Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PARTE QUARTA

IL SOGGETTO
DELL'ESAME PARTICOLARE


Scelta del soggetto

Tutti comprendono facilmente quanto sia importante sceglier bene quel punto speciale su cui vogliono concentrare i loro sforzi per rendersi migliori.
L'esame, infatti, è un'arma capace di menar dei colpi decisivi; bisognerà pur vedere ben chiaro dove s'hanno a dirigere quei colpi! Per avviarsi a questa scelta occorre premettere riflessioni e preghiera. Anche qualche opera buona e qualche mortificazione diretta al
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medesimo fine sarebbero molto a proposito. Il meglio è dedicarvi una parte del ritiro mensile. Fatta poi la scelta è convenientissimo dare ad essa il merito dell'obbedienza sottomettendola al giudizio del proprio confessore.
Quel che non si deve fare sarebbe il lasciare a lui, per pigrizia, l’incombenza di questa scelta, ché tocca a noi il cercare e proporre; a lui, il decidere.

1. - Difetto predominante.


È su di questo che generalmente dev'essere volto l'esame.
Questo difetto viene chiamato il capo degli altri perché comanda ad essi; e anche radice degli altri perché li fa vivere; ma si può dire, per darne una idea, che esso è il risultato di tutto ciò che nel nostro carattere eccede da una parte o dall'altra. Col vincerlo si stabilisce in noi la rettitudine e l'armonia.
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Il difficile però sta nel conoscerlo. Tuttavia vi hanno dei mezzi abbastanza sicuri, per esempio:
1. Procurate di ricordarvi quale fosse il difetto per cui foste più sovente rimproverati fin dalla vostra prima infanzia in famiglia, in collegio, nelle vostre relazioni, ecc.
2. Cercate di scoprire in voi stessi quale sia il difetto che vi fa dire: Se io non avessi questo, tutto andrebbe bene. È il difetto predominante, quello che talvolta forse vi ha fatto dire: Che volete? è più forte di me, è il mio naturale. Badate che qui non si parla di colpe, ma di difetti; e ben sovente potrebbe sbagliarsi chi prendesse per difetto predominante ciò che è la causa delle sue maggiori colpe.
3. Infine, siccome ognuno ha quasi sempre i difetti nelle sue qualità caratteristiche, esaminate le qualità che credete possedere e che gli altri vi attribuiscono.
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Così, per fare esempi: una persona sensibile sarà facilmente suscettibile; una persona facilmente impressionabile sarà facilmente portata alla malinconia e allo scoraggiamento; un'altra espansiva sarà molte volte sbadata. Similmente, l'attività degenera in precipitazioni; la gravità in orgoglio, la mitezza in indolenza e in debolezza; la prudenza in quella specie di doppiezza e di diffidenza della quale neanche, le persone pie spesso si fanno alcuno scrupolo.

2. - Difetto scandaloso.

Il difetto predominante è il punto d'attacco decisivo; è contro di esso che generalmente occorre incominciare la lotta. Tuttavia nella condotta esteriore se vi è qualche irregolarità che dia scandalo, come l’abitudine di parlare troppo, di mostrarsi burbero, di stare malcomposto, ecc., si può darle il primo posto.
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E sarà utile fare altrettanto per certe pratiche che sono indispensabili ai principianti per regolare la loro vita e fortificarne la volontà: com'è specialmente la fedeltà alle pratiche di pietà, alla regola, al silenzio.
Del resto, qualunque ne sia il soggetto, l'esame particolare ben fatto irrobustisce; e la vigilanza abituale su di un punto mantiene l'anima attenta su tutta la vita spirituale.

3. - Abitudine buona.

Può essere oggetto d'esame una buona abitudine che si vuol prendere o una virtù che si vuol praticare in modo speciale: vi sono infatti persone che hanno pochi difetti pur non possedendo ancora un alto grado di virtù, né avendo tuttora adottato tutte quelle pratiche di pietà che servono a svilupparlo. Inoltre, scegliendo qui il soggetto d'esame anche le anime già
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avanzate troveranno sempre materia. E in tal caso si segnano o gli atti positivi che si son fatti, oppure quanti mancano a compiere il numero che si era prefisso.

4. - Pratica opposta a un difetto.

Talvolta sarà anche più utile attaccare un difetto proponendo di praticarne la virtù opposta, oppure un'altra che indirettamente porti a vincerlo.
1. — Se, per esempio, io perdo la pace e m'irrito facilmente per un contrattempo, per un'opposizione, ecc., in una parola, per tutto ciò che importa una qualche pena, mi farò un obbligo di ripetere in ogni occasione: «È volontà di Dio: lo voglio anch'io e ne ho piacere».
— Per acquistare la dolcezza e la carità, come pure il rispetto, mi farò un dovere di veder Gesù Cristo in tutte le persone con cui avrò da trattare.
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— Sento forse antipatia per un membro della mia famiglia o del mio istituto? Ebbene, m'imporrò a riguardo di lui, e di lui solo, questa pratica: Ogni qual volta io lo veda, penserò che Gesù l'ama».
— Se invece è l'orgoglio, l'alterigia, o un sentimento di disprezzo, m'abituerò a riguardare ognuno come superiore a me.
— Altre pratiche esterne atte ad influire sulle disposizioni interiori sono: contro l'orgoglio, un atteggiamento sempre rispettoso; contro la malinconia e l'asprezza, un aspetto sempre calmo e gioviale; contro la fretta una costante posatezza. ecc.

2. Ancora una parola sopra i mezzi indiretti. Sono assai numerosi, pel fatto che le virtù hanno tra di loro dei rapporti evidenti e anche comunicazioni invisibili. L'amore di Dio (amore di carità) ha pure questa caratteristica di poter far
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avanzare di pari passo con sé tutte le virtù.
L'esercizio della presenza di Dio ha ugualmente lo stesso potere: infonde coraggio, illumina, eleva santifica. Molte anime vi ricorrono continuamente, e non sarebbe prudente rimproverarglielo per il fatto di aver ancora molti difetti da combattere. Esse li vinceranno forse meglio con questo mezzo, quando lo preferiscano.

5.- Soggetti fondamentali.

È cosa utile ricorrere ogni tanto e per otto o quindici giorni, ad uno dei seguenti soggetti eminentemente pratici e che costituiscono la base della vita perfetta:

1. Fedeltà alle pratiche di pietà (alla Regola e al silenzio, per i religiosi).
2. Purità d'intenzione.
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3. Perfezione nelle cose ordinarie.
4. Fermezza e confidenza.
5. Presenza di Dio (raccoglimento e giaculatorie).

6. - Come disporre il soggetto.

Supponiamo ormai fatta la scelta, e che sia ad esempio: abbassare la superbia, acquistare la carità, o altro. Basterà forse prendere di mira questo difetto o quella virtù, così in complesso? No, certamente. Per il buon successo dell'esame è necessario: 1) Abbracciare poca materia, e perciò il soggetto deve venir diviso; 2)
prenderlo sotto un aspetto che renda facile segnar con cifre il numero delle mancanze. Se l'una o l'altra di queste condizioni manca, l'esame resterà più o meno incerto e superficiale. Gli esempi che seguono mostrano il modo di disporre il proprio soggetto; e anche nelle pagine precedenti il
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lettore ne avrà già trovato più di uno (1).

a) Correggere un difetto.
Se io manco sovente alla carità verso il prossimo, mi imporrò come primo soggetto le due seguenti regole esteriori: mai parlare male del prossimo, neanche per semplice conversazione, e non mai dire ad alcuno una sola parola che possa recargli dispiacere; insomma carità nelle parole.
Una volta riuscito a dominarmi su di tal punto, sceglierò, come secondo soggetto: evitare nelle conversazioni quei difetti così facili, come: contraddire, contendere, mozzare la parola, mostrarsi di cattivo umore, ecc.
Il terzo soggetto potrà essere di
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parlar sempre in bene del prossimo e di lasciar un'impressione gradevole in tutte le persone con cui si ha da trattare, in primo luogo verso quelle della famiglia, con molta affabilità nelle parole e nell'atteggiamento.
Il quarto soggetto sarà di esercitarmi nella carità formale col propormi di riguardare e amare Dio in ogni persona. E
potrà specificarsi così: Ho rimirato e amato Gesù Cristo in tutte le persone estranee, in tutte quelle con le quali ho avuto relazione: forestieri, familiari, in modo speciale se noiosi... vi ho pensato ogni volta?

b) Prendersi un'abitudine buona.

Volendo riuscire a far con perfezione tutte le pratiche di pietà anche minime, quali il Benedicite (la preghiera prima e dopo il pasto) il segno di croce, ecc., sceglierò successivamente questi quattro soggetti.
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1) Compiere tutte queste pratiche con esattezza.
2) compierle con perfezione esterna.
3) Compierle con tutta attenzione.
4) Compierle con un vivo sentimento di amore a Dio.

c) Soggetto che non presenta speciali occasioni.

Se la virtù che uno si propone di acquistare, non presenta di per sé occasioni di praticarla, si farà il proposito di compiere un certo numero di atti della medesima virtù al mattino, e un altro numero alla sera, e si segnerà quanti ne mancassero a compiere il numero stabilito. Questo numero deve accrescersi man mano che va formandosi l'abitudine.
— Sarà utile assegnarsi qualche atto esterno che accompagni questi atti interni affine di renderli
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più sensibili, come sarebbe: inginocchiarsi, guardare il cielo, portare la mano al petto ecc., ecc.
Ecco un esempio: la presenza di Dio.
Primo soggetto. Per ben fondarmi in quest'abitudine m'imporrò di ricordarmi di Dio tante volte al mattino e altrettante alla sera, ed esaminerò se avrò raggiunto il numero.
Secondo soggetto.
Quando sarò arrivato a questo punto, cercherò di perfezionare il ricordo di Dio col renderlo intimo e cordiale, per mezzo di giaculatorie; poiché non basta pensare a Dio: bisogna parlargli.
Terzo soggetto.
Di tanto in tanto mi proverò ad innalzar l'anima a Dio per una maggior durata due o tre volte al mattino e altrettanto la sera, dedicandovi uno o due minuti.
— Si cessa da ogni altra
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occupazione ponendosi in ginocchio, se possibile.
— Non si deve in tal caso segnare se non le mancanze a tale riguardo; oppure per non imporsi fin da principio un limite, si segna il numero positivo di questi piccoli ritiri spirituali compiuti.

Quarto soggetto. Vi
sono anime che possono prefiggersi una presenza di Dio anche più intima.
Ebbene, queste domandino a se stesse: Ho riguardato Dio in tutte le cose?
E anche qui è buona cosa dividere la materia in questo modo:
1) Vedere Dio nelle creature materiali, il
quale mi serve per mezzo di loro.
2) Dio negli avvenimenti. Adorare in ogni evenienza la sua volontà, la sua sapienza, il suo amore sia che questi attributi appaiano evidenti, sia che rimangano occulti.
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3) Dio nelle anime. Il Dio padre, il Dio rivelato, che si manifesta specialmente nei fanciulli, nei poveri, nei sofferenti, nei superiori, nelle persone a Lui consacrate.
Una tal visione giova oltremodo all'esercizio dello zelo.

d) Sviluppare nell'anima uno spirito particolare.

Nei soggetti di questo genere, spesso molto utili e facili, in generale, ciò che presenta un pericolo è l'indeterminazione che porta per conseguenza l'impossibilità di segnare le mancanze. Per ovviare a quest'inconveniente vi è un mezzo sicuro, ma che spesso viene trascurato, cioè quello di compilare un questionario preciso che riguardi ciascun'azione di certa importanza, o ciascuna ora. Poche parole abbreviate, che solo chi le ha scritte capisce, sono sufficienti. Si tengono sotto gli occhi e, scorrendole, si segna. In certe
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giornate di gran lavoro e di preoccupazioni un tale aiuto diventerà indispensabile.

Ecco in qual modo si può fare. Supponiamo che il soggetto scelto sia lo spirito di preghiera; mi preparo il seguente questionario:

1) A1 primo svegliarmi ho tosto innalzato a Dio la mia mente e il mio cuore?
2) Nel vestirmi ho pregato, oppure sono andato dietro a pensieri vaghi e strani?
3) Ho fatto con applicazione l'esame preventivo?
4) Mi son preparato per la Meditazione? Vi ho posto attenzione, volontà?
5) La Messa? la Comunione?
6) Tra quell'occupazione e quell'altra, ho elevato il pensiero a Dio?
7) E da quell'ora a quell'altra?
8) Nelle conversazioni ho
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schivato
i due ostacoli: dissipazione e mancanza di riguardo?
9) Durante il lavoro ho
sollevato spesso il mio pensiero al cielo, oppure mi son lasciato totalmente assorbire?
10) Dopo queste conversazioni o occupazioni, mi son ritrovato vicino a Dio, disposto a pregare?
11) Dopo quella preghiera vocale, ho sentito di aver pregato?
12) Mi son valso, per innalzarmi a Dio, dei momenti liberi, come il passare da un luogo all'altro, ecc.?
Questo metodo si adatta a moltissimi soggetti: spirito di riparazione, di gratitudine, di umiltà, di allegrezza spirituale, ecc.

OSSERVAZIONE. — Un questionario è utile in generale; una volta che sia scritto, è sempre pronto per venirci in aiuto all'occorrenza. L'esperienza anzi sta a provare che
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esso è soventissimo indispensabile.
Senza quest'aiuto, molte anime lasciano l'esame particolare perché troppo difficile e inefficace, e altre lo fanno senza mai concluder niente.
Negli esami di M. Tronson si possono trovare dei questionari altrettanto belli quanto numerosi.
Perché non si potrebbe servirsi di alcuno di essi per qualche tempo?
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(1) Di tali esempi se ne trova in gran numero nel libro: Pratica progressiva della Confessione, pag. 62 e segg. (Volume I).