Subditi libere et ultro aperire animum suum Superioribus valeant... imo expedit ut ipsi filiali cum fiducia Superiores adeant… Il santo canone contempla, come nel nostro caso, i Superiori Sacerdoti.
Accenno. solo più agli altri due punti.
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UMILTÀ: cosi come egregiamente la insegna il nostro Padre S. Paolo nella 1Cor. XII.
Leggiamo attentamente questi versicoli. Ciascuno consideri il sue posto come l'ultimo, e io ami come il posto della volontà di Dio, e perciò a Dio di maggior beneplacito.
VISITA AL SS.mo SACRAMENTO; essa e la preghiera pubblica e lufficiatura della nostra Casa, e il complemento della Santa Messa. Siamo fedeli e si vigili (Can, 595) perché tutti vi siano fedeli; è la preghiera sociale, l'ufficiatura della Casa: in essa Gesù ci insegna quello che il Padre vuol dirci (1a parte); ci rende docili a quello che il Padre vuol chiederci (2a parte); ci concede quello che il Padre vuol darci (3a parte).
2. Dal Coopera:tori avete notizia delle nuove pubblicazioni, specie missionarie e della vita delle singole Case; il lavoro di tutti è il merito di ognuno. L'apostolato e la povertà sono le due ruote che portano il peso del carro: esse sono la nostra penitenza e la nostra ricchezza spirituale, in quanto sono l'esercizio della fede, della speranza e della carità; e la nostra penitenza nella Chiesa in quanto illuminate dalla dottrina e nutrite dalla pietà.
È uno degli argomenti più graditi al nostro Padre e Maestro S. Paolo.
L'opera delle Missioni, scrisse il Primo. Maestro, è uno degli argomenti più nobili dell'Apostolato Stampa.
Uno dei più validi mezzi di cooperazione. missionaria è la stampa nelle sue varie forme. La stampa che avviva sostiene e fomenta ogni Apostolato, porta alle missioni un grandissimo aiuto. Quante vocazioni, quanti sussidi finanziari e morali non si ricevono per il tramite degli umili bollettini missionari e delle riviste, che entrano in tutte le famiglie Cristiane!
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Preghiamo però tutti uniti per i carissimi Fratelli della Casa di Bilbao, e per i figliuolini… i nostri… nipotini di quella casa, così duramente provati nel loro affetto e nella loro devozione e costanza. La tribolazione è pazienza, e la pazienza è prova, e la prova è speranza e la speranza non viene confusa! (Rom. V,5). Don Costa sta alla frontiera vigilante e provvidente; D. Brossa e D. Fossato sono provvisoriamente in Italia. E assieme col Papa preghiamo per tutta la Chiesa di Spagna, per i religiosi e per quella nazione così incendiata dalle furie di Satana. Oportet, invece, illum regnare (1Cor. XV,25).
A New York e a Tokio gli Ordinari diocesani hanno affidato ai nostri Sacerdoti una parrocchia. Il ministero parrocchiale o la cappellania non è ordinario per la nostra Pia Società S. Paolo, cui la Santa Chiesa ha invece affidato un ministero specifico per cui aiutare i Parroci, i Missionari e gli Ordinari. Tali offici non sono da ricercarsi ma in qualche caso eccezionale sono mezzo,e una base ferma nell'iniziare le case nelle varie nazioni.
3. Il 5 Ottobre, festa di Gesù Cristo Re, S. E. Mons. Vescovo benedirà solennemente la seconda Chiesa della Pia Società, il tempio al Divin Maestro, dove le Figlie di S. Paolo alimenteranno la loro devozione e daranno la lode perenne a Gesù Maestro degli Apostoli, in riparazione e propiziazione per la Stampa.
Il Primo Maestro richiama un'altra volta l'attenzione dei Maestri e dei Sacerdoti sull'art. 5 delle Costituzioni delle Figlie di S. Paolo. Le quali, mentre accanto alla Pia Società costituiscono un secondo ramo, vivificato e alimentato dalla stessa radice, tra loro, pur essendo divise in due gruppi juxta canones, formano una sola famiglia religiosa: art. 5: Le Figlie di S. Paolo formano una sola famiglia religiosa, tutte professano la medesima vita religiosa e sono soggette alle medesime costituzioni e godono degli stessi privilegi e favori spirituali.
Ecco alcuni libri nuovi:RISTAMPE: Vangelo dei Piccoli; Fior d'Israele; Genoveffa; Rosa di Tannenberg; Fioretti; Il più gran Tesoro; De sacrificio Missae; Dal diavolo a Dio; I grandi Perché; Massime eterne; Massimette.LIBRI NUOVI: Parrocchia e Parrocchiani; S. Caterina da Siena; e un potente libro sul Diavolo di D. Costa. - Alla corte del celeste Impero; Su bambini andiamo a Gesù; La conversione di un Modernista; Le sette parole; Maria, amore dei cristiani; Sant'Agostino; Piccola Anima.
Il Primo Maestro vi benedice tutti e ognuno.
In osculo sancto et in Christo Jesu vi saluto anch'io
Benedite il vostro povero

aff.mo TIMOTEO M. GIACCARDO S.P.

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