LEZIONE I
1. Chi è l'uomo?
L'uomo è un essere ragionevole, creato da Dio, composto di anima spirituale e immortale, e di corpo materiale e organicoa. Egli è dotato d'intelligenza e di volontà liberab.
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2. L'uomo ha solo la dignità naturale?a
L'uomo ha una duplice dignità: naturale e soprannaturale. Per la dignità naturale, egli è al di sopra di tutteb le creature irragionevoli; infatti, conc il lume della ragione può conoscere Dio, la propria origine divina e le più comuni leggi naturali; può conoscere e raggiungere il suo fine naturale. Inoltre ha una dignità soprannaturale: creandolo, Iddio lo elevò a uno stato soprannaturale mediante la grazia, la rivelazione e i precetti positivi; e lo destinò alla visione, al possesso, e al godimento eterno di Dio stesso.
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3. Qual è in breve la storia dell'umanità?
La storia dell'umanità si riassume: 1. nella creazione dell'uomo e infusione della grazia; 2. nella caduta dei progenitori, per cui Adamo ed Èva e la loro discendenza furono privati della grazia e degli altri doni gratuiti di Dio; 3. nella promessa divina della Redenzione, fatta da Dio nel Paradiso terrestrea, ripetuta dai Profeti e attesa per migliaia di anni; 4. nell'Incarnazione del Figliuolo di Dio, che fu per noi Via, Verità e Vita; 5. nell'istituzione, nella vita e nell'attività della Chiesa, per comunicare i frutti della Redenzione a tutti gli uomini sino alla fine dei secoli.
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Pio XI: «L'uomo ha un'anima spirituale e immortale; èa una persona, dal Creatore ammirevolmente fornita di doni di corpo e di spirito» (Divini Redemptoris, 1937b).
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Pio XI: (L'uomo) «è dalla grazia santificante elevato al grado di figlio di Dio e incorporato ala regno di Dio nel mistico Corpo di Cristo» (Divini Redemptoris, 1937b).
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Pio XI: (L'uomo) «ha in questa e nell'altra vita solo Dio per ultimo fine» (Divini Redemptoris, 1937a).
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Pio XI: «L'uomo anche solo per l'eccellenza della natura ragionevole, sovrasta a tutte le altre creature visibili» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XII: «L'errore del razionalismo moderno è consistito appunto nella pretesa di voler costruire il sistema dei diritti umani e la teoria generale del diritto, considerando la natura dell'uomo come un ente per sé stante, al quale manchi qualsiasi necessario riferimento ad un Essere superiore, dalla cui volontà creatrice e ordinatrice dipende nell'essenza e nell'azione» (Discorso ai giuristi cattolici italiani, 6 Nov. 1949).
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GIOVANNI XXIII: «L'uomo non è solo un organismo materiale, ma è anche spirito dotato di pensiero e di libertà. Esige quindi un ordine etico-religioso, il quale incide più di ogni valore materiale sugli indirizzi e le soluzioni da dare ai problemi della vita individuale ed associata nell'interno delle Comunità nazionali e nei rapporti tra esse». «... qualunque sia il progresso tecnico ed economico, nel mondo non vi sarà né giustizia né pace finché gli uomini non ritornino al senso della dignità di creature e di figli di Dio, prima ed ultima ragione d'essere di tutta la realtà da Lui creata» (Mater et Magistra, 1961)a.
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GIOVANNI XXIII: «In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona, cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili».
«Che se poi si considera la dignità della persona umana alla luce della rivelazione divina, allora essa apparirà incomparabilmente più grande, poiché gli uomini sono stati redenti dal Sangue di Gesù Cristo, e con la grazia sono divenuti figli e amici di Dio e costituiti eredi della gloria eterna» (Pacem in terris, 1963)a.
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La parabola dell'uomo riccoa. - «E disse loro una parabola: Ad un uomo ricco aveva fruttato bene la campagna, ed egli andava così ragionando fra sé: Come farò che non ho dove riporre la mia raccolta? E disse: «Farò così, demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e ci metterò tutti i miei prodotti ed i miei beni, e dirò all'anima mia: O anima, tu hai messo da parte i beni per molti anni: riposati, mangia e bevi e godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti si chiederà l'anima tua; e quanto hai preparato, di chi sarà? Così capita a chi tesoreggia per sé e non arricchisce dinanzi a Dio» (Lc. 12, 16-21).
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Mio Signorea, sono interamente opera del Vostro amore onnipotente. Vi adoro, mio Dio, uno nella natura e trino nelle persone. Vi ringrazio perché mi avete fatto per la felicità che è in Voi e per la vostra eterna gloria. Salvatemi con la stessa vostra onnipotenza misericordiosa.
Siate sempre benedetta, o Bontà infinita di Dio! Oltre la vita naturale, avete infusa nell'uomo la vita soprannaturale della grazia. L'avete adottato come figlio, chiamato alla stessa vostra felicità; per mezzo del vostro amore libero e spontaneo. Illuminatemi a conoscere il gran tesoro della vostra grazia.
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LEZIONE II
4. Quali sono i diritti della persona umana?
I diritti della persona umana sono: 1. la vita, il lavoro e i mezzi di sussistenza; 2. la libertà, civile e religiosa; 3. la scelta dello stato matrimoniale, sacerdotale e religioso; 4. la formazione ed educazione della famiglia; 5. il rispetto della integrità fisica, della proprietà privata e della stima; 6. il perfezionamento materiale e spirituale perseguito anche mediante associazioni; 7. l'uso di mezzi per il raggiungimento del fine
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5. Come si offende la dignità della persona umana?
La dignità della persona umana si offende: 1. con l'inganno, l'errore, e lo sfruttamento dei singoli da parte dello Stato o dei privati; 2. con la privazione di sufficiente istruzione e formazione morale e religiosa; 3. con «l'inconsistenza economica, sociale, politica, intellettuale e morale dello Stato»; 4. con «l'eccessivo raggruppamento degli uomini, quasi masse senz'anima»a.
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6. Di dove nascono i diritti della persona umana?
I diritti della persona umana risultano dalla natura dell'uomo e dal doverea che egli ha di tendere al suo ultimo fine.
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Pio XII: «Fondamentali diritti della persona: il diritto a mantenere e sviluppare la vita corporale, intellettuale e morale e particolarmente il diritto ad una formazione ed educazione religiosa; il diritto al culto di Dio privato e pubblico, compresa l'azione caritativa e religiosa; il diritto in massima, al matrimonio e al conseguimento del suo scopo, il diritto alla società coniugale e domestica; il diritto di lavorare come mezzo indispensabile al mantenimento della vita familiare; il diritto alla libera scelta dello stato, quindi anche dello stato sacerdotale e religioso; il diritto ad un uso dei beni materiali cosciente dei suoi doveri e delle limitazioni sociali» (Messaggio natalizio, 1942).
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Pio XII: «È vero che sotto lo sguardo del giurista l'uomo non si presenta sempre negli aspetti più elevati della sua natura razionale, ma spesso offre al suo studio, i lati meno pregevoli, le sue cattive inclinazioni, le sue malvagie perversità, la colpa e il delitto; tuttavia anche sotto l'offuscato splendore della sua razionalità, il vero giurista deve veder sempre quel fondo umano, dal quale la colpa e il delitto non è mai che cancellino il sigillo impressovi dalla mano del Creatore.
Se poi voi guardate il soggetto del diritto con l'occhio della fede cristiana, quale corona di luce scorgerete intorno al suo capo, quella corona di cui l'ha circondato la redenzione di Cristo, il sangue sparso per il suo riscatto, la vita soprannaturale, alla quale l'ha restituito e della quale l'ha fatto partecipe, e il fine ultimo assegnatogli come termine del suo cammino terreno. Nella nuova economia il soggetto del diritto non è l'uomo nella pura natura, ma l'uomo elevato dalla grazia del Salvatore all'ordine soprannaturale, e perciò stesso messo a contatto con la divinità mediante una nuova vita, che è la stessa vita di Dio, sebbene partecipata. La sua dignità cresce dunque di proporzioni infinite» (Disc. ai giuristi catt. italiani, 6 Nov. 1949).
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GIOVANNI XXIII: «Ogni essere umano ha il diritto all'esistenza, all'integrità fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita, specialmente per quanto riguarda l'alimentazione, il vestiario, l'abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari; ed ha quindi il diritto alla sicurezza in caso di malattia, di invalidità, di vedovanza, di vecchiaia, di disoccupazione, e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà».
«Ogni essere umano ha il diritto al rispetto della sua persona, alla buona riputazione, alla libertà nella ricerca del vero, nella manifestazione del pensiero e nella sua diffusione, nel coltivare l'arte, entro i limiti consentiti dall'ordine morale e dal bene comune; e ha il diritto all'obbiettività nell'informazione».
«Scaturisce pure dalla natura umana il diritto di partecipare ai beni della cultura, e quindi il diritto ad un'istruzione di base e ad una formazione tecnico-professionale adeguata al grado di sviluppo della propria Comunità politica».
«Ognuno ha il diritto di onorare Iddio secondo il dettame della retta coscienza; e quindi il diritto al culto di Dio privato e pubblico». «Gli esseri umani hanno il diritto alla libertà nella scelta del proprio stato; e quindi il diritto di creare una famiglia, in parità di diritti e di doveri fra uomo e donna; come pure il diritto di seguire la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa».
«I genitori posseggono un diritto di priorità nel mantenimento dei figli e nella loro educazione».
«Agli esseri umani è inerente il diritto di libera iniziativa in campo economico e il diritto al lavoro».
«A siffatti diritti è indissolubilmente congiunto il diritto a condizioni di lavoro non lesive della sanità fisica e del buon costume, e non intralcianti lo sviluppo integrale degli esseri umani in formazione; e, per quanto concerne le donne, il diritto a condizioni di lavoro conciliabili con le loro esigenze e con i loro doveri di spose e di madri». «Dall'intrinseca socialità degli esseri umani fluisce il diritto di riunione e di associazione; come pure il diritto di conferire alle associazioni la struttura che si ritiene idonea a perseguire gli obiettivi delle medesime; e il diritto di muoversi nell'interno di esse di propria iniziativa e sulla propria responsabilità per il concreto perseguimento di detti obiettivi».
«Ogni essere umano ha diritto alla libertà di movimento e di dimora nell'interno della Comunità politica di cui è cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consigliano, di immigrare in altre Comunità politiche e stabilirsi in esse. Per il fatto che si è cittadini di una determinata Comunità politica, nulla perde di contenuto la propria appartenenza, in qualità di membri, alla stessa famiglia umana; e quindi l'appartenenza, in qualità di cittadini, alla Comunità mondiale».
«Dalla dignità della persona scaturisce il diritto di prender parte attiva alla vita pubblica e addurre un apporto personale all'attuazione del bene comune».
«Fondamentale diritto della persona è pure la tutela giuridica dei propri diritti: tutela efficace, imparziale, informata a criteri obbiettivi di giustizia» (Pacem in terris, 1963)a.
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Benefattore dell'India. - II 31 gennaioa 1948 tre colpi di pistola spegnevano per sempre uno dei maggiori uomini del mondo: Gandhi. Era chiamato il «mahatma» cioè «la grande anima»; e veramente egli lo era - se anche talvolta utopista - come politico, come organizzatore, come condottiero, come riformatore, ma ancor di più come uomo. Aveva dedicato tutta la sua esistenza alla realizzazione del sogno più luminoso della sua giovinezza: la libertà, l'indipendenza dell'India e la pacificazione del suo popolo, con una comprensione dei diritti e della dignità umana che fa stupire in un pagano buddista quale egli era.
Diceva ai suoi: «Sì, dobbiamo combattere per le nostre aspirazioni, dobbiamo far valere i nostri diritti, sia individuali sia collettivi, però non dobbiamo venir mai meno al più fondamentale dei doveri verso l'umanità, che è quello del rispetto della vita dei nostri simili».
Questo era il suo «credo». E, per tutta la sua lunga giornata terrena (visse 80 anni) fu l'apostolo della «non violenza», esempio luminoso di rispetto alle leggi fondamentali poste da Dio nella natura umana.
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LEZIONE III
7. Perché l'uomo ha diritto alla vita?
L'uomo ha diritto alla vita perché essa gli fu dataa da Dio. Per vita s'intende lo sviluppo fisico, morale e intellettuale con i mezzi necessari per attuarlo.
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8. Perché l'uomo ha diritto a propagarsi?
L'uomo ha diritto a propagarsi perché questo diritto gli fu conferito da Dio che gliene diede il compito e la possibilitàa. Comprende quindi il matrimonio e l'uso di esso.
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9. Perché l'uomo ha diritto a possedere?
L'uomo ha diritto a possedere, perché i beni materiali sono necessari al mantenimento della vita umana. «I bisogni dell'uomo hanno una vicenda di perpetui ritorni, sicché, soddisfatti oggi, rinascono domani» (Leone XIII). Chi non ha beni propri, vi supplisce col lavoro. La proprietà privata è per l'uomo un diritto naturale. Questo diritto comprende anche il libero e ragionevole uso dei beni.a
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10. Perché l'uomo ha diritto a entrare in società?
L'uomo ha diritto a entrare in società perché Dio ha creato l'uomo socievole, bisognoso dell'aiuto altrui e gli ha dato l'inclinazione a integrare, nella società, la sua insufficienza a raggiungerea la propria perfezione.
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Pio XII: «L'uomo ha il diritto a mantenere e sviluppare la vita corporale, intellettuale e morale e particolarmente il diritto ad una formazione ed educazione religiosa» (Messaggio natalizio 1942a).
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Pio XI: «Dio ha dotato l'uomo di molteplici e svariate prerogative: diritto alla vita, all'integrità del corpo, ai mezzi necessari all'esistenza, diritto di tendere al suo ultimo fine nella via tracciata da Dio; diritto all'associazione, alla proprietà, e all'uso della proprietà... Il matrimonio e il diritto all'uso materiale di esso sono di origine divina» (Divini Redemptoris, 1937a).
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LEONE XIII: «L'uomo è naturalmente ordinato alla società civile, poiché non potendo nell'isolamento procacciarsi da sé il necessario alla vita e al perfezionamento intellettuale e morale, la Provvidenza dispose che egli uscisse alla luce nato fatto a congiungersi ed unirsi ad altri, sia nella società domestica, sia nella società civile, la quale solamente gli può fornire tutto quello che basta perfettamente alla vita» (Immortale Dei, 1885a).
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GIOVANNI XXIII: «II diritto di proprietà privata sui beni anche produttivi ha valore permanente, appunto perché è diritto naturale fondato sulla priorità ontologica e finalistica dei singoli esseri nei confronti della società. Del resto, vano sarebbe ribadire la libera iniziativa personale in campo economico, se a siffatta iniziativa non fosse acconsentito di disporre liberamente dei mezzi indispensabili alla sua affermazione. Inoltre, storia ed esperienza attestano che nei regimi politici, che non riconoscono il diritto di proprietà privata sui beni anche produttivi, sono compresse o soffocate le fondamentali espressioni della libertà; perciò è legittimo dedurre che esse trovino in quel diritto garanzia e incentivo».
«... crescendo il reddito, giustizia ed equità esigono, come si è già visto, che venga pure elevata, nei limiti acconsentiti dal bene comune, la rimunerazione del lavoro. Ciò permette più facilmente ai lavoratori di risparmiare e perciò di costituirsi un patrimonio. Non si comprende dunque come possa essere contestato il carattere naturale di un diritto che trova la sua prevalente fonte e il suo perenne alimento nella fecondità del lavoro; che costituisce un mezzo idoneo alla affermazione della persona umana e all'esercizio della responsabilità in tutti i campi; un elemento di consistenza e di serenità per la vita familiare e di pacifico e ordinato sviluppo nella convivenza». «Non basta affermare il carattere naturale del diritto di proprietà privata anche sui beni produttivi; ma ne va pure insistentemente propugnata l'effettiva diffusione fra tutte le classi sociali» (Mater et Magistra, 1961)a.
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Iddio stabilì fin da principio i diritti della persona umana. - Dio
creò l'uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina.
E Dio li benedì e disse loro: «Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra e rendetela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sui volatili del cielo, e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra». E Dio disse: «Ecco, io vi ho dato tutte le erbe che fanno seme sulla terra e tutte le piante che hanno in se stesse semenza della loro specie, perché servano di cibo a voi e a tutti gli animali della terra, e a tutti gli uccelli del cielo, e a quanto si muove sulla terra ed ha in sé anima vivente, affinché abbiano da mangiare». E così fu...
Poi il Signore Iddio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto simile a lui»... Mentre Adamo dormiva, Iddio prese una costola da lui... e formò la donna (Gen. 1,27-30; 2,18 e 21-22)a.
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LEZIONE IV
11. I diritti naturali dell'uomo sono imprescrittibili?
Sì, i diritti naturali dell'uomo sono imprescrittibili ossia inviolabilia, e nessuno glieli può togliere; né i semplici individui, né gruppi di persone o i partiti, né lo Stato.
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12. L'uomo stesso può rinunciare a questi suoi diritti?
L'uomo non può rinunciare ai suoi diritti. Può rinunciare all'esercizio di qualcuno di essi, ad esempio al matrimonio e alla proprietà, in vista di un bene maggiore; mentre non può rinunciare al diritto di conseguire il suo fine, e di professare e praticare la sua fedea.
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13. Come deve usare deia suoi diritti?
Nell'uso dei suoi diritti, l'uomo deve tendere allo sviluppo della propria personalità; rendere attivi tutti i talenti spirituali e materiali ricevuti, mirando sempre alla gloriab di Dio che è il fine ultimo dell'uomo e di tutta la creazione.
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14. Quali diritti ha l'uomo rispetto allo Stato e alla Chiesa?
L'uomo ha diritto a tutti gli aiuti che può dargli lo Stato, e a tutti i beni che per il suo perfezionamento materiale e spirituale può somministrargli la Chiesa. Lo Stato e la Chiesa sono istituiti a vantaggio dell'uomo.
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LEONE XIII: «I diritti naturali, lo Stato deve tutelarli, non distruggerli» (Rerum novarum, 1891a).
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LEONE XIII: «La libertà dei reggitori non sta nel poter comandare senza ragione e a capriccio... bensì le leggi dettate da loro debbono essere fatte in modo da apparire effettivamente modellate sulla legge eterna» (Libertas, 1888a).
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Pio XI: «La società non può frodare l'uomo dei diritti personali, che gli sono stati concessi dal Creatore... né rendergliene impossibile per principio l'uso» (Divini Redemptoris, 1937a).
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Pio XII: «Di fronte allo Stato ciascuno ha il diritto di vivere onoratamente la propria vita personale, nel posto e nelle condizioni in cui i disegni e le disposizioni della Provvidenza l'hanno collocato» (Messaggio natalizio, 1944a).
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GIOVANNI XXIII: «La Chiesa, inserendosi nella vita dei popoli, non è né si sente mai una istituzione che venga imposta dal di fuori. Ciò è dovuto al fatto che la sua presenza si concretizza con la rinascita o la risurrezione dei singoli esseri umani in Cristo; e chi rinasce o risorge in Cristo non si sente mai coartato dall'esterno; si sente invece liberato nel più profondo di se stesso e cioè aperto verso Dio; e quanto in lui rappresenta un valore, qualunque ne sia la natura, viene riaffermato e nobilitato.
«Risponde invece perfettamente ai piani della Provvidenza che ognuno perfezioni se stesso attraverso il suo lavoro quotidiano, che per la quasi totalità degli essere umani è un lavoro a contenuto e finalità temporali.
«La Chiesa oggi si trova di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna; accento che la stessa civiltà domanda e quasi invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza» (Mater et Magistra, 1961)a.
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Iddio punisce i violatori dei diritti umani. - Nabot Iezraelita aveva una vigna che era in Iezrael accanto al palazzo di Acab, re di Samaria. Acab ne parlò a Nabot e gli disse: «Cedimi la tua vigna, che mi servirebbe come orto da erbaggi, essendo vicinissima alla mia casa, io ti darò in cambio, una vigna migliore, o, se per te lo credessi più utile, del denaro secondo il suo valore».
Nabot gli rispose: «Dio mi guardi dal darti l'eredità dei miei padri...».
Grandemente contristato, il re narrò il fatto alla regina Gezabele e questa fece uccidere Nabot. Quando tutto fu a posto Gezabele disse ad Acab: «Va' a prendere possesso della vigna di Nabot Iezraelita che non volle accontentarti a dartela ricevendo il prezzo, perché Nabot non vive più: egli è morto». Acab, sentito che Nabot era morto, si alzò, e discese nella vigna di Nabot Iezraelita, per prenderne possesso.
Ma la parola del Signore fu indirizzata ad Elia Tesbite, in questi termini: «Levati e va' a trovare Acab re d'Israele in Samaria: ecco egli discende nella vigna di Nabot per prenderne possesso. Tu gli dirai così: Ecco ciò che dice il Signore: Hai ucciso e per di più hai invaso il possesso. Poi aggiungerai: Così dice il Signore: in questo luogo ove i cani hanno leccato il sangue di Nabot, leccheranno anche il tuo sangue». Acab disse ad Elia: «Mi hai trovato tuo nemico?». Elia rispose: «Ti ho trovato, perché ti sei venduto per fare il male nel cospetto del Signore. Ecco io farò piombare sopra di te il male, mieterò la tua prosperità e della casa di Acab ucciderò ogni maschio e chi è rinchiuso e chi è l'ultimo in Israele. Renderò la tua casa come quella di Geroboamo figlio di Nabot, come quella di Baasa figlio di Ahia, perché tu hai fatto in modo da provocarmi a sdegno ed hai fatto peccare Israele».
Il Signore, parlando anche di Gezabele, disse: «I cani mangeranno Gezabele nella campagna di Iezrael. Se Acab morrà nella città, lo mangeranno i cani; se morrà nella campagna, lo divoreranno gli uccelli» (3 Re, 21, 1-24).
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LEZIONE V
15. L'uomo deve anche rispettare se stesso?
L'uomo deve rispettare anche se stesso, cioè la propria vita, la fama, i beni materialia e spirituali; e sottomettere la parte inferiore all'anima, l'anima e il corpo a Dio.
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16. L'uomo ha dei doveri verso Dio?
Sì, l'uomo deve conoscere, amare, servire, dare il debito culto a Dio e tendere a Lui come a ultimoa fine.
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17. Che dire del fine dell'uomo?
È necessario che tutti gli uomini conseguano il proprio fine; poiché da esso dipende la felicità o infelicità eterna di ognuno. Il suo raggiungimento è possibile, perché all'uomo sono offerti tutti i mezzi di natura e di grazia necessaria.
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18. Qual è il massimo principio direttivo della vita?
Il massimo principio direttivo della vita è il seguente: l'uomo, uscito dalle mani di Dio creato, si trova in un periodo di breve prova; ritornerà poi a Dio a rendergli conto della sua vita, dell'uso della libertà, e per ricevere il premio o il castigo meritatoa.
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LEONE XIII: «A niuno è lecito violare impunemente la dignità dell'uomo di cui Dio stesso dispone con grande riverenza, né attraversargli la via a quel perfezionamento che è ordinato all'acquisto della vita eterna. Che anzi, neanche di sua libera elezione, potrebbe l'uomo rinunziare ad essere trattato secondo la sua natura ed accettare la schiavitù dello spirito, perché non si tratta di diritti, dei quali sia libero l'esercizio, bensì di doveri verso Dio assolutamente inviolabili» (Rerum novaruma, 1891b).
50
LEONE XIII: «È empietà, per piacere agli uomini, declinare dall'ossequio dovuto a Dio» (Sapientiae christianae, 1890a).
51
LEONE XIII: «L'aver di mira Iddio e indirizzarsi a Lui è legge suprema della vita dell'uomo» (Sapientiae christianae, 1890a).
52
Pio X: «Qualunque cosa faccia il cristiano anche nell'ordine delle cose terrene, non gli è lecito di trascurare i beni soprannaturali, che anzi deve secondo gli insegnamenti della cristiana sapienza dirigere tutte quante le cose al bene supremo suo come ad ultimo fine» (Singulari quadam, 1912a).
53
Pio XI: «II vero cristiano deve vivere la vita soprannaturale in Cristo... e manifestarla in tutte le sue operazioni» (Divini illius Magistri, 1929a).
54
GIOVANNI XXIII: «La vita umana è sacra: fin dal suo affiorare impegna direttamente l'azione creatrice di Dio. Violando le sue leggi, si offende la sua Divina Maestà, si degrada se stessi e l'umanità e si svigorisce altresì la stessa comunità di cui si è membri». «Nella Genesi si ricorda come Dio abbia rivolto ai primi esseri umani i due comandi: quello di trasmettere la vita: «Crescete e moltiplicatevi» (Gen. 1, 28), e quello di dominare la natura: «Riempite la terra e assoggettatela» (ib.): comandi che si integrano a vicenda. Certo, il comando divino di dominare la natura non è a scopi distruttivi; è invece a servizio della vita» (Mater et Magistra, 1961)a.
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GIOVANNI XXIII: «I diritti naturali testé ricordati sono indissolubilmente congiunti, nella stessa persona che ne è il soggetto, con altrettanti rispettivi doveri; e hanno entrambi nella legge naturale, che li conferisce o che li impone, la loro radice, il loro alimento, la loro forza indistruttibile».
«Il diritto, ad esempio, di ogni essere umano all'esistenza è connesso con il suo dovere di conservarsi in vita; il diritto ad un dignitoso tenore di vita con il dovere di vivere dignitosamente; e il diritto alla libertà nella ricerca del vero, è congiunto con il dovere di cercare la verità, in vista di una conoscenza della medesima sempre più vasta e profonda».
«Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone: il dovere di riconoscere e rispettare quel diritto. Infatti ogni diritto fondamentale della persona trae la sua forza morale insopprimibile dalla legge naturale che lo conferisce, e impone un rispettivo dovere. Coloro pertanto che, mentre rivendicano i propri diritti, dimenticano o non mettono nel debito rilievo i rispettivi doveri, corrono il pericolo di costruire con una mano e distruggere con l'altra» (Pacem in terris, 1963)a.
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Il Card. Federico Borromeo. - Alessandro Manzoni nel suo romanzo I Promessi Sposi, traccia del giovane Borromeo studente a Pavia questo profilo: «Tra gli agi e le pompe badò fin dalla puerizia a quelle parole di abnegazione e di umiltà, a quelle massime intorno alla vanità dei piaceri, all'ingiustizia dell'orgoglio, alla vera dignità e ai veri beni. Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse rendere la sua utile e santa» (Cap. XXII).
E veramente utile e feconda fu la sua vita se il medesimo Manzoni scrisse ancora di lui: «Fu uno di quegli uomini rari in qualunque tempo, che abbiano impiegato un ingegno egregio, tutti i mezzi di una grande opulenza, tutti i vantaggi di una condizione privilegiata, un intento continuo, nella ricerca e nell'esercizio del meglio» (Ibid.).
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(7)
a V: separa qui e nei cinque casi seguenti il titolo da «lezione» (che nelle edd. I-IV costituiva il titolo).
(8)
a IV: e organico.
b V: libera - I-IV: libera. Inoltre, nel Battesimo, per la grazia, diviene figlio di Dio; risulta perciò formato di corpo, anima e vita soprannaturale.
(9)
a I: L'uomo ha dunque una duplice dignità?
b V: al di sopra di tutte - I-IV: supera tutte.
c V: con - I-IV: per.
(10)
a IV-V: dell'uomo... dei progenitori... della grazia... nella promessa fatta da Dio nel Paradiso terrestre.
(11)
a V: e.
b V: 1937.
(12) * V: nel.
b V: 1937.
(13-14)
a V: la data.
(13-14)
a V: la data.
(16)
a IV: tutto il numero.
(17)
a V: tutto il numero.
(18)
a V: La parabola dell'uomo ricco. [Il titolo. Facciamo notare riguardo a questi titoletti che nella V ed. sono tutti in corsivo e non in neretto].
(19)
a V: corsivo per Mio Signore. La presente è una delle molte e fervide preghiere composte personalmente da Don Alberione.
(20)
a IV: Tutto il numero - I-III: I diritti della persona umana riguardano: 1. la libertà religiosa e sociale; 2. la vita, il lavoro ed i mezzi di sussistenza; 3. la scelta dello stato: sacerdotale, religioso e matrimoniale; 4. la formazione ed educazione della famiglia; 5. il rispetto della sua stima, nella proprietà e nell'integrità fisica; 6. il perfezionamento materiale e spirituale anche mediante associazioni; 7. l'uso dei mezzi per il raggiungimento del fine.
(21)
a V: 1. con l'inganno... senz'anima» -1: 1. con «l'eccessivo raggruppamento degli uomini quasi masse senz'anima»; 2. con l'«inconsistenza economica, sociale, politica, intellettuale e morale»; 3. con la privazione di sufficiente istruzione e formazione morale e religiosa; 4. con l'inganno, l'errore e lo sfruttamento da parte dello Stato o dei privati.
(22)
a IV: dalla natura... dovere - I-III: dalla sua (dell'uomo) natura, dalla Redenzione operata da Cristo e dal dovere.
(25)
a V: tutto il numero.
(26)
a V: Gennaio.
(27)
a V: data - I-IV: conferita.
(28)
a V: il compito... possibilità - I-IV: la possibilità e il compito.
(29)
a IV: perché i beni... dei beni - I-IlI: perché il frutto del lavoro è parte di se stesso. Questo diritto comprende anche il libero e ragionevole uso dei suoi beni.
(30)
a V: l'uomo socievole... raggiungere - I-IV: l'uomo bisognoso dell'aiuto altrui e gli ha dato l'inclinazione a integrare, in questo modo, la sua insufficienza per meglio raggiungere.
(31-33)
a V: la data.
(31-33)
a V: la data.
(31-33)
a V: la data.
(34)
a IV: tutto il numero.
(35)
a V: Poi il Signore... 21-22).
(36)
a IV: imprescrittibili ossia inviolabili - I-III: imperscrittibili.
(37)
a V: diritti. Può... fede - I-IV: diritti; ma può rinunciare all'esercizio di qualche diritto, quando non sia anche un dovere. Per esempio: può rinunciare al matrimonio e alla proprietà in vista di un bene maggiore; mentre non può rinunciare al diritto di professare e praticare la sua fede e conseguire il suo fine.
(38)
a V: usare dei - I-IV: usare l'uomo dei.
b V: sempre alla gloria - I-IV: sempre alla sua eterna felicità e alla gloria.
(40-43)
a V: la data.
(40-43)
a V: la data.
(40-43)
a V: la data.
(40-43)
a V: la data.
(44)
a IV: tutto il numero.
(46)
a IV: materiali e.
(47)
a V: come a ultimo. - I-III: come ultimo. - IV: come l'ultimo.
(48)
a V: perché... necessari. - I-IV: poiché all'uomo sono offerti tutti i necessari mezzi di natura e di grazia.
(49)
a V: si trova... libertà - I-IV: si trova in uno stato di breve prova; ritornerà poi a Dio a rendergli conto dell'uso della sua libertà.
(50)
a V: Novarum.
b V: 1891.
(51-54)
a V: la data.
(51-54)
a V: la data.
(51-54)
a V: la data.
(51-54)
a V: la data.
(55)
a IV: tutto il numero.
(56)
a V: tutto il numero.