Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PRESENTAZIONE

L’Introduzione con cui si apre questo volume intende favorire l’approccio al DF collocandolo in stretto rapporto con la vita, il pensiero di Don Alberione, e con lo sviluppo della nascente Famiglia Paolina.
Questa Presentazione si propone ora di tracciare in modo sintetico la struttura generale del DF, e di offrire alcune considerazioni sul contenuto di ognuna delle sue parti.

1. Struttura del Donec formetur Christus in vobis

Tanto nel manoscritto come nell’edizione stampata Don Alberione si serve dei termini parte e periodo per indicare la struttura del DF, ma sempre in rapporto alle tre vie: Purgativa, Illuminativa, Unitiva.
Anticipando, infatti, il contenuto della Via Purgativa egli afferma: «Nella prima parte considererò...» (DFst 15). Al termine di questa parte, invece, scrive: «Conclusione del primo periodo, cioè meditazione della Teologia del Padre Celeste» (DFst 36). Per indicare il frutto della Via Illuminativa asserisce: «Questo periodo deve portare in noi Gesù Cristo» (DFst 37). Conclude, poi, la medesima Via Illuminativa presentando La dottrina di San Paolo, con il sottotitolo «Conclusione della II.a Parte» (DFst 63). Nella Conclusione generale, infine, sia la Via Purgativa che la Via Illuminativa vengono designate come parti (DFst 99).
L’Indice del DF riporta, tutti in maiuscolo, i seguenti titoli: Preambolo, Via Purgativa, Via Illuminativa, Via Unitiva, Mezzi di Grazia, Apostolato Stampa, Nozioni utili.
Sorge, perciò, la domanda: qual è la struttura; ossia, di quante parti si compone il DF?
Per rispondere è decisiva l’analisi dei tre punti delle Conclusioni (DFst 99-100), con cui Don Alberione riassume il percorso presentato nell’opera.
Anche se nel terzo punto di queste Conclusioni non si trova esplicitamente la parola parte, se si tengono presenti i riferimenti impliciti a tutta l’opera, emerge chiaramente che le parti del DF sono tre: Teologia del Padre-Via Purgativa;
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Teologia del Figlio-Via Illuminativa e Teologia dello Spirito Santo-Via Unitiva.
Se il passaggio dalla prima alla seconda parte non richiede chiarimenti particolari, la seconda e la terza parte e l’articolazione tra loro appaiono più complesse.
Si afferma che la seconda parte ha come scopo il «vivit vero in me Christus» (Gal 2,20) e si indica anche il suo frutto: «Frutto della seconda parte le elezioni: vocazione; o modo di seguirla; o punto particolare» (DFst 99). Questo stesso pensiero viene espresso nel Preambolo: «Pel futuro: conchiudere: con rinnovazione cosciente ed efficace dei voti battesimali; o con elezione dello stato di vita; o con lo speciale modo di nostra salvazione e santificazione» (DFst 10).
Solo un’approfondita conoscenza dell’itinerario degli Esercizi Ignaziani permette di interpretare questo tema delle elezioni come frutto della Via Illuminativa,1 poiché sullo sfondo delle tre vie del DF si trova la dinamica delle quattro Settimane degli Esercizi: Via Purgativa - 1ª Settimana; Via Illuminativa - 2ª Settimana e 3ª Settimana; Via Unitiva - 4ª Settimana.2
Per Don Alberione, impostare la ricerca spirituale seguendo il metodo mistico proposto dal Krieg (cf DFin 50), ossia secondo la Via Purgativa, Illuminativa e Unitiva, ha per scopo congiungere strettamente l’elemento speculativo, l’elemento vitale e la dimensione pratica.
Per evidenziare la struttura del DF, perciò, è necessario
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considerare che le parti di quest’opera non sono giustapposte, ma sono espressione di quel lavorio di sintesi o unificazione, tanto caro a Don Alberione fino a fargli prospettare un progetto di enciclopedia sul Divin Maestro ispirata all’esemplarismo di Ernest Dubois.
Si osservi, infatti, che oltre alla dinamica delle quattro Settimane degli Esercizi, Don Alberione ha elaborato il suo pensiero svolgendolo anche secondo quel processo ternario e circolare, proprio dell’esemplarismo divino, secondo il quale la prima parte viene considerata come il principio, ossia, il fondamento o causa efficiente; la seconda come il mezzo o causa esemplare; e la terza come termine o causa finale.3
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Se si considerano le tre vie come unificate da un processo dinamico, si possono riconsiderare alcune delle affermazioni del DF per fare un passo ulteriore nell’interpretazione della sua struttura.
Al termine del Preambolo, Don Alberione afferma: «Sarà così formato l’uomo retto (Purgativa), Gesù Cristo lo cambierà in cristiano (Illuminativa) per diventare Sacerdote, Religioso, Santo per opera dello Spirito Santo (Unitiva)» (DFst 16).
Questo pensiero viene ulteriormente sviluppato e chiarito in quest’altro brano: «Donde, i tre gradi di umiltà: a) il primo dipende dal fatto che tutto fu ricevuto da Dio nell’ordine naturale (Teologia del Padre); b) il secondo dal fatto che siamo, anzi, peccatori e ogni pena umana è inadeguata a soddisfare il minimo peccato, vi necessitò il sangue di Gesù Cristo di valore infinito (Teologia del Figlio); c) dovendosi creare una vita nuova, sacerdotale, religiosa, cristiana, vi è continuo bisogno di Spirito Santo (Teologia dello Spirito Santo)» (DFst 28).
Da questi brani risulta che, se l’elezione dello stato di vita è un’esperienza situata nell’ambito della Via Illuminativa, la sua realizzazione nella «vita nuova, sacerdotale, religiosa, cristiana» avviene come espressione della Via Unitiva.
Si constata così lo stretto rapporto tra Via Illuminativa e Unitiva, per cui più che come tappe nitidamente delimitate, una dopo l’altra, sono da considerarsi come dimensioni concomitanti, per certi aspetti, di un processo inscindibile.
Questa interconnessione tra Via Illuminativa e Unitiva è chiaramente espressa nel contenuto del DF, in quanto l’inizio delle considerazioni riguardanti la Teologia dello Spirito Santo, o della grazia, si trova nei capitoli dedicati alla meditazione su Gesù Vita (DFst 55ss). E possiamo trovare il fondamento di questa trasposizione nelle affermazioni sulle opere che si attribuiscono allo Spirito Santo: «a) Il Figlio ha proposte le sue divine verità: lo Spirito Santo le conserva, fa comprendere ed usare. b) Il Figlio ha ottenuta la grazia, ricomprandola: lo Spirito Santo l’applica a noi in santificazione, comunicandola ai singoli» (DFst 68).
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A queste affermazioni conviene aggiungere anche ciò che viene detto sulla grazia attuale: «La grazia attuale adiuvat a compiere gli atti sopra la natura: di vera penitenza, di fede, speranza, carità, di vita cristiana nei precetti oltre la legge naturale» (DFst 61).
Da quanto abbiamo considerato fin qui si evidenzia il motivo per cui, nel DF, le virtù teologali e gli stati di vita sono trattati nella Via Unitiva. Ma, prima di tratteggiare la struttura complessiva del DF, resta ancora da analizzare la collocazione dei capitoli riguardanti la Chiesa, i Sacramenti e l’Apostolato Stampa.
Per chiarire questi punti, oltre che della dinamica delle Settimane degli Esercizi Ignaziani e del processo ternario ispirato all’esemplarismo, è necessario tener conto anche della linea di svolgimento della Storia della Salvezza, costante nella visione teologica di Don Alberione: «Dio vuol essere glorificato come Bonus, specialmente: epperò una diffusione divina di beni ha fatto onde mostrarlo: a) nella creazione delle cose invisibili, delle materiali, dell’uomo; b) nell’elevazione all’ordine soprannaturale, nel sopportare l’uomo, nel promettere e preparare i tempi al Salvatore; c) nella incarnazione, vita, morte del Salvatore: con dottrina, esempi, riparazione, Chiesa, Sacramenti; d) con le effusioni dello Spirito Santo in generale nel mondo, Chiesa; in particolare in ogni anima» (DFst 61-62).
In questa descrizione dell’economia della salvezza, che include la creazione, l’elevazione all’ordine soprannaturale, l’incarnazione, la redenzione, la santificazione, possiamo mettere in risalto come la Chiesa ed i Sacramenti sono istituiti da Cristo ed operano grazie alle effusioni dello Spirito Santo, secondo l’efficacissima affermazione riguardante i Sacramenti: «Nascono sul Calvario, operano per lo Spirito Santo» (DFst 73).
Risulta, perciò, chiaro il motivo per cui la Chiesa ed i Sacramenti rientrano nella Teologia dello Spirito Santo o nella Via Unitiva.
Il terzo punto delle Conclusioni ci permette, infine, di individuare il posto in cui si inserisce il testo sull’Apostolato Stampa: «In tre modi si cammina con Gesù Cristo: nella via dei comandamenti: vita cristiana; nella via dei consigli evangelici:
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vita religiosa; nella via dello zelo, vita di apostolato. [...] Perciò lo studio nostro è doppio: onde in noi si formi Gesù Cristo. Cooperazione con propositi speciali e preghiera coll’abbondanza delle pratiche» (DFst 100).
Il testo riprende e completa le considerazioni sugli stati di vita, con lo scopo di indicare i tratti della vita paolina, sempre nell’ambito della Teologia dello Spirito Santo o Via Unitiva.
Punto di cruciale importanza è chiarire il senso dell’affermazione: «Perciò lo studio nostro è doppio: onde in noi si formi Gesù Cristo». Questo testo non va riferito alla frase che viene dopo: «Cooperazione con propositi speciali e preghiera coll’abbondanza delle pratiche». Si riferisce, invece, ai tre modi in cui «si cammina con Gesù Cristo»: vita cristiana, vita religiosa, vita di apostolato. Il doppio studio, quindi, vuol dire che la vita paolina unisce la vita religiosa alla via dello zelo o vita di apostolato. È per questo che Don Alberione, dopo la parte Mezzi di grazia, comprendente la via dei comandamenti e dei consigli evangelici, introduce la via dello zelo, attraverso la parte dedicata all’Apostolato Stampa.
Si noti, infine, che nell’itinerario tracciato nel DF tutto converge verso la Via Unitiva: «Tutto si compie nello Spirito Santo: poiché come la vita di Gesù Cristo, così la vita della Chiesa, cioè la vita sopranaturale delle anime è comunicata, sviluppata, perfezionata, consumata nello Spirito Santo» (DFst 100).
Oltre alle considerazioni fatte fin qui, per trarre alcune conclusioni circa la struttura del DF è necessario ancora distinguere tra struttura dell’opera, struttura del testo e struttura del cammino spirituale.
Per struttura dell’opera si intende la divisione in parti e in capitoli. E si può dire che il DF si compone di cinque parti: Via Purgativa; Via Illuminativa; Via Unitiva; Mezzi di Grazia; Apostolato Stampa. A queste parti si aggiungono il Preambolo e le Nozioni utili. Ogni parte ed anche il Preambolo e le Nozioni utili sono suddivise, a loro volta, in brevi capitoli.
Per struttura del testo si intende la divisione dei capitoli in paragrafi (generalmente numerati da uno a tre) e in capoversi.
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Per quanto riguarda la struttura o la dinamica del cammino spirituale il DF si compone chiaramente delle tre tappe: Via Purgativa, Illuminativa e Unitiva, che vanno considerate come sorgente, mezzo e termine dell’itinerario spirituale ivi presentato.
Ma la Via Unitiva, a sua volta, consta di una triplice articolazione, che rappresenta il suo fondamento, il mezzo e il termine. Don Alberione, infatti, ha preferito racchiudere in un primo blocco brevi cenni alla Teologia dello Spirito Santo, i temi riguardanti la Chiesa, e le virtù teologali. Il secondo e terzo blocco rispecchiano le esigenze di quel doppio studio di cui si è parlato. Così, nel secondo blocco, dal titolo Mezzi di grazia, egli ha riunito i temi riguardanti la vita cristiana e la vita religiosa. Il terzo blocco presenta la via che stava particolarmente a cuore al Fondatore, ossia, la via dello zelo o, per i Paolini e le Paoline, l’Apostolato Stampa.
In base a tutte le considerazioni fatte si può ora affermare che l’elezione, frutto della seconda parte, prende il suo vero volto nella terza parte, o tappa, come santità di vita (consigli evangelici) e come missione apostolica (Apostolato Stampa). Si potrebbe anche affermare che il cammino spirituale (Via Purgativa, Illuminativa e Unitiva) costituisce la sorgente o il fondamento; la vita religiosa, l’applicazione; e la missione apostolica (apostolato stampa), il frutto della formazione paolina.

2. Contenuto del Donec formetur Christus in vobis

I chiarimenti sulla struttura del DF, a livello di opera, di testo e di dinamica del cammino spirituale, ci consentono di entrare in maniera più consapevole nel contenuto delle singole parti dell’opera.

a) Preambolo

L’analisi della prima pagina del Quaderno manoscritto del DF (= DFms) permette di costatare una travagliata stesura dell’inizio del Preambolo ed anche di vedere che i riferimenti al noviziato sono aggiunte apportate nell’ultima fase di redazione. Sappiamo, però, dall’Introduzione, che Don Alberione considerava l’itinerario degli Esercizi punto di riferimento
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sia per i cicli annuali di meditazione quotidiana sia per il periodo del noviziato.
Il Preambolo del DFst ha in qualche modo una funzione simile a quella delle Annotazioni del libretto degli Esercizi di Sant’Ignazio e, tenendo presente le coordinate della vita paolina, traccia il quadro entro cui avviare il cammino degli Esercizi: le citazioni iniziali, in latino, dischiudono a modo di portale l’ambito trinitario dentro il quale l’esercitante è invitato all’unione con la vita ritirata di Gesù Cristo, accolto nel cenacolo dello Spirito Santo, con Maria Regina degli Apostoli, ammesso all’esperienza di San Paolo nel deserto. Egli è chiamato a corrispondere, da discepolo di Cristo Via, Verità e Vita, all’azione santificatrice dello Spirito, che è dialogale, ossia è grazia («Da una parte... grazia») che cerca risposta («Dall’altra... cooperazione») in una cooperazione totalizzante, mediante esercizi compiuti minutamente giungendo anche ai santi eccessi, fino al compimento della conformazione a Cristo, cioè finché si formi Cristo in noi.
Vengono presentati cinque scogli, i quali, mentre segnalano i possibili ostacoli, mettono a fuoco le vere disposizioni per fare gli Esercizi.
Seguono poi tre quadri di riferimento per l’esperienza degli Esercizi spirituali. Il punto di partenza è la necessità di scoprire la propria vocazione o di rinnovare costantemente l’elezione dello stato di vita (Necessità). Lo stile da tenere è quello di Gesù a Nazareth (La Scuola di Nazaret) e, alla sua Scuola, l’esercitante vive le tre tappe del cammino. Il traguardo è la realizzazione del progetto di Dio (La chiave della vita), che innesta nel tempo la vita che varcherà le soglie dell’eternità.

b) Via Purgativa

È imprescindibile considerare che la visione teologica globale di tutto il DF, ma in modo particolare delle tre vie, è espressa in modo sistematico nelle Lezioni di Teologia, di Francesco Chiesa,4 che considerano la creazione come opera
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riferita, per attribuzione, a Dio Padre; la redenzione, come opera attribuita al Figlio; la santificazione, come opera attribuita allo Spirito Santo.
Don Alberione presenta la Via Purgativa in 18 capitoli, più una conclusione.
Il primo capitolo presenta una meditazione sull’essere umano davanti a Dio: «Chi è Dio? ... Chi sono io?». Seguono due meditazioni su Dio Padre come Creatore e come Provvidente. Dopo queste meditazioni l’esercitante è invitato a fare una verifica sull’adesione a Dio e alla sua volontà.
A partire dalla quinta meditazione l’esercitante considera la creazione dell’uomo e di tutte le cose ed è chiamato a mettersi in perfetta sintonia con il progetto di Dio nell’uso di tutti i beni da lui ricevuti,5 nella prospettiva del tempo e dell’eternità. Dopo una lunga serie di esercizi, giunge il momento trasformante della riconciliazione. Segue una meditazione riassuntiva del cammino tracciato dal Padre, che ha mandato il suo Figlio come Maestro, e si conclude con la prospettiva di continuare il cammino verso la santità, che consiste nell’«incarnare Dio in noi».

c) Via Illuminativa

Il DFst presenta la Via Illuminativa in 26 capitoli, generalmente omogenei, anche se alcuni sono più lunghi ed hanno una struttura speciale, grazie al ricorso a degli asterischi per separare i paragrafi.
Nel primo capitolo l’esercitante si trova davanti a Cristo e, per rispondere alla domanda «mi salvo?», ricorre alle parabole evangeliche. Si tratta di una evidente somiglianza con il cammino ignaziano che, nella seconda settimana, propone la parabola del Regno. Anzi questa somiglianza si estende a tutta questa parte o periodo in quanto il DFst presenta la meditazione dei misteri della vita di Cristo, Via, Verità e Vita, a partire dall’Incarnazione.
Particolarmente significativa è la preghiera Al Maestro Divino, ispirata al mi protendo in avanti paolino, ossia, alla ricerca
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senza sosta di una crescita continua. Questa preghiera può essere considerata come corrispettiva alla preghiera di offerta della seconda settimana degli Esercizi di Sant’Ignazio, ispirata al principio dinamico ignaziano del sempre più e sempre maggiore (magis o ad maiorem).6
Lo svolgimento della Via Illuminativa segue l’itinerario indicato nel portale, dopo il titolo della preghiera: «Maestro: la tua vita mi traccia la via; la tua dottrina conferma e rischiara i miei passi; la tua grazia mi sostiene e sorregge nel cammino al cielo» (DFst 39).
Infatti i capitoli riguardanti Gesù Via propongono la contemplazione dei misteri della vita di Cristo («la tua vita mi traccia la via»): nascita, vita privata, ingresso nella vita pubblica, vita pubblica. Cristo è considerato come Via ai giovani e modello per discernere e compiere la volontà di Dio.
I capitoli dedicati alla contemplazione di Gesù Verità («la tua dottrina conferma e rischiara i miei passi») lo presentano come il Maestro e propongono l’adesione a Lui attraverso la crescita nella Scienza Sacra, lo studio della Sacra Scrittura e l’attaccamento a La Tradizione.
I capitoli dedicati, infine, a Gesù Vita, dopo la contemplazione della Via regia della Santa Croce, lo presentano come comunicatore dello Spirito o della grazia («la tua grazia mi sostiene e sorregge nel cammino al cielo»), mediante il mistero pasquale, di morte e risurrezione e pentecoste. Particolare attenzione viene messa nell’impegno a corrispondere alla grazia con la preghiera e a lasciarsi trasformare la mente, il cuore e la volontà ad opera della grazia medicinale. La tappa si conclude con uno sguardo riassuntivo della storia della salvezza, intesa come Diffusione della divina Bontà, e con una sintesi del cammino spirituale alla luce degli insegnamenti di S. Paolo.
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d) Via Unitiva

Nell’esame della struttura del DFst si è notato che la Via Unitiva, dal punto di vista della dinamica del cammino spirituale, comprende anche le parti riguardanti i Mezzi di Grazia e l’Apostolato Stampa.
A livello di struttura dell’opera la parte che ha per titolo Via Unitiva comprende, come è stato rilevato, alcuni cenni alla teologia dello Spirito Santo, le meditazioni sulla Chiesa e sulle virtù teologali.
Dal punto di vista dell’esperienza degli Esercizi conviene mettere in risalto che queste meditazioni sono destinate a caratterizzare la vita nello Spirito come dono e forte impegno di comunione e partecipazione, espressioni del sentire cum Ecclesia. Si può riassumere questo tratto del cammino come vita in Cristo e nella Chiesa: in Cristo, Verità, Via, Vita, e nella Chiesa, che è Verità, Via, Vita. Onde l’adesione alla Chiesa richiede: «a) fede alle sue dottrine; b) obbedienza alle sue leggi; c) amore a quanto ama e la interessa» (DFst 68).

e) Mezzi di Grazia

Il contenuto di questa parte riflette l’evidente centralità dell’Eucaristia, intesa come Messa, Comunione e Visita. L’esercitante è portato a vivere la vita sacramentale e la vita di preghiera, alimentandosi di Cristo Verità, Via, Vita. E la vita cristiana plasmata da questa proposta nuova, o metodo verità-via-vita, può segnare con la sua impronta ogni stato di vita, specialmente la vita paolina, chiamata ad essere per il mondo, attraverso i consigli evangelici e l’Apostolato Stampa, manifestazione di Cristo Maestro Via, Verità e Vita.

f) Apostolato Stampa

È necessario considerare il contenuto di questa parte, sull’Apostolato Stampa, alla luce dell’Introduzione di questa edizione, e nell’ottica degli articoli pubblicati, contemporaneamente al DFst, sui periodici della Casa e, successivamente, raccolti nell’opera Apostolato Stampa.7
L’analisi del suddetto volume permette di vedere più chiaramente i rapporti di questa quinta parte con le altre del DFst,
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ed anche di integrare il suo contenuto, specialmente per quanto concerne gli aspetti di Cristo Via, Verità e Vita e la consacrazione religiosa paolina, che si caratterizza per il suo sentire con San Paolo per le anime8 e per il suo attaccamento a Maria, Madre, Maestra e Regina dell’Apostolato Stampa.

g) Nozioni utili

A partire dalle Virtù teologali queste Nozioni utili trattano della vita nello Spirito e delle Norme per gli Esercizi spirituali e pel Noviziato.
Le considerazioni di Don Alberione sulla vita nello Spirito seguono una precisa e ben strutturata visione dell’azione della grazia. La carità diffondendosi nei cuori ad opera dello Spirito Santo forma tre diffusioni: illumina con i sette doni dello Spirito, riscalda con i dodici frutti dello Spirito e trasforma con le otto beatitudini.9
Le norme per gli Esercizi spirituali, indicate come valide anche per il Noviziato, mostrano la visione alberioniana degli Esercizi spirituali, e fanno comprendere che, nella sua interpretazione, tali Esercizi, perché apportino l’abbondanza «immensa di grazia e di luce» (DFst 106), vanno guidati preferibilmente in forma personalizzata.

ANTONIO F. DA SILVA

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1 Cf A. F. DA SILVA, Il cammino degli Esercizi Spirituali nel pensiero di Don Giacomo Alberione, Centro di Spiritualità Paolina, Casa Divin Maestro, Ariccia, 1981, pp. 54-63; A. F. DA SILVA, Cristo Via, Verità e Vita centro della vita, dell’opera e del pensiero di don G. Alberione, in AA.VV., L’eredità cristocentrica di don Alberione, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1989, pp. 263-271; P. SCHIAVONE, Gesù Maestro Via, Verità, Vita e gli Esercizi Ignaziani, in Ibid., pp. 340-381.

2 Don Alberione inizia il suo ministero di Direttore Spirituale del Seminario di Alba trattando il tema della meditazione. Nella prima meditazione dettata ai Seminaristi egli già afferma: «Faremo gli esercizi in grande - via purgativa (odiare il peccato) - via illuminativa (virtù di G. C.) - via unitiva (i premii)» (G. ALBERIONE, LV02, 27 ottobre 1908, p. 1). Il giorno successivo egli conclude la trattazione del tema della meditazione presentando la dinamica delle quattro Settimane degli Esercizi adoperando le espressioni della formula tradizionale: «Deformata reformare - reformata conformare - conformata confirmare - confirmata transformare» (G. ALBERIONE, LV02, 28 ottobre 1908, p. 1).

3 Conviene ricordare che la stesura definitiva del DF è avvenuta contemporaneamente alla pubblicazione delle Lezioni di Teologia di Francesco Chiesa. Tali Lezioni sono ispirate in modo particolare all’esemplarismo divino di Ernest Dubois, punto di riferimento fondamentale per comprendere l’orizzonte trinitario di tutto l’insegnamento di Don Alberione.
A modo di esempio, si legga quanto il Dubois scrive per spiegare il suo concetto di enciclopedia: «Inoltre, poiché la prima Causa efficiente, esemplare e finale è il principio, il mezzo e il termine di tutti i suoi effetti, è necessario che questi effetti prendano avvio da essa, avanzino secondo o intorno ad essa, e ad essa ritornino, e così siano condotti a termine a modo di circolo. Infatti, ogni moto che ritorna al suo principio senza tornare ad esso in linea retta, ma che avanza uniformemente intorno allo stesso mezzo, o centro, è un moto circolare, che in tanto avanza in quanto torna e si avvicina al suo principio, e termina quando il circolo si conclude raggiungendo il medesimo principio.
Ora, la Trinità divina è il primo Principio, Mezzo e Causa esemplare, e Fine ultimo del moto progressivo di tutte le cose create, le quali sono condotte a termine imitando in vari modi l’unica sua Forma e avvicinandosi più o meno alla sua somiglianza, e trovano la beatitudine nella propria vera perfezione.
Dunque la dottrina che insegna questo divino movimento delle cose, è necessariamente enciclopedica, in quanto ordinata a modo di principio, mezzo e fine da Dio, secondo o intorno a Dio, e verso Dio. Questa è la genuina Enciclopedia (en kuklo paideia), ossia disciplina in circolo, che si può molto esattamente figurare con circoli geometrici, come abbiamo fatto nell’Appendice del Tomo II, dove abbiamo trattato il trino ordine di perfezione di tutte le cose.
Dunque, gli pseudo-filosofi del secolo XVIII hanno erroneamente onorato del termine Enciclopedia la materiale e informe mole di tutto lo scibile, che hanno raccolto senza altro ordine che la successione delle lettere dell’alfabeto, e senza alcuna relazione alla Perfezione esemplare e centrale della divina Forma, secondo la quale tutte le cose sono formate, e quelle deformate sono riformate e trasformate» (E. DUBOIS, De Exemplarismo divino, seu doctrina de trino Ordine esemplari et de trino rerum omnium ordine exemplato, in-4°, Cuggiani, t. I, 1899, p. XI).

4 Cf Testimonianza di Mons. Natale Bussi, in AA.VV., L’eredità cristocentrica di don Alberione, o. c., pp. 397-410.

5 Cf DFst 23. Si tratta della decisione di offrire a Dio se stessi, ispirata al Principio e fondamento degli Esercizi Ignaziani, interpretato in chiave paolina.

6 «Eterno Signore di tutte le cose, io faccio la mia offerta, col vostro favore e aiuto, davanti alla vostra infinita bontà, e davanti alla vostra Madre gloriosa e a tutti i santi e sante della corte celeste: io voglio e desidero ed è mia ferma decisione, purché sia per vostro maggiore servizio e lode, imitarvi nel sopportare tutte le ingiurie e ogni disprezzo e ogni tipo di povertà, tanto attuale quanto spirituale, qualora la vostra santissima maestà voglia eleggermi e ricevermi per tale stato di vita» (IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi Spirituali, n. 98).

7 G. ALBERIONE, Apostolato Stampa, Pia Società San Paolo, Alba, 1933.

8 G. ALBERIONE, Apostolato Stampa, o. c., pp. 32-33.

9 «Le virtù TEOLOGALI della fede, della speranza e della carità, in quanto ABITI, sono una via e una determinazione della grazia santificante; ed in quanto ATTI, sono specie delle grazie attuali di illustrazione, di affetto e di ispirazione.
La grazia si esplica ulteriormente nei SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO, che si possono considerare come le sette virtù naturali imporporate dalla grazia, ossia sopranaturalizzate, volte cioè al conseguimento della vita eterna.
I doni dello Spirito Santo insieme colle virtù Teologali producono certi meravigliosi effetti che si chiamano FRUTTI DELLO SPIRITO SANTO. Essi secondo l’apostolo San Paolo sono DODICI, e corrispondono alle esigenze dell’ordinamento dell’anima umana in se stessa, e relativamente alle cose poste fuori di sé, o sopra, o sotto, o collateralmente.
Finalmente la grazia ha una mirabile esplicazione nelle OTTO BEATITUDINI EVANGELICHE, che sono come atti per cui si combattono le false beatitudini del mondo e per cui si può godere fin da questo mondo una certa felicità, preludio della felicità perfetta della vita futura» (F. CHIESA, Introduzione all’Ascetica, Alba-Roma, 1929, pp. 163-164).