Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Albano, 20 dicembre 1961 - AUGURI DEL SANTO NATALE
Sono venuto a portarvi gli auguri per il S. Natale e per il 1962, perché sia ricco di grazie.
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Le grazie del S. Bambino saranno abbondanti. Ogni anima ha i suoi desideri, i suoi bisogni perché ogni persona si trova in circostanze generali e particolari assai diverse. Ed allora per tutte domandiamo, per tutte preghiamo affinché i frutti del Natale siano molti, siano santi. Le grazie però saranno date in proporzione della preparazione che noi facciamo per riceverle. L'Avvento è tutta una preparazione che noi facciamo ad accoglierle. L'Avvento è tutta una preparazione di circa un mese, poi vi è la preparazione della Novena di circa nove giorni, vi è poi la preparazione più immediata della Confessione con tutte le preghiere e i buoni desideri che ogni anima presenta al Signore.
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L'abbondanza della grazia dipende quindi dalla nostra preparazione. Se vogliamo che il Signore ci porti un aumento di fede, di speranza e di carità, bisogna che trovi il nostro cuore vuoto delle cose presenti, delle cose della terra le quali ci sono date tutte per arricchirci l'anima e per servire meglio il Signore. Tutto è a nostra disposizione per servircene per la nostra santificazione. Tutto: le Costituzioni, le relazioni con le persone, gli orari che son disposti, lo stato di salute più o meno buono, le preoccupazioni spirituali che ogni anima ha, le tentazioni, gli scoraggiamenti, le delusioni, le incomprensioni, e anche gli stessi peccati passati. Tutto può servire alla santificazione; anche se il Signore ci ha lasciato cadere in peccati: questi devono servire a nostra confusione ed umiliazione, devono essere occasione di accrescimento di amore verso Gesù che tanto ci ha amato e ci ha perdonati e in riconoscenza a Gesù Bambino, che ha pagato per i nostri debiti lì sulla paglia, nella greppia. E' di lì che incomincia la Redenzione, anche se è incominciata con l'Incarnazione. Gesù nasce e mentre l'Amore viene ad abitare in mezzo agli uomini, Erode cerca di farlo morire e più tardi si giunge alla conclusione: crocifiggerlo.
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In questo senso tutto deve essere offerto al Signore. Tutto quello che abbiamo, tutto quello che ci è stato dato può essere utilizzato per la nostra santificazione.
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Vi è nella vita religiosa un doppio ordine di cose. Il primo viene dall'esterno: c'è stata la vocazione, c'è stata la preparazione alla professione e tutto un complesso di istruzioni, di aiuti, per mezzo delle predicazioni, dei Sacramenti e specialmente della Comunione; inoltre ci sono tutte le cose disposte nell'organizzazione dell'Istituto specialmente quelle che prescrivono le Costituzioni. Vi è poi l'ordine interno. Tutto quello che c'è nell'esterno dipende anche dall'interno. E l'interno dipende più da noi, perché dipende da noi l'avere o no buona volontà: una volontà veramente buona oppure una volontà tiepida, una volontà incostante o addirittura indifferente.
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Il gran dono che dobbiamo chiedere nel Natale è questo: la buona volontà, principalmente.
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Il Figlio di Dio si è incarnato per la gloria del Padre celeste e per portare agli uomini la pace. Ma la grazia esige che ci sia la buona volontà, che ci sia fede. Se vogliamo amare davvero il Signore, se vogliamo farci santi, è necessario che ci formiamo un bell'ideale di santità, un bell'ideale di imitazione di Gesù Cristo, di una vera vita "stabilita in Cristo". E quando c'è quest'ideale sentito, servirà ad eccitare in noi la buona volontà. Difatti la Chiesa ci ha fatto ripetere per una settimana: Signore risveglia in noi la volontà... Voi avete pregato in questo tempo per il Congresso dei Religiosi: il punto principale era la scelta delle vocazioni e la loro formazione. Sulla formazione la predica principale, centrale, è stata questa: vedere se c'è la buona volontà da parte della persona o aspirante, o Novizia o Religiosa, perché tutto l'esterno deve aiutare l'interno, ma aiutare. Per farsi santi, ci vuole il nostro io, la nostra buona volontà. Il gran dono di Gesù: la buona volontà è da domandarsi con insistenza. Quando c'è la buona volontà, una dice: mi servo di questo programma, di questa preghiera, di quei propositi, di certe mortificazioni e dolori che accompagnano la mia giornata. Domando consigli, ascolto la parola di Dio, leggo quel dato libro spirituale e poi adopero tutti i mezzi che ho a disposizione!
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E c'è l'orario! E quanto serve a farci santi!... E ci sono le tentazioni per aumentare i meriti; ci sono poi le Costituzioni e lo spirito del proprio Istituto e ci sono le Messe; ci sono le funzioni solenni, la Messa cantata, c'è la parola di Dio, i Vespri. Tutto questo è mezzo. Gesù ci ha chiamato alla santità, ci ha dato tutto ciò che ci vuole. Ma se mancasse la volontà, tutto resta perduto. E quante occasioni e quanti meriti perduti, allora la vita non sarà piena, ma non andiamo ad ascoltare il diavoletto che cerca di scoraggiare con le idee strane, ma tutto è per Dio: "Omnia vestra sunt!". Tutto quello che ci circonda e tutto quello che abbiamo in noi stessi, di diligenza, di cuore e di volontà, di salute, di vista, di forza, di udito e di lingua! Tutto è in mano vostra e voi siete di Cristo perché consacrati a Lui e per mezzo di Lui andiamo al Padre celeste, eterna nostra gioia, eterno nostro gaudio.
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Che cosa vi appartiene ancora? Certamente nessun granello della corona, nessun filo che si porta indosso e nessuna forza per parlare. Tutto è ordinato, tutto è destinato ad aumentare i meriti. Ci sono persone che perdono tante occasioni e persone che utilizzano tutte le occasioni! Che grazia è la vocazione! Il Signore ci ha preferiti! A che cosa poteva adoperarvi di più il Signore? e cioè glorificarlo tanto, amarlo e amarlo del tutto senza intramezzi di persone o di varie sciocchezze.
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La santità non sta in fantasie, non in una pietà aerea, ma sta in una fede profonda, in una fiducia grande nei meriti di Gesù Cristo, nella Sua misericordia, in un amore intenso, in una generosità continua nell'apostolato affinché oltre che a fare il bene a noi ne espandiamo del bene. Ad esempio questo che in qualche maniera vi consiglio e cioè come ci hanno consigliato: indirizzare tutto alle vostre vocazioni, alle vocazioni di ciascun Istituto qui rappresentato; e non solamente fermarsi lì, ma pregare per tutte le vocazioni in generale e per il Clero diocesano e per il Clero regolare: gli Istituti secolari e gli Istituti di vita comune e con i voti e senza voti. E Gesù riesca con la Sua grazia come una calamita forte ad attirare tante anime a Lui, anime che si vogliono consacrare a Lui senza intermezzi di persone, vogliono servirlo ed amarlo intensamente! Che bella vocazione! E se noi questo dono l'abbiamo ricevuto, chiediamolo anche per gli altri. Se amiamo il prossimo come noi stessi, la stessa grazia che abbiamo avuto noi, la desideriamo agli altri! Oh! non mancano delle vocazioni, la corrispondenza manca! Chiediamo a Gesù che come una calamita fortissima e dolcissima attiri tutte queste anime che son create per Lui, ad amarlo sempre di più, ad amare solo Lui! Che bella vocazione! Abbiamo da ringraziare il Signore e non ci basteranno certamente le parole e i sentimenti che possiamo esternare su questa terra; Lo ringrazieremo poi meglio in Paradiso.
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Ma l'idea centrale sulla quale volevo insistere è questa: ci sono persone che han volontà e persone che non hanno volontà. Allora al Bambino chiediamo tutti: buona volontà, perché possiamo essere tutti di quella categoria, di gente che ha tanta buona volontà. Il resto viene da sé, non c'è resistenza alla Volontà di Dio, non c'è resistenza a quello che viene disposto, non c'è resistenza ad accettare certe pene che vengono o dal di fuori o dal di dentro. La preoccupazione della santità è di tutto utilizzare per la santità.
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La grazia quindi da chiedersi al Bambino è la buona volontà!
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Qualcuna potrebbe dire: la voglio ottima - basta che sia buona! Basta che sia buona e cioè che ci sia l'amor di Dio, amore paziente. Essere pazienti, benigni, che interpretano tutto in bene, che dicono bene di tutti, che tutto indirizzino al Signore e corrispondono davvero a quello che hanno professato. Ci sono delle persone, che a volte non capiscono che cosa voglia dire: "Tutta mi dono, offro e consacro". Poi quando viene la prima difficoltà, retrocedono. Capire bene cosa voglia dire: consacrarsi e voler vivere la consacrazione, questo è buona volontà. E allora gli auguri son questi: tanta grazia ciascuna la riceverà a secondo della buona volontà che ha. Diciamo a Gesù che non solamente ci porti la grazia, ma prepari i cuori a riceverla! Sì, e questa è la parte nostra e quella la condizione per la santificazione: la buona volontà. Preparatevi in grande letizia e in grande fiducia nel Bambino, che comparirà in mezzo a noi, il Quale ci ha amati: "propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis". Cantatelo poi bene questo tratto del Credo e recitatelo bene. Il Signore si è fatto povero, si è fatto uomo incarnandosi e, tutto questo per amore: propter nos homines!: per la nostra salvezza!
Sia lodato Gesù Cristo.
Tip. Figlie di S. Paolo - Roma - Dicembre 1961
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