Bollettino Cooperatori Buona Stampa e mi sono sentito sempre più attratto verso l’opera che il Signore ha inspirato a Lei di iniziare.
Mi è occorso, parecchie volte, di vedere i giovani della Scuola Tipografica assistere alla S. Messa, in una delle parrocchie di questa città, e partecipare alla Sacra Mensa; e un profondo sentimento di soddisfazione e di santa invidia mi ha penetrato l’animo. In questi giorni, pur non sapendo che ella avesse intenzione di aumentare il numero dei giovani tipografi, mi era venuta un’idea e glie la manifesto candidamente. Pensavo fra me: che gran bene farebbe chi prendesse a mantenere a sue spese, un giovane alla Scuola Tipografica! Ma pensavo anche: ci vorranno parecchie migliaia di lire. E il problema diventava di difficile soluzione, almeno per me.
Ora leggo le condizioni mitissime che ella pone per l’accettazione d’un giovane e mi si è allargato il cuore. Il conto è presto fatto: 20 lire al mese per i primi due anni, sono L. 480; 10 lire per il terzo anno, sono L. 120; totale L. 600.
Per quanto io abbia famiglia, fin qui ci posso arrivare. E cominciando ad attuare l’idea che m’è venuta, prego Lei a volere accettare la mia offerta per l’accettazione di un giovane.
Vorrei che fosse molto buono e pio e avrei piacere che pregasse un poco per me e per la mia famiglia. Lascio a Lei la scelta. Se altri vorrà seguire questa idea, ne ringrazierò il Signore, e ve ne saranno, certo, che potranno fare più di quel poco che faccio io.
Non si potrebbero mettere le somme date per questo scopo, in libretti di deposito a qualche banca, prelevando man mano ciò che occorre? Nel frattempo la piccola somma frutterebbe. E il Signore faccia anche fruttare le sante di Lei fatiche e quelle dei suoi buoni giovani per l’opera, tanto giovevole della stampa cattolica.
Un convinto apprezzatore della Buona Stampa
e un ammiratore della Scuola Tipografica
Di vivissimo sentimento di riconoscenza ci sentiamo obbligati verso chi in un modo così degno sostiene l’opera della Buona Stampa. Nel contempo assicuriamo delle preghiere dei ragazzi, tutti, ma in modo particolare di quelle del giovane che abbiamo scelto perché sia educato secondo i fini della Scuola Tipografica e col generoso contributo dell’umile nostro Benefattore.
Deo gratias.
S. Paolo redidivoHa fatto il giro del mondo l'espressione di Mons. Ketteler, Arcivescovo di Magonza:
«Se S. Paolo tornasse al mondo si farebbe giornalista», ed io lo credo fermamente.
In verità che faceva S. Paolo? Seminava dappertutto la parola di Dio. A tal fine sceglieva i luoghi e le cattedre più riputate per farsi udire da un maggior numero di persone. Ne cercava e domandava alle sinagoghe, ne domandava all'Areopago